Ketorolac actavis (Aurobindo pharma italia srl)

Soluzione iniettabile 3f 30mg/ml

da2.16 €
Principio attivo:Ketorolac sale di trometamolo
Gruppo terapeutico:Farmaci antiinfiammatori ed antireumatici non steroidei
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rnr - non ripetibile (ex s/f)
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • dolore acuto
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    Posologia

    Attenzione: La soluzione iniettabile contiene etanolo pertanto non deve essere utilizzata per via epidurale o intratecale

    Per via parenterale la durata della terapia non deve superare i 2 giorni in caso di somministrazione in bolo e 1 giorno in caso di infusione continua.

    La dose somministrata deve essere la più bassa dose efficace in relazione alla severità del dolore e alla risposta del paziente.

    Somministrazione intramuscolare

    ADULTI

    Si consiglia negli adulti di iniziare con la dose di 10 mg, seguita da dosi di 10–30 mg da ripetersi ogni 4–6 ore, secondo necessità, fino ad un massimo di 90 mg/die, utilizzando la dose minima efficace.

    La durata della terapia non deve superare i 2 giorni

    Nel giorno di passaggio dalla terapia parenterale a quella orale, non deve essere superata la dose totale giornaliera di 90 mg, ricordando che la dose orale massima non deve superare i 40 mg.

    La dose deve essere adeguatamente ridotta nei soggetti con peso inferiore a 50 kg.

    ANZIANI (≥65 anni)

    Nel paziente anziano la posologia deve essere attentamente stabilita dal medico, che dovrà valutare un’eventuale riduzione dei dosaggi sopraindicati.

    Nei pazienti anziani la dose massima giornaliera non deve comunque superare i 60 mg/die.

    BAMBINI

    La sicurezza e l’efficacia nei bambini non è stata stabilita. L’uso del farmaco è pertanto controindicato al di sotto di 16 anni.

    Somministrazione endovenosa

    L’USO ENDOVENOSO DEL PREPARATO È RISERVATO AGLI OSPEDALI E ALLE CASE DI CURA.

    ADULTI

    In situazioni caratterizzate da dolore acuto intenso (come ad esempio nella terapia d’attacco del dolore post–operatorio) è consigliata una dose iniziale di 10 mg, seguita da dosi di 10–30 mg che possono essere ripetute, in caso di necessità, dopo 4–6 ore, utilizzando la dose minima efficace. Se necessario il trattamento può proseguire ad intervalli maggiori; non deve comunque essere superata la dose giornaliera di 90 mg.

    ANZIANI (≥ 65 anni)

    Nei pazienti anziani la dose massima giornaliera non deve comunque superare i 60 mg/die.

    BAMBINI

    La sicurezza e l’efficacia nei bambini non è stata stabilita. L’uso del farmaco è pertanto controindicato al di sotto di 16 anni.

    Coliche renali

    La posologia consigliata è una fiala da 30 mg per somministrazione intramuscolare o endovenosa.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti
  • ulcera peptica
  • emorragia gastrointestinale
  • ulcera o perforazione
  • grave insufficienza cardiaca
  • insufficienza renale
  • ipovolemia
  • disidratazione.</p
  • gravidanza
  • allattamento
  • ipersensibilità già
  • acido acetilsalicilico
  • prostaglandine
  • emorragie
  • angioedema
  • broncospasmo
  • disidratazione
  • diuretica
  • bambini
  • età inferiore ai 16 anni
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    Interazioni
  • anticoagulanti
  • warfarin
  • acido acetilsalicilico
  • dopo
  • antiaggreganti piastrinici
  • inibitori selettivi del reuptake della serotonina
  • probenecid
  • stato segnalato
  • prostaglandine
  • metotrexato
  • litio
  • digossina
  • salicilato
  • ibuprofene
  • fenitoina
  • tolbutamide
  • interazione
  • eparina
  • anticoagulante
  • destrani
  • diuretica
  • furosemide
  • diuretici
  • antiipertensivi
  • oppioidi
  • agenti antiaggreganti
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    Avvertenze

    Attenzione: ketorolac non può essere considerato un semplice antidolorifico e richiede di essere impiegato sotto lo stretto controllo del medico.

