Principio attivo:Gemcitabina cloridrato
Gruppo terapeutico:Antimetaboliti
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:C
Ricetta:Osp - uso ospedaliero
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • carcinoma
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    Posologia

    La gemcitabina deve essere somministrata sotto la supervisione di un medico qualificato per l’uso della chemioterapia antitumorale.

    Posologia raccomandata

    Carcinoma della vescica

    Uso in combinazione

    La dose di gemcitabina consigliata è di 1.000 mg/m², da somministrare mediante infusione della durata di 30 minuti. La dose deve essere somministrata nei Giorni 1, 8 e 15 di ciascun ciclo di 28 giorni in associazione con il cisplatino. La dose di cisplatino consigliata è di 70 mg/m² al Giorno 1 dopo la somministrazione di gemcitabina o al Giorno 2 di ciascun ciclo di 28 giorni. Questo ciclo di 4 settimane viene poi ripetuto. La riduzione del dosaggio con ciascun ciclo di terapia o nell’ambito di un ciclo di terapia può essere applicata a seconda del grado di tossicità causata al paziente dalla terapia.

    Carcinoma del pancreas

    La dose di gemcitabina consigliata è di 1.000 mg/m², da somministrare mediante infusione endovenosa della durata di 30 minuti, ripetuta una volta alla settimana per un massimo di 7 settimane, facendo poi seguire una settimana di riposo. I cicli successivi devono consistere di iniezioni somministrate una volta alla settimana per 3 settimane consecutive su ogni 4 settimane. La riduzione del dosaggio con ciascun ciclo di terapia o nell’ambito di un ciclo di terapia può essere applicata a seconda del grado di tossicità causata al paziente dalla terapia.

    Carcinoma polmonare non a piccole cellule

    Monoterapia

    La dose di gemcitabina consigliata è di 1.000 mg/m², da somministrare mediante infusione endovenosa della durata di 30 minuti, ripetuta una volta alla settimana per 3 settimane, seguite da un periodo di riposo di 1 settimana. Questo ciclo di 4 settimane viene poi ripetuto. La riduzione del dosaggio con ciascun ciclo di terapia o nell’ambito di un ciclo di terapia può essere applicata a seconda del grado di tossicità causata al paziente dalla terapia.

    Uso in associazione

    La dose di gemcitabina consigliata è di 1.250 mg/m² area di superficie corporea da somministrare mediante infusione endovenosa della durata di 30 minuti al Giorno 1 e al Giorno 8 del ciclo di trattamento (21 giorni). La riduzione del dosaggio con ciascun ciclo di terapia o nell’ambito di un ciclo di terapia può essere applicata a seconda del grado di tossicità causata al paziente dalla terapia. Il cisplatino è stato utilizzato a dosi comprese tra 75 e 100 mg/m² una volta ogni 3 settimane.

    Carcinoma della mammella

    Uso in associazione

    L’associazione gemcitabina–paclitaxel è raccomandata, somministrando paclitaxel (175 mg/m²) al Giorno 1 mediante infusione endovenosa della durata di circa 3 ore, seguito da gemcitabina (1.250 mg/m²) mediante infusione endovenosa della durata di 30 minuti nei Giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni. La riduzione del dosaggio con ciascun ciclo di terapia o nell’ambito di un ciclo di terapia può essere applicata a seconda del grado di tossicità causata al paziente dalla terapia. I pazienti devono avere una conta assoluta dei granulociti di almeno 1.500 (x 106/l) prima di iniziare la somministrazione dell’associazione gemcitabina–paclitaxel.

    Carcinoma dell’ovaio

    Uso in associazione

    La dose di gemcitabina consigliata in associazione con il carboplatino è di 1.000 mg/m² da somministrare nei Giorni 1 e 8 di ciascun ciclo di 21 giorni mediante infusione endovenosa della durata di 30 minuti. Il carboplatino viene somministrato dopo la gemcitabina al Giorno 1 in modo da raggiungere un’area sotto la curva (AUC) obiettivo di 4,0 mg/ml al minuto. La riduzione del dosaggio con ciascun ciclo di terapia o nell’ambito di un ciclo di terapia può essere applicata a seconda del grado di tossicità causata al paziente dalla terapia.

