Candesartan id hcs (Krka farmaceutici milano srl)

Compresse 28cpr16+12,

Principio attivo:Candesartan cilexetil/idroclorotiazide
Gruppo terapeutico:Antagonisti dell'angiotensina ii, associazioni
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ipertensione essenziale
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    Posologia

    Posologia

    La dose raccomandata di Candesartan e Idroclorotiazide HCS è di una compressa una volta al giorno.

    Si raccomanda la titolazione della dose con i componenti individuali (candesartan cilexetil e idroclorotiazide). Se clinicamente appropriato, può essere considerato un passaggio diretto dalla monoterapia a Candesartan e Idroclorotiazide HCS. Quando si passa da una monoterapia con idroclorotiazide si raccomanda la titolazione della dose di candesartan cilexetil. Candesartan e Idroclorotiazide HCS può essere somministrato in pazienti la cui pressione sanguigna non è controllata in maniera ottimale con candesartan cilexetil o idroclorotiazide in monoterapia o con Candesartan e Idroclorotiazide HCS a dosi più basse.

    L’efficacia antipertensiva maggiore viene ottenuta di solito dopo 4 settimane dall’inizio del trattamento.

    Popolazioni Speciali

    Persone anziane

    Nei pazienti anziani non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio.

    Pazienti con deplezione del volume intravascolare

    Si raccomanda di titolare la dose di candesartan cilexetil in pazienti a rischio di ipotensione, quali pazienti con sospetta deplezione di volume (per questi pazienti, può essere considerata una dose iniziale di 4 mg di candesartan cilexetil).

    Pazienti con alterata funzionalità renale

    Diuretici d’ansa sono da preferire ai tiazidi per questa popolazione di pazienti. In pazienti con compromissione renale da lieve a moderata (clearance della creatinina di ≥ 30 ml/min/1.73 m² superficie corporea) si raccomanda di aumentare gradualmente la dose di candesartan cilexetil prima di passare al trattamento con Candesartan e Idroclorotiazide HCS (in questi pazienti si raccomanda una dose iniziale di 4 mg di candesartan cilexetil).

    Candesartan e Idroclorotiazide HCS è controindicato in pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina <30 ml/min/1.73 m² di superficie corporea) (vedere paragrafo 4.3).

    Pazienti con alterata funzionalità epatica

    Si raccomanda di aumentare gradualmente la dose di candesartan cilexetil prima di passare al trattamento con Candesartan e Idroclorotiazide HCS in pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata (la dose iniziale raccomandata per questi pazienti è 4 mg di candesartan cilexetil).

    Candesartan e Idroclorotiazide HCS è controindicato in pazienti con grave insufficienza epatica e/o colestasi (vedere paragrafo 4.3).

    Popolazione pediatrica

    Non sono state stabilite la sicurezza e l’efficacia di Candesartan e Idroclorotiazide HCS nei bambini di età compresa da 0 a 18 anni di età. I dati non sono disponibili.

    Modo di somministrazione

    Uso orale.

    Candesartan e Idroclorotiazide HCS può essere somministrato indipendentemente dall’assunzione di cibo.

    La biodisponibilità del candesartan non è influenzata dal cibo.

    Non esiste alcuna interazione clinicamente significativa tra l’idroclorotiazide e il cibo.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità ai principi attivi
  • idroclorotiazide
  • gravidanza
  • compromissione della funzionalità renale
  • ipercalcemia
  • diabete mellito
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    Interazioni
  • warfarin
  • digossina
  • contraccettivi orali
  • etinilestradiolo
  • nifedipina
  • state identificate interazioni
  • idroclorotiazide
  • altri medicinali
  • lassativi
  • penicillina
  • acido salicilico
  • steroidi
  • eparina
  • glicosidi digitalici
  • agenti
  • antiaritmici
  • chinidina
  • idrochinidina
  • amiodarome
  • sotalolo
  • antipsicotici
  • pimozide
  • aloperidolo
  • cisapride
  • eritromicina
  • pentamidina
  • terfenadina
  • vincamina
  • litio
  • antinfiammatori
  • acido acetilsalicilico
  • antipertensiva
  • antagonisti dell’angiotensina
  • agente
  • diuretico
  • antipertensivo
  • colestiramina
  • miorilassanti non depolarizzanti
  • tubocurarina
  • diuretici tiazidici
  • calcio
  • vitamina
  • betabloccanti
  • anticolinergici
  • atropina
  • amantadina
  • ciclofosfamide
  • metotressato
  • alcool
  • barbiturici
  • anestetici
  • tolleranza al glucosio
  • antidiabetici
  • insulina
  • metformina
  • adrenalina
  • mezzi di contrasto iodati
  • ciclosporina
  • antidepressivi triciclici
  • neurolettici
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    Avvertenze

    Compromissione renale/trapianto renale

    Diuretici d’ansa sono da preferire ai tiazidi per questa popolazione di pazienti. Se Candesartan e Idroclorotiazide HCS è usato in pazienti con alterata funzionalità renale, si raccomanda di controllare periodicamente i livelli di potassio, creatinina e acido urico.

