I pazienti con infezioni del tratto respiratorio/ della pelle e dei tessuti molli:
Adulti
La dose abituale è 250 mg due volte al giorno sebbene questa possa essere aumentata a 500 mg due volte al giorno nelle infezioni gravi. La durata abituale della terapia è di 6–14 giorni.
Bambini oltre i 12 anni
Come per gli adulti
Bambini sotto i 12 anni :
L’uso di Claritromicina Ranbaxy Italia compresse non è raccomandato per i bambini al di sotto dei 12 anni.
Sono stati condotti studi clinici con la claritromicina sospensione per uso pediatrico nei bambini da 6 mesi a 12 anni. Pertanto, i bambini al di sotto di 12 anni devono usare claritromicina sospensione per uso pediatrico (granuli per sospensione orale).
Eradicazione dell’H. pylori nei pazienti con ulcera duodenale (Adulti)
La durata abituale della terapia è da 6 a 14 giorni.
Triplice terapia
Claritromicina (500 mg) due volte al giorno e lansoprazolo 30 mg due volte al giorno devono essere somministrati con amoxicillina 1000 mg due volte al giorno.
Triplice terapia
Claritromicina (500 mg) due volte al giorno e lansoprazolo 30 mg due volte al giorno devono essere somministrati con metronidazolo 400 mg due volte al giorno.
Triplice terapia
Claritromicina (500 mg) due volte al giorno e omeprazolo 40 mg due volte al giorno devono essere somministrati con amoxicillina 1000 mg due volte al giorno o metronidazolo 400 mg due volte al giorno.
Triplice terapia
Claritromicina (500 mg) due volte al giorno deve essere somministrata con amoxicillina 1000 mg due volte al giorno e omeprazolo 20 mg al giorno.
Duplice terapia
La dose abituale di Claritromicina è 500 mg tre volte al giorno. Claritromicina deve essere somministrata con omeprazolo 40 mg per via orale una volta al giorno. Lo studio principale è stato condotto con omeprazolo 40 mg una volta al giorno per 28 giorni.
Studi di supporto sono stati condotti con omeprazolo 40 mg una volta al giorno per 14 giorni.
Anziani
Come per gli adulti.
Danno renale
Nei pazienti con danno renale, con clearance della creatinina < 30 ml/min, la dose di claritromicina deve essere dimezzata, ad esempio 250 mg una volta al giorno o 250 mg due volte al giorno nelle infezioni più gravi. Il trattamento non deve proseguire oltre 14 giorni in questi pazienti.
Modo di somministrazione
La claritromicina può essere somministrata indipendentemente dai pasti, poiché il cibo non influenza il grado di biodisponibilità (vedere paragrafo 5.2).
Il medico non deve prescrivere la claritromicina a donne in gravidanza senza valutare attentamente il rapporto rischio/beneficio, soprattutto durante i primi tre mesi di gravidanza (vedere paragrafo 4.6).
Si consiglia cautela in pazienti con insufficienza renale grave (vedere paragrafo 4.2).
La claritromicina viene escreta principalmente attraverso il fegato. Pertanto, deve essere prestata cautela nella somministrazione dell’antibiotico in pazienti con compromissione della funzionalità epatica. Si deve anche usare cautela quando claritromicina viene somministrata a pazienti con danno renale da moderata a grave.
Sono stati segnalati casi di insufficienza epatica ad esito fatale (vedere paragrafo 4.8). Alcuni pazienti possono aver avuto una patologia epatica pre–esistente o possono aver assunto altri medicinali epatotossici. I pazienti devono essere avvisati di interrompere il trattamento e di contattare il medico in caso di sviluppo di segni e sintomi di patologie epatiche come anoressia, ittero, urine scure, prurito o dolore addominale.
