I pazienti con pressione arteriosa non adeguatamente controllata da una monoterapia con enalapril 20 mg, hanno la possibilità di assumere una dose maggiore di enalapril in monoterapia o passare a Coripren 20 mg/10 mg.
Si raccomanda la titolazione individuale dei componenti. Se clinicamente appropriato, può essere considerato il passaggio diretto dalla monoterapia all’associazione fissa.
La dose raccomandata è di una compressa al giorno almeno 15 minuti prima dei pasti.
Il trattamento deve essere somministrato preferibilmente al mattino. Questo prodotto non deve essere assunto con del succo di pompelmo (vedere i paragrafi 4.3 e 4.5).
Anziani: la dose dipende dalla funzionalità renale del paziente (vedere "Insufficienza renale").
Bambini e adolescenti sotto i 18 anni: non essendo stati condotti studi clinici su pazienti di età inferiore a 18 anni, la somministrazione a bambini e adolescenti non è attualmente raccomandata.
Insufficienza renale: Coripren è controindicato in pazienti affetti da grave insufficienza renale (clearance della creatinina <30 ml/min) o in pazienti sottoposti a emodialisi (vedere i paragrafi 4.3 e 4.4). Si raccomanda particolare cautela all’inizio del trattamento in pazienti con insufficienza renale da lieve a moderata.
Insufficienza epatica: Coripren è controindicato in caso di grave insufficienza epatica. Si raccomanda particolare cautela all’inizio del trattamento in pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata.
Ipotensione sintomatica
È richiesto un monitoraggio particolarmente attento per l’enalapril in caso di:
• grave ipotensione con pressione sistolica inferiore a 90 mmHg
• scompenso cardiaco
L’ipotensione sintomatica è stata raramente osservata in pazienti con ipertensione non complicata. Nei pazienti ipertesi trattati con l’enalapril, è più probabile che l’ipotensione sintomatica si verifichi se il paziente è ipovolemico, ad esempio in caso di terapia con diuretici, limitazione del sale nella dieta, dialisi, diarrea o vomito (vedere il paragrafo 4.5). È stata osservata ipotensione sintomatica in pazienti affetti da insufficienza cardiaca, con o senza insufficienza renale associata. È più probabile che ciò accada nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca più grave, a seguito dell’uso di elevate dosi di diuretici dell’ansa, iponatriemia o insufficienza renale. In questi pazienti, la terapia deve essere iniziata sotto controllo medico ed i pazienti devono essere seguiti attentamente in caso di aggiustamento della dose di enalapril e/o del diuretico. Considerazioni simili si applicano a pazienti con ischemia cardiaca o patologie cerebrovascolari per i quali un’eccessiva diminuzione della pressione arteriosa potrebbe dar luogo ad infarto miocardico o ad un incidente cerebrovascolare.
Qualora dovesse verificarsi ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, sottoposto a infusione endovenosa di soluzione fisiologica. Una risposta ipotensiva transitoria non rappresenta una controindicazione a ulteriori dosi, che possono essere somministrate generalmente senza difficoltà non appena la pressione arteriosa sarà aumentata dopo l’espansione della volemia.
In alcuni pazienti affetti da insufficienza cardiaca con pressione arteriosa normale o ridotta, la somministrazione di enalapril può provocare un’ulteriore riduzione della pressione arteriosa sistemica. Questo effetto è previsto e generalmente non costituisce un motivo di interruzione del trattamento. Se l’ipotensione diventa sintomatica, può rendersi necessaria la riduzione della dose e/o l’interruzione del diuretico e/o dell’enalapril.
Sindromi da disfunzione del nodo del seno
Si raccomanda particolare cautela nell’uso della lercanidipina in pazienti affetti da sindromi da disfunzione del nodo del seno (se non è impiantato un pacemaker).
Disfunzione ventricolare sinistra e ischemia cardiaca
Sebbene studi controllati di emodinamica non abbiano dimostrato alcuna compromissione della funzione ventricolare, è necessario prestare cautela in pazienti affetti da disfunzione ventricolare sinistra durante il trattamento con calcio–antagonisti. È stato evidenziato che i pazienti affetti da ischemia cardiaca hanno un elevato rischio cardiovascolare durante il trattamento con alcune diidropiridine a breve durata d’azione. Sebbene la lercanidipina abbia una lunga durata d’azione, in tali pazienti è richiesta cautela.
