Posologia
La dose raccomandata di Candesartan e Idroclorotiazide HCS è di una compressa una volta al giorno.
Si raccomanda la titolazione della dose con i componenti individuali (candesartan cilexetil e idroclorotiazide). Se clinicamente appropriato, può essere considerato un passaggio diretto dalla monoterapia a Candesartan e Idroclorotiazide HCS. Quando si passa da una monoterapia con idroclorotiazide si raccomanda la titolazione della dose di candesartan cilexetil. Candesartan e Idroclorotiazide HCS può essere somministrato in pazienti la cui pressione sanguigna non è controllata in maniera ottimale con candesartan cilexetil o idroclorotiazide in monoterapia o con Candesartan e Idroclorotiazide HCS a dosi più basse.
L’efficacia antipertensiva maggiore viene ottenuta di solito dopo 4 settimane dall’inizio del trattamento.
Popolazioni Speciali
Persone anziane
Nei pazienti anziani non è necessario alcun aggiustamento del dosaggio.
Pazienti con deplezione del volume intravascolare
Si raccomanda di titolare la dose di candesartan cilexetil in pazienti a rischio di ipotensione, quali pazienti con sospetta deplezione di volume (per questi pazienti, può essere considerata una dose iniziale di 4 mg di candesartan cilexetil).
Pazienti con alterata funzionalità renale
Diuretici d’ansa sono da preferire ai tiazidi per questa popolazione di pazienti. In pazienti con compromissione renale da lieve a moderata (clearance della creatinina di ≥ 30 ml/min/1.73 m² superficie corporea) si raccomanda di aumentare gradualmente la dose di candesartan cilexetil prima di passare al trattamento con Candesartan e Idroclorotiazide HCS (in questi pazienti si raccomanda una dose iniziale di 4 mg di candesartan cilexetil).
Candesartan e Idroclorotiazide HCS è controindicato in pazienti con grave insufficienza renale (clearance della creatinina <30 ml/min/1.73 m² di superficie corporea) (vedere paragrafo 4.3).
Pazienti con alterata funzionalità epatica
Si raccomanda di aumentare gradualmente la dose di candesartan cilexetil prima di passare al trattamento con Candesartan e Idroclorotiazide HCS in pazienti con insufficienza epatica da lieve a moderata (la dose iniziale raccomandata per questi pazienti è 4 mg di candesartan cilexetil).
Candesartan e Idroclorotiazide HCS è controindicato in pazienti con grave insufficienza epatica e/o colestasi (vedere paragrafo 4.3).
Popolazione pediatrica
Non sono state stabilite la sicurezza e l’efficacia di Candesartan e Idroclorotiazide HCS nei bambini di età compresa da 0 a 18 anni di età. I dati non sono disponibili.
Modo di somministrazione
Uso orale.
Candesartan e Idroclorotiazide HCS può essere somministrato indipendentemente dall’assunzione di cibo.
La biodisponibilità del candesartan non è influenzata dal cibo.
Non esiste alcuna interazione clinicamente significativa tra l’idroclorotiazide e il cibo.
Compromissione renale/trapianto renale
Diuretici d’ansa sono da preferire ai tiazidi per questa popolazione di pazienti. Se Candesartan e Idroclorotiazide HCS è usato in pazienti con alterata funzionalità renale, si raccomanda di controllare periodicamente i livelli di potassio, creatinina e acido urico.
Non ci sono esperienze circa l’uso di Candesartan e Idroclorotiazide HCS in pazienti sottoposti a trapianto renale di recente.
Stenosi dell’arteria renale
Altri farmaci che agiscono sul sistema renina–angiotensina–aldosterone, per esempio gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) possono aumentare l’azotemia e la creatininemia in pazienti con stenosi dell’arteria renale bilaterale o stenosi dell’arteria in presenza di un unico rene.
Deplezione di volume intravascolare
In pazienti con deplezione di volume intravascolare e/o deplezione di sodio, può verificarsi ipotensione sintomatica, come descritto per altri agenti che agiscono sul sistema renina–angiotensina–aldosterone. Per questa ragione, l’uso di Candesartan e Idroclorotiazide HCS non è raccomandato fino a che la deplezione di volume e/o di sodio non venga corretta.
