Posologia
Adulti
Monoterapia e combinazione con altri agenti antidiabetici per uso orale
• La dose di partenza consueta consiste in una compressa somministrata 2 o 3 volte al giorno durante o dopo i pasti.
• Dopo 10–15 giorni la dose deve essere adattata in base agli esiti delle misurazioni della glicemia. Un incremento lento della dose può determinare un miglioramento della tollerabilità gastrointestinale. La dose massima raccomandata di metformina cloridrato è di 3 g al giorno.
• Se è previsto il passaggio da un altro trattamento con agente antidiabetico orale: interrompere la terapia con l’altro agente e iniziare il trattamento con Metformina Teva alla dose sopra indicata.
Terapia combinata con insulina
Metformina e insulina possono essere usate in terapia combinata per ottenere un miglior controllo del glucosio nel sangue.
Metformina è somministrata alla consueta dose iniziale di una compressa 2–3 volte al giorno, mentre la dose di insulina è regolata sulla base delle misurazioni di glucosio ematico.
Pazienti anziani
A causa della possibilità di ridotta funzione renale nei pazienti anziani, la dose di metformina deve essere regolato in base alla funzione renale. E’ necessario un regolare controllo della funzione renale (vedere il paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica
Monoterapia e terapia combinata con insulina
• Metformina può essere usata nei bambini di età superiore ai 10 anni e negli adolescenti.
• Di norma la dose iniziale è una compressa da 500 mg o 850 mg di metformina cloridrato una volta al giorno, somministrata durante o dopo i pasti.
• Dopo 10–15 giorni la dose deve essere adattata in base agli esiti delle misurazioni della glicemia. Un incremento lento della dose può determinare un miglioramento della tollerabilità gastrointestinale. La dose massima raccomandata di metformina cloridrato è 2 g al giorno, assunti come 2 o 3 dosi separate.
Acidosi lattica
L’acidosi lattica è una complicazione metabolica molto rara, ma grave (mortalità elevata in assenza di trattamento tempestivo), che si può verificare a causa dell’accumulo di metformina. I casi segnalati di acidosi lattica in pazienti in trattamento con metformina si sono verificati principalmente in pazienti diabetici che presentavano insufficienza renale significativa. L’incidenza di acidosi lattica può e deve essere ridotta valutando anche altri fattori di rischio associati come ad esempio diabete insufficientemente controllato, chetosi, digiuno prolungato, consumo di alcool eccessivo, insufficienza epatica e qualsiasi condizione associata all’ipossia.
Diagnosi
Il rischio di acidosi lattica deve essere preso in considerazione in caso di comparsa di segni non specifici, come crampi muscolari associati a disturbi della digestione, ad esempio dolore addominale e astenia grave.
L’acidosi lattica è caratterizzata da dispnea acidosica, dolore addominale, ipotermia e può portare al coma.
Esiti diagnostici degli esami di laboratorio sono la diminuzione del pH ematico, livelli di lattato nel plasma superiori a 5 mmol/l, e un aumento del gap anionico e del rapporto lattato/piruvato.
Qualora si sospettasse insorgenza di acidosi metabolica, il trattamento con Metformina Teva deve essere interrotto e il paziente immediatamente ricoverato in ospedale (vedere il paragrafo 4.9).
Il medico deve avvertire i pazienti del rischio e dei sintomi dell’acidosi lattica.
Funzione renale
Poiché la metformina viene escreta per via renale, la clearance della creatinina (può essere stimata dai livelli di creatinina sierica usando la formula di Cockcroft–Gault) deve essere determinata prima di iniziare il trattamento e in seguito regolarmente:
• almeno una volta all’anno in pazienti con funzione renale normale,
• almeno da due a quattro volte l’anno in pazienti con livelli di clearance della creatinina al limite inferiore di normalità e nei pazienti anziani.
La funzione renale ridotta in pazienti anziani è frequente e asintomatica. E’ opportuno prestare particolare attenzione in situazioni in cui la funzione renale può essere alterata, per esempio quando si istituisce una terapia antipertensiva o diuretica o quando si inizia una terapia con un farmaco antiinfiammatorio non steroideo (FANS).
Somministrazione di agenti di contrasto iodati
La somministrazione intravascolare di agenti di contrasto a base di iodio in studi radiologici può condurre a insufficienza renale. Questo può portare ad un accumulo di metformina che può esporre ad un aumento del rischio di acidosi lattica. Bisogna interrompere il trattamento con Metformina Teva prima o al momento del test e non riprenderlo fino a 48 ore dopo, solo quando la funzione renale sia stata riesaminata e ne sia stata accertata la normalità (vedere paragrafo 4.5).
Chirurgia
Il trattamento con metformina deve essere interrotto 48 ore prima di un intervento chirurgico non urgente, in anestesia generale, spinale o peridurale. La terapia deve essere ricominciata non prima di 48 ore dall’intervento o prima che il paziente abbia ripreso l’alimentazione per via orale e solo nel caso in cui la funzione renale sia stata determinata.
Altre precauzioni
• Tutti i pazienti devono continuare a seguire una dieta che preveda un’assunzione di carboidrati regolarmente distribuita durante il giorno. I pazienti in sovrappeso devono continuare a seguire un regime alimentare ad apporto energetico limitato.
• I consueti test di laboratorio per il controllo del diabete devono essere effettuati con regolarità.
