I pazienti con pressione arteriosa non adeguatamente controllata da una monoterapia con enalapril 20 mg, hanno la possibilità di assumere una dose maggiore di enalapril in monoterapia o passare all’associazione fissa Zanipril 20 mg/10 mg.
Si raccomanda la titolazione individuale dei componenti. Se clinicamente appropriato, può essere considerato il passaggio diretto dalla monoterapia all’associazione fissa.
Posologia
La dose raccomandata è di una compressa al giorno almeno 15 minuti prima dei pasti.
Anziani : la dose dipende dalla funzionalità renale del paziente (vedere "Insufficienza renale").
Pazienti con insufficienza renale : Zanipril è controindicato in pazienti affetti da grave insufficienza renale (clearance della creatinina < 30 ml/min) o in pazienti sottoposti a emodialisi (vedere i paragrafi 4.3 e 4.4). Si raccomanda particolare cautela all’inizio del trattamento in pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata.
Pazienti con insufficienza epatica: Zanipril è controindicato in caso di grave insufficienza epatica. Si raccomanda particolare cautela all’inizio del trattamento in pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata.
Popolazione pediatrica : non esiste un uso specifico di Zanipril nella popolazione pediatrica nell’indicazione dell’ipertensione.
Modo di somministrazione
Precauzioni che devono essere prese prima della manipolazione o della somministrazione del medicinale:
– Il trattamento deve essere preferibilmente somministrato al mattino almeno 15 minuti prima della colazione.
– Questo medicinale non deve essere assunto con succo di pompelmo (vedere i paragrafi 4.3 e 4.5).
Ipotensione sintomatica
L’ipotensione sintomatica è stata raramente osservata in pazienti con ipertensione non complicata. Nei pazienti ipertesi trattati con l’enalapril, è più probabile che l’ipotensione sintomatica si verifichi se il paziente è ipovolemico, ad esempio in caso di terapia con diuretici, limitazione del sale nella dieta, dialisi, diarrea o vomito (vedere il paragrafo 4.5). È stata osservata ipotensione sintomatica in pazienti affetti da insufficienza cardiaca, con o senza insufficienza renale associata. È più probabile che ciò accada nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca più grave, a seguito dell’uso di elevate dosi di diuretici dell’ansa, iponatriemia o insufficienza renale. In questi pazienti, la terapia deve essere iniziata sotto controllo medico ed i pazienti devono essere seguiti attentamente in caso di aggiustamento della dose di enalapril e/o del diuretico. Considerazioni simili si applicano a pazienti con ischemia cardiaca o patologie cerebrovascolari per i quali un’eccessiva diminuzione della pressione arteriosa potrebbe dar luogo ad infarto miocardico o ad un incidente cerebrovascolare.
Qualora dovesse verificarsi ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, sottoposto a infusione endovenosa di soluzione fisiologica. Una risposta ipotensiva transitoria non rappresenta una controindicazione a ulteriori dosi, che possono essere somministrate generalmente senza difficoltà non appena la pressione arteriosa sarà aumentata dopo l’espansione della volemia.
In alcuni pazienti affetti da insufficienza cardiaca con pressione arteriosa normale o ridotta, la somministrazione di enalapril può provocare un’ulteriore riduzione della pressione arteriosa sistemica. Questo effetto è previsto e generalmente non costituisce un motivo di interruzione del trattamento. Se l’ipotensione diventa sintomatica, può rendersi necessaria la riduzione della dose e/o l’interruzione del diuretico e/o dell’enalapril.
Sindromi da disfunzione del nodo del seno
Si raccomanda particolare cautela nell’uso della lercanidipina in pazienti affetti da sindromi da disfunzione del nodo del seno (se non è impiantato un pacemaker).
Disfunzione ventricolare sinistra e ischemia cardiaca
Sebbene studi controllati di emodinamica non abbiano dimostrato alcuna compromissione della funzione ventricolare, è necessario prestare cautela in pazienti affetti da disfunzione ventricolare sinistra durante il trattamento con calcio–antagonisti. È stato evidenziato che i pazienti affetti da ischemia cardiaca hanno un elevato rischio cardiovascolare durante il trattamento con alcune diidropiridine a breve durata d’azione. Sebbene la lercanidipina abbia una lunga durata d’azione, in tali pazienti è richiesta cautela.
