Nozinan (Sanofi spa)

Compresse rivestite 20cpr riv 100mg

Principio attivo:Levomepromazina maleato
Gruppo terapeutico:Antipsicotici
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • schizofrenie
  • stati paranoidi
  • mania
  • psicosi tossiche
  • vomito
  • singhiozzo incoercibile
  • dolori intensi
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    Posologia

    La posologia varia a seconda delle indicazioni e degli obiettivi che si vogliono raggiungere; in generale è consigliabile iniziare il trattamento con dosi basse e raggiungere gradualmente la posologia ottimale. La dose giornaliera iniziale consigliata è di 25 mg sino a tre volte al giorno, da aumentare gradualmente e secondo giudizio clinico sino ad un massimo di 300 mg al giorno. Dosaggi più elevati possono essere prescritti solo in casi eccezionali e per brevi periodi di tempo e sotto stretto controllo medico.

    Nel trattamento di pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita dal medico che dovrà valutare un’eventuale riduzione dei dosaggi sopraindicati e applicare una attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio in questa popolazione di pazienti.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
  • stati comatosi
  • barbiturici
  • oppiacei
  • danno cerebrale sottocorticale
  • gravi stati di depressione
  • discrasie ematiche
  • affezioni epatiche e renali
  • infanzia
  • miastenia
  • epilessia
  • gravidanza
  • allattamento
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    Interazioni
  • altri psicofarmaci
  • interazione
  • neurolettici
  • farmaci che determinano alterazioni degli elettroliti
  • fenotiazine
  • barbiturici
  • ansiolitici
  • ipnotici
  • anestetici
  • antistaminici
  • analgesici oppiacei
  • noto
  • induttori enzimatici
  • litio
  • antiipertensivi
  • ipotensivo
  • guanetidina
  • anticolinergici
  • antipsicotica
  • fenilbutazone
  • fenotiazina
  • alcool
  • antiacidi
  • amilasi
  • urobilinogeno
  • uroporfirine
  • porfobilinogeni
  • acido 5–idrossi–indolacetico
  • stati segnalati
  • gravidanza
  • ipoglicemizzanti orali
  • insulina
  • antiaritmici
  • antidepressivi triciclici
  • antimuscarinici
  • deferossamina
  • proclorperazina
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    Avvertenze

    Speciale attenzione richiede l’impiego di tale sostanza nei bambini soprattutto durante una malattia infettiva o in caso di intervento chirurgico o di vaccinazione, in quanto in tali condizioni è stata riscontrata una più elevata incidenza di reazioni extrapiramidali.

    L’effetto antiemetico dei fenotiazinici può mascherare i segni d’iperdosaggio di altri farmaci o può rendere più difficile la diagnosi di concomitanti affezioni specie del tratto digerente o del SNC come l’ostruzione intestinale, i tumori cerebrali, la sindrome di Reye. Per questo motivo tali sostanze debbono essere usate con prudenza in associazione ad antiblastici che a dosi tossiche possono provocare vomito.

    Poiché il rischio di discinesie persistenti tardive è stato correlato con la durata della terapia, il trattamento cronico con neurolettici deve essere riservato a quei pazienti con affezioni che rispondano al farmaco e per i quali non è possibile una appropriata terapia alternativa. Le dosi e la durata del trattamento dovrebbero essere quelle minime per ottenere una soddisfacente risposta clinica. Se compaiono segni o sintomi della discinesia tardiva (vedere paragrafo 4.8) nel corso della terapia sospendere la somministrazione.

    In generale le fenotiazine non producono dipendenza psichica. Tuttavia, a seguito di brusca interruzione, possono comparire nausea, vomito, vertigini, tremori, irrequietezza motoria. Speciale attenzione va posta ai pazienti con depressione psichica ovvero durante la fase maniacale delle psicosi cicliche per la possibilità di un rapido cambiamento del tono dell’umore verso la depressione.

