Abesart (Genetic spa)

Compresse rivestite divisibili 28cpr riv 300mg

Principio attivo:Irbesartan
Gruppo terapeutico:Antagonisti dell'angiotensina ii, non associati
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ipertensione essenziale
  • diabete mellito tipo
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    Posologia

    La usuale dose iniziale e di mantenimento raccomandata è di 150 mg una volta al giorno, con o senza cibo. Abesart alla dose di 150 mg una volta al giorno generalmente fornisce un migliore controllo della pressione arteriosa nell’arco delle 24 ore rispetto a 75 mg. Tuttavia l’inizio della terapia con 75 mg deve essere preso in considerazione, particolarmente in pazienti emodializzati e nei pazienti anziani di età superiore ai 75 anni.

    In pazienti insufficientemente controllati con 150 mg una volta al giorno, la dose di Abesart può essere aumentata a 300 mg, oppure può essere aggiunto un altro agente antipertensivo. In particolare l’aggiunta di un diuretico come l’idroclorotiazide ha mostrato un effetto additivo con Abesart (vedi sezione 4.5).

    In pazienti ipertesi con diabete di tipo 2 si dovrebbe iniziare la terapia con 150 mg di irbesartan una volta al giorno e aumentarla fino a 300 mg una volta al giorno come dose di mantenimento preferita per il trattamento della malattia renale.

    La dimostrazione del beneficio sul rene nei pazienti ipertesi con diabete di tipo 2 si basa su studi nei quali l’irbesartan e’ stato impiegato in aggiunta ad altri medicinali antipertensivi, al bisogno, per raggiungere la pressione arteriosa desiderata. (vedere paragrafi 4.3, 4.4, 4.5 e 5.1).

    Popolazioni speciali

    Ridotta funzionalità renale: Nei soggetti con ridotta funzionalità renale non si rende necessaria alcuna variazione del dosaggio.Una dose iniziale più bassa (75 mg) deve essere presa in considerazione nei pazienti sottoposti ad emodialisi (vedi sezione 4.4).

    Insufficienza epatica: Nei soggetti con lieve o moderata insufficienza epatica non si rende necessaria alcuna variazione del dosaggio. Non ci sono dati clinici relativi a pazienti con insufficienza epatica grave.

    Pazienti anziani: Sebbene negli anziani di età superiore ai 75 anni debba essere presa in considerazione la possibilità di iniziare la terapia con 75 mg, generalmente non e’ necessario l’aggiustamento della dose.

    Pazienti pediatrici: la sicurezza e l’efficacia nei bambini da 0 a 18 anni non è stata stabilita. I dati attualmente disponibili sono descritti nelle sezioni 4.8, 5.1 e 5.2 ma non può essere fatta nessuna raccomandazione sulla posologia.

    Metodo di somministrazione

    Uso orale

    Controindicazioni
  • gravidanza
  • diabete mellito
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    Interazioni
  • agenti
  • antipertensivi
  • ipotensivi
  • beta–bloccanti
  • calcio
  • diuretici tiazidici
  • eparina
  • litio
  • antinfiammatori
  • antagonisti dell’angiotensina
  • acido acetilsalicilico
  • antipertensivo
  • dopo
  • idroclorotiazide
  • state osservate interazioni
  • warfarin
  • rifampicina
  • digossina
  • agente
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    Avvertenze

    Deplezione del volume intravascolare: ipotensione sintomatica, soprattutto dopo la prima dose, si può verificare in pazienti volume e/o sodio–depleti a causa di intenso trattamento diuretico, dieta iposodica, diarrea o vomito. Tali condizioni devono essere corrette prima della somministrazione di Abesart.

    Ipertensione nefrovascolare: esiste un incremento del rischio di ipotensione grave e insufficienza renale in soggetti portatori di stenosi bilaterale dell’arteria renale, o stenosi dell’arteria renale con unico rene funzionante, e trattati con farmaci che agiscono a livello del sistema renina– angiotensina–aldosterone.

    Sebbene ciò non sia documentato con Abesart, un effetto simile dovrà essere previsto anche con antagonisti del recettore per l’angiotensina–II.

    Insufficienza renale e trapianto renale: quando Abesart viene usato in pazienti con insufficienza renale è raccomandato un controllo periodico dei livelli sierici del potassio e della creatinina. Non ci sono dati clinici relativi alla somministrazione di Abesart a pazienti con trapianto renale recente.

    Pazienti ipertesi con diabete di tipo 2 e malattia renale: gli effetti di irbesartan sugli eventi sia renali, sia cardiovascolari non sono stati uniformi in tutti i sottogruppi in una analisi effettuata sugli studi con pazienti con malattia renale avanzata. In particolare sembravano meno favorevoli nelle donne e nei soggetti non bianchi (vedi sezione 5.1).

