Nifedipina sand (Sandoz spa)

Compresse rp 50cpr 20mg rp

da5.63 €
Principio attivo:Nifedipina
Gruppo terapeutico:Calcio-antagonisti selettivi con preval.effetto vascolare
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutinePresente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • cardiopatia
  • angina pectoris
  • angina da sforzo
  • ipertensione arteriosa</u
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    Posologia

    Il trattamento va possibilmente adattato alle necessità individuali in funzione della gravità della malattia e della risposta del paziente.

    Nei pazienti con funzionalità epatica compromessa, può rendersi necessario un accurato controllo della situazione pressoria e, nei casi gravi una riduzione del dosaggio.

    Salvo diversa prescrizione medica, per l’adulto, valgono le seguenti direttive posologiche:

    Adulti Dosi orientative
    1. In caso di cardiopatia ischemica
    angina pectoris cronica stabile (angina da sforzo) 1 cpr di nifedipina 2 volte al dì

    In alcuni casi può risultare opportuno incrementare la dose fino ad un massimo di 60 mg al dì.

    In genere le compresse ritardo vanno deglutite intere, con poco liquido, indipendentemente dai pasti.

    L’ingestione contemporanea di alimenti ritarda l’assorbimento ma non lo riduce.

    2. In caso di ipertensione arteriosa 1 cpr di nifedipina

    2 volte al dì

    In alcuni casi può risultare opportuno incrementare la dose fino ad un massimo di 60 mg al dì.

    In genere le compresse ritardo vanno deglutite intere, con poco liquido, indipendentemente dai pasti.

    L’ingestione contemporanea di alimenti ritarda l’assorbimento ma non lo riduce.

    L’intervallo di tempo fra due assunzioni di compresse è di circa 12 ore e non dovrebbe essere inferiore a 4 ore.

    Qualora in pazienti affetti da angina pectoris non si ottenga un sufficiente risultato terapeutico dopo circa 14 giorni di trattamento, si consiglia su prescrizione medica la somministrazione di nifedipina capsule (10 mg) a rapida azione.

    La sostanza fotosensibile contenuta nella compressa è sostanzialmente protetta dalla luce all’interno ed al di fuori della confezione.

    Si consiglia tuttavia di non esporre a lungo le compresse alla luce solare diretta.

    Durata del trattamento

    La durata del trattamento deve essere stabilita dal medico curante.

    In relazione alla pronunciata attività antiischemica ed antiipertensiva, nifedipina dovrebbe essere sospeso gradualmente, in particolare quando vengono impiegati dosaggi elevati.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti
  • shock cardiovascolare
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    Interazioni
  • nifedipina
  • noti
  • dopo
  • rifampicina
  • macrolidi
  • eritromicina
  • stati effettuati studi di interazione
  • antibiotici
  • ritonavir
  • noto
  • ketoconazolo
  • antimicotici azolici
  • fluoxetina
  • nefazodone
  • quinupristin
  • dalfopristin
  • stati condotti studi
  • acido valproico
  • calcio
  • cimetidina
  • antipertensivo
  • cisapride
  • antiepilettici
  • fenitoina
  • carbamazepina
  • fenobarbital
  • ipotensivo
  • antipertensivi
  • dopa
  • digossina
  • chinidina
  • autori
  • agenti
  • ipotensivi
  • metildopa
  • idralazina
  • captopril
  • tacrolimus
  • succo di pompelmo
  • diltiazem
  • ticlopidina
  • bloccanti alfa–adrenergici
  • segnalato
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    Avvertenze

    È necessario prestare particolare attenzione nei pazienti con pressione sanguigna molto bassa (ipotensione grave con pressione sistolica inferiore a 90 mmHg), nei casi di insufficienza cardiaca manifesta e nel caso di grave stenosi aortica. E’ necessario controllare attentamente la pressione arteriosa all’inizio della terapia e fino a quando non sia stata raggiunta la posologia di mantenimento. Per lo stesso motivo la nifedipina deve essere usata con cautela nei pazienti con insufficienza cardiaca, stenosi aortica ed in quelli in trattamento con ß–bloccanti o farmaci ipotensivi.

    Nifedipina non deve essere usata in gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della donna non richiedano il trattamento con nifedipina. Il trattamento con Nifedipina deve essere riservato alle donne con ipertensione grave che non rispondono alla terapia standard (vedere paragrafo 4.6). In situazioni di emergenza ipertensiva, quale ad esempio l’eclampsia, il farmaco deve essere utilizzato sotto la responsabilità e lo stretto controllo del medico.

    L’uso di Nifedipina non è raccomandato durante l’allattamento al seno, poiché è stato segnalato che nifedipina viene escreta nel latte umano e gli effetti dell’assorbimento orale di piccole quantità di nifedipina non sono noti (vedere paragrafo 4.6).

