Preterax (Servier italia spa)

Compresse rivestite fl30cpr riv5mg+1,25mg

Principio attivo:Perindopril arginina/indapamide
Gruppo terapeutico:Ace inibitori, associazioni
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutinePresente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ipertensione arteriosa essenziale
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    Posologia

    Posologia

    Una compressa rivestita con film di PRETERAX 5 mg/1,25 mg al giorno come dose singola, preferibilmente da assumere al mattino e prima di un pasto.

    Quando possibile, si raccomanda di eseguire una titolazione individualizzata dei componenti per la determinazione della dose. PRETERAX 5 mg/1,25 mg compresse rivestite con film deve essere usato quando la pressione arteriosa non è adeguatamente controllata con PRETERAX 2,5 mg /0.625 mg compresse rivestite con film (dove disponibile). Quando si ritiene clinicamente opportuno, può essere preso in considerazione il passaggio diretto dalla monoterapia a PRETERAX 5 mg/1,25 mg.

    Anziani (vedere paragrafo 4.4)

    Il trattamento deve essere iniziato dopo aver considerato la risposta pressoria e la funzionalità renale.

    Pazienti con insufficienza renale (vedere paragrafo 4.4)

    In caso di insufficienza renale grave (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min), il trattamento è controindicato.

    Nei pazienti con insufficienza renale moderata (clearance della creatinina 30–60 ml/min), si raccomanda di iniziare il trattamento con un dosaggio adeguato dei singoli componenti dell’associazione.

    Non è necessario modificare la dose nei pazienti con clearance della creatinina uguale o superiore a 60 ml/min. La pratica medica corrente deve prevedere un controllo frequente della creatinina e del potassio.

    Pazienti con insufficienza epatica (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2)

    Il trattamento è controindicato in caso di grave insufficienza epatica.

    Non è necessario modificare la dose nei pazienti con insufficienza epatica moderata.

    Popolazione pediatrica

    La sicurezza e l’efficacia del perindopril arginina/indapamide nella popolazione pediatrica non sono state accertate.

    PRETERAX 5 mg/1,25 mg non deve essere somministrato a bambini ed adolescenti.

    Modo di somministrazione

    Uso orale.

    Controindicazioni
  • altro
  • angioedema
  • gravidanza
  • diabete mellito
  • altra
  • torsioni di punta (vedere paragrafo
  • insufficienza cardiaca
  • ipersensibilità ad uno qualsiasi degli eccipienti
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    Interazioni
  • litio
  • diuretici tiazidici
  • antipertensivo
  • antinfiammatori
  • acido acetilsalicilico
  • antinfiammatorio
  • dopo
  • imipramina
  • neurolettici
  • tetracosactide
  • corticosteroidi
  • antipertensivi
  • agente
  • spironolattone
  • triamterene
  • sali di potassio
  • amiloride
  • insulina
  • sulfonamidi
  • ipoglicemizzanti): descritto
  • captopril
  • ipoglicemizzante
  • ipoglicemizzanti
  • tolleranza al glucosio
  • citostatici
  • agenti
  • immunosoppressori
  • procainamide
  • anestetici
  • ipotensivo
  • antiaritmici
  • chinidina
  • idrochinidina
  • disopiramide
  • amiodarone
  • bretilio
  • sotalolo
  • clorpromazina
  • butirrofenoni
  • droperidolo
  • aloperidolo
  • pimozide
  • cisapride
  • eritromicina
  • pentamidina
  • vincamina
  • metadone
  • astemizolo
  • terfenadina
  • glucocorticoidi
  • lassativi
  • digitalici
  • metformina
  • mezzi di contrasto iodati
  • calcio
  • ciclosporina
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    Avvertenze

    Avvertenze speciali

    Comuni a perindopril e indapamide

    Litio

    La combinazione di litio con l’associazione perindopril–indapamide è generalmente non raccomandata (vedere paragrafo 4.5).

