Pantoprazolo krka (Krka farmaceutici milano srl)

Compresse gastroresistenti 14cpr 40mg

Principio attivo:Pantoprazolo sodico sesquidrato
Gruppo terapeutico:Antiulcera peptica e malattia da reflusso gastroesof. (gord)
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ulcera gastrica e duodenale
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    Posologia

    Posologia

    Adulti e adolescenti di età pari o superiore a 12 anni

    Esofagite da reflusso

    Una compressa di Pantoprazolo Krka al giorno. In casi particolari, la dose può essere raddoppiata (aumento a 2 compresse di Pantoprazolo Krka al giorno), specialmente quando non si è ottenuta risposta ad altro trattamento. È generalmente richiesto un periodo di 4 settimane per il trattamento dell’esofagite da reflusso. Se tale periodo non è sufficiente, la guarigione si otterrà, normalmente, prolungando la terapia per ulteriori 4 settimane.

    Adulti

    Eradicazione di H. pylori in associazione a due antibiotici appropriati

    I pazienti positivi per H. pylori e affetti da ulcera gastrica o duodenale devono essere sottoposti all’eradicazione del batterio con una terapia in associazione. Occorre valutare le linee guida ufficiali locali (ad es., le raccomandazioni a livello nazionale) in materia di resistenza batterica e utilizzo e prescrizione corretti degli agenti antibatterici. Si raccomanda l’adozione di uno dei seguenti schemi di terapia associata per l’eradicazione di H. pylori, in funzione del tipo di resistenza:

    a) Pantoprazolo Krka una compressa due volte al giorno

    + amoxicillina 1000 mg due volte al giorno

    + claritromicina 500 mg due volte al giorno

    b) Pantoprazolo Krka una compressa due volte al giorno

    + metronidazolo 400 – 500 mg due volte al giorno (o tinidazolo 500 mg)

    + claritromicina 250 – 500 mg due volte al giorno

    c) Pantoprazolo Krka una compressa due volte al giorno

    + amoxicillina 1000 mg due volte al giorno

    + metronidazolo 400 – 500 mg due volte al giorno (o tinidazolo 500 mg)

    Nella terapia in associazione per l’eradicazione dell’infezione da H. pylori, la seconda compressa di Pantoprazolo Krka va assunta un’ora prima della cena. La terapia d’associazione viene implementata per 7 giorni in generale e può essere prolungata per ulteriori 7 giorni fino a una durata totale massima di due settimane. Qualora, per favorire la guarigione delle ulcere, sia indicato l’ulteriore trattamento con il pantoprazolo, vanno prese in considerazione le raccomandazioni posologiche per le ulcere duodenali e gastriche.

    Nei casi in cui non si scelga la terapia d’associazione, ad es. per pazienti negativi per H. pylori, vanno applicate le seguenti linee guida sulla monoterapia con Pantoprazolo Krka.

    Trattamento dell’ulcera gastrica

    Una compressa di Pantoprazolo Krka al giorno. In casi particolari, la dose può essere raddoppiata (aumento a 2 compresse di Pantoprazolo Krka al giorno), specialmente quando non si è ottenuta risposta ad altro trattamento. È generalmente richiesto un periodo di 4 settimane per il trattamento delle ulcere gastriche. Se tale periodo non è sufficiente, la guarigione si otterrà, normalmente, prolungando la terapia per ulteriori 4 settimane.

    Trattamento dell’ulcera duodenale

    Una compressa di Pantoprazolo Krka al giorno. In casi particolari, la dose può essere raddoppiata (aumento a 2 compresse di Pantoprazolo Krka al giorno), specialmente quando non si è ottenuta risposta ad altro trattamento. La guarigione dell’ulcera duodenale si ottiene generalmente entro 2 settimane. Se due settimane di trattamento non sono sufficienti, nella maggior parte dei casi la guarigione si ottiene entro altre due settimane.