In rari casi, alcune diidropiridine possono causare dolore precordiale o angina pectoris. Molto raramente, nei pazienti con angina pectoris pre–esistente, questi attacchi possono verificarsi con maggiore frequenza, durata o gravità. Potrebbero essere osservati isolati casi di infarto miocardico (vedere il paragrafo 4.8).
Insufficienza renale
È richiesta particolare cautela durante la fase iniziale del trattamento con l’enalapril in pazienti con insufficienza renale lieve–moderata. Il monitoraggio di routine di potassio e creatinina nel siero fanno parte della normale gestione medica di questi pazienti durante il trattamento con enalapril.
Casi di insufficienza renale associata all’uso dell’enalapril sono stati riportati soprattutto in pazienti affetti da grave disfunzione cardiaca o patologia renale latente, compresa la stenosi dell’arteria renale. Se tempestivamente diagnosticata e adeguatamente trattata, l’insufficienza renale conseguente al trattamento con l’enalapril risulta generalmente reversibile.
In alcuni casi di ipertensione senza patologia renale pre–esistente, l’associazione di enalapril con un diuretico può portare ad un aumento dei livelli di urea e creatinina nel sangue. Può risultare necessaria una riduzione della dose dell’enalapril e/o la sospensione del diuretico. In questi casi, deve essere presa in considerazione la possibilità di stenosi latente dell’arteria renale (vedere il paragrafo 4.4, Ipertensione renovascolare).
Ipertensione renovascolare
I pazienti affetti da stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria di un solo rene funzionante sono particolarmente esposti al rischio di sviluppare ipotensione o insufficienza renale a seguito di terapia con gli ACE–inibitori. In questi pazienti, il trattamento deve essere iniziato sotto stretto controllo medico, con dosi ridotte e accurata titolazione. La funzione renale deve essere valutata all’inizio della terapia e attentamente monitorata durante il trattamento.
Trapianto renale
Non esiste esperienza clinica riguardo l’uso della lercanidipina o dell’enalapril in pazienti recentemente sottoposti a trapianto di rene. Il trattamento di questi pazienti con Coripren non è quindi raccomandato.
Insufficienza epatica
L’effetto antiipertensivo della lercanidipina può risultare potenziato nei pazienti affetti da insufficienza epatica.
Raramente il trattamento con gli ACE–inibitori è stato associato ad una sindrome che inizia con ittero colestatico e progredisce a necrosi epatica fulminante (a volte con esito letale). Il meccanismo di questa sindrome non è conosciuto. I pazienti che sviluppano ittero o un marcato innalzamento degli enzimi epatici a seguito del trattamento con gli ACE–inibitori devono interrompere l’assunzione dell’ACE–inibitore e ricevere un trattamento adeguato.
Neutropenia/agranulocitosi
Neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia sono state riscontrate in pazienti che assumevano gli ACE–inibitori. Nei pazienti con funzionalità renale normale e senza particolari fattori di rischio, raramente si verifica neutropenia. L’enalapril deve essere usato con estrema cautela nei pazienti affetti da collagenopatie vascolari, sottoposti a terapia con immunosoppressori, allopurinolo, procainamide o in cui siano presenti parecchi di questi fattori di rischio, particolarmente in presenza di una preesistente funzionalità renale compromessa. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato gravi infezioni che in alcuni casi non hanno risposto a terapia antibiotica intensiva. Se l’enalapril viene usato in tali pazienti, si consiglia il monitoraggio periodico della conta leucocitaria ed i pazienti devono essere informati della necessità di riferire qualsiasi segno di infezione al proprio medico.
