La dose di claritromicina dipende dalla condizione clinica del paziente e deve essere in ogni caso stabilita dal medico.
Adulti ed adolescenti
Dose standard: la dose abituale è 250 mg due volte al giorno.
Bambini di età superiore a 12 anni: come per gli adulti.
Trattamento ad alto dosaggio (infezioni gravi): la dose abituale può essere aumentata a 500 mg due volte al giorno nelle infezioni gravi.
Bambini
Claritromicina Ranbaxy Italia compresse non è adatta per i bambini fino a 12 anni di età con un peso inferiore a 30 kg.
Sono stati condotti studi clinici con la claritromicina sospensione per uso pediatrico nei bambini da 6 mesi a 12 anni. Pertanto, i bambini al di sotto di 12 anni devono usare claritromicina sospensione per uso pediatrico (Claritromicina Ranbaxy granuli per sospensione orale). L’uso di claritromicina (IV) non è raccomandato nei bambini al di sotto dei 12 anni di età.
La dose iniziale raccomandata è 500 mg due volte al giorno. Se non si osserva una risposta clinica o batteriologica entro 3 o 4 settimane, la dose può essere aumentata a 1000 mg due volte al giorno.
Eradicazione dell’H. pylori in pazienti con ulcera duodenale (adulti) fornito come esempio :
La claritromicina come parte della triplice terapia di prima linea è somministrata in una dose di 500 mg due volte al giorno. Devono essere tenute in considerazione le comuni raccomandazioni per l’eradicazione dell’H. pylori.
Anziani
Come per gli adulti.
Compromissione della funzionalità renale
Di solito non è richiesto un aggiustamento della dose eccetto che in pazienti con compromissione grave della funzionalità renale (clearance della creatinina < 30 ml/min). Se è necessario un aggiustamento, la dose totale giornaliera standard deve essere dimezzata, ad es. 250 mg una volta al giorno o 250 mg due volte al giorno nelle infezioni più gravi. Il trattamento non deve proseguire oltre 14 giorni in questi pazienti.
Metodo di somministrazione
La claritromicina può essere somministrata indipendentemente dal cibo (vedere paragrafo 5.2).
Durata della terapia
La durata della terapia dipende dai batteri infettivi e dalla condizione clinica del paziente. La durata della terapia deve essere in ogni caso stabilita dal medico.
• La durata abituale del trattamento è da 6 a 14 giorni.
La terapia deve essere continuata almeno per altri 2 giorni dopo la scomparsa dei sintomi.
• Nelle infezioni da Streptococcus pyogenes la durata della terapia deve essere di almeno 10 giorni al fine di prevenire complicazioni come febbre reumatica e glomerulonefrite.
• Il medico non deve prescrivere la claritromicina a donne in gravidanza senza valutare attentamente il rapporto rischio/beneficio, soprattutto durante i primi tre mesi di gravidanza (vedere paragrafo 4.6).
• La claritromicina viene escreta principalmente attraverso il fegato. Pertanto, deve essere prestata cautela nella somministrazione di claritromicina in pazienti con compromissione della funzionalità epatica.
• Come con altri antibiotici quando la funzionalità renale è compromessa, la dose di claritromicina deve essere adeguatamente ridotta a seconda del grado di compromissione (vedere paragrafo 4.2). Nei pazienti anziani deve essere presa in considerazione la possibilità di compromissione della funzionalità renale.
Sono stati segnalati casi di insufficienza epatica ad esito fatale (vedere paragrafo 4.8). Alcuni pazienti possono aver avuto una patologia epatica pre–esistente o possono aver assunto altri medicinali epatotossici. I pazienti devono essere avvisati di interrompere il trattamento e di contattare il medico in caso di sviluppo di segni e sintomi di patologie epatiche come anoressia, ittero, urine scure, prurito o dolore addominale.
• La terapia con claritromicina per l’eradicazione dell’H.pylori, può far insorgere organismi farmaco–resistenti.
