Principio attivo:Olmesartan medoxomil/idroclorotiazide
Gruppo terapeutico:Antagonisti dell'angiotensina ii, associazioni
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutinePresente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ipertensione arteriosa essenziale
  • Leggi l'intera sezione del foglietto
    Posologia

    Adulti

    Olmegan è indicato in quei pazienti in cui la pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata dalla monoterapia con olmesartan medoxomil alla dose di 20 mg e non deve essere impiegato come terapia iniziale. Olmegan è somministrato una volta al giorno, a digiuno o a stomaco pieno.

    Quando clinicamente appropriato, può essere considerato il passaggio diretto dalla monoterapia con olmesartan medoxomil 20 mg all’associazione fissa, considerando che l’effetto antipertensivo di olmesartan medoxomil è massimo in circa 8 settimane dall’inizio della terapia (vedere paragrafo 5.1). Si raccomanda un aggiustamento della dose delle singole componenti.

    L’associazione di olmesartan medoxomil 20 mg e idroclorotiazide 12,5 mg può essere somministrata in quei pazienti in cui la pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata dalla monoterapia ottimale con olmesartan medoxomil 20 mg.

    L’associazione di olmesartan medoxomil 20 mg e idroclorotiazide 25 mg può essere somministrata in quei pazienti in cui la pressione arteriosa non sia adeguatamente controllata dalla terapia con l’associazione di olmesartan medoxomil 20 mg e idroclorotiazide 12,5 mg.

    Anziani (65 o più anni di età)

    Nei pazienti anziani è raccomandata la stessa posologia dell’associazione utilizzata negli adulti.

    Alterata funzionalità renale

    Quando si somministra Olmegan in pazienti con compromissione renale da lieve a moderata (clearance della creatinina compresa tra 30 e 60 ml/min) si suggerisce di controllare periodicamente la funzionalità renale (vedere paragrafo 4.4). Olmegan è controindicato in pazienti con compromissione della funzionalità renale di grado severo (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min) (vedere paragrafo 4.3).

    Alterata funzionalità epatica

    Olmegan deve essere usato con cautela nei pazienti con compromissione epatica da lieve a moderata (vedere paragrafi 4.4, 5.2). Nei pazienti con compromissione epatica moderata, la dose iniziale raccomandata di olmesartan medoxomil è di 10 mg una volta al giorno e la dose massima non deve superare i 20 mg una volta al giorno. Nei pazienti con compromissione epatica che assumono diuretici e/o altri medicinali antipertensivi si consiglia un attento monitoraggio della pressione arteriosa e della funzionalità renale. Non vi è esperienza dell’uso di olmesartan medoxomil in pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica. Olmegan non deve essere utilizzato in pazienti con grave compromissione della funzionalità epatica (vedere paragrafi 4.3, 5.2), colestasi e ostruzione biliare (vedere paragrafo 4.3).

    Popolazione pediatrica

    La sicurezza e l’efficacia di Olmegan nei bambini e adolescenti sotto i 18 anni di età non sono state stabilite. Non ci sono dati disponibili.

    Modo di somministrazione:

    La compressa deve essere deglutita con una sufficiente quantità di liquido (per esempio un bicchiere d’acqua). La compressa non deve essere masticata e deve essere assunta ogni giorno alla stessa ora.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità ai principi attivi
  • altre
  • idroclorotiazide
  • ipercalcemia
  • iponatremia
  • iperuricemia sintomatica
  • gravidanza
  • compromissione epatica
  • Leggi l'intera sezione del foglietto
    Interazioni
  • idroclorotiazide
  • litio
  • antagonisti dell’angiotensina
  • antipertensivo
  • antiinfiammatori non steroidei
  • acido acetilsalicilico
  • diuretici tiazidici
  • dopo
  • antipertensivi
  • ipotensivo
  • altri medicinali
  • barbiturici
  • antidepressivi
  • eparina
  • antiacidi
  • alluminio
  • magnesio
  • warfarin
  • digossina
  • lassativi
  • corticosteroidi
  • penicillina
  • acido salicilico
  • calcio
  • digitale
  • antiaritmici
  • chinidina
  • idrochinidina
  • disopiramide
  • amiodarone
  • sotalolo
  • antipsicotici
  • clorpromazina
  • pimozide
  • aloperidolo
  • droperidolo
  • cisapride
  • eritromicina
  • pentamidina
  • terfenadina
  • vincamina
  • tubocurarina
  • miorilassanti non depolarizzanti
  • anticolinergici
  • atropina
  • biperiden
  • antidiabetici
  • insulina
  • diuretico tiazidico
  • tolleranza al glucosio
  • metformina
  • beta bloccanti
  • noradrenalina
  • amine pressorie
  • probenecid
  • sulfinpirazone
  • allopurinolo
  • uricosurici
  • amantadina
  • ciclofosfamide
  • metotressato
  • salicilati
  • stati segnalati
  • metildopa
  • ciclosporina
  • tetracicline
  • interazione
  • doxiciclina
  • Leggi l'intera sezione del foglietto
    Avvertenze

    Deplezione del volume intravascolare:

    Nei pazienti con ipovolemia e/o deplezione di sodio causate da dosi elevate di diuretici, ridotto apporto sodico con la dieta, diarrea o vomito, può verificarsi ipotensione sintomatica, specialmente dopo la prima dose. Tali condizioni devono essere corrette prima di iniziare il trattamento con Olmegan.

    Altre condizioni legate alla stimolazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone:

    Nei pazienti il cui tono vascolare e la cui funzionalità renale dipendano principalmente dall’attività del sistema renina-angiotensina-aldosterone (ad esempio, pazienti con insufficienza cardiaca congestizia di grado severo o affetti da malattie renali, inclusa la stenosi dell’arteria renale), il trattamento con medicinali che intervengano su questo sistema è stato associato a ipotensione acuta, iperazotemia, oliguria o, in rari casi, insufficienza renale acuta.

    Ipertensione renovascolare:

    Nei pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale, o stenosi dell’arteria afferente al singolo rene funzionante, trattati con medicinali che intervengano sul sistema renina-angiotensina-aldosterone, esiste un rischio accentuato di ipotensione ed insufficienza renale di grado severo.

    Alterata funzionalità renale e trapianto renale:

    Olmegan non deve essere impiegato in pazienti con severa compromissione della funzionalità renale (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min) (vedere paragrafo 4.3). Non sono necessari aggiustamenti posologici in pazienti con compromissione della funzionalità renale da lieve a moderata (clearance della creatinina ≥ 30 ml/min e < 60 ml/min). Tuttavia, in questi pazienti Olmegan deve essere somministrato con cautela e si raccomanda di controllare periodicamente i livelli sierici di potassio, creatinina ed acido urico. Nei pazienti con compromissione della funzionalità renale può verificarsi iperazotemia associata all’uso dei diuretici tiazidici. Se si evidenzia una progressiva compromissione renale, è necessaria una attenta rivalutazione della terapia, prendendo in considerazione la sospensione del diuretico. Non esiste esperienza di somministrazione di Olmegan in pazienti sottoposti di recente a trapianto renale.

    Alterata funzionalità epatica:

    Non vi è al momento esperienza con olmesartan medoxomil in pazienti con compromissione grave della funzionalità epatica. Inoltre, lievi alterazioni del bilancio idro-elettrolitico durante la terapia con tiazidi possono indurre coma epatico in pazienti con alterata funzionalità epatica o epatopatia progressiva. Pertanto, si deve esercitare cautela in pazienti con compromissione della funzionalità epatica da lieve a moderata (vedere paragrafo 4.2). L’impiego di Olmegan è controindicato in pazienti con compromissione epatica severa, colestasi o ostruzione biliare (vedere paragrafi 4.3, 5.2).