In rari casi, alcune diidropiridine possono causare dolore precordiale o angina pectoris. Molto raramente, nei pazienti con angina pectoris pre–esistente, questi attacchi possono verificarsi con maggiore frequenza, durata o gravità. Potrebbero essere osservati isolati casi di infarto miocardico (vedere il paragrafo 4.8).
Insufficienza renale
È richiesta particolare cautela durante la fase iniziale del trattamento con l’enalapril in pazienti con insufficienza renale lieve–moderata. Il monitoraggio di routine di potassio e creatinina nel siero fanno parte della normale pratica medica per questi pazienti.
Insufficienza renale è stata riportata in associazione con enalapril soprattutto in pazienti affetti da grave disfunzione cardiaca o patologia renale latente, compresa la stenosi dell’arteria renale. Se tempestivamente riconosciuta e adeguatamente trattata, l’insufficienza renale quando associata ad una terapia con l’enalapril risulta generalmente reversibile.
Alcuni pazienti ipertesi senza apparente patologia renale pre–esistente, hanno sviluppato un aumento dei livelli di urea e creatinina nel sangue quando è stato somministrato enalapril contemporaneamente con un diuretico. Può essere richiesta una riduzione della dose dell’enalapril e/o la sospensione del diuretico. Questa situazione dovrebbe far emergere la possibilità di stenosi latente dell’arteria renale (vedere il paragrafo 4.4, Ipertensione renovascolare).
Ipertensione renovascolare
C’è un aumentato rischio di ipotensione e insufficienza renale quando pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria di un solo rene funzionante sono trattati con ACE–inibitori. La perdita della funzione renale può avvenire con un cambio solo lieve della creatinina sierica. In questi pazienti, la terapia deve essere iniziata sotto stretto controllo medico, con dosi ridotte e accurata titolazione e monitorando la funzione renale.
Trapianto renale
Non esiste esperienza clinica riguardo l’uso della lercanidipina o dell’enalapril in pazienti recentemente sottoposti a trapianto di rene. Il trattamento con Zanipril non è quindi raccomandato.
Insufficienza epatica
L’effetto antiipertensivo della lercanidipina può risultare potenziato nei pazienti affetti da insufficienza epatica.
Raramente gli ACE–inibitori sono associati ad una sindrome che inizia con ittero colestatico o epatite e progredisce a necrosi epatica fulminante e a volte morte. Il meccanismo di questa sindrome non è noto. I pazienti che stanno ricevendo ACE–inibitori che sviluppano ittero o marcato innalzamento degli enzimi epatici dovrebbero interrompere l’assunzione dell’ACE–inibitore e ricevere assistenza medica adeguata.
Neutropenia/agranulocitosi
Neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia sono state riscontrate in pazienti che ricevevano gli ACE–inibitori. Nei pazienti con funzionalità renale normale e senza particolari fattori di rischio, raramente si verifica neutropenia. L’enalapril deve essere usato con estrema cautela nei pazienti affetti da collagenopatie vascolari, in terapia immunosoppressiva, in trattamento con allopurinolo, procainamide o con una combinazione di questi fattori complicanti, particolarmente se vi è una preesistente funzionalità renale compromessa. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato gravi infezioni che alcune volte non hanno risposto a terapia antibiotica intensiva. Se l’enalapril viene usato in tali pazienti, si consiglia il monitoraggio periodico della conta dei globuli bianchi ed i pazienti devono essere informati della necessità di riferire qualsiasi segno di infezione.
Ipersensibilità/edema angioneurotico
Sono stati riportati casi di angioedema del volto, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe in pazienti trattati con gli ACE–inibitori, incluso l’enalapril. Questo può accadere in qualsiasi momento durante la terapia. In questi casi, l’uso dell’enalapril dovrebbe essere interrotto prontamente e dovrebbe essere istituito un appropriato monitoraggio per assicurare la risoluzione dei sintomi prima della dimissione del paziente. Anche in questi casi dove era coinvolto il gonfiore della sola lingua, senza sofferenza respiratoria, i pazienti possono richiedere un’osservazione prolungata poiché il trattamento con antistaminici e corticosteroidi può non essere sufficiente.
Molto raramente sono riportati eventi fatali dovuti ad angioedema associato con edema laringeo o edema della lingua. È più probabile che provino ostruzione delle vie respiratorie i pazienti con il coinvolgimento della lingua, glottide o laringe, specialmente quelli con storia di chirurgia respiratoria.