    In corso di trattamento con farmaci antipsicotici è stato riportato un complesso di sintomi, potenzialmente fatale, denominato Sindrome Neurolettica Maligna. Manifestazioni cliniche di tale sindrome sono: iperpiressia, rigidità muscolare, acinesia, disturbi vegetativi (irregolarità del polso e della pressione arteriosa, sudorazione, tachicardia, aritmie); alterazioni dello stato di coscienza che possono progredire fino allo stupore e al coma. Il trattamento della SNM consiste nel sospendere immediatamente la somministrazione dei farmaci antipsicotici e di altri farmaci non essenziali e nell’istituire una terapia sintomatica intensiva (particolare cura deve essere posta nel ridurre l’ipertermia e nel correggere la disidratazione). Qualora venisse ritenuta indispensabile la ripresa del trattamento con antipsicotici, il paziente deve essere attentamente monitorato.

    In corso di terapia si informi il proprio medico nel caso si accerti uno stato di gravidanza; occorre altresì consultarlo qualora si desideri procedere all’allattamento materno o si voglia iniziare una gravidanza. Nelle pazienti che allattano, occorre decidere se rinunciare a nutrire al seno il lattante ed iniziare il trattamento o viceversa, proseguire l’allattamento evitando la somministrazione del medicinale.

    Come per tutti i neurolettici i pazienti trattati con Levomepromazina devono essere tenuti sotto diretto controllo medico.

    Per le sue proprietà farmacologiche il prodotto deve essere usato con particolare cautela negli anziani, nei soggetti portatori di affezioni cardiovascolari, malattie polmonari acute e croniche, glaucoma, ipertrofia prostatica, altre malattie stenosanti dell’apparato digerente d urinario e Morbo di Parkinson. In caso di ipotensione, non utilizzare adrenalina, che può determinare un ulteriore abbassamento della pressione arteriosa.

    Dosi protratte nel tempo determinano un aumento del livello plasmatico della prolattina con possibili effetti sugli organi bersaglio. I prodotti contenenti fenotiazine debbono pertanto essere usati con le opportune attenzioni nelle donne con neoplasie mammarie. Durante la terapia, specie se prolungata o ad alte dosi, bisogna tenere sempre presente l’evenienza di effetti collaterali a carico del SNC, del fegato, del midollo osseo, dell’occhio e dell’apparato cardiovascolare ed è quindi necessario eseguire periodici controlli clinici e di laboratorio.

    In particolare, dal momento che con i derivati fenotiazinici sono state descritte alterazioni della crasi ematica è consigliabile durante la terapia cronica con NOZINAN eseguire periodicamente un esame emocromocitometrico, così come sono opportuni ripetuti controlli della funzione renale ed epatica.

    I pazienti trattati con alte dosi di Levomepromazina e che devono essere sottoposti ad interventi operatori, abbisognano di dosaggi inferiori di anestetici e di farmaci depressori del sistema nervoso centrale.

    Rischio di ipotensione posturale in particolare nei soggetti sopra i 50 anni.

    Gli effetti sulla crasi ematica debbono essere particolarmente seguiti tra la quarta e la dodicesima settimana. L’esordio di una discrasia può essere tuttavia improvviso e quindi la comparsa di manifestazioni infiammatorie a carico della bocca e delle prime vie aeree deve essere seguita immediatamente da opportuni controlli ematologici.

    Le fenotiazine aumentano lo stato di rigidità muscolare in individui affetti da morbo di Parkinson o forme simili o da altri disturbi motori; esse possono inoltre abbassare la soglia convulsiva e facilitare la comparsa di crisi epilettiche. La levomepromazina può abbassare la soglia epilettica (vedere paragrafo 4.8) e deve essere utilizzata con cautela nei pazienti epilettici. La terapia deve essere interrotta qualora si verificassero crisi epilettiche. I pazienti in trattamento con fenotiazine debbono evitare l’eccessiva esposizione alla luce solare, ricorrendo, se necessario, all’uso di speciali creme protettive. Usare con cautela in soggetti esposti a temperature particolarmente alte o basse in quanto le fenotiazine possono compromettere gli ordinari meccanismi di termoregolazione.