    Sindrome di Zollinger–Ellison e altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione acida

    Per il trattamento a lungo termine della sindrome di Zollinger–Ellison e altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione acida, i pazienti devono iniziare il trattamento con la dose giornaliera di 80 mg (2 compresse di Pantoprazolo Krka 40 mg). In seguito, la dose può essere aumentata o ridotta sulla base delle misurazioni della secrezione acida individuale. In caso di dosi superiori a 80 mg al giorno, la dose deve essere divisa e somministrata due volte al giorno. È possibile incrementare temporaneamente la dose giornaliera al di sopra di 160 mg di pantoprazolo per periodi non superiori a quanto necessario per ottenere un controllo adeguato della secrezione acida.

    La durata della terapia nella sindrome di Zollinger–Ellison e in altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione acida non ha restrizioni e deve essere adattata secondo le necessità cliniche.

    Popolazioni speciali

    Pazienti anziani

    Non è necessario un adeguamento della dose in pazienti anziani.

    Pazienti con compromissione epatica

    In caso di funzione epatica gravemente compromessa, non deve essere superata la dose giornaliera di 20 mg di pantoprazolo (1 compressa di pantoprazolo 20 mg). Pantoprazolo Krka non può essere utilizzato nella terapia associata per l’eradicazione di H. pylori in pazienti con disfunzione epatica da moderata a grave in quanto non sono attualmente disponibili dati sull’efficacia e la sicurezza di Pantoprazolo Krka nel trattamento associato di questi pazienti (vedere paragrafo 4.4).

    Pazienti con compromissione renale

    Non è necessario alcun adeguamento della dose nei pazienti con funzione renale compromessa. Pantoprazolo Krka non può essere utilizzato nella terapia d’associazione per l’eradicazione di H. pylori in pazienti con insufficienza renale in quanto non sono attualmente disponibili dati sull’efficacia e la sicurezza di Pantoprazolo Krka nel trattamento associato di questi pazienti.

    Popolazione pediatrica

    Bambini con età inferiore ai 12 anni.

    Pantoprazolo Krka non è consigliato per l’uso in bambini con età inferiore ai 12 anni a causa dei dati limitati sulla sicurezza e efficacia in questo gruppo di età.

    Modo di somministrazione

    Le compresse non devono essere masticate o frantumate, ma devono essere deglutite intere con un po’ d’acqua un’ora prima di un pasto.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
  • benzimidazoli sostituiti
  • sorbitolo
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    Interazioni
  • altri medicinali
  • ketoconazolo
  • itraconazolo
  • cumarinici
  • fenprocumone
  • warfarin
  • state osservate interazioni
  • stati segnalati
  • anticoagulanti
  • metotressato
  • carbamazepina
  • diazepam
  • nifedipina
  • contraccettivo orale
  • etinilestradiolo
  • teofillina
  • metoprololo
  • digossina
  • antiacidi
  • stati anche condotti studi di interazione
  • antibiotici
  • claritromicina
  • metronidazolo
  • amoxicillina
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    Avvertenze

    Compromissione epatica

    Nei pazienti con funzione epatica gravemente compromessa, gli enzimi epatici devono essere monitorati periodicamente durante la terapia con il pantoprazolo, in particolare durante quella a lungo termine. In caso di aumento di questi enzimi, il trattamento deve essere sospeso (vedere paragrafo 4.2).

    Terapia d’associazione

    Nel caso della terapia d’associazione, attenersi alle indicazioni dei riassunti delle caratteristiche dei rispettivi prodotti medicinali.

    In presenza di sintomi allarmanti

    In presenza di qualsiasi sintomo allarmante (ad es., perdita di peso significativa non intenzionale, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi, anemia o melena) e in caso di ulcera gastrica sospetta o presente, escludere eventuali malignità, in quanto il trattamento con pantoprazolo può alleviare i sintomi e ritardare la diagnosi.