Qualora vi sia il coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe che possa provocare l’ostruzione delle vie respiratorie, si dovrebbe somministrare prontamente un’adeguata terapia che può includere somministrazione sottocutanea di adrenalina diluizione 1:1000 (da 0,3 ml a 0,5 ml) e/o adottare tutte le misure necessarie a garantire la pervietà delle vie aeree.
Nei pazienti di colore che ricevono ACE–inibitori è stata riportata una maggiore incidenza di angioedema rispetto a pazienti non di colore.
I pazienti con anamnesi di angioedema non correlato alla terapia con ACE–inibitori possono essere maggiormente esposti al rischio di angioedema durante la somministrazione di un ACE–inibitore (vedere il paragrafo 4.3).
Reazioni anafilattoidi durante la desensibilizzazione da imenotteri
Raramente pazienti che ricevono ACE inibitori durante la desensibilizzazione con veleno di imenotteri hanno vissuto pericolose reazioni anafilattoidi. Tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente la terapia con l’ACE–inibitore prima di ogni trattamento di desensibilizzazione.
Reazioni anafilattoidi durante l’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL)
Raramente in pazienti che ricevevano gli ACE–inibitori durante l’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato hanno vissuto reazioni anafilattoidi pericolose. Tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente la terapia con l’ACE–inibitore prima di ogni aferesi.
Ipoglicemia
In pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o insulina, che iniziano un trattamento con ACE–inibitori, devono essere avvisati di controllare attentamente se si verifica ipoglicemia specie durante il primo mese di uso concomitante (vedere il paragrafo 4.5).
Tosse
È stata osservata tosse con l’uso degli ACE–inibitori. Normalmente tale tosse è di tipo non–produttivo, persistente e si risolve dopo l’interruzione della terapia. La tosse indotta da ACE–inibitori deve essere considerata come parte della diagnosi differenziale della tosse.
Chirurgia/Anestesia
Nei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico maggiore o durante l’anestesia con agenti che causano ipotensione, l’enalapril inibisce la formazione di angiotensina II, secondariamente a un rilascio compensatorio di renina. Se si verifica ipotensione ed è considerata essere una conseguenza di questo meccanismo, è possibile correggerla espandendo la volemia.
Iperkaliemia
In alcuni pazienti trattati con gli ACE–inibitori, incluso l’enalapril, è stato osservato un innalzamento del livello di potassio sierico. I fattori di rischio per lo sviluppo di iperkaliemia includono: insufficienza renale, peggioramento della funzione renale, età (> di 70 anni), diabete mellito, eventi concomitanti come disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica e assunzione concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (ad es. spironolattone, eplerenone, triamterene o amiloride), integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio così come l’assunzione concomitante di altri farmaci che possono aumentare i livelli sierici di potassio (ad esempio eparina). L’uso di integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio in pazienti con funzionalità renale compromessa può portare ad un aumento significativo del potassio sierico. L’iperkaliemia può causare serie aritmie, talvolta fatali. Qualora fosse indicato l’uso contemporaneo di enalapril ed uno degli agenti sopra menzionati, essi dovrebbero essere usati con cautela e con un frequente monitoraggio del potassio sierico.
Litio
L’uso combinato di litio ed enalapril non è generalmente raccomandato (vedere paragrafo 4.5).
Duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS)
Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1). Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Gli ACE–inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
Induttori di CYP3A4
Induttori del CYP3A4 come gli anticonvulsivanti (es. fenitoina, carbamazepina) e la rifampicina possono ridurre i livelli sierici della lercanidipina e quindi l’efficacia del farmaco può risultare inferiore a quella attesa (vedere il paragrafo 4.5).
Differenze etniche
Come per gli altri ACE–inibitori, l’enalapril sembra essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa nei pazienti di colore rispetto a quelli non di colore, probabilmente perché spesso i livelli di renina nel plasma sono inferiori nella popolazione ipertesa di colore.
Gravidanza
L’uso di Zanipril non è raccomandato durante la gravidanza.
Il trattamento con gli ACE–inibitori, come l’enalapril, non deve essere iniziato durante la gravidanza. Tranne nel caso in cui la somministrazione di ACE–inibitori sia considerata essenziale, le pazienti che stanno pianificando una gravidanza devono passare a trattamenti con farmaci antiipertensivi alternativi, il cui uso risulti sicuro durante la gravidanza. Non appena la gravidanza viene diagnosticata, il trattamento con gli ACE–inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se necessario, si deve iniziare una terapia alternativa (vedere i paragrafi 4.3 e 4.6).
