Principio attivo:Atorvastatina calcio
Gruppo terapeutico:Sostanze modificatrici dei lipidi, non associate
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ipercolesterolemia
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    Posologia

    Posologia

    Prima di ricevere ARKAS il paziente deve essere posto in regime di dieta standard ipocolesterolemica e

    deve continuare questa dieta durante il trattamento con ARKAS.

    Il dosaggio deve essere personalizzato tenendo conto dei livelli basali di colesterolo LDL, dell’obiettivo della terapia e della risposta del paziente.

    La dose iniziale abituale è 10 mg una volta al giorno. Aggiustamenti del dosaggio devono essere fatti ad intervalli di 4 settimane o più. La dose massima è 80 mg una volta al giorno.

    Ipercolesterolemia primaria e iperlipidemia combinata (mista)

    La maggior parte dei pazienti viene controllata con ARKAS alla dose di 10 mg una volta al giorno. La risposta terapeutica si evidenza entro due settimane e la massima risposta terapeutica viene solitamente raggiunta entro 4 settimane. L’effetto terapeutico si mantiene durante il trattamento cronico.

    Ipercolesterolemia familiare eterozigote

    I pazienti devono avviare il trattamento con ARKAS alla dose di 10 mg/al giorno. Il dosaggio deve essere personalizzato e aggiustato ogni 4 settimane fino a 40 mg al giorno. Successivamente, il dosaggio può essere aumentato fino a un massimo di 80 mg al giorno oppure può essere somministrato un sequestrante di acidi biliari insieme a 40 mg di atorvastatina una volta al giorno.

    Ipercolesterolemia familiare omozigote

    Sono disponibili solo dati limitati (vedere paragrafo 5.1).

    Il dosaggio di atorvastatina in pazienti con ipercolesterolemia familiare omozigote è compreso tra 10 e 80 mg/die (vedere paragrafo 5.1). In questi pazienti atorvastatina deve essere impiegata in aggiunta ad altri trattamenti ipolipemizzanti (es. LDL aferesi) o se tali trattamenti non sono disponibili.

    Prevenzione della malattia cardiovascolare

    Negli studi di prevenzione primaria è stato impiegato il dosaggio da 10 mg/die. Per ottenere i livelli di colesterolo (LDL) previsti dalle attuali linee guida, possono essere necessari dosaggi più elevati.

    Compromissione renale

    Non è richiesto alcun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 4.4).

    Compromissione epatica

    ARKAS deve essere usato con cautela nei pazienti con ridotta funzionalità epatica (vedere paragrafi 4.4 e 5.2). ARKAS è controindicato in pazienti con malattia epatica attiva (vedere paragrafo 4.3).

    Uso negli anziani

    L’efficacia e la tollerabilità nei pazienti di oltre 70 anni trattati con le dosi raccomandate sono simili a quelle osservate nella popolazione in generale.

    Uso pediatrico

    Ipercolesterolemia: L’uso pediatrico deve essere riservato a medici specializzati nel trattamento dell’iperlipidemia pediatrica ed i pazienti devono essere rivalutati su base regolare per valutare i progressi della cura.

    La dose iniziale raccomandata nei pazienti a partire dai 10 anni di età è di 10 mg di atorvastatina al giorno con incremento fino a 20 mg/die. Nei pazienti pediatrici la dose deve essere incrementata a seconda della risposta e della tollerabilità individuale. Le informazioni sulla sicurezza per i pazienti pediatrici trattati con dosi superiori a 20 mg, pari a circa 0,5 mg/kg, sono limitate.

    L’esperienza nei bambini di età compresa tra 6–10 anni è limitata (vedere paragrafo 5.1). L’atorvastatina non è indicata per il trattamento di pazienti con meno di 10 anni di età.

    Per questa popolazione di pazienti possono essere maggiormente indicate altre formulazioni farmaceutiche.