    Iperkaliemia: come con altri farmaci che interferiscono con il sistema renina–angiotensina– aldosterone, durante il trattamento con Abesart si può manifestare iperpotassemia, specialmente in presenza di disfunzione renale, proteinuria manifesta dovuta a malattia renale diabetica e/o insufficienza cardiaca. Si raccomanda, nei pazienti a rischio, un adeguato monitoraggio del potassio sierico (vedi sezione 4.5).

    Litio: la combinazione di litio e Abesart non è raccomandata (vedi sezione 4.5).

    Stenosi della valvola aortica e mitralica, cardiomiopatia ostruttiva ipertrofica: come per altri vasodilatatori è richiesta una speciale attenzione nei pazienti affetti da stenosi aortica o mitralica, o cardiomiopatia ostruttiva ipertrofica.

    Aldosteronismo primario: i pazienti con aldosteronismo primario in genere non rispondono a farmaci antipertensivi che agiscono attraverso l’inibizione del sistema renina–angiotensina. Quindi, l’uso di Abesart non è raccomandato.

    Generali: in pazienti in cui il tono vasale e la funzionalità renale dipendono prevalentemente dall’attività del sistema renina–angiotensina–aldosterone (es. pazienti con scompenso cardiaco congestizio grave o con patologie renali sottostanti, inclusa la stenosi dell’arteria renale), il trattamento con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina o antagonisti dei recettori dell’angiotensina–II, che interessano tale sistema, è stato associato a ipotensione acuta, azotemia, oliguria o raramente, insufficienza renale acuta. Come per qualsiasi antipertensivo, un eccessivo calo della pressione sanguigna in pazienti con cardiopatia ischemica o malattia cardiovascolare ischemica, può determinare infarto miocardico o ictus.

    Come osservato per gli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, irbesartan e gli altri antagonisti della angiotensina sembrano meno efficaci nel diminuire la pressione sanguigna in persone di razza nera, forse a causa di una maggiore prevalenza di condizioni di bassi livelli di renina nella popolazione nera ipertesa (vedi sezione 5.1).

    Gravidanza: il trattamento con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA) non deve essere iniziato durante la gravidanza. A meno che non venga considerata essenziale una terapia continua con AIIRA, alle pazienti che programmano una gravidanza si dovrebbe cambiare la terapia verso trattamenti ipertensivi alternativi con un comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante la gravidanza. Quando viene diagnosticata la gravidanza il trattamento con AIIRA deve essere interrotto immediatamente e, se adeguato, si deve iniziare una terapia alternativa (vedi sezioni 4.3 e 4.6).

    Lattosio: questo farmaco contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucoso–galattoso non devono assumere questo farmaco.

    Pazienti pediatrici: irbesartan è stato studiato in popolazioni pediatriche di età fra 6 e 16 anni, ma i dati presenti sono insufficienti per supportare una estensione dell’uso in bambini finchè non saranno disponibili ulteriori dati (vedi sezioni 4.8, 5.1 and 5.2).

    Duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS): Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE– inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

    Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.

    Gli ACE–inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

    Gravidanza

    Gravidanza: l’uso di AIIRA non è raccomandato nel primo trimestre dei gravidanza (vedi sezione 4.4). L’uso di AIIRA è controindicato nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza (vedi sezioni 4.3 and 4.4).

    L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio. Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con antagonisti del recettore dell’angiotensina II (AIIRA), un simile rischio può esistere per questa classe di medicinali. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che la prosecuzione della terapia con AIIRA sia considerata essenziale. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve essere iniziare una terapia alternativa.

    E’ noto che nella donna l’esposizione ad AIIRA durante il secondo ed il terzo trimestre induce fetotossicità umana (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedi sezione 5.3). Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un AIIRA dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.

    I neonati le cui madri abbiano assunto AIIRA devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedi sezioni 4.3 e 4.4).

    Allattamento: Siccome non sono disponibili informazioni relativamente all’uso di irbesartan durante l’allattamento, irbesartan non è raccomandato e sono preferibili trattamenti alternativi con profili di sicurezza meglio comprovati durante l’allattamento, specialmente in caso di allattamento di neonati o neonati pre–termine.

    Fertilità: Irbesartan non ha effetto sulla fertilità dei ratti trattati e sulla loro progenie fino ai livelli di dosaggio che inducono i primi segni di tossicità parenterale (vedere sezione 5.3)

    Effetti Collaterali

    In studi clinici controllati con placebo su pazienti ipertesi, l’incidenza totale degli eventi avversi nei soggetti trattati con irbesartan (56.2%) è stata sovrapponibile a quella rilevata nei soggetti trattati con il placebo (56.5%). Le interruzioni della terapia dovute ad effetti indesiderati clinici o di laboratorio sono stati meno frequenti per i pazienti trattati con irbesartan (3.3%) che per quelli trattati con placebo (4.5%). L’incidenza degli eventi avversi non è dipesa da dose (nel range posologico raccomandato), sesso, età, razza o durata del trattamento.

