Antaxone (Zambon italia srl)

Soluzione orale os 10fl 50mg/10ml

Principio attivo:Naltrexone cloridrato
Gruppo terapeutico:Farmaci utilizzati nei disturbi da dipendenza
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutinePresente
LattosioPresente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • mantenimento della non dipendenza da oppiacei
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    Posologia

    Il trattamento con ANTAXONE andrà iniziato nei centri clinici specializzati nel trattamento della tossicodipendenza e andrà poi proseguito sotto lo stretto controllo dei medici addetti a tali centri.

    Inizio della terapia :

    1. Non iniziare il trattamento fino a che il paziente non si sia astenuto da assumere stupefacenti per 7–10 giorni. Le dichiarazioni del paziente che sostiene di essersi astenuto dall’uso di oppiacei dovranno essere verificate mediante analisi delle urine. Il paziente non dovrà presentare sintomatologia da astinenza, né riferire sintomi da crisi di astinenza.

    2. Sottoporre il paziente al test del naloxone.

    Test del Naloxone

    • Test di provocazione per via endovenosa: somministrare 0,2 mg di naloxone per via endovenosa. Se dopo 30 secondi non si manifestano reazioni avverse, somministrare un’altra dose di 0,6 mg di naloxone. Continuare ad osservare i pazienti per almeno 20 minuti per verificare l’insorgenza di segni di crisi d’astinenza

    • Test di provocazione per via sottocutanea: somministrare 0,8 mg di naloxone per via sottocutanea. Osservare il paziente per almeno 20 minuti per verificare eventuali segni e sintomi di crisi di astinenza

    Se dopo tale prova si osservassero segni di astinenza, rinunciare al trattamento con ANTAXONE.

    Il test del naloxone deve essere ripetuto dopo 24 ore. In questo caso, il test dovrebbe essere ripetuto con 1,6 mg di naloxone. NON INZIARE NESSUNA TERAPIA FINO A CHE IL TEST DEL NALOXONE NON RISULTERA’ NEGATIVO. Il test del naloxone non deve essere eseguito su pazienti che presentino segni o sintomi di astinenza da oppiacei, né su pazienti le cui urine contengano oppiacei (vedere paragrafo 4.3).

    3. Il trattamento dovrà iniziare con cautela, aumentando lentamente la dose di ANTAXONE somministrata. Lo si potrà fare somministrando inizialmente 20–25 mg di ANTAXONE e tenendo quindi il paziente sotto osservazione per un’ora. Se non si verificheranno segni di astinenza, si potrà somministrare al paziente il resto della dose giornaliera.

    Terapia di mantenimento: Dopo che il paziente ha superato la fase di induzione con ANTAXONE, saranno sufficienti 50 mg ogni 24 ore per mantenere un adeguato blocco dell’azione degli oppiacei somministrati per via parenterale (cioè questa dose bloccherà l’effetto di un bolo di 25 mg di eroina iniettata per via endovenosa). In alternativa si potrà ricorrere ad una posologia più flessibile. In questo modo si potrà somministrare ai pazienti 50 mg di ANTAXONE durante i primi 5 giorni della settimana e una dose di 100 mg il sabato. Oppure i pazienti potranno ricevere 100 mg a giorni alterni, o anche 150 mg un giorno su tre. Benché il grado di blocco degli oppiacei possa risultare relativamente ridotto dall’uso di dosi più elevate a intervalli più distanziati, la somministrazione ogni 48–72 ore potrebbe migliorare l’accettazione da parte del paziente.

    Alcuni studi clinici pubblicati in letteratura hanno utilizzato la seguente posologia: 100 mg il lunedì, 100 mg il mercoledì e 150 mg il venerdì. Questa posologia si è dimostrata accettabile per molti pazienti che sono riusciti a mantenersi in stato di disassuefazione per tempi adeguati.

    Si raccomanda di non eccedere la dose raccomandata di 150 mg al giorno poichè è stata osservata una maggiore incidenza di effetti secondari.

    L’impiego della soluzione orale è particolarmente indicato nel trattamento di pazienti che tendano a simulare l’ingestione del farmaco nella forma capsule.

