Principio attivo:Acido tranexamico
Gruppo terapeutico:Antifibrinolitici
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • emorragie
  • metrorragia
  • disturbi emorragici
  • vie urinarie
  • estrazioni dentali
  • emorragia
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    Posologia

    Posologia

    Somministrazione per via endovenosa

    Adulti

    Salvo diverse prescrizioni, si raccomandano le seguenti dosi:

    1. trattamento standard della fibrinolisi locale:

    da 0,5 g (1 fiala da 5 ml) a 1 g (2 fiale da 5 ml) di acido tranexamico tramite iniezione endovenosa lenta (=1 ml/minuto) due o tre volte al giorno

    2. trattamento standard della fibrinolisi generalizzata:

    1 g (2 fiale da 5 ml) di acido tranexamico tramite iniezione endovenosa lenta (=1 ml/minuto) ogni 6–8 ore, pari a 15 mg/kg peso corporeo.

    Insufficienza renale

    In caso di insufficienza renale che può comportare un rischio di accumulo, l’uso dell’acido tranexamico è controindicato nei pazienti con insufficienza renale grave (vedere paragrafo 4.3). Per i pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata, la dose dell’acido tranexamico deve essere ridotta in base al livello di creatinina sierica.

    Creatinina sierica Dose ev Somministrazione
    mcmol/l mg/10 ml
    120 – 249 1,35 – 2,82 10 mg/kg peso corporeo Ogni 12 ore
    250 – 500 2,82 – 5,65 10 mg/kg peso corporeo Ogni 24 ore
    > 500 > 5,65 5 mg/kg peso corporeo Ogni 24 ore

    Insufficienza epatica

    Non sono necessari aggiustamenti della dose nei pazienti con insufficienza epatica.

    Popolazione pediatrica

    Nei bambini a partire da un anno, per le attuali indicazioni approvate descritte al paragrafo 4.1, la dose è intorno ai 20 mg/kg/giorno. Tuttavia esistono pochi dati sull’efficacia, la posologia e la sicurezza per tali indicazioni.

    Non esistono valutazioni esaustive sull’efficacia, la posologia e la sicurezza dell’acido tranexamico nei bambini sottoposti a chirurgia cardiaca. I dati attualmente disponibili sono limitati e sono esposti al paragrafo 5.1.

    Anziani

    Non è necessario ridurre la dose a meno che non vi sia comprovata insufficienza renale.

    Somministrazione per via orale

    Adulti

    – Profilassi

    Nel caso si assuma la soluzione per via orale, diluendo il contenuto della fiala con poca acqua zuccherata, le posologie giornaliere sono di 1½–2 fiale di Ugurol da 500 mg, iniziando la somministrazione almeno 1 giorno prima dell’intervento e proseguendo il trattamento per un periodo non inferiore a 3–4 giorni dopo l’atto operatorio.

    – Terapia

    Nel caso si assuma la soluzione per via orale, diluendo il contenuto della fiala in poca acqua zuccherata, le posologie giornaliere sono di 1–2 fiale di Ugurol da 500 mg 3 volte al giorno oppure di ½–1 fiala di Ugurol da 500 mg 6 volte al giorno.

    La somministrazione per via orale è indicata in particolare:

    – nelle manifestazioni emorragiche insorgenti in medicina interna, in otorinolaringoiatria ed in odontoiatria;

    – per la preparazione di interventi chirurgici in cui si presume possano insorgere emorragie da attivazione plasminica;

    – nelle ipermenorree;

    – nei gemizi in ginecologia;

    – per il mantenimento di terapie iniziate per via endovenosa allo scopo di impedire recidive dell’emorragia.

    Popolazione pediatrica

    I dati sull’efficacia, sulla posologia e sulla sicurezza per le indicazioni attualmente approvate, come descritto al paragrafo 4.1, sono limitati.

