Per ogni indicazione esistono differenti schemi di dosaggio. Si deve pertanto garantire che i pazienti ricevano informazioni chiare sul dosaggio appropriato per la loro condizione.
Quetiapina Orion può essere somministrato indipendentemente dai pasti.
Adulti
Per il trattamento della schizofrenia Quetiapina Orion deve essere somministrato due volte al giorno: la dose totale giornaliera per i primi 4 giorni di terapia è:
Giorno 1 50 mg
Giorno 2 100 mg
Giorno 3 200 mg
Giorno 4 300 mg
Dal giorno 4 in poi, la dose deve essere titolata entro un range di dosi usualmente efficaci di 300 – 450 mg/die. In funzione della risposta clinica e della tollerabilità di ogni singolo paziente, la dose può essere variata entro un range di 150 – 750 mg/die.
Per il trattamento di episodi maniacali associati a disturbo bipolare Quetiapina Orion deve essere somministrato due volte al giorno: la dose totale giornaliera per i primi quattro giorni di terapia è:
Giorno 1 100 mg
Giorno 2 200 mg
Giorno 3 300 mg
Giorno 4 400 mg
Ulteriori aggiustamenti del dosaggio fino a 800 mg al giorno possono essere incrementati a partire dal giorno 6 con dosi non superiori a 200 mg per giorno. La dose può essere variata in funzione della risposta clinica e della tollerabilità individuale del paziente, entro un range di 200 – 800 mg per giorno. La dose efficace usuale varia entro un range di 400 – 800 mg per giorno.
Per il trattamento di episodi depressivi nel disturbo bipolare Quetiapina Orion deve essere somministrata una volta al giorno al momento di coricarsi: la dose totale giornaliera per i primi quattro giorni di terapia è:
Giorno 1 50 mg
Giorno 2 100 mg
Giorno 3 200 mg
Giorno 4 300 mg
La dose giornaliera raccomandata è di 300 mg. Negli studi clinici, non è stato osservato alcun beneficio aggiuntivo nel gruppo dei 600 mg rispetto al gruppo dei 300 mg (vedere paragrafo 5.1). I singoli pazienti possono trarre beneficio da una dose di 600 mg. Dosi iniziali superiori a 300 mg devono essere prescritte da medici esperti nel trattamento del disturbo bipolare. In singoli pazienti, in caso di problemi di tolleranza, studi clinici hanno indicato che potrebbe essere considerata una riduzione della dose a un minimo di 200 mg.
Per la prevenzione delle recidive nel disturbo bipolare: Per la prevenzione delle recidive degli episodi maniacali, depressivi e misti in corso di disturbo bipolare, i pazienti che hanno risposto a quetiapina per il trattamento acuto del disturbo bipolare devono continuare la terapia alla stessa dose. La dose può essere variata in funzione della risposta clinica e della tollerabilità individuale del paziente, entro un range di 300 – 800 mg/die somministrati due volte al giorno. È importante utilizzare la dose minima efficace per la terapia di mantenimento.
Anziani
Come per altri antipsicotici ed antidepressivi, quetiapina deve essere somministrata con cautela negli anziani, in particolare durante il periodo iniziale di somministrazione. Può essere necessario che la velocità di titolazione della dose debba avvenire più lentamente e che la dose terapeutica giornaliera debba essere più bassa, rispetto a quella utilizzata nei pazienti giovani, in funzione della risposta clinica e della tollerabilità di ogni singolo paziente. Nell’anziano la clearance plasmatica media di quetiapina è risultata ridotta del 30–50% in confronto ai pazienti più giovani.
L’efficacia e la sicurezza non sono stati valutati nei pazienti con età superiore ai 65 anni con episodi depressivi associati a disturbo bipolare.
Bambini e adolescenti
L’uso di quetiapina non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni, a causa della mancanza di dati che ne supportino l’uso in questa fascia di età. I dati disponibili provenienti da studi clinici controllati verso placebo sono riportati nei paragrafi 4.4, 4.8, 5.1 e 5.2.
Compromissione della funzionalità renale
Non è necessario un aggiustamento del dosaggio nei pazienti con funzione renale compromessa.
