Principio attivo:Irbesartan/idroclorotiazide
Gruppo terapeutico:Antagonisti dell'angiotensina ii, associazioni
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ipertensione essenziale
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    Posologia

    Posologia

    COBESAR può essere assunto una volta al giorno, con o senza cibo.

    Si raccomanda la titolazione della dose delle singole componenti (irbesartan e idroclorotiazide).

    Se clinicamente appropriato può essere preso in considerazione un passaggio diretto dalla monoterapia all’associazione fissa:

    – COBESAR 150 mg/12,5 mg può essere somministrato nei pazienti la cui pressione arteriosa non è adeguatamente controllata dall’idroclorotiazide o dall’irbesartan 150 mg, in monoterapia;

    – COBESAR 300 mg/12,5 mg può essere somministrato nei pazienti non adeguatamente controllati dall’irbesartan 300 mg o da COBESAR 150 mg/12,5 mg;

    – COBESAR 300 mg/25 mg può essere somministrato nei pazienti non adeguatamente controllati da COBESAR 300 mg/12,5 mg.

    Dosaggi maggiori di 300 mg di irbesartan/25 mg di idroclorotiazide una volta al giorno non sono raccomandati. Quando necessario COBESAR può essere somministrato con altri medicinali antipertensivi (vedere paragrafo 4.5).

    Popolazioni speciali

    Insufficienza renale: per la presenza di idroclorotiazide COBESAR non è raccomandato in pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina < 30 ml/min). In questi pazienti i diuretici dell’ansa sono preferibili ai tiazidici. Non sono necessarie correzioni posologiche in quei pazienti con disfunzione renale la cui clearance della creatinina sia ≥ 30 ml/min (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    Insufficienza epatica: COBESAR non è indicato nei soggetti con grave insufficienza epatica. I tiazidici devono essere usati con cautela nei pazienti con insufficienza epatica. Non è necessaria alcuna correzione del dosaggio di COBESAR nei pazienti con lieve o moderata disfunzione epatica (vedere paragrafo 4.3).

    Pazienti anziani: Nei pazienti anziani non è necessario nessuna correzione del dosaggio di COBESAR.

    Popolazione pediatrica: COBESAR non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e sull’efficacia.

    Modo di somministrazione

    Per uso orale.

    Controindicazioni
  • altre
  • idroclorotiazide
  • gravidanza
  • ipercalcemia
  • cirrosi
  • diabete
  • insufficienza renale
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    Interazioni
  • agenti
  • antipertensivi
  • antipertensivo
  • idroclorotiazide
  • calcioantagonisti
  • beta–bloccanti
  • diuretici tiazidici
  • litio
  • altri medicinali
  • lassativi
  • penicillina
  • eparina
  • medicinali influenzati da alterazioni del potassio sierico
  • glicosidi digitalici
  • antiaritmici
  • antinfiammatori
  • antagonisti dell’angiotensina
  • acido acetilsalicilico
  • dopo
  • state osservate interazioni
  • warfarin
  • rifampicina
  • digossina
  • antidiabetici
  • insulina
  • antidiabetico
  • colestiramina
  • digitale
  • antinfiammatorio
  • noradrenalina
  • amine pressorie
  • tubocurarina
  • rilassanti muscolo–scheletrici
  • probenecid
  • sulfinpirazone
  • allopurinolo
  • calcio
  • vitamina
  • carbamazepina
  • anticolinergici
  • atropina
  • tiazidico
  • amantadina
  • ciclofosfamide
  • metotressato
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    Avvertenze

    Ipotensione – Pazienti ipovolemici: in pazienti ipertesi senza altri fattori di rischio per l’ipotensione irbesartan/HCT è stato raramente associato ad ipotensione sintomatica. Questa può manifestarsi nei pazienti ipovolemici o con iposodiemia a causa di una intensa terapia diuretica, dieta iposodica, diarrea o vomito. In tali casi la condizione di base deve essere corretta prima di iniziare la terapia con COBESAR.

    Stenosi dell’arteria renale – Ipertensione renovascolare: esiste un incremento del rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale in soggetti portatori di stenosi bilaterale dell’arteria renale, o stenosi dell’arteria renale con mono–rene funzionante, e trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina o antagonisti dei recettori dell’angiotensina–II. Sebbene ciò non sia documentato nella terapia con irbesartan/HCT, un effetto simile è prevedibile.

