Principio attivo:Ciclosporina
Gruppo terapeutico:Immunosoppressori
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rnr - non ripetibile (ex s/f)
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • uveite
  • artrite reumatoide
  • psoriasi
  • dermatite atopica
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    Posologia

    Posologia

    Gli intervalli di dosaggio riportati per la somministrazione orale devono essere intesi solo come indicazioni di riferimento.

    Le dosi giornaliere di Sandimmun devono essere somministrate in due dosi refratte distribuite in parti uguali durante la giornata. Si raccomanda che Sandimmun sia somministrato secondo un programma regolare per quanto riguarda l’orario e in relazione ai pasti.

    Sandimmun deve essere prescritto solo da o in stretta collaborazione con un medico esperto in terapia immunosoppressiva e/o trapianto d’organo.

    Trapianto

    Trapianto d’organo solido

    Il trattamento con Sandimmun deve iniziare entro 12 ore prima dell’intervento chirurgico con la somministrazione di una dose di 10–15 mg/kg somministrata in 2 dosi refratte. Questa dose deve essere mantenuta come dose giornaliera per 1–2 settimane dopo l’intervento ed essere ridotta gradualmente secondo i protocolli di immunosoppressione locali sulla base dei livelli ematici, fino al raggiungimento di una dose di mantenimento raccomandata di circa 2–6 mg/kg somministrata in 2 dosi refratte.

    Quando Sandimmun è somministrato con altri immunosoppressori (es. con corticosteroidi o come parte di una terapia triplice o quadruplice), possono essere impiegate dosi più basse (es.: 3–6 mg/kg suddivisi in 2 dosi refratte per il trattamento iniziale).

    Trapianto di midollo osseo

    La dose iniziale deve essere somministrata il giorno precedente il trapianto. Nella maggior parte dei casi, per questo scopo si preferisce usare Sandimmun concentrato per soluzione per infusione. La dose raccomandata per via endovenosa è 3–5 mg/kg/die. L’infusione è mantenuta allo stesso livello di dose nel periodo immediatamente successivo al trapianto per una durata non superiore a 2 settimane, prima di passare alla terapia di mantenimento per via orale con Sandimmun alla dose giornaliera di circa 12,5 mg/kg in 2 somministrazioni refratte.

    Il trattamento di mantenimento deve essere protratto per almeno 3 mesi (e preferibilmente per 6 mesi) prima di ridurre la dose gradualmente a zero entro 1 anno dopo il trapianto.

    Qualora la terapia iniziale sia effettuata con Sandimmun, la dose giornaliera raccomandata è 12,5–15 mg/kg suddivisa in 2 somministrazioni refratte, a partire dal giorno prima del trapianto.

    In presenza di disturbi gastrointestinali,, che potrebbero ridurre l’assorbimento del farmaco, possono essere necessarie dosi maggiori di Sandimmun o l’uso di Sandimmun per via endovenosa.

    In alcuni pazienti, dopo la sospensione del trattamento con ciclosporina può instaurarsi una GVHD, ma di solito si ottiene una risposta favorevole con la ripresa della terapia. In questi casi si deve somministrare una dose di carico iniziale di 10–12,5 mg/kg, seguita dalla somministrazione giornaliera per via orale della dose di mantenimento che è risultata adeguata in precedenza. Basse dosi di Sandimmun devono essere impiegate per il trattamento di una lieve GVHD di tipo cronico.

    Indicazioni diverse dal trapianto

    Quando Sandimmun è utilizzato in indicazioni note diverse dal trapianto, devono essere rispettate le seguenti precauzioni di carattere generale:

    Prima di iniziare il trattamento deve essere determinato accuratamente il valore pre–trattamento della funzionalità renale mediante almeno due determinazioni. La velocità di filtrazione glomerulare stimata (eGFR), calcolata mediante l’utilizzo della formula MDRD, può essere utilizzata negli adulti per stimare la funzionalità renale e deve essere utilizzata una formula appropriata per valutare la eGFR nei pazienti pediatrici. Poichè Sandimmun può compromettere la funzione renale, è necessario valutare frequentemente la funzione renale. Se la eGFR diminuisce di oltre il 25% rispetto al valore basale in più di una misurazione, la dose di Sandimmun deve essere ridotta del 25–50%. Se la diminuzione della eGFR rispetto al basale supera il 35%, si deve prendere in considerazione un’ulteriore riduzione della dose di Sandimmun Queste raccomandazioni si applicano anche se i valori del paziente rimangono entro l’intervallo di normalità del laboratorio. Se entro un mese la riduzione del dosaggio non è efficace nel migliorare la eGFR, il trattamento con Sandimmun deve essere interrotto (vedere paragrafo 4.4).

    E’ necessario il controllo regolare della pressione arteriosa.

    Prima di iniziare la terapia è necessaria la determinazione della bilirubina e dei parametri che valutano la funzione epatica, durante il trattamento si raccomanda un attento monitoraggio. Determinazioni dei lipidi sierici, potassio, magnesio e acido urico sono consigliabili prima del trattamento e periodicamente durante il trattamento.

    Il controllo occasionale dei livelli ematici di ciclosporina può essere importante nelle indicazioni diverse dal trapianto, ad es. quando Sandimmun è somministrato in associazione a sostanze che possono interferire con la farmacocinetica della ciclosporina o nel caso di risposta clinica insolita (ad es. mancanza di efficacia o aumentata intolleranza al farmaco che si manifesta come disfunzione renale).