    Anziani : La sicurezza di impiego del prodotto durante il trattamento della dipendenza da oppiacei negli anziani non è stata stabilita.

    Popolazione pediatrica : ANTAXONE non è raccomandato nei soggetti minori di 18 anni. La sicurezza d’impiego nei soggetti minori non è stata stabilita.

    Controindicazioni
  • oppiacei
  • epatite acuta
  • insufficienza epatica
  • insufficienza renale
  • età pediatrica
  • gravidanza
  • allattamento
  • ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti
  • grave insufficienza
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    Interazioni
  • naltrexone
  • altri medicinali
  • stati condotti studi di interazione
  • analgesici
  • antipertensivi
  • antidiarroici
  • metadone
  • barbiturici
  • benzodiazepine
  • ansiolitici
  • ipnotici
  • sedativi
  • antidepressivi
  • amitriptilina
  • antistaminici
  • neurolettici
  • droperidolo
  • agenti
  • disulfiram
  • litio
  • stati descritti casi di interazione
  • note interazioni
  • alcool
  • metildopa
  • alcol
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    Avvertenze

    La terapia con Naltrexone deve essere iniziata e supervisionata da un medico specializzato nel trattamento di pazienti dipendenti da oppiacei.

    Poiché ANTAXONE è prevalentemente metabolizzato dal fegato ed escreto nelle urine è richiesta cautela nella somministrazione del medicinale in pazienti con compromessa funzionalità renale ed epatica.

    Epatotossicità: a dosi elevate e prolungate ANTAXONE può causare danni al fegato.

    Prima di prescrivere una terapia con ANTAXONE, il medico dovrà accertare la presenza di lesioni o malattie epatiche subcliniche. Nei pazienti con malattia epatica meno grave o la cui anamnesi presenti episodi recenti di malattia epatica, l’opportunità dell’ utilizzazione deve essere considerata con estrema cautela in considerazione della potenziale epatotossicità.

    La dimostrazione della epatotossicità di ANTAXONE non è stata evidenziata nel corso di specifici studi che prevedevano l’impiego del prodotto alle dosi raccomandate per il blocco degli oppiacei, e nei quali i cambiamenti dei livelli serici degli enzimi epatici osservati erano simili a quelli presenti a livello di base nella popolazione studiata.

    Tuttavia il margine di separazione tra le dosi epatotossiche e quelle apparentemente sicure sembra essere di cinque volte o meno.

    Tests di laboratorio : prima di iniziare una terapia con ANTAXONE, e in seguito periodicamente, si dovranno eseguire analisi di laboratorio per individuare eventuali lesioni epatiche.

    E’ fondamentale sottoporre periodicamente i pazienti ad idonee analisi cliniche dopo l’inizio della terapia per individuare il più precocemente possibile un eventuale danno epatico indotto da ANTAXONE. Durante i primi sei mesi si raccomandano esami mensili, con impiego degli idonei tests per l’identificazione di eventuali danni epatici. In seguito ci si affiderà al giudizio clinico per stabilire la frequenza dei controlli di laboratorio.

    Alterazioni dei test di funzionalità epatica sono state riportate nei pazienti obesi e negli anziani che assumono naltrexone e che non hanno una storia di abuso di farmaci. Tests di funzionalità epatica devono essere effettuati sia prima che durante il trattamento.

    In pazienti dipendenti da oppiacei ANTAXONE può far precipitare una sindrome di astinenza; i segni ed i sintomi possono manifestarsi entro i primi cinque minuti e durare fino a 48 ore. Il trattamento deve essere sintomatico e può includere la somministrazione di oppiacei.

    Il test del naloxone è raccomandato per identificare l’utilizzo di oppiacei; una sindrome di astinenza precipitata dal naloxone cloridrato sarà di più breve durata rispetto ad una precipitata da ANTAXONE.

    Il test del naloxone non deve essere effettuato nei pazienti con sintomi di astinenza clinicamente significativi e nei pazienti positivi al test degli oppiacei nelle urine.

    Il trattamento con naltrexone deve iniziare solo quando gli oppiacei sono stati interrotti per un periodo di tempo sufficiente (da 5 a 7 giorni per l’eroina e almeno 10 giorni per il metadone).