    Insufficienza renale e trapianto renale: quando COBESAR viene usato in pazienti con insufficienza renale è raccomandato un controllo periodico dei livelli sierici di potassio, creatinina e acido urico.

    Non ci sono dati clinici relativi alla somministrazione di irbesartan/idroclorotiazide a pazienti con trapianto renale recente. COBESAR non deve essere usato in pazienti con insufficienza renale grave (clearance della creatinina < 30 ml/min) (vedere paragrafo 4.3). In pazienti con disfunzione renale si può riscontrare iperazotemia indotta dai diuretici tiazidici. Non sono richieste correzioni del dosaggio nei pazienti con insufficienza renale la cui clearance della creatinina è ≥ 30 ml/min. Tuttavia, nei pazienti con insufficienza renale lieve–moderata (clearance della creatinina ≥ 30 ml/min, ma < 60 ml/min) l’associazione a dosaggio fisso deve essere somministrata con cautela.

    Duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone: il duplice blocco del RAAS tramite la combinazione irbesartan/idroclorotiazide con aliskiren non è raccomandato poiché c’è un aumentato rischio di ipotensione, iperpottassiemia e alterazioni nella funzione renale. L’uso di irbesartan/idroclorotiazide in combinazione con aliskirem è controindicato nei pazienti con diabete mellito o insufficienza renale (GFR < 60 ml/min/1.73 m²) (vedere paragrafo 4.5).

    Insufficienza epatica: I tiazidici devono essere utilizzati con cautela nei pazienti che presentano una funzione epatica ridotta o un’epatopatia in progressione, poiché alterazioni minori dell’equilibrio idroelettrolitico potrebbero indurre un coma epatico. Non vi è esperienza terapeutica sull’uso di irbesartan/idroclorotiazide nei pazienti con insufficienza epatica.

    Stenosi della valvola aortica e mitrale, cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva: Come per altri vasodilatatori, è opportuno osservare la debita cautela nei pazienti che presentano stenosi aortica o mitralica, oppure cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.

    Aldosteronismo primario: i pazienti con aldosteronismo primario in genere non rispondono a medicinali antipertensivi che agiscono attraverso l’inibizione del sistema renina–angiotensina. Quindi, l’uso di COBESAR non è raccomandato.

    Effetti metabolici ed endocrini: l’uso dei tiazidici può interferire con la tolleranza al glucosio.

    In pazienti diabetici può rendersi necessario un adattamento delle dosi di insulina o dei farmaci ipoglicemizzanti orali. Durante la terapia con i tiazidici può manifestarsi diabete mellito latente.

    Incrementi nei livelli di colesterolo e trigliceridi sono stati associati con l’uso dei diuretici tiazidici; comunque, alla dose di 12,5 mg presente in irbesartan/idroclorotiazide, non sono stati segnalati effetti o comunque effetti minimi.

    In alcuni pazienti in terapia con i tiazidici si possono verificare casi di iperuricemia o crisi di gotta.

    Squilibrio elettrolitico: come per tutti i pazienti in terapia diuretica, è raccomandato un controllo periodico, ad intervalli adeguati, degli elettroliti sierici.

    I tiazidici, compresa l’idroclorotiazide, possono indurre uno squilibrio idroelettrolitico (ipopotassiemia, iposodiemia e alcalosi ipocloremica). Sintomi di allarme di uno squilibrio idroelettrolitico sono: secchezza delle fauci, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, agitazione, dolore muscolare o crampi, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia, e disturbi gastrointestinali quali nausea o vomito.

    Sebbene si possa verificare ipopotassiemia nei pazienti in terapia con i diuretici tiazidici, questa può essere ridotta dalla terapia concomitante con irbesartan. Il rischio di ipopotassiemia è massimo nei pazienti con cirrosi epatica, in pazienti che presentano un’ intensa diuresi, in pazienti che ricevano un insufficiente apporto orale di elettroliti e in pazienti in concomitante terapia con corticosteroidi o ACTH. Di contro, per la presenza di irbesartan in COBESAR, può manifestarsi iperpotassiemia, specialmente in presenza di disfunzione renale e/o scompenso cardiaco, e diabete mellito.

    Si raccomanda un adeguato controllo del potassio sierico nei pazienti a rischio. I diuretici risparmiatori di potassio, gli integratori di potassio o i sostituti salini contenenti potassio dovranno essere somministrati con cautela in concomitanza con COBESAR (vedere paragrafo 4.5).