    La via orale è la normale via di somministrazione. Se si usa il concentrato per soluzione per infusione, si deve prestare particolare attenzione alla somministrazione per via endovenosa di un dosaggio adeguato corrispondente al dosaggio somministrato per via orale. Si raccomanda di consultarsi con un medico esperto nell’uso della ciclosporina.

    Ad eccezione di pazienti con uveite endogena con rischio per la vista e di bambini con sindrome nefrosica, la dose totale giornaliera non deve mai superare 5 mg/kg.

    Per il trattamento di mantenimento si deve determinare su base individuale la minima dose efficace e ben tollerata.

    Il trattamento con Sandimmun deve essere interrotto nei pazienti che, entro un dato intervallo di tempo (vedere sotto per informazioni specifiche), non raggiungono una risposta adeguata o nei quali la dose efficace non è compatibile con le norme per la sicurezza del trattamento.

    Uveite endogena

    Per indurre la remissione si raccomanda di iniziare con 5 mg/kg/die per via orale suddivisi in 2 somministrazioni fino al raggiungimento della remissione dell’infiammazione attiva dell’uvea e del miglioramento dell’acuità visiva. In casi refrattari, la dose può essere aumentata a 7 mg/kg/die per un limitato periodo.

    Per ottenere la remissione iniziale o per controllare attacchi infiammatori oculari, possono essere somministrati in concomitanza corticosteroidi per via sistemica a dosi giornaliere di 0,2 –0,6 mg/kg di prednisone o di altri corticosteroidi qualora il solo Sandimmun non sia sufficiente a controllare la situazione.

    Per la terapia di mantenimento la dose deve essere diminuita gradatamente alla minima dose efficace. Durante la fase di remissione non deve superare i 5 mg/kg/die.

    Si devono escludere cause infettive di uveite prima di poter usare immunosoppressori.

    Sindrome nefrosica

    Per indurre la remissione, la dose giornaliera raccomandata è somministrata in 2 dosi orali refratte.

    Se la funzionalità renale (ad eccezione della proteinuria) è normale, la dose giornaliera raccomandata è la seguente:

    – adulti: 5 mg/kg

    – bambini: 6 mg/kg

    In pazienti con funzionalità renale alterata, la dose iniziale non deve superare 2,5 mg/kg/die.

    E’ raccomandato l’uso di Sandimmun in associazione a basse dosi di corticosteroidi per uso orale se l’effetto del solo Sandimmun non sia soddisfacente, in particolare in pazienti steroido–resistenti.

    Il tempo per ottenere un miglioramento varia da 3 a 6 mesi a seconda del tipo di glomerulopatia. Se non è stato osservato alcun miglioramento dopo questo periodo di tempo previsto per il miglioramento, la terapia con Sandimmun deve essere interrotta.

    E’ necessario regolare le dosi su base individuale a seconda dell’efficacia (proteinuria) e della sicurezza, ma senza superare 5 mg/kg/die negli adulti e 6 mg/kg/die nei bambini.

    Per la terapia di mantenimento la dose deve essere diminuita gradatamente alla minima dose efficace.

    Artrite reumatoide

    Per le prime 6 settimane di trattamento la dose raccomandata è 3 mg/kg/die per via orale suddivisa in 2 somministrazioni. Se l’effetto è insufficiente, la dose giornaliera può essere aumentata gradualmente, in assenza di problemi di tollerabilità, ma non deve superare i 5 mg/kg. Per ottenere la piena efficacia, possono essere necessarie fino a 12 settimane di trattamento con Sandimmun.

    Per la terapia di mantenimento la dose deve essere titolata su base individuale alla minima dose efficace in accordo alla tollerabilità.

    Sandimmun può essere somministrato in associazione a basse dosi di corticosteroidi e/o antiinfiammatori non steroidei (FANS) (vedere paragrafo 4.4). Sandimmun può essere somministrato anche in associazione a basse dosi settimanali di metotrexato in pazienti con risposta non soddisfacente alla monoterapia con metotrexato, iniziando con una dose di Sandimmun pari a 2,5 mg/kg suddivisa in 2 somministrazioni giornaliere, con la possibilità di aumentare la dose a seconda della tollerabilità mostrata dal paziente.

    Psoriasi

    Il trattamento di Sandimmun deve essere prescritto da medici esperti nella diagnosi e nel trattamento della psoriasi. A causa della variabilità di questa malattia, la terapia deve essere individualizzata. Per indurre la remissione la dose iniziale raccomandata è 2,5 mg/kg/die somministrata per via orale in 2 dosi refratte. Se non si osserva un miglioramento entro 1 mese, la dose giornaliera può essere aumentata gradualmente manon deve superare 5 mg/kg/die. Il trattamento deve essere interrotto nei pazienti che non mostrano una sufficiente risposta delle lesioni psoriasiche entro 6 settimane di terapia alla dose di 5 mg/kg/die, o nei pazienti in cui la dose efficace non è compatibile con le norme per la sicurezza del trattamento (vedere paragrafo 4.4).

    Dosi iniziali di 5 mg/kg/die sono giustificate nei pazienti la cui condizione clinica richiede un rapido miglioramento. Una volta raggiunta una risposta soddisfacente, il trattamento con Sandimmun può essere interrotto e una successiva recidiva può essere trattata nuovamente con Sandimmun alla dose precedentemente efficace. In alcuni pazienti può essere necessario il mantenimento continuativo della terapia.