    – Profilassi

    Somministrare la soluzione per via orale alla dose giornaliera di 5–10 mg/kg iniziando la somministrazione almeno 1 giorno prima dell’intervento e proseguendo il trattamento per un periodo non inferiore a 3–4 giorni dopo l’atto operatorio.

    – Terapia

    Somministrare la soluzione per via orale alla dose di 10–20 mg/kg 3 volte al giorno oppure di 5–10 mg/kg 6 volte pro die.

    Per assumere la soluzione per via orale, il contenuto della fiala va diluito in poca acqua zuccherata.

    Somministrazione per applicazione locale

    Si ricorre di norma al contenuto di 1 fiala che va versato direttamente sulla sede dell’emorragia o applicato mediante tampone di garza previamente imbevuto.

    L’applicazione locale diretta o mediante tamponi di garza, previamente imbevuti di soluzione è indicata soprattutto nelle emorragie a livello oro–rino–faringeo in cui si desideri ottenere una rapida emostasi.

    Modo di somministrazione

    a) Per via endovenosa

    La somministrazione deve avvenire obbligatoriamente tramite iniezione endovenosa lenta.

    b) Per via orale

    La soluzione è indicata soprattutto nei bambini o in pazienti con difficoltà di deglutizione. Il contenuto della fiala va diluito in poca acqua zuccherata.

    c) Per applicazione locale

    Il contenuto della fiala va versato direttamente sulla sede dell’emorragia o applicato mediante tampone di garza previamente imbevuto.

    Per le istruzioni per l’apertura della fiala vedere paragrafo 6.6.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
  • coagulopatia
  • convulsioni
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    Interazioni
  • stati effettuati studi sulle interazioni
  • anticoagulanti
  • estrogeni
  • antifibrinolitica
  • trombolitici
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    Avvertenze

    Le indicazioni e il modo di somministrazione sopra riportati devono essere rigorosamente osservati:

    • le iniezioni endovenose devono essere effettuate lentamente

    • l’acido tranexamico non deve essere somministrato per via intramuscolare.

    Convulsioni

    Sono stati riportati casi di convulsioni in associazione al trattamento con l’acido tranexamico. Negli interventi chirurgici di bypass aortocoronarico (CABG), la maggior parte dei casi si è verificata in seguito a iniezione endovenosa (ev) di dosi elevate di acido tranexamico. Rispettando le dosi minori raccomandate di acido tranexamico, l’incidenza di convulsioni post–operatorie era la stessa dei pazienti non trattati.

    Disturbi visivi

    Si deve prestare attenzione ai possibili disturbi visivi, tra cui compromissione della visione, visione offuscata, visione alterata dei colori e, se necessario, il trattamento deve essere interrotto. In caso di uso prolungato dell’acido tranexamico soluzione per iniezione, si raccomandano regolari visite oftalmologiche (esami oculistici compresi acuità visiva, visione dei colori, fondo oculare, campo visivo, ecc). In caso di cambiamenti oftalmologici patologici, in particolare con le patologie della retina, il medico deve decidere, dopo aver consultato uno specialista, sulla necessità di un uso prolungato dell’acido tranexamico soluzione per iniezione in ciascun singolo caso.

    Ematuria

    In caso di ematuria dalle vie urinarie superiori, esiste il rischio di ostruzione uretrale.

    Eventi tromboembolici

    Prima di usare l’acido tranexamico, devono essere considerati i fattori di rischio della patologia tromboembolica. Nei pazienti con anamnesi di patologie tromboemboliche o in quelli con un’elevata incidenza di eventi tromboembolici nell’anamnesi familiare (pazienti ad alto rischio di trombofilia), l’acido tranexamico soluzione per iniezione deve essere somministrato solo se espressamente indicato dal medico, dopo aver consultato un esperto in emostaseologia e sotto stretta supervisione medica (vedere paragrafo 4.3).

    L’acido tranexamico deve essere somministrato con cautela nei pazienti che assumono contraccettivi orali a causa dell’aumento del rischio di trombosi (vedere paragrafo 4.5).

