Olanzapina ang (Angenerico spa)

Compresse rivestite divisibili 28cpr riv 10mg

Principio attivo:Olanzapina
Gruppo terapeutico:Antipsicotici
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutinePresente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • schizofrenia
  • mania
  • episodi maniacali
  • disturbo bipolare
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    Posologia

    Adulti

    Schizofrenia: il dosaggio iniziale raccomandato di olanzapina è 10 mg al giorno.

    Episodi di mania: il dosaggio iniziale è 15 mg, da somministrarsi in dose singola giornaliera in monoterapia, o 10 mg al giorno nell’ambito di una terapia combinata (vedere paragrafo 5.1).

    Prevenzione della recidiva nel disturbo bipolare: il dosaggio iniziale raccomandato è 10 mg al giorno. Nei pazienti che stanno ricevendo olanzapina per il trattamento degli episodi maniacali, continuare la terapia al medesimo dosaggio per prevenire la recidiva della malattia. Se si verifica un nuovo episodio maniacale, depressivo o misto, il trattamento con olanzapina deve essere continuato (ottimizzando la dose in base alle necessità), con una terapia supplementare per il trattamento dei sintomi dell’umore, come clinicamente indicato.

    Durante il trattamento della schizofrenia, degli episodi di mania e della prevenzione della recidiva nel disturbo bipolare, in funzione della condizione clinica del singolo paziente, il dosaggio quotidiano può essere successivamente aggiustato entro intervalli di dose di 5-20 mg al giorno. L’incremento di dose rispetto a quella iniziale raccomandata è consigliato solo sulla base di un’adeguata valutazione clinica e deve generalmente essere effettuato a intervalli di tempo non inferiori alle 24 ore. Olanzapina può essere somministrata indipendentemente dai pasti, poiché il suo assorbimento non è influenzato dal cibo. Quando si sospende il trattamento con olanzapina è necessario prendere in considerazione una riduzione graduale della dose.

    Popolazione pediatrica

    Olanzapina non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti sotto i 18 anni d’età, a causa della mancanza di dati sulla sua sicurezza ed efficacia. Negli studi a breve termine condotti su pazienti adolescenti sono stati riportati un maggiore aumento del peso e maggiori alterazioni lipidiche e della prolattina rispetto agli studi condotti sui pazienti adulti (vedere i paragrafi 4.4, 4.8, 5.1 e 5.2).

    Anziani: in genere non è necessario adottare un dosaggio iniziale più basso (5 mg/die), ma nei pazienti di età pari o superiore ai 65 anni, esso deve essere preso in considerazione quando i fattori clinici lo richiedano (vedere anche paragrafo 4.4).

    Compromissione della funzionalità renale e/o epatica: in questi pazienti si deve prendere in considerazione un dosaggio iniziale più basso (5 mg). Nei casi di insufficienza epatica di entità moderata (cirrosi di classe A o B, secondo la classificazione di Child-Pugh), il dosaggio iniziale deve essere pari a 5 mg e gli incrementi devono essere effettuati con cautela.

    Sesso del paziente: in genere per le pazienti di sesso femminile, rispetto ai pazienti di sesso maschile, non è necessario apportare alcuna variazione al dosaggio iniziale né all’intervallo di dosaggio.

    Fumatori: in genere nei fumatori, rispetto ai non fumatori, non è necessario apportare alcuna variazione al dosaggio iniziale né all’intervallo di dosaggio.

    Quando è presente più di un fattore che induce un rallentamento del metabolismo (paziente di sesso femminile, età avanzata, non fumatore), è necessario considerare la possibilità di diminuire la dose iniziale. L’incremento di dose, quando indicato, deve essere effettuato con cautela in questo gruppo di pazienti (vedere anche paragrafi 4.5 e 5.2).