    Per la terapia di mantenimento, la dose deve essere titolata su base individuale alla minima dose efficace e non deve superare 5 mg/kg/die.

    Dermatite atopica

    Il trattamento di Sandimmun deve essere prescritto da medici esperti nella diagnosi e nel trattamento della dermatite atopica. A causa della variabilità di questa malattia, la terapia deve essere individualizzata. L’intervallo di dose raccomandato è 2,5–5 mg/kg/die in 2 dosi orali refratte. Se una dose iniziale di 2,5 mg/kg/die non determina una risposta soddisfacente entro 2 settimane di terapia, la dose giornaliera può essere rapidamente aumentata fino ad un massimo di 5 mg/kg. In casi molto gravi, è più probabile che si verifichi un controllo rapido ed adeguato della malattia con una dose iniziale di 5 mg/kg/die. Una volta raggiunta una risposta soddisfacente, la dose deve essere ridotta gradualmente e, se possibile, il trattamento con Sandimmun deve essere interrotto. Una ricaduta successiva può essere trattata con un ulteriore ciclo di Sandimmun.

    Sebbene un ciclo di 8 settimane di terapia possa essere sufficiente per raggiungere la remissione, è stato dimostrato che il trattamento fino ad 1 anno è efficace e ben tollerato purché vengano seguite le linee guida di monitoraggio.

    Passaggio tra formulazioni orali di ciclosporina

    Il passaggio da una formulazione orale di ciclosporina a un’altra deve essere fatto sotto la supervisione del medico, incluso il monitoraggio dei livelli di ciclosporina nel sangue per i pazienti trapiantati.

    Popolazioni speciali

    Pazienti con insufficienza renale

    Tutte le indicazioni

    La ciclosporina va incontro a una minima eliminazione renale e la sua farmacocinetica non è ampiamente influenzata dall’insufficienza renale (vedere paragrafo 5.2). Tuttavia, per il suo potenziale nefrotossico (vedere paragrafo 4.8), si raccomanda di monitorare attentamente la funzionalità renale (vedere paragrafo 4.4).

    Indicazioni diverse dal trapianto

    Ad eccezione dei pazienti in trattamento per la sindrome nefrosica, i pazienti con funzionalità renale compromessa non devono assumere ciclosporina (vedere sottoparagrafo su precauzioni addizionali in indicazioni diverse dal trapianto al paragrafo 4.4). Nei pazienti con sindrome nefrosica con funzionalità renale compromessa, la dose iniziale non deve superare 2,5 mg/kg/die.

    Pazienti con compromissione epatica

    La ciclosporina è ampiamente metabolizzata dal fegato. Nei pazienti con compromissione epatica può essere osservato un aumento di circa 2–3 volte dell’esposizione alla ciclosporina. Può essere necessario ridurre il dosaggio nei pazienti con grave compromissione epatica per mantenere i livelli ematici entro l’intervallo target raccomandato (vedere paragrafi 4.4 e 5.2) e si raccomanda di monitorare i livelli ematici di ciclosporina fino al raggiungimento di livelli stabili.

    Popolazione pediatrica

    Studi clinici hanno incluso bambini a partire da 1 anno di età in poi. In diversi studi, i pazienti pediatrici hanno richiesto e tollerato dosi di ciclosporina per kg di peso corporeo più elevate di quelle usate negli adulti.

    L’uso di Sandimmun nei bambini in indicazioni diverse dal trapianto non è raccomandato ad eccezione della sindrome nefrosica (vedere paragrafo 4.4).

    Anziani (65 anni e oltre)

    L’esperienza con Sandimmun negli anziani è limitata.

    Negli studi clinici con ciclosporina nell’artrite reumatoide, i pazienti a partire da 65 anni di età avevano una maggiore probabilità di sviluppare ipertensione sistolica durante il trattamento e di mostrare un aumento della creatinina sierica ≥50% rispetto al basale dopo 3–4 mesi di terapia.

    Nel paziente anziano la dose deve essere individuata con attenzione, iniziando di solito con il livello più basso dell’intervallo terapeutico, considerata la maggiore frequenza di una riduzione della funzionalità epatica, renale o cardiaca, di patologie o terapie concomitanti e di un aumento della suscettibilità per le infezioni.

    Modo di somministrazione

    Uso orale

    Le capsule di Sandimmun devono essere inghiottite intere.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
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    Interazioni
  • ciclosporina
  • noto
  • vari farmaci
  • noti
  • carbamazepina
  • fenitoina
  • hypericum perforatum
  • ticlopidina
  • sulfinpirazone
  • metoclopramide
  • contraccettivi orali
  • metilprednisolone
  • allopurinolo
  • nefazodone
  • macrolidi
  • claritromicina
  • fluconazolo
  • itraconazolo
  • voriconazolo
  • dopo
  • amiodarone
  • succo di pompelmo
  • nefrotossici
  • aminoglicosidi
  • gentamicina
  • tobramicina
  • ciprofloxacina
  • vancomicina
  • trimetoprim
  • sulfametossazolo
  • naproxene
  • cimetidina
  • ranitidina
  • metotrexate
  • nefrotossica
  • tacrolimus
  • digossina
  • statine
  • statina
  • nifedipina
  • acido acetilsalicilico
  • diuretici
  • antracicline
  • vaccini
  • stati effettuati studi di interazione
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    Avvertenze

    Supervisione del medico

    Sandimmun deve essere prescritto solo da medici specialisti che abbiano esperienza di terapia immunosoppressiva e che possano garantire un adeguato follow–up, che include regolari visite mediche complete, misurazione della pressione arteriosa e controlli dei parametri di laboratorio. I pazienti sottoposti a trapianto che ricevono questo medicinale devono essere seguiti da centri attrezzati con laboratori adatti e personale medico di supporto adeguato. Il medico responsabile della terapia di mantenimento deve ricevere le informazioni complete per il monitoraggio del paziente.