    Ketorolac non deve essere utilizzato nel trattamento del dolore lieve o di tipo cronico.

    Ketorolac: evidenze epidemiologiche suggeriscono che Ketorolac può essere associato ad un elevato rischio di grave tossicità gastrointestinale, rispetto ad atri FANS, soprattutto quando usato al di fuori delle indicazioni autorizzate e/o per periodi prolungati (vedere anche paragrafo 4.1, 4.2 e 4.3).

    L’uso di ketorolac in concomitanza con FANS deve essere evitato, inclusi gli inibitori selettivi delle cicloossigenasi–2.

    Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l’uso della più bassa dose efficace per la più breve durata possibile di trattamento necessaria per controllare i sintomi.

    Prima di iniziare la terapia con Ketorolac Aurobindo occorre accertarsi che il paziente non abbia avuto in precedenza reazioni di ipersensibilità verso il ketorolac, acido acetilsalicilico e/o altri farmaci antinfiammatori non steroidei.

    Effetti gastrointestinali

    Ketorolac può causare irritazione gastrointestinale, ulcera e sanguinamento in pazienti con o senza pregressa storia di patologia gastrointestinale. Pazienti con affezioni infiammatorie del tratto gastrointestinale, in atto o pregresse, dovrebbero effettuare il trattamento solo sotto stretto controllo medico. L’incidenza di questi effetti aumenta con la dose e la durata del trattamento.

    Non usare contemporaneamente Ketorolac ed altri farmaci antinfiammatori non steroidei.

    Ulcera, sanguinamento e perforazione gastrointestinale

    Emorragia gastrointestinale, ulcerazione o perforazione, che possono essere fatali, sono state riportate durante il trattamento con tutti i FANS, incluso Ketorolac, in qualsiasi momento, con o senza sintomi di preavviso o precedente storia di gravi eventi gastrointestinali.

    I pazienti anziani hanno una frequenza aumentata di reazioni avverse ai FANS, specialmente emorragie e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali. I pazienti debilitati sembrano tollerare meno ulcerazione o sanguinamento rispetto agli altri. La maggior parte degli eventi gastrointestinali fatali associati a farmaci anti–infiammatori non steroidei si sono verificati in pazienti anziani e/o debilitati.

    Il rischio di emorragia gastrointestinale, ulcerazione o perforazione è più alto con dosi elevate di FANS, incluso Ketorolac, in pazienti con una storia di ulcera, soprattutto se complicata da emorragia o perforazione e nei pazienti anziani. Il rischio di sanguinamento gastrointestinale clinicamente severo è dose–dipendente. Questi pazienti devono iniziare il trattamento con la più bassa dose disponibile. L’uso concomitante di agenti protettori (misoprostolo o inibitori di pompa protonica) deve essere considerato per questi pazienti e anche per pazienti che assumono basse dosi di acido acetilsalicilico o altri farmaci che possono aumentare il rischio di eventi gastrointestinali (vedere paragrafo 4.5).

    I FANS devono essere somministrati con cautela nei pazienti con una storia di malattia infiammatoria intestinale (colite ulcerosa, morbo di Crohn) poiché la loro condizione può essere esacerbata (vedere paragrafo 4.8). Pazienti con storia di tossicità gastrointestinale, in particolare gli anziani, devono riferire qualsiasi sintomo gastrointestinale inusuale (soprattutto emorragia gastrointestinale). Quando si verifica emorragia o ulcerazione gastrointestinale in pazienti trattati con Ketorolac il trattamento deve essere sospeso.

    Cautela deve essere prestata ai pazienti che assumono farmaci concomitanti che potrebbero aumentare il rischio di ulcerazione o emorragia, come corticosteroidi orali, anticoagulanti come warfarin, inibitori selettivi del reuptake della serotonina o agenti antiaggreganti come l’acido acetil salicilico.

    Come per gli altri FANS, l’incidenza e la gravità di complicanze gastrointestinali possono aumentare con l’aumentare della dose e la durata del trattamento con Ketorolac. Il rischio di sanguinamento gastrointestinale clinicamente severo è dose–dipendente, soprattutto nei pazienti anziani che ricevono una dose media giornaliera superiore di 60 mg/die di Ketorolac. Una storia di ulcera peptica aumenta la possibilità di sviluppare gravi complicazioni gastrointestinali durante la terapia con Ketorolac.