    Induzione indesiderata della crisi di astinenza : Per evitare il manifestarsi di una crisi di astinenza o l’aggravamento di una sindrome subclinica di astinenza preesistente, i pazienti non devono assumere oppiacei per un minimo di 7–10 giorni prima di iniziare la terapia con ANTAXONE. Poiché la non evidenza di oppiacei nelle urine non è generalmente una prova sufficiente che il paziente sia disintossicato, si dovrà effettuare il test del naloxone per escludere la possibilità di provocare una crisi di astinenza a seguito della somministrazione di ANTAXONE.

    Autosomministrazione di oppioidi

    I pazienti devono essere informati delle gravi conseguenze di un tentativo di superare il blocco degli oppiacei.

    Anche se ANTAXONE è un potente antagonista, con un effetto farmacologico prolungato (da 24 a 72 ore), il blocco dei recettori oppiacei è comunque sormontabile. Questo può essere utile nei pazienti che avessero bisogno di analgesia. Tuttavia costituisce un rischio potenziale per gli individui che cercassero, da soli, di superare il blocco recettoriale assumendo dosi elevate di oppiacei esogeni. In effetti qualsiasi tentativo da parte del paziente di superare l’antagonismo assumendo oppiacei è molto pericoloso e può condurre a una intossicazione fatale.

    Tale evento può insorgere in quanto la concentrazione plasmatica degli oppiacei, raggiunta immediatamente dopo una somministrazione acuta, può essere sufficiente per superare il blocco competitivo del recettore. Di conseguenza il paziente può trovarsi in breve tempo in pericolo di vita a causa della intossicazione da oppiacei (arresto respiratorio, collasso circolatorio). Inoltre, anche quantità minime di oppiacei esogeni possono risultare pericolose se assunte secondo modalità e in quantità sufficienti da persistere nell’organismo più a lungo delle concentrazioni efficaci di naltrexone e dei suoi metaboliti (cioè dopo un periodo di tempo relativamente lungo dall’ultima assunzione di naltrexone).

    Come intervenire quando è necessario superare il blocco da ANTAXONE: In una situazione di emergenza che richieda analgesia inducibile soltanto con oppiacei, la quantità necessaria potrà essere superiore alla norma e pertanto la depressione respiratoria che ne conseguirà potrà essere più profonda e più prolungata. I lavori clinici controllati non hanno consentito la messa a punto di alcun metodo per rendere reversibile l’eventuale sovradosaggio indotto. Di conseguenza, in tali circostanze si dovrà preferire un analgesico ad azione rapida che minimizzi la depressione respiratoria. La quantità di analgesico somministrato dovrà essere calcolata in funzione delle necessità del singolo paziente.

    Possono inoltre verificarsi effetti collaterali non mediati dal recettore per gli oppiacei (per esempio, edema facciale, prurito, eritema generalizzato) probabilmente attribuibili a liberazione di istamina.

    Indipendentemente dal farmaco prescelto per far regredire il blocco indotto da ANTAXONE il paziente deve essere seguito attentamente da personale addestrato e in ambiente ospedaliero.

    Come intervenire quando ANTAXONE provoca accidentalmente una crisi di astinenza: Sono stati riferiti casi di gravi sindromi di astinenza provocate da ingestione accidentale di ANTAXONE in individui tossicodipendenti da oppiacei. I sintomi sono generalmente comparsi entro cinque minuti dall’assunzione di ANTAXONE e sono durati in alcuni casi fino a 48 ore. Si sono manifestate alterazioni dello stato mentale, come confusione, sonnolenza e allucinazioni visive. Per compensare le perdite idriche dovute a vomito e diarrea, si è resa necessaria la somministrazione di fluidi per via endovenosa. In tutti i casi i pazienti sono stati seguiti attentamente ed è stata instaurata una idonea terapia per far fronte alle esigenze individuali.

    In caso di concomitante uso di naltrexone ed oppiacei (es. oppiacei contenuti nelle preparazioni per la tosse, per il trattamento dei sintomi del raffreddore o per il trattamento della diarrea ecc.) usare cautela (vedere paragrafo 4.5).