    Modo di somministrazione

    ARKAS è un farmaco da somministrare per via orale. Ogni dose giornaliera di atorvastatina viene somministrata in dose unica e la somministrazione può essere effettuata in qualsiasi momento della giornata, indipendentemente dai pasti.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
  • altro
  • componente del prodotto
  • epatopatia
  • gravidanza
  • allattamento
  • donne
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    Interazioni
  • atorvastatina
  • altri medicinali
  • ciclosporina
  • claritromicina
  • delavirdina
  • stiripentolo
  • ketoconazolo
  • voriconazolo
  • itraconazolo
  • ritonavir
  • indinavir
  • eritromicina
  • diltiazem
  • verapamil
  • fluconazolo
  • statine
  • stati condotti studi di interazione
  • amiodarone
  • noti
  • efavirenz
  • rifampicina
  • dopo
  • digossina
  • contraccettivo orale
  • etinilestradiolo
  • warfarin
  • anticoagulanti
  • cumarinici
  • noto
  • succo di pompelmo
  • antiacidi
  • alluminio e idrossido
  • magnesio
  • nessun
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    Avvertenze

    Effetti epatici

    Devono essere effettuate prove di funzionalità epatica prima dell’inizio del trattamento e periodicamente in tempi successivi. I pazienti che presentano segni o sintomi indicativi di danno epatico devono essere sottoposti a controllo della funzionalità epatica. I pazienti che presentano aumento delle transaminasi devono essere controllati fino alla normalizzazione dei valori.

    Qualora persista un aumento delle transaminasi oltre 3 volte il limite normale superiore, si raccomanda la riduzione della dose o la sospensione di ARKAS (vedere paragrafo 4.8).

    ARKAS deve essere impiegato con prudenza in pazienti che consumano abbondanti quantità di alcool e/o che hanno una storia di malattia epatica.

    Prevenzione dell’Ictus mediante Riduzione Aggressiva dei Livelli di Colesterolo (studio SPARCL)

    Un’analisi post–hoc dei sottotipi di ictus nei pazienti senza cardiomiopatia ischemica (CHD) che avevano avuto un ictus o un attacco ischemico transitorio recente (TIA), ha evidenziato un’incidenza più elevata di ictus emorragico nei pazienti che avevano iniziato il trattamento con atorvastatina 80 mg rispetto al gruppo placebo. L’aumento del rischio è stato osservato in particolare nei pazienti con precedente ictus emorragico o infarto lacunare al momento dell’arruolamento nello studio.

    Per i pazienti con precedente ictus emorragico o infarto lacunare, il rapporto rischio/beneficio derivante dall’impiego di atorvastatina 80 mg non è chiaro e prima di iniziare il trattamento deve essere considerato attentamente il rischio potenziale di ictus emorragico (vedere paragrafo 5.1).

    Effetti sulla muscolatura scheletrica

    L’atorvastatina, come altri inibitori della HMG–CoA riduttasi, in rare occasioni può avere effetti sulla muscolatura scheletrica e può causare mialgia, miosite e miopatia che possono progredire fino a rabdomiolisi, una condizione potenzialmente fatale caratterizzata da marcati aumenti di creatinfosfochinasi (CPK) (>10 volte il limite normale superiore), mioglobinemia e mioglobinuria che possono portare all’insufficienza renale.

    Prima del trattamento

    L’atorvastatina deve essere prescritta con cautela in pazienti con fattori predisponenti alla rabdomiolisi. Il livello della creatinfosfochinasi (CPK) deve essere misurato prima di iniziare il trattamento in presenza delle seguenti condizioni cliniche:

    – Compromissione della funzionalità renale

    – Ipotiroidismo

    – Storia personale o familiare di malattie muscolari ereditarie

    – Antecedenti di tossicità muscolare con statine o fibrati

    – Precedenti di malattia epatica e/o quando vengono assunte considerevoli quantità di bevande alcoliche

    – In età avanzata (età superiore ai 70 anni), la necessità di tale misurazione deve essere considerata in accordo con la presenza di altri fattori predisponenti alla rabdomiolisi

    – Situazioni in cui può verificarsi un aumento dei livelli plasmatici del farmaco, come nel caso di interazioni (vedere paragrafo 4.5) e di popolazioni speciali, comprese le sottopopolazioni genetiche (vedere paragrafo 5.2).

    In tali situazioni, è opportuno valutare il rischio del trattamento in relazione ai possibili benefici, e si raccomanda il monitoraggio clinico del paziente.