Compromissione della funzionalità epatica
Quetiapina è ampiamente metabolizzata attraverso il fegato. Pertanto quetiapina deve essere impiegata con cautela nei pazienti con compromissione epatica nota, particolarmente durante il periodo iniziale di trattamento. La dose iniziale di quetiapina nei pazienti con compromissione epatica dovrebbe essere di 25 mg/die. La dose può essere aumentata con incrementi di 25 – 50 mg/die fino a raggiungere la dose efficace, in funzione della risposta clinica e della tollerabilità di ogni singolo paziente.
Poiché quetiapina ha numerose indicazioni, il profilo di sicurezza deve essere considerato in relazione alla diagnosi del singolo paziente e alla dose da somministrare.
Bambini e adolescenti (tra i 10 e i 17 anni di età)
Quetiapina non è raccomandata per l’uso nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni, a causa della mancanza di dati che ne supportino l’uso in questa fascia di età. Gli studi clinici con quetiapina hanno evidenziato che in aggiunta al noto profilo di sicurezza osservato negli adulti (vedere paragrafo 4.8), alcuni eventi avversi si verificano con una frequenza superiore nei bambini e negli adolescenti rispetto agli adulti (aumento dell’appetito, innalzamento della prolattina sierica e sintomi extrapiramidali), mentre uno di questi non era mai stato riportato precedentemente negli studi condotti negli adulti (aumento della pressione arteriosa). Nei bambini e negli adolescenti sono state osservate anche modifiche dei test di funzionalità tiroidea.
Inoltre, le implicazioni sulla sicurezza a lungo termine del trattamento con quetiapina sulla crescita e la maturazione non sono state analizzate oltre le 26 settimane. Le implicazioni a lungo termine relative allo sviluppo cognitivo e comportamentale non sono note.
Negli studi clinici controllati con placebo condotti su pazienti bambini e adolescenti trattati con quetiapina, quetiapina è stata associata ad un’aumentata incidenza di sintomi extrapiramidali (EPS) rispetto al placebo nei pazienti trattati per schizofrenia e mania bipolare (vedere paragrafo 4.8).
Suicidio/ideazione suicidaria o peggioramento clinico
La depressione nel disturbo bipolare è associata ad un aumentato rischio di ideazione suicidaria, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio). Questo rischio persiste fino a quando non si verifica una remissione significativa. Poiché tale miglioramento può non verificarsi nel corso delle prime settimane o più di trattamento, i pazienti devono essere strettamente monitorati fino al raggiungimento di tale miglioramento. Dall’esperienza clinica generale si è osservato che il rischio di suicidio può aumentare nelle fasi precoci del miglioramento.
Inoltre, il medico deve considerare il rischio potenziale di eventi correlati al suicidio dopo brusca interruzione del trattamento con quetiapina, dovuti ai noti fattori di rischio della patologia in questione. Altre condizioni psichiatriche per le quali quetiapina è prescritta possono essere associate anche ad un aumentato rischio di eventi correlati al suicidio. In aggiunta, queste patologie possono essere associate con episodi depressivi maggiori. Le stesse precauzioni osservate quando si trattano pazienti con episodi depressivi maggiori si devono pertanto osservare quando si trattano pazienti con altri disturbi psichiatrici.
Pazienti con una storia di eventi correlati al suicidio, o che manifestino un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell’inizio del trattamento sono noti per essere a maggior rischio di pensieri suicidari o di tentativi di suicidio, e devono essere attentamente controllati durante il trattamento. Una metanalisi di studi clinici controllati con placebo di farmaci antidepressivi nei pazienti adulti con disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumentato rischio di comportamento suicidario con antidepressivi rispetto al placebo nei pazienti con meno di 25 anni.
Una stretta sorveglianza dei pazienti, in particolare di quelli ad alto rischio, deve accompagnare la terapia farmacologica soprattutto nelle fasi iniziali del trattamento e dopo cambiamenti di dose. I pazienti (e gli assistenti dei pazienti) devono essere avvertiti della necessità di monitorare qualsiasi peggioramento del quadro clinico, comportamenti o pensieri suicidari e cambiamenti inusuali del comportamento e di consultare immediatamente il medico se questi sintomi si presentano.
Negli studi clinici a breve termine controllati con placebo condotti in pazienti con episodi depressivi maggiori associati a disturbo bipolare è stato osservato un aumento del rischio degli eventi correlati al suicidio nei pazienti giovani adulti con meno di 25 anni che erano stati trattati con quetiapina rispetto a quelli trattati con placebo (3,0% vs. 0% rispettivamente).
