Le compresse non devono essere masticate o frantumate, e devono essere deglutite intere con un pò di acqua 1 ora prima di un pasto.
Dose raccomandata
Adulti e adolescenti di 12 anni e oltre
Esofagite da reflusso
Una compressa di ZOLONIB al giorno. In casi particolari la dose può essere raddoppiata (aumento a 2 compresse di ZOLONIB al giorno) specialmente quando non si è ottenuta risposta ad altro trattamento.
Per il trattamento dell’esofagite da reflusso è normalmente richiesto un periodo di 4 settimane. Se questo non è sufficiente, la guarigione si ottiene solitamente prolungando la terapia per ulteriori 4 settimane.
Adulti
Eradicazione di H. pylori in combinazione con due antibiotici appropriati
Nei pazienti positivi per H. pylori affetti da ulcera gastrica e duodenale, l’eradicazione del batterio deve essere effettuata con una terapia combinata. Relativamente alla resistenza batterica ed all’uso appropriato ed alla prescrizione di agenti antibatterici bisogna tenere in considerazione le linee guida locali ufficiali (es. raccomandazioni nazionali). In funzione del tipo di resistenza, si raccomanda l’adozione dei seguenti schemi di terapia per l’eradicazione di H. pylori:
a) ZOLONIB una compressa due volte al dì
+ amoxicillina 1000 mg due volte al dì
+ claritromicina 500 mg due volte al dì
b) ZOLONIB una compressa due volte al dì
+ metronidazolo 400 – 500 mg (o tinidazolo 500 mg) due volte al dì
+ claritromicina 250 – 500 mg due volte al dì
c) ZOLONIB una compressa due volte al dì
+ amoxicillina 1000 mg due volte al dì
+ metronidazolo 400 – 500 mg (o tinidazolo 500 mg) due volte al dì
Durante la terapia combinata per l’eradicazione dell’infezione da H. pylori, la seconda compressa di ZOLONIB deve essere assunta 1 ora prima del pasto serale. La terapia combinata va generalmente effettuata per 7 giorni e può essere prolungata per ulteriori 7 giorni fino ad una durata totale di due settimane. Se, per assicurare la cicatrizzazione dell’ulcera, è indicato un ulteriore trattamento con pantoprazolo, si deve adottare la dose raccomandata per il trattamento dell’ulcera gastrica e duodenale.
Se non è proponibile la terapia combinata, ad es. se il paziente è negativo per H. pylori, si applichino le seguenti linee guida per la monoterapia con ZOLONIB:
Trattamento di ulcera gastrica
Una compressa di ZOLONIB al giorno. In casi particolari la dose potrà essere raddoppiata (aumentata a 2 compresse di ZOLONIB al giorno) in special modo quando non si sia ottenuta risposta ad altro trattamento. Per il trattamento dell’ulcera gastrica è normalmente richiesto un periodo di 4 settimane. Se questo non è sufficiente, la cicatrizzazione si ottiene solitamente prolungando la terapia per ulteriori 4 settimane.
Trattamento di ulcera duodenale
Una compressa di ZOLONIB al giorno. In casi particolari la dose potrà essere raddoppiata (aumentata a 2 compresse di ZOLONIB al giorno) in special modo quando non si sia ottenuta risposta ad altro trattamento. La cicatrizzazione dell’ulcera duodenale si ottiene generalmente entro 2 settimane. Se un periodo di 2 settimane non è sufficiente, la cicatrizzazione si ottiene nella quasi totalità dei casi dopo ulteriori 2 settimane di terapia.
Sindrome di Zollinger–Ellison ed altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione acida
Per il trattamento a lungo termine della sindrome di Zollinger–Ellison e degli altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione acida i pazienti devono iniziare il trattamento con una dose giornaliera di 80 mg (2 compresse di ZOLONIB 40 mg). In seguito, il dosaggio può essere aumentato o ridotto secondo necessità sulla base di valutazione strumentali della secrezione acida individuale.
Con dosaggi superiori a 80 mg al giorno, la dose deve essere suddivisa in 2 somministrazioni giornaliere. È possibile incrementare temporaneamente la dose giornaliera al di sopra di 160 mg pantoprazolo ma per periodi non superiori a quanto necessario per ottenere un controllo adeguato della secrezione acida.
La durata della terapia nella sindrome di Zollinger–Ellison e degli altri stati patologici caratterizzati da ipersecrezione acida non ha restrizioni e deve essere adattata secondo le necessità cliniche.
Particolari gruppi di pazienti
Bambini al di sotto di 12 anni di età
L’uso di ZOLONIB non è raccomandato nei bambini al di sotto di 12 anni di età a causa dei dati limitati sulla sicurezza e l’efficacia in questa fascia di età.