È stata segnalata colite pseudomembranosa con quasi tutti gli agenti antibatterici, incluso i macrolidi, che può variare in gravità da lieve a pericoloso per la vita. Con l’uso di quasi tutti gli agenti antibatterici, tra cui la claritromicina, sono stati segnalati casi di diarrea associata a Clostridium Difficile (CDAD), la cui gravità può variare da diarrea lieve a colite fatale. Il trattamento con gli agenti antibatterici altera la normale flora del colon e può portare a una crescita eccessiva di C. difficile. Il CDAD deve essere tenuto in considerazione in tutti i pazienti che presentano diarrea a seguito dell’uso di antibiotici. È inoltre necessaria un’attenta anamnesi poiché CDAD è stata segnalata oltre due mesi dopo la somministrazione di agenti antibatterici. Pertanto deve essere considerata la sospensione della terapia con claritromicina a prescindere dalle indicazioni. Devono essere eseguite analisi microbiologiche e si deve iniziare un trattamento adeguato. Deve essere evitato l’uso di farmaci che inibiscono la peristalsi.
Dopo la commercializzazione sono stati segnalati casi di tossicità da colchicina con l’uso concomitante di claritromicina e cochicina, specialmente in pazienti anziani, alcuni dei quali si sono verificati in pazienti con insufficienza renale. Sono stati segnalati decessi in alcuni di questi pazienti (vedere paragrafo 4.5). È controindicata la somministrazione concomitante di claritromicina e colchicina (vedere paragrafo 4.3).
Si raccomanda cautela nella somministrazione concomitante di claritromicina e triazolo–benzodiazepine, come triazolam e midazolam (vedere paragrafo 4.5).
Si raccomanda cautela quando la claritromicina viene somministrata in concomitanza con altri farmaci ototossici, soprattutto con gli aminoglicosidi. La funzione vestibolare ed uditiva devono essere controllate durante e dopo il trattamento.
A causa del rischio del prolungamento dell’intervallo QT, la claritromicina deve essere usata con cautela nei pazienti con patologie delle arterie coronariche, grave insufficienza cardiaca, ipomagnesiemia, bradicardia (< 50 battiti/min) o quando somministrata con altri medicinali con effetto di prolungamento dell’intervallo QT (vedere paragrafo 4.5). La claritromicina non deve essere usata in pazienti con prolungamento QT congenito o acquisito e documentato o con anamnesi di aritmia ventricolare (vedere paragrafo 4.3).
Polmonite: in considerazione della resistenza emergente dello Streptococcus pneumoniae ai macrolidi, è importante che il test di sensibilità venga effettuato quando si prescrive la claritromicina per la polmonite contratta in comunità. Per quanto riguarda la polmonite contratta in ospedale, la claritromicina deve essere usata in associazione con altri antibiotici appropriati.
Infezioni della pelle e dei tessuti molli di gravità da lieve a moderata: queste infezioni sono più spesso causate da Staphylococcus aureus e Streptococcus piogene, entrambi possono essere resistenti ai macrolidi. Pertanto, è importante eseguire il test di sensibilità. Nei casi in cui gli antibiotici beta–lattamici non possono essere usati (ad esempio in caso di allergia), altri antibiotici, come la clindamicina, possono essere considerati farmaci di prima scelta. Attualmente, si ritiene che i macrolidi abbiano un ruolo importante in alcune infezioni della pelle e dei tessuti molli come per esempio quelle causate da Corynebacterium minutissimum (eritrasma), acne volgare e erisipela e nei casi in cui il trattamento con penicillina non può essere usato.
In caso di gravi reazioni di ipersensibilità acuta, come anafilassi, sindrome di Stevens–Johnson e necrolisi epidermica tossica, la terapia con claritromicina deve essere immediatamente interrotta e deve essere urgentemente avviato un trattamento appropriato.
La claritromicina deve essere usata con cautela quando somministrata con induttori del citocromo CYP3A4 (vedere paragrafo 4.5).
Inibitori della HMG–CoA reduttasi (statine): è controindicato l’uso concomitante di claritromicina con lovastatina o simvastatina (vedere paragrafo 4.3). Deve essere usata cautela quando si prescrive la claritromicina con altre statine. È stata segnalata rabdomiolisi nei pazienti che assumono claritromicina e statine. I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi di miopatia. Nei casi in cui l’uso concomitante di claritromicina e statine non può essere evitato, si raccomanda di prescrivere la dose più bassa possibile della statina. Può essere preso in considerazione l’impiego di una statina che non dipende dal metabolismo del CYP–3A (ad esempio fluvastatina) (vedere paragrafo 4.5).