Sintomi extrapiramidali
Negli studi clinici controllati con placebo nei pazienti adulti trattati per episodi depressivi maggiori nel disturbo bipolare, quetiapina è stata associata a un’aumentata incidenza di sintomi extrapiramidali (EPS) rispetto al placebo (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
L’uso di quetiapina è stato associato con lo sviluppo di acatisia, caratterizzata da un’irrequietezza soggettivamente spiacevole o da un’inquietudine angosciosa e dal bisogno di muoversi spesso accompagnato da un’incapacità di stare seduto o immobile. Questo è più probabile che si verifichi entro le prime settimane di trattamento. Nei pazienti che sviluppano questi sintomi, l’aumento della dose può essere dannoso.
Discinesia tardiva
La discinesia tardiva è una sindrome caratterizzata da movimenti discinetici potenzialmente irreversibili, involontari che possono svilupparsi nei pazienti trattati con farmaci antipsicotici tra cui la quetiapina. Qualora si manifestino segni e sintomi di discinesia tardiva, si deve prendere in considerazione una riduzione della dose o l’interruzione della terapia con Quetiapina Orion. I sintomi da discinesia tardiva possono peggiorare o perfino insorgere dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.8).
Sonnolenza e vertigini
Il trattamento con quetiapina è stato associato a sonnolenza e sintomi a essa correlati, quali sedazione (vedere paragrafo 4.8). Negli studi clinici per il trattamento di pazienti con depressione bipolare, l’insorgenza di tale evento si verifica usualmente entro i primi 3 giorni di trattamento ed è principalmente di intensità da lieve a moderata. I pazienti con depressione bipolare che manifestino sonnolenza di grave intensità possono richiedere controlli più frequenti per un periodo minimo di 2 settimane dall’insorgenza di sonnolenza, o fino al miglioramento dei sintomi e deve essere presa in considerazione l’interruzione del trattamento.
Il trattamento con quetiapina è stato associato a ipotensione ortostatica e vertigini a essa correlati (vedere paragrafo 4.8) che, come la sonnolenza si verificano durante il periodo iniziale di titolazione della dose. Questo può aumentare il rischio di lesioni accidentali (cadute), soprattutto nella popolazione anziana.
Pertanto, i pazienti devono essere avvertiti di prestare cautela fino a quando non hanno familiarità con i potenziali effetti del medicinale.
Patologie cardiovascolari
Quetiapina Orion deve essere usata con cautela nei pazienti con patologie cardiovascolari note o anamnesi familiare del prolungamento del QT, patologie cerebrovascolari o con altre condizioni di predisposizione all’ipotensione. La Quetiapina Orion può indurre ipotensione ortostatica, in particolare durante il periodo iniziale di titolazione della dose e pertanto in questo caso occorre considerare una riduzione della dose o una titolazione più graduale. Un regime di titolazione più lento deve essere considerato nei pazienti con patologia cardiovascolare sottostante.
Crisi epilettiche
Gli studi clinici controllati non hanno evidenziato differenze nell’incidenza di crisi epilettiche nei pazienti trattati con quetiapina o placebo. Non sono disponibili dati sull’incidenza delle crisi epilettiche nei pazienti con storia di disturbi epilettici. Come per gli altri antipsicotici, si raccomanda cautela nel trattamento di pazienti con storia di crisi epilettiche (vedere paragrafo 4.8).
Sindrome neurolettica maligna
La sindrome neurolettica maligna è stata associata al trattamento con farmaci antipsicotici, compresa quetiapina (vedere paragrafo 4.8). Le manifestazioni cliniche includono ipertermia, alterazione dello stato mentale, rigidità muscolare, instabilità del sistema nervoso autonomo e aumento della creatinfosfochinasi. In caso di comparsa di tali manifestazioni, il trattamento con Quetiapina Orion deve essere interrotto e deve essere instaurata un’appropriata terapia medica.
Neutropenia grave
Negli studi clinici con quetiapina sono stati riportati casi non comuni di grave neutropenia (conta dei neutrofili <0,5 X 109/L). La maggior parte degli episodi di neutropenia grave si è verificata entro un paio di mesi dall’inizio della terapia con quetiapina. Non è stata osservata un’apparente correlazione con il dosaggio. Nel corso dell’esperienza di post–commercializzazione, la risoluzione della leucopenia e/o neutropenia è avvenuta in seguito alla cessazione della terapia con quetiapina.
