Principio attivo:Desametasone fosfato sodico
Gruppo terapeutico:Corticosteroidi sistemici, non associati
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioPresente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • artrosi degenerativa e post–traumatica
  • poliartrite cronica
  • spondilartrite anchilosante
  • dermatiti
  • dermatosi
  • allergiche
  • corticoterapia antinfiammatoria ed antiallergica
  • stati asmatici
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    Posologia

    1 ml di soluzione (= 2 mg) corrisponde a 30 gocce

    Il dosaggio deve essere adattato in base alla patologia e alla risposta terapeutica del paziente.

    Indicativamente il trattamento può essere iniziato con la somministrazione da 2 mg a 5 mg in 3 dosi giornaliere (2 mg/die in tre dosi giornaliere corrispondono a 10 gocce 3 volte al giorno; 5 mg/die corrispondono a 25 gocce 3 volte al giorno)

    Non appena si verifica un miglioramento è necessario diminuire gradualmente il dosaggio sino alla minima dose terapeuticamente attiva che può variare da 0,2 mg (pari a 3 gocce) a 2 mg al giorno (pari a 30 gocce).

    Le gocce devono essere diluite in poca acqua; agitare la soluzione così ottenuta prima della somministrazione.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti
  • tubercolosi
  • ulcera peptica
  • psicosi
  • herpes oculare simplex
  • gravidanza
  • allattamento
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    Interazioni
  • difenilidantoina
  • fenobarbital
  • efedrina
  • rifampicina
  • corticosteroidi
  • interazione
  • desametasone
  • anticoagulanti cumarinici
  • diuretici depletori di potassio
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    Avvertenze

    Poiché si sono avuti rari casi di reazioni anafilattoidi in pazienti sottoposti a terapia parenterale con corticosteroidi, il paziente deve essere sottoposto ad una anamnesi accurata prima della somministrazione di Decadron.

    L’uso di DECADRON nella tubercolosi attiva va limitato ai casi di malattia fulminante o disseminata, nei quali il corticosteroide va usato con appropriata terapia antitubercolare. Se i corticosteroidi vengono somministrati nei pazienti con tubercolosi latente o con risposta positiva alla tubercolina, è necessaria una stretta sorveglianza in quanto si può verificare una riattivazione della malattia. Nella corticoterapia prolungata questi soggetti devono ricevere una chemioprofilassi adeguata.

    I corticosteroidi devono essere somministrati con cautela in caso di colite ulcerativa non specifica con pericolo di perforazione, ascessi e infezioni piogeniche in genere, diverticolite, anastomosi intestinali recenti, insufficienza renale, ipertensione, miastenia grave.

    Devono essere adottate precauzioni nel corso del trattamento in pazienti con diabete, osteoporosi, infezioni acute e croniche.

    I corticosteroidi possono mascherare alcuni segni di infezione e durante il loro impiego si possono verificare infezioni intercorrenti. In questi casi va sempre valutata l’opportunità di istituire una adeguata terapia antibiotica.

    Nella primissima infanzia il prodotto va somministrato nei casi di effettiva necessità, sotto il diretto controllo del medico.

    I bambini sottoposti a prolungata corticoterapia devono essere strettamente sorvegliati dal punto di vista della crescita e dello sviluppo.

    Nei pazienti in terapia corticosteroidea, sottoposti a particolare stress, è consigliabile un adattamento della dose in rapporto all’entità della condizione stressante.

    Uno stato di insufficienza surrenale secondaria, indotta dal cortisonico, può essere minimizzato con una riduzione graduale del dosaggio. Questo tipo di relativa insufficienza può persistere per mesi dopo la sospensione della terapia. Quindi in qualsiasi situazione di stress che si manifestasse in questo periodo, la terapia ormonale dovrebbe essere ripresa.

    In corso di terapia prolungata e con dosi elevate, se si dovesse verificare una alterazione del bilancio elettrolitico, è opportuno adeguare l’apporto di sodio e potassio. Tutti i corticosteroidi aumentano l’escrezione di calcio.

    Nei pazienti ipotiroidei o affetti da cirrosi epatica, la risposta ai corticosteroidi può essere aumentata.

    La posologia di mantenimento deve essere sempre la minima capace di controllare la sintomatologia; la riduzione della posologia deve essere effettuata gradualmente.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Non sono disponibili studi adeguati sull’uso di corticosteroidi nelle donne in gravidanza; pertanto, il medicinale va somministrato in caso di effettiva necessità, solo quando i benefici prevedibili per la madre superano i possibili rischi per il feto e sotto il diretto controllo del medico.

    I bambini nati da madri sottoposte a trattamento con corticosteroidi durante la gravidanza dovrebbero essere controllati accuratamente per accertare eventuali segni di iposurrenalismo.

    Allattamento

    I corticosteroidi sono escreti nel latte materno e possono interferire con la crescita del bambino, con la produzione di corticosteroidi endogeni o causare altri effetti indesiderati. Pertanto, l’uso di Decadron durante l’allattamento è controindicato.

    Effetti Collaterali

    In corso di terapia cortisonica, specie per trattamenti intensi e prolungati, possono manifestarsi i seguenti effetti:

    – alterazioni del bilancio idro–elettrolitico che, raramente ed in pazienti particolarmente predisposti, possono arrivare all’ipertensione ed alla insufficienza cardiaca congestizia;

    – alterazioni muscolo–scheletriche, quali osteoporosi, miopatie,fragilità ossea.

    – complicazioni a carico dell’apparato gastro–intestinale che possono arrivare fino alla comparsa o alla attivazione di ulcera peptica;

    – alterazioni cutanee quali ritardi nei processi di cicatrizzazione, assottigliamento e fragilità della cute;

    – alterazioni neurologiche quali vertigini, cefalea ed aumento della pressione endocranica;

    – disendocrinie quali irregolarità mestruali, aspetto simil–cushingoide, disturbi della crescita nei bambini, interferenza con la funzionalità dell’asse ipofisi–surrene, particolarmente in momenti di stress, diminuita tollerabilità ai glucidi e possibile manifestazione di diabete mellito latente, nonché aumentata necessità di farmaci ipoglicemizzanti nei diabetici;

    – complicazioni oftalmiche quali cataratta posteriore subcapsulare ed aumentata pressione endoculare;

    – alterazioni psichiche di vario genere: euforia, insonnia, mutamenti dell’umore e della personalità, depressione grave o sintomi di vere e proprie psicosi. Una preesistente instabilità emotiva o tendenze psicotiche possono essere aggravate dai corticosteroidi.

    – negativizzazione del bilancio dell’azoto.

    Eccipienti

    Glicole propilenico

    Conservazione

    Conservare a temperatura non superiore a 25° C.