    Monitoraggio della tossicità e modifica della dose a causa di tossicità

    Modifica della dose dovuta a tossicità non ematologica

    L’esame fisico periodico e i controlli della funzionalità renale ed epatica devono essere effettuati per rilevare la tossicità non ematologica.

    Gemcitabina 100 mg/ml concentrato per soluzione per infusione contiene 440 mg di etanolo anidro per ogni ml di concentrato da tenere in considerazione nei gruppi ad alto rischio come le persone affette da patologie epatiche o epilessia (vedere anche paragrafo 4.4).

    La riduzione del dosaggio con ciascun ciclo di terapia o nell’ambito di un ciclo di terapia può essere applicata a seconda del grado di tossicità causata al paziente dalla terapia. In genere, per la tossicità non ematologica grave (di Grado 3 o 4), ad eccezione di nausea/vomito, la terapia con gemcitabina deve essere interrotta o ridotta secondo il parere del medico curante. Le dosi devono essere sospese fino a quando si è risolta la tossicità a parere del medico.

    Per la titolazione del dosaggio di cisplatino, carboplatino e paclitaxel nella terapia in associazione, vedere i corrispondenti Riassunti delle caratteristiche del prodotto.

    Modifica della dose dovuta a tossicità ematologica

    Inizio di un ciclo

    Per tutte le indicazioni, i pazienti devono essere sottoposti prima di ogni somministrazione ad un controllo delle conte delle piastrine e dei granulociti. I pazienti devono avere una conta assoluta dei granulociti di almeno 1.500 (x 106/l) e una conta delle piastrine di 100.000 (x 106/l) prima dell’inizio di un ciclo.

    Nell’ambito di un ciclo

    Le modifiche della dose di gemcitabina nell’ambito di un ciclo devono essere effettuate secondo i dati forniti nelle seguenti tabelle.

    Modifica della dose di gemcitabina nell’ambito di un ciclo per carcinoma della vescica, carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) e carcinoma del pancreas, con somministrazione in monoterapia o in associazione con cisplatino
    Conta assoluta dei granulociti (x 106/l) Conta delle piastrine (x 106/l) Percentuale di dose standard di gemcitabina (%)
    >1.000 e > 100.000 100
    500–1.000 o 50.000–100.000 75
    <500 o < 50.000 Omettere la dose *

    *Il trattamento omesso non sarà ristabilito nell’ambito di un ciclo prima che la conta assoluta dei granulociti raggiunga almeno 500 (x106/l) e la conta delle piastrine raggiunga 50.000 (x106/l).

    Modifica della dose di gemcitabina nell’ambito di un ciclo per il carcinoma della mammella, con somministrazione in associazione con paclitaxel
    Conta assoluta dei granulociti (x 106/l) Conta delle piastrine (x 106/l) Percentuale di dose standard di gemcitabina (%)
    ≥1.200 e >75.000 100
    1.000–<1.200 o 50.000–75.000 75
    700–<1.000 e ≥ 50.000 50
    <700 o <50.000 Omettere la dose*

    *Il trattamento omesso non sarà ristabilito nell’ambito di un ciclo. Il trattamento inizierà al Giorno 1 del ciclo successivo quando la conta assoluta dei granulociti raggiunge almeno 1.500 (x106/l)e la conta delle piastrine raggiunge 100.000 (x106/l).

    Modifica della dose di gemcitabina nell’ambito di un ciclo per il carcinoma dell’ovaio, con somministrazione in associazione con il carboplatino
    Conta assoluta dei granulociti (x 106/l) Conta delle piastrine (x 106/l) Percentuale di dose standard di Gemcitabina (%)
    >1.500 e ≥ 100.000 100
    1.000–1.500 o 75.000–100.000 50
    <1.000 o < 75.000 Omettere la dose*

    *Il trattamento omesso non sarà ristabilito nell’ambito di un ciclo. Il trattamento inizierà al Giorno 1 del ciclo successivo quando la conta assoluta dei granulociti raggiunge almeno 1.500 (x106/l) e la conta delle piastrine raggiunge 100.000 (x106/l).