    In pazienti diabetici ipertesi con microalbuminuria e funzionalità renale normale, è stata riportata vertigine ortostatica e ipotensione ortostatica nello 0,5% dei pazienti (cioè non comune), ma in un numero maggiore di casi rispetto al placebo.

    La seguente tabella presenta le reazioni avverse riportate in studi controllati contro placebo in cui sono stati trattati con irbesartan 1965 pazienti ipertesi. Le voci contrassegnate con un asterisco (*) si riferiscono alle reazioni avverse che sono state ulteriormente riportate in > 2% dei pazienti diabetici ipertesi con insufficienza renale cronica e proteinuria franca e in un numero maggiore di casi rispetto al placebo.

    La frequenza delle reazioni avverse sotto elencate viene definita secondo la seguente convenzione: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1,000, < 1/100); rara (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto rara (< 1/10.000). Nell’ambito di ogni raggruppamento delle frequenze, gli effetti indesiderati vengono presentati in ordine di gravità decrescente.

    Le seguenti reazioni avverse aggiuntive sono state riportate durante l’esperienza post marketing; derivano da relazioni spontanee:

    Disturbi del sistema immunitario :

    non nota: reazioni di ipersensibilità come angioedema, rash, orticaria

    Disturbi del metabolismo e della nutrizione :

    non nota: iperpotassiemia

    Patologie del sistema nervoso :

    Comune: Capogiro, vertigine ortostatica* Non nota: Vertigine, cefalea

    Patologie dell’orecchio e del labirinto :

    Non nota: tinnito

    Patologie cardiache :

    non comune: tachicardia

    Patologie vascolari :

    comune: ipotensione ortostatica*

    non comune: flashing

    Patologie respiratorie , toraciche e mediastiniche :

    non comune: tosse

    Patologie gastrointestinali :

    comune: nausea/vomito

    non comune: diarrea, dispepsia/bruciore non nota: disgeusia

    Patologie epatobiliari :

    non comune: ittero

    non nota: epatite, disfunsione epatica

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo .

    non nota: Vasculite leucocitoplastica

    Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo :

    comune: dolore muscoloscheletrico*

    non nota: artralgia, mialgia (in alcuni casi associata ad aumento dei livelli plasmatici della creatina chinasi), crampi muscolari

    Patologie renali e urinarie :

    non nota: funzione renale compromessa, inclusi casi di insufficienza renale in pazienti a rischio (vedi sezione 4.4)

    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

    non comune: disfunzione sessuale

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione :

    Comune: affaticabilità

    non comune: dolore toracico

    Analisi di laboratorio:

    Molto comune: l’iperpotassiemia* si e’ verificata più spesso nei pazienti diabetici trattati con irbesartan rispetto a quelli trattati con placebo. Nei pazienti diabetici ipertesi con microalbuminuria e funzione renale normale, l’iperpotassiemia (≥ 5,5 mEq/l) si e’ verificata nel 29,4% dei pazienti nel gruppo irbesartan 300 mg e nel 22% dei pazienti nel gruppo placebo. Nei pazienti diabetici ipertesi con insufficienza renale cronica e proteinuria franca, l’iperpotassiemia (≥ 5.5 mEq/L) si e’ verificata nel 46.3% dei pazienti nel gruppo irbesartan e nel 26,3% dei pazienti nel gruppo placebo.

    Comune: sono stati osservati aumenti significativi nella creatina chinasi plasmatica (1,7%) nei soggetti trattati con irbesartan. Nessuno di questi aumenti e’ stato associato ad eventi clinici muscoloscheletrici identificabili.

    Nell’1,7% dei pazienti ipertesi con malattia renale diabetica in stato avanzato trattati con irbesartan, e’ stata osservata una diminuzione dei valori dell’emoglobina*, non clinicamente significativa.

    Pazienti pediatrici: in uno studio clinico randomizzato su 318 bambini ed adolescenti ipertesi, tra i 6 e i 16 anni di età, durante la fase in doppio cieco di tre settimane, si sono verificati i seguenti eventi avversi correlati: cefalea (7,9%), ipotensione (2,2%), capogiro (1,9%), tosse (0,9%). Nel periodo in aperto di 26 settimane di questo studio clinico, le più frequenti anomalie di laboratorio riportate sono state incrementi della creatinina (6,5%) ed elevati valori di CK nel 2% dei bambini trattati. Segnalazione delle reazioni avverse sospette.

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili

    Eccipienti

    Nucleo:

    Lattosio monoidrato

    Cellulosa microcristallina

    Croscarmellosa sodica

    Poloxamer 188

    Amido pregelatinizzato

    Magnesio stearato

    Rivestimento:

    Idrossipropilcellulosa

    Hypromellose

    Titanio diossido

    Talco

    Conservazione

    Nessuna specifica condizione di conservazione.