    Linfomi e altre neoplasie

    Come altri immunosoppressori, la ciclosporina aumenta il rischio di insorgenza di linfomi e altre neoplasie maligne, in particolare quelle della cute. L’aumento del rischio sembra essere correlato al grado e alla durata dell’immunosoppressione piuttosto che all’uso di agenti specifici.

    Per questo motivo un regime di trattamento comprendente diversi immunosoppressori (ciclosporina inclusa) deve essere usato con attenzione in quanto può portare a patologie linfoproliferative e neoplasie d’organo, alcune delle quali con esito mortale.

    A causa del potenziale rischio di neoplasie maligne cutanee, i pazienti in trattamento con Sandimmun, in particolare quelli in trattamento per psoriasi o dermatite atopica, devono essere avvertiti di evitare l’esposizione eccessiva al sole senza protezione e non devono essere esposti contemporaneamente a raggi ultravioletti B o a fotochemioterapia con PUVA.

    Infezioni

    Come altri immunosoppressori, la ciclosporina predispone i pazienti allo sviluppo di diverse infezioni batteriche, micotiche, parassitarie e virali, spesso con patogeni opportunisti. In pazienti trattati con ciclosporina è stata osservata l’attivazione di infezioni latenti da poliomavirus che possono condurre a nefropatia associata a poliomavirus (PVAN), soprattutto nefropatia da virus BK (BKVN) o a leucoencefalopatia progressiva multifocale (PML) associata a virus JC. Queste condizioni sono spesso correlate ad una elevata carica immunosoppressiva totale e devono essere prese in considerazione nella diagnosi differenziale di pazienti immunosoppressi con funzione renale in deterioramento o sintomi neurologici. Sono stati riportati esiti gravi e/o fatali. Devono essere impiegate strategie profilattiche e terapeutiche efficaci, in modo particolare in pazienti sottoposti a terapia immunosoppressiva multipla a lungo termine.

    Tossicità renale

    Una complicazione frequente e potenzialmente grave, un aumento della creatinina sierica e dell’urea, può insorgere durante la terapia con Sandimmun. Queste alterazioni funzionali sono dose–dipendenti e sono inizialmente reversibili, rispondendo di solito a una riduzione della dose. Durante il trattamento a lungo termine, alcuni pazienti possono sviluppare alterazioni strutturali del rene (es. fibrosi interstiziale), per le quali, nei pazienti sottoposti a trapianto di rene, deve essere formulata una diagnosi differenziale con il rigetto nel trapianto di rene. Pertanto è richiesto un controllo frequente della funzionalità renale secondo le linee guida locali per l’indicazione in questione (vedere paragrafi 4.2 e 4.8).

    Epatotossicità

    Sandimmun può determinare anche aumenti dose–dipendenti, reversibili della bilirubinemia e degli enzimi epatici (vedere paragrafo 4.8). Ci sono stati casi da studi clinici e segnalazioni spontanee di epatotossicità e danno epatico incluse colestasi, ittero, epatite ed infarto epatico in pazienti trattati con ciclosporina. La maggior parte delle segnalazioni includevano pazienti con co–morbidità significative, condizioni sottostanti ed altri fattori confondenti incluse complicanze infettive e terapie concomitanti con potenziale epatotossico. In alcuni casi, principalmente nei pazienti trapiantati, sono stati segnalati esiti fatali (vedere paragrafo 4.8). E’ necessario un controllo accurato dei parametri di valutazione della funzionalità epatica e i valori anormali possono richiedere la riduzione del dosaggio (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).

    Anziani (65 anni e oltre)

    Nei pazienti anziani la funzionalità renale deve essere monitorata con particolare attenzione.

    Monitoraggio dei livelli ematici di ciclosporina (vedere paragrafo 4.2)

    Quando Sandimmun è utilizzato nei pazienti trapiantati, il monitoraggio routinario dei livelli ematici di ciclosporina è una importante misura di sicurezza. Per il monitoraggio dei livelli ematici di ciclosporina su sangue intero è preferibile l’impiego di metodi basati su anticorpi monoclonali specifici (determinazione del farmaco immodificato); può essere anche usato un metodo HPLC,, in grado anch’esso di determinare il farmaco immodificato. Se viene utilizzato il plasma o il siero, deve essere seguito un protocollo standard di separazione (tempo e temperatura). Per il monitoraggio iniziale dei pazienti sottoposti a trapianto di fegato, per assicurare un dosaggio che fornisca una adeguata immunosoppressione, si deve usare l’anticorpo monoclonale specifico, o effettuare determinazioni contemporanee impiegando sia l’anticorpo monoclonale specifico che quello non specifico.