    Effetti ematologici

    L’uso di Ketorolac è controindicato nei pazienti che hanno disordini della coagulazione Anche se gli studi non indicano una significativa interazione tra Ketorolac e warfarin o eparina, l’uso concomitante di Ketorolac con farmaci che interferiscono con l’emostasi, incluse dosi terapeutiche di terapia anticoagulante, compreso warfarin, profilassi con eparina a basso dosaggio (2500–5000 unità per 12 ore) e destrani, può essere associato ad un aumentato rischio di sanguinamento.

    Nell’esperienza post–marketing, sono stati segnalati ematomi post–operatori e altri segni di sanguinamento delle ferite in associazione all’uso peri–operatorio di Ketorolac. I medici devono considerare il potenziale rischio di sanguinamento quando l’emostasi è critica, ad esempio in casi di resezione della prostata, tonsillectomia o chirurgia estetica.

    Reazioni cutanee

    Gravi reazioni cutanee, alcune delle quali fatali, inclusa dermatite esfoliativa, sindrome di Stevens–Johnson e necrolisi tossica epidermica, sono state riportate molto raramente in associazione con l’uso dei FANS (vedere paragrafo 4.8). I pazienti sembrano essere a più alto rischio di tali reazioni all’inizio della terapia. Ketorolac deve essere interrotto alla prima comparsa di rash cutaneo, lesioni della mucosa o qualsiasi altro segno di ipersensibilità.

    Sodio/ritenzione di fluidi in pazienti con patologie cardiovascolari ed edema periferico

    Si richiede cautela nei pazienti con una storia di ipertensione e/o insufficienza cardiaca poiché, in associazione alla terapia con FANS, sono stati riportati ritenzione di fluidi ed edema.

    Ritenzione di fluidi, ipertensione ed edema periferico sono stati osservati in alcuni pazienti che assumono FANS incluso Ketorolac e quindi dovrebbe essere usato con cautela nei pazienti con scompenso cardiaco, ipertensione e condizioni simili.

    Effetti cardiovascolari e cerebrovascolari

    Poiché sono stati riportati ritenzione di fluidi ed edema in associazione all’utilizzo di FANS, è necessario monitorare in modo appropriato e allertare i pazienti con storia di ipertensione e/o insufficienza cardiaca congestizia da lieve a moderata.

    Gli studi clinici e i dati epidemiologici suggeriscono che l’utilizzo di inibitori selettivi della cicloossigenasi–2 e alcuni FANS (in particolare ad alte dosi) può essere associato ad un lieve aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (ad esempio infarto del miocardio o ictus). Sebbene Ketorolac non abbia dimostrato di aumentare gli eventi trombotici come l’infarto del miocardio, non sono disponibili dati sufficienti per escludere tale rischio con Ketorolac.

    I pazienti con ipertensione non controllata, insufficienza cardiaca congestizia, cardiopatia ischemica cronica, arteriopatia periferica e/o vasculopatia cerebrale devono essere trattati con Ketorolac solo dopo attenta valutazione.

    Una simile valutazione deve essere effettuata prima di iniziare il trattamento di pazienti con fattori di rischio per malattia cardiovascolare (ad esempio ipertensione, iperlipidemia, diabete mellito, fumo).

    Effetti renali

    Come con altri FANS, Ketorolac, deve essere usato con cautela nei pazienti con compromissione della funzione renale e con una storia di malattia renale perché è un potente inibitore della sintesi delle prostaglandine.

    Cautela deve essere osservata poiché è stata riscontrata tossicità renale con Ketorolac e altri FANS nei pazienti le cui condizioni portano ad una riduzione della volemia e/o del flusso ematico renale dove le prostaglandine renali hanno un ruolo di supporto nel mantenimento della perfusione renale. In questi pazienti la somministrazione di Ketorolac o altri FANS può causare una riduzione dose–dipendente della produzione di prostaglandine renali e può portare a uno scompenso renale conclamato o all’insufficienza. I pazienti a maggior rischio di questa reazione sono quelli con ridotta funzione renale, ipovolemia, insufficienza cardiaca, disfunzione epatica, quelli che assumono diuretici e gli anziani. L’interruzione della terapia con Ketorolac o altri antiinfiammatori non steroidei è di solito seguita da un recupero dello stato di pre–trattamento.