    Modifiche della dose dovute a tossicità ematologica nei cicli successivi, per tutte le indicazioni

    La dose di gemcitabina deve essere ridotta al 75% della dose di inizio del ciclo originale, nel caso di tossicità ematologiche successive:

    – Conta assoluta dei granulociti < 500 x 106/l per più di 5 giorni

    – Conta assoluta dei granulociti < 100 x 106/l per più di 3 giorni

    – Neutropenia febbrile

    – Piastrine < 25.000 x 106/l

    – Ritardo del ciclo di più di 1 settimana dovuto a tossicità

    Modo di somministrazione

    La gemcitabina è tollerata bene durante l’infusione e può essere somministrata al paziente in regime ambulatoriale. Se si verifica lo stravaso, in genere l’infusione deve essere interrotta immediatamente e riavviata in un altro vaso sanguigno. Il paziente deve essere attentamente monitorato dopo la somministrazione. Per le istruzioni sulla diluizione, vedere paragrafo 6.6.

    Popolazioni particolari

    Pazienti con compromissione della funzionalità epatica o renale

    La gemcitabina deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza epatica o renale perché le informazioni fornite dagli studi clinici sono insufficienti per consentire chiare raccomandazioni per la posologia per queste popolazioni di pazienti (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).

    Popolazione anziana (> 65 anni)

    La gemcitabina è stata ben tollerata nei pazienti di età superiore ai 65 anni. Non c’è evidenza che negli anziani siano necessarie titolazioni della dose oltre a quelle già consigliate per tutti i pazienti (vedere paragrafo 5.2).

    Popolazione pediatrica (< 18 anni)

    La gemcitabina non è consigliata per l’uso nei bambini di età inferiore ai 18 anni di età a causa di dati insufficienti sulla sicurezza e sull’efficacia.

    Diluire il concentrato(100 mg/ml) altrimenti potrebbe verificarsi un sovradosaggio pericoloso per la vita

    Gemcitabina concentrato per soluzione per infusione deve essere diluito. La quantità totale di Gemcitabina concentrato per soluzione per infusione richiesta per il singolo paziente deve essere diluita con soluzione sterile di sodio cloruro allo 0,9% (9 mg/ml) fino ad ottenere una concentrazione compresa tra 0,1 e 9 mg/ml (vedere paragrafo 6.6 per le istruzioni per la diluizione).

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
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    Interazioni
  • stati effettuati studi specifici sulle interazioni
  • radioterapia
  • vita
  • cisplatino
  • dopo
  • altri vaccini vivi attenuati
  • alcol
  • altri medicinali
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    Avvertenze

    Gemcitabina concentrato per soluzione per infusione richiede un’appropriata diluizione prima dell’uso. La concentrazione di gemcitabina in Gemcitabina concentrato per soluzione per infusione differisce dagli altri prodotti contenenti gemcitabina (vedere paragrafo 6.6 per ulteriori istruzioni per la diluizione).

    Diluire il concentrato (100 mg/ml) altrimenti potrebbe verificarsi un sovradosaggio pericoloso per la vita

    Gemcitabina concentrato per soluzione per infusione deve essere diluito. La quantità totale di Gemcitabina concentrato per soluzione per infusione richiesta per il singolo paziente deve essere diluita con soluzione sterile di sodio cloruro allo 0,9% (9 mg/ml) fino ad ottenere una concentrazione compresa tra 0,1 e 9 mg/ml (vedere paragrafo 6.6 per le istruzioni per la diluizione).

    Il prolungamento del tempo di infusione e l’aumento della frequenza di somministrazione possono determinare un aumento della tossicità.

    Tossicità ematologica

    La gemcitabina può sopprimere la funzionalità midollare, come evidenziato dalla comparsa di leucopenia, trombocitopenia ed anemia.

    I pazienti in terapia con gemcitabina devono essere sottoposti, prima di ogni somministrazione, ad un controllo delle conte di piastrine, leucociti e granulociti. In caso di depressione midollare indotta dal farmaco, deve essere valutata la possibilità di sospendere o modificare la terapia (vedere paragrafo 4.2). Tuttavia, la mielosoppressione è di breve durata e generalmente non richiede la riduzione della dose e solo raramente comporta l’interruzione del trattamento.

    La conta degli elementi cellulari ematologici periferici può continuare a peggiorare anche dopo l’interruzione della somministrazione della gemcitabina. Nei pazienti con funzionalità midollare compromessa, la terapia deve essere iniziata con cautela. Come per le altre terapie citotossiche, il rischio di attività mielosoppressiva cumulativa deve essere considerato quando la gemcitabina viene somministrata in associazione con altri chemioterapici.