    Nei pazienti non trapiantati si raccomanda il monitoraggio occasionale dei livelli ematici di ciclosporina, ad es. quando Sandimmun è somministrato in associazione a sostanze che possono interferire con la farmacocinetica della ciclosporina o in caso di risposta clinica insolita (ad es. mancanza di efficacia o aumento dell’intolleranza al farmaco che si manifesta anche come disfunzione renale).

    E’ necessario tenere presente che la concentrazione di ciclosporina nel sangue, nel plasma o nel siero è soltanto uno dei molti fattori che contribuiscono allo stato clinico del paziente. I risultati devono quindi essere impiegati solo come guida alla determinazione del dosaggio, insieme agli altri parametri clinici e di laboratorio.

    Ipertensione

    Durante la terapia con Sandimmun è necessario controllare regolarmente la pressiore arteriosa. In caso si manifesti ipertensione, deve essere adottata un’adeguata terapia antiipertensiva. Si deve preferire un medicinale antipertensivo che non interferisca con la farmacocinetica della ciclosporina, es. isradipina(vedere paragrafo 4.5).

    Aumento dei lipidi ematici

    Poiché è stato riportato che Sandimmun induce un lieve aumento reversibile dei lipidi ematici, è consigliabile valutarne i livelli prima del trattamento e dopo il primo mese di terapia. In caso di aumento, si deve considerare l’assunzione di una dieta ipolipidica e, se necessario, la riduzione del dosaggio di ciclosporina.

    Iperkaliemia

    La ciclosporina aumenta il rischio di iperkaliemia, soprattutto in pazienti con disfunzione renale. Si raccomanda una particolare attenzione anche quando la ciclosporina viene somministrata contemporaneamente a medicinali risparmiatori di potassio (ad es. diuretici risparmiatori di potassio, inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE), antagonisti del recettore dell’angiotensina II) o medicinali contenenti potassio, nonché in caso di pazienti sottoposti a una dieta ricca di potassio. In questi casi si raccomanda un controllo dei livelli di potassio.

    Ipomagnesiemia

    La ciclosporina incrementa la clearance del magnesio. Ciò può determinare ipomagnesiemia sintomatica soprattutto nel periodo immediatamente successivo al trapianto. E’ pertanto raccomandato un controllo dei livelli di magnesio sierico nel periodo immediatamente successivo al trapianto, soprattutto in presenza di sintomi/segni neurologici. Se necessario, devono essere somministrati degli integratori di magnesio.

    Iperuricemia

    Attenzione deve essere posta nel trattamento di pazienti con iperuricemia.

    Vaccini vivi attenuati

    Durante il trattamento con ciclosporina, le vaccinazioni possono essere meno efficaci e l’impiego di vaccini vivi attenuati deve essere evitato (vedere paragrafo 4.5).

    Interazioni

    Si deve prestare cautela quando la ciclosporina è somministrata contemporaneamente a farmaci che aumentano o diminuiscono sostanzialmente le concentrazioni plasmatiche di ciclosporina mediante l’inibizione o l’induzione di CYP3A4 e/o glicoproteina–P (vedere paragrafo 4.5).

    Deve essere monitorata la tossicità renale quando si inizia l’uso di ciclosporina con principi attivi che aumentano i livelli di ciclosporina o con sostanze che manifestano sinergia nefrotossica (vedere paragrafo 4.5).

    Deve essere evitato l’uso concomitante di ciclosporina e tacrolimus (vedere paragrafo 4.5).

    La ciclosporina è un inibitore del CYP3A4, della pompa di efflusso multifarmaco glicoproteina–P, delle proteine di trasporto di anioni organici (OATP) e può aumentare i livelli plasmatici di medicinali somministrati contemporaneamente che sono substrati di questo enzima e/o trasportatore.

    Si deve prestare attenzione quando la ciclosporina è somministrata contemporaneamente a questi medicinali o l’uso concomitante deve essere evitato (vedere paragrafi 4.5). La ciclosporina aumenta l’esposizione agli inibitori della HMG–CoA reduttasi (statine). In caso di somministrazione concomitante con ciclosporina, il dosaggio delle statine deve essere ridotto e l’uso concomitante di alcune statine deve essere evitato secondo le raccomandazioni riportate nei rispettivi fogli illustrativi. La terapia con le statine necessita di essere temporaneamente sospesa o interrotta in pazienti con segni e sintomi di miopatia o in quelli con fattori di rischio predisponenti a un grave danno renale secondario a rabdomiolisi, insufficienza renale inclusa (vedere paragrafo 4.5).

    A seguito della somministrazione concomitante di ciclosporina e lercanidipina, si è osservato un aumento dell’AUC di lercanidipina di tre volte e dell’AUC di ciclosporina del 21%. Pertanto l’associazione simultanea di ciclosporina e lercanidipina deve essere evitata. La somministrazione di ciclosporina 3 ore dopo quella di lercanidipina non ha determinato alcuna modifica dell’AUC di lercanidipina ma l’AUC di ciclosporina è aumentata del 27%. Pertanto questa combinazione deve essere somministrata con cautela con un intervallo di almeno 3 ore.

    Eccipienti speciali: Etanolo

    Sandimmun contiene circa 12 vol % di etanolo. Una dose di 500 mg di Sandimmun contiene 500 mg di etanolo equivalenti a circa 15 ml di birra o 5 ml di vino. Può essere dannoso per pazienti alcolisti e deve essere tenuto in considerazione nelle donne in gravidanza o in allattamento, nei pazienti affetti da malattia epatica o epilessia o nel caso il paziente sia un bambino.

