Posologia
Sia nell’uomo che nella donna il dosaggio necessario è pari a 3,75 mg (intero contenuto della siringa pre–riempita) di principio attivo da somministrare una volta al mese.
La durata del trattamento dell’endometriosi è di 6 mesi.
La durata del trattamento dei fibromiomi uterini è di 6 mesi.
Popolazione pediatrica
Il trattamento dei bambini con leuprorelina acetato dovrebbe avvenire sotto la supervisione generale dell’endocrinologo pediatrico.
Lo schema posologico deve essere adattato individualmente.
La dose iniziale raccomandata dipende dal peso corporeo.
Bambini con peso corporeo ≥ 20 kg
1 ml (3,75 mg ovvero l’intero contenuto della siringa pre–riempita) una volta al mese come singola iniezione sottocutanea.
Bambini con un peso corporeo < 20 kg
In questi rari casi, il seguente dosaggio deve essere somministrato secondo l’attività clinica della pubertà precoce centrale:
0,5 ml (1,88 mg ovvero metà del contenuto della siringa pre–riempita) una volta al mese come singola iniezione sottocutanea. Il resto della sospensione deve essere eliminata. L’aumento ponderale del bambino deve essere monitorato.
A seconda dell’attività della pubertà precoce centrale, può essere necessario aumentare il dosaggio in presenza di soppressione inadeguata (evidenza clinica ad esempio spotting o inadeguata soppressione della gonadotropina nel test LHRH). La dose minima efficace mensile da somministrare deve quindi essere determinata mediante il test LHRH.
Si sono spesso verificati ascessi sterili al sito di iniezione, quando leuprorelina acetato è stata somministrata per via intramuscolare a dosaggi maggiori rispetto a quelli raccomandati. Pertanto, in tali casi, il farmaco deve essere somministrato per via sottocutanea (vedere paragrafo 4.4).
Si raccomanda di utilizzare i volumi più bassi possibili per le iniezioni nei bambini al fine di diminuire l’inconveniente che è associato con l’iniezione intramuscolare/sottocutanea.
La durata del trattamento dipende dai parametri clinici all’inizio o durante il corso del trattamento (prognosi dell’altezza finale, velocità di crescita, età ossea e/o accelerazione dell’età ossea) e viene decisa dal pediatra insieme al tutore e, se del caso, al bambino trattato. L’età ossea deve essere monitorata durante il trattamento a intervalli di 6–12 mesi.
Nelle ragazze con maturazione ossea di età superiore a 12 anni e ragazzi con maturazione ossea superiore a 13 anni deve essere considerata la sospensione del trattamento tenendo conto dei parametri clinici.
Nelle ragazze, deve essere esclusa una gravidanza prima dell’inizio del trattamento. Il verificarsi di una gravidanza durante il trattamento non può essere generalmente escluso. In questi casi, deve essere contattato il medico.
Note:
L’intervallo di somministrazione deve essere di 30 ± 2 giorni al fine di evitare il ripetersi dei sintomi da pubertà precoce.
Precauzioni che devono essere prese prima della manipolazione o della somministrazione del medicinale
• Avvitare lo stantuffo sul tappo terminale, finché il tappo terminale inizia a girare.
• Controllare che l’ago sia ben fissato, avvitando il cappuccio dell’ago in senso orario. Non stringere eccessivamente.
• Mantenendo la siringa dritta verso l’alto, abbassare LENTAMENTE il pistone spingendo lo stantuffo finché il tappo intermedio arrivi alla linea blu al centro della siringa.
NOTA: spingere lo stantuffo velocemente oppure oltre la linea blu può causare una perdita della sospensione dall’ago.
• Picchiettare gentilmente la siringa sul palmo della mano mantenendo la siringa dritta per miscelare completamente le particelle a formare una sospensione uniforme. La sospensione apparirà lattescente.
NOTA: Evitare di battere fortemente per prevenire la formazione di bolle.
• Se le particelle aderiscono al tappo, picchiettare la siringa con il dito.
• Rimuovere il cappuccio dell’ago e spingere lo stantuffo per espellere l’aria dalla siringa.
• Al momento dell’iniezione, controllare la direzione del dispositivo di sicurezza (il segno rotondo deve essere diretto verso l’alto).
• Iniettare il contenuto della siringa per via sottocutanea o intramuscolare come per una normale iniezione.