    Danno epatico e renale

    La somministrazione di gemcitabina in pazienti con metastasi epatiche concomitanti o anamnesi medica pre–esistente di epatite, alcolismo o cirrosi epatica può portare all’esacerbazione del danno epatico di base.

    La valutazione di laboratorio della funzionalità renale ed epatica (inclusi i test virologici) deve essere effettuata periodicamente.

    La gemcitabina deve essere usata con cautela nei pazienti con danno epatico o con funzionalità renale compromessa, in quanto non sono disponibili informazioni sufficienti, fornite dalle sperimentazioni cliniche, per consentire una precisa raccomandazione della dose per questa popolazione di pazienti (vedere paragrafo 4.2).

    Radioterapia concomitante

    Radioterapia concomitante (somministrata insieme o a distanza di ≤7 giorni): È stata riferita tossicità (vedere paragrafo 4.5 per i particolari e le raccomandazioni per l’uso).

    Vaccini vivi

    Il vaccino contro la febbre gialla e altri vaccini vivi attenuati non sono consigliati nei pazienti trattati con la gemcitabina (vedere paragrafo 4.5).

    Patologie cardiovascolari

    A causa del rischio di patologie cardiache e/o vascolari con la gemcitabina, è necessario esercitare particolare attenzione nei pazienti con pregressi eventi cardiovascolari.

    Sindrome da aumentata permeabilità capillare (CLS)

    In pazienti trattati con gemcitabina in monoterapia o in combinazione con altri agenti chemioterapici è stata riportata la sindrome da aumentata permeabilità capillare (vedere paragrafo 4.8). Questa condizione è abitualmente curabile se riconosciuta precocemente e gestita in maniera appropriata, ma sono stati riportati casi fatali. La condizione determina una iper–permeabilità capillare sistemica durante la quale liquidi e proteine passano dallo spazio intravascolare in quello interstiziale. Le caratteristiche cliniche includono edema generalizzato, aumento di peso, ipoalbuminemia, grave ipotensione, compromissione renale acuta ed edema polmonare. Se durante la terapia si sviluppa la sindrome da aumentata permeabilità capillare la somministrazione di gemcitabina deve essere interrotta e devono essere attuate misure di sostegno. La sindrome da aumentata permeabilità capillare può verificarsi in cicli successivi ed in letteratura è stata associata con la sindrome da distress respiratorio dell’adulto.

    Sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (PRES)

    In pazienti trattati con gemcitabina in monoterapia o in combinazione con altri agenti chemioterapici è stata anche riportata la sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (PRES). La PRES è una condizione clinico–radiologica rara con disfunzione corticale ed edema sottocorticale reversibile che include un numero di caratteristiche cliniche quali compromissione dello stato di coscienza, attività convulsive, cefalea, disturbi visivi, segnali neurologici focali e ipertensione acuta. Questo evento è potenzialmente reversibile se diagnosticato precocemente e trattato con misure di supporto, controllo della pressione sanguigna, terapia anticonvulsivante e/o correzione delle cause sottostanti (ad es. eliminazione dell’agente scatenante) al fine di evitare danni al sistema nervoso centrale (SNC) o la morte. Le alterazioni cliniche associate a risultanze dell’Imaging a Risonanza Magnetica (MRI) generalmente si risolvono entro alcuni giorni o settimane se gestiti appropriatamente. La PRES può verificarsi in cicli successivi di trattamento. Sono state associate alla PRES condizioni comprendenti infezione/sepsi/ shock settico, preeclampsia/eclampsia, malattie autoimmuni, insufficienza renale cronica ed ipertensione cronica. I pazienti che ricevono altri agenti chemioterapici associati alla PRES possono essere soggetti al rischio di sviluppare la PRES.

    Patologie polmonari

    Sono stati riferiti effetti polmonari, talvolta gravi (come edema polmonare, polmonite interstiziale o sindrome da distress respiratorio dell’adulto (ARDS)), sono state riscontrate durante la terapia con la gemcitabina. L’eziologia di questi effetti è sconosciuta. Se questi effetti insorgono, è necessario considerare l’interruzione della terapia con la gemcitabina. L’uso precoce di misure di supporto può contribuire a migliorare il quadro clinico.

