Pantoprazolo tecnig (Tecnigen srl)

Compresse gastroresistenti 14cpr 40mg

Principio attivo:Pantoprazolo sodico sesquidrato
Gruppo terapeutico:Antiulcera peptica e malattia da reflusso gastroesof. (gord)
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ulcera duodenale
  • esofagite da reflusso
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    Posologia

    Metodo di somministrazione

    Le compresse gastroresistenti devono essere assunte 1 ora prima del pasto. Le compresse devono essere ingerite intere, con sufficiente liquido (ad es. un bicchiere d’acqua) e non devono essere masticate o frantumate.

    Adulti ed adolescenti di 12 anni ed oltre

    Esofagite da reflusso da moderata a grave

    La dose raccomandata è di 40 mg di pantoprazolo al giorno (1 compressa di Pantoprazolo TecniGen 40 mg compresse gastroresistenti). Per il trattamento dell’esofagite da reflusso è di solito richiesto un periodo di 4 settimane. Se questo non è sufficiente, la guarigione viene di solito ottenuta con ulteriori 4 settimane di cura.

    Adulti

    Ulcera duodenale

    La dose raccomandata è di 40 mg di pantoprazolo al giorno (1 compressa di Pantoprazolo TecniGen 40 mg compresse gastroresistenti). In genere le ulcere duodenali guariscono entro due settimane. Se un periodo di trattamento di 2 settimane non è sufficiente, la guarigione sarà ottenuta, in quasi tutti i casi, con ulteriori due settimane di trattamento.

    Ulcera gastrica

    La dose raccomandata è di 40 mg di pantoprazolo al giorno (1 compressa di Pantoprazolo TecniGen 40 mg compresse gastroresistenti). Per il trattamento dell’ulcera gastrica è di solito richiesto un periodo di 4 settimane. Se questo non è sufficiente, la guarigione viene di solito ottenuta con ulteriori 4 settimane.

    Sindrome di Zollinger–Ellison ed altre condizioni ipersecretorie

    Nel trattamento della Sindrome di Zollinger–Ellison e di altre condizioni ipersecretorie, la dose iniziale è di 80 mg al giorno (2 compresse di Pantoprazolo TecniGen 40 mg compresse gastroresistenti). Successivamente la dose può essere aumentata o diminuita al bisogno, usando come guida le misurazioni della secrezione acida gastrica. Con dosi superiori a 80 mg/die la dose deve essere suddivisa in due somministrazioni al giorno. È possibile un aumento temporaneo della dose oltre 160 mg di pantoprazolo, ma non deve essere effettuato più a lungo di quanto richiesto per un adeguato controllo dell’acidità. La durata del trattamento della Sindrome di Zollinger–Ellison e di altre condizioni ipersecretorie patologiche non è limitata ma deve essere adattata alle necessità cliniche.

    Anziani

    Non si deve superare una dose giornaliera di 40 mg di pantoprazolo.

    Pazienti con compromissione renale

    La dose giornaliera di 40 mg di pantoprazolo non deve essere superata nei pazienti con funzione renale compromessa.

    Pazienti con compromissione epatica

    I pazienti con compromissione epatica grave devono essere trattati con 40 mg di pantoprazolo a giorni alterni (vedere paragrafi 4.3 e 4.4). In questi pazienti il livello degli enzimi epatici deve essere monitorato durante il trattamento. Se il livello degli enzimi epatici diventa elevato, il trattamento con pantoprazolo deve essere sospeso.

    Bambini di età inferiore a 12 anni

    L’uso di Pantoprazolo TecniGen 40 mg non è raccomandato nei bambini di età inferiore a 12 anni a causa dei dati limitati disponibili in questo gruppo di età.