    Non ci sono esperienze circa l’uso di Candesartan e Idroclorotiazide HCS in pazienti sottoposti a trapianto renale di recente.

    Stenosi dell’arteria renale

    Altri farmaci che agiscono sul sistema renina–angiotensina–aldosterone, per esempio gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) possono aumentare l’azotemia e la creatininemia in pazienti con stenosi dell’arteria renale bilaterale o stenosi dell’arteria in presenza di un unico rene.

    Deplezione di volume intravascolare

    In pazienti con deplezione di volume intravascolare e/o deplezione di sodio, può verificarsi ipotensione sintomatica, come descritto per altri agenti che agiscono sul sistema renina–angiotensina–aldosterone. Per questa ragione, l’uso di Candesartan e Idroclorotiazide HCS non è raccomandato fino a che la deplezione di volume e/o di sodio non venga corretta.

    Anestesia ed interventi chirurgici

    Durante l’anestesia e la chirurgia può verificarsi ipotensione in pazienti trattati con antagonisti dell’angiotensina II dovuta al blocco del sistema renina–angiotensina. Molto raramente l’ipotensione può essere così grave da giustificare la somministrazione di liquidi per via endovenosa e/o di vasopressori.

    Compromissione epatica

    I tiazidi vanno utilizzati con cautela nei pazienti con alterata funzionalità epatica o patologia epatica progressiva, dal momento che anche minime modificazioni dell’equilibrio dei fluidi e dell’elettrolita possono causare il coma in questi casi. Non ci sono esperienze cliniche con Candesartan e Idroclorotiazide HCS in pazienti con compromissione epatica.

    Stenosi aortica e mitralica (cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva)

    Come con altri vasodilatatori, si raccomanda speciale cautela in pazienti con stenosi della valvola aortica o mitralica emodinamicamente rilevante, o cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.

    Iperaldosteronismo primario

    Pazienti con iperaldosteronismo primario non rispondono generalmente ai farmaci antipertensivi che agiscono inibendo il sistema renina–angiotensina–aldosterone. Pertanto l’uso di Candesartan e Idroclorotiazide HCS non è raccomandato in questa popolazione di pazienti.

    Squilibrio elettrolitico

    Devono essere eseguite determinazioni periodiche dei livelli degli elettroliti sierici ad intervalli appropriati.

    I tiazidi, inclusa l’idroclorotiazide, possono causare uno squilibrio dei fluidi o elettrolitico (ipercalcemia, ipopotassiemia, iponatriemia, ipomagnesiema e alcalosi ipocloremica).

    I diuretici tiazidici possono ridurre l’eliminazione renale del calcio e possono determinare un lieve aumento dei livelli di calcio sierici. Un’ipercalcemia significativa può essere indice di un iperparatiroidismo latente. I tiazidi vanno interrotti prima di controllare la funzionalità della paratiroide.

    L’idroclorotiazide aumenta in maniera dose dipendente l’eliminazione del potassio per via renale, il che può causare ipopotassiemia. Questo effetto dell’idroclorotiazide sembra essere meno marcato in associazione con candesartan cilexetil. Il rischio di ipopotassiemia può essere aumentato in caso di cirrosi epatica, in pazienti in diuresi rapida, in caso di assunzione inadeguata di elettroliti per via orale e con l’uso concomitante di corticosteroidi o di ormone adrenocorticotropo (ACTH).

    Il trattamento con candesartan cilexetil può causare iperpotassiemia, in particolare in presenza di insufficienza cardiaca e/o compromissione renale. L’uso concomitante di Candesartan e Idroclorotiazide HCS e diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale o altri prodotti che possono aumentare i livelli di potassio sierico (per es. sodio eparina) può portare ad aumenti del potassio sierico.

    I livelli di potassio devono essere monitorati, come da necessità. I tiazidici hanno mostrato di aumentare l’eliminazione renale del magnesio, che può causare ipomagnesiemia.

    Effetti metabolici e endocrini

    Il trattamento con diuretico tiazidico può compromettere la tolleranza al glucosio. Può essere necessario aggiustare la dose di antidiabetici inclusa l’insulina. Il diabete mellito latente può diventare manifesto durante la terapia con tiazide. Aumenti dei livelli di colesterolo e trigliceridi sono stati associati alla terapia con tiazide. Tuttavia, alle dosi contenute in Candesartan e Idroclorotiazide HCS, sono stati osservati solo effetti minimi. I diuretici tiazidici aumentano le concentrazioni di acido urico sierico e possono aggravare la gotta in pazienti predisposti.