    Non vi è evidenza che irbesartan riduca o prevenga l’iposodiemia indotta da diuretici. L’ipocloremia che si può verificare è generalmente di lieve entità e non richiede alcun trattamento.

    I tiazidici possono ridurre l’eliminazione urinaria di calcio e possono causare un aumento intermittente e lieve nei livelli di calcio sierico in assenza di disordini accertati del metabolismo del calcio. Una spiccata ipercalcemia può rivelare un iperparatiroidismo non manifesto. La terapia con i tiazidici deve essere interrotta prima di effettuare esami della funzionalità paratiroidea.

    È stato dimostrato che i tiazidici aumentano l’escrezione urinaria di magnesio, causando ipomagnesemia.

    Litio: l’associazione di litio e irbesartan/idroclorotiazide non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5)

    Esame antidoping: l’idroclorotiazide contenuto in questo medicinale può dare risultati positivi all’esame antidoping.

    Avvertenze generali: in pazienti in cui il tono vasale e la funzionalità renale dipendono prevalentemente dall’attività del sistema renina–angiotensina–aldosterone (es. pazienti con scompenso cardiaco congestizio grave o con patologie renali di base, inclusa la stenosi dell’arteria renale), il trattamento con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina o antagonisti dei recettori dell’angiotensina–II, che interessano tale sistema, è stato associato alla comparsa di ipotensione acuta, iperazotemia, oliguria o raramente insufficienza renale acuta (vedere paragrafo 4.5). Come per qualsiasi antipertensivo, un eccessivo calo della pressione arteriosa in pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cardiovascolare ischemica, può determinare infarto miocardico o ictus.

    Reazioni di ipersensibilità all’idroclorotiazide si possono manifestare in pazienti con o senza precedente storia di allergie o asma bronchiale; tuttavia, nei primi, tali reazioni sono più probabili.

    Con l’uso dei diuretici tiazidici è stata descritta insorgenza o peggioramento del lupus eritematoso sistemico.

    Con l’uso di diuretici tiazidici sono stati riportati casi di reazioni da fotosensibilizzazione (vedere paragrafo 4.8). Se durante il trattamento si verifica una reazione da fotosensibilizzazione, si raccomanda di interrompere la terapia. Se si ritiene necessario riprendere il trattamento, si raccomanda di proteggere le aree esposte ai raggi solari o a quelli UVA artificiali.

    Gravidanza: la terapia con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA.

    Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

    Miopia Acuta o Glaucoma Secondario Acuto ad Angolo – Chiuso: farmaci a base di sulfonamide

    o farmaci derivanti da sulfonamide possono causare una reazione di idiosincrasia, con conseguente

    miopia transitoria e glaucoma acuto ad angolo–chiuso. Sebbene l’idroclorotiazide è una sulfonamide,

    finora sono stati riportati solo casi isolati di glaucoma acuto ad angolo chiuso con idroclorotiazide. I sintomi comprendono insorgenza acuta di diminuita acuità visiva o dolore oculare e in genere si manifestano da poche ore a settimane dall’inizio della somministrazione del farmaco. Il glaucoma acuto ad angolo chiuso se non trattato può portare a una perdita permanente della vista. Il trattamento principale è sospendere la somministrazione del farmaco il prima possibile. Se la pressione intraoculare rimane incontrollata può essere necessario considerare un rapido trattamento medico o chirurgico. Storia di allergia alle sulfonamidi o alle penicilline possono considerarsi fattori di rischio per lo sviluppo del glaucoma acuto ad angolo chiuso (vedere paragrafo 4.8).

    Gravidanza

    Gravidanza:

    Antagonosti dei recettori dell’angiotensina II (AIIRA):

    L’uso di AIIRA non è raccomandato nel primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso di AIIRA è controindicato nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    Le evidenze epidemiologiche emerse sul rischio teratogeno conseguente a esposizione ad ACE–inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non sono state conclusive; non può tuttavia essere escluso un piccolo aumento del rischio. Anche se non esistono dati epidemiologici controllati sul rischio associato agli antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA), questa classe di farmaci potrebbe determinare rischi analoghi. Salvo nei casi in cui la prosecuzione della terapia con AIIRA sia ritenuta essenziale, le pazienti che pianificano una gravidanza devono passare a un trattamento antiipertensivo alternativo che presenti un profilo di sicurezza ben definito per l’uso in gravidanza. In presenza di una diagnosi di gravidanza il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se opportuno, si deve istituire una terapia alternativa.