    Occorre valutare la necessità di ulteriori accertamenti se i sintomi persistono nonostante un trattamento adeguato.

    Co–somministrazione con atazanavir

    La co–somministrazione di atazanavir e inibitori della pompa protonica non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5). Se l’associazione di atazanavir con un inibitore della pompa protonica è giudicata inevitabile, si raccomanda l’attento monitoraggio clinico (ad es., carica virale) in associazione a un aumento della dose di atazanavir a 400 mg con 100 mg di ritonavir. Non deve essere superata la dose di 20 mg di pantoprazolo al giorno.

    Effetto sull’assorbimento della vitamina B12

    Nei pazienti con la sindrome di Zollinger–Ellison e altre condizioni patologiche caratterizzate da ipersecrezione acida che richiedono un trattamento a lungo termine, il pantoprazolo, come tutti i farmaci inibenti la secrezione acida, può ridurre l’assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina) causato da ipocloridria o acloridria. Questa eventualità deve essere considerata nella terapia a lungo termine in pazienti con depositi ridotti o fattori di rischio che riducono l`assorbimento della vitamina B12 o in presenza dei sintomi clinici corrispondenti.

    Trattamento a lungo termine

    Nel trattamento a lungo termine, soprattutto se si supera un periodo di trattamento di 1 anno, i pazienti devono essere tenuti sotto regolare sorveglianza.

    Infezioni gastrointestinali causate dai batteri

    Il pantoprazolo, come tutti gli inibitori della pompa protonica (PPI), può far aumentare il numero di batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale superiore. Il trattamento con Pantoprazolo Krka può comportare un rischio leggermente aumentato di infezioni gastrointestinali causate da batteri quali Salmonella e Campylobacter and C. Difficile.

    Ipomagnesiemia

    E’ stato osservato che gli inibitori di pompa protonica come pantoprazolo, in pazienti trattati per almeno tre mesi e in molti casi per un anno, possono causare grave ipomagnesiemia. Gravi sintomi di ipomagnesiemia includono stanchezza, tetania, delirio, convulsioni, vertigini e aritmia ventricolare. Essi, inizialmente, si possono manifestare in modo insidioso ed essere trascurati. L’ipomagnesiemia, nella maggior parte dei pazienti, migliora dopo l’assunzione di magnesio e la sospensione dell’inibitore di pompa protonica. Gli operatori sanitari devono considerare l’eventuale misurazione dei livelli di magnesio all’inizio e periodicamente nei pazienti in trattamento con PPI per un periodo prolungato o in terapia con digossina o medicinali che possono causare ipomagnesiemia (ad esempio diuretici).

    Fratture dell’osso

    Gli inibitori di pompa protonica, specialmente se utilizzati a dosaggi elevati e per periodi prolungati (> 1 anno), potrebbero causare un lieve aumento di rischio di fratture dell’anca, del polso e della colonna vertebrale, soprattutto in pazienti anziani o in presenza di altri fattori di rischio conosciuti. Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori di pompa protonica potrebbero aumentare il rischio complessivo di frattura dal 10% al 40%. Tale aumento potrebbe essere in parte dovuto ad altri fattori di rischio. I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere le cure in base alle attuali linee guida di pratica clinica e devono assumere un’adeguata quantità di vitamina D e calcio.

    Sorbitolo

    Pantoprazolo Krka contiene sorbitolo. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio non possono assumere questo farmaco.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Non vi sono dati sufficienti sull’uso di pantoprazolo nelle donne in gravidanza. Studi condotti su animali hanno evidenziato tossicità riproduttiva (vedere il paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. Pantoprazolo Krka non deve essere utilizzato durante la gravidanza se non ritenuto strettamente necessario.

    Allattamento al seno

    Studi condotti su animali hanno dimostrato l’escrezione di pantoprazolo nel latte materno. È stata segnalata escrezione nel latte materno. Pertanto, la decisione in merito al proseguimento/alla sospensione dell’allattamento al seno o al proseguimento/alla sospensione della terapia con Pantoprazolo Krka deve prendere in considerazione il beneficio dell’allattamento al seno del neonato e il beneficio della terapia con Pantoprazolo Krka per la donna.