• DOPO L’INIEZIONE, allontanare l’ago dal paziente e attivare immediatamente il dispositivo di sicurezza per coprire l’ago, spingendo in avanti l’aletta con un dito, fino a sentire lo scatto che indica che il dispositivo è completamente esteso e l’ago coperto.
Dati epidemiologici hanno mostrato che durante la terapia di deprivazione androgenica possono verificarsi cambiamenti delle condizioni metaboliche (per esempio riduzione della tolleranza al glucosio o aggravamento di diabete preesistente) nonché un aumentato rischio di malattie cardiovascolari. Tuttavia, i dati prospettici non hanno confermato il collegamento tra il trattamento con analoghi del GnRH ed un aumento della mortalità cardiovascolare. I pazienti ad alto rischio di malattie metaboliche o cardiovascolari devono essere adeguatamente monitorati.
La terapia di deprivazione androgenica può prolungare l’intervallo QT.
Nei pazienti con una storia di prolungamento dell’intervallo QT o con fattori di rischio per il prolungamento dell’intervallo QT e nei pazienti che ricevono medicinali concomitanti che possono prolungare l’intervallo QT (vedere paragrafo 4.5), prima di iniziare il trattamento con ENANTONE i medici devono valutare il rapporto rischio–beneficio inclusa la possibilità di Torsioni di punta.
Nell’uomo, nella fase iniziale di trattamento con gli analoghi LH–RH, sono stati segnalati isolati casi di peggioramento della sintomatologia clinica, come ad esempio dolore osseo, ostruzione del tratto urinario ed ematuria, debolezza degli arti inferiori e parestesia, di tipo transitorio (vedere sezione 4.8) dovuto ad un aumento temporaneo del livello di testosterone sierico. Ciò giustifica un controllo medico particolarmente attento durante le prime settimane di trattamento per i pazienti portatori di ostruzione delle vie urinarie e per i malati che presentano metastasi vertebrali.
Per la stessa ragione, all’inizio del trattamento i soggetti che presentano segni premonitori di compressione midollare devono essere attentamente controllati.
Nel periodo iniziale di trattamento, si può notare un aumento transitorio della fosfatasi acida.
L’inizio del trattamento è a volte accompagnato da accentuazione dei segni e dei sintomi clinici (in particolare dei dolori ossei).
È stato segnalato, con gli analoghi dell’LH–RH, qualche caso di accentuazione di ematuria preesistente o di ostruzione urinaria, sensazione di debolezza o di parestesia agli arti inferiori.
Queste manifestazioni sono abitualmente transitorie, e scompaiono in una o due settimane dall’inizio del trattamento. Inoltre la possibilità di una temporanea esacerbazione dei sintomi durante le prime settimane di trattamento deve essere presa in considerazione nei pazienti con segni neurologici da compressione midollare o in quelli che presentano ostruzione urinaria.
Può essere utile verificare periodicamente la testosteronemia che non deve essere superiore a 1 ng/ml, il PSA e la fosfatasi acida, che nelle prime settimane di trattamento possono transitoriamente aumentare.
La risposta terapeutica può essere valutata a livello osseo attraverso esame scintigrafico e/o tomografico; a livello prostatico la risposta verrà valutata attraverso ecografia e/o tomografia (oltre l’esame clinico e l’esplorazione rettale).
In caso di trattamento prolungato, può essere utile verificare periodicamente i valori di densitometria ossea in quanto gli analoghi LH–RH producono uno stato di ipoandrogenismo, che può verificarsi anche in pazienti sottoposti a orchiectomia bilaterale, che induce una riduzione del contenuto minerale osseo.
In pazienti che presentano fattori di rischio addizionali, può portare a osteoporosi e ad un aumentato rischio di fratture ossee.
Nella donna affetta da endometriosi e da fibromi uterini l’eventuale insorgenza di metrorragie gravi in corso di trattamento è da considerarsi anormale e comporta la verifica del tasso di estradiolo plasmatico che, se inferiore a 50 pg/ml, richiede indagini per l’identificazione di eventuali lesioni organiche associate.
In caso di insorgenza di sanguinamento vaginale grave durante il trattamento, la paziente dovrà essere monitorata attentamente e, qualora necessario, si dovrà intervenire opportunamente.
Prima del trattamento le donne potenzialmente fertili devono essere sottoposte ad attenti controlli per escludere una gravidanza in atto. Durante il trattamento devono essere adottati metodi contraccettivi non ormonali. Tali metodi devono essere mantenuti fino alla ripresa del ciclo mestruale.