    Stenosi della valvola aortica e mitrale, miocardiopatia ipertrofica ostruttiva:

    Come con gli altri vasodilatatori, si raccomanda particolare cautela nei pazienti affetti da stenosi della valvola aortica o mitrale o da miocardiopatia ipertrofica ostruttiva.

    Aldosteronismo primario:

    I pazienti con aldosteronismo primario non rispondono generalmente ai medicinali antipertensivi che agiscono mediante l’inibizione del sistema renina-angiotensina. Pertanto, l’uso di Olmegan non è raccomandato in questi pazienti.

    Effetti metabolici ed endocrini

    La terapia con tiazidi può alterare la tolleranza al glucosio. Nei pazienti diabetici possono essere richiesti aggiustamenti posologici dell’insulina o degli ipoglicemizzanti orali (vedere paragrafo 4.5). Un diabete mellito latente può diventare manifesto durante la terapia con tiazidi.

    L’aumento dei livelli di colesterolo e trigliceridi è un noto effetto indesiderato associato alla terapia con diuretici tiazidici. In alcuni pazienti che ricevono la terapia tiazidica può verificarsi iperuricemia o gotta.

    Squilibrio elettrolitico

    Come per tutti i pazienti in terapia con diuretici, vanno effettuate periodiche determinazioni degli elettroliti sierici ad intervalli appropriati.

    Le tiazidi, inclusa idroclorotiazide, possono causare squilibrio idrico o elettrolitico (incluse ipopotassiemia, iponatremia e alcalosi ipocloremica). Segni di allarme di squilibrio idrico o elettrolitico sono secchezza della mucosa orale, sete, debolezza, letargia, sopore, irrequietezza, dolore o crampi muscolari, stanchezza muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastrointestinali come nausea o vomito (vedere paragrafo 4.8).

    Il rischio di ipopotassiemia è maggiore in pazienti con cirrosi epatica, in pazienti con diuresi rapida, in pazienti che ricevano inadeguato apporto orale di elettroliti ed in pazienti che ricevano terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH (vedede paragrafo 4.5). Al contrario, a causa dell’antagonismo dei recettori dell’angiotensina II (AT-1) di olmesartan medoxomil contenuto in Olmegan, può intervenire iperpotassiemia, specialmente in presenza di compromissione della funzionalità renale e/o scompenso cardiaco e diabete mellito. Si raccomanda un adeguato controllo del potassio sierico nei pazienti a rischio. I diuretici risparmiatori di potassio, i supplementi di potassio o i sostituti del sale contenenti potassio e gli altri prodotti medicinali che possono indurre incremento dei livelli sierici del potassio (come l’eparina) devono essere somministrati con cautela in concomitanza all’assunzione di Olmegan (vedere paragrafo 4.5).

    Non vi è evidenza che olmesartan medoxomil riduca o prevenga l’iponatremia indotta da diuretici. Il deficit di cloruri è generalmente lieve e, di solito, non richiede trattamento.

    Le tiazidi possono ridurre l’escrezione urinaria del calcio e causare lieve ed intermittente incremento del calcio sierico in assenza di disturbi noti del metabolismo del calcio. Una ipercalcemia può essere una manifestazione di un iperparatiroidismo occulto. Le tiazidi devono essere sospese prima di effettuare un’analisi per la funzionalità paratiroidea.

    E’ stato dimostrato che le tiazidi aumentano l’escrezione urinaria di magnesio, con possibile ipomagnesemia.

    Nei pazienti edematosi, in corso di esposizione ad alte temperature atmosferiche può verificarsi iponatremia da diluizione.

    Litio:

    Come con altri medicinali contenenti antagonisti del recettore dell’angiotensina II e tiazidi in associazione, la somministrazione concomitante di litio ed Olmegan non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5).

    Differenze etniche:

    Come con tutti gli altri antagonisti dell’angiotensina II, l’effetto antipertensivo di olmesartan medoxomil è alquanto inferiore nei pazienti di etnia nera, probabilmente a causa della maggiore prevalenza di bassi livelli di renina nella popolazione ipertesa di etnia nera.