    Eccipienti speciali: Sorbitolo

    Se ha un’intolleranza al fruttosio, informi il medico prima di assumere questo medicinale in quanto contiene sorbitolo.

    Precauzioni addizionali in indicazioni diverse dal trapianto

    Pazienti con funzionalità renale compromessa (ad eccezione dei pazienti affetti da sindrome nefrosica con un grado di insufficienza renale accettabile), ipertensione non controllata, infezioni non controllate o qualsiasi tipo di neoplasia maligna non devono assumere ciclosporina.

    Prima di iniziare il trattamento deve essere valutata accuratamente la funzionalità renale al basale mediante almeno due determinazioni della eGFR. La funzionalità renale deve essere valutata frequentemente durante la terapia per permettere aggiustamenti di dosaggio (vedere paragrafo 4.2).

    Precauzioni addizionali per l’uveite endogena

    Sandimmun deve essere somministrato con cautela nei pazienti con sindrome di Behcet con coinvolgimento neurologico. Lo stato neurologico di questi pazienti deve essere attentamente monitorato.

    Vi è solo una limitata esperienza di impiego di Sandimmun in bambini con uveite endogena.

    Precauzioni addizionali per la sindrome nefrosica

    Pazienti con funzionalità renale anomala al basale devono essere trattati inizialmente con la dose di 2,5 mg/kg/die e devono essere controllati molto attentamente.

    In alcuni pazienti può essere difficile diagnosticare una disfunzione renale indotta da Sandimmun a causa delle alterazioni della funzionalità renale correlate alla sindrome nefrosica stessa. Ciò spiega perché, in rari casi, siano state osservate alterazioni strutturali renali associate a ciclosporina senza aumenti della creatinina sierica. Deve essere presa in considerazione l’esecuzione di una biopsia renale per pazienti con lievi lesioni nefropatiche steroido–dipendenti in cui è stato somministrato Sandimmun per più di 1 anno.

    In pazienti con sindrome nefrosica trattati con immunosoppressori (ciclosporina compresa) sono stati riportati occasionalmente casi di neoplasie maligne (compreso il linfoma di Hodgkin).

    Precauzioni addizionali per l’artrite reumatoide

    Dopo 6 mesi di terapia, la funzionalità renale deve essere valutata ogni 4–8 settimane in rapporto alla stabilità della malattia, ai farmaci somministrati contemporaneamente e alle malattie concomitanti.

    E’ necessario un monitoraggio più frequente nel caso si aumenti la dose di Sandimmun o si inizi un trattamento concomitante con un FANS o se ne incrementi il dosaggio. L’interruzione della terapia con Sandimmun può essere necessaria anche se, nel corso del trattamento, si sviluppa un’ipertensione non controllabile con un’appropriata terapia.

    Al pari di altri trattamenti a lungo termine con farmaci immunosoppressori, si deve tenere presente la possibilità di un aumento del rischio di insorgenza di malattie linfoproliferative. Si deve prestare particolare attenzione quando Sandimmun viene somministrato in associazione con metotrexato a causa di effetti nefrotossiciti sinergici.

    Precauzioni addizionali per la psoriasi

    Si raccomanda l’interruzione della terapia con Sandimmun se, nel corso del trattamento, si sviluppa un’ipertensione non controllabile con un’appropriata terapia.

    I pazienti anziani devono essere trattati solo in caso di psoriasi invalidante e la funzionalità renale deve essere accuratamente controllata.

    Vi è solo una limitata esperienza di impiego di Sandimmun in bambini con psoriasi.

    Nei pazienti con psoriasi trattati con ciclosporina, come in quelli trattati con terapie immunosoppressive convenzionali, è stata segnalata la comparsa di neoplasie maligne (soprattutto cutanee). Lesioni cutanee non tipiche della psoriasi, che potrebbero far pensare a lesioni neoplastiche o pre–neoplastiche maligne, devono essere sottoposte a biopsia prima di iniziare il trattamento con Sandimmun. I pazienti che presentano alterazioni cutanee neoplastiche o pre–neoplastiche maligne devono iniziare il trattamento con Sandimmun solo dopo un adeguato trattamento di tali lesioni e solo se non esistono alternative terapeutiche efficaci.

    In pochi pazienti psoriasici trattati con Sandimmun sono occorsi disturbi linfoproliferativi. Questi sono risultati sensibili a una pronta interruzione del trattamento.

    I pazienti trattati con Sandimmun non devono esporsi contemporaneamente a raggi ultravioletti B o fotochemioterapia con PUVA.

    Precauzioni addizionali per la dermatite atopica

    Si raccomanda l’interruzione della terapia con Sandimmun Neoral se, nel corso del trattamento, si sviluppa un’ipertensione non controllabile con un’appropriata terapia.

    L’esperienza con Sandimmun in bambini con dermatite atopica è limitata.

    I pazienti anziani devono essere trattati solo in caso di dermatite atopica invalidante e la funzionalità renale deve essere accuratamente controllata.

    Una linfoadenopatia benigna è di solito associata a una riacutizzazione della dermatite atopica e scomparire sempre spontaneamente o con il miglioramento generale della malattia.

    La linfoadenopatia osservata durante il trattamento con ciclosporina va controllata regolarmente.

