Levofolene può essere somministrato per via orale, per via intramuscolare, per infusione o per via endovenosa.
Nell’ambito della chemioterapia antiblastica con alti dosaggi di metotressato, i protocolli terapeutici prevedono l’impiego dell’acido levofolinico per via parenterale nella prima fase, corrispondente ad un antidotismo per competizione (i dosaggi utilizzati variano secondo lo schema adottato da 10 a 200 mg/mq/die); nella seconda fase, in cui entra in gioco prevalentemente la componente biochimico–metabolica, può essere utilizzata la via parenterale o la via orale ogni 3–6 ore (10–12 mg/mq/die). Al momento tuttavia non risultano definiti con certezza schemi posologici generali.
Poiché il calcio levofolinato è un antagonista del metotressato, la loro somministrazione
concomitante può essere attuata solo quando, nei singoli casi, si è proceduto alla definizione di uno specifico protocollo terapeutico; a tale scopo è raccomandabile consultare la più recente letteratura in materia.
Nei casi di sovradosaggio accidentale di metotressato è possibile, in aggiunta o in alternativa all’acido levofolinico per via parenterale, l’uso del prodotto per via orale (7,5 mg ogni 6 ore per 4 dosi). Anche nei casi di effetti collaterali da dosi convenzionali di metotressato, si può consigliare, accanto all’uso per via parenterale, l’uso di acido levofolinico per via orale (7,5 mg ogni 6 ore per 4 dosi).
In alcuni tipi di protocolli terapeutici, il calcio levofolinato può essere utilizzato in virtù della sua attività potenziante gli effetti del 5–fluorouracile: in tali condizioni i dosaggi risultano variabili da 15 a 25 mg/mq/die e.v. (folinato a basse dosi) fino a dosaggi da 200 a 550 mg/mq/die in infusione continua (folinato ad alte dosi). Secondo alcuni protocolli terapeutici l’infusione di folinato va iniziata 24 ore prima e terminata 12 ore dopo la fine del trattamento con 5–fluorouracile. Tuttavia, anche in questo caso, la somministrazione concomitante di calcio levofolinato e 5–fluorouracile può essere attuata solo quando, nei singoli casi, si è proceduto alla definizione di uno specifico protocollo terapeutico; a tale scopo è raccomandabile consultare la più recente letteratura in materia.
Nelle anemie da carenza di folati il trattamento si inizierà con la somministrazione di Levofolene per via orale alla dose di 4 – 7,5 mg/die (a giudizio del medico), continuando con detta dose per 10–15 giorni. In caso di risposta favorevole la dose potrà essere dimezzata continuando fino a normalizzazione del quadro ematologico ed alla scomparsa dei segni clinici.
In casi particolarmente gravi potrà essere utilizzata la via iniettiva con dosaggi equivalenti a quelli utilizzati per la via orale.
Levofolene costituisce una terapia impropria dell’anemia perniciosa o di altre anemie megaloblastiche conseguenti a carenza di vitamina B12: può verificarsi infatti remissione ematologica mentre le manifestazioni neurologiche restano progressive. La terapia va pertanto condotta sotto controllo ematologico.
Nel trattamento del sovradosaggio da antagonisti dell’acido folico la somministrazione dell’acido levofolinico deve essere effettuata possibilmente entro 1 ora, risultando generalmente inefficace una somministrazione dopo un periodo di 4 ore.
La somministrazione del farmaco deve essere eseguita con attenzione in modo da evitare pericolo di reazioni allergiche od effetti collaterali.
La somministrazione di Levofolene nei pazienti epilettici trattati con fenobarbital, fenitoina, primidone e succinimide determina un aumento della frequenza degli accessi dovuto ad una diminuzione della concentrazione di farmaco antiepilettico nel plasma. Si raccomanda il monitoraggio clinico, un eventuale monitoraggio della concentrazione plasmatica e, se necessario, una modifica del dosaggio del farmaco antiepilettico durante e dopo l’assunzione di Levofolene (vedere paragrafo 4.5).
Il calcio levofolinato può potenziare il profilo di tossicità del 5–fluorouracile, specialmente nei pazienti anziani o debilitati. Le manifestazioni più comuni sono leucopenia, mucosite, stomatite e/o diarrea, che possono dipendere dal dosaggio del 5–fluorouracile impiegato.
Il trattamento combinato con 5–fluorouracile/calcio levofolinato non deve essere iniziato né continuato in pazienti con sintomi di tossicità gastrointestinale, indipendentemente dalla gravità, fino a quando tutti questi sintomi non siano completamente scomparsi. I pazienti che presentano diarrea devono essere monitorati attentamente fino alla completa scomparsa dei sintomi, poiché si può verificare un rapido deterioramento clinico che porta a morte. Se si manifestano diarrea e/o stomatite, è consigliabile ridurre la dose del 5–fluorouracile. Gli anziani e i pazienti con basso rendimento fisico causato dalla malattia sono particolarmente inclini a questo tipo di tossicità. Pertanto, si deve prestare particolare attenzione quando si trattano questi pazienti.
Nei pazienti anziani e nei pazienti sottoposti a radioterapia preliminare, si raccomanda di iniziare con un dosaggio ridotto di 5–fluorouracile.
Il calcio levofolinato non deve essere mescolato con il 5–fluorouracile nella stessa iniezione o infusione endovenosa.
Le anemie in gravidanza conseguenti all’aumentato fabbisogno di folati possono essere migliorate o normalizzate con la somministrazione di acido levofolinico.
La somministrazione del prodotto può essere seguita, anche se raramente, da reazioni generali di ipersensibilità (febbre, orticaria, ipotensione arteriosa, tachicardia, broncospasmo, shock anafilattico).
Il calcio levofolinato può potenziare gli effetti tossici indotti dal 5–fluorouracile, in funzione del regime posologico adottato. In seguito all’uso combinato con 5–fluorouracile sono stati segnalati i seguenti effetti indesiderati:
Patologie gastrointestinali:
Molto comune: nausea, vomito, diarrea
Patologie epatobiliari:
Frequenza non nota: iperammoniemia
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Frequenza non nota: eritrodisestesia palmare–plantare
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Frequenza non nota: mucosite, comprese stomatite e cheilite.
Si sono verificati esiti fatali come risultato di tossicità gastrointestinale (principalmente mucosite e diarrea) e mielosoppressione.
Compresse da 4 mg
Amido di mais, calcio fosfato dibasico, magnesio stearato, gomma arabica.
Compresse da 7,5 mg
Amido di mais, calcio fosfato dibasico, magnesio stearato, gomma arabica.
Fiala iniettabile da 7,5 mg:
Sodio cloruro, metile para–idrossibenzoato, propile para–idrossibenzoato.
Nella fiala solvente:
Acqua sterile per preparazioni iniettabili.
Flaconcino iniettabile da 25 mg:
Mannitolo.
Flaconcino iniettabile da 100 mg:
Mannitolo.
Compresse: Conservare a temperatura non superiore a 25°C.
Polvere e solvente per soluzioni iniettabili, polvere per soluzione iniettabile, polvere per soluzione iniettabile per uso endovenoso: non richiedono alcuna temperatura particolare di conservazione.