    Correlate a perindopril

    Neutropenia/agranulocitosi

    In pazienti trattati con ACE inibitori sono stati riscontrati casi di neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia. Nei pazienti con funzione renale normale e in assenza di altri fattori complicanti, raramente compare neutropenia. Il perindopril deve essere somministrato con estrema cautela a pazienti con collagenopatie, in terapia con agenti immunosoppressori, trattati con allopurinolo o procainamide, o che presentino una combinazione di questi fattori di complicazione, specialmente in presenza di pre–esistente compromissione renale. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni gravi, che in pochi casi non hanno risposto a una terapia antibiotica intensiva. Se questi pazienti vengono trattati con perindopril, si raccomanda di eseguire periodicamente la conta dei globuli bianchi e di invitare questi pazienti a segnalare qualunque segno di infezione (ad es. mal di gola, febbre).

    Angioedema (edema di Quincke)

    Ipersensibilità/angioedema

    Un angioedema al volto, alle estremità, alle labbra, alla lingua, alla glottide e/o alla laringe è stato raramente segnalato in pazienti trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, perindopril incluso. Ciò può verificarsi in qualunque momento durante la terapia. In questi casi il trattamento con perindopril deve essere immediatamente sospeso e deve essere intrapreso un controllo appropriato per assicurare la completa risoluzione dei sintomi prima della dimissione del paziente. Nel caso di edema limitato al volto e alle labbra la reazione si è generalmente risolta senza trattamento, sebbene gli antistaminici siano stati utili nell’alleviare i sintomi.

    Un angioedema associato ad un edema laringeo può essere fatale. Nel caso in cui ci sia il coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe, che può provocare l’ostruzione delle vie aeree, deve essere somministrata prontamente una terapia appropriata, che può includere una soluzione di epinefrina sottocutanea a 1:1000 (da 0,3 ml a 0,5 ml) e/o misure per il mantenimento della pervietà delle vie aeree.

    Nei pazienti di razza nera trattati con ACE inibitori è stata riportata una maggiore incidenza di angioedema rispetto ai pazienti di altre razze.

    Pazienti con anamnesi di angioedema non correlato al trattamento con ACE inibitore possono presentare un rischio maggiore di comparsa di angioedema quando trattati con un ACE inibitore (vedere paragrafo 4.3).

    Raramente è stato riscontrato angioedema intestinale in pazienti trattati con ACE inibitori. Questi pazienti presentavano dolore addominale (con o senza nausea o vomito); in alcuni casi non c’era un precedente angioedema al volto e i livelli di C–1 esterasi erano normali. L’angioedema è stato diagnosticato per mezzo di procedure quali scansione CT dell’addome, ultrasuoni o in corso di intervento chirurgico e i sintomi si sono risolti dopo l’interruzione dell’ACE inibitore.

    L’angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti trattati con ACE inibitori che presentino dolore addominale.

    Reazioni anafilattoidi durante trattamento di desensibilizzazione

    In pazienti in terapia con ACE inibitori, sottoposti a un trattamento desensibilizzante per punture di imenotteri (api, vespe) sono stati riportati casi isolati di reazioni anafilattoidi severe e a rischio di vita per il soggetto. Gli ACE inibitori devono essere impiegati con cautela in pazienti allergici desensibilizzati ed evitati in quelli che si stanno sottoponendo a immunoterapia. Tuttavia, tali reazioni possono essere prevenute sospendendo temporaneamente l’ACE inibitore, almeno 24 ore prima di intraprendere il trattamento di desensibilizzazione, in quei pazienti che necessitano sia del trattamento con ACE inibitori che del trattamento di desensibilizzazione.

    Reazioni anafilattoidi durante aferesi delle LDL

    Raramente, in pazienti trattati con ACE inibitori sottoposti ad aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destran solfato sono stati riportati casi di reazioni anafilattoidi a rischio di vita per il soggetto. Queste reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente il trattamento con l’ACE inibitore prima di ogni aferesi.