    È necessario effettuare un attento monitoraggio della pressione arteriosa anche quando si somministra nifedipina in associazione con solfato di magnesio per via endovenosa, a causa della possibilità di un eccessivo calo della pressione arteriosa, che potrebbe nuocere sia alla madre sia al feto.

    Nei pazienti con funzionalità epatica compromessa può rendersi necessario un accurato monitoraggio e, nei casi gravi, una riduzione della dose.

    Nifedipina viene metabolizzata attraverso il sistema del citocromo P450 3A4. I farmaci noti per inibire o indurre questo sistema enzimatico possono pertanto alterare il primo passaggio o la clearance di nifedipina (vedere paragrafo 4.5).

    I farmaci che sono inibitori da deboli a moderati del sistema del citocromo P450 3A4 e che possono quindi provocare un aumento delle concentrazioni plasmatiche di nifedipina sono per esempio:

    • antibiotici macrolidi (per esempio eritromicina)

    • inibitori della proteasi anti–HIV (per esempio ritonavir)

    • antimicotici azolici (per esempio ketoconazolo)

    • gli antidepressivi nefazodone e fluoxetina

    • quinupristin/dalfopristin

    • acido valproico

    • cimetidina.

    Dopo la co–somministrazione di questi farmaci deve essere monitorata la pressione arteriosa e, se necessario, deve essere presa in considerazione una riduzione del dosaggio di nifedipina.

    La comparsa di edema periferico in pazienti affetti da insufficienza cardiaca congestizia rende necessaria la differenziazione degli edemi dovuti alla nifedipina da quelli conseguenti ad un peggioramento delle funzionalità ventricolare sinistra.

    Durante il trattamento di pazienti diabetici o a rischio diabetico, la glicemia deve essere accuratamente controllata; se compare iperglicemia la terapia deve essere sospesa.

    Nei pazienti in trattamento con nifedipina che devono essere sottoposti ad interventi chirurgici con l’impiego di alte dosi di fentanyl, è possibile che si verifichino casi di ipotensione marcata. Se le condizioni dei pazienti lo permettono, è opportuno sospendere il trattamento con nifedipina per almeno 36 ore. In alcuni casi si è manifestato un peggioramento della sintomatologia anginosa in seguito alla assunzione di nifedipina. Il meccanismo di questa risposta paradossale non è tuttora chiaro, ma sembra essere dovuto ad un aumento della richiesta miocardica di ossigeno (in seguito all’aumento della frequenza cardiaca) associato ad una diminuzione della perfusione coronarica.

    Informazioni importanti su alcuni eccipienti.

    Nifedipina Sandoz contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio–galattosio, non devono assumere questo medicinale.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Nifedipina non deve essere usato in gravidanza, a meno che le condizioni cliniche della donna non richiedano il trattamento con nifedipina. Il trattamento con Nifedipina deve essere riservato alle donne con ipertensione grave che non rispondono alla terapia standard (vedere il paragrafo 4.4).

    Non sono stati condotti studi adeguati e ben controllati sulle donne in gravidanza.

    Le informazioni disponibili sono insufficienti per poter escludere effetti avversi sul feto e sul neonato.

    Negli studi sugli animali nifedipina ha dimostrato di produrre embriotossicità, fetotossicità e teratogenicità. Tali anomalie sono, verosimilmente, il risultato della compromissione del flusso ematico uterino. La somministrazione del principio attivo ha comportato una varietà di effetti tossici a carico dell’embrione, della placenta e del feto come scarso sviluppo fetale (ratto, topo, coniglio), ridotte dimensioni placentari ed ipotrofia dei villi coriali (scimmia), morte degli embrioni e dei feti (ratto, topo, coniglio) e prolungamento della gestazione/ridotta sopravvivenza neonatale (ratto; non valutati in altre specie). Tutti i dosaggi associati ad effetti teratogeni, embriotossici e fetotossici erano tossici per l’organismo materno e, comunque, risultavano di molte volte superiori la posologia massima indicata per l’impiego umano.

    In base all’evidenza clinica disponibile non è stato identificato alcun rischio prenatale specifico, sebbene siano stati riportati un aumento di asfissia perinatale, parto cesareo, oltre a incremento delle nascite premature e ritardo della crescita intrauterina. Non è chiaro se queste segnalazioni siano dovute all’ipertensione di fondo, al trattamento di quest’ultima o a uno specifico effetto farmacologico.

    Allattamento

    La nifedipina è escreta nel latte materno. La concentrazione di nifedipina nel latte è quasi paragonabile alla concentrazione sierica della madre. Per le formulazioni a rilascio immediato, si consiglia di ritardare l’allattamento o la spremitura del latte materno per 3–4 ore dopo la somministrazione del farmaco, al fine di diminuire l’esposizione del neonato a nifedipina (vedere paragrafo 4.4).Poiché non esistono dati sui possibili effetti sul neonato, qualora dovesse rendersi necessario un trattamento con nifedipina durante questo periodo, l’allattamento dovrebbe essere interrotto.