    Test antidoping:

    L’idroclorotiazide contenuta in questo medicinale può determinare positività di alcuni test antidoping.

    Gravidanza:

    La terapia con antagonisti dell’angiotensina II non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con antagonisti dell’angiotensina II. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con antagonisti dell’angiotensina II deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

    Altro:

    In presenza di arteriosclerosi generalizzata, e nei pazienti con cardiopatia ischemica o patologia cerebrovascolare ischemica vi è sempre il rischio che la riduzione eccessiva della pressione arteriosa possa causare infarto miocardico o ictus.

    Reazioni di ipersensibilità ad idroclorotiazide possono insorgere in pazienti con o senza anamnesi di allergia o asma bronchiale, ma sono più frequenti con tali riscontri anamnestici.

    E’ stata riportata esacerbazione o attivazione di lupus eritematoso sistemico con l’impiego di diuretici tiazidici.

    Questo medicinale contiene lattosio. I pazienti con rari problemi su base ereditaria di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp-lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

    Gravidanza

    Gravidanza (vedere paragrafo 4.3):

    A causa degli effetti in gravidanza dei principi attivi di questa associazione, l’uso di Olmegan non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso di Olmegan è controindicato durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    Olmesartan medoxomil

    L’uso degli antagonisti dell’angiotensina II non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso degli antagonisti dell’angiotensina II è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un lieve aumento del rischio. Sebbene non siano disponibili dati epidemiologici controllati sul rischio con antagonisti dell’angiotensina II, un simile rischio può esistere anche per questa classe di medicinali. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con antagonisti dell’angiotensina II. Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con antagonisti dell’angiotensina II deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.

    E’ noto che l’esposizione ad antagonisti dell’angiotensina II durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia). (vedere anche paragrafo 5.3).

    Se dovesse verificarsi esposizione ad antagonisti dell’angiotensina II dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.

    I neonati le cui madri abbiano assunto antagonisti dell’angiotensina II devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    Idroclorotiazide

    L’esperienza sull’uso di idroclorotiazide durante la gravidanza, specialmente durante il primo trimestre, è limitata. Gli studi condotti su animali sono insufficienti.

    L’idroclorotiazide attraversa la placenta. In base al meccanismo di azione farmacologico dell’idroclorotiazide, il suo uso durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza può compromettere la perfusione feto-placentare e causare effetti fetali e neonatali come ittero, disturbo dell’equilibrio elettrolitico e trombocitopenia.

    L’idroclorotiazide non deve essere impiegata nell’edema gestazionale, nell’ipertensione gravidica o preeclampsia a causa del rischio di deplezione del volume plasmatico e ipoperfusione placentare, senza effetti favorevoli sul decorso della malattia.

    L’idroclorotiazide non deve essere impiegata per l’ipertensione essenziale in donne incinte eccetto quelle rare situazioni in cui nessun altro trattamento possa essere usato.

    Allattamento

    Olmesartan medoxomil

    Poiché non sono disponibili dati riguardanti l’uso di Olmegan durante l’allattamento, l’uso di Olmegan non è raccomandato e si devono preferire terapie alternative con comprovato profilo di sicurezza per l’uso durante l’allattamento specialmente in caso di neonati o prematuri

    Idroclorotiazide

    L’idroclorotiazide è escreta nel latte umano in piccole quantità. Alti dosaggi di tiazidi, comportando intensa diuresi, possono inibire la produzione di latte. L’uso di Olmegan non è raccomandato durante l’allattamento. Se si usa Olmegan durante l’allattamento le dosi devono essere mantenute più basse possibile.

    Effetti Collaterali

    Le reazioni avverse più comunemente riportate in corso di trattamento con Olmegan sono la cefalea (2,9%), i capogiri (1,9%) e la stanchezza (1,0%).

    L’idroclorotiazide può causare o aggravare una deplezione di liquidi che può condurre a squilibrio elettrolitico (vedere paragrafo 4.4).