Anestesia ed interventi chirurgici
Durante l’anestesia e la chirurgia può verificarsi ipotensione in pazienti trattati con antagonisti dell’angiotensina II dovuta al blocco del sistema renina–angiotensina. Molto raramente l’ipotensione può essere così grave da giustificare la somministrazione di liquidi per via endovenosa e/o di vasopressori.
Compromissione epatica
I tiazidi vanno utilizzati con cautela nei pazienti con alterata funzionalità epatica o patologia epatica progressiva, dal momento che anche minime modificazioni dell’equilibrio dei fluidi e dell’elettrolita possono causare il coma in questi casi. Non ci sono esperienze cliniche con Candesartan e Idroclorotiazide HCS in pazienti con compromissione epatica.
Stenosi aortica e mitralica (cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva)
Come con altri vasodilatatori, si raccomanda speciale cautela in pazienti con stenosi della valvola aortica o mitralica emodinamicamente rilevante, o cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva.
Iperaldosteronismo primario
Pazienti con iperaldosteronismo primario non rispondono generalmente ai farmaci antipertensivi che agiscono inibendo il sistema renina–angiotensina–aldosterone. Pertanto l’uso di Candesartan e Idroclorotiazide HCS non è raccomandato in questa popolazione di pazienti.
Squilibrio elettrolitico
Devono essere eseguite determinazioni periodiche dei livelli degli elettroliti sierici ad intervalli appropriati.
I tiazidi, inclusa l’idroclorotiazide, possono causare uno squilibrio dei fluidi o elettrolitico (ipercalcemia, ipopotassiemia, iponatriemia, ipomagnesiema e alcalosi ipocloremica).
I diuretici tiazidici possono ridurre l’eliminazione renale del calcio e possono determinare un lieve aumento dei livelli di calcio sierici. Un’ipercalcemia significativa può essere indice di un iperparatiroidismo latente. I tiazidi vanno interrotti prima di controllare la funzionalità della paratiroide.
L’idroclorotiazide aumenta in maniera dose dipendente l’eliminazione del potassio per via renale, il che può causare ipopotassiemia. Questo effetto dell’idroclorotiazide sembra essere meno marcato in associazione con candesartan cilexetil. Il rischio di ipopotassiemia può essere aumentato in caso di cirrosi epatica, in pazienti in diuresi rapida, in caso di assunzione inadeguata di elettroliti per via orale e con l’uso concomitante di corticosteroidi o di ormone adrenocorticotropo (ACTH).
Il trattamento con candesartan cilexetil può causare iperpotassiemia, in particolare in presenza di insufficienza cardiaca e/o compromissione renale. L’uso concomitante di Candesartan e Idroclorotiazide HCS e diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale o altri prodotti che possono aumentare i livelli di potassio sierico (per es. sodio eparina) può portare ad aumenti del potassio sierico.
I livelli di potassio devono essere monitorati, come da necessità. I tiazidici hanno mostrato di aumentare l’eliminazione renale del magnesio, che può causare ipomagnesiemia.
Effetti metabolici e endocrini
Il trattamento con diuretico tiazidico può compromettere la tolleranza al glucosio. Può essere necessario aggiustare la dose di antidiabetici inclusa l’insulina. Il diabete mellito latente può diventare manifesto durante la terapia con tiazide. Aumenti dei livelli di colesterolo e trigliceridi sono stati associati alla terapia con tiazide. Tuttavia, alle dosi contenute in Candesartan e Idroclorotiazide HCS, sono stati osservati solo effetti minimi. I diuretici tiazidici aumentano le concentrazioni di acido urico sierico e possono aggravare la gotta in pazienti predisposti.
Fotosensibilità
Durante l’uso di diuretici tiazidici sono state riportate reazioni di fotosensibilità (vedere paragrafo 4.8). Nel caso si manifesti una reazione di fotosensibilità si raccomanda di interrompere il trattamento. Qualora sia necessario riprendere il trattamento, si raccomanda di proteggere le parti del corpo esposte alla luce del sole o ai raggi UVA artificiali.