Insufficienza epatica
Non si deve superare una dose giornaliera di 20 mg di pantoprazolo (1 compressa da 20 mg di pantoprazolo) nei pazienti con funzionalità epatica gravemente compromessa. ZOLONIB non deve essere impiegato nel trattamento combinato per l’eradicazione di H. pylori nei pazienti con disfunzione epatica da moderata a severa poiché attualmente non sono disponibili dati sull’efficacia e la sicurezza di ZOLONIB nel trattamento combinato di questi pazienti (vedere paragrafo 4.4).
Insufficienza renale
Non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti con funzionalità renale compromessa. ZOLONIB non deve essere impiegato nel trattamento combinato per l’eradicazione di H. pylori nei pazienti con insufficienza renale poiché attualmente non sono disponibili dati sull’efficacia e la sicurezza di ZOLONIB nel trattamento combinato di questi pazienti.
Anziani
Non è necessario un aggiustamento della dose nei pazienti anziani.
Insufficienza epatica
Nei pazienti con grave compromissione epatica, gli enzimi epatici devono essere periodicamente controllati durante la terapia con pantoprazolo, specialmente nell’uso a lungo termine. In caso di un aumento degli enzimi epatici, si deve sospendere il trattamento (vedere paragrafo 4.2).
Terapia combinata
In caso di terapia combinata, deve essere osservato quanto riportato nel riassunto delle caratteristiche del prodotto dei rispettivi medicinali.
In presenza di sintomi allarmanti
In presenza di qualsiasi sintomo allarmante (es. significativa perdita di peso non intenzionale, vomito ricorrente, disfagia, ematemesi, anemia o melena) e quando si sospetta o è confermata la presenza di ulcera gastrica, deve essere esclusa la natura maligna, in quanto il trattamento con pantoprazolo può alleviare i sintomi e ritardare la diagnosi.
Se i sintomi persistono nonostante un trattamento adeguato deve essere considerata un’ulteriore indagine.
Co–somministrazione con atazanavir
Non è raccomandata la co–somministrazione di atazanavir con inibitori della pompa protonica (vedere paragrafo 4.5). Se la combinazione di atazanavir con un inibitore della pompa protonica è ritenuta inevitabile, si raccomanda uno stretto monitoraggio clinico (esempio carica virale) in combinazione con un aumento della dose di atazanavir a 400 mg utilizzando 100 mg di ritonavir. Non si deve superare una dose di pantoprazolo di 20 mg al giorno.
Influenza sull’assorbimento della vitamina B12
Nei pazienti con la sindrome di Zollinger–Ellison ed altre condizioni patologiche caratterizzate da ipersecrezione acida che richiedono un trattamento a lungo termine, pantoprazolo, come tutti i farmaci inibenti la secrezione acida, può ridurre l’assorbimento della vitamina B12 (cianocobalamina) come conseguenza di ipo– o acloridria. Questa eventualità deve essere considerata nella terapia a lungo termine in pazienti con ridotte riserve corporee o fattori di rischio che riducono l’assorbimento della vitamina B12 o se vengono osservati i relativi sintomi clinici.
Trattamento a lungo termine
Nel trattamento a lungo termine, specialmente quando si supera un periodo di trattamento di 1 anno, i pazienti devono essere tenuti sotto regolare sorveglianza.
Infezioni gastrointestinali causate da batteri
Come tutti gli inibitori della pompa protonica (PPI), ci si può aspettare che pantoprazolo aumenti la conta dei batteri normalmente presenti nel tratto gastrointestinale superiore. Il trattamento con ZOLONIB può portare ad un modesto incremento del rischio di infezioni gastrointestinali causati da batteri quali Salmonella e Campylobacter.
Ipomagnesiemia
È stato osservato che gli inibitori di pompa protonica (PPI) come pantoprazolo, in pazienti trattati per almeno tre mesi e in molti casi per un anno, possono causare grave ipomagnesiemia. Gravi sintomi di ipomagnesiemia includono stanchezza, tetania, delirio, convulsioni, vertigini e aritmia ventricolare. Essi, inizialmente, si possono manifestare in modo insidioso ed essere trascurati. L’ipomagnesiemia nella maggior parte dei pazienti, migliora dopo l’assunzione di magnesio e la sospensione dell’inibitore di pompa protonica.
Gli operatori sanitari devono considerare l’eventuale misurazione dei livelli di magnesio prima di iniziare il trattamento con PPI e periodicamente durante il trattamento nei pazienti in terapia per un periodo prolungato o in terapia con digossina o medicinali che possono causare ipomagnesiemia (ad esempio diuretici).
