Principio attivo:Morfina solfato
Gruppo terapeutico:Oppioidi
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rnr - non ripetibile (ex s/f)
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioPresente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • dolori
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    Posologia

    Adulti: la dose iniziale è di 10-20 mg (1-2 contenitori monodose da 10 mg). La dose può essere aumentata su consiglio medico in base all'intensità del dolore ed ai precedenti trattamenti con analgesici del paziente, usando Oramorph 30 mg/5 ml soluzione orale, contenitore monodose 5 ml o Oramorph 100 mg/5 ml soluzione orale contenitore monodose 5 ml.

    Bambini tra i 6 e i 12 anni: la dose massima è di 5-10 mg (1/2-1 contenitore monodose da 10  mg) ogni 4 ore.

    La soluzione può essere diluita in acqua o altre bevande analcoliche immediatamente prima della somministrazione.

    In pazienti anziani e debilitati può essere appropriata una riduzione della dose.

    La durata del trattamento è necessariamente variabile in rapporto all’intensità della sintomatologia dolorosa ed al tipo di patologia.

    Quando i pazienti passano da una diversa preparazione a base di morfina ad Oramorph, è opportuna una ridefinizione del dosaggio.

    La morfina solfato somministrata per via orale è rapidamente assorbita dal tratto gastrointestinale, tuttavia, quando Oramorph viene sostituito alla morfina iniettabile, è solitamente necessario un aumento dal 50% al 100% del dosaggio per raggiungere il medesimo livello analgesico.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
  • altre
  • sostanze strettamente correlate da un punto di vista chimico
  • prurito
  • broncospasmo
  • ileo paralitico
  • bambini
  • depressione respiratoria
  • insufficienza respiratoria
  • insufficienza epatocellulare grave
  • asma bronchiale
  • traumatismi cranici
  • ipertensione endocranica
  • stati convulsivi
  • epilessia
  • alcolismo
  • depressione del sistema nervoso centrale
  • dopo
  • gravidanza
  • allattamento
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    Interazioni
  • morfina
  • antidepressivi triciclici
  • neurolettici
  • fenotiazine
  • barbiturici
  • benzodiazepine
  • ansiolitici
  • ipnotici
  • sedativi
  • amitriptilina
  • antistaminici
  • antipertensivi
  • alcool
  • cimetidina
  • agenti di blocco neuromuscolare
  • miorilassanti
  • dicumarolo
  • anticoagulanti orali
  • diuretici
  • sedativo
  • bevande alcoliche
  • rifampicina
  • analgesici
  • codeina
  • tramadolo
  • morfino
  • diuretica
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    Avvertenze

    Avvertenze speciali

    Oramorph per il suo effetto analgesico e per la sua azione sul livello di coscienza, sul diametro pupillare e sulla dinamica respiratoria, può rendere difficile la valutazione clinica del paziente ed ostacolare la diagnosi di quadri addominali acuti.

    La somministrazione di morfina, specie se prolungata, può determinare la comparsa di tolleranza e di dipendenza.

    La tolleranza è la condizione per cui per raggiungere il medesimo livello di analgesia il paziente necessita di dosi maggiori di morfina e ad intervalli di somministrazione più frequenti. La tolleranza alla maggior parte degli effetti della morfina si sviluppa normalmente in 2-3 settimane di terapia alle dosi medie, più velocemente se vengono impiegate dosi maggiori. Dopo la sospensione del trattamento il fenomeno si attenua e scompare entro 2 settimane.

    La dipendenza da morfina può essere sia fisica che psicologica ed è una condizione che si instaura con la somministrazione ripetuta del farmaco. È caratterizzata da un bisogno invincibile di continuare ad assumere il farmaco o altra sostanza con proprietà simili e si può sviluppare dopo un trattamento di 1 o 2 settimane alle dosi terapeutiche.

    Una brusca interruzione dell'assunzione di morfina da parte di un paziente che ha sviluppato dipendenza fisica comporta una sindrome da astinenza, la cui gravità dipende dal soggetto, dalla dose assunta, dalla frequenza di somministrazione e dalla durata del trattamento. I sintomi da astinenza si manifestano di solito entro poche ore, raggiungendo l'intensità massima entro 36-72 ore, poi diminuiscono gradualmente. I sintomi includono: sbadigli, midriasi, lacrimazione, rinorrea, starnuti, orripilazione, tremore muscolare, cefalea, debolezza, sudorazione, ansia, irritabilità, alterazioni del sonno o insonnia, irrequietezza, agitazione, anoressia, nausea, vomito, perdita di peso, diarrea, disidratazione, dolori ossei, crampi addominali e muscolari, tachicardia, tachipnea, ipertensione, aumento della temperatura corporea e disturbi vasomotori.

    In assenza di trattamento i sintomi da astinenza più evidenti scompaiono in 5-14 giorni. Per tale motivo Oramorph non deve essere utilizzato negli stati dolorosi sensibili ad analgesici meno potenti o nei pazienti che non siano sotto stretta sorveglianza medica.

