Uso orale.
Per i diversi regimi posologici sono disponibili differenti dosaggi.
La dose di terazosina dovrà essere regolata sulla base della risposta del paziente. Di seguito vengono riportate le istruzioni per la somministrazione:
Dose iniziale
Non deve essere superata la dose inferiore singola di 1 mg da assumersi prima di coricarsi in tutti i pazienti. Tale raccomandazione dovrà essere strettamente osservata al fine di ridurre potenziali episodi ipotensivi acuti da prima dose.
Dosi successive
Trattamento dell’ipertensione da lieve a moderata
Il singolo dosaggio giornaliero può essere aumentato approssimativamente raddoppiando il dosaggio ad intervalli settimanali al fine di raggiungere la risposta pressoria desiderata.
La dose di mantenimento deve essere adattata alla risposta del paziente. 2 mg/die possono essere sufficienti con aumenti fino a 10 mg se necessario (studi clinici sostengono l’uso da 2 a 10 mg come dose di mantenimento). La dose massima è pari a 20 mg/die di terazosina e non deve essere superata.
Uso con diuretici tiazidici e altri agenti antiipertensivi nel corso del trattamento dell’ipertensione
Quando viene aggiunto un diuretico tiazidico o un altro agente antiipertensivo al regime di trattamento del paziente, la dose di terazosina dovrà essere ridotta o sospesa e, se necessario, si deve ripetere l’aggiustamento della dose. Si deve prestare attenzione in caso di somministrazione di terazosina contemporaneamente a tiazidi o altri agenti antiipertensivi, poiché si può sviluppare ipotensione.
Trattamento dell’iperplasia prostatica benigna
La dose può essere aumentata raddoppiando approssimativamente il dosaggio ad intervalli settimanali o bisettimanali al fine di raggiungere la riduzione dei sintomi desiderata. La dose di mantenimento usuale è compresa tra 5 mg e 10 mg, somministrati una volta al giorno. Miglioramento dei sintomi si rileva dopo circa due settimane dall’inizio del trattamento con terazosina.
I dati attualmente disponibili sono insufficienti per suggerire un ulteriore miglioramento sintomatico con dosi superiori a 10 mg/die.
Il trattamento deve essere iniziato usando le compresse da 1 mg per una durata di sette giorni, le compresse da 2 mg per una durata di 14 giorni, e le compresse da 5 mg per una durata di 7 giorni. La risposta al trattamento dovrà essere riesaminata ogni quattro settimane. Durante ciascuna fase dell’aggiustamento della dose possono verificarsi effetti collaterali transitori. Se gli effetti collaterali dovessero persistere, si dovrà prendere in considerazione una riduzione del dosaggio.
Insufficienza renale
Studi di farmacocinetica indicano che pazienti con funzionalità renale ridotta non richiedono alcuna modifica nel dosaggio raccomandato.
Bambini
Non sono state determinate sicurezza ed efficacia.
Anziani
Studi di farmacocinetica effettuati nell’anziano indicano che non sono necessarie modifiche importanti del dosaggio raccomandato.
Comunque è richiesta particolare cautela per l’aggiustamento della dose di terazosina.
Se la somministrazione è interrotta per più giorni la terapia deve essere ristabilita usando il regime di dose iniziale.
Uso in pazienti con insufficienza epatica
La dose di terazosina deve essere aggiustata con particolare attenzione in pazienti con funzionalità epatica compromessa poiché la terazosina è sottoposta a metabolismo epatico ed è principalmente escreta dal tratto biliare.
Non è disponibile esperienza clinica in pazienti con disfunzione epatica grave.
Modo di somministrazione
La prima compressa, indipendentemente dal dosaggio, dovrà essere assunta la sera prima di coricarsi. Le successive compresse dello stesso dosaggio possono essere assunte al mattino. Le compresse devono essere ingerite con una sufficiente quantità di liquido (cioè un bicchiere d’acqua).
La terapia con terazosina per l’ipertensione è un trattamento a lungo termine che può essere interrotto solo a giudizio del medico. Nel caso in cui il trattamento con terazosina fosse interrotto, alla successiva ripresa, dovrà essere riutilizzata la dose da 1 mg da assumersi al momento di coricarsi.