    Nel caso la linfoadenopatia persista, malgrado il miglioramento della dermatite atopica, si deve effettuare una biopsia come misura precauzionale per accertare l’assenza di un linfoma.

    Si deve consentire la risoluzione di infezioni attive da herpes simplex prima di iniziare il trattamento con Sandimmun tuttavia, se occorrono durante la terapia, queste infezioni non sono necessariamente motivo di interruzione del trattamento, a meno che non siano gravi.

    Le infezioni cutanee da Staphylococcus aureus non sono una controindicazione assoluta alla terapia con Sandimmun, ma devono essere controllate con agenti antibatterici idonei. Deve essere evitata la somministrazione orale di eritromicina, che ha il potenziale di aumentare la concentrazione ematica di ciclosporina (vedere paragrafo 4.5). In assenza di una alternativa terapeutica, si raccomanda di controllare attentamente i livelli ematici di ciclosporina, la funzionalità renale, nonché eventuali effetti indesiderati di ciclosporina.

    I pazienti trattati con Sandimmun non devono esporsi contemporaneamente a raggi ultravioletti B o fotochemioterapia con PUVA.

    Uso pediatrico in indicazioni diverse dal trapianto

    Ad eccezione del trattamento della sindrome nefrosica, non è disponibile una adeguata esperienza con Sandimmun. L’uso nei bambini di età inferiore ai 16 anni per indicazioni diverse dal trapianto non è raccomandato ad eccezione della sindrome nefrosica.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva nel ratto e nel coniglio.

    L’esperienza con Sandimmun in donne in gravidanza è limitata. Le donne gravide sottoposte a trapianto in trattamento con terapie immunosoppressive, ciclosporina e regimi contenenti ciclosporina compresi, sono a rischio di parto prematuro (<37 settimane).

    E’ disponibile una casistica limitata di osservazione su bambini di età fino a 7 anni circa che sono stati esposti a ciclosporina nella fase di vita uterina. In questi bambini la funzione renale e la pressione sanguigna sono risultati nella norma. Non sono tuttavia stati condotti studi adeguati e controllati in donne in gravidanza e pertanto, Sandimmun non deve essere utilizzato in gravidanza a meno che il potenziale beneficio per la madre non giustifichi il potenziale rischio fetale. Anche il contenuto di etanolo delle formulazioni di Sandimmun deve essere tenuto in considerazione nelle donne in gravidanza (vedere paragrafo 4.4).

    Allattamento

    La ciclosporina passa nel latte materno. Anche il contenuto di etanolo delle formulazioni di Sandimmun deve essere tenuto in considerazione nelle donne che allattano (vedere paragrafo 4.4). Le madri in trattamento con Sandimmun non devono allattare al seno per la potenzialità di Sandimmun di causare gravi reazione avverse in neonati/bambini allattati al seno. Si deve decidere se astenersi dall’allattamento al seno o dall’uso del medicinale tenendo in considerazione l’importanza del medicinale per la madre.

    Fertilità

    Vi sono dati limitati in merito all’effetto di Sandimmun sulla fertilità umana (vedere paragrafo 5.3).

    Effetti Collaterali

    Riassunto del profilo di sicurezza

    Le principali reazioni avverse osservate in studi clinici e associate alla somministrazione di ciclosporina comprendono disfunzione renale, tremore, irsutismo, ipertensione, diarrea, anoressia, nausea e vomito.

    Molti effetti indesiderati associati alla terapia con ciclosporina sono dose–dipendenti e rispondono alla riduzione della dose. Nelle diverse indicazioni il profilo complessivo degli effetti collaterali è essenzialmente lo stesso; esistono tuttavia differenze di incidenza e gravità. A causa delle dosi iniziali più elevate e della maggiore durata della terapia di mantenimento necessaria dopo trapianto, gli effetti indesiderati sono più frequenti e comunemente più gravi in soggetti trapiantatio che in pazienti trattati per altre indicazioni.

    Reazioni anafilattoidi sono state osservate dopo somministrazione endovenosa (vedere paragrafo 4.4).

    Infezioni e infestazioni

    I pazienti in trattamento con terapie immunosoppressive, ciclosporina e regimi contenenti ciclosporina inclusi, sono ad aumentato rischio di infezioni (virali, batteriche, micotiche, parassitarie) (vedere paragrafo 4.4). Possono insorgere infezioni di tipo generalizzato e di tipo localizzato. Le infezioni preesistenti possono anche aggravarsi e la riattivazione delle infezioni da poliomavirus può condurre a nefropatia associata a poliomavirus (PVAN) o a leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML) associata a virus JC. Sono stati riportati esiti gravi e/o fatali.

    Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi)

    I pazienti in trattamento con terapie immunosoppressive, ciclosporina e regimi contenenti ciclosporina inclusi, sono ad aumentato rischio di sviluppare linfomi o disordini linfoproliferativi e altri tumori, in particolare della pelle. La frequenza di tumori aumenta con l’intensità e la durata della terapia (vedere paragrafo 4.4) Alcuni tumori possono avere un esito fatale.