    Fotosensibilità

    Durante l’uso di diuretici tiazidici sono state riportate reazioni di fotosensibilità (vedere paragrafo 4.8). Nel caso si manifesti una reazione di fotosensibilità si raccomanda di interrompere il trattamento. Qualora sia necessario riprendere il trattamento, si raccomanda di proteggere le parti del corpo esposte alla luce del sole o ai raggi UVA artificiali.

    Aspetti generali

    In pazienti il cui tono vascolare e la cui funzione renale dipendono in modo predominante dall’attività del sistema renina–angiotensina–aldosterone (per esempio pazienti con grave insufficienza cardiaca o con malattia renale sottostante compresa la stenosi dell’arteria renale), il trattamento con altri farmaci che agiscono su questo sistema, inclusi gli AIIRA, è stato associato ad ipotensione acuta, azotemia, oliguria o raramente, insufficienza renale acuta. Come con tutti i farmaci antipertensivi, l’eccessiva diminuzione della pressione arteriosa in pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cerebrovascolare arteriosclerotica può comportare l’insorgenza di infarto del miocardio o di ictus.

    Possono verificarsi reazioni di ipersensibilità all’idroclorotiazide in pazienti con o senza storia di allergia o asma bronchiale, ma sono più probabili in pazienti con anamnesi di questo tipo.

    Durante il trattamento con diuretici tiazidici è stata riferita esacerbazione o ricorrenza di lupus eritematoso sistemico.

    L’effetto antipertensivo di Candesartan e Idroclorotiazide HCS può essere aumentato da altri antipertensivi.

    Candesartan e Idroclorotiazide HCS contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit della lattasi o sindrome di malassorbimento glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.

    Gravidanza

    Gli AIIRA non devono essere assunti durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

    Duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS)

    Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

    Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.

    Gli ACE–inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA)

    L’uso di AIIRA non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso di AIIRA è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    L’evidenza epidemiologica riguardante il rischio di teratogenicità a seguito all’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non è stata conclusiva, tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio. Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con gli AIIRA, simili rischi possono esistere per questa classe di farmaci. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa.

    È noto che l’esposizione alla terapia con AIIRA durante il secondo e il terzo trimestre induce fetotossicità nell’uomo (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardata ossificazione cranica) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia) (vedere paragrafo 5.3).

    In caso di esposizione agli AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.

    I bambini le cui madri hanno assunto AIIRA vanno accuratamente tenuti sotto osservazione per l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    Idroclorotiazide

    I dati relativi all’uso dell’idroclorotiazide in gravidanza sono limitati, specialmente durante il primo trimestre. Gli studi sugli animali non sono sufficienti.

    L’idroclorotiazide attraversa la placenta. Sulla base del meccanismo d’azione farmacologico dell’idroclorotiazide il suo uso nel secondo e terzo trimestre di gravidanza può compromettere la perfusione feto–placentare e può causare effetti sul feto e sul neonato quali ittero, alterazione dell’equilibrio elettrolitico e trombocitopenia.

    L’idroclorotiazide non deve essere usato per l’edema gestazionale, per l’ipertensione gestazionale o per la preclamsia a causa del rischio di riduzione del volume plasmatica e ipoperfusione placentare, senza effetti benefici nel corso della malattia.

    L’idroclorotiazide non deve essere usata per l’ipertensione essenziale nelle donne in gravidanza ad eccezione di situazioni rare nelle quali non può essere usato nessun altro trattamento.

    Allattamento al seno

    Antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA)

    Poiché non vi sono informazioni disponibili circa l’uso di Candesartan e Idroclorotiazide HCS durante l’allattamento, Candesartan e Idroclorotiazide HCS non è raccomandato e sono preferibili trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza durante l’allattamento, in particolare nel caso di neonati o di nati prematuri.

    Idroclorotiazide

    L’idroclorotiazide è escreto nel latte umano in piccole quantità. I tiazidici a dosi elevate, causando intensa diuresi, possono inibire la produzione di latte. L’uso di Candesartan e Idroclorotiazide HCS durante l’allattamento non è raccomandato. Se Candesartan e Idroclorotiazide HCS viene utilizzato durante l’allattamento, le dosi devono essere tenute il più basse possibili.

    Effetti Collaterali

    Negli studi clinici controllati con candesartan cilexetil/idroclorotiazide le reazioni avverse sono state lievi e transitorie. La sospensione del trattamento dovuta ad eventi avversi è stata simile con candesartan cilexetil/idroclorotiazide (2,3–3,3%) e placebo (2,7–4,3%).