I possibili fattori di rischio per neutropenia comprendono una pre–esistente riduzione del numero di globuli bianchi (WBC) e un’anamnesi di neutropenia iatrogena. La somministrazione di quetiapina deve essere interrotta nei pazienti con una conta dei neutrofili <1,0 X 109/L. I pazienti devono essere controllati per i segni e sintomi di infezione e la conta dei neutrofili deve essere regolarmente monitorata (fino a quando superi valori di 1,5 X 109/L) (Vedere paragrafo 5.1).
Interazioni
Vedere anche paragrafo 4.5.
L’uso concomitante di quetiapina con un potente induttore degli enzimi epatici come la carbamazepina o la fenitoina riduce sostanzialmente le concentrazioni plasmatiche di quetiapina, con possibili ripercussioni sull’efficacia della terapia con quetiapina. Nei pazienti trattati con induttori degli enzimi epatici, il trattamento con quetiapina può essere iniziato solo se il medico ritiene che i benefici della quetiapina superino i rischi della sospensione degli induttori degli enzimi epatici. È importante che ogni variazione riguardante gli induttori sia graduale e, se necessario, sostituire la terapia con un farmaco non induttore (per es. sodio valproato).
Peso corporeo
Nei pazienti trattati con quetiapina è stato riportato un aumento del peso corporeo; i pazienti devono essere monitorati e trattati in maniera clinicamente appropriata in base alle linee–guida dell’antipsicotico utilizzato (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
Iperglicemia
Raramente sono stati riportati casi di iperglicemia e/o sviluppo o esacerbazione di diabete preesistente occasionalmente associato a chetoacidosi o coma, compresi alcuni casi con esito fatale (vedere paragrafo 4.8). In taluni casi un precedente aumento del peso corporeo poteva rappresentare un fattore predisponente. Pertanto è consigliabile un appropriato monitoraggio clinico in base alle linee–guida dell’antipsicotico utilizzato.
I pazienti trattati con qualsiasi farmaco antipsicotico, quetiapina inclusa, devono essere monitorati per possibili segni e sintomi di iperglicemia (come polidipsia, poliuria, polifagia e debolezza), mentre i pazienti con diabete mellito o con fattori di rischio per diabete mellito devono essere regolarmente controllati per un peggioramento del controllo del glucosio. Il peso corporeo deve essere sottoposto a controlli regolari.
Lipidi
Negli studi clinici con quetiapina sono stati osservati innalzamenti dei trigliceridi e del colesterolo LDL e totale e una riduzione del colesterolo HDL (vedere paragrafo 4.8). Gli aumenti dei lipidi devono essere gestiti in modo clinicamente appropriato.
Rischio metabolico
A causa delle variazioni osservate nel peso corporeo, glucosio ematico (vedere iperglicemia) e lipidi evidenziate negli studi clinici, può verificarsi nei pazienti (compresi quelli con valori basali normali) un possibile peggioramento del loro profilo di rischio metabolico, che deve essere gestito in modo clinicamente appropriato (vedere anche paragrafo 4.8).
Prolungamento dell’intervallo QT
La quetiapina, negli studi clinici e durante l’uso secondo le istruzioni riportate nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP), non è stata associata a un incremento persistente dell’intervallo QT assoluto. Nell’esperienza di post–commercializzazione il prolungamento dell’intervallo QT è stato osservato con quetiapina a dosi terapeutiche (vedere paragrafo 4.8) e nel sovradosaggio (vedere paragrafo 4.9). Come con altri antipsicotici, è necessaria cautela nella prescrizione di quetiapina a pazienti con malattie cardiovascolari o anamnesi familiare di prolungamento del QT. È anche necessario prestare cautela nella prescrizione di quetiapina con farmaci noti per allungare l’intervallo QT o con neurolettici concomitanti, soprattutto nei soggetti anziani, nei pazienti con sindrome del QT lungo congenita, insufficienza cardiaca congestizia, ipertrofia cardiaca, ipopotassiemia o ipomagnesemia (vedere paragrafo 4.5).
Reazioni acute da interruzione del trattamento
Dopo improvvisa interruzione del trattamento con quetiapina sono stati riportati sintomi da sospensione acuta quali insonnia, nausea, cefalea, diarrea, vomito, vertigini ed irritabilità. Si consiglia un’interruzione graduale nell’arco di un periodo di almeno una o due settimane (vedere paragrafo 4.8).
Pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza
Quetiapina non è autorizzata per il trattamento di pazienti con psicosi correlata alla demenza.
Negli studi clinici randomizzati controllati con placebo condotti in una popolazione di pazienti con demenza trattati con alcuni antipsicotici atipici, è stato osservato un aumento di circa 3 volte del rischio di eventi avversi cerebrovascolari. Il meccanismo di tale aumento del rischio non è noto. Non può essere escluso un aumento del rischio per altri antipsicotici o in altre popolazioni di pazienti. Quetiapina deve essere utilizzata con cautela nei pazienti con fattori di rischio per ictus.
In una metanalisi eseguita su farmaci antipsicotici atipici, è stato riportato un incremento del rischio di morte rispetto al placebo nei pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza. Tuttavia, in due studi clinici con quetiapina controllati verso placebo della durata di 10 settimane nella stessa popolazione di pazienti (n=710; età media: 83 anni; range: 56–99 anni) l’incidenza di mortalità nei pazienti trattati con quetiapina è stata del 5,5% rispetto al 3, 2% nel gruppo trattato con placebo. I pazienti in questi studi sono deceduti per varie cause in linea con quanto atteso per questa popolazione. Questi dati non hanno stabilito una relazione causale tra il trattamento con quetiapina e la morte in pazienti anziani con demenza.
Disfagia
Con quetiapina è stata riportata disfagia (vedere paragrafo 4.8). La quetiapina deve essere utilizzata con cautela nei pazienti a rischio di polmonite ab ingestis.
Tromboembolismo venoso (VTE)
Con l’uso di farmaci antipsicotici sono stati riportati casi di tromboembolismo venoso (VTE). Poiché i pazienti trattati con antipsicotici presentano spesso fattori di rischio acquisiti per VTE, è necessario identificare tutti i possibili fattori di rischio per VTE prima e durante il trattamento con quetiapina e adottare appropriate misure preventive.
Pancreatite
Negli studi clinici e durante l’esperienza post–commercializzazione sono state riportate pancreatiti, tuttavia una relazione causale non è stata stabilita. Tra le relazioni post–commercializzazione, molti pazienti presentavano fattori che sono noti per essere associati a pancreatite, come aumento dei trigliceridi (vedere paragrafo 4.4 Lipidi), calcoli biliari, e consumo di alcol.
Informazioni aggiuntive
I dati relativi all’uso di quetiapina in associazione con divalproex o litio negli episodi maniacali acuti da moderati a gravi sono limitati; tuttavia, la terapia combinata è risultata ben tollerata (vedere paragrafi 4.8 e 5.1). I dati hanno evidenziato un effetto additivo alla settimana 3.
Quetiapina Orion 100 mg, 200 mg e 300 mg compresse contiene lattosio monodrato (vedere paragrafo 2). I pazienti affetti da rari problemi ereditari da intolleranza al galattosio, deficit di lapp lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.
Gravidanza
La sicurezza e l’efficacia di quetiapina non sono state ancora stabilite durante il periodo di gravidanza.
Finora non sono emerse indicazioni negative dai test sugli animali; tuttavia non sono stati esaminati i possibili effetti sull’occhio del feto. Pertanto Quetiapina Orion deve essere somministrata durante la gravidanza solo se i benefici giustificano i potenziali rischi. Successivamente all’uso di Quetiapina in gravidanza sono stati osservati sintomi di astinenza nei neonati. I neonati esposti agli antipsicotici (inclusa la quetiapina) durante il terzo trimestre di gravidanza sono a rischio di reazioni avverse che includono sintomi extrapiramidali e/o di astinenza che possono variare di gravità e durata successivamente al parto. Sono stati riportati casi di agitazione, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, difficoltà respiratoria, o disordine alimentare. Di conseguenza, i neonati devono essere attentamente monitorati (vedere anche paragrafo 4.8).
Allattamento
Sono stati pubblicati dei report sull’escrezione di quetiapina nel latte materno umano, tuttavia il grado di escrezione non era consistente. Le donne che allattano al seno devono pertanto essere avvertite di evitare l’allattamento durante l’assunzione di Quetiapina Orion.
Le reazioni avverse al farmaco (ADR) più comunemente osservate con quetiapina sono sonnolenza, vertigini, secchezza delle fauci, astenia lieve, stipsi, tachicardia, ipotensione ortostatica e dispepsia.