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti
  • glaucoma
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    Interazioni
  • interazione
  • olanzapina
  • fumo
  • carbamazepina
  • fluvoxamina
  • ciprofloxacina
  • dopo
  • antiacido
  • alluminio
  • magnesio
  • cimetidina
  • antidepressivo triciclico
  • teofillina
  • diazepam
  • litio
  • biperidene
  • alcool
  • noti
  • warfarin
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    Avvertenze

    Durante il trattamento antipsicotico il miglioramento della condizione clinica del paziente può richiedere da molti giorni ad alcune settimane. In questo periodo i pazienti devono essere strettamente controllati.

    Psicosi e/o disturbi comportamentali correlati a demenza

    Olanzapina non è autorizzata per il trattamento delle psicosi e/o disturbi comportamentali correlati a demenza e non è raccomandata per questo particolare gruppo di pazienti a causa di un aumento della mortalità e del rischio di eventi avversi cerebrovascolari. In studi clinici controllati con placebo (di durata 6-12 settimane) su pazienti anziani (età media 78 anni) con sintomatologia psicotica e/o disturbi comportamentali correlati alla demenza, c’è stato un aumento dell’incidenza di decessi di 2 volte superiore tra i pazienti in trattamento con olanzapina rispetto ai pazienti trattati con placebo (rispettivamente 3,5% vs 1,5%). La più alta incidenza di decessi non è risultata associata alla dose di olanzapina (dose giornaliera media di 4,4 mg) o alla durata del trattamento. I fattori di rischio che possono predisporre questa popolazione di pazienti ad un aumento di mortalità comprendono l’età superiore ai 65 anni, la disfagia, la sedazione, la malnutrizione, la disidratazione, le malattie polmonari (ad esempio polmonite anche ab ingestis) o l’uso concomitante di benzodiazepine. Comunque l’incidenza di decessi è stata più alta nei pazienti trattati con olanzapina rispetto ai pazienti trattati con placebo indipendentemente da questi fattori di rischio.

    Negli stessi studi clinici sono stati riportati eventi indesiderati cerebrovascolari (EACV, ad esempio ictus, attacco ischemico transitorio (TIA)), alcuni dei quali fatali. Nei pazienti trattati con olanzapina rispetto ai pazienti trattati con placebo è stato riscontrato un aumento di 3 volte superiore di EACV (rispettivamente 1,3% e 0,4%). Tutti i pazienti trattati con olanzapina e placebo che hanno presentato EACV avevano fattori di rischio preesistenti. L’età superiore ai 75 anni e la demenza vascolare/mista sono stati identificati come fattori di rischio per la comparsa di EACV in corso di trattamento con olanzapina. L’efficacia di olanzapina non è stata stabilita in questi studi.

    Malattia di Parkinson

    Nei pazienti con malattia di Parkinson, non è raccomandato l’uso di olanzapina nel trattamento della psicosi indotta da agonisti della dopamina. Durante gli studi clinici, il peggioramento della sintomatologia parkinsoniana e le allucinazioni sono state riferite più comunemente e più frequentemente con olanzapina che con placebo (vedere il paragrafo 4.8), inoltre l’ olanzapina non è stata più efficace del placebo nel trattamento dei sintomi psicotici. In questi studi, era richiesto che in fase iniziale i pazienti fossero mantenuti stabili con la più bassa dose efficace di medicinali anti-Parkinson (agonisti della dopamina) e che questo trattamento anti-Parkinson rimanesse lo stesso per medicinali e dosaggi impiegati per tutta la durata dello studio. Olanzapina era somministrata inizialmente a dosi di 2,5 mg/die con un aumento graduale della dose fino ad un massimo di 15 mg/die in base al giudizio del medico.