In caso di trattamento prolungato, può essere utile verificare periodicamente i valori di densitometria ossea in quanto gli analoghi LH–RH producono uno stato di ipoestrogenismo, che può verificarsi anche in pazienti sottoposte a ovariectomia bilaterale, che induce una riduzione del contenuto minerale osseo. In pazienti che presentano fattori di rischio addizionali, può portare a osteoporosi e ad un aumentato rischio di fratture ossee.
Pertanto, la durata del trattamento dovrebbe comunque essere limitata a 6 mesi. Quando è necessario ripetere il trattamento, devono essere effettuati quanto più possibile controlli della massa ossea.
In un primo periodo, dopo la prima somministrazione del farmaco, potrebbe verificarsi un peggioramento temporaneo del quadro clinico. Comunque, tale sintomatologia scompare proseguendo il trattamento.
C’è un aumento del rischio di depressione incidente (che può essere grave) in pazienti in trattamento con agonisti GnRH, come leuprorelina. I pazienti devono essere informati di conseguenza e trattati in modo appropriato se i sintomi si manifestano.
Popolazione pediatrica
Nella bambina affetta da pubertà precoce la stimolazione gonadica può essere responsabile di piccole emorragie genitali dopo la prima iniezione che necessitano l’aggiunta di un trattamento adeguato solo nel caso in cui queste si manifestino oltre il primo mese di trattamento.
Nell’infanzia: l’inibizione dell’attività gonadotropa ipofisaria si manifesta nei due sessi con la soppressione della secrezione dell’estradiolo o del testosterone, con l’abbassamento del picco di LH e con un miglioramento del rapporto età staturale/età ossea.
A causa della crescita del bambino si consiglia di controllare regolarmente che i tassi di estradiolo/testosterone rimangano bassi soprattutto nel caso il peso si avvicini ai 20 Kg.
Prima di iniziare la terapia, è necessaria una diagnosi precisa di pubertà precoce centrale idiopatica e/o neurogena.
La terapia consta di un trattamento a lungo termine, regolato individualmente. ENANTONE deve essere somministrato con la massima precisione possibile, ad intervalli mensili regolari. Un ritardo eccezionale della data di iniezione di alcuni giorni (30 ± 2 giorni) non influenza i risultati della terapia.
In caso di ascesso sterile nel sito di iniezione (principalmente riportati dopo iniezione im di dosaggio superiore a quanto raccomandato) l’assorbimento di leuprorelina acetato dal deposito può essere diminuito. In questo caso i parametri ormonali (testosterone, estradiolo) devono essere controllati ad intervalli di 2 settimane (vedere paragrafo 4.2).
Nei pazienti con tumori cerebrali progressivi, porre attenzione se il rischio da un punto di vista clinico è sostanzialmente superiore ai benefici.
Il verificarsi di sanguinamento vaginale, spotting e perdite dopo la prima iniezione può essere indicativo di sospensione ormonale nelle ragazze. Un sanguinamento vaginale che perdura oltre il primo/secondo mese di trattamento deve essere indagato.
La densità minerale ossea (BMD) può diminuire durante la terapia della pubertà precoce centrale con agonisti del GnRH. Tuttavia, dopo interruzione del trattamento, la successiva maturazione della massa ossea è conservata e il picco di accrescimento della massa ossea nella tarda adolescenza non sembra essere influenzato dal trattamento.
Può verificarsi uno scivolamento dell’epifisi femorale dopo la sospensione del trattamento con GnRH. La teoria suggerita è che le basse concentrazioni di estrogeni durante il trattamento con agonisti del GnRH indeboliscano la piastra epifisaria. L’aumento della velocità di crescita dopo la sospensione del trattamento comporta, successivamente, una riduzione della forza di taglio necessaria alla dislocazione dell’epifisi.
Gravidanza
ENANTONE non deve essere usato durante la gravidanza (vedere paragrafo 4.3 Controindicazioni).
Le donne in età fertile devono usare misure contraccettive non ormonali durante il trattamento e fino alla ripresa del ciclo mestruale.
Prima del trattamento le donne potenzialmente fertili devono essere sottoposte ad attenti controlli per escludere una gravidanza in atto.
Allattamento
ENANTONE non deve essere usato durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.3 Controindicazioni).
Gli effetti indesiderati sono principalmente dovuti all’azione farmacologica specifica del medicinale, ovvero alle modificazioni endocrine causate dal prodotto (soppressione della secrezione testosteronica nell’uomo e all’ipoestrogenismo similmenopausale nella donna).