• L’assunzione di metformina in monoterapia non causa in alcun caso l’insorgenza di ipoglicemia, ma si consigli cautela nel caso in cui la stessa sia somministrata in combinazione con insulina o altri antidiabetici orali (per es. sulfoniluree o metiglinidi).
Popolazione pediatrica
La diagnosi di diabete mellito di tipo 2 deve essere confermata prima di iniziare il trattamento con Metformina Teva.
Studi clinici controllati della durata di un anno non hanno evidenziato effetti negativi della metformina sulla crescita e durante la pubertà. Tuttavia non sono disponibili dati a lungo termine relativi a questi punti specifici. Pertanto, si raccomanda di effettuare un attento follow–up dei possibili effetti che possono manifestarsi nei bambini trattati con metformina, in particolare bambini in età pre–adolescenziale.
Bambini di età compresa tra 10 e 12 anni
In studi clinici controllati condotti su bambini e adolescenti sono stati inclusi solo 15 pazienti di età compresa tra 10 e 12 anni. Sebbene l’efficacia e la sicurezza di metformina somministrata in questi bambini non differiscano dai parametri di efficacia e sicurezza riscontrati per bambini di età superiore e adolescenti, si raccomanda particolare cautela nel prescrivere questo farmaco a bambini di età compresa tra 10 e 12 anni.
Gravidanza
Il diabete non controllato durante la gravidanza (gestazionale o permanente) viene associato ad un aumento del rischio di anomalie congenite e mortalità prenatale.
Un numero limitato di dati sull’uso di metformina in donne in gravidanza non ha evidenziato un aumento del rischio di anomalie congenite.
Studi condotti su animali non indicano effetti nocivi su gravidanza, sviluppo embrionale/fetale, parto o sviluppo postnatale (vedere anche il paragrafo 5.3).
Quando la paziente pianifica la gravidanza e durante la gravidanza stessa, si raccomanda di non trattare il diabete con metformina ma usare l’insulina per mantenere i livelli di glucosio ematico più vicini possibile alla normalità, in modo da ridurre il rischio di malformazioni del feto.
Allattamento
La metformina viene escreta nel latte materno umano. Non sono stati notati effetti collaterali nei neonati/bambini allattati al seno. Comunque, poiché sono disponibili solo dati limitati, si raccomanda di non allattare al seno durante il trattamento con metformina. Deve essere valutata la decisione se interrompere l’allattamento al seno tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento al seno e il rischio potenziale di effetti collaterali sul bambino.
Fertilità
La fertilità dei ratti maschi e femmine non è stata influenzata dalla metformina somministrata a dosi fino a 600 mg/kg/die, che sono approssimativamente pari a tre volte la massima dose giornaliera raccomandata nell’uomo calcolata sulla base dell’area di superficie corporea.
All’inizio del trattamento gli effetti indesiderati più comuni sono nausea, vomito, diarrea, dolori addominali e perdita dell’appetito e nella maggior parte dei casi scompaiono spontaneamente. Per impedire l’insorgere di questi sintomi, si raccomanda di assumere la metformina in 2 o 3 dosi giornaliere e di incrementare la dose lentamente.
In seguito a trattamento con Metformina, si possono verificare i seguenti eventi avversi. La frequenza degli avventi avversi è classificata come segue: molto comuni: ≥1/10; comuni: ≥1/100, <1/10; non comuni: ≥1/1000, <1/100; rari: ≥1/10.000, <1/1000; molto rari <1/10.000, non noti (la frequenza non può essere stimata sulla base dei dati disponibili).
All’interno di ogni gruppo di frequenza gli effetti indesiderati sono elencati in ordine decrescente di gravità.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Molto rari: acidosi lattica (vedere il paragrafo 4.4).
Riduzione dell’assorbimento di vitamina B12 con diminuzione dei livelli nel siero durante l’impiego a lungo termine di Metformina. è opportuno tenere in considerazione tale eziologia se un paziente presenta anemia megaloblastica.
Patologie del sistema nervoso
Comuni: alterazioni del gusto.
Patologie gastrointestinali
Molto comuni: disturbi gastrointestinali come ad esempio nausea, vomito, diarrea, dolore addominale e perdita di appetito. Questi effetti indesiderati si verificano più frequentemente nelle fasi iniziali della terapia e si risolvono spontaneamente nella maggior parte dei casi. Per prevenirne l’insorgenza, si raccomanda l’assunzione di Metformina in 2 o 3 dosi giornaliere durante o dopo i pasti. Un incremento lento della dose può inoltre determinare un miglioramento della tollerabilità gastrointestinale.
Patologie epatobiliari
Molto rari: casi isolati di esiti anomali dei test di funzionalità epatica o epatite che si risolvono in seguito a interruzione del trattamento con Metformina.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Molto rari: reazioni cutanee come eritema, prurito, orticaria.
Popolazione pediatrica
Nell’ambito di dati clinici pubblicati e successivi alla commercializzazione e in studi clinici controllati, in una esigua popolazione pediatrica di età compresa tra 10 e 16 anni, trattata per un periodo di 1 anno, la natura e la gravità degli eventi avversi segnalati erano simili a quelle riportate per gli adulti.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo: http://www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili
Parte interna
Povidone K30
Povidone K90
Silice colloidale anidra
Magnesio stearato
Rivestimento
Ipromellosa (E464)
Titanio diossido (E171)
Macrogol 400
La conservazione di questo medicinale non richiede condizioni particolari.