Agenti ipoglicemizzanti orali/insulina: l’uso concomitante di claritromicina e agenti ipoglicemizzanti orali (come le sulfoniluree) e/o insulina può causare ipoglicemia significativa. Si raccomanda un attento monitoraggio del glucosio (vedere paragrafo 4.5).
Anticoagulanti orali: vi è un rischio di emorragia grave, un aumento significativo del Rapporto Internazionale Normalizzato (INR) e del tempo di protrombina quando claritromicina viene somministrata contemporaneamente con warfarin (vedere paragrafo 4.5). L’INR e il tempo di protrombina devono essere frequentemente monitorati quando i pazienti assumono contemporaneamente claritromicina e anticoagulanti orali.
L’uso della terapia antibiotica, come l’uso di claritromicina per il trattamento dell’infezione da H.pylori, può far insorgere organismi resistenti ai farmaci.
L’uso prolungato può dare luogo, come con altri antibiotici, a colonizzazione con un aumentato numero di batteri resistenti e di funghi. Se si verifica una ssovrainfezione, deve essere iniziata una terapia adeguata.
Si deve anche prestare attenzione alla possibilità di resistenza crociata tra claritromicina e altri macrolidi, come lincomicina e clindamicina.
Gravidanza
La sicurezza dell’uso di claritromicina durante la gravidanza non è stata stabilita. Sulla base dei risultati ottenuti da studi condotti su topi, ratti, conigli e scimmie la possibilità di effetti avversi sullo sviluppo embrio–fetale non può essere esclusa. Pertanto, l’uso in gravidanza non è raccomandato a meno che i benefici non siano superiori ai rischi.
Allattamento al seno
La sicurezza dell’uso di claritromicina durante l’allattamento al seno dei neonati non è stata stabilita.
La claritromicina è escreta nel latte umano.
a)Sintesi del profilo di sicurezza
Gli effetti indesiderati più frequenti e comuni correlati alla terapia con claritromicina sia per gli adulti che per la popolazione pediatrica sono: dolore addominale, diarrea, nausea, vomito e alterazione del gusto. Questi effetti indesiderati sono di solito di lieve intensità e sono coerenti con il noto profilo di sicurezza degli antibiotici macrolidi (vedere b) Tabella del riassunto delle reazioni avverse – paragrafo 4.8).
Non vi è stata alcuna differenza significativa nell’incidenza di questi effetti indesiderati gastrointestinali durante gli studi clinici tra la popolazione di pazienti con o senza pre–esistenti infezioni da micobatteri.
b) Tabella del riassunto degli effetti indesiderati
La seguente tabella riporta gli effetti indesiderati segnalati nel corso di studi clinici e dell’esperienza post–marketing a seguito della somministrazione di claritromicina compresse a rilascio immediato, in granuli per sospensione orale, polvere per soluzione iniettabile, compresse a rilascio prolungato e compresse a rilascio modificato.
Le reazioni considerate come almeno possibilmente correlate alla claritromicina sono riportate per classificazione sistemica organica e frequenza utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1000, <1/100) e non nota (effetti indesiderati derivati dall’esperienza post–marketing, la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità quando la gravità può essere valutata.