    Precauzioni d’impiego

    La morfina deve essere somministrata con cautela nei soggetti anziani e molto anziani o debilitati (vedere paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione) ed in pazienti affetti da:

    affezioni organico-cerebrali

    insufficienza respiratoria e affezioni polmonari croniche (particolarmente se accompagnate da ipersecrezione bronchiale) e comunque in tutte le condizioni ostruttive delle vie respiratorie e in caso di ridotta riserva ventilatoria (come, ad esempio, in caso di cifoscoliosi ed obesità)

    coliche renali e biliari

    ipertrofia prostatica

    mixedema e ipertiroidismo

    epatite acuta ed epatopatie acute

    affezioni renali (vedere paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione) ed epatiche croniche

    insufficienza adrenocorticale

    shock e stati ipotensivi gravi

    rallentamento del transito gastrointestinale e affezioni intestinali di tipo infiammatorio o ostruttivo

    assuefazione agli oppioidi

    affezioni cardiovascolari ed aritmie cardiache

    ed inoltre:

    in seguito a chirurgia dei dotti urinari

    Gravidanza

    La sicurezza dell'impiego di Oramorph durante la gravidanza non è accertata. L’uso del prodotto, come di tutti gli analgesici stupefacenti è sconsigliabile in gravidanza, in quanto può provocare depressione respiratoria e sindrome da astinenza nel neonato. In ogni caso la somministrazione deve essere evitata nei parti prematuri o durante la seconda fase del travaglio, quando la dilatazione del collo uterino raggiunge i 4-5 centimetri.

    I sali di morfina sono escreti nel latte materno. Pertanto, nelle donne che allattano occorre un’attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio e decidere sull’opportunità di somministrare il farmaco rinunciando a nutrire al seno il lattante o, viceversa, proseguire l’allattamento evitando la somministrazione del medicinale.

    Effetti Collaterali

    Gli effetti indesiderati più frequenti all’inizio del trattamento sono: sonnolenza, confusione, nausea e vomito.  Sono solitamente transitori, per cui una loro persistenza deve far sospettare una causa associata oppure un sovradosaggio. La costipazione invece non diminuisce con il procedere del trattamento. Tutti questi effetti indesiderati sono prevedibili e necessitano un adeguato trattamento.

    Il prodotto anche a dosi terapeutiche determina depressione respiratoria ed in minor misura depressione circolatoria. La depressione respiratoria è, in genere, di grado lieve o moderato e senza conseguenze di rilievo nei soggetti con integrità della funzione respiratoria: tuttavia, può indurre gravi conseguenze nei pazienti con affezioni bronco-polmonari come la formazione di aree di atelectasia.

    Comunque, a seguito di somministrazione orale o parenterale di analgesico-narcotici, è stata segnalata la comparsa di grave depressione respiratoria e circolatoria fino all’arresto respiratorio ed al collasso.

    In caso di sospensione improvvisa della terapia, può comparire una sindrome di astinenza (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego).

    Gli effetti indesiderati segnalati sono i seguenti:

    Alterazioni cardiache e del sistema vascolare Bradicardia, lipotimia, sincope, depressione circolatoria (seppure in minor misura a quella respiratoria) ed ipotensione, più marcata in caso di ipovolemia
    Alterazioni del sistema nervoso Depressione respiratoria, depressione circolatoria, arresto respiratorio, collasso, miosi, disturbi visivi, cefalea, vertigini, aumento della pressione endocranica che può aggravare preesistenti patologie dell’encefalo, eccitazione, insonnia, irritabilità, agitazione, euforia e disforia, sedazione,  astenia  e mioclonio (soprattutto negli anziani e nei soggetti con insufficienza renale, in caso di sovradosaggio o di aumento troppo rapido della dose)
    Alterazioni gastrointestinali Nausea, vomito, stipsi
    Alterazioni renali e delle vie urinarie Oliguria e ritenzione urinaria, più grave in caso di concomitante patologia stenosante uretroprostatica
    Alterazioni a carico della cute e del tessuto sottocutaneo Rossore del volto, del collo e delle regioni superiori del torace, prurito, orticaria e altre eruzioni cutanee, sudorazione
    Alterazioni del sistema endocrino Aumento dell’increzione della vasopressina e riduzione dell’ormone adrenocorticotropo, dell’ormone tireotropo, del 17-idrossi e 17-chetocorticosteroide
    Alterazioni epatobiliari Spasmi delle vie biliari, con aumento transitorio dell’amilasi e della lipasi nel plasma
    Disturbi psichiatrici depressione del tono dell’umore, ottundimento mentale e stati di indifferenza, e, soprattutto nei soggetti anziani, incubi ed allucinazioni

    Eccipienti

    Disodio edetato

    Acido citrico

    Acqua depurata

    Conservazione

    Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.