    Pazienti in emodialisi

    In pazienti in dialisi con membrane ad alto flusso (ad es., AN 69®) e in terapia concomitante con ACE inibitore sono state segnalate reazioni anafilattoidi. Per questi pazienti deve essere preso in considerazione l’impiego di un tipo diverso di membrane per dialisi o di una classe diversa di agenti antipertensivi.

    Diuretici risparmiatori di potassio, sali di potassio

    L’associazione di perindopril con diuretici risparmiatori di potassio o sali di potassio è generalmente non raccomandata (vedere paragrafo 4.5).

    Duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS)

    Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

    Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.

    Gli ACE–inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

    Gravidanza

    La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

    Correlate ad indapamide

    In caso di affezione epatica, i diuretici tiazidici e affini possono provocare un’encefalopatia epatica. In questi casi, la somministrazione del diuretico deve essere immediatamente sospesa.

    Fotosensibilità

    Sono stati riportati casi di reazioni di fotosensibilità con tiazidici e diuretici affini (vedere paragrafo 4.8). Se la reazione di fotosensibilità compare durante il trattamento, se ne raccomanda l’interruzione. In caso sia comunque necessaria la risomministrazione del diuretico si raccomanda di proteggere le aree esposte al sole o ai raggi artificiali UVA.

    Opportune precauzioni d’impiego

    Comuni a perindopril e indapamide

    Insufficienza renale

    In caso di insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min), il trattamento è controindicato.

    In alcuni pazienti ipertesi senza lesione renale apparente preesistente e per i quali gli esami del sangue dei reni hanno mostrato una insufficienza renale funzionale, il trattamento deve essere sospeso ed eventualmente ripreso a posologia ridotta oppure con uno solo dei componenti.

    La pratica corrente deve prevedere per questi pazienti un controllo periodico del potassio e della creatinina dopo due settimane di trattamento e successivamente ogni due mesi in periodo di stabilità terapeutica. E’ stata riscontrata insufficienza renale principalmente nei pazienti con grave insufficienza cardiaca o sottostante insufficienza renale, compresa la stenosi dell’arteria renale. Il farmaco è generalmente sconsigliato in caso di stenosi bilaterale dell’arteria renale o di funzionalità ridotta ad un solo rene.

    Ipotensione e deplezione idroelettrolitica

    Esiste il rischio di ipotensione improvvisa in presenza di preesistente deplezione sodica (in particolare in pazienti con stenosi dell’arteria renale). Pertanto i segni clinici di deplezione idroelettrolitica, che può sopraggiungere in occasione di un episodio intercorrente di diarrea o di vomito, devono essere sistematicamente ricercati. Deve essere effettuato un controllo regolare degli elettroliti plasmatici di questi pazienti.

    Una marcata ipotensione può richiedere l’esecuzione di una infusione endovenosa di soluzione salina isotonica.

    Una ipotensione transitoria non costituisce controindicazione al proseguimento del trattamento. Una volta ristabilita una soddisfacente volemia e pressione arteriosa, è possibile riprendere il trattamento a dose ridotta oppure con uno solo dei componenti.

    Livelli di potassio

    L’associazione di perindopril e indapamide non esclude la comparsa di una ipokaliemia, soprattutto nei pazienti diabetici o con insufficienza renale. Come per ogni altro antipertensivo in associazione con un diuretico, deve essere effettuato un controllo regolare del potassio plasmatico.

    Eccipienti

    PRETERAX 5 mg/1,25 mg non deve essere somministrato nei pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit della Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio.

    Correlate a perindopril

    Tosse

    A seguito di somministrazione degli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina è stata riportata la comparsa di una tosse secca, le cui caratteristiche sono la persistenza e la scomparsa dopo interruzione del trattamento. In presenza di questo sintomo si deve considerare una possibile eziologia iatrogena. Nel caso in cui la prescrizione di un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina sia tuttavia preferita, si può considerare di continuare il trattamento.

    Popolazione pediatrica

    Nei bambini e negli adolescenti l’efficacia e la tollerabilità del perindopril, solo o in associazione, non sono state accertate.