• L’uso prolungato può dare luogo, come con altri antibiotici, a colonizzazione con un aumentato numero di batteri resistenti e di funghi. Se compare una superinfezione, deve essere instaurata una terapia adeguata.
• I pazienti ipersensibili o con resistenza crociata ad altri macrolidi, alla clindamicina e alla lincomicina, possono anche essere sensibili o presentare resistenza crociata alla claritromicina. Pertanto, occorre cautela quando si prescrive la claritromicina a questi pazienti.
• È stata segnalata colite pseudomembranosa con quasi tutti gli agenti antibatterici, incluso i macrolidi, che può variare in gravità da lieve a potenzialmente pericolosa per la vita. Con l’uso di quasi tutti gli agenti antibatterici, tra cui la claritromicina, sono stati segnalati casi di diarrea associata a Clostridium Difficile (CDAD), la cui gravità può variare da diarrea lieve a colite fatale. Il trattamento con gli agenti antibatterici altera la normale flora del colon e porta a una crescita eccessiva di C. difficile. Il CDAD deve essere tenuto in considerazione in tutti i pazienti che presentano diarrea a seguito dell’uso di antibiotici. È inoltre necessaria un’attenta anamnesi poiché CDAD è stata segnalata oltre due mesi dopo la somministrazione di agenti antibatterici. Pertanto deve essere considerata sospensione della terapia con claritromicina a prescindere dalle indicazioni. Devono essere eseguite analisi microbiologiche e si deve iniziare un trattamento adeguato. Deve essere evitato l’uso di farmaci che inibiscono la peristalsi.
• Si deve prestare cautela quando la claritromicina viene somministrata in concomitanza con altri farmaci ototossici, soprattutto con gli aminoglicosidi. La funzione vestibolare ed uditiva devono essere controllate durante e dopo il trattamento.
• A causa del rischio del prolungamento dell’intervallo QT, la claritromicina deve essere usata con cautela nei pazienti con patologie dei vasi coronarici, anamnesi di aritmia ventricolare, grave insufficienza cardiaca, ipopotassiemia non compensata e/o ipomagnesiemia, bradicardia (< 50 battiti/min) o quando somministrata con altri medicinali con effetto di prolungamento dell’intervallo QT. La claritromicina non deve essere usata in pazienti con prolungamento QT congenito o acquisito con documenti (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
• In caso di gravi reazioni di ipersensibilità acuta, come anafilassi, sindrome di Stevens–Johnson e necrolisi epidermica tossica, la terapia con claritromicina deve essere immediatamente interrotta e deve essere urgentemente avviato un trattamento alternativo.
• La claritromicina deve essere usata con cautela quando indicata per l’uso in pazienti che ricevono trattamenti con induttori del CYP3A4 a causa della possibilità di formazione di livelli sub–terapeutici di claritromicina (vedere paragrafo 4.5).
• Inibitori della HMG–CoA reduttasi: è controindicato l’uso concomitante di claritromicina e lovastatina o simvastatina (vedere paragrafo 4.3). Come con altri macrolidi, la claritromicina ha segnalato un aumento delle concentrazioni degli inibitori dell’HMG–CoA reduttasi (vedere paragrafo 4.5). In rari casi è stata riscontrata rabdomiolisi nei pazienti che assumevano questi farmaci in associazione. I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi di miopatia. Sono stati segnalati rari casi di rabdomiolisi anche nei pazienti che assumevano atorvastatina o rosuvastatina in concomitanza con claritromicina. Quando utilizzate con claritromicina, atorvastatina o rosuvastatina devono essere somministrate alle dosi più basse possibili. Deve essere preso in considerazione un aggiustamento della dose della statina o l’impiego di una statina che non dipende dal metabolismo del CYP–3A (ad esempio, fluvastatina o pravastatina).