    Negli studi clinici con candesartan cilexetil/idroclorotiazide, le reazioni avverse sono state limitate agli eventi già osservati precedentemente con candesartan cilexetil e/o idroclorotiazide.

    La tabella sottostante presenta le reazioni avverse riportate con candesartan cilexetil in studi clinici e nell’esperienza post–marketing. Da un’analisi complessiva dei dati ottenuti da studi clinici su pazienti ipertesi, le reazioni avverse con candesartan cilexetil sono state definite sulla base dell’incidenza di eventi avversi con candesartan cilexetil almeno dell’1% più alta rispetto all’incidenza osservata con placebo.

    Le frequenze usate nelle tabelle in tutto il paragrafo 4.8 sono: molto comune (≥ 1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥ 1/1.000, <1/100), raro (≥ 1/10.000, <1/1.000) e molto raro (< 1/10.000)

    Classificazione per sistemi e organi Frequenza Effetto indesiderato
    Infezioni e infestazioni comune Infezione respiratoria
    Patologie del sistema emolinfopoeitico molto raro Leucopenia, neutropenia e agranulocitosi
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione molto raro Iperpotassiemia, iponatriemia
    Patologie del sistema nervoso comune Capogiri/vertigini, cefalea
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche molto raro Tosse
    Patologie gastrointestinali molto raro Nausea
    Patologie epatobiliari molto raro Aumento degli enzimi epatici, funzionalità epatica anomala o epatite
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo molto raro Angioedema, rash cutaneo, orticaria, prurito
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo molto raro Mal di schiena, artralgia, mialgia
    Patologie renali e urinarie molto raro Alterazione della funzionalità renale, inclusa insufficienza renale in pazienti suscettibili (vedere paragrafo 4.4).

    La tabella qui sotto presenta le reazioni avverse con idroclorotiazide in monoterapia, di solito a dosi pari o superiori a 25 mg:

    Classificazione per sistemi e organi Frequenza Effetto indesiderato
    Patologie del sistema emolinfopoeitico raro Leucopenia, neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia, anemia aplastica, depressione del midollo osseo, anemia emolitica
    Disturbi del sistema immunitario raro Reazioni anafilattiche
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione comune Iperglicemia, iperuricemia, squilibrio elettrolitico (incluse iponatriemia e ipopotassiemia)
    Disturbi psichiatrici raro Disturbi del sonno, depressione, irrequietezza
    Patologie del sistema nervoso comune Lieve senso di stordimento, vertigini.
    raro Parestesia
    Patologie dell’occhio raro Visione offuscata transitoria
    Patologie cardiache raro Aritmie cardiache
    Patologie vascolari non comune Ipotensione posturale
    raro Angite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea)
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche raro Difficoltà respiratoria (incluse polmonite ed edema polmonare)
    Patologie gastrointestinali non comune Anoressia, perdita di appetito, irritazione gastrica, diarrea, costipazione
    raro Pancreatite
    Patologie epatobiliari raro Ittero (ittero colestatico intraepatico)
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo non comune Rash, orticaria, reazioni di fotosensibilità
    raro Necrolisi epidermica tossica, reazioni cutanee simili al lupus eritematoso, riattivazione di lupus eritematoso cutaneo
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo raro Spasmo muscolare
    Patologie renali e urinarie comune Glicosuria
    raro Disfunzione renale e nefrite interstiziale
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione comune Debolezza
    raro Febbre
    Esami diagnostici comune Aumenti di colesterolo e trigliceridi
    raro Aumenti di BUN e creatinina sierica

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    8 mg/12,5 mg:

    Lattosio monoidrato

    Amido di mais

    Idrossipropilcellulosa

    Magnesio stearato

    Carmellosa calcica

    Macrogol 8000

    16 mg/12,5 mg:

    Lattosio monoidrato

    Amido di mais

    Idrossipropilcellulosa

    Magnesio stearato

    Carmellosa calcica

    Macrogol 8000

    Ferro ossido rosso (E172)

    32 mg/12,5 mg:

    Lattosio monoidrato

    Amido di mais

    Idrossipropilcellulosa

    Magnesio stearato

    Carmellosa calcica

    Macrogol 8000

    Ferro ossido giallo (E172)

    32 mg/25 mg:

    Lattosio monoidrato

    Amido di mais

    Idrossipropilcellulosa

    Magnesio stearato

    Carmellosa calcica

    Macrogol 8000

    Ferro ossido rosso (E172)

    Conservazione

    Compresse confezionate in blister in PVC/film di PVDC e foglio di alluminio:

    Non conservare a temperatura superiore ai 30° C.

    Compresse confezionate in blister di OPA laminato/Al/foglio di PVC e foglio di alluminio:

    Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.