Classificazione per sistemi e organi | Molto comune (≥1/10) | Comune (da ≥ 1/100 a < 1/10) | Non comune (da ≥1/1000 a < 1/100) | Non nota* (non può essere definita sulla base dei dati disponibili) |
Infezioni e Infestazioni | Cellulite¹, candidiasi, gastroenterite², infezioni³, infezioni vaginali | Colite pseudomembranosa, erisipela | ||
Patologie del sistema emolinfopoietico | Leucopenia, neutropenia4, trombocitemia³, eosinofilia4 | Agranulocitosi, trombocitopenia | ||
Disturbi del sistema immunitario5 | Reazione anafilattoide¹, Ipersensitività | Reazione anafilattica, angioedema | ||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Anoressia, diminuzione dell’appetito | |||
Disturbi psichiatrici | Insonnia | Ansia, nervosismo³, strillare³ | Disturbo psicotico, stato confusionale, depersonalizzazione, depressione, disorientamento, allucinazione, sogni anomali | |
Patologie del sistema nervoso | Disgeusia, cefalea, perversione del gusto | Perdita di coscienza¹, discinesia¹, capogiri, sonnolenza6, tremore | Convulsioni, ageusia, parosmia, anosmia, parestesia | |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Vertigini, perdita di udito, tinnito | Sordità | ||
Patologie cardiache | Arresto cardiaco¹, fibrillazione atriale¹, intervallo QT prolungato all’electrocardiogramma7, extrasistole¹, palpitazioni | Torsioni di punta7, tachicardia ventricolare7 | ||
Patologie vascolari | Vasodilatazione¹ | Emorragia8 | ||
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Asma¹, epistassi², embolia polmonare¹ | |||
Patologie gastrointestinali | Diarrea8, vomito, dispepsia, nausea, dolore addominale | Esofagite¹, patologia da reflusso gastroesofageo², gastrite, proctalgia², stomatite, glossite, distensione addominale4, costipazione, secchezza della bocca, eruttazione, flatulenza | Pancreatite acuta, alterazione del colore della lingua, alterazione della colorazione dei denti | |
Patologie epatobiliari | test sulla funzionalità epatica anormale | Colestasi4, epatite4, aumentati livelli di alanina aminotransferasi, aumentati livelli di aspartato aminotransferasi, aumentati livelli di gamma–glutamiltransferasi4 | Insufficienza epatica10, ittero epatocellulare | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Eruzione cutanea, iperidrosi | Dermatite bollosa¹, prurito, orticaria, esantema maculo–papulare³ | Sindrome di Stevens–Johnson5, necrolisi epidermica tossica5, eruzione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), acne | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Spasmi muscolari³, rigidità muscolare¹, mialgia² | Rabdomiolisi2,11, miopatia | ||
Patologie renali e urinarie | Creatinina ematica aumentata¹, urea ematica aumentata | Insufficienza renale, nefrite interstiziale | ||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Flebite al sito di iniezione¹ | Dolore al sito di iniezione¹, infiammazione al sito di iniezione¹ | Malessere4, piressia³, astenia, dolore toracico4, brividi4, affaticamento4 | |
Esami diagnostici | Rapporto albumina globulina anomalo¹, fosfatasi ematica aumentata4, latticodeidrogenasi ematica aumentata 4 | Rapporto Internazionale Normalizzato aumentato8, prolungamento del tempo di protrombina8, colore anomalo delle urine |
¹ ADR segnalate solo per polvere per soluzione iniettabile
² ADR segnalate solo per compresse a rilascio prolungato
³ ADR segnalate solo per granuli per sospensione orale
4 ADR segnalate solo per compresse a rilascio immediato
5,7,9,10 Vedere paragrafo a)
6,8, 11 Vedere paragrafo c)
* Poiché questereazioni sono state segnalate volontariamente da una quantità incerta di pazienti, non è semprepossibile stimare in modo attendibile la loro frequenza o stabilire una relazione causale con l’esposizione al medicinale. L’esposizione del paziente è stimata esseresuperiore a 1 miliardo di giorni di trattamento del paziente per la claritromicina.
** In alcuni dei casi di rabdomiolisi, la claritromicina è stata somministratain concomitanza con altri medicinali noti per essere associati a rabdomiolisi (come statine, fibrati, colchicina o allopurinolo).
c) Descrizione degli effetti indesiderati selezionati
Flebite nel sito di iniezione, dolore nel sito di iniezione, dolore nel sito di iniezione nel vaso sanguigno e infiammazione nel sito di iniezione sono specifici della somministrazione endovenosa di claritromicina.