    ANTAXONE viene prescritto nell’ambito della terapia globale per il trattamento della farmacodipendenza. Il paziente deve portare con sé un documento che segnali al personale medico il fatto che sta seguendo una terapia con ANTAXONE. Il medico potrà fornire a questo scopo un tesserino, che il paziente dovrà portare con sé per avere la sicurezza di venire curato adeguatamente in caso d’urgenza. Prima di sottoporsi a cure mediche è indispensabile informare il medico curante che si sta seguendo una terapia con ANTAXONE.

    Attenersi alle istruzioni del medico per l’assunzione di ANTAXONE. L’auto–somministrazione di eroina o qualsiasi altra droga oppiacea in piccole dosi non produrrà alcun effetto euforizzante, mentre a dosi elevate può condurre a morte o produrre un grave danno, per esempio il coma.

    Suicidio: è noto che il rischio di suicidio è maggiore nel caso dei pazienti che abusano di sostanze, con o senza concomitante depressione. Il trattamento con Antaxone non elimina il rischio di suicidio.

    Popolazione pediatrica : La sicurezza di ANTAXONE nei soggetti minori di 18 anni non è stata studiata (vedere paragrafo 4.3).

    Le capsule contengono lattosio: i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di lattasi o da malassorbimento glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.

    La soluzione orale contiene para–idrossi–benzoati che possono causare reazioni allergiche (generalmente di tipo ritardato). Il prodotto contiene sorbitolo (7 g per ogni contenitore di Antaxone 100 mg/20 ml e 3,5 g per ogni contenitore di Antaxone 50 mg/10 ml): il prodotto non è quindi adatto per soggetti con rari problemi di intolleranza ereditaria al fruttosio; il sorbitolo può avere un leggero effetto lassativo ed ha un valore calorico di 2,6 kcal/g.

    Gravidanza

    Gravidanza: non sono riportati studi adeguati e ben controllati sulle donne in stato di gravidanza, né è stato accertato se ANTAXONE influisca o meno sulla durata del parto. Dati relativi agli studi sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). I dati non sono sufficienti per stabilire una rilevanza clinica. Non è noto il potenziale rischio per l’uomo.

    Pertanto ANTAXONE deve essere usato in gravidanza soltanto quando il beneficio atteso giustifica il potenziale rischio per il feto.

    Allattamento: Non sono disponibili dati clinici sull’uso di naltrexone cloridrato durante l’allattamento. Non è noto se ANTAXONE o il 6–β–naltrexolo sia escreto attraverso il latte materno. L’allattamento al seno non è raccomandato durante il trattamento con naltrexone.

    Fertilità

    Studi su modelli animali che hanno utilizzato dosi elevate hanno mostrato segni di alterazioni sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3).

    Effetti Collaterali

    Negli studi per valutare la capacità di ANTAXONE di bloccare i recettori degli oppiacei si sono rilevate alterazioni della funzionalità epatica e linfocitosi: queste anomalie sono frequenti nelle popolazioni di alcolisti e di drogati che assumono la sostanza oppiacea per via parenterale ed erano comunque presenti agli esami di laboratorio in buona parte dei pazienti già all’inizio del trattamento.

    Alcuni studi clinici che prevedevano la somministrazione di naltrexone a dosi cinque volte superiori (fino a 300 mg al giorno) a quelle raccomandate per bloccare i recettori degli oppiacei, hanno evidenziato lesioni epatocellulari in buona parte dei pazienti sottoposti a tali dosi elevate.

    Non esistono tuttavia prove che consentano di identificare ANTAXONE (somministrato a qualsiasi dose) come causa di specifici rilevanti effetti indesiderati in pazienti disintossicati. E’ invece essenziale sottolineare che ANTAXONE può precipitare, o aggravare, i segni e i sintomi di astinenza in ogni individuo non completamente disintossicato.

    Si riporta di seguito una tabella relativa alla frequenza degli effetti indesiderati:

    Frequenza: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1000, < 1/100); raro (≥ 1/10000, < 1/1000); molto raro (< 1/10000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

    All’interno di ciascun gruppo di frequenza gli effetti indesiderati sono presentati in ordine decrescente di gravità.