    Effetti Collaterali

    Si possono prevedere reazioni avverse al farmaco nel 5% circa dei pazienti. Le reazioni avverse segnalate più comunemente sono diarrea e cefalea, entrambe nell’1% circa dei pazienti.

    La tabella seguente elenca le reazioni avverse segnalate con il pantoprazolo, ordinate in base alla seguente classificazione di frequenza.

    Molto comuni (≥1/10);

    Comuni (da ≥1/100 a <1/10);

    Non comuni (da ≥1/1000 a <1/100);

    Rari (da ≥1/10.000 a <1/1000);

    Molto rari (<1/10.000),;

    Frequenza non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

    Per tutte le reazioni avverse segnalate sulla base dell’esperienza post–marketing, non è possibile applicare alcuna frequenza e pertanto sono menzionate con una frequenza "non nota".

    All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di gravità.

    Lista tabulata delle razioni avverse.

    Tabella 1. Reazioni avverse al pantoprazolo negli studi clinici e nell’esperienza post–marketing

    Frequenza Classificazione per sistemi e organi Non comuni Rari Molto rari Frequenza non nota
    Patologie del sistema emolinfopoietico   Agranulocitosi Trombocitopenia, leucopenia, Pancitopenia  
    Patologie del sistema immunitario   Ipersensibilità (incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico)    
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione   Iperlipidemie e aumento dei lipidi (trigliceridi, colesterolo); variazioni ponderali   Iponatriemia Ipomagnesiemia (vedere paragrafo 4.4) Ipocalcemia in associazione con ipomagnesiemia; ipokaliemia
    Disturbi psichiatrici Disturbi del sonno Depressione (e ogni peggioramento) Disorientamento (e ogni peggioramento) Allucinazioni; confusione (specialmente in pazienti predisposti, così come l’aggravamento di questi sintomi in caso di preesistenza)
    Patologie del sistema nervoso Cefalea; capogiri Alterazioni del gusto   Parestesia
    Patologie dell’occhio   Disturbi della visione/offuscamento della vista    
    Patologie gastrointestinali Diarrea; nausea/vomito; distensione addominale e flatulenza; stipsi; secchezza delle fauci; dolore e disagio addominali      
    Patologie epatobiliari Aumento degli enzimi epatici (transaminasi, γ–GT) Aumento della bilirubina   Lesione epatocellulare; itterizia; insufficienza epatocellulare
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo irritazione cutanea/esantema/eruzione; prurito Orticaria; angioedema   Sindrome di Stevens–Johnson; sindrome di Lyell; eritema multiforme; fotosensibilità
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Frattura dell’anca, del polso o della colonna vertebrale (vedere paragrafo 4.4) Artralgia; mialgia   Spasmo muscolare come conseguenza di disturbi elettrolitici.
    Patologie renali e urinarie       Nefrite interstiziale (con possibile progressione a insufficienza renale)
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella   Ginecomastia    
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia, spossatezza e malessere Aumento della temperatura corporea; edema periferico    

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il Sito web: http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili

    Eccipienti

    Nucleo della compressa

    Mannitolo

    Crospovidone (tipo B)

    Sodio carbonato anidro

    Sorbitolo (E420)

    Calcio stearato

    Film di rivestimento

    Ipromellosa

    Povidone (K25)

    Titanio diossido (E171)

    Ferro Ossido giallo (E172)

    Glicole propilenico

    Copolimero di acido metacrilico ed etile acrilato

    Sodio lauril solfato

    Polisorbato 80

    Macrogol 6000

    Talco

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione relativamente alla temperatura.

    Blister: conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.

    Flacone: tenere il flacone ben chiuso per proteggere il medicinale dall’umidità.