Likacin (Lisapharma spa)

Soluzione iniettabile im iv 1fl 500mg 2ml

Principio attivo:Amikacina solfato
Gruppo terapeutico:Antibatterici aminoglicosidici
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • infezioni gravi
  • gram-negativi
  • batteriemie
  • setticemie
  • sepsi neonatali
  • meningite
  • ustioni
  • vie urinarie
  • stafilococco
  • allergico
  • infezione
  • stafilococchi
  • streptococchi
  • pneumococchi
  • pseudomonas aeruginosa
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    Posologia

    Somministrazione intramuscolare ed endovenosa

    Alla posologia raccomandata le infezioni meno gravi sostenute da germi sensibili all’Amikacina dovrebbero rispondere entro 24-48 ore. La durata del trattamento è in genere di 3-7 giorni per la somministrazione endovenosa e di 7-10 giorni per la somministrazione intramuscolare.

    Se il quadro clinico non si modifica entro 3-5 giorni, prendere in considerazione una terapia alternativa in base ai risultati delle indagini microbiologiche.

    Adulti e bambini sopra i 12 anni

    Il dosaggio intramuscolare o endovenoso raccomandato per adulti e adolescenti con funzionalità renale normale (clearance della creatinina ≥50 ml/min.) è di 15 mg/kg/die da somministrarsi come dose giornaliera singola o frazionato in due dosi uguali, ovvero 7.5 mg/kg ogni 12 ore. La dose giornaliera totale non deve superare 1.5 g. Nei pazienti con endocardite e neutropenia febbrile la posologia dev’essere di due somministrazioni al giorno, in quanto non si dispone di dati sufficienti a supporto della somministrazione giornaliera unica.

    Bambini di età compresa tra 4 settimane e 12 anni

    La dose intramuscolare o endovenosa (infusione venosa lenta) raccomandata per i bambini con funzionalità renale normale è di 15-20 mg/kg/die somministrabile come dose unica di 15-20 mg/kg o frazionata in due dosi da 7.5 mg/kg ogni 12 ore. Nei pazienti con endocardite e neutropenia febbrile la posologia dev’essere di due somministrazioni al giorno, in quanto non si dispone di dati sufficienti a supporto della somministrazione giornaliera unica.

    Neonati

    Un’iniziale dose di carica di 10 mg/kg seguita da 7.5 mg/kg ogni 12 h (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

    Neonati prematuri

    La dose raccomandata nei prematuri è di 7.5 mg/kg ogni 12 ore (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

    Infezioni ad alto rischio e/o sostenute da Pseudomonas: la dose iniziale nell’adulto può essere aumentata a 500 mg ogni 8 ore, ma non si deve superare mai la dose di 1,5 g/die né protrarre la terapia per più di 10 giorni. La dose totale massima è di 15 g.

    Infezioni del tratto urinario non complicate (escluse le infezioni da Pseudomonas): 7,5 mg/kg/die suddivise in due somministrazioni (una ogni 12 ore).

    Alterata funzionalità renale

    Nei pazienti affetti da disfunzione renale, la dose giornaliera dovrebbe essere ridotta e/o aumentati gli intervalli tra una somministrazione e l’altra onde evitare un accumulo del farmaco. Un metodo consigliato per stabilire le dosi da somministrare ai pazienti con una diminuita funzionalità renale, sospetta o accertata, è quello di moltiplicare per 9 le concentrazioni sieriche di creatinina: il risultato ottenuto rappresenta l’intervallo espresso in ore, tra una dose e l’altra.