• Agenti ipoglicemizzanti orali/insulina: l’uso concomitante di claritromicina e agenti ipoglicemizzanti orali e/o insulina può causare ipoglicemia significativa. Con alcuni farmaci ipoglicemizzanti, come nateglinide, pioglitazone, repaglinide e rosiglitazone può manifestarsi inibizione dell’enzima CYP3A4 da parte della claritromicina e ipoglicemia se somministrati contemporaneamente. Si raccomanda un attento monitoraggio del glucosio.
• Anticoagulanti orali: vi è un rischio di emorragia grave, un aumento significativo del Rapporto Internazionale Normalizzato (INR) e del tempo di protrombina quando claritromicina viene somministrata contemporaneamente con warfarin (vedere paragrafo 4.5). L’INR e il tempo di protrombina devono essere frequentemente monitorati quando i pazienti assumono contemporaneamente claritromicina e anticoagulanti orali.
• Com’è noto per altri macrolidi, la claritromicina può causare un peggioramento o aggravamento della miastenia grave e deve perciò essere usata con cautela nei pazienti con miastenia grave (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).
• Nelle aree con un’elevata incidenza di resistenza all’eritromicina A, è particolarmente importante tenere in considerazione l’evoluzione dello schema di suscettibilità alla claritromicina.
• A causa della resistenza dello Streptococcus pneumoniae ai macrolidi, la claritromicina non è un farmaco di prima scelta per la polmonite contratta in comunità. Per quanto riguarda la polmonite contratta in ospedale, la claritromicina deve essere usata in associazione con altri antibiotici appropriati.
• La claritromicina non è un farmaco di prima scelta per la terapia della faringite. È usata soprattutto per il trattamento delle infezioni provocate da Streptococco, se è presente ipersensibilità alla penicillina o se la penicillina è controindicata per altre ragioni.
• Le infezioni della pelle e dei tessuti molli di gravità da lieve a moderata sono più spesso causate da Staphylococcus aureus e Streptococcus piogene, entrambi possono essere resistenti ai macrolidi. Pertanto, è importante eseguire il test di sensibilità. Nei casi in cui gli antibiotici beta–lattamici non possono essere usati (ad esempio in caso di allergia), altri antibiotici, come la clindamicina, possono essere considerati farmaci di prima scelta. Attualmente, si ritiene che i macrolidi abbiano un ruolo importante in alcune infezioni della pelle e dei tessuti molli, come per esempio quelle causate da Corynebacterium minutissimum (eritrasma), acne volgare e erisipela e nei casi in cui il trattamento con penicillina non può essere usato.
• Sono stati segnalati durante il post–marketing casi di tossicità da colchicina in seguito all’uso concomitante di claritromicina e colchicina, specialmente negli anziani, alcuni dei quali si sono verificati in pazienti con insufficienza renale. Sono stati segnalati decessi in alcuni di questi pazienti (vedere paragrafo 4.5). Se è necessaria la somministrazione concomitante di claritromicina e colchicina, i pazienti devono essere monitorati per valutare i sintomi clinici causati da tossicità di colchicina.
• Si consiglia cautela nella somministrazione concomitante di claritromicina e triazolo–benzodiazepina, come triazolam e midazolam (vedere paragrafo 4.5).
Gravidanza
La sicurezza dell’uso di claritromicina durante la gravidanza e l’allattamento dei neonati non è stata stabilita. Sulla base dei risultati ottenuti da studi su topi, ratti, conigli e scimmie la possibilità di effetti avversi sullo sviluppo embrio–fetale non può essere esclusa. Pertanto, l’uso in gravidanza non è raccomandato a meno che i benefici non siano superiori ai rischi.