    Rischio di ipotensione arteriosa e/o di insufficienza renale (in caso di insufficienza cardiaca, di deplezione idroelettrolitica,ecc...)

    E’ stata osservata una stimolazione notevole del sistema renina–angiotensina–aldosterone in particolare nel corso di marcate deplezioni di acqua ed elettroliti (stretto regime iposodico o trattamento diuretico prolungato) in pazienti con pressione arteriosa inizialmente bassa, in caso di stenosi arteriosa renale, di insufficienza cardiaca congestizia o di cirrosi con edema e ascite.

    Il blocco di questo sistema da parte di un inibitore dell’enzima di conversione dell’angiotensina può allora provocare, soprattutto alla prima assunzione e nel corso delle prime due settimane di trattamento, un brusco calo pressorio e/o un innalzamento della creatinina plasmatica segno di un’insufficienza renale funzionale. Occasionalmente questa può essere ad insorgenza acuta benché raramente e dopo un intervallo di tempo variabile.

    In questi casi, il trattamento deve essere iniziato ad una dose più bassa e aumentata progressivamente.

    Pazienti anziani

    Prima dell’inizio del trattamento devono essere controllate la funzionalità renale e i livelli di potassio. La dose iniziale deve essere adattata ulteriormente in funzione della risposta pressoria, in particolare in caso di deplezione idro elettrolitica, per evitare la comparsa di improvvisa ipotensione.

    Pazienti con aterosclerosi nota

    Il rischio di ipotensione è presente in tutti i pazienti, ma si dovrà essere particolarmente prudenti con quei pazienti affetti da cardiopatia ischemica o insufficienza circolatoria cerebrale, iniziando il trattamento ad un dosaggio ridotto

    Ipertensione nefrovascolare

    Il trattamento dell’ipertensione arteriosa nefrovascolare è la rivascolarizzazione.

    Tuttavia, gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina possono risultare utili per quei pazienti affetti da un’ipertensione nefrovascolare in attesa di un intervento chirurgico correttivo o quando esso non è possibile.

    Se PRETERAX 5 mg/1,25 mg è prescritto a pazienti con stenosi dell’arteria renale accertata o sospetta, il trattamento deve allora essere iniziato in ambiente ospedaliero, a bassa dose e sotto stretto controllo della funzione renale e dei livelli di potassio, poiché alcuni pazienti hanno sviluppato un’insufficienza renale funzionale, rivelatasi reversibile con l’interruzione del trattamento.

    Altri pazienti a rischio

    Nei pazienti con insufficienza cardiaca grave (stadio IV) o nei pazienti con diabete mellito insulino dipendente (tendenza spontanea all’iperkaliemia), il trattamento deve essere iniziato sotto stretto controllo medico e ad una dose iniziale ridotta. Non deve essere interrotto un eventuale trattamento con b–bloccanti nel paziente iperteso con insufficienza coronarica: l’ACE inibitore deve essere associato al b–bloccante.

    Pazienti diabetici

    Nei pazienti diabetici precedentemente trattati con agenti antidiabetici orali o insulina, i livelli di glicemia devono essere attentamente controllati durante il primo mese di terapia con un ACE inibitore.

    Differenze etniche

    Al pari di altri inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, perindopril può essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa in pazienti di razza nera rispetto ai pazienti di altre razze, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di ridotte concentrazioni di renina nella popolazione ipertesa di razza nera.

    Intervento chirurgico/ anestesia

    In caso di anestesia, ed a maggior ragione se l’anestesia è effettuata con agenti a potenziale ipotensivo, gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina possono provocare ipotensione.

    L’interruzione del trattamento, se possibile, è quindi raccomandata un giorno prima dell’intervento chirurgico per gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina a lunga durata d’azione, come perindopril.

    Stenosi della valvola aortica o mitrale cardiomiopatia ipertrofica

    Gli ACE inibitori devono essere utilizzati con cautela in pazienti con ostruzione del tratto d’efflusso del ventricolo sinistro.