    Posologia normale (7,5 mg/kg) a intervalli prolungati:

    Creatinina SIERICA (mg/100 ml)   Intervallo (ore)
    1,5 x 9 = 13,5
    2,0 x 9 = 18
    2,5 x 9 = 22,5
    3,0 x 9 = 27
    3,5 x 9 = 31,5
    4,0 x 9 = 36
    4,5 x 9 = 40,5
    5,0 x 9 = 45
    5,5 x 9 = 49,5
    6,0 x 9 = 54

    Posologia ridotta ad intervalli fissi:

    •  dose iniziale: 7,5 mg/kg

    •  dose di mantenimento (ogni 12 ore):

       CC del paziente osservata (ml/min)    x 7,5
    CC del paziente normale (ml/min)

    La somministrazione i.m. è preferenziale ma in caso di necessità può essere utilizzata, con identico schema posologico, la somministrazione endovenosa (perfusione venosa).

    Somministrazione per infusione endovenosa

    Nell’adulto l’introduzione del preparato per infusione venosa lenta deve essere effettuata utilizzando una quantità di liquido (100-200 ml per la fiala da 500 mg e 200 ml per la fiala da 1000 mg), tale da consentire ciascuna somministrazione in un tempo variabile da 30 a 60 minuti.

    È pertanto necessario diluire il flaconcino in opportuni solventi, quali la soluzione fisiologica, soluzione glucosata 5% e soluzione di Ringer lattato.

    Raccomandazione specifica per la somministrazione endovenosa

    Nei pazienti pediatrici la quantità di diluenti da usare dipenderà dalla quantità di amikacina tollerata dal paziente. Normalmente la soluzione deve essere infusa in un tempo compreso tra 30 e 60 minuti. I bambini piccoli devono ricevere un infusione di 1 - 2 ore

    I diluenti compatibili per l’infusione sono i seguenti: soluzione fisiologica normale, destrosio 5%, Ringer lattato.

    L’Amikacina non deve essere unita ad altre sostanze da infondere ma somministrata da sola, secondo lo schema posologico stabilito.

    Le soluzioni, contenenti 2,5 mg/ml di principio attivo, possono essere utilizzate entro le 24 ore se conservate in frigorifero e comunque non al di sopra di 25°C.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
  • altro componente della formulazione
  • aminoglicoside
  • aminoglicosidi
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    Interazioni
  • agenti
  • nefrotossici
  • bacitracina
  • cisplatino
  • ciclosporina
  • viomicina
  • polimixina
  • colistina
  • vancomicina
  • aminoglicosidi
  • kanamicina
  • gentamicina
  • tobramicina
  • neomicina
  • streptomicina
  • antibiotici aminoglicosidici
  • cefalosporine
  • diuretici
  • acido etacrinico
  • furosemide
  • aminoglicoside
  • antibiotico
  • penicillina
  • tiamina
  • vitamina
  • indometacina
  • anestetici
  • tubocurarina
  • succinilcolina
  • decametonio
  • bisfosfonati
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    Avvertenze

    Si richiede cautela nella somministrazione del prodotto a pazienti con preesistente insufficienza renale, o preesistente danno uditivo o vestibolare. I pazienti in terapia con aminoglicosidi parenterali devono essere sottoposti ad attento monitoraggio clinico a causa della potenziale ototossicità e nefrotossicità associati al loro uso. La sicurezza del farmaco per periodi di trattamento superiori a 14 giorni non è stata determinata.

    Neurotossicità/ototossicità

    Nei pazienti in trattamento con aminoglicosidi può verificarsi neurotossicità che si manifesta sotto forma di ototossicità vestibolare e/o uditiva bilaterale. Il rischio di ototossicità indotta dagli aminoglicosidi è maggiore nei pazienti con compromissione della funzionalità renale, o nei pazienti sottoposti a terapia di durata superiore a 5-7 giorni, anche se sani. Normalmente all’inizio si ha sordità alle alte frequenze che si può rilevare solo con un esame audiometrico. Il paziente può inoltre accusare vertigini che possono essere la manifestazione di un danno vestibolare. Altre manifestazioni di neurotossicità possono comprendere insensibilità, formicolii, spasmi muscolari e convulsioni. I pazienti che sviluppano danno cocleare o vestibolare durante la terapia possono non rilevare sintomi che indichino lo sviluppo di tossicità dell’ottavo nervo cranico, e la sordità bilaterale totale o parziale irreversibile o vertigini invalidanti possono verificarsi dopo la sospensione del farmaco. L’ototossicità indotta dagli aminoglicosidi è generalmente irreversibile.