Allattamento
La claritromicina è stata ritrovata nel latte animale ed umano nel periodo dell’allattamento.
a) Sintesi del profilo di sicurezza
Gli effetti indesiderati più frequenti e comuni correlati alla terapia con claritromicina sia per gli adulti che per la popolazione pediatrica sono: dolore addominale, diarrea, nausea, vomito e alterazione del gusto. Questi effetti indesiderati sono di solito di lieve intensità e sono coerenti con il noto profilo di sicurezza degli antibiotici macrolidi (vedere b) Tabella del riassunto delle reazioni avverse – paragrafo 4.8).
Non vi è stata alcuna differenza significativa nell’incidenza di questi effetti indesiderati gastrointestinali durante gli studi clinici tra la popolazione di pazienti con o senza pre–esistenti infezioni da micobatteri.
b) Tabella del riassunto degli effetti indesiderati
La seguente tabella riporta gli effetti indesiderati segnalati nel corso di studi clinici e dell’esperienza post–marketing a seguito della somministrazione di claritromicina compresse a rilascio immediato, in granuli per sospensione orale, polvere per soluzione iniettabile, compresse a rilascio prolungato e compresse a rilascio modificato.
Le reazioni considerate come almeno possibilmente correlate alla claritromicina sono riportate per classificazione sistemica organica e frequenza utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1000, <1/100) e non nota (effetti indesiderati derivati dall’esperienza post–marketing, la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità quando la gravità può essere valutata.
Classificazione per sistemi e organi | Molto comune (≥1/10) | Comune (da ≥ 1/100 a < 1/10) | Non comune (da ≥1/1000 a < 1/100) | non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili) |
Infezioni e Infestazioni | Cellulite¹, candidiasi, gastroenterite², infezioni³, infezioni vaginali | Colite pseudomembranosa, erisipela, eritrasma | ||
Patologie del sistema emolinfopoietico | Leucopenia, neutropenia4, trombocitemia³, eosinofilia4 | Agranulocitosi, trombocitopenia | ||
Disturbi del sistema immunitario5 | Reazione anafilattoide¹, Ipersensitività | Reazione anafilattica | ||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Anoressia, diminuzione dell’appetito | Ipoglicemia6 | ||
Disturbi psichiatrici | Insonnia | Ansietà, nervosismo³, urlo³ | Disturbo psicotico, stato confusionale, depersonalizzazione, depressione, disorientamento, allucinazione, sogni anomali | |
Patologie del sistema nervoso | Disgeusia, cefalea, alterazione del gusto | Perdita di coscienza¹, discinesia¹, capogiri, sonnolenza7, tremore | Convulsioni, ageusia, parosmia, anosmia | |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Vertigini, perdita di udito, tinnito | Sordità | ||
Patologie cardiache | Arresto cardiaco¹, fibrillazione atriale¹, QT prolungato all’electrocardiogramma8, extrasistole¹, palpitazioni | Torsioni di punta8, tachicardia ventricolare8 | ||
Patologie vascolari | Vasodilatazione¹ | Emorragia9 | ||
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Asma¹, epistassi², embolia polmonare¹ | |||
Patologie gastrointestinali | Diarrea10, vomito, dispepsia, nausea, dolore addominale | Esofagite¹, patologia da reflusso gastroesofageo², gastrite, proctalgia², stomatite, glossite, distensione addominale4, costipazione, bocca secca, eruttazione, flatulenza | Pancreatite acuta, scolorimento della lingua, scolorimento dei denti | |
Patologie epatobiliari | Alterazione del test sulla funzionalità del fegato | Colestasi4, epatite4, aumentati livelli di alanina aminotransferasi, aumentati livelli di aspartato aminotransferasi, aumentati livelli di gamma–glutamiltransferasi4 | Insufficienza epatica11, ittero epatocellulare | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Eruzione cutanea, iperidrosi | Dermatite bollosa¹, prurito, orticaria, eruzione maculo–papulare³ | Sindrome di Stevens–Johnson5, necrolisi epidermica tossica5, eruzione farmacologica con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), acne | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Spasmi muscolari³, rigidità muscolare¹, mialgia² | Rabdomiolisi2,12, miopatia | ||