    Insufficienza epatica

    In rari casi, gli ACE inibitori sono stati associati ad una sindrome che inizia con ittero colestatico e progredisce verso una necrosi epatica fulminante e (talora) verso la morte. Il meccanismo di tale sindrome non è noto. Pazienti in trattamento con ACE inibitori che sviluppano ittero o un marcato incremento degli enzimi epatici devono interrompere l’assunzione dell’ACE inibitore e ricevere una appropriata assistenza medica (vedere paragrafo 4.8).

    Iperkaliemia

    In alcuni pazienti in terapia con ACE inibitori, perindopril incluso, è stato osservato un aumento delle concentrazioni sieriche di potassio. I fattori di rischio per l’insorgenza di iperkaliemia includono insufficienza renale, peggioramento della funzione renale, età (> 70 anni), diabete mellito, eventi concomitanti, in particolare disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica e uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (ad es., spironolattone, eplerenone, triamterene o amiloride), integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio; sono inoltre a rischio più elevato i pazienti che assumono altri farmaci associati ad un incremento del potassio sierico (es. eparina).

    L’uso di integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio, o sostituti del sale contenenti potassio, in particolare nei pazienti con funzione renale compromessa, può portare ad un aumento significativo del potassio sierico. L’iperkaliemia può causare serie e talvolta fatali aritmie. Se si ritiene opportuno l’uso concomitante degli agenti sopra menzionati, essi devono essere utilizzati con cautela e deve essere effettuato un frequente monitoraggio del potassio sierico (vedere paragrafo 4.5).

    Correlate ad indapamide

    Equilibrio idroelettrolitico

    Livelli di sodio

    Devono essere controllati prima di iniziare il trattamento e in seguito,ad intervalli regolari.Un trattamento diuretico può infatti provocare una riduzione dei livelli di sodio, con conseguenze a volte gravi. Il calo dei livelli di sodio può essere inizialmente asintomatico e un controllo regolare è quindi indispensabile. Il controllo deve essere effettuato ancor più di frequente nei pazienti a rischio, anziani e cirrotici (vedere paragrafi 4.8 e 4.9).

    Livelli di potassio

    La deplezione potassica con ipokaliemia rappresenta il rischio maggiore dei diuretici tiazidici e affini. Il rischio di insorgenza di livelli ridotti di potassio (< 3,4 mmol/l) deve essere prevenuto in alcuni pazienti a rischio quali gli anziani e/o denutriti e/o politrattati, i cirrotici con edema e ascite, i coronaropatici ed i pazienti con insufficienza cardiaca.

    In questi casi, infatti, l’ipokaliemia potenzia la tossicità cardiaca dei digitalici ed il rischio di turbe del ritmo cardiaco.

    Anche i soggetti con intervallo QT lungo, di origine sia congenita che iatrogena, sono a rischio. L’ipokaliemia, come pure la bradicardia, agisce come fattore predisponente alla comparsa di turbe gravi del ritmo cardiaco, soprattutto di torsioni di punta, che possono essere fatali.

    In tutti questi casi, è necessario un controllo più frequente dei livelli di potassio. Il primo controllo del potassio plasmatico deve essere effettuato nel corso della prima settimana di trattamento.

    Se si rilevano bassi livelli di potassio si richiede la loro correzione.

    Livelli di calcio

    I diuretici tiazidici e affini possono ridurre l’escrezione urinaria del calcio e provocare un aumento leggero e transitorio dei livelli di calcioplasmatici. Un aumento marcato dei livelli di calcio può essere correlato ad un iperparatiroidismo non diagnosticato. In questi casi il trattamento deve essere interrotto prima di esplorare la funzione paratiroidea.

    Glicemia

    E’ importante, nei pazienti diabetici, effettuare un controllo della glicemia soprattutto in presenza dibassi livelli di potassio.

    Acido urico

    Nei pazienti iperuricemici, può aumentare la tendenza ad attacchi di gotta.