    È noto che l’esposizione alla terapia con AIIRA nel corso del secondo e del terzo trimestre induce fetotossicità nell’uomo (riduzione della funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).

    In caso di esposizione a un AIIRA a partire dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda una valutazione ecografica della funzionalità renale e del cranio.

    I neonati di madri hanno assunto AIIRA devono essere posti sotto stretta osservazione per rilevare un’eventuale ipotensione (vedere anche paragrafi 4.3 e 4.4).

    Idroclorotiazide:

    Esiste una limitata esperienza sull’uso di idroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente nel corso del primo trimestre. Gli studi sugli animali sono insufficienti.

    L’idroclorotiazide attraversa la placenta. In base al meccanismo d’azione farmacologico dell’idroclorotiazide, il suo uso durante il secondo e il terzo trimestre potrebbe compromettere la perfusione feto–placentare e causare effetti sul feto e sul neonato, quali ittero, disordini dell’equilibrio degli elettroliti e trombocitopenia.

    L’idroclorotiazide non deve essere utilizzata per trattare edema gestazionale, ipertensione gestazionale o preeclampsia in considerazione del rischio di riduzione del volume plasmatico e ipoperfusione placentare, senza un reale effetto benefico sul decorso della malattia.

    L’idroclorotiazide non deve essere usata per trattare l’ipertensione essenziale nelle donne in gravidanza, salvo nelle rare situazioni in cui non si possa utilizzare alcun trattamento alternativo. Dato che COBESAR contiene idroclorotiazide, non se ne raccomanda l’uso durante il primo trimestre di gravidanza. Dovrebbe essere considerato il passaggio ad un appropriato trattamento alternativo prima di pianificare una gravidanza.

    Allattamento:

    Antagonisti dei recettori dell’angiotensina II (AIIRA)

    Poiché non sono disponibili informazioni sulla sicurezza dell’irbesartan durante l’allattamento al seno, l’uso di irbesartan non è raccomandato e sono preferibili trattamenti alternativi con profili di sicurezza meglio conosciuti, specialmente nel caso di allattamento di neonati o bambini prematuri.

    Non è noto se irbesartan o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno. Dati farmacodinamici/tossicologici disponibili nei ratti hanno mostrato l’escrezione di irbesartan o dei

    suoi metaboliti nel latte (per dettagli vedere paragrafo 5.3).

    Idroclorotiazide:

    L’idroclorotiazide è escreta nel latte materno umano in quantità minime. Le tiazidi, causando intensa diuresi ad alte dosi, possono inibire la produzione di latte. L’uso dell’idroclorotiazide durante l’allattamento al seno non è raccomandato. Se l’idroclorotiazide viene usata durante l’allattamento, le dosi devono essere mantenute il più basse possibile.

    Fertilità:

    Irbesartan non ha avuto effetti sulla fertilità dei ratti trattati e sulla loro prole fino a livelli di dose che inducono i primi segni di tossicità parentale (vedere paragrafo 5.3).

    Effetti Collaterali

    Combinazione irbesartan/idroclorotiazide:

    Il 29,5% degli 898 pazienti ipertesi che hanno ricevuto vari dosaggi di irbesartan/idroclorotiazide

    (intervallo: da 37,5 mg/6,25 mg fino a 300 mg/25 mg), durante gli studi controllati verso placebo, ha avuto reazioni avverse. Le reazioni avverse più comunemente riportate sono state: capogiro (5,6%), affaticamento (4,9%), nausea/vomito (1,8%) e minzione abnorme (1,4%). Inoltre, durante gli studi clinici, sono stati comunemente osservati iperazotemia (BUN) (2,3%), aumento della creatininchinasi (1,7%) e della creatinina (1,1%).

    La tabella 1 riporta le reazioni avverse da segnalazioni spontanee e studi clinici controllati verso placebo.

    La frequenza delle reazioni avverse elencate di seguito è definita utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10); comune (da ≥ 1/100 a <1/10); non comune (da ≥1/1.000 a < 1/100); rara (da ≥ 1/10.000 a < 1/1.000); molto rara (<1/10.000), non nota (non possono essere stimati sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riferiti in ordine di gravità decrescente.