    Sindrome Maligna da Neurolettici (SMN)

    La SMN è una condizione potenzialmente a rischio di vita associata al trattamento antipsicotico. Rari casi, riferiti come SMN, sono stati segnalati anche con l’impiego di olanzapina. Le manifestazioni cliniche della SMN sono iperpiressia, rigidità muscolare, alterazione dello stato mentale ed instabilità del sistema nervoso autonomo (irregolarità del polso o della pressione sanguigna, tachicardia, diaforesi e aritmia cardiaca). Ulteriori manifestazioni possono comprendere un aumento della creatininfosfochinasi, mioglobinuria (rabdomiolisi) ed insufficienza renale acuta. Se un paziente presenta segni e sintomi indicativi di una SMN, o presenta un’inspiegabile febbre elevata senza altre manifestazioni cliniche della SMN, tutti i medicinali antipsicotici, olanzapina inclusa, devono essere interrotti.

    Iperglicemia e diabete

    Raramente sono stati riportati iperglicemia e/o sviluppo o esacerbazione di un diabete occasionalmente associato a chetoacidosi o coma, includendo qualche caso fatale (vedere il paragrafo 4.8). Sono stati descritti alcuni casi in cui un precedente aumento della massa corporea poteva costituire un fattore predisponente. E’ suggerito un monitoraggio clinico appropriato in accordo con le linee guida utilizzate per gli antipsicotici, ad esempio la misurazione della glicemia al basale, dopo 12 settimane dall’inizio del trattamento con olanzapina e, successivamente, annualmente. I pazienti trattati con un qualsiasi antipsicotico, compreso Olanzapina Angenerico, devono essere controllati per verificare l’insorgenza di segni e sintomi di iperglicemia (come polidipsia, poliuria, polifagia e debolezza) e i pazienti con diabete mellito e con fattori di rischio per il diabete mellito devono essere monitorati regolarmente per verificare il peggioramento del controllo glicemico. Il peso deve essere regolarmente monitorato, ad esempio al basale, 4, 8 e 12 settimane dall’inizio del trattamento con olanzapina e, successivamente, ogni tre mesi.

    Alterazioni dei lipidi

    Durante studi clinici controllati con placebo nei pazienti trattati con olanzapina sono state osservate alterazioni indesiderate dei lipidi (vedere il paragrafo 4.8). Le alterazioni dei lipidi devono essere trattate in maniera clinicamente appropriata, particolarmente nei pazienti dislipidemici e nei pazienti con fattori di rischio per lo sviluppo di malattie causate da lipidi. In pazienti trattati con un qualsiasi antipsicotico, compreso Olanzapina Angenerico, devono essere monitorati regolarmente per i valori lipidici in accordo con le linee guida utilizzate per gli antipsicotici, ad esempio al basale, dopo 12 settimane dall’inizio del trattamento con olanzapina e, successivamente, ogni 5 anni.

    Attività anticolinergica

    Anche se olanzapina ha dimostrato attività anticolinergica in vitro, l’esperienza durante studi clinici ha rivelato una bassa incidenza di effetti ad essa correlati. Tuttavia, in considerazione della scarsa esperienza clinica con olanzapina in pazienti con malattie concomitanti, si consiglia cautela nella prescrizione a pazienti con ipertrofia prostatica, ileo paralitico e condizioni correlate.

    Funzionalità epatica

    Frequentemente sono stati osservati aumenti transitori e asintomatici delle aminotransferasi epatiche (ALT) ed daspartato transferasi (AST), specie nelle fasi iniziali del trattamento.. Si consigliano cautela e controlli periodici in pazienti con ALT e/o AST elevate, in pazienti con segni e sintomi di insufficienza epatica, in pazienti con preesistenti situazioni associate a una limitata riserva funzionale epatica, così come nei casi di trattamento concomitante con medicinali potenzialmente epatotossici. Nei casi in cui sia stata emessa diagnosi di epatite (intesa come danno epatocellulare, colestatico, o di entrambi), il trattamento con olanzapina deve essere sospeso.

    Neutropenia

    Si consiglia nei pazienti con leucopenia e/o neutropenia di qualsiasi origine, nei pazienti che assumono medicinali notoriamente in grado di causare neutropenia, nei pazienti con anamnesi di mielotossicità/mielodepressione su base iatrogena, nei pazienti con mielodepressione dovuta ad una malattia concomitante, a radioterapia od a chemioterapia, e infine nei pazienti con situazioni di ipereosinofilia o con malattia mieloproliferativa. La neutropenia è stata riportata frequentemente quando olanzapina e valproato sono somministrati contemporaneamente (vedere il paragrafo 4.8).