Aspetti generali
In pazienti il cui tono vascolare e la cui funzione renale dipendono in modo predominante dall’attività del sistema renina–angiotensina–aldosterone (per esempio pazienti con grave insufficienza cardiaca o con malattia renale sottostante compresa la stenosi dell’arteria renale), il trattamento con altri farmaci che agiscono su questo sistema, inclusi gli AIIRA, è stato associato ad ipotensione acuta, azotemia, oliguria o raramente, insufficienza renale acuta. Come con tutti i farmaci antipertensivi, l’eccessiva diminuzione della pressione arteriosa in pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cerebrovascolare arteriosclerotica può comportare l’insorgenza di infarto del miocardio o di ictus.
Possono verificarsi reazioni di ipersensibilità all’idroclorotiazide in pazienti con o senza storia di allergia o asma bronchiale, ma sono più probabili in pazienti con anamnesi di questo tipo.
Durante il trattamento con diuretici tiazidici è stata riferita esacerbazione o ricorrenza di lupus eritematoso sistemico.
L’effetto antipertensivo di Candesartan e Idroclorotiazide HCS può essere aumentato da altri antipertensivi.
Candesartan e Idroclorotiazide HCS contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit della lattasi o sindrome di malassorbimento glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.
Gravidanza
Gli AIIRA non devono essere assunti durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).
Duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS)
Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).
Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.
Gli ACE–inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.
Gravidanza
Antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA)
L’uso di AIIRA non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso di AIIRA è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
L’evidenza epidemiologica riguardante il rischio di teratogenicità a seguito all’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non è stata conclusiva, tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio. Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con gli AIIRA, simili rischi possono esistere per questa classe di farmaci. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un AIIRA. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa.
È noto che l’esposizione alla terapia con AIIRA durante il secondo e il terzo trimestre induce fetotossicità nell’uomo (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardata ossificazione cranica) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia) (vedere paragrafo 5.3).
In caso di esposizione agli AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.
I bambini le cui madri hanno assunto AIIRA vanno accuratamente tenuti sotto osservazione per l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Idroclorotiazide
I dati relativi all’uso dell’idroclorotiazide in gravidanza sono limitati, specialmente durante il primo trimestre. Gli studi sugli animali non sono sufficienti.
L’idroclorotiazide attraversa la placenta. Sulla base del meccanismo d’azione farmacologico dell’idroclorotiazide il suo uso nel secondo e terzo trimestre di gravidanza può compromettere la perfusione feto–placentare e può causare effetti sul feto e sul neonato quali ittero, alterazione dell’equilibrio elettrolitico e trombocitopenia.
L’idroclorotiazide non deve essere usato per l’edema gestazionale, per l’ipertensione gestazionale o per la preclamsia a causa del rischio di riduzione del volume plasmatica e ipoperfusione placentare, senza effetti benefici nel corso della malattia.
L’idroclorotiazide non deve essere usata per l’ipertensione essenziale nelle donne in gravidanza ad eccezione di situazioni rare nelle quali non può essere usato nessun altro trattamento.
Allattamento al seno
Antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA)
Poiché non vi sono informazioni disponibili circa l’uso di Candesartan e Idroclorotiazide HCS durante l’allattamento, Candesartan e Idroclorotiazide HCS non è raccomandato e sono preferibili trattamenti alternativi con comprovato profilo di sicurezza durante l’allattamento, in particolare nel caso di neonati o di nati prematuri.
Idroclorotiazide
L’idroclorotiazide è escreto nel latte umano in piccole quantità. I tiazidici a dosi elevate, causando intensa diuresi, possono inibire la produzione di latte. L’uso di Candesartan e Idroclorotiazide HCS durante l’allattamento non è raccomandato. Se Candesartan e Idroclorotiazide HCS viene utilizzato durante l’allattamento, le dosi devono essere tenute il più basse possibili.
Negli studi clinici controllati con candesartan cilexetil/idroclorotiazide le reazioni avverse sono state lievi e transitorie. La sospensione del trattamento dovuta ad eventi avversi è stata simile con candesartan cilexetil/idroclorotiazide (2,3–3,3%) e placebo (2,7–4,3%).
Negli studi clinici con candesartan cilexetil/idroclorotiazide, le reazioni avverse sono state limitate agli eventi già osservati precedentemente con candesartan cilexetil e/o idroclorotiazide.
La tabella sottostante presenta le reazioni avverse riportate con candesartan cilexetil in studi clinici e nell’esperienza post–marketing. Da un’analisi complessiva dei dati ottenuti da studi clinici su pazienti ipertesi, le reazioni avverse con candesartan cilexetil sono state definite sulla base dell’incidenza di eventi avversi con candesartan cilexetil almeno dell’1% più alta rispetto all’incidenza osservata con placebo.