Negli studi clinici, l’incidenza di ipotensione ortostatica è stata maggiore nei pazienti trattati con terazosina per iperplasia prostatica benigna, rispetto ai pazienti trattati con terazosina per ipertensione.
Nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna (IPB), l’incidenza di episodi di ipotensione ortostatica è stata maggiore nei pazienti con età superiore ai 65 anni ed oltre (5,6%), rispetto a quelli con età inferiore ai 65 anni (2,6%).
In caso si manifestassero sintomi di ipotensione ortostatica è necessario sedersi o coricarsi (vedere anche i paragrafi 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari e 4.8 Effetti indesiderati).
Prima di trattare i sintomi di IPB con gli alfa–bloccanti, è necessario escludere altre cause dell’alterazione del flusso urinario o di sintomi correlati alla minzione. Inoltre laddove sia stata stabilita la diagnosi di IPB, deve essere confermata l’assenza di ostruzione concomitante del tratto urinario superiore o di eventuali segni di infezione prima di iniziare il trattamento con terazosina.
La terapia con terazosina richiede un regolare monitoraggio clinico.
Nella fase iniziale della terapia (in particolare dopo la prima dose o quando si aumenta il dosaggio) i pazienti possono manifestare una grave caduta dei valori pressori.
Possono comparire capogiri, stordimento, debolezza, sonnolenza e, in rari casi, sincope.
Questo è probabile che accada anche in caso di mancata assunzione di alcune dosi e successiva ripresa della terapia con terazosina. I pazienti devono essere allertati su questi possibili eventi avversi e sulle circostanze in cui possono verificarsi.
Per minimizzare il rischio di ipotensione ortostatica i pazienti devono essere monitorati all’inizio della terapia. Dato che l’incidenza di tale risposta si verifica con dosi maggiori di quella iniziale raccomandata, il regime di somministrazione consigliato deve essere seguito con attenzione.
Il paziente deve assumere la prima dose di terazosina al momento di coricarsi e dovrà evitare cambiamenti bruschi di posizione o attività che possano essere influenzate da capogiri o stanchezza.
Questi eventi si possono manifestare particolarmente nei pazienti anziani.
L’uso concomitante di inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 (ad es. sildenafil, tadalafil, vardenafil) e Terazosina Teva può determinare l’insorgenza di ipotensione sintomatica in alcuni pazienti. Allo scopo di minimizzare il rischio di sviluppare ipotensione ortostatica, il paziente deve essere stabilizzato con il trattamento a base di alfa–bloccanti prima di iniziare la terapia con gli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5.
La sindrome dell’iride a bandiera (IFIS "Intraoperative Floppy Iris Syndrome", una variante della sindrome della piccola pupilla) è stata osservata durante interventi di chirurgia della cataratta in alcuni pazienti precedentemente trattati o in trattamento con tamsulosina. Casi isolati sono stati segnalati anche con altri bloccanti alfa–1 e non si può escludere la possibilità di un effetto di classe).
Dal momento che l’IFIS può aumentare le complicazioni procedurali durante l’intervento di cataratta, occorre informare il chirurgo oftalmico prima dell’intervento circa l’uso corrente o passato di bloccanti alfa–1.
A causa della sua azione vasodilatatoria la terazosina deve essere usata con attenzione in pazienti che manifestino una delle seguenti patologie cardiache:
– edema polmonare dovuto a stenosi aortica o mitralica;
– grave insufficienza cardiaca;
– insufficienza ventricolare destra causata da embolia polmonare o versamento pericardico;
– insufficienza ventricolare sinistra con bassa pressione.
Si raccomanda attenzione quando terazosina è somministrata in associazione con farmaci che possono influenzare il metabolismo epatico.
Uso in pazienti con insufficienza epatica
Come per tutti i farmaci metabolizzati a livello epatico, la terazosina deve essere usata con particolare attenzione in pazienti con funzionalità epatica compromessa. Poiché non esistono dati dell’utilizzo del farmaco in pazienti con disfunzione epatica grave, si raccomanda di evitarne l’uso in questi casi.
Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp–lattasi o da malassorbimento glucosio–galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Se la somministrazione è interrotta per diversi giorni, la terapia deve essere nuovamente istituita al regime posologico iniziale.
Non è ancora stata stabilita la sicurezza durante la gravidanza e l’allattamento, anche se non sono stati rilevati effetti teratogeni nei modelli animali.
Tuttavia dati nell’animale hanno evidenziato che terazosina può aumentare la durata della gravidanza o inibire il parto.
Terazosina non deve pertanto essere usata durante la gravidanza a meno che il beneficio potenziale non sia superiore all’eventuale rischio.
L’allattamento al seno deve essere evitato.
La terazosina, così come altri antagonisti dell’alfa–adrenorecettore, può causare sincope.
Gli episodi di sincope possono insorgere entro 30–90 minuti dall’assunzione della dose iniziale del medicinale. Occasionalmente tali episodi possono essere preceduti da tachicardia con frequenze di 120–160 battiti al minuto. L’ipotensione che può verificarsi in correlazione con l’assunzione della prima dose può portare a vertigini e, in casi gravi, sincope. Per evitare l’ipotensione, il trattamento con terazosina deve essere iniziato con una dose da 1 mg assunta la sera, prima di coricarsi.
L’incidenza di effetti indesiderati si basa sulle frequenze indicate di seguito:
Comune: da ≥ 1% a < 10%
Non comune: da ≥ 0,1% a < 1%
Raro: da ≥ 0,01% a < 0,1%
Molto raro: < 0,01% inclusi casi isolati
Patologie del sistema emolinfopoietico:
Molto raro: trombocitopenia
Disturbi del sistema immunitario:
Molto raro: reazioni anafilattiche
Patologie del sistema nervoso:
Comune: nervosismo, sonnolenza, parestesia
Non comune: depressione
Patologie dell’orecchio e del labirinto:
Comune: vertigini
Patologie dell’occhio:
Comune: visione offuscata/ambliopia, disturbi della percezione dei colori
Patologie cardiache:
Comune: palpitazioni, tachicardia, dolore toracico
Molto raro: fibrillazione atriale
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
Comune: dispnea, congestione nasale, sinusite, epistassi
Patologie gastrointestinali:
Comune: nausea, costipazione, vomito, diarrea
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Comune: prurito, eruzione cutanea
Non comune: orticaria
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:
Comune: lombalgia
Patologie renali e urinarie:
Raro: infezione del tratto urinario e incontinenza urinaria (segnalata principalmente nelle donne in post–menopausa)
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella:
Comune: impotenza
Non comune: diminuzione della libido
Raro: priapismo
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Comune: capogiri, confusione della mente, svenimento (in particolare come conseguenza del passaggio rapido da una posizione seduta o sdraiata a una posizione eretta – ipotensione posturale), astenia, edema, cefalea, dolore alle estremità.
Non comune: aumento di peso, sincope.
Ulteriori reazioni avverse segnalate negli studi clinici o durante l’esperienza post–marketing ma non associate chiaramente all’uso di terazosina includono quanto segue: edema facciale, febbre, dolore addominale, al collo e alle spalle, vasodilatazione, aritmia, secchezza delle fauci, dispepsia, flatulenza, gotta, artralgia, artrite, disturbi alle articolazioni, mialgia, ansia, insonnia, bronchite, sintomi influenzali, faringite, rinite, sintomi da raffreddamento, aumento della tosse, sudorazione, anomalie visive, congiuntivite, tinnito, frequenza urinaria (aumento della minzione).
Esami diagnostici:
esiti di laboratorio suggeriscono la possibilità di emodiluizione (ossia diminuzione dei livelli di ematocrito, emoglobina, leucociti, proteine totali e albumina) osservata in studi clinici controllati. Il trattamento con terazosina fino a 24 mesi non ha evidenziato effetti significativi sui livelli dell’antigene prostata specifico (PSA).
Lattosio monoidrato
Amido di mais
Povidone (K–30)
Crospovidone
Talco
Magnesio stearato (E572)
Giallo chinolina (E104)
Conservare a temperatura non superiore ai 25° C. Conservare nella confezione originale.