    Controindicazioni
  • atazanavir
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    Interazioni
  • ketoconazolo
  • itraconazolo
  • ritonavir
  • omeprazolo
  • interazione
  • carbamazepina
  • diazepam
  • digossina
  • metoprololo
  • nifedipina
  • fenitoina
  • teofillina
  • contraccettivi orali
  • state osservate interazioni
  • fenprocumone
  • warfarin
  • stati segnalati
  • anticoagulanti
  • cumarinici
  • antibiotici
  • claritromicina
  • metronidazolo
  • amoxicillina
  • state evidenziate interazioni
  • antiacidi
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    Avvertenze

    Non sono disponibili dati per fare un aggiustamento della dose in pazienti con compromissione renale da moderata a grave. I pazienti con compromissione epatica grave devono essere trattati con 40 mg di pantoprazolo a giorni alterni. Nei pazienti con compromissione epatica grave, gli enzimi epatici devono essere monitorati regolarmente durante il trattamento con il pantoprazolo, particolarmente durante l’uso a lungo termine. In caso di aumento degli enzimi epatici, il trattamento deve essere sospeso (vedere paragrafi 4.2 e 4.3).

    Pantoprazolo 40 mg non è indicato per il trattamento di disturbi gastrointestinali lievi quali l’indigestione funzionale.

    In caso di terapia combinata, deve essere osservato quanto riportato nel "Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto" dei rispettivi farmaci.

    La diminuzione dell’acidità gastrica di qualsiasi origine, inclusi gli inibitori della pompa protonica, aumenta la conta gastrica dei batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale. Il trattamento con farmaci che riducono l’acidità può portare ad un lieve aumento del rischio di infezioni gastrointestinali, come quelle da Salmonella e Campylobacter.

    In pazienti con la sindrome di Zollinger–Ellison ed altre condizioni patologiche caratterizzate da ipersecrezione acida che richiedono un trattamento a lungo termine, il pantoprazolo, come tutti i farmaci inibenti la secrezione acida, può ridurre l’assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina) a causa di ipo– o acloridria. Ciò deve essere considerato nei pazienti con ridotto accumulo nell’organismo o con fattori di rischio per un ridotto assorbimento della vitamina B12 in terapia a lungo termine o se vengono osservati i relativi sintomi clinici.

    Prima del trattamento deve essere esclusa la presenza di tumori dell’esofago o dello stomaco, perché il trattamento con pantoprazolo può alleviare i sintomi maligne del tumore e può così ritardarne la diagnosi.

    I pazienti che non rispondono dopo 4 settimane devono essere sottoposti ad esami.

    Gli inibitori di pompa protonica, specialmente se utilizzati a dosaggi elevati e per periodi prolungati (> 1 anno), potrebbero causare un lieve aumento di rischio di fratture dell’anca, del polso e della colonna vertebrale, soprattutto in pazienti anziani o in presenza di altri fattori di rischi conosciuti. Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori di pompa protonica potrebbero aumentare il rischio complessivo di frattura dal 10% al 40%. Tale aumento potrebbe essere in parte dovuto ad altri fattori di rischio. I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere le cure in base alle attuali linee guida di pratica clinica e devono assumere un’adeguata quantità di vitamina D e calcio.

    Ipomagnesiemia

    È stato osservato che gli inibitori di pompa protonica (PPI) come pantoprazolo, in pazienti trattati per almeno tre mesi e in molti casi per un anno, possono causare grave ipomagnesiemia. Gravi sintomi di ipomagnesiemia includono stanchezza, tetania, delirio, convulsioni, vertigini e aritmia ventricolare. Essi, inizialmente, si possono manifestare in modo insidioso ed essere trascurati. L’ipomagnesiemia nella maggior parte dei pazienti, migliora dopo l’assunzione di magnesio e la sospensione dell’inibitore di pompa protonica.

    Gli operatori sanitari devono considerare l’eventuale misurazione dei livelli di magnesio prima di iniziare il trattamento con PPI e periodicamente durante il trattamento nei pazienti in terapia per un periodo prolungato o in terapia con digossina o medicinali che possono causare ipomagnesiemia (ad esempio diuretici).

    Lupus eritematoso cutaneo subacuto (LECS)

    Gli inibitori della pompa protonica sono associati a casi estremamente infrequenti di LECS. In presenza di lesioni, soprattutto sulle parti cutanee esposte ai raggi solari, e se accompagnate da artralgia, il paziente deve rivolgersi immediatamente al medico e l’operatore sanitario deve valutare l’opportunità di interrompere il trattamento con Pantoprazolo TecniGen. La comparsa di LECS in seguito a un trattamento con un inibitore della pompa protonica può accrescere il rischio di insorgenza di LECS con altri inibitori della pompa protonica.

