Il trattamento va possibilmente adattato alle necessità individuali in funzione della gravità della malattia e della risposta del paziente.
Nei pazienti con funzionalità epatica compromessa può rendersi necessario un accurato controllo e, nei casi gravi, anche una riduzione del dosaggio.
La co–somministrazione con inibitori del CYP 3A4 o induttori del CYP 3A4 può comportare la raccomandazione di adattare il dosaggio di nifedipina o di non usarla per nulla (vedere paragrafo 4.5).
Il succo di pompelmo deve essere evitato (vedere paragrafo 4.5).
Posologia
Salvo diversa prescrizione medica, valgono le seguenti direttive posologiche:
Adulti | Dose |
1. Cardiopatia ischemica | |
angina pectoris cronicamente stabile (angina da sforzo) | 1 cpr di nifedipina da 30 mg al giorno |
La dose può essere gradatamente aumentata, in accordo con le esigenze individuali dei pazienti, fino ad un dosaggio massimo di 120 mg somministrato una volta al giorno, al mattino.
2. Ipertensione arteriosa | 1 cpr di nifedipina da 30 mg al giorno |
In alcuni casi può risultare opportuno incrementare gradualmente la dose, secondo le esigenze individuali, fino ad un dosaggio massimo di 60 mg somministrato una volta al giorno, al mattino.
Modo di somministrazione
In genere, la compressa rivestita deve essere ingerita con un po’ di liquido al mattino, indipendentemente dai pasti; le compresse non devono essere masticate o spezzate.
Qualsiasi aggiustamento ai dosaggi superiori o inferiori deve essere effettuato solo sotto controllo medico.
La sostanza fotosensibile contenuta nella compressa è sostanzialmente protetta dalla luce all’interno ed al di fuori della confezione.
Internamente alla confezione, le compresse sono anche protette dall’umidità e quindi devono essere estratte dall’astuccio solo a scopo di assunzione.
Durata del trattamento
Secondo prescrizione del medico curante.
Popolazioni speciali
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l’efficacia di nifedipina nei bambini al di sotto dei 18 anni di età non sono state stabilite.
Pazienti geriatrici
Sulla base dei dati di farmacocinetica per Nifedipina Mylan Generics Italia non è necessario alcun adattamento della dose negli anziani sopra i 65 anni.
Pazienti con insufficienza epatica
Nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica può essere necessario un monitoraggio attento e, nei casi più gravi, una riduzione della dose.
Pazienti con insufficienza renale
Sulla base dei dati di farmacocinetica non sono necessari aggiustamenti posologici nei pazienti con insufficienza renale (vedere paragrafo 5.2).
I dati al momento disponibili per l’uso di nifedipina nell’ipertensione sono descritti nel paragrafo 5.1.
Deve essere esercitata attenzione nei pazienti con pressione sanguigna molto bassa (grave ipotensione con pressione sistolica inferiore a 90 mmHg), nei casi di insufficienza cardiaca manifesta e nel caso di grave stenosi aortica.
La nifedipina deve essere usata con cautela nei pazienti in trattamento con beta–bloccanti o farmaci ipotensivi.
La nifedipina non deve essere usata in gravidanza a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano il trattamento con nifedipina. Questa deve essere riservata alle donne con ipertensione grave che non rispondono alla terapia standard (vedere paragrafo 4.6).
In corso di gravidanza (vedere paragrafo 4.3), in situazioni di emergenza ipertensiva, quali ad esempio l’eclampsia il farmaco deve essere utilizzato sotto la responsabilità e lo stretto controllo del medico.
L’uso di nifedipina non è raccomandato durante l’allattamento, perché è stato riportato che la nifedipina può essere escreta nel latte umano e gli effetti di assorbimento orale di piccole quantità di nifedipina non sono noti (vedere paragrafo 4.6).
Si raccomanda un attento monitoraggio della pressione sanguigna anche quando si somministra nifedipina in associazione a solfato di magnesio per via endovenosa, a causa di una possibile eccessiva caduta pressoria che potrebbe danneggiare sia la madre che il feto.
Come per altri materiali non deformabili, deve essere usata prudenza qualora si somministri nifedipina a pazienti con pre–esistenti gravi stenosi del tratto gastrointestinale, poiché potrebbero insorgere dei sintomi ostruttivi. Possono verificarsi bezoari in casi molto rari, che possono richiedere un intervento chirurgico.
In singoli casi i sintomi ostruttivi sono stati descritti anche senza il riscontro anamnestico di disturbi gastrointestinali.