Le frequenze usate nelle tabelle in tutto il paragrafo 4.8 sono: molto comune (≥ 1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥ 1/1.000, <1/100), raro (≥ 1/10.000, <1/1.000) e molto raro (< 1/10.000)
Classificazione per sistemi e organi | Frequenza | Effetto indesiderato |
Infezioni e infestazioni | comune | Infezione respiratoria |
Patologie del sistema emolinfopoeitico | molto raro | Leucopenia, neutropenia e agranulocitosi |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | molto raro | Iperpotassiemia, iponatriemia |
Patologie del sistema nervoso | comune | Capogiri/vertigini, cefalea |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | molto raro | Tosse |
Patologie gastrointestinali | molto raro | Nausea |
Patologie epatobiliari | molto raro | Aumento degli enzimi epatici, funzionalità epatica anomala o epatite |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | molto raro | Angioedema, rash cutaneo, orticaria, prurito |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | molto raro | Mal di schiena, artralgia, mialgia |
Patologie renali e urinarie | molto raro | Alterazione della funzionalità renale, inclusa insufficienza renale in pazienti suscettibili (vedere paragrafo 4.4). |
La tabella qui sotto presenta le reazioni avverse con idroclorotiazide in monoterapia, di solito a dosi pari o superiori a 25 mg:
Classificazione per sistemi e organi | Frequenza | Effetto indesiderato |
Patologie del sistema emolinfopoeitico | raro | Leucopenia, neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia, anemia aplastica, depressione del midollo osseo, anemia emolitica |
Disturbi del sistema immunitario | raro | Reazioni anafilattiche |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | comune | Iperglicemia, iperuricemia, squilibrio elettrolitico (incluse iponatriemia e ipopotassiemia) |
Disturbi psichiatrici | raro | Disturbi del sonno, depressione, irrequietezza |
Patologie del sistema nervoso | comune | Lieve senso di stordimento, vertigini. |
raro | Parestesia | |
Patologie dell’occhio | raro | Visione offuscata transitoria |
Patologie cardiache | raro | Aritmie cardiache |
Patologie vascolari | non comune | Ipotensione posturale |
raro | Angite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea) | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | raro | Difficoltà respiratoria (incluse polmonite ed edema polmonare) |
Patologie gastrointestinali | non comune | Anoressia, perdita di appetito, irritazione gastrica, diarrea, costipazione |
raro | Pancreatite | |
Patologie epatobiliari | raro | Ittero (ittero colestatico intraepatico) |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | non comune | Rash, orticaria, reazioni di fotosensibilità |
raro | Necrolisi epidermica tossica, reazioni cutanee simili al lupus eritematoso, riattivazione di lupus eritematoso cutaneo | |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | raro | Spasmo muscolare |
Patologie renali e urinarie | comune | Glicosuria |
raro | Disfunzione renale e nefrite interstiziale | |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | comune | Debolezza |
raro | Febbre | |
Esami diagnostici | comune | Aumenti di colesterolo e trigliceridi |
raro | Aumenti di BUN e creatinina sierica |
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
8 mg/12,5 mg:
Lattosio monoidrato
Amido di mais
Idrossipropilcellulosa
Magnesio stearato
Carmellosa calcica
Macrogol 8000
16 mg/12,5 mg:
Lattosio monoidrato
Amido di mais
Idrossipropilcellulosa
Magnesio stearato
Carmellosa calcica
Macrogol 8000
Ferro ossido rosso (E172)
32 mg/12,5 mg:
Lattosio monoidrato
Amido di mais
Idrossipropilcellulosa
Magnesio stearato
Carmellosa calcica
Macrogol 8000
Ferro ossido giallo (E172)
32 mg/25 mg:
Lattosio monoidrato
Amido di mais
Idrossipropilcellulosa
Magnesio stearato
Carmellosa calcica
Macrogol 8000
Ferro ossido rosso (E172)
Compresse confezionate in blister in PVC/film di PVDC e foglio di alluminio:
Non conservare a temperatura superiore ai 30° C.
Compresse confezionate in blister di OPA laminato/Al/foglio di PVC e foglio di alluminio:
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.