    Fertilità

    In singoli casi di fecondazione in vitro i calcio–antagonisti come la nifedipina sono stati associati ad alterazioni biochimiche reversibili in corrispondenza della sezione apicale dello spermatozoo, che possono provocare una riduzione della funzionalità degli spermatozoi.

    Nel caso di uomini che hanno già provato senza successo a concepire con la fecondazione in vitro, e nei casi in cui non è possibile trovare alcuna altra spiegazione, i calcio–antagonisti come nifedipina devono essere considerati come una possibile causa.

    Effetti Collaterali

    Di seguito sono elencate le reazioni avverse al farmaco, basate sugli studi condotti su nifedipina e controllati con placebo, suddivise per categorie di frequenza CIOMS III (base dati dello studio clinico: nifedipina n = 2661; placebo n = 1486; stato: 22 feb 2006, e lo studio ACTION: nifedipina n = 3825, placebo n = 3840).

    Le reazioni avverse elencate come "comuni" sono state osservate con una frequenza inferiore al 3%, con l’eccezione di edema (9,9%) e cefalea (3,9%).

    Nella tabella seguente sono riassunte le frequenze delle reazioni avverse riportate per i prodotti contenenti nifedipina. Nell’ambito di ciascuna classe di frequenza gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità. Le frequenze sono definite come comune (da ≥1/100 a <1/10), non comune (da ≥1/1000 a <1/100) rara (da ≥1/10.000 a <1/1000) e molto rara (< 1/10.000). Le reazioni avverse identificate solo durante la sorveglianza post–marketing in corso, e per le quali non è stato possibile stimare una frequenza, sono elencate sotto "frequenza non nota".

      Classe sistemico–organica Comune Non comune Rara Molto rara Frequenza non nota
      Patologie del sistema emolinfopoietico         Agranulocitosi Leucopenia
      Disturbi del sistema immunitario   Reazione allergica, edema allergico/ angioedema (incluso edema laringeo*) Prurito, orticaria, eruzione cutanea   Reazione anafilattica/ anafilattoide
      Disturbi psichiatrici   Reazioni ansiose, disturbi del sonno      
      Disturbi del metabolismo e della nutrizione         Iperglicemia
      Patologie del sistema nervoso Cefalea Vertigine, emicrania, capogiri, tremore, irritabilità Parestesia, disestesia   Ipoestesia, sonnolenza
      Patologie dell’occhio   Disturbi visivi     Dolore oculare
      Patologie cardiache   Tachicardia, palpitazioni, ipotensione, sincope     Dolore toracico (angina pectoris)
      Patologie vascolari Edema (incluso l’edema periferico), vasodilatazione (arrossamento, vampate di calore) Ipotensione, sincope  Porpora Eritromelalgia  
      Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche   Epistassi, congestione nasale     Dispnea
      Patologie gastrointestinali Costipazione Dolore gastrointestinale e addominale, nausea, dispepsia, flatulenza bocca secca, stipsi, diarrea Iperplasia gengivale, sisturbi gastroenterici (sensazione di ingombro gastro–enterico)   Vomito, insufficienza dello sfintere gastroesofageo
    Patologie epatobiliari   Alterazione anche transitoria degli indici di funzionalità epatica (aumento delle transaminasi e colestasi)     Ittero
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo   Eritema, esantema Dermatite fotosensibile Dermatite esfoliativa Necrolisi epidermica tossica, reazione fotoallergica, porpora palpabile
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo   Crampi muscolari, gonfiore articolare     Artralgia, mialgia
    Patologie renali e urinarie   Poliuria Disuria      
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella   Disfunzione erettile   Ginecomastia  
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Sensazione di malessere, astenia (stanchezza) Dolore aspecifico, brividi      

    *= può avere esito potenzialmente fatale

    Sono stati, occasionalmente segnalati anche: anemia, trombocitopenia, epatite, aumento della fosfatasi alcalina, LDH, disturbi della sfera sessuale, pirosi gastrica, crampi intestinali, insonnia, mal di gola, tosse, asma, rigidità ed infiammazioni articolari, sudorazione, febbre.

    Nei pazienti dializzati con ipertensione maligna e ipovolemia, come conseguenza della vasodilatazione può verificarsi un marcato calo della pressione arteriosa.

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette.

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Nucleo: amido di mais pregelatinizzato; cellulosa microcristallina; lattosio; magnesio stearato; Polisorbato 80.

    Rivestimento: idrossipropilmetilcellulosa; ossido di ferro rosso; ossido di ferro nero; polietilenglicole 4000; titanio biossido.

    Conservazione

    Il prodotto non deve essere tenuto esposto alla luce diretta per un lungo periodo di tempo. Conservare il prodotto nella confezione originale per proteggere dalla luce.