Flebocortid richter (Sanofi spa)

Soluzione iniett polv solv ev fl1g+f

Principio attivo:Idrocortisone emisuccinato sodico
Gruppo terapeutico:Corticosteroidi sistemici, non associati
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • crisi iposurrenalica degli addisoniani e dei surrenectomizzati.</p
  • stati anafilattici allergici gravi
  • asma bronchiale
  • edema angioneurotico e della glottide
  • p
  • shock grave
  • allergico
  • ustioni
  • bronchite asmatica
  • rinite allergica
  • pleuriti essudative
  • versamenti pleurici traumatici
  • neoplasie pleuropolmonari
  • artrite reumatoide
  • periartriti scapolo–omerali
  • rigidità articolari
  • borsiti
  • tenosinoviti
  • lombosciatalgie
  • algie radicolari
  • meningite tubercolare
  • antitubercolare
  • rettocolite
  • reazioni trasfusionali
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    Posologia

    Per il trattamento degli stati di shock il Flebocortid Richter deve sempre essere utilizzato ad integrazione delle misure terapeutiche convenzionali di volta in volta indicate.

    La posologia va impostata più sulla gravità della indicazione clinica e sulla risposta terapeutica, che sull’età e sul peso del paziente. PER VIA ENDOVENOSA: da 100 a 200 mg e più pro dose ripetuti in seguito in rapporto al quadro clinico. Negli stati di shock, da 20 a 50 mg/kg/die in bolo unico o suddivisi in diverse somministrazioni. PER VIA INTRAMUSCOLARE: 25–50 mg oppure 100 mg da due a quattro volte a giorno. PER VIA AEROSOLICA ED INALATORIA (eventualmente in associazione ad antibiotici e broncodilatatori): 25 mg per una o due applicazioni. PER VIA ENDOPLEURICA (eventualmente in associazione ad altri presidi): all’inizio 50–100 mg e, in seguito, 25 mg per volta ad intervalli da 3 a 8 giorni. PER VIA ARTICOLARE E PERIARTICOLARE: da 50 a 100 mg per le grandi articolazioni; 25 mg per le piccole, condizionando il numero delle applicazioni all’andamento clinico. PER VIA EPIDURALE E SUBARACNOIDEA: 25 mg per volta, distanziati secondo il parere del medico. PER VIA RETTALE (previa diluizione in acqua o in soluzione fisiologica): 25–50 mg in 100 ml di liquido, oppure 100 mg in 300–500 ml per clistere normale o goccia a goccia.

    Controindicazioni
  • ulcera peptica
  • psicosi
  • herpes oculare simplex
  • diabete
  • infezioni acute
  • gravidanza
  • infezioni micotiche sistemiche
  • corticosteroidi
  • tubercolosi
  • osteoporosi
  • infezioni aspecifiche
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    Interazioni
  • glucocorticoidi
  • insulina
  • ipoglicemizzanti orali
  • fenitoina
  • fenobarbital
  • efedrina
  • rifampicina
  • corticosteroidi
  • corticosteroide
  • antibiotici
  • eritromicina
  • glucocorticoide
  • anticoagulanti
  • cumarinici
  • diuretici depletori di potassio
  • fenoterolo
  • steroidi
  • digitale
  • farmaci ipoglicemizzanti
  • oleandomicina
  • reproterolo
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    Avvertenze

    Le precauzioni relative all’impiego di Flebocortid Richter sono le stesse peculiari per l’utilizzazione dei cortisonici somministrati per via orale. L’Idrocortisone emisuccinato sodico, un derivato dell’idrocortisone altamente solubile in acqua e che presenta le stesse proprietà dell’ormone naturale, è utilizzabile in clinica mediante somministrazione parenterale. Per il trattamento degli stati di shock il Flebocortid Richter deve sempre essere utilizzato ad integrazione delle misure terapeutiche convenzionali di volta in volta indicate.

    La somministrazione intramuscolare deve essere fatta profondamente nelle grandi masse muscolari allo scopo di evitare atrofia del tessuto locale.

    Avvertenze

    Sebbene gli effetti collaterali correlati a trattamenti brevi e intensivi risultino infrequenti, può tuttavia verificarsi l’insorgenza di ulcera peptica.

    Le precauzioni relative all’impiego del Flebocortid Richter sono le stesse peculiari per l’utilizzazione dei cortisonici sfruttando la via orale.

    Nei pazienti in terapia con glucocorticoidi sottoposti a particolari stress, é indispensabile un adattamento della dose in rapporto alla entità della condizione stressante.

    I glucocorticoidi possono mascherare alcuni segni di infezione e durante il loro impiego si possono verificare infezioni intercorrenti. In questi casi va sempre valutata l’opportunità di istituire una adeguata terapia antibiotica.

    In corso di terapia prolungata e con dosi elevate, se si dovesse verificare una alterazione del bilancio elettrolitico, é opportuno adeguare l’apporto di sodio e di potassio.

    Tutti i glucocorticoidi aumentano l’escrezione di calcio.

    I pazienti sotto terapia con glucocorticoidi non devono essere vaccinati contro il vaiolo. Altri procedimenti immunizzanti non vanno intrapresi in pazienti che ricevono glucocorticoidi specialmente ad alte dosi, a causa di possibili rischi di complicazioni neurologiche e di insufficiente risposta anticorpale.

    Il trattamento sistemico con glucocorticoidi può causare corioretinopatia che può portare a disturbi visivi tra cui la perdita della vista. L’uso prolungato del trattamento sistemico con glucocorticoidi anche a basse dosi può causare corioretinopatia (vedere paragrafo 4.8).

    Nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del medico.