Come per altri antipsicotici l’uso di quetiapina è stato associato ad incremento ponderale, sincope, sindrome neurolettica maligna, leucopenia, neutropenia ed edema periferico.
L’incidenza di ADR associate alla terapia con quetiapina, è riportata nella tabella seguente secondo il formato raccomandato dal Council for International Organizations of Medical Sciences (CIOMS III Working Group; 1995).
Classificazione per Sistemi e Organi | Molto Comune (≥1/10) | Comune (≥1/100, <1/10) | Non comune (≥1/1.000, <1/100) | Raro (≥1/10.000, <1/1.000) | Molto raro (<1/10.000) | Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Diminuzione dell’emoglo–bina23 | Leucopenia¹,29diminuzione dei neutrofili, eosinofilia28 | Trombocito–penia, anemia, diminuzione delle piastrine14 | Agranulocitosi27 | Neutropenia¹ | |
Disturbi del sistema immunitario | Ipersensibilità (incluse le reazioni allergiche cutanee) | Reazione anafilattica6 | ||||
Patologie endocrine | Iperprolattine–mia16, diminuzione del T4 totale25, diminuzione del T4 libero25, diminuzione del T3 totale25, aumento del TSH25 | Diminuzione del T3 libero25, ipotiroidismo22 | Alterata secrezione dell’ormone antidiuretico | |||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Innalzamento dei livelli sierici dei trigliceridi11, 31, innalzamento del colesterolo totale (prevalentemente il colesterolo LDL)12, 31, diminuzione del colesterolo HDL18, 31, aumento ponderale9, 31 | Aumento dell’appetito, aumento della glicemia fino a livelli iperglicemici7, 31 | Iponatriemia20 , diabete mellito1,5,6 | Sindrome metabolica30 | ||
Disturbi psichiatrici | Sogni anomali e incubi, ideazione suicidaria e comportamento suicidario21 | Sonnambu–lismo e reazioni correlate come parlare nel sonno e sonno correlato a disturbi alimentari | ||||
Patologie del sistema nervoso | Vertigini4,17, somnolenza2,17, cefalea | Sincope4,17, sintomi extrapiramidali1,22, disartria | Crisi epilettiche¹, sindrome delle gambe senza riposo, discinesia tardiva1,6 | |||
Patologie dell’occhio | Vista offuscata | |||||
Patologie cardiache | Tachicardia4 , palpitazioni24 | Prolungamento dell’intervallo QT1,13,19 Bradicardia33 | ||||
Patologie vascolari | Ipotensione ortostatica4,17 | Tromboembo–lismo venoso¹ | ||||
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Rinite, dispnea24 | |||||
Patologie gastrointestinali | Secchezza delle fauci | Costipazione, dispepsia, vomito26 | Disfagia8 | Pancreatite | ||
Patologie epatobiliari | Innalzamento sierico delle transaminasi (ALT, AST)³, innalzamento dei livelli di gamma–GT³ | Ittero6, epatite | ||||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Angioedema6, sindrome di Stevens–Johnson6 | Necrolisi epidermica tossica, eritema multiforme | ||||
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Rabdomiolisi | |||||
Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali | Sindrome da astinenza neonatale32 | |||||
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Disfunzioni sessuali | Priapismo, galattorrea, gonfiore del seno, disordini mestruali | ||||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Sintomi da astinenza (interruzione)1,10 | Astenia lieve, edema periferico, irritabilà, piressia | Sindrome neurolettica maligna¹, ipotermia | |||
Esami diagnostici | Innalzamento nel sangue della creatinfosfochinasi15 |
(1) Vedere paragrafo 4.4.
(2) Può verificarsi sonnolenza generalmente durante le prime due settimane di trattamento che si risolve solitamente con la prosecuzione della somministrazione di quetiapina.
(3) In alcuni pazienti trattati con quetiapina sono stati osservati aumenti asintomatici delle transaminasi sieriche (ALT, AST) o delle gamma–GT (spostamento dal valore normale a > 3X ULN in qualsiasi momento).
Tali aumenti sono stati generalmente reversibili proseguendo la terapia con quetiapina.
(4) Come con altri antipsicotici con attività alfa1 bloccante adrenergica, quetiapina può comunemente indurre ipotensione ortostatica, associata a vertigini, tachicardia e, in alcuni pazienti, sincope, specialmente durante la fase iniziale di titolazione (vedere paragrafo 4.4).