    Interruzione del trattamento

    Quando olanzapina è interrotta bruscamente, sono stati riportati molto raramente (<0,01%) sintomi acuti come sudorazione, insonnia, tremori, ansia, nausea o vomito.

    Intervallo QT

    Negli studi clinici, in pazienti trattati con olanzapina i prolungamenti clinicamente significativi dell’intervallo QT corretto (intervallo QT corretto secondo Fridericia- [QTcF] ≥500 millisecondi [msec] in qualsiasi momento dopo la misurazione del valore basale in pazienti con valore basale di QTcF <500 msec) sono risultati infrequenti (0,1%-1%), senza differenze importanti negli eventi cardiaci associati rispetto ai controlli con placebo. Comunque, come per altri antipsicotici, si consiglia cautela quando olanzapina viene prescritta insieme a medicinali notoriamente in grado di determinare un prolungamento dell’intervallo QT corretto, specie nel soggetto anziano, nei pazienti con sindrome congenita del QT lungo, insufficienza cardiaca congestizia, ipertrofia cardiaca, ipopotassiemia o ipomagnesemia.

    Tromboembolismo

    Non comunemente i (≥0,1% e <1%) è stata riportata un’associazione temporale del trattamento con olanzapina e il tromboembolismo venoso.. Non è stata stabilita una relazione causale tra il verificarsi del tromboembolismo venoso e il trattamento con olanzapina. Comunque, dal momento che pazienti con schizofrenia si presentano spesso con fattori di rischio acquisiti per il tromboembolismo venoso (VTE), devono essere identificati tutti i fattori di rischio possibili del VTE, come, ad esempio, l’immobilizzazione dei pazienti, e adottate misure preventive.

    Attività generale sul Sistema Nervoso Centrale (SNC)

    A causa degli effetti primari di olanzapina sul SNC, si raccomanda cautela quando il medicinale viene assunto contemporaneamente ad alcool e ad altri medicinali ad azione centrale. Poiché olanzapina dimostra di possedere in vitro un’attività dopamino-antagonistaquesto medicinale può antagonizzare gli effetti di agonisti dopaminergici diretti e indiretti.

    Convulsioni

    Olanzapina deve essere usata con cautela in pazienti con anamnesi di convulsioni o che sono soggetti a fattori che possono abbassare la soglia epilettica. In questi pazienti, trattati con olanzapina, la comparsa di lcrisi epilettiche è stata riscontrata raramente. Nella maggioranza di questi casi, le crisi epilettiche o i fattori di rischio per la comparsa di epilessia erano descritti nell’anamnesi.

    Discinesia tardiva

    Negli studi di confronto della durata di un anno o meno, il trattamento con olanzapina ha determinato un’incidenza minore inferiore, statisticamente significativa,di discinesie tardive indotte dal trattamento. Comunque, il rischio di discinesia tardiva aumenta con il trattamento a lungo termine; pertanto se i segni o i sintomi della discinesia tardiva si manifestano in un paziente in trattamento con olanzapina, si deve prendere in considerazione una riduzione del dosaggio o la sospensione del medicinale. Tali manifestazioni sintomatologiche possono temporaneamente peggiorare o addirittura insorgere dopo la sospensione del trattamento.

    Ipotensione posturale

    In studi clinici con olanzapina effettuati su pazienti anziani trattati è stata talvolta osservata ipotensione posturale. Come per altri antipsicotici, si raccomanda di controllare periodicamente la pressione sanguigna in pazienti di oltre 65 anni di età.