    Coagulazione intravascolare disseminata

    I pazienti con coagulazione intravascolare disseminata (CID) nella maggior parte dei casi non possono essere trattati con l’acido tranexamico (vedere paragrafo 4.3). Se si decide di somministrare l’acido tranexamico, ciò deve avvenire solo nei pazienti in cui vi sia un’attivazione predominante del sistema fibrinolitico con sanguinamento grave acuto. Di norma il profilo ematologico si avvicina a quanto segue: tempo ridotto di lisi del coagulo di euglobulina; tempo di protrombina prolungato; livelli plasmatici ridotti di fibrinogeno, fattori V e VIII, fibrinolisina da plasminogeno e alfa–2 macroglobulina; normali livelli plasmatici del complesso protrombinico, ovvero fattori II (protrombina), VIII e X; livelli plasmatici elevati dei prodotti di degradazione del fibrinogeno; normale conta piastrinica. Quanto sopra descritto presuppone che la patologia di base non modifichi di per sé i vari elementi di tale profilo. In questi casi acuti una singola dose da 1 g di acido tranexamico di solito è sufficiente per controllare il sanguinamento. La somministrazione dell’acido tranexamico nella CID deve essere presa in considerazione solo se sono disponibili adeguate strumentazioni di laboratorio ematologico e in presenza di personale esperto.

    Gravidanza

    Le donne potenzialmente fertili devono usare contraccettivi efficaci durante il trattamento.

    Gravidanza

    Non esistono sufficienti dati clinici sull’uso dell’acido tranexamico nelle donne in stato di gravidanza. Di conseguenza, anche se studi su animali non riportano effetti teratogeni, come precauzione di impiego, non si raccomanda l’uso dell’acido tranexamico durante il primo trimestre di gravidanza. Dati clinici limitati sull’uso di acido tranexamico in diverse condizioni emorragiche durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza non hanno riportato un effetto deleterio per il feto. L’acido tranexamico può essere usato durante la gravidanza solo se i benefici attesi giustificano il potenziale rischio.

    Allattamento

    L’acido tranexamico è escreto nel latte materno, perciò l’allattamento non è raccomandato.

    Fertilità

    Non esistono dati clinici sugli effetti dell’acido tranexamico sulla fertilità.

    Effetti Collaterali

    Le reazioni avverse al farmaco riferite all’interno di studi clinici e sulla base delle esperienze successive all’immissione in commercio sono elencate di seguito secondo la classificazione per sistemi e organi.

    Tabella con l’elenco delle reazioni avverse

    Le reazioni avverse segnalate sono inserite nella tabella riportata di seguito e sono elencate in base alla classificazione primaria per sistemi e organi secondo MedDRA. All’interno di ciascuna classe per sistemi ed organi, le reazioni avverse sono classificate per frequenza. All’interno di ciascuna categoria di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità. Le categorie di frequenza vengono definite come segue: molto comune (≥1/10); comune(≥1/100 <1/10); non comune (≥1/1000 <1/100); non nota (la frequenza non può essere stimata sulla base dei dati disponibili).

    Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Frequenza Effetti indesiderati
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune – Dermatite allergica
    Patologie gastrointestinali Comune –Diarrea
    –Vomito
    –Nausea
    Patologie del sistema nervoso Non nota – Convulsioni, in particolare in caso di uso scorretto (vedere paragrafi 4.3 e 4.4)
    Patologie dell’occhio Non nota – Disturbi visivi, tra cui visione alterata dei colori
    Patologie vascolari Non nota – Malessere associato a ipotensione con o senza perdita di coscienza (di solito in seguito a un’iniezione endovenosa troppo rapida, eccezionalmente dopo somministrazione orale)
    – Trombosi arteriosa o venosa in qualsiasi sito
    Disturbi del sistema immunitario Non nota – Reazioni di ipersensibilità, inclusa anafilassi

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Acqua per preparazioni iniettabili.

    Conservazione

    Nessuna.