Patologie renali e urinarie | Aumentati livelli di creatinina ematica¹, aumento dell’urea nel sangue¹ | Insufficienza renale, nefrite interstiziale | ||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Flebite al sito di iniezione¹ | Dolore al sito di iniezione¹, infiammazione al sito di iniezione¹ | Malessere4, piressia³, astenia, dolore toracico4, brividi4, affaticamento4 | |
Esami diagnostici | Rapporto albumina globulina anomalo¹, aumentati livelli di fosfatasi alcalina nel sangue4, aumentati livelli di lattato deidrogenasi ematica nel sangue4 | Rapporto Internazionale Normalizzato aumentato9, prolungamento del tempo di protrombina9, colore anomalo delle urine |
¹ ADR riportate solo per polvere per soluzione iniettabile
² ADR riportate solo per compresse a rilascio prolungato
³ ADR riportate solo per granuli per sospensione orale
4 ADR riportate solo per compresse a rilascio immediato
5,8,10,11,12 Vedere a) Sintesi del profilo di sicurezza
6,7,9 V edere c) Descrizione degli effetti indesiderati selezionati
c) Descrizione degli effetti indesiderati selezionati
Flebite nel sito di iniezione, dolore nel sito di iniezione, dolore nel sito di iniezione nel vaso sanguigno e infiammazione nel sito di iniezione sono specifici della somministrazione endovenosa di claritromicina.
Sono stati segnalati rari casi di insufficienza epatica ad esito fatale e in generale è stato associato a gravi malattie di base e/o medicinali concomitanti (vedere paragrafo 4.4).
Particolare attenzione deve essere prestata alla diarrea associata a Clostridium difficile (CDCA) segnalata a seguito dell’uso di quasi tutti gli agenti antibatterici tra cui la claritromicina, la cui gravità può variare da diarrea lieve a colite fatale (vedere paragrafo 4.4).
In caso di gravi reazioni di ipersensibilità acute, come anafilassi, sindrome di Stevens–Johnson e necrolisi epidermica tossica, la terapia con claritromicina deve essere immediatamente interrotta e deve essere urgentemente avviato un trattamento alternativo (vedere paragrafo 4.4).
Come per altri macrolidi, con claritromicina raramente sono stati segnalati con claritromicina prolungamento dell’intervallo QT, tachicardia ventricolare e torsioni di punta (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
La colite pseudomembranosa è stata segnalata con quasi tutti gli agenti antibatterici, inclusa la claritromicina e può variare in intensità da lieve a pericolosa per la vita. Pertanto è importante considerare questa diagnosi nei pazienti che presentano diarrea a seguito di somministrazione di agenti antibatterici (vedere paragrafo 4.4).
Sono stati segnalati casi di rabdomiolisi a seguito della co–somministrazione di claritromicina e statine, fibrati, colchicina o allopurinolo (vedere paragrafi 4.3 e 4.4)
Sono stati segnalati casi post–marketing di tossicità da colchicina a seguito dell’uso concomitante di claritromicina e colchicina, specialmente nei pazienti anziani e/o nei pazienti con insufficienza renale, alcuni con esito fatale (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
Sono stati segnalati casi rari di ipoglicemia, alcuni dei quali si sono verificati a seguito della co–somministrazione di ipoglicemizzanti orali o insulina (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
Nel corso dell’esperienza post–marketing, a seguito dell’uso concomitante di claritromicina e triazolam, sono state segnalate interazioni farmacologiche ed effetti a carico del SNC (ad es. sonnolenza e confusione). Si consiglia di monitorare il paziente per tenere sotto controllo l’aumento di effetti farmacologici a carico del SNC (vedere paragrafo 4.5).