    Morte cardiaca improvvisa

    Nelle segnalazioni postmarketing, in pazienti trattati con olanzapina è stato riportato l’evento di morte cardiaca improvvisa. In uno studio osservazionale retrospettivo di coorte, nei pazienti trattati con olanzapina il rischio di morte cardiaca improvvisa presunta è stato circa 2 volte quello riscontrato nei pazienti non in trattamento con antipsicotici. Nello studio, il rischio con olanzapina è stato paragonabile al rischio valutato in un’analisi che raggruppava gli antipsicotici atipici.

    Popolazione pediatrica

    L’uso di olanzapina non è indicato nel trattamento di bambini e adolescenti. Studi effettuati su pazienti di età compresa fra 13 e 17 anni hanno mostrato la comparsa di varie reazioni avverse, incluso aumento di peso, alterazioni dei parametri metabolici ed aumento dei livelli di prolattina. I risultati nel lungo termine associati con questi eventi non sono stati studiati e restano sconosciuti (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).

    Lattosio

    Olanzapina Angenerico compresse rivestite con film contiene lattosio, pertanto i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp-lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Non esistono studi adeguati e ben controllati sulle donne durante la gravidanza. Le pazienti devono essere informate di avvisare il proprio medico nel caso di gravidanza in atto o programmata in corso di trattamento con olanzapina. Tuttavia, poiché l’esperienza nell’uomo è limitata, olanzapina deve essere usata in gravidanza solo se i benefici previsti giustificano il rischio potenziale per il feto.

    I neonati esposti agli antipsicotici (incluso Olanzapina Angenerico) durante il terzo trimestre di gravidanza sono a rischio di effetti indesiderati inclusi sintomi extrapiramidali o di astinenza che possono variare per gravità e durata dopo la nascita. Ci sono state segnalazioni di agitazione, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, stress respiratorio o disturbo della nutrizione. Pertanto i neonati dovrebbero essere attentamente monitorati.

    Allattamento

    Da uno studio condotto su donne sane durante il periodo di allattamento, l’olanzapina veniva escreta nel latte materno. In condizioni di stadio stazionario l’esposizione media del lattante (mg/kg) è stata valutata all’1,8% della dose materna di olanzapina (mg/kg). Le pazienti devono essere avvisate di non allattare al seno durante la terapia con l’olanzapina.

    Effetti Collaterali

    Adulti

    Nel corso degli studi clinici le reazioni avverse, associate con l’uso di olanzapina più frequentemente riportate (osservate in ≥ 1% dei pazienti) sono state: sonnolenza, aumento di peso, eosinofilia, aumentati livelli di prolattina, colesterolo, glucosio e trigliceridi (vedere paragrafo 4.4), glicosuria, aumento dell’appetito, capogiro, acatisia, parkinsonismo (vedere paragrafo 4.4), discinesia, ipotensione ortostatica, effetti anticolinergici, aumenti transitori ed asintomatici delle aminotransferasi epatiche (vedere paragrafo 4.4), eruzione cutanea, astenia, affaticamento ed edema.

    La seguente tabella elenca le reazioni avverse e gli esami di laboratorio osservati a seguito di segnalazioni spontanee e durante gli studi clinici. Per ciascun gruppo di frequenza le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di gravità. I parametri di frequenza elencati sono definiti nella seguente maniera:

    molto comune (≥1/10),

    comune (≥1/100 a <1/10),

    non comune (≥1/1000 a ≤1/100),

    raro (≥1/10.000 a ≤1/1000),

    molto raro (≤1/10.000),

    non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

    Molto comune Comune Non comune Frequenza non nota
    Patologie del sistema emolinfopoietico
      Eosinofilia Leucopenia, neutropenia Trombocitopenia
    Disturbi del sistema immunitario
          Reazione allergica
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
    Aumento di peso¹ Aumentati livelli di colesterolo,2,3 aumentati livelli di glucosio,4 aumentati livelli dei trigliceridi,2,5 glicosuria, aumento dell’appetito   Sviluppo o esacerbazione del diabete occasionalmente associato con chetoacidosi o coma, includendo qualche caso fatale (vedere paragrafo 4.4), ipotermia
    Patologie del sistema nervoso
    Sonnolenza Capogiri, acatisia,6 parkinsonismo,6 discinesia6   Crisi epilettiche in cui nella maggior parte dei casi venivano segnalati una storia di crisi epilettiche o la presenza di fattori di rischio per la comparsa di crisi epilettiche, sindrome maligna da neurolettici (vedere paragrafo 4.4), distonia (inclusa la crisi oculogira), discinesia tardiva, sintomi da sospensione7
    Patologie cardiache
        Bradicardia, prolungamento dell’intervallo QTc (vedere paragrafo 4.4) Tachicardia/fibrillazione ventricolare, morte improvvisa (vedere paragrafo 4.4)
    Patologie vascolari
      Ipotensione ortostatica Tromboembolismo (comprendente l’embolia polmonare e la trombosi venosa profonda) (vedere paragrafo 4.4)  
    Patologie gastrointestinali
      Lievi, transitori effetti anticolinergici comprendenti costipazione e bocca secca   Pancreatite
    Patologie epatobiliari
      Aumenti transitori ed asintomatici delle aminotransferasi epatiche (ALT, AST), specie nelle fasi inziali del trattamento (vedere paragrafo 4.4)   Epatite (intesa come danno epatocellulare, colestatico, o di entrambi)
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
      Eruzione cutanea Reazione di fotosensibilità, alopecia  
    Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connettivo
          Rabdomiolisi
    Patologie renali e urinarie
        Incontinenza urinaria Difficoltà ad iniziare la minzione
    Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali
          Sindrome da astinenza neonatale (vedere paragrafo 4.6)
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
          Priapismo
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
      Astenia, affaticamento, edema    
    Esami diagnostici
    Aumentati livelli di prolattinemia8   Aumento della creatinfosfochinasi, aumento della bilirubina totale Aumento della fosfatasi alcalina

    ¹Aumento di peso clinicamente significativo è stato osservato in tutte le categorie di Body Mass Index (BMI) presenti al basale. Dopo un trattamento a breve termine (durata media di 47 giorni), un aumento del peso corporeo ≥ 7 % rispetto al basale è stato molto comune (22,2 %), un aumento del peso corporeo ≥ 15 % rispetto al basale è stato comune (4,2 %) e un aumento del peso corporeo ≥ 25 % rispetto al basale è stato non comune (0,8 %). Con l’esposizione a lungo termine (almeno 48 settimane) i pazienti il cui peso corporeo era aumentato di un valore ≥ 7 %, ≥ 15 % e ≥ 25% rispetto al basale sono stati molto comuni (rispettivamente 64,4 %, 31,7 % e 12,3 %).

    ²Incrementi medi nei valori lipidici a digiuno (colesterolo totale, colesterolo LDL e trigliceridi) sono stati maggiori nei pazienti che non mostravano evidenze di alterazioni lipidiche al basale.

    ³Osservato per valori normali a digiuno al basale (<5,17 mmol/1) che diventavano elevati (≥ 6,2 mmol/1). Sono stati molto comuni i cambiamenti nei livelli di colesterolemia a digiuno da borderline al basale (≥ 5,17 - <6,2 mmol/l) ad elevati (≥ 6,2 mmol/l).

    4Osservato per valori normali a digiuno al basale (<5,56 mmol / 1) che diventavano elevati (≥ 7 mmol/1). Sono stati molto comuni i cambiamenti nei livelli di glicemia a digiuno da borderline al basale (≥ 5,56 - <7 mmol/1) ad elevati (≥ 7 mmol/1).

    5Osservato per valori normali a digiuno al basale (<1,69 mmol / 1) che diventavano elevati (≥ 2,26 mmol/1). Sono stati molto comuni i cambiamenti nei livelli dei trigliceridi a digiuno da borderline al basale (≥ 1,69 mmol/1 - <2,26 mmol/1) ad elevati (≥ 2,26 mmol/1).