    Se i livelli basali di CK sono significativamente elevati (>5 volte i limiti superiori della norma), il trattamento non deve essere iniziato.

    Misurazione della creatinchinasi

    Il livello di creatina chinasi (CK) non deve essere misurato dopo un intenso esercizio fisico o in presenza di eventuali possibili cause alternative di incremento della CK in quanto ciò rende difficile l’interpretazione del valore ottenuto. Se i livelli di CK sono significativamente aumentati rispetto ai valori basali (>5 volte il limite normale superiore), i livelli di CK devono essere nuovamente misurati entro i 5–7 giorni successivi per confermare i risultati.

    Durante il trattamento

    – I pazienti devono essere avvertiti di comunicare prontamente episodi di dolore muscolare, crampi o debolezza, in particolare se associati a malessere o febbre.

    – Se questi sintomi si verificano quando un paziente è in trattamento con atorvastatina, devono essere misurati i livelli di CK. Se questi livelli risultano significativamente aumentati (>5 volte il limite normale superiore), il trattamento deve essere interrotto.

    – Se i sintomi muscolari sono gravi e causano disturbi quotidiani, anche se i livelli di CK sono ≤5 volte il limite normale superiore, si deve prendere in considerazione l’interruzione del trattamento.

    – Se i sintomi si risolvono e i livelli di CK si normalizzano, può essere presa in considerazione la possibilità di riavviare il trattamento con atorvastatina o con un’altra statina al dosaggio più basso ed effettuare un accurato monitoraggio.

    – Il trattamento con atorvastatina deve essere interrotto se compaiono aumenti di CK clinicamente significativi (>10 volte il limite normale superiore) o se è diagnosticata o sospettata una rabdomiolisi.

    Trattamento concomitante con altri farmaci

    Il rischio di rabdomiolisi aumenta quando atorvastatina viene somministrata insieme ad alcuni medicinali che possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina come nel caso di potenti inibitori del CYP3A4 o di proteine di trasporto (ad es. ciclosporina, telitromicina, claritromicina, delavirdina stiripentolo, ketoconazolo, voriconazolo, itraconazolo, posaconazolo e inibitori della HIV proteasi, inclusi ritonavir, lopinavir, atazanavir, indinavir, darunavir, ecc). Il rischio di miopatia può aumentare anche con l’uso concomitante di gemfibrozil e altri derivati dell’acido fibrico, eritromicina, niacina e ezetimibe. Se possibile, in alternativa a questi medicinali, devono essere prese in considerazione terapie alternative (prive di interazioni). Nei casi in cui la somministrazione concomitante di questi medicinali e atorvastatina è necessaria, devono essere attentamente valutati i rischi e i benefici del trattamento. Se i pazienti stanno assumendo medicinali che aumentano la concentrazione plasmatica di atorvastatina, si raccomanda l’impiego di una dose massima più bassa di atorvastatina. In caso di trattamento concomitante di potenti inibitori del CYP3A4 deve essere presa in considerazione una dose iniziale più bassa di atorvastatina e si raccomanda un appropriato monitoraggio clinico di questi pazienti (vedere paragrafo 4.5).

    Si sconsiglia l’uso concomitante di atorvastatina e acido fusidico; si consideri quindi una sospensione temporanea di atorvastatina in corso di trattamento con acido fusidico (vedere paragrafo 4.5).

    Diabete mellito

    Alcune evidenze suggeriscono che la classe delle statine aumenta il glucosio nel sangue e in alcuni pazienti, ad alto rischio di sviluppare diabete, può produrre un livello di iperglicemia tale per cui si rende necessaria una cura formale per il diabete. Questo rischio, tuttavia, è compensato dalla riduzione del rischio vascolare con le statine e quindi non deve essere un motivo di interruzione del trattamento con le statine. I pazienti a rischio (glicemia a digiuno 5,6–6,9 mmol/L, BMI >30 kg/m², aumento dei trigliceridi, ipertensione) devono essere controllati sia clinicamente che biochimicamente in accordo alle linee guida nazionali.