    Pertanto ketorolac richiede particolare precauzioni o se ne impone l’esclusione dall’uso allorché nel paziente siano presenti le seguenti condizioni: stati di ipoperfusione del rene, malattie renali, cirrosi epatica o epatiti gravi.

    Ketorolac, è un potente inibitore della sintesi delle prostaglandine e può causare nefrotossicità, incluse glomerulo nefriti, nefriti interstiziali, necrosi papillare, sindrome nefrosica e insufficienza renale acuta.

    Reazioni anafilattiche (anafilattoidi)

    Reazioni anafilattiche (anafilattoidi) (incluse, ma non solo, anafilassi, broncospasmo, flushing, rash, ipotensione, edema della laringe e angioedema) possono verificarsi in pazienti con o senza una storia di ipersensibilità all’acido acetilsalicilico, altri FANS o Ketorolac. Questi possono manifestarsi anche in soggetti con una storia di angioedema, reattività broncospastica (es: asma) e polipi nasali. Reazioni anafilattoidi, come anafilassi, possono avere esito fatale. Pertanto, Ketorolac deve essere usato con cautela nei pazienti con una storia di asma e in pazienti con la sindrome completa o parziale di poliposi nasale, angioedema e broncospasmo.

    Precauzioni correlate alla fertilità

    L’uso di Ketorolac, come di qualsiasi farmaco che inibisce la ciclossigenasi/sintesi delle prostaglandine, può ridurre la fertilità e non è consigliato in donne che cercano una gravidanza.

    Nelle donne che hanno difficoltà a concepire o che sono sottoposte ad accertamenti per infertilità, dovrebbe essere considerata la sospensione di Ketorolac.

    Ritenzione di fluidi ed edema

    Ritenzione di fluidi, ipertensione ed edema periferico sono stati riportati con l’uso di Ketorolac e dovrebbe quindi essere usato con cautela nei pazienti con scompenso cardiaco, ipertensione o condizioni simili.

    Ketorolac non deve essere somministrato in concomitanza con probenecid poiché sono state riportate con questa combinazione, alterazioni nella farmacocinetica di Ketorolac.

    Si consiglia cautela quando viene somministrato in concomitanza metotrexato poiché è stato osservato che alcuni farmaci che inibiscono la sintesi delle prostaglandine, riducono la clearence del metotrexato, e quindi potrebbero aumentarne la tossicità.

    Abuso e dipendenza

    Ketorolac non provoca dipendenza. Non sono stati osservati sintomi di astinenza a seguito di una brusca interruzione di Ketorolac.

    Prima di iniziare la terapia con ketorolac occorre accertarsi che il paziente non abbia avuto in precedenza reazioni di ipersensibilità verso il ketorolac, acido acetilsalicilico e/o altri farmaci antinfiammatori non steroidei.

    Uso negli anziani.

    Nei pazienti anziani o debilitati occorre particolare cautela, poiché l’incidenza di alcuni degli effetti indesiderati può essere più alta rispetto ai pazienti più giovani.I pazienti anziani hanno una frequenza aumentata di reazioni avverse ai FANS, specialmente emorragie e perforazioni gastrointestinali, che possono essere fatali (vedere paragrafo 4.2).

    Nei soggetti anziani inoltre si può verificare un aumento dell’emivita di eliminazione del farmaco e una contemporanea riduzione della clearance. Pertanto, oltre ad una riduzione della dose complessiva, può essere opportuno un più lungo intervallo tra le dosi (vedere par. 4.2).

    Non usare contemporaneamente ketorolac ed altri farmaci antinfiammatori non steroidei.

    Effetti respiratori

    Per l’interazione con il metabolismo dell’acido arachidonico, il farmaco può determinare, negli asmatici e nei soggetti predisposti, crisi di broncospasmo ed eventualmente altri fenomeni pseudo–allergici o shock.