    In studi clinici cui hanno partecipato 1155 pazienti che hanno ricevuto l’associazione olmesartan medoxomil/idroclorotiazide a dosaggi di 20/12,5 mg o 20/25 mg e 466 pazienti che hanno ricevuto placebo per periodi fino a 21 mesi, la frequenza complessiva di reazioni avverse alla associazione olmesartan medoxomil/idroclorotiazide è stata simile a quella relativa al placebo. Anche le interruzioni del trattamento dovute a reazioni avverse sono state simili per olmesartan medoxomil/idroclorotiazide 20/12,5 mg - 20/25 mg (2%) e per placebo (3%). La frequenza di reazioni avverse nel gruppo olmesartan medoxomil/idroclorotiazide in totale rispetto al placebo non è sembrata essere correlata all’età (<65 anni verso ≥65 anni), al sesso o al gruppo etnico, benché la frequenza di capogiri sia stata lievemente superiore nei pazienti di età ≥ a 75 anni.

    Inoltre, la tollerabilità di Olmegan ad alte dosi è stata valutata in studi clinici condotti in 3709 pazienti che hanno ricevuto olmesartan medoxomil in associazione con idroclorotiazide alle dosi di 40 mg/12,5 mg e 40 mg/25 mg.

    Le reazioni avverse osservate con Olmegan negli studi clinici, negli studi di tollerabilità post-autorizzazione e le segnalazioni spontanee sono riportate nella tabella sottostante, così come le reazioni avverse indotte dai singoli componenti olmesartan medoxomil e idroclorotiazide basate sul profilo di tollerabilità di queste sostanze.

    Per classificare la frequenza delle reazioni avverse è stata impiegata la seguente terminologia:: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100 a <1/10); non comune (≥1/1.000 a <1/100); rara (≥1/10.000 a <1/1.000), molto rara (<1/10.000).