    Usare con cautela nei pazienti con malattie cardiovascolari o con una storia famigliare di prolungamento del QT.

    Evitare una terapia concomitante con altri neurolettici.

    Le fenotiazine neurolettiche possono potenziare il prolungamento dell’intervallo QT aumentando così il rischio di comparsa di aritmie ventricolari gravi del tipo torsione di punta, situazione potenzialmente fatale (morte improvvisa). Il prolungamento del QT è esacerbato, in particolare, dalla presenza di bradicardia, ipokaliemia e prolungamento del QT congenito o acquisito (ad es. indotto da farmaci). Se la situazione clinica lo permette, è opportuno effettuare un monitoraggio medico e di laboratorio per escludere possibili fattori di rischio prima di iniziare la terapia con un farmaco neurolettico e, a seconda delle esigenze, anche durante la terapia. (vedere anche paragrafo 4.8).

    In studi clinici randomizzati versus placebo condotti in una popolazione di pazienti con demenza trattati con alcuni antipsicotici atipici è stato osservato un aumento di circa tre volte del rischio di eventi cerebrovascolari. Il meccanismo di tale aumento del rischio non è noto. Non può essere escluso un aumento del rischio per altri antipsicotici o in altre popolazioni di pazienti. NOZINAN deve essere usato con cautela in pazienti con fattori di rischio per stroke.

    Nei pazienti trattati con NOZINAN è stata osservata iperglicemia o intolleranza al glucosio.

    Nei pazienti con una diagnosi confermata di diabete mellito o con fattori di rischio per lo sviluppo del diabete, che iniziano la terapia con NOZINAN, devono essere opportunamente monitorati i livelli di glicemia durante il trattamento (vedere paragrafo 4.8)

    Pazienti anziani con demenza:

    Aumento del rischio di morte in pazienti anziani con demenza, trattati con farmaci antipsicotici.

    I dati di due grandi studi osservazionali hanno mostrato che le persone anziane con demenza trattate con antipsicotici sono soggette ad un moderato aumento del rischio di morte rispetto a coloro che non vengono trattati. Non ci sono dati sufficienti per fornire una stima precisa della dimensione del rischio e la causa dell’incremento del rischio non è nota.

    Nozinan non è approvato per il trattamento dei disturbi comportamentali correlati alla demenza.

    Tromboembolia venosa

    Casi di tromboembolia venosa (TEV) sono stati riportati con farmaci antipsicotici.

    Dal momento che i pazienti trattati con antipsicotici presentano spesso fattori di rischio acquisiti per la TEV, tutti i possibili fattori di rischio per la TEV devono essere identificati, prima e durante il trattamento con Nozinan e devono essere adottate delle misure preventive.

    NOZINAN contiene lattosio quindi i pazienti affetti da rari problemi ereditati di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassoribmento di glucosio–galattosio, non devono assumere questo medicinale.

    NOZINAN contiene olio di ricino, che può causare disturbi gastrici e diarrea.

    Gravidanza

    Non somministrare nel primo trimestre di gravidanza né durante l’allattamento (si legga attentamente la sez. 4.3): al di là di questo periodo il prodotto deve essere usato solo quando ritenuto essenziale e sempre sotto il diretto controllo del medico.

    Quando impiegato come antiemetico, il prodotto deve essere usato in gravidanza solo nei casi di sintomatologia conclamata per la quale non sia possibile un intervento alternativo e non nei frequenti e semplici casi di emesi gravidica e tantomeno con fini preventivi di essa.

    I neonati esposti agli antipsicotici convenzionali o atipici incluso Nozinan durante il terzo trimestre di gravidanza sono a rischio di effetti indesiderati inclusi sintomi extrapiramidali o di astinenza che possono variare per gravità e durata dopo la nascita. Ci sono state segnalazioni di agitazione, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, stress respiratorio, bradicardia, tachicardia, disturbi dell’assunzione di cibo, ileo da meconio, passaggio ritardato del meconio, gonfiore addominale. Pertanto i neonati dovrebbero essere attentamente monitorati in modo da pianificare un trattamento appropriato.