Sono stati segnalati casi di rabdomiolisi a seguito della co–somministrazione di claritromicina e statine, fibrati, colchicina o allopurinolo (vedere paragrafi 4.3 e 4.4)
Nel corso dell’esperienza post–marketing, a seguito dell’uso concomitante di claritromicina e triazolam, sono state segnalate interazioni farmacologiche ed effetti a carico del SNC (ad es. sonnolenza e confusione). Si consiglia di monitorare il paziente per tenere sotto controllo l’aumento di effetti farmacologici a carico del SNC (vedere paragrafo 4.5).
Sono stati segnalati rari casi con claritromicina compresse a rilascio prolungato di presenza di residui nelle feci, molti dei quali si sono verificati in pazienti con disturbi gastrointestinali anatomici (inclusa ileostomia o colostomia) o funzionali con tempi di transizione gastrointestinale ridotti. In numerosi casi, i residui delle compresse sono apparsi nella diarrea. Si raccomanda che i pazienti con residui di compressa nelle feci e nessun miglioramento nelle condizioni devono passare ad una diversa formulazione di claritromicina (ad es. la sospensione) o ad un altro antibiotico.
Popolazioni speciali: effetti indesiderati nei pazienti immunocompromessi (vedere paragrafo e)
d) Popolazioni pediatriche
Sono stati condotti studi clinici utilizzando claritromicina sospensione per uso pediatrico di claritromicina in bambini dai 6 mesi ai 12 anni di età. Pertanto, i bambini al di sotto dei 12 anni di età devono utilizzare la claritromicina sospensione per uso pediatrico. I dati sono insufficienti per poter raccomandare un regime di dose per l’uso della formulazione di claritromicina per via endovenosa in pazienti di età inferiore ai 18 anni.
Si prevede che la frequenza, il tipo e la gravità degli effetti indesiderati nei bambini siano gli stessi degli adulti.
e) Altre popolazioni speciali
Pazienti immunocompromessi
Nei pazienti affetti da AIDS e immunocompromessi trattati con dosi elevate di claritromicina per periodi prolungati di tempo per infezioni micobatteriche, è stato spesso difficile distinguere effetti indesiderati eventualmente associati alla somministrazione di claritromicina da segni pre–esistenti di HIV o malattia intermittente.
Nei pazienti adulti, gli effetti indesiderati più frequentemente segnalati dai pazienti trattati con dosi giornaliere totali di 1000 mg e 2000 mg di claritromicina sono stati: nausea, vomito, alterazione del gusto, dolore addominale, diarrea, eruzioni cutanee, flatulenza, cefalea, costipazione, disturbi dell’udito, aumentati livelli della glutammato–ossalacetato transaminasi (GOT) e della glutammato–piruvato transaminasi (GPT) sierica. Altri eventi con minore frequenza hanno incluso dispnea, insonnia e bocca secca. L’incidenza era paragonabile per i pazienti trattati con 1000 mg e 2000 mg, ma era generalmente circa 3–4 volte più frequente per quei pazienti trattati con dosi giornaliere totali di 4000 mg di claritromicina.
In questi pazienti immunocompromessi, sono state eseguite valutazioni degli esami di laboratorio analizzando quei parametri al di fuori dei livelli gravemente anomali (ad es. il limite estremo più basso o più elevato) per il test specifico. Sulla base di questi criteri, circa il 2–3% di quei pazienti trattati con 1000 mg o 2000 mg di claritromicina al giorno avevano livelli anormali elevati di GOT e GPT e globuli bianchi e piastrine insolitamente bassi. Una percentuale più bassa di pazienti in questi due gruppi di dosaggio avevano anche livelli elevati di azoto ureico nel sangue. Incidenze lievemente più elevate di valori anormali sono state osservate nei pazienti trattati con 4000 mg al giorno per tutti i parametri ad eccezione dei globuli bianchi.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Cellulosa microcristallina, croscarmellosa sodica, povidone, magnesio stearato, talco, silice colloidale anidra, acido stearico.
Film di rivestimento: Opadry 20H 52875 contenente: ipromellosa, idrossipropilcellulosa, glicole propilenico, vanillina, titanio diossido, talco e chinolina gialla (E104).
Questo medicinale non richiede particolari condizioni di temperatura per la conservazione. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.