Anche l’uso della lercanidipina non è raccomandato durante la gravidanza o in donne che potrebbero essere in gravidanza (vedere il paragrafo 4.6).
Allattamento
L’uso di Zanipril non è raccomandato durante l’allattamento (vedere il paragrafo 4.6).
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l’efficacia di questa associazione non sono state dimostrate nei bambini.
Alcol
L’assunzione di alcol deve essere evitata in quanto potrebbe potenziare l’effetto vasodilatatore dei farmaci antiipertensivi (vedere il paragrafo 4.5).
Lattosio
I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere Zanipril.
Gravidanza
Enalapril
L’uso degli ACE–inibitori (enalapril) non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere il paragrafo 4.4). L’uso degli ACE–inibitori (enalapril) è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere i paragrafi 4.3 e 4.4).
Non sono disponibili prove epidemiologiche definitive sul rischio di teratogenesi a seguito dell’esposizione agli ACE–inibitori durante il primo trimestre di gravidanza; tuttavia, non è possibile escludere un lieve aumento del rischio. A meno che la somministrazione di ACE–inibitori non sia considerata essenziale, le pazienti che stanno pianificando una gravidanza dovrebbero passare ad un trattamento con farmaci antiipertensivi alternativi, il cui uso risulti sicuro durante la gravidanza. Non appena la gravidanza viene diagnosticata, interrompere immediatamente il trattamento con gli ACE–inibitori e, se necessario, iniziare una terapia alternativa.
L’esposizione alla terapia con gli ACE–inibitori durante il secondo e il terzo trimestre induce fetotossicità umana (diminuzione della funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo dell’ossificazione cranica) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere il paragrafo 5.3). Si sono verificati casi di oligoidramnios materna, che presumibilmente indica una ridotta funzionalità renale fetale e che può indurre contratture degli arti, deformazioni cranio–facciali e sviluppo di ipoplasia polmonare.
Qualora si fosse verificata un’esposizione agli ACE–inibitori dopo il secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio. I bambini le cui madri hanno assunto gli ACE–inibitori devono essere strettamente monitorati per verificare l’insorgenza di ipotensione (vedere i paragrafi 4.3 e 4.4).
Lercanidipina
Studi condotti su animali trattati con la lercanidipina non hanno mostrato effetti teratogeni, che invece sono stati osservati con l’uso di altri composti diidropiridinici.
Non sono disponibili dati clinici relativi ad esposizione alla lercanidipina in gravidanza, pertanto non è raccomandato l’uso in gravidanza o in donne in età fertile a meno che non vengano attuate efficaci misure contraccettive.
Associazione enalapril e lercanidipina
Non esistono o ci sono pochi dati sull’uso dell’associazione enalapril maleato/lercanidipina cloridrato in donne in gravidanza. Studi sugli animali sono insufficienti riguardo la tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
L’uso di Zanipril è controindicato nel secondo e terzo trimestre di gravidanza. Non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza ed in donne in età fertile che non utilizzano alcuna contraccezione.
Allattamento
Enalapril
Limitati dati di farmacocinetica dimostrano concentrazioni molto basse nel latte materno (vedere paragrafo 5.2). Sebbene queste concentrazioni sembrano essere clinicamente irrilevanti, l’uso di enalapril in allattamento non è raccomandato per i neonati pretermine e nelle prime settimane dopo il parto, a causa del rischio ipotetico di effetti cardiovascolari e renali e perché non vi è abbastanza esperienza clinica.
Nei neonati più grandi, se ritenuto necessario per la madre, l’enalapril può essere assunto durante l’allattamento, ma in questo caso il neonato deve essere seguito per la possibile comparsa di effetti avversi.
Lercanidipina
L’escrezione della lercanidipina nel latte umano non è nota.
Associazione enalapril e lercanidipina
Di conseguenza, Zanipril non dovrebbe essere usato durante l’allattamento.
Fertilità
In alcuni pazienti trattati con calcio–antagonisti sono state riportate variazioni biochimiche reversibili nella testa degli spermatozoi, che potrebbero pregiudicare la fecondazione. A fronte di ripetute fecondazioni in–vitro non riuscite, e in mancanza di altre spiegazioni, è possibile attribuirne la causa ai calcio–antagonisti.