    Effetti Collaterali

    Patologie del sistema nervoso: con l’uso di fenotiazine possono verificarsi, specie durante le prime settimane di terapia, sedazione e sonnolenza che per lo più scompaiono con la prosecuzione della cura o con una opportuna riduzione del dosaggio. Altri effetti comportamentali che si sono manifestati con varia frequenza sono insonnia, irrequietezza, ansia, euforia, agitazione psicomotoria, depressione dell’umore o aggravamento dei sintomi psicotici, stati confusionali, delirio. All’attività anticolinergica delle fenotiazine è dovuta l’eventuale comparsa di secchezza delle fauci, midriasi, turbe della visione, stipsi, costipazione e anche ileo paralitico, ritenzione urinaria, ed altri segni di ridotta attività parasimpatica. Sono inoltre possibili convulsioni e modificazioni della temperatura corporea. Un aumento significativo e non altrimenti spiegabile della temperatura corporea può essere dovuto ad intolleranza verso il prodotto; in tal caso è necessario interrompere la terapia. Per la depressione del centro della tosse possono verificarsi affezioni ab ingestis. Reazioni di tipo extrapiramidale sono comuni durante il trattamento con fenotiazine. Esse sono ordinariamente rappresentate da distonie muscolari, acatisia, sindromi pseudo–parkinsoniane e discinesie persistenti tardive. Le distonie e l’acatisia sono più frequenti nei bambini, mentre i segni di parkinsonismo prevalgono negli anziani soprattutto se portatori di lesioni organiche cerebrali. Le distonie comprendono spasmi dei muscoli del collo e del tronco fino al torcicollo e all’opistotono, crisi oculogire, trisma, protrusione della lingua e spasmi carpo–podalici. Queste reazioni compaiono molto precocemente e scompaiono entro 24–48 ore dalla sospensione della terapia. Molto raramente le distonie possono determinare laringospasmo associato a cianosi e asfissia.

    L’ acatisia è caratterizzata da irrequietezza motoria e talora da insonnia. Più frequente nei primi giorni di terapia, può comparire anche tardivamente. I disturbi spesso regrediscono spontaneamente; in caso contrario possono essere ben controllati riducendo il dosaggio o associando un anticolinergico anti–parkinson. Le sindromi pseudo–parkinsoniane (acinesia, rigidità, tremore a riposo, etc..) sono per lo più sensibili ai farmaci specifici; nei casi persistenti può essere necessaria la riduzione del dosaggio o la sospensione del trattamento.

    Le discinesie persistenti tardive si manifestano per lo più durante terapia a lungo termine e con alti dosaggi, anche nel periodo successivo alla sospensione del farmaco.

    Sono colpiti con maggiore frequenza gli anziani e le donne.

    Esse si manifestano con movimenti ritmici della lingua, delle labbra e del volto, più raramente delle estremità e sono generalmente precedute da fini movimenti vermicolari della lingua. La sospensione della terapia può impedire lo sviluppo della sintomatologia, della quale non si conosce tuttavia una terapia specifica. La riduzione periodica del dosaggio dei neurolettici se clinicamente possibile può aiutare a riconoscere precocemente l’insorgenza di discinesia tardiva.

    Distonia tardiva: molto raramente può comparire distonia tardiva non associata con la discinesia tardiva. È caratterizzata da movimenti coreici o movimenti distonici ad insorgenza ritardata, spesso persistente e può potenzialmente divenire irreversibile.

    Patologie cardiache: la Levomepromazina, più facilmente di altri fenotiazinici, causa ipotensione, tachicardia, vertigini, manifestazioni sincopali. Gli effetti ipotensivi possono comportare particolari problemi nei soggetti con insufficienza della mitrale e malattie cardiache. Sono possibili alterazioni del tracciato elettrocardiografico.

    Sono stati segnalati, molto raramente, casi di allungamento dell’intervallo QT.