    Patologie renali

    Sindrome emolitico uremica

    Risultati clinici coerenti con la sindrome emolitico uremica (SEU) sono stati riferiti raramente (dati di post–marketing) in pazienti trattati con gemcitabina (vedere paragrafo 4.8). La SEU è una patologia potenzialmente pericolosa per la vita. La somministrazione di gemcitabina deve essere interrotta ai primi segni di qualsiasi evidenza di anemia emolitica microangiopatica, come emoglobina in rapida riduzione con trombocitopenia concomitante, aumento della bilirubina nel siero, della creatinina nel siero, dell’azoto ureico nel sangue o del LDH. L’insufficienza renale può non essere reversibile con l’interruzione della terapia e può essere necessario il ricorso alla dialisi.

    Fertilità

    Negli studi della fertilità, la gemcitabina ha causato l’ipospermatogenesi nei topi di sesso maschile (vedere paragrafo 5.3). Pertanto, si consiglia agli uomini trattati con la gemcitabina di non concepire un figlio durante e fino a 6 mesi dopo il trattamento e di richiedere ulteriori consigli relativi alla crioconservazione del liquido seminale prima del trattamento a causa della possibilità di infertilità causata dalla terapia con la gemcitabina (vedere paragrafo 4.6).

    Sodio

    Gemcitabina 100 mg/ml concentrato per soluzione per infusione contiene 206 mg (9,0 mmol) di sodio per dose massima giornaliera (2.250 mg). Da tenere in considerazione in persone che seguono una dieta a basso contenuto di sodio.

    Etanolo

    Gemcitabina 100 mg/ml concentrato per soluzione per infusione contiene 440 mg di etanolo anidro per ogni ml di concentrato. Può essere dannoso per gli alcolisti. Da tenere in considerazione nei gruppi ad alto rischio come le persone affette da patologie epatiche o epilessia. Da tenere in considerazione per i possibili effetti sul sistema nervoso centrale e per altri effetti.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Non sono disponibili dati adeguati forniti dall’uso della gemcitabina nelle donne in gravidanza. Gli studi sugli animali hanno dimostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). In base ai risultati ottenuti dagli studi sugli animali e dal meccanismo d’azione della gemcitabina cloridrato, questa sostanza non deve essere impiegata in gravidanza a meno che sia chiaramente necessario. Deve essere consigliato alle donne di non iniziare una gravidanza durante il trattamento con la gemcitabina e di informare immediatamente il loro medico, se questo accade.

    Allattamento

    Non è noto se la gemcitabina sia escreta nel latte materno e non è possibile escludere effetti avversi sul bambino allattato. L’allattamento al seno deve essere interrotto durante la terapia con la gemcitabina.

    Fertilità

    Negli studi sulla fertilità, si è rilevato che la gemcitabina ha causato la ipospermatogenesi nei maschi di topo (vedere paragrafo 5.3). Di conseguenza, agli uomini trattati con gemcitabina è necessario consigliare di non concepire un figlio durante il trattamento e fino a 6 mesi dopo il trattamento e di richiedere ulteriori consigli relativi alla crioconservazione del liquido seminale prima del trattamento a causa della possibilità di sterilità dovuta alla terapia con la gemcitabina.

    Effetti Collaterali

    Gli effetti indesiderati associati al trattamento con gemcitabina riferite più comunemente comprendono: nausea con o senza vomito, valori elevati delle transaminasi epatiche (aspartato aminotransferasi/alanina aminotransferasi, AST/ALT) e della fosfatasi alcalinica, riferite nel 60% circa dei pazienti; proteinuria ed ematuria riferite nel 50% circa dei pazienti; dispnea riferita nel 10–40% dei pazienti (la più alta incidenza nei pazienti con il carcinoma polmonare); eruzioni cutanee allergiche si verificano nel 25% circa dei pazienti e sono associate a prurito nel 10% di pazienti.

    La frequenza e la gravità delle reazioni avverse sono influenzate dalla dose, dalla velocità di infusione e dagli intervalli tra le dosi (vedere paragrafo 4.4). Le reazioni avverse dose–limitanti sono le riduzioni delle conte delle piastrine, dei leucociti e dei granulociti (vedere paragrafo 4.2).

    Dati delle sperimentazioni cliniche

    Le frequenze sono definite come: molto comune (≥1/10), comune (da ≥1/100 a <1/10), non comune (da ≥1/1.000 a <1/100), raro (da ≥1/10.000 a <1/1.000), molto raro (<1/10.000).