    6In studi clinici, l’incidenza di Parkinsonismo e distonia nei pazienti trattati con olanzapina è stata numericamente più alta, ma non significativamente diversa da un punto di vista statistico nei confronti del placebo. I pazienti trattati con olanzapina hanno presentato un’incidenza più bassa di Parkinsonismo, acatisia e distonia rispetto ai pazienti trattati con dosi frazionate di aloperidolo. In mancanza di dettagliate informazioni relative alla presenza di disturbi del movimento acuti e tardivi di natura extrapiramidale, al momento non è possibile concludere che olanzapina determini una minore comparsa di discinesia tardiva e / o di altre sindromi extrapiramidali ad insorgenza tardiva.

    7Quando olanzapina è stata interrotta bruscamente sono stati riportati sintomi acuti come sudorazione, insonnia, tremori, ansia, nausea e vomito.

    8In studi clinici fino a 12 settimane, le concentrazioni plasmatiche di prolattina hanno oltrepassato il limite superiore del range normale in circa il 30% dei pazienti trattati con olanzapina che presentavano valori normali di prolattina al basale. Nella maggior parte di questi pazienti gli aumenti sono stati generalmente lievi, e sono rimasti 2 volte al di sotto del limite superiore del range normale. In genere nei pazienti trattati con olanzapina, le manifestazioni cliniche potenzialmente associate e correlate alla mammella e al ciclo mestruale (per esempio amenorrea, ingrossamento della ghiandola mammaria, galattorrea nelle femmine, e ginecomastia /ingrossamento della ghiandola mammaria nei maschi) sono state non comuni. Le reazioni avverse potenzialmente associate e correlate alla funzione sessuale (per esempio la disfunzione erettile nei maschi e la diminuzione della libido in entrambi i sessi) sono state comunemente osservate.

    Esposizione a lungo termine (almeno 48 settimane)

    La percentuale dei pazienti che avevano variazioni avverse clinicamente significative nell’aumento di peso, del glucosio, di colesterolo totale / LDL / HDL o di trigliceridi aumentava col tempo. Nei pazienti adulti che avevano completato 9-12 mesi di terapia, la percentuale di aumento della glicemia media si riduceva dopo circa 6 mesi.

    Informazioni aggiuntive su popolazioni speciali

    In studi clinici su pazienti anziani con demenza, il trattamento con olanzapina è stato associato con una più alta incidenza di decessi e di reazioni avverse cerebrovascolari rispetto al placebo (vedere anche paragrafo 4.4). In questo gruppo di pazienti reazioni avverse molto comuni associate con l’uso di olanzapina sono state i disturbi della deambulazione e le cadute. Comunemente sono stati osservati polmonite, aumento della temperatura corporea, letargia, eritema, allucinazioni visive ed incontinenza urinaria.

    In studi clinici su pazienti con psicosi iatrogena (agonisti della dopamina) associata a malattia di Parkinson, il peggioramento della sintomatologia parkinsoniana e le allucinazioni sono state riferite molto comunemente e con maggiore frequenza che con placebo.

    In uno studio clinico in pazienti con mania bipolare, la terapia combinata di valproato e olanzapina ha determinato un’incidenza di neutropenia del 4,1%, gli elevati livelli plasmatici di valproato potrebbero essere un potenziale fattore contribuente. Olanzapina somministrata con litio o valproato ha dato luogo ad un’aumentata incidenza (≥ 10%) di tremore, secchezza della bocca, aumento dell’appetito e aumento di peso. Frequentemente è stato riportato anche disturbo del linguaggio. Durante il trattamento con olanzapina in associazione a litio o valproato, in caso di trattamento acuto (fino a 6 settimane) si è verificato un aumento ≥ 7% del peso corporeo iniziale nel 17,4% dei pazienti. Nei pazienti con disturbo bipolare il trattamento a lungo termine con olanzapina (fino a 12 mesi) per la prevenzione di nuovi episodi di malattia è stato associato ad un aumento ≥ 7% del peso corporeo iniziale nel 39,9% dei pazienti.