    Sono stati osservati con Nozinan come con altri farmaci della stessa classe casi rari di prolungamento del QT, aritmie ventricolari come torsione di punta, tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare ed arresto cardiaco.

    Casi molto rari di morte improvvisa.

    Possono comparire aritmie cardiache quali: aritmie atriali, blocco A–V, tachicardia ventricolare, probabilmente correlate al dosaggio.

    Patologie vascolari:

    Frequenza non nota:

    Tromboembolia venosa, inclusa embolia polmonare, qualche volta fatale, e trombosi venosa profonda (vedere paragrafo 4.4).

    Patologie del sistema emolinfopoietico: gli effetti sulla crasi ematica sono piuttosto rari, ma gravi. Essi comprendono leucopenia, agranulocitosi, trombocitopenia, porpora, anemia emolitica ed anemia aplastica.

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: sono possibili reazioni di ipersensibilità (generale o da contatto) e fotosensibilità, che per lo più sono rappresentate da eritemi, orticaria, eczemi, dermatiti esfoliative. Nelle terapie a lungo termine sono state segnalate pigmentazioni brune specie nelle zone fotoesposte.

    Sistema endocrino ed effetti sul metabolismo: le fenotiazine possono provocare iperprolattinemia, riduzione degli estrogeni, del progesterone e delle gonadotropine ipofisarie. Come conseguenza possono comparire nelle donne ingrossamento e tensione mammaria, lattazione abnorme, amenorrea e nell’uomo ginecomastia e riduzione del volume testicolare, impotenza. Altri effetti possibili sono un aumento del peso corporeo, edema periferico. Molto raramente è stato riportato priapismo.

    Intolleranza al glucosio, iperglicemia (vedere paragrafo 4.4) e glicosuria.

    Iponatriemia, sindrome da inappropiata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH).

    Reazioni d’ipersensibilità: oltre a quelle cutanee ed ematologiche si può verificare con varia frequenza un ittero colestatico, clinicamente simile ad una epatite infettiva e caratterizzato da iperbilirubinemia, ipertransaminasemia, aumento della fosfatasi alcalina ed eosinofilia. In caso di segni o sintomi di sofferenza epatica la terapia deve essere immediatamente sospesa. Altre reazioni di ipersensibilità sono rappresentate da edema laringeo o angioneurotico, laringospasmo, broncospasmo, reazioni anafilattiche, sindromi tipo lupus eritematoso sistemico.

    Patologie dell’occhio: in caso di terapia protratta è stata segnalata la comparsa nella cornea e nel cristallino di materiale particellare di natura non determinata che in certi pazienti ha determinato deficit visivo. Retinopatia pigmentaria. Poichè sembra che i danni oculari siano in relazione con il dosaggio e la durata della terapia si suggerisce che i pazienti in trattamento con alte dosi o da lungo tempo siano controllati periodicamente.

    Patologie epatobiliari

    Danno epatico epatocellulare, colestatico e misto.

    Altro:

    Nei pazienti in terapia con levomepromazina è stata riportata, molto raramente, enterocolite necrotizzante che può essere fatale.

    Nei pazienti in terapia con fenotiazine neurolettiche vi sono stati casi isolati di morte improvvisa di possibile origine cardiaca. nonché casi di morte improvvisa a causa ignota.

    Sindrome Neurolettica Maligna (vedere paragrafo 4.4).

    Danno renale.

    Come con tutte le fenotiazine in pazienti in trattamento prolungato con Levomepromazina si può sviluppare "polmonite silente".

    Gravidanza, puerperio e condizioni perinatali

    Frequenza non nota: sindrome da astinenza neonatale, sintomi extrapiramidali (vedi sezione 4.6).

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Nucleo:

    amido di mais; lattosio; cellulosa microcristallina (AVICEL); magnesio stearato; silice colloidale anidra (AEROSIL).

    Rivestimento:

    zeina; olio di ricino; titanio diossido.

    Conservazione

    Per proteggere il medicinale dalla luce, tenere il blister nell’imballaggio esterno.