    Le reazioni avverse gravi sono rare.

    Classificazione organo sistemica Effetti indesiderati
    Molto comune (≥ 1/10) Comune (≥ 1/100, < 1/10) Non comune (≥ 1/1000, < 1/100) Rari (≥1/10000, < 1/1000) Molto rari (<1/10000)
    Patologie del sistema emolinfopoietico     Linfoadenopatia Porpora trombocitopenica idiopatica  
    Disturbi del sistema immunitario         Ipersensibilità
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione   Perdita dell’appetito Appetito aumentato    
    Disturbi psichiatrici Disturbo del sonno Ansia Nervosismo Irritabilità Disordini dell’affettività Disordini della libido, cioè Libido aumentata Libido diminuita Depressione Paranoia Agitazione Stato confusionale Disorientamento Allucinazioni Incubi Sogni anormali Idea suicida, Tentato suicidio  
    Patologie del sistema nervoso Cefalea Irrequietezza Vertigini Tremori Sonnolenza    
    Patologie dell’occhio   Lacrimazione aumentata Visione annebbiata Irritazione oculare Fotofobia Tumefazione degli occhi Dolore oculare Tensione oculare    
    Patologie dell’orecchio e del labirinto     Fastidio auricolare Dolore auricolare Tinnitus Vertigini    
    Patologie cardiache   Palpitazioni Tachicardia Modifiche dell’ECG      
    Patologie vascolari     FlebiteVampate di calore Flushing Fluttuazione della pressione sanguigna    
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche   Dolore toracico Congestione nasale Fastidio al naso Rinorrea Starnuti Dolore orofaringeo Disordini sinusali Dispnea Disfonia Tosse Epistassi Sbadiglio Muco aumentato    
    Patologie gastrointestinali Dolori addominali Nausea e/o Vomito Diarrea Stipsi Flatulenza Emorroidi Bocca secca Ulcera    
    Patologie epatobiliari     Anomalia nei test di funzionalità epatica* Aumento della bilirubina nel sangue* Epatiti*    
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo   Eritema Prurito Seborrea Acne Alopecia    
    Patologie del sistema muscolo–scheletrico e del tessuto connettivo Mialgia Artralgia   Dolore muscoloscheletrico Dolore alle estremità Contrazioni muscolariDolore inguinale   Rabdomiolisi
    Patologie renali e delle vie urinarie     Pollachiuria Disturbi alla minzione    
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella   Alterazione della potenza erettile Eiaculazione ritardata   Priapismo  
    Infezioni ed infestazioni     Herpes orale Dermatofitosi del piede    
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia Sete Affaticamento Brividi Aumento dell’energia Iperidrosi Gonfiore ghiandolare Dolore Edema Piressia Sensazione di freddo alle estremità Sensazione di caldo Peso diminuito Peso aumentato Sindrome da astinenza  
    Esami diagnostici     Pressione arteriosa aumentata Elettrocardiogramma anormale    

    * Durante il trattamento può verificarsi un aumento delle transaminasi epatiche. In seguito all’interruzione di ANTAXONE le transaminasi ritornano ai livelli basali nell’arco di alcune settimane.

    Tossicodipendenza e abuso di droga: ANTAXONE è un antagonista puro degli oppiacei. Non induce dipendenza fisica o psicologica.

    Non si conoscono casi di tolleranza all’effetto antagonista sugli oppiacei.

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    ANTAXONE 50 mg capsule rigide

    Lattosio, Magnesio stearato. Capsula contenitrice: Gelatina, Titanio biossido (E 171), Indigotina (E 132).

    ANTAXONE 50 mg/10 ml soluzione orale e 100 mg/20 ml soluzione orale

    Sorbitolo 70%, Aroma amaro 1631, Saccarina, Metil–p–idrossibenzoato, Propil–p–idrossibenzoato, Acqua depurata.

    Conservazione

    Capsule: conservare a temperatura non superiore a 30°C.

    Soluzione orale: nessuna particolare.