    Non è nota la potenziale ototossicità dell’Amikacina nei bambini.

    Finché non siano a disposizione maggiori dati, questo antibiotico si dovrebbe usare in pediatria solo quando i tests di sensibilità indicano che altri aminoglicosidi non si possono impiegare e quando il bambino può essere controllato strettamente circa l’insorgenza della tossicità a quel livello.

    Neurotossicità muscolare

    Blocco neuromuscolare e paralisi respiratoria sono stati riferiti a seguito di iniezione parenterale, instillazione topica (come nel caso di irrigazione ortopedica e addominale o nel trattamento locale dell’empiema) e a seguito dell’assunzione orale di aminoglicosidi. La possibilità della paralisi respiratoria va presa in considerazione con la somministrazione di aminoglicosidi per qualsiasi via di somministrazione, particolarmente in pazienti che ricevono anestetici, bloccanti neuromuscolari (vedere capitolo paragrafo 4.5). Se si verifica il blocco neuromuscolare, la somministrazione di sali di calcio può eliminare la paralisi respiratoria, ma può rendersi necessaria la ventilazione artificiale. Il blocco neuromuscolare e la paralisi muscolare sono stati evidenziati in animali di laboratorio a cui erano state somministrate dosi elevate di amikacina.

    Gli aminoglicosidi vanno somministrati con cautela in pazienti con disturbi muscolari come la miastenia grave o la malattia di Parkinson, dato che questi farmaci possono aggravare la debolezza muscolare per via del loro potenziale effetto simil-curaro sulla giunzione neuromuscolare.

    Tossicità renale

    Gli aminoglicosidi sono potenzialmente nefrotossici. La tossicità renale è indipendente dalla concentrazione massima (Cmax) plasmatica. Il rischio di nefrotossicità è maggiore nei pazienti con compromissione renale e in quanti ricevono dosi elevate o che sono sottoposti a terapia prolungata.

    Durante il trattamento i pazienti devono essere ben idratati e la loro funzione funzionalità renale deve essere valutata con i consueti metodi prima d’iniziare la terapia e quotidianamente nel corso del trattamento. È necessario procedere ad una riduzione del dosaggio se vi sono prove di disfunzione renale, come la presenza di cilindri urinari, globuli bianchi o rossi, albuminuria, diminuzione della clearance della creatinina, diminuzione del peso specifico dell’urina, aumento dell’azoto ureico nel sangue, della creatinina serica od oliguria. Se si osserva un aumento dell’azotemia o una progressiva diminuzione della produzione urinaria, il trattamento deve essere sospeso.

    I pazienti anziani possono avere una ridotta funzionalità renale non evidenziata dai test di screening di routine come l’indice di azoto ureico nel sangue o la creatinina serica. A tale scopo la determinazione della clearance della creatinina può risultare più utile. Il monitoraggio della funzionalità renale dei pazienti anziani durante il trattamento con aminoglicosidi è particolarmente importante.

    La funzionalità dei reni e dell’ottavo nervo cranico va monitorata attentamente specie nei pazienti con compromissione renale nota o sospetta all’inizio della terapia, e anche in coloro la cui funzionalità renale è inizialmente normale, ma sviluppano segni di disfunzione renale nel corso della terapia. Se possibile vanno monitorate le concentrazioni sieriche di amikacina per assicurare che i livelli siano adeguati e per evitare livelli potenzialmente tossici. Nell’esame delle urine bisogna verificare che non vi sia una diminuzione del peso specifico, un aumento dell’escrezione di proteine e la presenza di cellule o cilindri. Anche l’indice di azoto ureico nel sangue, la creatinina sierica o la clearance della creatinina vanno periodicamente misurati. Nei pazienti abbastanza adulti da poter essere testati, è opportuno effettuare audiogrammi seriali, in particolare nei pazienti ad alto rischio. La presenza di ototossicità (capogiri, vertigine, tinnito, acufeni e perdita d’udito) o di nefrotossicità richiede l’interruzione della terapia o un adeguamento del dosaggio.