Vi è un rischio di emorragia grave, un aumento significativo del Rapporto Internazionale Normalizzato (INR) e del tempo di protrombina quando la claritromicina viene usata in concomitanza con warfarin. L’INR e il tempo di protrombina devono essere frequentemente monitorati quando i pazienti vengono trattati con claritromicina e anticoagulanti orali in concomitanza (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).
Sono stati segnalati rari casi con claritromicina compresse a rilascio prolungato di presenza di residui nelle feci, molti dei quali si sono verificati in pazienti con disturbi gastrointestinali anatomici (inclusa ileostomia o colostomia) o funzionali con tempi di transizione gastrointestinale ridotti. In numerosi casi, i residui delle compresse sono apparsi nella diarrea. Si raccomanda che i pazienti con residui di compressa nelle feci e nessun miglioramento nelle condizioni devono passare ad una diversa formulazione di claritromicina (ad es. la sospensione) o ad un altro antibiotico.
Popolazioni speciali: effetti indesiderati nei pazienti immunocompromessi (vedere e Altre popolazioni speciali)
d) Popolazioni pediatriche
Sono stati condotti studi clinici utilizzando claritromicina sospensione per uso pediatrico di claritromicina in bambini dai 6 mesi ai 12 anni di età. Pertanto, i bambini al di sotto dei 12 anni di età devono utilizzare la claritromicina sospensione per uso pediatrico. I dati sono insufficienti per poter raccomandare un regime di dose per l’uso della formulazione di claritromicina per via endovenosa in pazienti di età inferiore ai 18 anni.
Si prevede che la frequenza, il tipo e la gravità degli effetti indesiderati nei bambini siano gli stessi degli adulti.
e) Altre popolazioni speciali
Pazienti immunocompromessi
Nei pazienti affetti da AIDS e immunocompromessi trattati con dosi elevate di claritromicina per periodi prolungati di tempo per infezioni micobatteriche, è stato spesso difficile distinguere effetti indesiderati eventualmente associati alla somministrazione di claritromicina da segni pre–esistenti di HIV o malattia intermittente.
Nei pazienti adulti, gli effetti indesiderati più frequentemente segnalati dai pazienti trattati con dosi giornaliere totali di 1000 mg e 2000 mg di claritromicina sono stati: nausea, vomito, alterazione del gusto, dolore addominale, diarrea, eruzioni cutanee, flatulenza, cefalea, costipazione, disturbi dell’udito, aumentati livelli della glutammato–ossalacetato transaminasi (GOT) e della glutammato–piruvato transaminasi (GPT) sierica. Altri eventi con minore frequenza hanno incluso dispnea, insonnia e bocca secca. L’incidenza era paragonabile per i pazienti trattati con 1000 mg e 2000 mg, ma era generalmente circa 3–4 volte più frequente per quei pazienti trattati con dosi giornaliere totali di 4000 mg di claritromicina.
In questi pazienti immunocompromessi, sono state eseguite valutazioni degli esami di laboratorio analizzando quei parametri al di fuori dei livelli gravemente anomali (ad es. il limite estremo più basso o più elevato) per il test specifico. Sulla base di questi criteri, circa il 2–3% di quei pazienti trattati con 1000 mg o 2000 mg di claritromicina al giorno avevano livelli anormali elevati di GOT e GPT e globuli bianchi e piastrine insolitamente bassi. Una percentuale più bassa di pazienti in questi due gruppi di dosaggio avevano anche livelli elevati di azoto ureico nel sangue. Incidenze lievemente più elevate di valori anormali sono state osservate nei pazienti trattati con 4000 mg al giorno per tutti i parametri ad eccezione dei globuli bianchi.
Cellulosa microcristallina, croscarmellosa sodica, povidone, magnesio stearato, talco, silice colloidale anidra, acido stearico.
Film di rivestimento: Opadry 20H 52875 contenente: ipromellosa, idrossipropilcellulosa, glicole propilenico, vanillina, titanio diossido, talco e chinolina gialla (E104).
Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione. Conservare nella confezione originale.