La dose abituale iniziale e di mantenimento raccomandata è di 150 mg una volta al giorno. Irbesartan Angenerico alla dose di 150 mg una volta al giorno fornisce in genere un migliore controllo della pressione arteriosa nell’arco delle 24 ore rispetto alla dose di 75 mg. Si potrebbe tuttavia iniziare la terapia con 75 mg, in particolare nei pazienti emodializzati e nei pazienti anziani di età superiore ai 75 anni.
Nei pazienti non adeguatamente controllati con 150 mg una volta al giorno, è possibile aumentare il dosaggio di Irbesartan Angenerico a 300 mg, oppure possono essere aggiunti altri agenti antipertensivi. In particolare, l’aggiunta di un diuretico come idroclorotiazide ha dimostrato un effetto additivo con irbesartan (vedere il paragrafo 4.5).
Nei pazienti ipertesi con diabete di tipo 2 la terapia deve essere iniziata con 150 mg di irbesartan una volta al giorno e titolata fino a 300 mg una volta al giorno, come dose di mantenimento consigliata per il trattamento della malattia renale.
La dimostrazione del beneficio renale di irbesartan nei pazienti ipertesi con diabete di tipo 2 si basa su studi nel corso dei quali irbesartan è stato usato in aggiunta ad altri agenti antipertensivi, a seconda delle necessità, allo scopo di raggiungere la pressione arteriosa desiderata (vedere il paragrafo 5.1).
Compromissione renale
Nei soggetti con funzionalità renale compromessa non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio. Nei pazienti sottoposti a emodialisi deve essere presa in considerazione una dose iniziale più bassa (75 mg).
Compromissione epatica
Nei soggetti con compromissione della funzionalità epatica da lieve a moderata non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio. Non esiste alcuna esperienza clinica relativa a pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica.
Pazienti anziani
Sebbene nei pazienti di età superiore ai 75 anni debba essere presa in considerazione la possibilità di iniziare la terapia con 75 mg, in genere negli anziani non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio.
Bambini e adolescenti sotto i 18 anni/b>
A causa dell’insufficienza di dati relativi alla sicurezza e all’efficacia, irbesartan non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti (vedere i paragrafi 4.8, 5.1 e 5.2).
Modo di somministrazione
Irbesartan Angenerico deve essere somministrato una volta al giorno, con o senza cibo.
Deplezione del volume intravascolare
Nei pazienti volume e/o sodio-depleti, a causa di un’intensa terapia diuretica, di una dieta a basso contenuto di sale, di diarrea o vomito, si può verificare ipotensione sintomatica, soprattutto dopo la somministrazione della prima dose. Tali disturbi devono essere corretti prima della somministrazione di irbesartan.
Ipertensione renovascolare
Quando pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria renale con unico rene funzionante sono trattati con medicinali che agiscono a livello del sistema renina-angiotensina-aldosterone, esiste un incremento del rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale. Sebbene ciò non sia stato documentato nella terapia con irbesartan, un effetto simile deve essere previsto con gli antagonisti dei recettori dell’angiotensina II.
Compromissione renale e trapianto renale
Quando irbesartan viene usato in pazienti con compromissione della funzionalità renale, si raccomanda un controllo periodico dei livelli sierici di potassio e creatinina. Non esiste alcuna esperienza relativa alla somministrazione di irbesartan in pazienti con trapianto renale recente.
Pazienti ipertesi con diabete di tipo 2 e malattia renale
In un’analisi effettuata nell’ambito di uno studio condotto su pazienti con malattia renale avanzata, gli effetti di irbesartan sugli eventi renali e cardiovascolari non sono stati uniformi in tutti i sottogruppi. In particolare, sono risultati meno favorevoli nelle donne e nei soggetti di razza non bianca (vedere il paragrafo 5.1).
Iperkaliemia
Come con altri medicinali che interferiscono con il sistema renina-angiotensina-aldosterone, durante il trattamento con irbesartan si può manifestare iperkaliemia, specialmente in presenza di compromissione renale, di proteinuria manifesta dovuta alla malattia renale diabetica e/o di insufficienza cardiaca. Nei pazienti a rischio si raccomanda un attento monitoraggio del potassio sierico (vedere il paragrafo 4.5).
Stenosi della valvola aortica e mitralica, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva
Come per altri vasodilatatori, particolare cautela è indicata nei pazienti affetti da stenosi aortica o mitralica o da cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.
Aldosteronismo primario
In genere i pazienti con aldosteronismo primario non rispondono a medicinali antipertensivi che agiscono attraverso l’inibizione del sistema renina-angiotensina. L’uso di irbesartan non è pertanto raccomandato.
Litio
La combinazione di litio e irbesartan non è raccomandata (vedere il paragrafo 4.5).