    Popolazione pediatrica

    Olanzapina non è indicato nel trattamento di bambini e adolescenti sotto i 18 anni di età. Sebbene non sono stati effettuati studi clinici progettati per confrontare gli adolescenti con gli adulti, i dati ottenuti dagli studi su soggetti adolescenti sono stati confrontati con quelli ottenuti da studi sull’adulto.

    Il seguente elenco riassume le reazioni avverse segnalate con maggiore frequenza nei pazienti adolescenti (di età compresa tra 13 e 17 anni) rispetto ai pazienti adulti o reazioni avverse identificate esclusivamente durante studi clinici a breve termine su pazienti adolescenti. Un aumento di peso clinicamente significativo (≥ 7%) sembra verificarsi più comunemente nella popolazione adolescente rispetto agli adulti per esposizioni simili. L’entità dell’aumento di peso e la percentuale di pazienti adolescenti che presentavano un aumento di peso clinicamente significativo sono risultati maggiori nell’esposizione a lungo termine (almeno 24 settimane) che in quella a breve termine.

    Per ciascun gruppo di frequenza, le reazioni avverse sono riportate in ordine decrescente di gravità. I parametri di frequenza elencati sono definiti nella seguente maniera: molto comune (≥ 1/10), comune (≥ 1/100 e < 1/10).

    Disturbi del metabolismo e della nutrizione

    Molto comune: aumento di peso9, aumentati livelli di trigliceridi10, aumento dell’appetito.

    Comuni: aumentati livelli di colesterolo11

    Patologie del sistema nervoso

    Molto comune: sedazione (che comprende: ipersonnia, letargia, sonnolenza).

    Patologie gastrointestinali

    Comune: secchezza delle bocca

    Patologie epatobiliari

    Molto comune: aumenti delle aminotransferasi epatiche (ALT / AST; vedere paragrafo 4.4).

    Esami diagnostici

    Molto comune: riduzione della bilirubina totale, aumento della GGT, aumentati livelli di prolattinemia12

    9Dopo un trattamento a breve termine (durata media di 22 giorni), un aumento del peso corporeo (kg) ≥ 7 % rispetto al basale è stato molto comune (40,6 %), un aumento del peso corporeo ≥ 15 % rispetto al basale è stato comune (7,1 %) e un aumento del peso corporeo ≥ 25 % rispetto al basale è stato comune (2,5 %). Con un’esposizione a lungo termine (almeno 24 settimane), il peso corporeo rispetto al basale era aumentato di un valore ≥ 7 % nell’89,4 % dei pazienti, di un valore ≥ 15 % nel 55,3 % dei pazienti e di un valore ≥ 25 % nel 29,1 % dei pazienti.

    10Osservato per valori normali a digiuno al basale (<1,016 mmol / 1) che diventavano elevati (≥ 1,467 mmol / 1) e variazioni nei livelli dei trigliceridi a digiuno da borderline al basale (≥ 1,016 mmol / 1 - <1,467 mmol / 1) ad elevati (≥ 1,467 mmol / 1).

    11Variazioni nei livelli di colesterolo totale a digiuno dal normale al basale (<4,39 mmol / 1) ad elevati (≥ 5,17 mmol / 1) sono stati osservati comunemente. Variazioni dei livelli di colesterolo totale a digiuno da borderline al basale (≥ 4,39 - <5,17 mmol / 1) ad elevati (≥ 5,17 mmol / 1) sono stati molto comuni.

    12Aumentati livelli di prolattinemia sono stati riportati nel 47,4% dei pazienti adolescenti.

    Eccipienti

    Nucleo della compressa

    Lattosio monoidrato

    Idrossipropilcellulosa

    Crospovidone

    Cellulosa microcristallina

    Magnesio stearato

    Rivestimento della compressa

    Alcol polivinilico

    Macrogol 3350

    Titanio diossido (E171)

    Talco

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.