    La seguente tabella degli effetti indesiderati e delle frequenze è basata sui dati forniti dalle sperimentazioni cliniche. Entro ciascun raggruppamento di frequenza, gli effetti indesiderati sono presentati in ordine decrescente di gravità.

    Classificazione per sistemi e Organi Raggruppamento secondo frequenza
    Patologie del sistema Emolinfopoietico Molto comune
    • Leucopenia (Neutropenia Grado 3 = 19,3%; Grado 4 = 6%). L’attività mielosoppressiva varia in genere da lieve a moderata e interessa maggiormente la conta dei granulociti (vedere paragrafi 4.2 e 4.4)
    • Trombocitopenia
    • Anemia
    Comune
    • Neutropenia febbrile
    Molto raro
    • Trombocitosi
    Disturbi del sistema Immunitario Molto raro
    • Reazione anafilattoide
    Disturbi del metabolismo e della Nutrizione Comune
    • Anoressia
    Patologie del sistema nervoso Comune
    • Cefalea
    • Insonnia
    • Sonnolenza
    Non comune
    • Accidente cerebrovascolare
    Molto raro
    • Sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (vedere paragrafo 4.4)
    Patologie cardiache Non comune
    • Aritmia, essenzialmente di natura sopraventricolare
    • Insufficienza cardiaca
    Raro
    • Infarto miocardico
    Patologie vascolari Raro
    • Segni clinici di vasculite periferica e gangrena
    • Ipotensione
    Molto raro
    • Sindrome da aumentata permeabilità capillare (vedere paragrafo 4.4)
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Molto comune
    • Dispnea – in genere lieve e di rapida risoluzione senza trattamento
    Comune
    • Tosse
    • Rinite
    Non comune
    • Polmonite interstiziale (vedere paragrafo 4.4)
    • Broncospasmo – in genere lieve e transitorio ma può richiedere il trattamento parenterale Raro
    • Edema polmonare
    • Sindrome da distress respiratorio dell’adulto (vedere paragrafo 4.4)
    Patologie gastrointestinali Molto comune
    • Vomito
    • Nausea
    Comune
    • Diarrea
    • Stomatite e ulcerazione del cavo orale
    • Stitichezza
    Molto raro:
    • Colite ischemica
    Patologie epatobiliari Molto comune
    • Aumento delle transaminasi epatiche (AST e ALT) e della fosfatasi alcalina
    Comune
    • Aumento della bilirubina
    Non comune
    • Grave tossicità epatica, comprendente insufficienza epatica e morte
    Raro
    • Aumento della gamma–glutamil transferasi (GGT)
    Patologie della cute e del tessuto Sottocutaneo Molto comune
    • Eruzione cutanea allergica spesso associata a prurito
    • Alopecia
    Comune
    • Prurito
    • Sudorazione
    Raro
    • Grave reazione cutanea, comprendente desquamazione ed eruzioni cutanee bollose
    • Ulcerazione
    • Formazione di vescicole e ulcerazioni
    • Desquamazione
    Molto raro
    • Necrolisi epidermica tossica
    • Sindrome di Stevens–Johnson
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto Connettivo Comune
    • Mal di schiena
    • Mialgia
    Patologie renali e urinarie Molto comune
    • Ematuria
    • Proteinuria lieve
    Non comune
    • Insufficienza renale (vedere paragrafo 4.4)
    • Sindrome uremica emolitica (vedere paragrafo 4.4)
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Molto comune
    • Sintomi simil–influenzali – i sintomi piu comuni sono febbre, cefalea, brividi, mialgia, astenia e anoressia. Sono stati riferiti anche tosse, rinite, malessere, perspirazione e difficolta del sonno.
    • Edema/edema periferico comprendente l’edema facciale. In genere l’edema e reversibile dopo l’interruzione del trattamento.
    Comune
    • Febbre
    • Astenia
    • Brividi
    Raro
    • Reazioni nella sede di somministrazione dell’iniezione per lo piu di natura lieve
    Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Raro
    • Tossicità da radiazioni (vedere paragrafo 4.5)
    • Fenomeno di recall da radiazioni

    Uso in associazione nel carcinoma della mammella

    La frequenza delle tossicità ematologiche di grado 3 e 4, in particolare della neutropenia, aumenta quando la gemcitabina viene utilizzata in associazione con paclitaxel. Tuttavia, l’aumento in queste reazioni avverse non è associato ad una maggiore incidenza di infezioni o di eventi emorragici. L’affaticamento e la neutropenia febbrile insorgono più spesso quando la gemcitabina viene utilizzata in associazione con paclitaxel. L’affaticamento che non è associato all’anemia, si risolve in genere dopo il primo ciclo.