    Malattia polmonare interstiziale

    Sono stati riportati casi eccezionali di patologie polmonari interstiziali in seguito all’utilizzo di alcune statine, in special modo nel contesto di terapie a lungo termine (vedere paragrafo 4.8). I sintomi iniziali possono includere dispnea, tosse non produttiva e deterioramento dello stato generale di salute (affaticamento, perdita di peso e febbre). Qualora ci fosse il sospetto di sviluppo da parte del paziente di patologie polmonari interstiziali, la terapia con le statine deve essere interrotta.

    Uso pediatrico

    Non è stata stabilita la sicurezza sulla fase evolutiva nella popolazione pediatrica (vedere paragrafo 4.8).

    Gravidanza

    Donne in età fertile

    Le donne in età fertile devono usare efficaci metodi contraccettivi durante il trattamento (vedere paragrafo 4.3).

    Gravidanza

    ARKAS è controindicato durante la gravidanza (vedere paragrafo 4.3). Non è stata stabilita la sicurezza di impiego del farmaco in donne in stato di gravidanza. Non sono stati eseguiti studi clinici controllati con atorvastatina in donne gravide. Sono state ricevute rare segnalazioni di anomalie congenite a seguito di esposizione intrauterina a inibitori della HMG–CoA reduttasi.

    Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).

    Il trattamento materno con atorvastatina può ridurre i livelli fetali di mevalonato, un precursore della biosintesi del colesterolo. L’aterosclerosi è un processo cronico, e l’interruzione consueta dell’assunzione di farmaci ipocolesterolemici durante la gravidanza dovrebbe avere un basso impatto sul rischio a lungo termine associato all’ipercolesterolemia primaria.

    Per queste ragioni, ARKAS non deve essere usato in donne gravide o che cercano o sospettano una gravidanza. Il trattamento con ARKAS deve essere sospeso per la durata della gravidanza o fino a quando non sia stato determinato che la donna non è incinta (vedere paragrafo 4.3).

    Allattamento

    Non è noto se l’atorvastatina o i suoi metaboliti siano escreti nel latte umano. Nel ratto, le concentrazioni plasmatiche di atorvastatina e dei suoi metaboliti attivi sono simili a quelle riscontrate nel latte materno. (vedere paragrafo 5.3).

    A causa della possibile insorgenza di gravi reazioni avverse nell’infante le donne in trattamento con ARKAS non devono allattare il proprio figlio al seno (vedere paragrafo 4.3). L’atorvastatina è controindicata durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.3).

    Fertilità

    Studi nell’animale hanno dimostrato che l’atorvastatina non ha effetto sulla fertilità maschile o femminile (veder paragrafo 5.3).

    Effetti Collaterali

    Dall’analisi dei dati relativi allo studio clinico su atorvastatina controllato con placebo che ha coinvolto 16.066 pazienti (8.755 trattati con Lipitor vs 7.311 trattati con placebo) trattati per un periodo medio di 53 settimane si è osservato che il 5,2% dei pazienti trattati con Atorvastatina ha dovuto interrompere la terapia a causa della comparsa di reazioni avverse rispetto al 4,0% dei pazienti trattati con placebo.

    Le informazioni relative al profilo di reazioni avverse per ARKAS illustrate nella tabella seguente sono riconducibili a studi clinici effettuati e ad una vasta esperienza di post–marketing.

    I raggruppamenti di frequenza sono definiti in base alla seguente convenzione: comune (≥1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); raro (≥1/10.000, < 1/1.000); molto raro (≤1/10.000).

    Infezioni e infestazioni:

    Comune: Rinofaringite

    Patologie del sistema emolinfopoietico

    Raro: Trombocitopenia

    Disturbi del sistema immunitario

    Comune: Reazioni allergiche

    Molto raro: Anafilassi

    Disturbi del metabolismo e della nutrizione

    Comune: Iperglicemia

    Non comune: Ipoglicemia, aumento ponderale, anoressia

    Disturbi psichiatrici

    Non comune: Incubi, insonnia

    Patologie nervose

    Comune: Cefalea

    Non comune: Capogiri, parestesia, ipoestesia, disgeusia, amnesia

    Raro: Neuropatia periferica.