Ipersensibilità/edema angioneurotico
Sono stati riportati casi di angioedema del volto, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe in pazienti trattati con gli ACE–inibitori, incluso l’enalapril. Questo può accadere in qualsiasi momento durante la terapia. In questi casi, l’uso dell’enalapril deve essere interrotto immediatamente. Il paziente deve essere sottoposto ad un attento monitoraggio per assicurare la completa risoluzione dei sintomi prima della dimissione dall’ospedale. Nei casi in cui il gonfiore sia limitato al volto e alle labbra, i sintomi si risolvono generalmente senza ulteriori trattamenti. Tuttavia, l’uso di antistaminici si è rivelato utile nell’attenuazione dei sintomi.
L’edema angioneurotico della laringe può avere esito fatale. In caso di coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe con conseguente ostruzione respiratoria, è necessario iniziare immediatamente un adeguato trattamento (es. somministrazione sottocutanea di adrenalina [diluizione 1:1000]) e/o adottare tutte le misure necessarie a garantire la pervietà delle vie aeree.
Una maggiore incidenza di angioedema a seguito dell’uso degli ACE–inibitori è stata riportata in pazienti di colore, rispetto a pazienti non di colore.
I pazienti con anamnesi di angioedema non scatenato dall’uso di ACE–inibitori possono essere maggiormente esposti al rischio di angioedema durante la somministrazione di un ACE–inibitore (vedere anche il paragrafo 4.3).
Reazioni anafilattoidi durante la desensibilizzazione con veleni di insetti
Raramente si sono verificate pericolose reazioni anafilattoidi durante la terapia di desensibilizzazione contro veleni di insetti e l’uso concomitante di un ACE–inibitore. È possibile evitare tali reazioni sospendendo temporaneamente l’ACE–inibitore prima di ogni trattamento di desensibilizzazione.
Reazioni anafilattoidi durante l’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL)
Raramente si sono verificate reazioni anafilattoidi pericolose durante l’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato in pazienti che ricevevano gli ACE–inibitori. È possibile evitare tali reazioni sospendendo temporaneamente l’ACE–inibitore prima di ogni aferesi.
Diabete
In pazienti diabetici trattati con agenti antidiabetici orali o insulina, controllare attentamente la glicemia durante il primo mese di trattamento con un ACE–inibitore (vedere il paragrafo 4.5).
Tosse
È stata osservata tosse con l’uso degli ACE–inibitori. Normalmente tale tosse è di tipo non–produttivo, persistente e si risolve dopo l’interruzione della terapia. La tosse indotta da ACE–inibitori deve essere considerata nella diagnosi differenziale della tosse.
Chirurgia/Anestesia
Nei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico maggiore o durante l’anestesia con agenti che riducono la pressione arteriosa, l’enalapril inibisce la formazione di angiotensina II, che altrimenti avverrebbe a seguito di una secrezione compensatoria di renina. Se si verifica ipotensione come conseguenza di questo meccanismo, è possibile correggerla espandendo la volemia.
Iperkaliemia
In alcuni pazienti trattati con gli ACE–inibitori, incluso l’enalapril, è stato osservato un innalzamento del livello di potassio sierico. I fattori di rischio dell’iperkaliemia sono: insufficienza renale, diabete mellito, assunzione concomitante di diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio così come l’assunzione concomitante di altri farmaci che possono aumentare i livelli sierici di potassio (ad esempio eparina). Qualora fosse indicato l’uso contemporaneo di uno degli agenti sopra menzionati, il potassio sierico deve essere monitorato regolarmente.
Duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS)
Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE–inibitori,antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1). Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Gli ACE–inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
Induttori di CYP3A4
Induttori del CYP3A4 come gli anticonvulsivanti (es. fenitoina, carbamazepina) e la rifampicina possono ridurre i livelli sierici della lercanidipina e quindi la sua efficacia può risultare inferiore a quella attesa (vedere il paragrafo 4.5).
Altri farmaci non raccomandati
L’uso di questo farmaco non è generalmente raccomandato in associazione con il litio, i diuretici risparmiatori di potassio, gli integratori di potassio e l’estramustina (vedere il paragrafo 4.5).
Differenze etniche
Come per gli altri ACE–inibitori, l’enalapril sembra essere meno efficace nel ridurre la pressione arteriosa nei pazienti di colore rispetto a quelli non di colore, probabilmente perché spesso i livelli di renina nel plasma sono inferiori nella popolazione ipertesa di colore.