Sintesi del profilo di sicurezza
La sicurezza di Zanipril è stata valutata in cinque studi clinici controllati in doppio–cieco e in due studi a lungo termine in aperto. In totale, 1.141 pazienti hanno ricevuto Zanipril ad una dose di 10 mg/10 mg, 20 mg/10 mg e 20 mg/20 mg. Gli effetti indesiderati dell’associazione sono simili a quelli osservati a seguito della singola somministrazione di uno o dell’altro componente. Le reazioni avverse più comunemente riportate durante il trattamento con Zanipril sono state: tosse (4,03%), capogiri (1,67%) e cefalea (1,67%).
Sintesi tabellare delle reazioni avverse
Nella tabella sottostante le reazioni avverse riportate negli studi clinici con somministrazione di Zanipril 10 mg/10 mg, 20 mg/10 mg e 20 mg/20 mg e per le quali sia stata stabilita una ragionevole relazione causale, vengono elencate in base alla classificazione MedDRA: molto comune (>1/10), comune (da ≥1/100 a <1/10), non comune (da ≥1/1000 a <1/100), raro (da ≥1/10.000 a <1/1000), molto raro (<1/10.000), non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Disturbi del sistema emolinfopoietico | |
Non comune: | Trombocitopenia |
Raro: | Diminuzione dell’emoglobina |
Disturbi del sistema immunitario | |
Raro: | Ipersensibilità |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | |
Non comune: | Iperkaliemia |
Disturbi psichiatrici | |
Non comune: | Ansia |
Patologie del sistema nervoso | |
Comune: | Capogiri, cefalea |
Non comune: | Capogiri posturali |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | |
Non comune: | Vertigine |
Raro: | Tinnito |
Patologie cardiache | |
Non comune: | Tachicardia, palpitazioni |
Patologie vascolari | |
Non comune: | Vampate di calore, ipotensione |
Raro: | Collasso circolatorio |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | |
Comune: | Tosse |
Raro: | Secchezza della gola, dolore orofaringeo |
Patologie gastrointestinali | |
Non comune: | Dolore addominale, stipsi, nausea |
Raro: | Dispepsia, edema delle labbra, disturbi alla lingua, diarrea, secchezza delle fauci, gengivite |
Patologie epatobiliari | |
Non comune: | Aumento di ALT, aumento di AST |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | |
Non comune: | Eritema |
Raro: | Angioedema, edema facciale, dermatite, eruzioni cutanee, orticaria |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | |
Non comune: | Artralgia |
Patologie renali e urinarie | |
Non comune: | Pollachiuria |
Raro: | Nicturia, poliuria |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | |
Raro: | Disfunzione erettile |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | |
Non comune: | Astenia, stanchezza, vampate di calore, edema periferico |
Effetti indesiderati che si verificano in un solo paziente sono riportati sotto la frequenza rara.
Informazioni aggiuntive sui singoli componenti.
Enalapril
Gli effetti indesiderati riportati per l’enalapril sono:
Patologie del sistema emolinfopoietico:
Non comune: anemia (comprese le forme aplastiche ed emolitiche)
Raro: neutropenia, diminuzione dell’emoglobina, diminuzione dell’ematocrito, trombocitopenia, agranulocitosi, insufficienza midollare, pancitopenia, linfoadenopatia, malattie autoimmuni
Disordini endocrini:
Non nota: sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH)
Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
Non comune: ipoglicemia (vedere il paragrafo 4.4)
Patologie del sistema nervoso e disturbi psichiatrici:
Comune: cefalea, depressione
Non comune: confusione, sonnolenza, insonnia, nervosismo, parestesia, vertigini
Raro: sogni anomali, disturbi del sonno
Patologie dell’occhio:
Molto comune: visione offuscata
Patologie cardiache e vascolari:
Molto comune: capogiri
Comune: ipotensione (inclusa l’ipotensione ortostatica), sincope, dolore toracico, aritmia, angina pectoris, tachicardia
Non comune: ipotensione ortostatica, palpitazioni, infarto miocardico o incidente cerebrovascolare*, probabilmente a seguito di eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere il paragrafo 4.4)
Raro: fenomeno di Raynaud
* I tassi di incidenza negli studi clinici erano paragonabili tra quelli trattati con placebo rispetto a quelli con controllo attivo.