    Tabella riassuntiva delle reazioni avverse al farmaco osservate in studi clinici

    Le reazioni avverse al farmaco osservate in studi clinici (Tabella 1) sono elencate sulla base della classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA. All’interno di ciascuna classificazione per sistemi e organi, le reazioni avverse al farmaco sono elencate sulla base della frequenza, riportando la più frequente per prima. All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse al farmaco sono riportate in ordine decrescente di gravità. Inoltre la corrispondente categoria di frequenza per ciascuna reazione avversa al farmaco si basa sulla seguente convenzione (CIOMS III): molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000) molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

    Tabella 1: Reazioni avverse al farmaco osservate in studi clinici

    Patologie del sistema emolinfopoietico

    Comune Leucopenia

    Non comune Trombocitopenia, anemia

    Raro Sindrome uremica emolitica, anemia emolitica microangiopatica

    Non nota* Microangiopatia trombotica, porpora trombotica trombocitopenica

    Disturbi del metabolismo e della nutrizione

    Molto comune Iperlipidemia

    Comune Iperglicemia, anoressia, iperuricemia, iperkaliemia, ipomagnesemia

    Patologie del sistema nervoso

    Molto comune Tremore, cefalea

    Comune Convulsioni, parestesia

    Non comune Encefalopatia inclusa Sindrome da Encefalopatia Posteriore Reversibile (PRES), segni e sintomi quali convulsioni, confusione, disorientamento, iporeattività agli stimoli, agitazione, insonnia, disturbi della visione, cecità corticale, coma, paresi e atassia cerebellare

    Raro Polineuropatia motoria

    Molto raro Edema del disco ottico, incluso papilloedema, con possibile disturbo visivo secondario ad ipertensione intracranica benigna

    Non nota* Emicrania

    Patologie vascolari

    Molto comune Ipertensione

    Comune Vampate

    Patologie gastrointestinali

    Comune Nausea, vomito, disagio/dolore addominale, diarrea, iperplasia gengivale, ulcera peptica

    Raro Pancreatite

    Patologie epatobiliari

    Comune Funzionalità epatica anormale (vedere paragrafo 4.4)

    Non nota* Epatotossicità e danno epatico incluse colestasi, ittero, epatite e infarto epatico con alcuni esiti fatali (vedere paragrafo 4.4)

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

    Molto comune Irsutismo

    Comune Acne, ipertricosi

    Non comune Eruzioni cutanee allergiche

    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

    Comune Mialgia, crampi muscolari

    Raro Debolezza muscolare, miopatia

    Patologie renali e urinarie

    Molto comune Disfunzione renale (vedere paragrafo 4.4)

    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

    Raro Disturbi mestruali, ginecomastia

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

    Comune Piressia, stanchezza

    Non comune Edema, aumento di peso

    * Reazioni avverse riportate sulla base dell’esperienza post–marketing per le quali la frequenza è non nota a causa della mancanza di un reale denominatore.

    Altre reazioni avverse sulla base dell’esperienza post–marketing

    Ci sono stati casi da studi clinici e segnalazioni spontanee di epatotossicità e danno epatico inclusi colestasi, ittero, epatite ed infarto epatico in pazienti trattati con ciclosporina. La maggior parte delle segnalazioni includevano pazienti con co–morbidità significative, condizioni sottostanti ed altri fattori confondenti comprese complicanze infettive e terapie concomitanti con potenziale epatotossico. In alcuni casi, principalmente nei pazienti trapiantati, sono stati segnalati esiti fatali (vedere paragrafo 4.8).

    Nefrotossicità acuta e cronica

    I pazienti in trattamento con terapie a base di inibitori della calcineurina (CNI), inclusi ciclosporina e regimi contenenti ciclosporina, sono ad aumentato rischio di nefrotossicità acuta o cronica. Ci sono state segnalazioni da studi clinici e dopo la commercializzazione associate all’uso di Sandimmun. Casi di nefrotossicità acuta hanno riportato disturbi dell’omeostasi ionica, come iperkaliemia, ipomagnesemia e iperuricemia. I casi che segnalano modifiche morfologiche croniche comprendono ialinosi arteriolare, atrofia tubolare e fibrosi interstiziale (vedere paragrafo 4.4).

    Popolazione pediatrica

    Studi clinici hanno incluso bambini da un 1 anno di età in poi che hanno ricevuto ciclosporina a dose standard con un profilo di sicurezza paragonabile a quello degli adulti.

    Eccipienti

    Sandimmun 25 mg capsule molli

    Contenuto della capsula

    Etanolo assoluto

    Olio di mais interesterificato

    Olio di mais raffinato

    Involucro della capsula

    Ossido di ferro rosso (E172)

    Titanio diossido (E 171)

    Glicerolo 85%

    Sciroppo di sorbitolo

    Gelatina

    Sandimmun 50 mg capsule molli

    Contenuto della capsula

    Etanolo assoluto

    Olio di mais interesterificato

    Olio di mais raffinato

    Involucro della capsula

    Ossido di ferro giallo (E172)

    Titanio diossido (E171)

    Glicerolo 85%

    Sciroppo di sorbitolo

    Gelatina

    Sandimmun 100 mg capsule molli

    Contenuto della capsula

    Etanolo assoluto

    Olio di mais interesterificato

    Olio di mais raffinato

    Involucro della capsula

    Ossido di ferro rosso (E172)

    Titanio diossido (E171)

    Glicerolo 85%

    Sciroppo di sorbitolo

    Gelatina

    Conservazione

    Le capsule devono essere lasciate nel blister fino all’assunzione e conservate a temperatura non superiore ai 30°C. All’apertura del blister si può rilevare un odore caratteristico. Ciò è normale e non pregiudica l’utilizzo del medicinale.