Gravidanza
L’uso di Coripren non è raccomandato durante la gravidanza.
Il trattamento con gli ACE–inibitori, come l’enalapril, non deve essere iniziato durante la gravidanza. Tranne nel caso in cui la somministrazione di ACE–inibitori sia considerata essenziale, le pazienti che stanno pianificando una gravidanza devono passare a trattamenti con farmaci antiipertensivi alternativi, il cui uso risulti sicuro durante la gravidanza. Non appena la gravidanza viene diagnosticata, il trattamento con gli ACE–inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se necessario, si deve iniziare una terapia alternativa (vedere i paragrafi 4.3 e 4.6).
Anche l’uso della lercanidipina non è raccomandato durante la gravidanza o in donne che stiano pianificando una gravidanza (vedere il paragrafo 4.6).
Allattamento
L’uso di Coripren non è raccomandato durante l’allattamento (vedere il paragrafo 4.6).
Uso pediatrico
La sicurezza e l’efficacia di questa associazione non sono state dimostrate in studi controllati sui bambini.
Alcol
L’assunzione di alcol deve essere evitata in quanto potrebbe potenziare l’effetto vasodilatatore dei farmaci antiipertensivi (vedere il paragrafo 4.5).
Lattosio
I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere Coripren.
Gravidanza
Enalapril
L’uso degli ACE–inibitori (enalapril) non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere il paragrafo 4.4). L’uso degli ACE–inibitori (enalapril) è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere i paragrafi 4.3 e 4.4).
Non sono disponibili prove epidemiologiche definitive sul rischio di teratogenesi a seguito dell’esposizione agli ACE–inibitori durante il primo trimestre di gravidanza; tuttavia, non è possibile escludere un lieve aumento del rischio. A meno che la somministrazione di ACE–inibitori non sia considerata essenziale, le pazienti che stanno pianificando una gravidanza dovrebbero passare ad un trattamento con farmaci antiipertensivi alternativi, il cui uso risulti sicuro durante la gravidanza. Non appena la gravidanza viene diagnosticata, interrompere immediatamente il trattamento con gli ACE–inibitori e, se necessario, iniziare una terapia alternativa.
L’esposizione alla terapia con gli ACE–inibitori durante il secondo e il terzo trimestre induce fetotossicità umana (diminuzione della funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo dell’ossificazione cranica) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere il paragrafo 5.3). Si sono verificati casi di oligoidramnios materna, che presumibilmente indica una ridotta funzionalità renale fetale e che può indurre contratture degli arti, deformazioni cranio–facciali e sviluppo di ipoplasia polmonare Qualora si fosse verificata un’esposizione agli ACE–inibitori dopo il secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio. I bambini le cui madri hanno assunto gli ACE–inibitori devono essere strettamente monitorati per verificare l’insorgenza di ipotensione (vedere i paragrafi 4.3 e 4.4).
Lercanidipina
Studi condotti su animali trattati con la lercanidipina non hanno mostrato effetti teratogeni, che invece sono stati osservati con l’uso di altri composti diidropiridinici.
Non sono disponibili dati clinici relativi ad esposizione alla lercanidipina in gravidanza, pertanto non è raccomandato l’uso in gravidanza o in donne che stanno pianificando una gravidanza.
Associazione enalapril e lercanidipina
Di conseguenza, l’uso di Coripren non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza ed è controindicato dal secondo trimestre di gravidanza in poi.
Allattamento
Enalapril
Limitati dati di farmacocinetica dimostrano concentrazioni molto basse nel latte materno (vedere paragrafo 5.2). Sebbene queste concentrazioni sembrano essere clinicamente irrilevanti, l’uso di Coripren in allattamento non è raccomandato per i neonati pretermine e nelle prime settimane dopo il parto, a causa del rischio ipotetico di effetti cardiovascolari e renali e perché non vi è abbastanza esperienza clinica.
Nei neonati più grandi, se ritenuto necessario per la madre, Coripren può essere assunto durante l’allattamento, ma in questo caso il neonato deve essere seguito per la possibile comparsa di effetti avversi.