    Patologie dell’occhio

    Non comune: Visione offuscata

    Raro: Alterazioni della visione

    Patologie dell’orecchio e del labirinto

    Non comune: Tinnito

    Molto raro: Perdita di udito

    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

    Comune: Dolore faringo–laringeo, epistassi

    Patologie gastrointestinali

    Comune: Stipsi, flatulenza, dispepsia, nausea, diarrea

    Non comune: Vomito, dolore al basso e alto addome, eruttazioni, pancreatite

    Patologie epatobiliari

    Non comune: Epatite

    Raro: Colestasi

    Molto raro: Insufficienza epatica

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

    Non comune: Orticaria, eruzioni cutanee, prurito, alopecia

    Raro: Edema angioneurotico, dermatite bollosa, inclusi eritema multiforme, Sindrome di Stevens–Johnson e necrolisi epidermica tossica

    Patologie muscoloscheletriche e del tessuto connettivo

    Comune: Mialgia, artralgia, dolore alle estremità, spasmi muscolari, gonfiore alle articolazioni, mal di schiena

    Non comune: Dolore al collo, affaticamento muscolare

    Raro: Miopatia, miosite, rabdomiolisi, tendinopatia, a volte complicata da rottura

    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

    Molto raro: Ginecomastia

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

    Non comune: Malessere, astenia, dolore al torace, edema periferico, affaticamento, piressia

    Esami diagnostici

    Comune: Test anomali di funzionalità epatica, aumento dei livelli di creatin–chinasi nel sangue

    Non comune: Urine positive per i globuli bianchi.

    Come con altri inibitori della HMG–CoA riduttasi, in pazienti trattati con ARKAS sono stati segnalati aumenti delle transaminasi sieriche. Questi aumenti sono stati di solito lievi e transitori e non hanno richiesto la sospensione del trattamento. Aumenti clinicamente importanti (> 3 volte il limite normale superiore) delle transaminasi sieriche sono stati osservati nello 0,8% dei pazienti trattati con ARKAS. Questi aumenti sono risultati dose–dipendenti e reversibili in tutti i pazienti.

    Negli studi clinici sono stati osservati livelli elevati di creatinchinasi (CK) oltre 3 volte il limite normale superiore nel 2,5% dei pazienti trattati con ARKAS, in modo simile ad altri inibitori della HMG–CoA riduttasi. Nello 0,4% dei pazienti trattati con ARKAS sono stati osservati livelli oltre 10 volte il limite superiore della norma (vedere paragrafo 4.4).

    Con alcune statine sono stati segnalati i seguenti eventi avversi:

    – disfunzione sessuale

    – depressione

    sono stati riportati casi eccezionali di patologie polmonari interstiziali, in special modo nel contesto di terapie a lungo termine (vedere paragrafo 4.4).

    Diabete Mellito: la frequenza dipenderà dalla presenza o assenza di fattori di rischio (glicemia a digiuno ≥ 5,6 mmol/L, BMI >30 kg/m², aumento di trigliceridi, storia di ipertensione).

    Popolazione pediatrica

    Il database di sicurezza clinica comprende dati di sicurezza relativi a 249 pazienti pediatrici che hanno ricevuto atorvastatina, dei quali 7 avevano un’età inferiore a 6 anni, 14 avevano un’età compresa tra 6 e 9 anni, e 228 avevano un’età compresa tra 10 e 17 anni.

    Patologie nervose

    Comune: Cefalea

    Patologie gastrointestinali

    Comune: Dolore addominale

    Esami diagnostici

    Comune: Aumento dei livelli di alanina transferasi, aumento dei livelli ematici di creatina fosfochinasi.

    Sulla base dei dati disponibili si ritiene che la frequenza, il tipo e la gravità delle reazioni avverse nei bambini siano comparabili a quelli osservati negli adulti. Al momento l’esperienza in materia di sicurezza a lungo termine nella popolazione pediatrica è limitata.

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Nucleo della compressa:

    Mannitolo

    Cellulosa microcristallina

    Crospovidone

    Sodio carbonato anidro

    Povidone K30

    Metionina

    Magnesio stearato

    Rivestimento:

    Ipromellosa 6cP

    Titanio diossido (E 171)

    Macrogol 6000

    Conservazione

    Flacone di plastica: Non conservare a temperatura superiore ai 25° C.

    Blister Al/Al: Non conservare a temperatura superiore ai 30° C.