    Uno stato di insufficienza surrenale secondaria, indotta dal glucocorticoide può essere minimizzato con una riduzione graduale del dosaggio. Questo tipo di relativa insufficienza può persistere per mesi dopo la sospensione della terapia.

    Quindi, in qualsiasi situazione di stress che si manifestasse in questo periodo, la terapia ormonica dovrebbe essere ripresa.

    Poiché la secrezione mineralcorticoide può essere compromessa, bisognerebbe somministrare in concomitanza, cloruro sodico e/o mineralcorticoide.

    Nei pazienti ipotiroidei o affetti da cirrosi epatica la risposta ai glucocorticoidi può essere aumentata.

    La posologia di mantenimento deve essere sempre la minima capace di controllare la sintomatologia; una riduzione posologica va fatta sempre gradualmente.

    Durante la terapia possono manifestarsi alterazioni psichiche di vario genere: euforia, insonnia, mutamenti dell’umore o della personalità, depressione grave o sintomi di vere e proprie psicosi.

    Una preesistente instabilità emotiva o tendenze psicotiche possono essere aggravate dai glucocorticoidi.

    Nei pazienti con ipoprotrombinemia, si consiglia prudenza nell’associare l’acido acetilsalicilico ai glucocorticoidi.

    I glucocorticoidi devono essere somministrati con cautela nei seguenti casi: colite ulcerativa non specifica con pericolo di perforazione, ascessi e infezioni piogeniche in genere, diverticolite, anastomosi intestinali recenti, insufficienza renale, ipertensione, miastenia grave. I bambini sottoposti a prolungata terapia devono essere strettamente sorvegliati dal punto di vista della crescita e dello sviluppo.

    Poiché si sono avuti rari casi di reazioni anafilattoidi in pazienti sottoposti a terapia parenterale con corticosteroidi, devono essere prese le opportune precauzioni prima della somministrazione, particolarmente quando il paziente risulti allergico a qualsiasi tipo di farmaco.

    La somministrazione intraarticolare (fiale da 25 e 100 mg) può produrre sia effetti sistemici che locali. L’esame del liquido articolare si rende necessario allo scopo di escludere processi settici in atto. Bisogna evitare di iniettare corticosteroidi in articolazioni precedentemente infette. Aumento del dolore ed edema locale, ulteriore diminuzione della motilità articolare, febbre e malessere sono sintomi di artrite settica. Se la sepsi è confermata occorre istituire adeguata terapia antibatterica.

    I corticosteroidi non devono essere iniettati entro articolazioni instabili. Iniezioni ripetute nelle articolazioni colpite da osteoartrite possono accelerare la distruzione articolare.

    Evitare l’iniezione diretta di corticosteroidi nei tendini.

    I dati emersi da uno studio clinico, effettuato negli USA, condotto per valutare l’efficacia del metilprednisolone sodio succinato nello shock settico, hanno messo in evidenza una maggiore incidenza di mortalità nei pazienti con elevati valori di creatinina sierica all’inizio del trattamento, come pure nei pazienti che hanno sviluppato una infezione secondaria dopo l’inizio del trattamento.

    Gravidanza

    Nelle donne in stato di gravidanza il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto diretto controllo del medico.

    Effetti Collaterali

    In corso di terapia cortisonica, specie per trattamenti intensi e prolungati, possono manifestarsi alcuni tra i seguenti effetti: alterazioni del bilancio idroelettrolitico che, raramente ed in pazienti particolarmente predisposti, possono portare alla ipertensione, alla ritenzione idrica ed eventualmente all’insufficienza cardiaca congestizia; alterazioni muscoloscheletriche quali osteoporosi, fragilità ossea, miopatie; alterazioni a carico dell’apparato gastrointestinale che possono arrivare fino alla comparsa o all’attivazione di ulcera peptica; alterazioni cutanee quali: ritardo nei processi di cicatrizzazione, assottigliamento e fragilità della cute; alterazioni a carico dell’occhio quali: cataratta posteriore subcapsulare ed aumento della pressione endooculare e corioretinopatia (vedere paragrafo 4.4); vertigini, cefalea e aumento della pressione endocranica; interferenza con la funzionalità dell’asse ipofisi–surrene, particolarmente in situazioni di stress; irregolarità mestruali; aspetto similcushingoide; disturbi della crescita nei bambini; diminuita tollerabilità ai glucidi e possibile manifestazione di diabete mellito latente; alterazioni psichiche di vario genere (euforia, mutamenti dell’umore o della personalità, depressione grave o sintomi psicotici), insonnia; negativizzazione del bilancio dell’azoto.

    Inoltre a seguito di somministrazione parenterale sono state riportate: reazioni anafilattoidi, iper o ipopigmentazione cutanea, manifestazioni atrofiche a livello cutaneo e sottocutaneo. Ascessi sterili. Sensazione di calore a seguito di uso intraarticolare, artropatia tipo Charcot.

    Segnalati casi di aracnoidite a seguito di somministrazione intratecale e riferiti sintomi come cefalea, anoressia, irritazione del retrofaringe e del faringe a seguito di uso per via inalatoria.

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette.

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco, sito web: www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    25 mg/2 ml polvere e solvente per soluzioni iniettabili, da nebulizzare o rettale

    100 mg/2 ml polvere e solvente per soluzioni iniettabili, da nebulizzare o rettale

    Una fiala di polvere contiene: sodio fosfato, Metile–p–idrossibenzoato, Propile–p–idrossibenzoato.

    Una fiala di solvente contiene: sodio cloruro, acqua per preparazioni iniettabili.

    500 mg/5 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso

    1 g/10 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile per uso endovenoso

    Un flacone di liofilizzato contiene: sodio fosfato.

    Una fiala di solvente contiene: acqua per preparazioni iniettabili.

    Conservazione

    Nessuna speciale precauzione per la conservazione.