Lercanidipina
L’escrezione della lercanidipina nel latte umano non è nota.
Associazione enalapril e lercanidipina
Di conseguenza, l’uso di Coripren non è raccomandato durante l’allattamento.
Fertilità
In alcuni pazienti trattati con calcio–antagonisti sono state riportate variazioni biochimiche reversibili nella testa degli spermatozoi, che potrebbero pregiudicare la fecondazione. A fronte di ripetute fecondazioni in–vitro non riuscite, e in mancanza di altre spiegazioni, è possibile attribuirne la causa ai calcio–antagonisti.
Gli effetti indesiderati dell’associazione sono simili a quelli osservati a seguito della somministrazione dei singoli componenti.
Sulla base di studi clinici controllati con somministrazione di Coripren 20 mg/10 mg su 410 pazienti, sono stati riportati gli effetti indesiderati mostrati in tabella.
Sono state adottate la classificazione sistemica organica e la convenzione della frequenza secondo MedDRA: molto comune (>1/10), comune (da ≥1/100 a <1/10), non comune (da ≥1/1000 a <1/100), raro (da ≥1/10.000 a <1/1000), molto raro (<1/10.000), non nota (non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Frequenza Classificazione sistemica organica | Comune (da ≥1/100 a <1/10) | Non comune (da ≥1/1000 a <1/100) |
Disturbi del sistema immunitario | angioedema * | |
Patologie del sistema emolinfopoietico | trombocitopenia | |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | ipertrigliceridemia* | |
Disturbi psichiatrici | ansia* | |
Patologie del sistema nervoso | cefalea, capogiri (inclusi capogiri posturali) | |
Patologie cardiache | palpitazioni | |
Patologie vascolari | vampate di calore | ipotensione* |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | tosse | dolore faringo–laringeo* |
Patologie gastrointestinali | dolore addominale, stipsi*, dispepsia*, nausea*, disturbi alla lingua* | |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | eritema*, eruzioni cutanee* | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | artralgia* | |
Patologie renali e urinarie | nicturia* | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | edema periferico | astenia, stanchezza, sensazione di calore* |
Esami diagnostici | aumento di ALT, aumento di AST |
Nota: * in 1 solo paziente
Informazioni aggiuntive sui singoli componenti.
Enalapril
Gli effetti indesiderati riportati per l’enalapril sono:
Patologie del sistema emolinfopoietico:
Non comune: anemia (comprese le forme aplastiche ed emolitiche)
Raro: neutropenia, trombocitopenia, agranulocitosi, insufficienza midollare, pancitopenia, linfoadenopatia
Disturbi del sistema immunitario:
Comune: ipersensibilità, angioedema: sono stati riportati casi di edema angioneurotico al volto, estremità, labbra, lingua, glottide e/o laringe (vedere il paragrafo 4.4)
Raro: patologie autoimmuni
Disturbi del metabolismo e della nutrizione:
Non comune: ipoglicemia (vedere il paragrafo 4.4), anoressia
Disturbi psichiatrici:
Comune: depressione
Non comune: stato confusionale, sonnolenza, insonnia, nervosismo
Raro: sogni anomali, disturbi del sonno
Patologie del sistema nervoso:
Molto comune: capogiri
Comune: cefalea
Non comune: parestesia
Patologie dell’occhio:
Molto comune: visione offuscata
Patologie dell’orecchio e del labirinto:
Non comune: vertigini, tinnito
Patologie cardiache:
Comune: infarto miocardico, probabilmente a seguito di eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere il paragrafo 4.4), aritmia, angina pectoris, tachicardia
Non comune: palpitazioni
Patologie vascolari:
Comune: ipotensione, sincope, incidente cerebrovascolare, probabilmente a seguito di eccessiva ipotensione in pazienti ad alto rischio (vedere il paragrafo 4.4)
Non comune: vampate di calore, ipotensione ortostatica
Raro: fenomeno di Raynaud
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
Molto comune: tosse
Comune: dispnea
Non comune: rinorrea, dolore faringolaringeo e disfonia, broncospasmo/asma
Raro: infiltrati polmonari, rinite, alveolite allergica/polmonite eosinofila
Patologie gastrointestinali:
Molto comune: nausea
Comune: diarrea, dolore addominale, disgeusia
Non comune: ileo, pancreatite, vomito, dispepsia, stipsi, disturbi gastrici, secchezza delle fauci, ulcera peptica
Raro: stomatite, stomatite aftosa, glossite
Molto raro: angioedema intestinale
Patologie epatobiliari:
Raro: insufficienza epatica, epatite, sia essa epatite colestatica o necrosi epatica, colestasi (compreso ittero)
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Comune: eruzioni cutanee
Non comune: iperidrosi, prurito, orticaria, alopecia
Raro: eritema multiforme, sindrome di Stevens–Johnson, dermatite esfoliativa, necrolisi epidermica tossica, pemfigo
È stato riportato un complesso sintomatologico che può includere alcune o tutte le seguenti condizioni: febbre, sierosite, vasculite, mialgia/miosite, artralgia/artrite, positività per gli anticorpi antinucleo (ANA), elevata velocità di eritrosedimentazione (VES), eosinofilia e leucocitosi. Possibilità di comparsa di eruzioni cutanee, fotosensibilità o altre manifestazioni dermatologiche.