    Classe di Organi e Sistemi MeDRA Reazioni avverse Frequenza    
    Olmegan Olmesartan HCTZ
    Infezioni e infestazioni Scialoadeniti     Rara
    Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia aplastica     Rara
    Depressione midollare     Rara
    Anemia emolitica     Rara
    Leucopenia     Rara
    Neutropenia/ Agranulocitosi     Rara
    Trombocitopenia   Non comune Rara
    Disturbi del sistema immunitario Reazioni anafilattiche   Non comune Non comune
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione Anoressia     Non comune
    Glicosuria     Comune
    Ipercalcemia     Comune
    Ipercolesterolemia Non comune   Molto comune
    Iperglicemia     Comune
    Iperpotassemia   Rara  
    Ipertrigliceridemia Non comune Comune Molto comune
    Iperuricemia Non comune Comune Molto comune
    Ipocloremia     Comune
    Alcalosi ipocloremica     Molto rara
    Ipopotassemia     Comune
    Ipomagnesemia     Comune
    Iponatriemia     Comune
    Iperamilasemia     Comune
    Disturbi psichiatrici Apatia     Rara
    Depressione     Rara
    Irrequietezza     Rara
    Disturbi del sonno     Rara
    Patologie del sistema nervoso Stato confusionale     Comune
    Convulsioni     Rara
    Disturbi della coscienza (come perdita di coscienza) Rara    
    Capogiri/sensazione di testa vuota Comune Comune Comune
    Cefalea Comune Comune Rara
    Perdita di appetito     Non comune
    Parestesie     Rara
    Capogiri posturali Non comune    
    Sonnolenza Non comune    
    Sincope Non comune    
    Patologie dell’occhio Riduzione della lacrimazione     Rara
    Offuscamento transitorio della vista     Rara
    Peggioramento di miopia preesistente     Non comune
    Xantopsia     Rara
    Patologie dell’orecchio e del labirinto Vertigini Non comune Non comune Rara
    Patologie cardiache Angina pectoris   Non comune  
    Aritmie cardiache     Rara
    Palpitazioni Non comune    
    Patologie vascolari Embolia     Rara
    Ipotensione Non comune Rara  
    Angioite necrotizzante (vasculite, vasculite cutanea)     Rara
    Ipotensione ortostatica Non comune   Non comune
    Trombosi     Rara
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Bronchite   Comune  
    Tosse Non comune Comune  
    Dispnea     Rara
    Polmonite interstiziale     Rara
    Faringite   Comune  
    Edema polmonare     Rara
    Distress respiratorio     Non comune
    Rinite   Comune  
    Patologie gastrointestinali Dolore addominale Non comune Comune Comune
    Costipazione     Comune
    Diarrea Non comune Comune Comune
    Dispepsia Non comune Comune  
    Irritazione gastrica     Comune
    Gastroenterite   Comune  
    Meteorismo     Comune
    Nausea Non comune Comune Comune
    Pancreatite     Rara
    Ileo paralitico     Molto rara
    Vomito Non comune Non comune Comune
    Patologie epato-biliari Colecistite acuta     Rara
    Ittero (ittero colestatico intraepatico)     Rara
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Dermatite allergica   Non comune  
    Reazioni anafilattiche cutanee     Rara
    Edema angioneurotico Rara Rara  
    Reazioni cutanee simil-lupus eritematoso     Rara
    Eczema Non comune    
    Eritema     Non comune
    Esantema   Non comune  
    Reazioni di fotosensibilità     Non comune
    Prurito   Non comune Non comune
    Porpora     Non comune
    Rash Non comune Non comune Non comune
    Riesacerbazione di lupus eritematoso cutaneo     Rara
    Necrolisi epidermica tossica     Rara
    Orticaria Rara Non comune Non comune
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Artralgia Non comune    
    Artrite   Comune  
    Mal di schiena Non comune Comune  
    Spasmi muscolari Non comune Rara  
    Debolezza muscolare     Rara
    Mialgie Non comune Non comune  
    Dolore alle estremità Non comune    
    Paresi     Rara
    Dolori scheletrici   Comune  
    Patologie renali e urinarie Insufficienza renale acuta Rara Rara  
    Ematuria Non comune Comune  
    Nefrite interstiziale     Rara
    Insufficienza renale   Rara  
    Disfunzione renale     Rara
    Infezioni urinarie   Comune  
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Disfunzione erettile Non comune   Non comune
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia Comune Non comune  
    Dolore toracico Comune Comune  
    Edema facciale   Non comune  
    Stanchezza Comune Comune  
    Febbre     Rara
    Sintomi di tipo influenzale   Comune  
    Letargia   Rara  
    Malessere Rara Non comune  
    Dolore   Comune  
    Edema periferico Comune Comune  
    Debolezza Non comune    
    Esami diagnostici Iper alanina aminotransferasi Non comune    
    Iper aspartato aminotransferasi Non comune    
    Ipercalcemia Non comune    
    Ipercreatininemia Non comune Rara Comune
    Iper creatin fosfochinasemia   Comune  
    Iperglicemia Non comune    
    Riduzione dei valori di ematocrito Rara    
    Riduzione dei valori di emoglobina Rara    
    Iperlipidemia Non comune    
    Ipopotassiemia Non comune    
    Iperpotassiemia Non comune    
    Aumento dell’urea plasmatica Non comune Comune Comune
    Iperazotemia Rara    
    Iperuricemia Rara    
    Iper gamma glutamil transferasi Non comune    
    Aumento degli enzimi epatici   Comune  

    Sono stati riferiti casi singoli di rabdomiolisi in associazione temporale con l’assunzione di bloccanti del recettore dell’angiotensina II.

    Eccipienti

    Nucleo della compressa

    Cellulosa microcristallina

    Lattosio monoidrato

    Iprolosa a bassa sostituzione

    Iprolosa

    Magnesio stearato

    Rivestimento

    Talco

    Ipromellosa

    Titanio diossido (E 171)

    Ferro (III) ossido giallo (E 172)

    Ferro (III) ossido rosso (E 172)

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede alcuna speciale precauzione per la conservazione.