(5) In casi molto rari è stata riportata esacerbazione del diabete preesistente.
(6) Il Calcolo delle Frequenze per queste ADR deriva esclusivamente dai dati di post–commercializzazione.
(7) Glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dL (≥7,0 mmol/L) o glicemia non a digiuno ≥ 200 mg/dL (≥ 11,1 mmol/L) in almeno un’occasione.
(8) Un aumento del tasso di disfagia con quetiapina rispetto al placebo è stato osservato solo negli studi clinici nella depressione bipolare.
(9) Basato su un aumento ponderale >7% rispetto al peso basale iniziale. Si verifica prevalentemente durante le prime settimane di trattamento.
(10) I seguenti sintomi da astinenza sono stati osservati più frequentemente in studi clinici in acuto in monoterapia controllati verso placebo, che hanno valutato i sintomi da sospensione: insonnia, nausea, cefalea, diarrea, vomito, vertigini ed irritabilità. L’incidenza di queste reazioni è diminuita significativamente dopo 1 settimana dall’interruzione del farmaco.
(11) Trigliceridi ≥ 200 mg/dL (≥ 2,258 mmol/L) (pazienti con età ≥ 18 anni) o ≥ 150 mg/dL (≥ 1,694 mmol/L) (pazienti con età < 18anni) in almeno un’occasione.
(12) Colesterolo ≥ 240 mg/dL (≥ 6,2064 mmol/L) (pazienti con età ≥ 18 anni) o ≥ 200 mg/dL (≥ 5,172 mmol/L) (pazienti con età < 18 anni) in almeno un’occasione. È stato osservato con frequenza molto comune un aumento del colesterolo LDL ≥ 30 mg/dL (≥ 0,769 mmol/L). La variazione media tra i pazienti che hanno riportato questo aumento era pari a 41,7 mg/dL (≥ 1,07 mmol/L).
(13) Vedere testo sottostante.
(14) Piastrine ≤100 x 109/L in almeno un’occasione.
(15) Sulla base di eventi avversi di uno studio clinico relativi all’aumento nel sangue della creatinfosfochinasi non associato a sindrome neurolettica maligna.
(16) Livelli di prolattina (pazienti > 18 anni di età): > 20 mcg/L (> 869.56 pmol/L) maschi; > 30 mcg/L (> 1304,34 pmol/L) femmine, in qualunque momento di osservazione.
(17) Possono provocare cadute.
(18) Colesterolo HDL: < 40 mg/dL (1,025 mmol/L) maschi; < 50 mg/dL (1,282 mmol/L) femmine in qualsiasi momento.
(19) Incidenza di pazienti con QTc passato da < 450 msec a ≥ 450 msec con un aumento ≥ 30 msec. Negli studi clinici con quetiapina controllati con placebo la variazione media e l’incidenza di pazienti che hanno manifestato uno spostamento verso livelli clinicamente significativi siano simili nei gruppi trattati con quetiapina e placebo.
(20) Spostamento da > 132 mmol/L a ≤132 mmol/L in almeno un’occasione.
(21) Casi di ideazione suicidaria e comportamento suicidario sono stati riportati durante la terapia con quetiapina o subito dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
(22) Vedere paragrafo 5.1.
(23) Diminuzione dell’emoglobina a ≤13 g/dL (8,07 mmol/L) nei maschi, ≤12 g/dL (7,45 mmol/L) nelle femmine avvenuta in almeno un’occasione nel 11% dei pazienti trattati con quetiapina in tutti gli studi clinici comprese le estensioni in aperto. Per questi pazienti, la diminuzione media massima dei valori di emoglobina in qualsiasi momento, era –1,50 g/dL.
(24) Queste segnalazioni spesso avvengono in condizioni di tachicardia, vertigini, ipotensione ortostatica, e/o sottostanti la malattia cardiaca/respiratoria.
(25) Basato sugli spostamenti da valori basali normali a valori potenzialmente importanti da un puntop di vista clinico in qualsiasi momento successivo al basale in tutti gli studi clinici. Spostamenti del T4 totale, T4 libero, T3 totale e T3 libero sono definiti come <0,8 x LLN (pmol/L) e spostamenti del TSH in qualsiasi momento > 5 mIU/L.