Uso in pazienti di razza nera
Come osservato per gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, irbesartan e gli altri antagonisti dell’angiotensina sono apparentemente meno efficaci nel ridurre la pressione arteriosa nei pazienti di razza nera rispetto a quelli di razza non nera, probabilmente a causa di una più alta prevalenza di condizioni a bassa renina nella popolazione ipertesa nera (vedere il paragrafo 5.1).
Gravidanza
La terapia con ACE-inibitori o antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che il proseguimento della terapia con ACE-inibitori/AIIRA non sia considerato essenziale. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE-inibitori/AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se necessario, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere i paragrafi 4.3 e 4.6).
Avvertenze generali
Nei pazienti il cui tono vascolare e la cui funzionalità renale dipendono prevalentemente dall’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone (per esempio i pazienti con insufficienza cardiaca congestizia grave o con patologia renale di base, inclusa stenosi dell’arteria renale) il trattamento con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina o con antagonisti dei recettori dell’angiotensina II, che interessano tale sistema, è stato associato a ipotensione acuta, azotemia, oliguria o raramente insufficienza renale acuta. Come per qualsiasi agente antipertensivo, un eccessivo calo della pressione arteriosa nei pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cardiovascolare ischemica potrebbe determinare un infarto del miocardio o un ictus.
Avvertenze speciali relative agli eccipienti di Irbesartan Angenerico
Irbesartan Angenerico contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficienza di Lapp lattasi o da malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo prodotto medicinale.
Uso durante la gravidanza
L’uso di ACE-inibitori/AIIRA non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere il paragrafo 4.4). L’uso di ACE-inibitori/AIIRA è controindicato durante il 2° e il 3° trimestre di gravidanza (vedere i paragrafi 4.3 e 4.4).
Le prove epidemiologiche relative al rischio di teratogenicità in seguito a esposizione agli ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non sono state conclusive; un piccolo aumento del rischio non può tuttavia essere escluso. Sebbene non esistano dati epidemiologici controllati sui rischi derivanti dall’uso degli inibitori dei recettori dell’angiotensina II (AIIRA), simili rischi possono esistere per questa classe di farmaci. A meno che la terapia con ARB non sia considerata essenziale, le pazienti che hanno pianificato una gravidanza devono essere trasferite a trattamenti antipertensivi alternativi, che possiedano un profilo di sicurezza comprovato per l’uso in gravidanza. Quando viene diagnosticata la gravidanza, il trattamento con gli AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se necessario, deve essere iniziata una terapia alternativa.
L’esposizione alla terapia con AIIRA durante il secondo e il terzo trimestre è nota per indurre fetotossicità umana (ridotta funzionalità renale, oligoidroamniosi, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia - vedere anche paragrafo 5.3).
Nel caso si verifichi esposizione agli AIIRA a partire dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un’ecografia di controllo della funzionalità renale e del cranio.
I neonati le cui madri hanno assunto AIIRA devono essere sottoposti ad attenta osservazione per ipotensione (vedere anche i paragrafi 4.3 e 4.4).
Uso durante l’allattamento
Poiché non sono disponibili informazioni relative all’uso di irbesartan durante l’allattamento, Irbesartan Angenerico non è raccomandato: durante l’allattamento sono da preferirsi trattamenti alternativi, con profili di sicurezza migliori, in particolare durante l’allattamento di un neonato o di un nato pretermine.
La frequenza degli effetti indesiderati elencati di seguito è definita sulla base della seguente convenzione:
molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1000, <1/100); rara (≥1/10.000, <1/1000); molto rara (<1/10.000), sconosciuta (non può essere stimata sulla base dei dati disponibili). Nell’ambito di ciascuna classe di frequenza gli effetti indesiderati vengono elencati in ordine decrescente di gravità.
Ipertensione
Nel corso di studi clinici controllati con placebo condotti su pazienti ipertesi, l’incidenza totale degli eventi avversi nei soggetti trattati con irbesartan (56,2%) non è stata diversa da quella rilevata nei soggetti trattati con placebo (56,5%). Le interruzioni della terapia dovute a un qualsiasi effetto indesiderato clinico o di laboratorio sono state meno frequenti per i pazienti trattati con irbesartan (3,3%) rispetto a quelli trattati con placebo (4,5%). L’incidenza degli eventi avversi non era correlata alla dose (nel range posologico raccomandato), né a sesso, età, razza o durata del trattamento.
La seguente tabella elenca le reazioni avverse al farmaco riportate nel corso di studi clinici controllati verso placebo, durante i quali 1965 pazienti ipertesi hanno ricevuto irbesartan.