    Eventi avversi di Grado 3 e 4 Paclitaxel versus gemcitabina più paclitaxel
      Numero (%) di Pazienti
    Braccio trattato con paclitaxel (N=259) Braccio trattato con gemcitabina più paclitaxel (N=262)
    Grado 3 Grado 4 Grado 3 Grado 4
    Laboratorio        
    Anemia 5 (1,9) 1 (0,4) 15 (5,7) 3 (1,1)
    Trombocitopenia 0 0 14 (5,3) 1 (0,4)
    Neutropenia 11 (4,2) 17 (6,6)* 82 (31,3) 45 (17,2)*
    Non–laboratorio        
    Neutropenia febbrile 3 (1,2) 0 12 (4,6) 1 (0,4)
    Affaticamento 3 (1,2) 1 (0,4) 15 (5,7) 2 (0,8)
    Diarrea 5 (1,9) 0 8 (3,1) 0
    Neuropatia motoria 2 (0,8) 0 6 (2,3) 1 (0,4)
    Neuropatia sensoriale 9 (3,5) 0 14 (5,3) 1 (0,4)

    *La neutropenia di Grado 4 di durata superiore a 7 giorni si è verificata nel 12,6% di pazienti nel braccio trattato con l’associazione e nel 5,0% dei pazienti nel braccio trattato con paclitaxel.

    Uso in associazione nel carcinoma della vescica

    Eventi avversi di Grado 3 e 4 MVAC versus gemcitabina più cisplatino
      Numero (%) di Pazienti
    Braccio trattato con MVAC (metotrexato, vinblastina, doxorubicina e cisplatino) (N=196) Braccio trattato con gemcitabina più cisplatino (N=200)
    Grado 3 Grado 4 Grado 3 Grado 4
    Laboratorio        
    Anemia 30 (16) 4 (2) 47 (24) 7 (4)
    Trombocitopenia 15 (8) 25 (13) 57 (29) 57 (29)
    Non–laboratorio        
    Nausea e vomito 37 (19) 3 (2) 44 (22) 0 (0)
    Diarrea 15 (8) 1 (1) 6 (3) 0 (0)
    Infezione 19 (10) 10 (5) 4 (2) 1 (1)
    Stomatite 34 (18) 8 (4) 2 (1) 0 (0)

    Uso in associazione nel carcinoma dell’ovaio

    Eventi avversi di Grado 3 e 4 Carboplatino versus gemcitabina più carboplatino
      Numero (%) di Pazienti
    Braccio trattato con carboplatino (N=174) Braccio trattato con gemcitabina più carboplatino (N=175)
    Grado 3 Grado 4 Grado 3 Grado 4
    Laboratorio        
    Anemia 10 (5,7) 4 (2,3) 39 (22,3) 9 (5,1)
    Neutropenia 19 (10,9) 2 (1,1) 73 (41,7) 50 (28,6)
    Trombocitopenia 18 (10,3) 2 (1,1) 53 (30,3) 8 (4,6)
    Leucopenia 11 (6,3) 1 (0,6) 84 (48,0) 9 (5,1)
    Non–laboratorio        
    Emorragia 0 (0) 0 (0) 3 (1,8) 0 (0)
    Neutropenia febbrile 0 (0) 0 (0) 2 (1,1) 0 (0)
    Infezione senza neutropenia 0 (0) 0 (0) 0 (0) 1(0,6)

    Anche la neuropatia sensoriale è stata più frequente nel braccio trattato con l’associazione rispetto al braccio trattato con carboplatino in monoterapia.

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Macrogol 300

    Glicole propilenico

    Etanolo anidro

    Sodio idrossido (per l’aggiustamento del pH)

    Acido cloridrico concentrato (per l’aggiustamento del pH)

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede particolari condizioni di conservazione.

    Per le condizioni di conservazione dopo prima apertura o diluizione del medicinale, vedere paragrafo 6.3.