    Tabella 1: Reazioni avverse da Studi clinici controllati verso placebo e Segnalazioni spontanee*

    Patologie del sistema immunitarie Non nota: casi di reazione di ipersensibilità quali angioedema, eruzione cutanea, orticaria
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione: Non nota: iperpotassiemia
    Patologie del sistema nervoso Comune: capogiri
    Non comune: capogiro ortostatico
    Non nota: mal di testa
    Patologie dell’orecchio e del labirinto Non nota tinnito
    Patologie cardiache: Non comune: sincope, ipotensione, tachicardia, edema
    Patologie vascolari: Non comune: rossore
    Disturbi respiratori, toracici e mediastinici: Non nota: tosse
    Patologie epatobiliari: Non nota: epatite, disfunzione epatica
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Non comune: gonfiore delle estremità
    Non nota: artralgia, mialgia
    Patologie renali e urinarie: Comune: disturbi della minzione
    Non nota: insufficienza renale, inclusi casi isolati di insufficienza renale in pazienti a rischio (vedere paragrafo 4.4)
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella: Non comune: disfunzioni sessuali, cambiamenti nella libido
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Comune: Affaticamento
    Esami diagnostici Comune: aumento dell’azotemia, aumento della creatinina e della creatinchinasi
    Non comune: diminuzione dei livelli sierici di potassio e di sodio

    * La frequenza delle reazioni avverse riportate da segnalazioni spontanee è indicata come "non nota"

    Informazioni aggiuntive sui singoli componenti: in aggiunta alle reazioni avverse descritte sopra per la combinazione, altre reazioni avverse riportate precedentemente con uno dei componenti possono essere potenziali reazioni avverse con COBESAR. Nelle Tabelle 2 e 3 che seguono, sono elencate le reazioni avverse riportate con i singoli componenti di COBESAR.

    Tabella 2: Reazioni avverse riportate con l’uso di irbesartan in monoterapia

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Non comune: Dolore al petto

    Tabella 3: Reazioni avverse (indipendentemente dalla relazione col medicinale) riportate con l’uso di idroclorotiazide in monoterapia

    Patologie del sistema emolinfopoietico: Non nota: anemia aplastica, mielodepressione, neutropenia/agranulocitosi,anemia emolitica, leucopenia, trombocitopenia
    Disturbi psichiatrici: Non nota: depressione, disturbi del sonno
    Patologie del sistema nervoso Non nota: vertigini, parestesie, sensazione di testa leggera, agitazione
    Patologie dell’occhio: Non nota: visione offuscata transitoria, xantopsia
    Patologie cardiache: Non nota: aritmie cardiache
    Patologie vascolari: Non nota: Ipotensione posturale
    Patologie respiratori, toracici e mediastinici: Non nota: difficoltà respiratorie(incluse polmonite ed edema polmonare)
    Patologie gastrointestinali: Non nota: pancreatite, anoressia, diarrea, costipazione, irritazione gastrica,scialoadenite, perdita dell’appetito
    Patologie epatobiliari: Non nota: ittero (ittero colestatico intraepatico)
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: Non nota: reazioni anafilattiche, necrolisi epidermica tossica, angioite necrotizzante (vasculiti, vasculiti cutanee), reazioni cutanee simil–lupus eritematoso, riattivazione del lupus eritematoso cutaneo, reazioni di fotosensibilità, rash, orticaria
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Non nota: debolezza, spasmi muscolari
    Patologie renali e urinarie: Non nota: nefrite interstiziale, insufficienza renale
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Non nota: Febbre
    Esami diagnostici: Non nota: disturbi dell’equilibrio elettrolitico (inclusa ipopotassiemia e iposodiemia,vedere paragrafo 4.4), iperuricemia, glicosuria, iperglicemia, aumento del colesterolo e dei trigliceridi

    Gli eventi avversi dose–dipendenti dell’idroclorotiazide (soprattutto disordini elettrolitici) possono aumentare con l’incremento graduale del suo dosaggio.

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto rischi/benefici del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Nucleo della compressa

    Mannitolo (E421)

    Povidone (K29–32 o equivalente)

    Cellulosa microcristallina

    Sodio croscarmellosa

    Silice colloidale anidra

    Stearato di magnesio

    Rivestimento con film

    Alcol polivinilico

    Biossido di titanio (E171)

    Macrogol 3350

    Talco

    Ossido di ferro giallo (E172)

    Ossido di ferro rosso (E172)

    Ossido di ferro nero (E172) {solo per COBESAR 300 mg/12,5 mg e COBESAR 300 mg/25 mg compresse rivestite con film}

    Conservazione

    Blister in Al/PVDC/PVC: Non conservare a temperatura superiore ai 25° C.

    Contenitore per compresse in HDPE con dessiccante: questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.