I seguenti effetti indesiderati sono basati sull’esperienza maturata da studi clinici e dall’esperienza post–marketing. Le frequenze sono definite come: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Disturbi del sistema immunitario
Non comune: febbre, reazioni di ipersensibilità che includono eruzione cutanea, prurito e, raramente, sibilo
Molto raro: reazioni anafilattiche
Patologie endocrine
Non comune: vampate di calore
Raro: impotenza
Disturbi psichiatrici
Molto comune: disturbi del sonno (sonnolenza o insonnia)
Comune: disordini dell’umore (uso a lungo termine), depressione (uso a lungo termine)
Non comune: disordini dell’umore (uso a breve termine), depressione (uso a breve termine)
Raro: libido diminuita,
Patologie del sistema nervoso
Non comune: cefalea (occasionalmente severa)
Raro: capogiro, parestesia, sudorazione
Molto raro: apoplessia dell’ipofisi è stata riportata in seguito alla somministrazione iniziale in pazienti con adenoma dell’ipofisi
Patologie dell’occhio
Molto raro: disturbi visivi
Patologie cardiache
Raro: palpitazioni
Non nota: prolungamento dell’intervallo QT (vedere paragrafi 4.4 e 4.5)
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Comune:dispnea
Patologie gastrointestinali
Comune: stipsi
Raro: nausea, vomito, diarrea, anoressia
Patologie epatobiliari
Raro: disfunzione epatica
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Raro: perdita di capelli
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Raro: artralgia, mialgia, massa ossea ridotta che può verificarsi con l’uso di agonisti del GnRH
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
Molto comune: vaginiti
Comune: secchezza vaginale
Raro: modifica delle dimensioni mammarie nella donna
Molto raro: orchiartrofia, ginecomastia negli uomini
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Raro: edema periferico, variazioni di peso, reazioni al sito di iniezione
Esami diagnostici
Raro: valori aumentati dei test di funzionalità epatica (solitamente transitori)
Uomini: in caso di recrudescenza tumorale a seguito della terapia con ENANTONE, può verificarsi un’esacerbazione di ogni segno e sintomo collegati alla malattia, ad es. dolore osseo, ostruzione delle vie urinarie, debolezza delle estremità e parestesia. Tali sintomi rimettono al proseguimento della terapia.
Donne: gli effetti indesiderati maggiormente ricorrenti sono associati all’ipoestrogenismo. I livelli di estrogeni tornano nella norma all’interruzione del trattamento.
Lo stato di ipoestrogenismo porta ad una diminuzione lieve della densità ossea durante il trattamento, che a volte non è reversibile (vedere paragrafo 4.4).
Può verificarsi emorragia vaginale durante la terapia a causa della degenerazione acuta dei fibromi sottomucosi (vedere paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica
Nella fase iniziale della terapia, si assiste ad un incremento acuto, di breve durata, dei valori degli ormoni sessuali, seguito da un calo ai valori del range pre–puberale. A causa di questo effetto farmacologico, possono verificarsi eventi avversi, in particolare all’inizio del trattamento.
Disturbi del sistema immunitario:
Molto raro: reazioni allergiche generalizzate (febbre, eruzioni cutanee, ad esempio prurito, reazioni anafilattiche)
Disturbi psichiatrici:
Comune: labilità emotiva
Disturbi del sistema nervoso:
Comuni: mal di testa
Come con altri medicinali di questa classe, sono stati riportati casi molto rari di apoplessia pituitaria dopo somministrazione iniziale nei pazienti con adenoma pituitario.
Disturbi gastrointestinali:
Comuni: dolori addominali/crampi addominali, nausea/vomito
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Comune: acne
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella:
Comuni: sanguinamento vaginale, spotting, perdite
Note:
In generale, la presenza di perdite vaginali con il trattamento continuato (successivamente alla possibile emorragia da sospensione nel primo mese di trattamento) deve essere valutata come un segno di potenziale sottodosaggio. La soppressione ipofisaria dovrebbe quindi essere determinata attraverso un test LHRH.
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Comuni: Reazioni nel sito di iniezione
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Polvere: copolimero di acido DL–lattico e acido glicolico, mannitolo, gelatina
Solvente: mannitolo, carmellosa sodica, polisorbato 80, acqua per preparazioni iniettabili
Questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione.
Non refrigerare o congelare.
Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.
Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione vedere paragrafo 6.3.