Classificazione sistemica degli organi | Frequenza | Effetti indesiderati |
Patologie del sistema nervoso | Comune | Capogiri |
Patologie cardiache | Non comune | Tachicardia |
Patologie vascolari | Non comune | Vampate di calore |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | Non comune | Tosse |
Patologie gastrointestinali | Comune | nausea/vomito |
Non comune | Diarrea, dispepsia, acidità di stomaco | |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Non comune | Disfunzione sessuale |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Comune | Affaticamento |
Non comune | Dolore toracico |
Esami diagnostici
Comune: nei pazienti trattati con irbesartan sono stati osservati aumenti significativi nella creatinina chinasi plasmatica (1,7%). Nessuno di questi aumenti è stato associato a eventi a carico del sistema muscoloscheletrico clinicamente identificabili.
Ipertensione e diabete tipo 2 con malattia renale
Nei pazienti diabetici ipertesi con microalbuminuria e funzionalità renale normale, oltre agli effetti indesiderati menzionati al paragrafo “Ipertensione” sono stati riportati capogiri e ipotensione ortostatici nello 0,5% dei casi (cioè con frequenza non comune), ma in eccesso rispetto al placebo.
Nei pazienti diabetici ipertesi con insufficienza renale cronica e proteinuria manifesta sono stati riportati gli effetti indesiderati elencati di seguito in >2% e in ogni caso con maggiore frequenza rispetto al placebo.
Classificazione sistemica degli organi | Frequenza | Effetti indesiderati |
Patologie del sistema nervoso | Comune | Capogiri ortostatici |
Patologie vascolari | Comune | Ipotensione ortostatica |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Comune | Dolori a carico del sistema muscoloscheletrico |
Esami diagnostici
Nei pazienti diabetici trattati con irbesartan si è verificata più spesso iperkaliemia rispetto a quelli trattati con placebo. Nei pazienti diabetici ipertesi con microalbuminuria e funzionalità renale normale, l’iperkaliemia (≥5,5 mEq/l) si è verificata nel 29,4% (cioè con frequenza molto comune) dei pazienti del gruppo irbesartan 300 mg e nel 22% dei pazienti del gruppo placebo. Nei pazienti diabetici ipertesi con insufficienza renale cronica e proteinuria manifesta l’iperkaliemia (≥5,5 mEq/l) si è verificata nel 46,3% (cioè con frequenza molto comune) dei pazienti del gruppo irbesartan e nel 26,3% dei pazienti del gruppo placebo. Nell’1,7% (cioè con frequenza comune) dei pazienti ipertesi con malattia renale diabetica in stato avanzato trattati con irbesartan è stata osservata una diminuzione clinicamente non significativa dei valori dell’emoglobina.
Nel corso dell’esperienza post-marketing sono stati riportati gli ulteriori effetti indesiderati elencati di seguito, che derivano da segnalazioni spontanee per le quali la frequenza non può essere determinata:
Classificazione sistemica degli organi | Frequenza | Effetti indesiderati |
Disturbi del sistema immunitario | Sconosciuta | Rash, orticaria, angioedema |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Sconosciuta | Iperkaliemia |
Patologie del sistema nervoso | Sconosciuta | Cefalea |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Sconosciuta | Tinnito |
Patologie gastrointestinali | Sconosciuta | Disgeusia |
Patologie epatobiliari | Sconosciuta | Epatite, anomalie nella funzionalità epatica |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Sconosciuta | Artralgia, mialgia (in alcuni casi associate a un aumento dei livelli plasmatici della creatina chinasi), crampi muscolari |
Patologie renali e urinarie | Sconosciuta | Compromissione della funzionalità renale, compresi casi di insufficienza renale nei pazienti a rischio (vedere paragrafo 4.4) |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Sconosciuta | Vasculite leucocitoclastica |
Pazienti pediatrici/adolescenti
In una prova clinica randomizzata condotta su 318 bambini e adolescenti ipertesi di età compresa tra i 6 e i 16 anni, durante la fase in doppio cieco di tre settimane si sono verificati i seguenti eventi avversi correlati: cefalea (7,9%), ipotensione (2,2%), capogiri (1,9%), tosse (0,9%). Nel periodo open-label di 26 settimane di questo studio clinico, le anomalie di laboratorio riportate con maggiore frequenza sono state: incrementi della creatinina (6,5%) ed elevati valori di CK nel 2% dei bambini trattati.
Nucleo
Cellulosa microcristallina
Lattosio monoidrato
Croscarmellosa sodica
Silice colloidale anidra
Ipromellosa
Magnesio stearato
Rivestimento
Ipromellosa
Idrossipropilcellulosa
Macrogol 6000
Lattosio monoidrato
Titanio diossido (E171)
Talco
Non conservare a temperatura superiore ai 30°C.