    L’uso concomitante e/o sequenziale di altri prodotti sistemici, orali o topici che possono provocare neurotossicità o nefrotossicità deve essere evitato. Altri fattori che possono accrescere il rischio di tossicità sono l’età avanzata e la disidratazione.

    L’inattivazione dell’aminoglicoside assume significatività clinica solo nei pazienti con grave compromissione renale. L’inattivazione può continuare in campioni di fluidi corporei raccolti a scopo di analisi, portando a letture inaccurate dell’aminoglicoside. Tali campioni devono essere trattati in modo adeguato (analizzati immediatamente, congelati o trattati con beta-lattamasi).

    Reazioni allergiche

    L’amikacina solfato in fiale per iniezione contiene sodio bisolfito, un solfito che in persone sensibili può causare reazioni allergiche compresi sintomi anafilattici ed episodi asmatici potenzialmente fatali o di minor gravità. La prevalenza globale di sensibilità ai solfiti nella popolazione generale non è comune ed è probabilmente bassa. La sensibilità ai solfiti si riscontra con maggior frequenza nei soggetti asmatici rispetto ai non asmatici.

    Altro

    Gli aminoglicosidi sono assorbiti rapidamente e quasi totalmente quando vengono applicati localmente, ad eccezione della vescica, in relazione a procedure chirurgiche. A seguito di irrigazione con preparati a base di aminoglicosidi di aree chirurgiche sia piccole che grandi sono state riportate sordità irreversibile, insufficienza renale e morte per blocco neuromuscolare.

    È possibile allergia crociata con gli altri aminoglicosidi.

    Come con altri antibiotici, l’uso di amikacina può provocare la proliferazione di organismi non suscettibili. In questo caso bisogna istituire una terapia adeguata.

    Nei casi in cui l’Amikacina è indicata in associazione con altri antibiotici si deve evitare di miscelare tali agenti sia nelle siringhe sia nei flaconi per l’infusione.

    È consigliabile effettuare un antibiogramma prima di iniziare la terapia.

    L’Amikacina può, comunque, essere adottata come terapia iniziale, quando in una infezione si sospetti l’eziologia da Gram - negativi e non siano ancora a disposizione i risultati dell’antibiogramma.

    Tuttavia la decisione di continuare la terapia con questo antibiotico dovrebbe basarsi sui risultati dei tests di sensibilità, sulla gravità dell’infezione, sulla risposta del paziente e tenendo presente le avvertenze riportate più avanti.

    Gli aminoglicosidi vanno impiegati con cautela nei bambini prematuri e nei neonati a causa dell’immaturità renale di questi pazienti e del conseguente prolungamento dell’emivita sierica di questi farmaci.

    L’infarto della macula, talvolta risultante in cecità permanente, è stato riferito a seguito della somministrazione intravitreale (iniezione nell’occhio) di amikacina.

    Tenere il medicinale fuori dalla portata e dalla vista dei bambini.

    Gravidanza

    Gravidanza

    L’amikacina dev’essere somministrata a donne incinte e neonati solo se chiaramente necessario e sotto controllo medico (vedere paragrafo 4.4).

    Ci sono dati limitati sull’uso degli aminoglicosidi in gravidanza. Gli aminoglicosidi possono causare danno fetale. Gli aminoglicosidi attraversano la placenta e sono stati riferiti casi di sordità totale, irreversibile, bilaterale, congenita in bambini le cui madri avevano ricevuto streptomicina in gravidanza. Sebbene non siano stati riferiti effetti avversi nel feto o nei neonati nati da donne che avevano ricevuto altri aminoglicosidi in gravidanza, il rischio potenziale di danno sussiste. Se l’amikacina viene utilizzata in gravidanza o se la paziente resta incinta durante il trattamento con questo farmaco, la paziente dev’essere messa al corrente dei potenziali rischi per il feto.