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
Molto comune: tosse
Comune: dispnea
Non comune: rinorrea, dolore orofaringeo e disfonia, broncospasmo/asma
Raro: infiltrati polmonari, rinite, alveolite allergica/polmonite eosinofila
Patologie gastrointestinali:
Molto comune: nausea
Comune: diarrea, dolore addominale, alterazione del gusto
Non comune: ileo, pancreatite, vomito, dispepsia, stipsi, anoressia, irritazione gastrica, secchezza delle fauci, ulcera peptica
Raro: stomatite/ulcerazioni aftose, glossite
Molto raro: angioedema intestinale
Patologie epatobiliari:
Raro: insufficienza epatica, epatite – sia epatocellulare che colestatica, epatite con necrosi, colestasi (compreso ittero)
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Comune: eruzioni cutanee, ipersensibilità/angioedema: sono stati riportati casi di edema angioneurotico al volto, estremità, labbra, lingua, glottide e/o laringe (vedere il paragrafo 4.4)
Non comune: diaforesi, prurito, orticaria, alopecia
Raro: eritema multiforme, sindrome di Stevens–Johnson, dermatite esfoliativa, necrolisi epidermica tossica, pemfigo, eritroedermia
È stato riportato un complesso sintomatologico che può includere alcune o tutte le seguenti condizioni: febbre, sierosite, vasculite, mialgia/miosite, artralgia/artrite, positività per ANA, elevata VES, eosinofilia e leucocitosi. Possibilità di comparsa di eruzioni cutanee, fotosensibilità o altre manifestazioni dermatologiche.
Patologie renali e urinarie:
Non comune: disfunzione renale, insufficienza renale, proteinuria
Raro: oliguria
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella:
Non comune: impotenza
Raro: ginecomastia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Molto comune: astenia
Comune: stanchezza
Non comune: spasmi muscolari, vampate di calore, tinnito, malessere, febbre
Esami diagnostici:
Comune: iperkaliemia, aumento della creatininemia
Non comune: aumento dell’uremia, iponatriemia
Raro: aumento degli enzimi epatici, aumento della bilirubinemia.
Lercanidipina
Le reazioni avverse al farmaco più comunemente osservate in studi clinici controllati comprendono: cefalea, capogiri, edema periferico, tachicardia, palpitazioni e vampate di calore, ognuna delle quali si è verificata in meno dell’1% dei pazienti.
Disturbi del sistema immunitario:
Molto raro: ipersensibilità
Disturbi psichiatrici:
Raro: sonnolenza
Patologie del sistema nervoso:
Non comune: cefalea, capogiri
Patologie cardiache:
Non comune: tachicardia, palpitazioni
Raro: angina pectoris
Patologie vascolari:
Non comune: vampate di calore
Molto raro: sincope
Patologie gastrointestinali:
Raro: nausea, dispepsia, diarrea, dolore addominale, vomito
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Raro: eruzioni cutanee
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:
Raro: mialgia
Patologie renali e urinarie:
Raro: poliuria
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Non comune: edema periferico
Raro: astenia, stanchezza
Segnalazioni spontanee ricevute nel corso dell’esperienza post–marketing hanno riportato molto raramente (<1/10.000) le seguenti reazioni avverse: ipertrofia gengivale, aumenti reversibili dei livelli sierici delle transaminasi epatiche, ipotensione, frequenza urinaria e dolore toracico.
Alcune diidropiridine possono raramente causare dolore precordiale localizzato o angina pectoris. Molto raramente, in pazienti con angina pectoris pre–esistente, potrebbe verificarsi un aumento della frequenza, durata o gravità di questi attacchi. Possono verificarsi casi isolati di infarto miocardico.
Non risultano effetti negativi della lercanidipina sulla glicemia o sui livelli dei lipidi sierici.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Nucleo:
lattosio monoidrato;
cellulosa microcristallina;
sodio carbossimetilamido tipo A;
povidone K 30;
sodio idrogeno carbonato;
magnesio stearato.
Film di rivestimento:
ipromellosa 5 cP;
titanio diossido (E171);
talco;
macrogol 6000;
giallo chinolina (E104);
ferro ossido giallo (E172).
Conservare nella confezione originale per tenerlo al riparo dalla luce e dall’umidità. Non conservare a temperatura superiore ai 25° C.