(26) Basato sulla percentuale di aumento del vomito nei pazienti anziani (≥ 65 anni di età).
(27) Spostamento dei neutrofili da ≥1,5 x 109/L al basale a <0,5 x 109/L in qualsiasi momento durante il trattamento.
(28) Basato sugli spostamenti da valori basali normali a valori potenzialmente importanti da un punto di vista clinico in qualsiasi momento successivo al basale in tutti gli studi clinici. Gli spostamenti degli eosinofili sono definiti come >1 x 109cellule/L in qualsiasi momento.
(29) Basato sugli spostamenti da valori basali normali a valori potenzialmente importanti da un punto di vista clinico in qualsiasi momento successivo al basale in tutti gli studi clinici. Gli spostamenti dei WBCs sono definiti come ≤3 x 109cellule/L in qualsiasi momento.
(30) Basato sulle segnalazioni degli eventi avversi da sindrome metabolica provenienti da tutti gli studi clinici con quetiapina.
(31) In alcuni pazienti è stato osservato negli studi clinici un peggioramento di più di uno dei fattori metabolici che influenzano il peso, il glucosio nel sangue e i lipidi (vedi paragrafo 4.4)
(32) Vedere paragrafo 4.6.
(33) Può verificarsi in corrispondenza o appena all’inizio del trattamento ed essere associato ad ipotensione e/o sincope. Frequenza sulla base di eventi avversi riportati di bradicardia e eventi correlati in tutti gli studi clinici con quetiapina.
Casi di prolungamento del QT, aritmia ventricolare, inspiegabile morte improvvisa, arresto cardiaco e torsione di punta sono stati riportati con l’uso di neurolettici e sono considerati effetti di classe.
Bambini ed adolescenti (di età compresa tra 10 e 17 anni)
Le stesse ADR sopra descritte per gli adulti devono essere considerate per i bambini e per gli adolescenti. La tabella seguente riassume le ADR che si verificano con frequenza maggiore nei bambini e negli adolescenti (di età tra 10 e 17 anni) rispetto alla popolazione adulta oppure ADR che non sono state identificate nella popolazione adulta.
Le frequenze degli eventi avversi sono raggruppate come segue: Molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100, <1/10), non comune (≥ 1/1000, < 1/100), raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000) e molto raro (<1/10.000).
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto comune: Aumento dell’appetito
Esami diagnostici
Molto comune: Innalzamento della prolattina¹, aumento della pressione sanguigna²
Patologie del sistema nervoso
Molto comune: Sintomi extrapiramidali³
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comune: Irritabilità4
(1) Livelli di prolattina (pazienti < 18 anni di età): > 20 mcg/L (>869,56 pmol/L) maschi; > 26 mcg/L (> 1130,428 pmol/L) femmine in qualsiasi momento. Meno dell’1% dei pazienti hanno avuto un aumento del livello di prolattina >100 mcg/L.
(2) Basati sul superamento delle soglie clinicamente significative (adattate dai criteri del National Institutes of Health) o aumenti > 20 mmHg della pressione sanguigna sistolica o > 10 mmHg per la pressione sanguigna diastolica in qualsiasi momento in due studi clinici in acuto (3 –6 settimane) controllati con placebo condotti nei bambini e negli adolescenti.
(3) Vedere 5.1.
(4) Nota: La frequenza ricalca quella osservata nei pazienti adulti, ma l’irritabilità potrebbe essere associata a diverse implicazioni cliniche nei bambini e negli adolescenti rispetto agli adulti.
Nucleo della compressa (compressa da 25 mg):
Cellulosa microcristallina
Croscarmellosa sodica
Povidone (K 30)
Magnesio stearato
Nucleo della compressa (compressa da 100, 200 e 300 mg):
Cellulosa microcristallina
Calcio fosfato dibasico diidrato
Lattosio monoidrato
Carbossimetilamido sodico (Tipo A)
Povidone (K 30)
Magnesio stearato
Rivestimento della compressa (compresse da 25 e 100 mg):
Polivinil alcol parzialmente idrolizzato
Macrogol 3350
Talco
Biossido di titanio (E171)
Ossido di ferro (E172)
Rivestimento della compressa (compresse da 200 e 300 mg):
Polivinil alcol parzialmente idrolizzato
Macrogol 3350
Talco
Biossido di titanio (E171)
Questo medicinale non richiede condizioni speciali di conservazione.