    Allattamento

    Non è noto se l’amikacina venga escreta nel latte materno. Per questo motivo occorre decidere se interrompere l’allattamento al seno o la terapia.

    Fertilità

    Studi di tossicità riproduttiva effettuati su topi e ratti non hanno evidenziato effetti nocivi sulla fertilità o tossicità fetale.

    Effetti Collaterali

    Potenzialmente tutti gli aminoglicosidi possono indurre ototossicità, tossicità renale e blocco neuromuscolare. Tale tossicità si verifica più di frequente in pazienti con compromissione renale, in pazienti trattati con altri farmaci ototossici o nefrotossici e in pazienti trattati per periodi di tempo prolungati e/o a dosi superiori a quelle raccomandate (vedere paragrafo 4.4).

    Gli effetti indesiderati vengono presentati per classe di sistemi e organi, con la terminologia definita da MedDRA, e per frequenza, utilizzando le seguenti categorie: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, < 1/10), non comune (≥1/1000, <1/100), raro (≥1/10000, <1/1000), molto raro < 1/10000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

    Classificazione per sistemi e organi Frequenza Termine MedDRA
    Infezioni ed infestazioni Non comune Superinfezioni o colonizzazione da parte di batteri o lieviti resistenti a
    Patologie del sistema emolinfopoietico Raro Anemia, eosinofilia
    Disturbi del sistema immunitario Non nota Risposta anafilattica (reazione anafilattica, shock anafilattico e reazione anafilattoide), ipersensibilità
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione Raro Ipomagnesiemia
    Patologie del sistema nervoso Non nota Paralisi a
    Raro Tremorea, parestesiaa, mal di testa, disturbo dell’equilibrioa
    Patologie dell’occhio Raro Cecità b, infarto della retina b
    Patologie dell’orecchio e del labirinto Raro Tinnitoa, ipoacusiaa
    Non nota Sorditàa, sordità neurosensorialea
    Patologie vascolari Raro Ipotensione
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Non nota Apnea, broncospasmo
    Patologie gastrointestinali Non comune Nausea, vomito
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Non comune Rash
    Raro Prurito, orticaria
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Raro Artralgia, spasmi muscolari a
    Patologie renali e urinarie Non nota Insufficienza renale acuta, nefropatia tossica, cellule nelle urinea
    Raro Oliguriaa, aumento della creatinina sericaa, albuminuriaa, azotemiaa, globuli rossi nelle urinea, globuli bianchi nelle urinea
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Raro Piressia

    a Vedere capitolo paragrafo 4.4

    b L’amikacina non è formulata per uso intravitreale. Sono state riferite cecità e infarto della retina a seguito di somministrazioni intravitreali (iniezione nell’occhio) di amikacina.

    I cambiamenti della funzionalità renale sono normalmente reversibili quando il farmaco viene interrotto.

    Effetti tossici sull’ottavo nervo cranico possono portare a perdita dell’udito, perdita dell’equilibrio o entrambe. L’amikacina colpisce principalmente la funzione uditiva. Il danno cocleare comprende la sordità alle alte frequenze e solitamente si verifica prima che si riesca a rilevare una perdita clinica dell’udito con test audiometrico (vedere paragrafo 4.4).

    Eccipienti

    Sodio citrato, Sodio bisolfito, Acido Solforico, Acqua per preparazioni iniettabili.

    Conservazione

    Le soluzioni contenenti 2,5 mg/ml di principio attivo, possono essere utilizzate entro le 24 ore se conservate in frigorifero e comunque non al di sopra dei 25°C.