Fratture ossee
Gli inibitori di pompa protonica, specialmente se utilizzati a dosaggi elevati e per periodi prolungati (> 1 anno), potrebbero causare un lieve aumento di rischio di fratture dell’anca, del polso e della colonna vertebrale, soprattutto in pazienti anziani o in presenza di altri fattori di rischio conosciuti. Studi osservazionali suggeriscono che gli inibitori di pompa protonica potrebbero aumentare il rischio complessivo di frattura dal 10% al 40%. Tale aumento potrebbe essere in parte dovuto ad altri fattori di rischio. I pazienti a rischio di osteoporosi devono ricevere le cure in base alle attuali linee guida di pratica clinica e devono assumere un’adeguata quantità di vitamina D e calcio.
Lupus eritematoso cutaneo subacuto (LECS)
Gli inibitori della pompa protonica sono associati a casi estremamente infrequenti di LECS. In presenza di lesioni, soprattutto sulle parti cutanee esposte ai raggi solari, e se accompagnate da artralgia, il paziente deve rivolgersi immediatamente al medico e l’operatore sanitario deve valutare l’opportunità di interrompere il trattamento con ZOLONIB. La comparsa di LECS in seguito a un trattamento con un inibitore della pompa protonica può accrescere il rischio di insorgenza di LECS con altri inibitori della pompa protonica.
Gravidanza
Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso del pantoprazolo in donne in gravidanza. Gli studi condotti su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. ZOLONIB non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità.
Allattamento
Studi sugli animali hanno dimostrato l’escrezione di pantoprazolo nel latte materno. È stata riportata escrezione nel latte materno umano. Pertanto una decisione se continuare/sospendere l’allattamento al seno o continuare/sospendere la terapia con ZOLONIB deve essere presa tenendo conto del beneficio dell’allattamento al seno per il neonato e del beneficio della terapia con ZOLONIB per le madri.
Ci si può aspettare che circa il 5% dei pazienti manifesti reazioni avverse al farmaco (ADRs). Le ADRs più comunemente riportate sono diarrea e mal di testa, entrambe riscontrabili in circa l’1% dei pazienti.
La tabella seguente elenca le reazioni avverse riportate con pantoprazolo, disposte secondo la seguente classificazione di frequenza:
Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Per tutte le reazioni avverse rilevate nell’esperienza post–marketing, non è possibile stabilire alcuna frequenza di Reazione Avversa e quindi esse sono indicate con frequenza "non nota".
All’interno di ciascuna classe di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità.
Tabella 1. Reazioni avverse con pantoprazolo negli studi clinici e nell’esperienza post–marketing
Frequenza Classificazione per sistemi e organi | Non comune | Raro | Molto raro | Non nota |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Agranulocitosi | Trombocitopenia; Leucopenia; Pancitopenia | ||
Disturbi del sistema immunitario | Ipersensibilità (incluse reazioni anafilattiche e shock anafilattico) | |||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Iperlipidemie e aumento dei lipidi (trigliceridi, colesterolo); Variazioni di peso | Iponatremia Ipomagnesiemia (vedere paragrafo 4.4) | ||
Disturbi psichiatrici | Disturbi del sonno | Depressione (e tutti gli aggravamenti) | Disorientamento (e tutti gli aggravamenti) | Allucinazioni; Confusione (specialmente in pazienti predisposti, così come l’aggravamento di questi sintomi in caso di preesistenza) |
Patologie del sistema nervoso | Mal di testa; Capogiro | Patologie del gusto | ||
Patologie dell’occhio | Disturbo nella visione / visione offuscata | |||
Patologie gastrointestinali | Diarrea; Nausea / vomito; Distensione addominale e gonfiore; Stipsi; Bocca secca; Dolore e disturbi addominali | |||
Patologie epatobiliari | Aumento dei livelli degli enzimi epatici (transaminasi, γ–GT) | Aumento della bilirubina | Lesione epatocellulare; Ittero; Insufficienza epatocellulare | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Eruzione cutanea/ Esantema/ Eruzione; Prurito | Orticaria; Angioedema | Sindrome di Stevens–Johnson; Sindrome di Lyell; Eritema multiforme; Fotosensibilità: Lupus eritematoso cutaneo subacuto (vedere paragrafo 4.4). | |
Patologie del sistema Muscolo scheletrico e del tessuto connettivo | Frattura dell’anca, del polso o della colonna vertebrale (vedere paragrafo 4.4) | Artralgia; Mialgia | ||
Patologie renali e urinarie | Nefrite interstiziale | |||
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Ginecomastia | |||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Astenia, affaticamento e malessere | Aumento della temperatura corporea; Edema periferico |
Nucleo:
Mannitolo
Cellulosa microcristallina
Amido di mais pregelatinizzato (mais)
Sodio amido glicolato (Tipo A)
Sodio carbonato anidro
Calcio stearato
Rivestimento isolante:
Ipromellosa
Propilenglicole
Titanio diossido (E171)
ferro Ossido giallo (E172)
Rivestimento enterico:
Copolimero acido metacrilico–etil acrilato
Polisorbato 80
Sodio laurilsolfato
Trietilcitrato
Non conservare a temperatura superiore a 25° C.