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:
Non comune: spasmi muscolari
Patologie renali e urinarie:
Non comune: compromissione della funzionalità renale, insufficienza renale, proteinuria
Raro: oliguria
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella:
Non comune: disfunzione erettile
Raro: ginecomastia
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Molto comune: astenia
Comune: stanchezza, dolore al petto
Non comune: malessere
Esami diagnostici:
Comune: iperkaliemia, aumento della creatininemia
Non comune: aumento dell’uremia, iponatriemia
Raro: diminuzione dell’emoglobina, diminuzione dell’ematocrito, aumento degli enzimi epatici, aumento della bilirubinemia.
Disordini endocrini:
Non nota: SIADH (Sindrome da inappropriata secrezione di ADH).
Lercanidipina
Reazioni avverse si sono osservate in circa 1,8% dei pazienti trattati.
Le reazioni avverse al farmaco più comunemente osservate in studi clinici controllati comprendono: cefalea, capogiri, edema periferico, tachicardia, palpitazioni e vampate di calore, ognuna delle quali si è verificata in meno dell’1% dei pazienti.
Disturbi del sistema immunitario:
Molto raro: ipersensibilità
Disturbi psichiatrici:
Raro: sonnolenza
Patologie del sistema nervoso:
Non comune: cefalea, capogiri
Patologie cardiache:
Non comune: tachicardia, palpitazioni
Raro: angina pectoris
Patologie vascolari:
Non comune: vampate di calore
Molto raro: sincope
Patologie gastrointestinali:
Raro: nausea, dispepsia, diarrea, dolore addominale, vomito
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Raro: eruzioni cutanee
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:
Raro: mialgia
Patologie renali e urinarie:
Raro: poliuria
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:
Non comune: edema periferico
Raro: astenia, stanchezza
Segnalazioni spontanee ricevute nel corso dell’esperienza post–marketing hanno riportato molto raramente (<1/10.000) le seguenti reazioni avverse: ipertrofia gengivale, aumenti reversibili dei livelli sierici delle transaminasi epatiche, ipotensione, frequenza urinaria e dolore toracico.
Alcune diidropiridine possono raramente causare dolore precordiale localizzato o angina pectoris. Molto raramente, in pazienti con angina pectoris pre–esistente, potrebbe verificarsi un aumento della frequenza, durata o gravità di questi attacchi. Possono verificarsi casi isolati di infarto miocardico.
Non risultano effetti negativi della lercanidipina sulla glicemia o sui livelli dei lipidi sierici.
Nucleo:
lattosio monoidrato;
cellulosa microcristallina;
sodio carbossimetilamido;
povidone;
sodio idrogeno carbonato;
magnesio stearato.
Film di rivestimento:
ipromellosa;
titanio diossido (E171);
talco;
macrogol 6000;
giallo chinolina (E104);
ferro ossido giallo (E172).
Conservare nella confezione originale per tenerlo al riparo dalla luce e dall’umidità. Non conservare a temperatura superiore ai 25° C.