    Funzione renale e diuretici

    I diuretici tiazidici e affini sono pienamente efficaci solamente se la funzione renale è normale o minimamente compromessa (livelli di creatinina inferiori a valori dell’ordine di 25 mg/l, ovvero 220 mmol/l nell’adulto).

    Nel soggetto anziano, il valore dei livelli di creatinina nel plasma deve essere aggiustato tenendo conto dell’età, del peso e del sesso del paziente, secondo la formula di Cockroft:

    C1cr = (140–età) x peso/0,814 x creatininemia

    con: l’età espressa in anni

    il peso espresso in Kg

    il valore di creatinina nel plasma espressa in micromol/l

    Questa formula è valida per i soggetti anziani di sesso maschile e deve essere corretta per le donne moltiplicando il risultato per 0,85.

    L’ipovolemia, dovuta alla perdita di acqua e di sodio causata dal diuretico ad inizio trattamento, provoca una riduzione della filtrazione glomerulare. Ne può derivare un aumento dell’urea ematica e dei livelli di creatinina. Questa insufficienza renale funzionale transitoria non provoca conseguenze nel paziente con funzione renale normale, ma può invece aggravare un’insufficienza renale preesistente.

    Sportivi

    Si deve richiamare l’attenzione degli sportivi sul fatto che questa specialità medicinale contiene un principio attivo che può indurre una reazione positiva ai test di controllo antidoping.

    Gravidanza

    Dati gli effetti dei singoli componenti di questa associazione sulla gravidanza e l’allattamento PRETERAX 5 mg/1,25 mg non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza. PRETERAX 5 mg/1,25 mg è controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza.

    PRETERAX 5 mg/1,25 mg è controindicato durante l’allattamento. Si deve quindi decidere se interrompere l’allattamento o interrompere PRETERAX 5 mg/1,25 mg considerando l’importanza di questa terapia per la madre.

    Gravidanza

    Correlate a perindopril

    L’uso degli ACE inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso degli ACE inibitori è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    L’ evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.

    E’ noto che nella donna l’esposizione ad ACE inibitori durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).

    Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.

    I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente osservati per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    Correlati ad indapamide

    L’esposizione prolungata alla tiazide durante il terzo trimestre di gravidanza può ridurre il volume del plasma materno nonché il flusso sanguigno uteroplacentare che possono provocare ischemia feto–placentare e ritardo della crescita. Inoltre, sono stati riportati rari casi di ipoglicemia e trombocitopenia in neonati in seguito ad esposizione al termine della gravidanza.

    Allattamento

    PRETERAX 5 mg/1,25 mg è controindicato durante l’allattamento.

    Correlati a perindopril

    Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di perindopril durante l’allattamento, perindopril non è raccomandato e sono da preferire trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o prematuri.

    Correlati ad indapamide

    L’indapamide è escreta nel latte materno. L’indapamide è molto simile ai diuretici tiazidici per i quali è stata osservata, durante l’allattamento, una diminuzione o anche una soppressione della produzione di latte materno. Possono manifestarsi ipersensibilità ai farmaci derivati delle sulfonamidi, ipokaliemia e ittero nucleare.

    Effetti Collaterali

    La somministrazione di perindopril inibisce il sistema renina–angiotensina–aldosterone e tende a ridurre la perdita di potassio indotta dall’indapamide. Nel 4 % dei pazienti in trattamento con PRETERAX 5 mg/1,25 mg è stata osservata una ipokaliemia (livelli di potassio < 3,4 mmol/l).

    Sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati che sono stati classificati in base alla classificazione sistemica organica MedDRA, secondo la seguente frequenza:

    Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1000, <1/100); raro (≥1/10000, <1/1000); molto raro (<1/10000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

    Patologie del sistema emolinfopoietico

    Molto raro

    • trombocitopenia, leucopenia/neutropenia, agranulocitosi, anemia aplastica, anemia emolitica.

    • In pazienti particolari (sottoposti a trapianto di rene, emodializzati) sotto trattamento con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, è stata riportata anemia (vedere paragrafo 4.4).