    Questo medicinale contiene fenilalanina. Può essere pericoloso nei pazienti con fenilchetonuria.

    Gravidanza

    L’esperienza clinica in donne in gravidanza è limitata. Negli studi di riproduzione animale, si sono osservati segni di lieve fetotossicità a dosi maggiori di 5 mg/kg. Non sono disponibili dati sull’escrezione del pantoprazolo nel latte materno. Durante la gravidanza e l’allattamento, le compresse di pantoprazolo devono essere somministrate solo quando il beneficio per la madre sia considerato maggiore del rischio potenziale per il feto o il lattante.

    Effetti Collaterali

    Si può prevedere che circa il 5% dei pazienti presenti reazioni avverse al farmaco (ADR). Le reazioni avverse più frequentemente riportate sono diarrea e cefalea, entrambe presenti in circa l’1% dei pazienti.

    Con il pantoprazolo sono stati riportati i seguenti effetti indesiderati.

    Nella tabella seguente gli effetti indesiderati sono raggruppati con la seguente classificazione delle frequenze:

    Molto comuni (≥1/10), comuni (≥1/100 e <1/10), non comuni (≥1/1000 e <1/100), rari (≥1/10.000 e<1/1000), molto rari (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere stimata sulla base dei dati disponibili).

    Entro ciascun gruppo di frequenza, gli effetti indesiderati sono presentati in ordine decrescente di gravità.

    Tabella 1: effetti indesiderati con pantoprazolo in studi clinici e nell’esperienza post–marketing

    Frequenza Classificaz. Organo–sistemica Non comuni Rari Molto rari Frequenza non nota
    Patologie del sistema emolinfopoietico     Trombocitopenia; Leucopenia  
    Patologie del sistema nervoso Cefalea; Capogiri      
    Patologie dell’occhio   Disturbi della visione / visione annebbiata    
    Patologie gastrointestinali Diarrea, Nausea / vomito; Distensione addominale e meteorismo; Stipsi; Bocca secca; Dolore e disagio addominale      
    Patologie renali ed urinarie       Nefrite interstiziale
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Rash / esantema / eruzione; Prurito Orticaria; Angioedema   Sindrome di Stevens–Johnson; Sindrome di Lyell, Eritema multiforme; Fotosensibilità, Lupus eritematoso cutaneo subacuto (vedere il paragrafo 4.4).
    Patologie del sistema muscolo–scheletrico e del tessuto connettivo Frattura dell’anca, del polso o della colonna vertebrale (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e pracauzioni di impiego) Artralgia; Mialgia    
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione   Iperlipidemia ed aumento dei lipidi (trigliceridi, colesterolo); Alterazioni del peso   Iponatremia Ipomagnesiemia (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego)
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia, stanchezza e malessere Aumento della temperatura corporea; Edema periferico    
    Disturbi del sistema immunitario   Ipersensibilità (incl. reazioni anafilattiche e shock anafilattico)    
    Patologie epatobiliari Aumento degli enzimi epatici (transaminasi, γ–GT) Aumento della bilirubina   Lesioni epatocellulari, ittero, insufficienza epatocellulare
    Disturbi psichiatrici Disturbi del sonno Depressione (ed aggravamento) Disorientamento (ed aggravamento) Allucinazioni, Confusione (specialmente in pazienti predisposti ed aggravamento di questi sintomi in caso di pre–esistenza)

    Eccipienti

    Nucleo della compressa

    Mannitolo (E 421)

    Sodio carbonato anidro (E 500)

    Crospovidone

    Idrossipropilcellulosa

    Talco (E 553b)

    Calcio stearato.

    Rivestimento di barriera

    Zein F4000 (contiene fenilalanina)

    Acido metacrilico – etilacrilato copolimero (1: 1)

    Rivestimento enterico

    Acido metacrilico – etilacrilato copolimero (1: 1)

    Trietil citrato (E 1505)

    Titanio diossido (E 171)

    Talco (E 553b)

    Film di rivestimento

    Ipromellosa

    Titanio diossido (E 171)

    Macrogol 400

    Ferro ossido giallo (E 172)

    Inchiostro da stampa

    Shellac (E 904)

    Ferro ossido nero (E 172)

    Glicole propilenico (E 1520)

    Idrossido di ammonio (E 527)

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.