Nel corso di indagini radiologiche con contrasto di bario nifedipina può dare delle immagini falsamente positive (come dei difetti di riempimento interpretabili come polipi).
Nei pazienti con funzionalità epatica compromessa può rendersi necessario un accurato controllo e, nei casi gravi, anche una riduzione del dosaggio (vedere paragrafo 5.2).
La nifedipina viene metabolizzata tramite il sistema del citocromo P450 3A4. I farmaci che sono noti inibitori o induttori di questo sistema enzimatico possono quindi modificare l’effetto di primo passaggio o la clearance della nifedipina (vedere paragrafo 4.5).
Farmaci, che sono inibitori del sistema del citocromo P450 3A4, e quindi possono dare luogo ad un incremento nelle concentrazioni di nifedipina, sono ad esempio:
– antibiotici macrolidi (ad es. eritromicina),
– inibitori delle proteasi anti–HIV (ad es. ritonavir),
– antimicotici azolici (ad es. ketoconazolo),
– gli antidepressivi nefazodone e fluoxetina,
– quinupristin/dalfopristin,
– acido valproico,
– cimetidina.
In caso di somministrazione contemporanea di questi farmaci, la pressione arteriosa deve essere monitorata e, se necessario, deve essere considerata una riduzione della dose di nifedipina.
Per l’uso nelle popolazioni speciali vedere paragrafo 4.2.
Nei pazienti sotto dialisi, affetti da ipertensione maligna e insufficienza renale irreversibile con ipovolemia, occorre prestare attenzione in quanto si può verificare un notevole calo pressorio a causa della vasodilatazione.
Nei rari casi in cui compare dolore in ambito toracico (talora disturbi tipo angina pectoris), deve essere consultato il medico curante.
Qualora si manifesti un edema periferico in pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia occorre differenziare gli edemi dovuti alla nifedipina da quelli conseguenti ad un peggioramento della funzionalità ventricolare sinistra.
Durante il trattamento dei pazienti diabetici o a rischio diabetico, la glicemia deve essere accuratamente controllata; se compare iperglicemia, la terapia deve essere sospesa.
Nifedipina non esercita comunque alcun effetto diabetogeno.
Non esistono studi adeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza.
Eccipienti
Nifedipina Mylan Generics Italia contiene lattosio monoidrato. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp–lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.
Gravidanza
La nifedipina non deve essere utilizzata durante la gravidanza a meno che le condizioni cliniche della donna richiedano un trattamento con nifedipina. La nifedipina deve essere riservata solo a donne con grave ipertensione che non rispondono alla terapia standard (vedere paragrafo 4.4).
Non esistono studi adeguati e ben controllati nelle donne in gravidanza.
Le informazioni disponibili sono inadeguate ad escludere effetti del farmaco sul nascituro e sul neonato.
Dall’evidenza clinica disponibile non è stato identificato uno specifico rischio prenatale. Tuttavia, sono stati segnalati aumento di asfissia perinatale, di parto cesareo così come di prematurità e di ritardo della crescita uterina. Non è chiaro se queste segnalazioni siano dovute all’ipertensione sottostante, al suo trattamento o all’effetto specifico del farmaco.
In studi su animali la nifedipina si è dimostrata in grado di provocare embriotossicità, fetotossicità e teratogenicità.
La nifedipina si è dimostrata in grado di provocare effetti teratogeni nel ratto e nel coniglio, comprese le anomalie digitali. Tali anomalie sono, verosimilmente, il risultato della compromissione del flusso ematico uterino. La somministrazione del principio attivo ha comportato una varietà di effetti tossici a carico dell’embrione, della placenta e del feto come scarso sviluppo fetale (ratto, topo, coniglio), ridotte dimensioni placentari ed ipotrofia dei villi coriali (scimmia), morte degli embrioni e dei feti (ratto, topo, coniglio) e prolungamento della gestazione/ridotta sopravvivenza neonatale (ratto; non valutati in altre specie). Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, embriotossici e fetotossici erano tossici per l’organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte superiori la posologia massima indicata per l’impiego umano.
Allattamento
La nifedipina passa nel latte materno. La concentrazione di nifedipina nel latte è quasi comparabile alla concentrazione sierica della madre. Per le formulazioni a rilascio immediato, si raccomanda di ritardare l’allattamento al seno o l’estrazione del latte da 3 a 4 ore dopo la somministrazione del medicinale per diminuire l’esposizione alla nifedipina del neonato (vedere paragrafo 4.4).