    Disturbi psichiatrici

    Non comune: disturbi dell’umore o del sonno

    Patologie del sistema nervoso

    Comune: parestesia, cefalea, astenia, sensazione di capogiro, vertigini

    Molto raro: confusione.

    Non nota: sincope

    Patologie dell’occhio

    Comune: alterazioni della visione

    Patologie dell’orecchio e del labirinto

    Comune: tinnito

    Patologie cardiache

    Molto raro: aritmia compresa bradicardia, tachicardia ventricolare, fibrillazione atriale, angina pectoris e infarto miocardico probabilmente secondari a marcata ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4).

    Non nota: torsione di punta (potenzialmente fatale) (vedere paragrafi 4.4 e 4.5).

    Patologie vascolari

    Comune: ipotensione ortostatica o non (vedere paragrafo 4.4)

    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

    Comune: con l’utilizzo degli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina è stata riferita la comparsa di tosse secca caratterizzata dalla sua persistenza e dalla sua scomparsa alla sospensione del trattamento. Una eziologia iatrogena deve essere presa in considerazione in presenza di questo sintomo. Dispnea.

    Non comune: broncospasmo.

    Molto raro: polmonite eosinofila, rinite.

    Patologie gastrointestinali

    Comune: costipazione, secchezza della bocca, nausea, dolore epigastrico, anoressia, vomito, dolore addominale, disturbo del gusto, dispepsia, diarrea

    Molto raro: pancreatite.

    Patologie epatobiliari

    Molto raro: epatite, sia citolitica che colestatica (vedere paragrafo 4.4)

    Non noto: In caso di insufficienza epatica, possibilità di comparsa di encefalopatia epatica (vedere paragrafi 4.3 e 4.4)

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

    Comune: eruzione cutanea, prurito, eruzioni maculopapulose

    Non comune:

    • angioedema al volto, alle estremità, alle labbra, alle mucose, alla lingua, alla glottide e/o alla laringe, orticaria (vedere paragrafo 4.4)

    • reazioni di ipersensibilità, principalmente a livello dermatologico, in soggetti predisposti a manifestazioni allergiche e asmatiche

    • porpora

    Possibilità di aggravamento di un lupus eritematoso acuto sistemico preesistente

    Molto raro: eritema multiforme, necrolisi epidermica tossica, sindrome di Stevens Johnson.

    Sono stati riportati casi di reazioni di fotosensibilità (vedere paragrafo 4.4)

    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

    Comune: crampi

    Patologie renali e urinarie

    Non comune: insufficienza renale

    Molto raro: insufficienza renale acuta

    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

    Non comune: impotenza

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

    Comune: astenia

    Non comune: sudorazione

    Esami diagnostici

    Non nota :

    • elettrocardiogramma: prolungamento dell’intervallo QT (vedere paragrafi 4.4 e 4.5);

    • aumento della glicemia e della uricemia durante il trattamento;

    • aumento moderato dell’urea e dei livelli di creatinina plasmatica, reversibile alla sospensione del trattamento, più spesso riportato in caso di stenosi dell’arteria renale, ipertensione arteriosa trattata con diuretici, insufficienza renale.

    • livelli elevati degli enzimi epatici.

    Disturbi del metabolismo e della nutrizione

    Raro: ipercalcemia

    Non nota :

    • deplezione di potassio con ipokaliemia, particolarmente grave in certe popolazioni di pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4);

    aumento dei livelli di potassio, generalmente transitorio;

    iponatremia con ipovolemia responsabile della disidratazione e di ipotensione ortostatica.

    Eccipienti

    Nucleo

    Lattosio monoidrato

    Magnesio stearato (E470B)

    Maltodestrina

    Silice colloidale anidra (E551)

    Sodio amido glicolato (tipo A)

    Film di rivestimento

    Glicerolo (E422)

    Ipromellosa (E464)

    Macrogol 6000

    Magnesio stearato (E470B)

    Titanio diossido (E171)

    Conservazione

    Conservare il contenitore ben chiuso per proteggere il prodotto dall’umidità.