Fertilità
In singoli casi di fecondazione in vitro i calcio–antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corrispondenza della parte apicale dello spermatozoo, con possibile alterazione funzionale dello sperma. Nei casi di ripetuto insuccesso della fecondazione in vitro, non riconducibili ad altri motivi, i calcio–antagonisti come la nifedipina devono essere considerati come possibile causa.
Vengono elencate di seguito le reazioni avverse al farmaco (ADRs) segnalate nel corso degli studi clinici condotti con nifedipina verso placebo, e classificate secondo le categorie di frequenza CIOMS III (dati tratti dal data base di studi clinici: nifedipina n = 2.661; placebo n = 1.486; status: 22 febbraio 2006 – e dati tratti dallo studio ACTION: nifedipina n = 3.825; placebo n = 3.840):
Le reazioni avverse classificate come "comuni" sono state osservate con una frequenza inferiore al 3%, con l’eccezione dell’edema (9,9%) e della cefalea (3,9%).
Le frequenze delle reazioni avverse segnalate con i prodotti a base di nifedipina sono riassunte nella tabella seguente. All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità. Le frequenze sono definite come: comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100) e raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000). Le reazioni avverse identificate solo durante la sorveglianza post–marketing e per le quali non è stato possibile definire la frequenza, sono riportate sotto "Non noto".
Classificazione per sistemi e organi (MedDRA) | Comune | Non comune | Raro | Non noto |
Patologie del sistema emolinfopoietico | Agranulocitosi, leucopenia | |||
Disturbi del sistema immunitario | Reazione allergica, Edema allergico/ angioedema (incl. edema laringeo1) | Prurito, Orticaria, Eruzione cutanea | Reazione anafilattica/ anafilattoide | |
Disturbi psichiatrici | Reazioni ansiose, Disturbi del sonno, Insonnia, Nervosismo | |||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Iperglicemia | |||
Patologie del sistema nervoso | Cefalea | Vertigine, Emicrania, Capogiro, Tremore | Parestesia/ disestesia | Ipoestesia, Sonnolenza |
Patologie dell’occhio | Disturbi visivi | Dolore oculare | ||
Patologie cardiache | Tachicardia, Palpitazioni | Dolore toracico (Angina pectoris) | ||
Patologie vascolari | Edema, Vasodilatazione (vampate, sensazione di calore) | Ipotensione, Sincope | ||
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Epistassi, Congestione nasale | Dispnea | ||
Patologie gastrointestinali | Costipazione | Dolore gastrointestinale e addominale, Nausea, Dispepsia, Flatulenza, Secchezza delle fauci, Diarrea | Iperplasia gengivale | Bezoari, Disfagia, Ostruzione intestinale, Ulcera intestinale, Vomito, Insufficienza dello sfintere gastroesofageo |
Patologie epatobiliari | Incremento transitorio degli enzimi epatici, Aumento delle transaminasi, Colestasi intraepatica | Ittero | ||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Eritema | Necrolisi epidermica tossica, Reazione fotoallergica, Porpora palpabile | ||
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Crampi muscolari, Gonfiore articolare | Artralgia, Mialgia | ||
Patologie renali e urinarie | Poliuria, Disuria | |||
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Disfunzione erettile | |||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Sensazione di malessere, Astenia (stanchezza) | Dolore aspecifico, Dolore alle estremità, Brividi |
1 = possono provocare esiti letali.
Nei pazienti in dialisi con ipertensione maligna ed ipovolemia si può verificare, a seguito della vasodilatazione, una marcata caduta della pressione arteriosa.
Effetti indesiderati che si possono manifestare in casi sporadici sono: ginecomastia.
Sono stati, occasionalmente, segnalati anche: episodi di epatite, aumento di fosfatasi alcalina o LDH, pirosi gastrica, mal di gola, tosse, disturbi della sfera sessuale, febbre, sudorazione, trombocitopenia, anemia, rigidità articolari.
Con altre formulazioni di nifedipina: dermatite esfoliativa, eritromelalgia.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco Sito web: www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Povidone, talco, ipromellosa, carbomer 974P, silice colloidale anidra, magnesio stearato, lattosio monoidrato, ossido ferrico (E172), titanio diossido (E171), macrogol 4000, polimetacrilato basico (Eudragit "E").
La sostanza fotosensibile contenuta nella compressa è sostanzialmente protetta dalla luce all’interno ed al di fuori della confezione. Si consiglia tuttavia di non esporre a lungo le compresse alla luce solare diretta.
Conservare nella confezione originale.