    Pazienti con funzione renale compromessa

    Poiché ketorolac e i suoi metaboliti sono escreti principalmente dal rene, durante il trattamento con ketorolac si dovrebbe usare cautela in pazienti con ridotta funzionalità renale. In particolare, è controindicato l’uso di ketorolac in pazienti con valori di creatinina sierica superiori a 1,8 mg/dl.

    Il farmaco è controindicato in terapia diuretica intensiva.

    Pazienti con funzione epatica compromessa

    Durante il trattamento con ketorolac sono state raramente notate lievi variazioni dei test di funzione epatica, comunque senza rilevanza clinica. Si consiglia tuttavia di monitorare la funzione epatica in pazienti nei quali questa era precedentemente compromessa, e di sospendere il trattamento con ketorolac qualora si manifestassero evidenze di grave compromissione epatica.

    INFORMAZIONI SU ALCUNI ECCIPIENTI:

    KETOROLAC AUROBINDO contiene 100 mg di alcool etilico per ogni fiala, corrispondenti al 10%; pertanto, il prodotto può essere dannoso per soggetti alcolisti e deve essere somministrato con cautela in gruppi di pazienti a rischio come soggetti affetti da malattie epatiche e da epilessia.

    Gravidanza

    Gravidanza

    KETOROLAC è controindicato nel terzo trimestre di gravidanza, durante il travaglio, il parto o l’allattamento (vedere paragrafo 4.3).

    L’inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale.

    Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi di prostaglandine nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache aumentava da meno dell’1%, fino a circa l’1,5%. E’ stato ritenuto che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post–impianto e di mortalità embrione–fetale.

    Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori di sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.

    Durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, Ketorolac non deve essere somministrato a meno che non sia chiaramente necessario. Se Ketorolac è usato da una donna che intende iniziare una gravidanza, o durante il primo e secondo trimestre di gravidanza, la dose deve essere la più bassa possibile e la durata del trattamento la più breve possibile.

    Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi di prostaglandine possono esporre

    • Il feto a:

    • tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);

    • disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo–idroamnios;

    • la madre e il neonato, alla fine della gravidanza, a:

    • possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto antiaggregante che può verificarsi anche a dosi molto basse;

    • inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio.

    Pertanto, Ketorolac è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza. Ketorolac deve essere somministrato solo se necessario durante i primi due trimestri di gravidanza.

    Fertilità :

    Nelle donne in età fertile un’eventuale gravidanza deve essere sempre esclusa prima dell’inizio del trattamento e durante il trattamento stesso deve essere assicurata un’efficace copertura anticoncezionale.

    L’uso di Ketorolac, come di qualsiasi farmaco che inibisce la cicloossigenasi/sintesi delle prostaglandine, può ridurre la fertilità e non è consigliato in donne che cercano una gravidanza. Nelle donne che hanno difficoltà a concepire o che sono sottoposte ad accertamenti per infertilità, dovrebbe essere considerata la sospensione di ketorolac.

    Vedere il paragrafo 4.4 per la fertilità femminile.

    Circa il 10% di ketorolac attraversa la placenta.

    Travaglio e parto

    L’impiego di ketoralac è controindicato durante il travaglio e il parto perché, attraverso il suo effetto inibitorio sulla sintesi delle prostaglandine può influenzare negativamente la circolazione fetale e inibire le contrazioni uterine, aumentando così il rischio di emorragia uterina.

    Madri che allattano al seno

    E’ stato dimostrato che Ketorolac e i suoi metaboliti passano al feto e nel latte di animali. Ketorolac è stato rilevato nel latte materno a basse concentrazioni, pertanto Ketorolac è controindicato nella madri che allattano al seno.

    Effetti Collaterali

    Post–marketing

    I seguenti effetti indesiderati possono verificarsi in pazienti trattati con Ketorolac; le frequenza degli eventi segnalati non sono noti, perché sono stati segnalati volontariamente da un numero non quantificabile di persone.

    Patologie gastrointestinali : gli eventi avversi più comunemente osservati sono di natura gastrointestinale. Possono verificarsi ulcera peptica, ulcera, perforazione o emorragia gastrointestinale, a volte fatale, in particolare negli anziani (vedere paragrafo 4.4).

    Nausea, vomito, diarrea, flatulenza, costipazione, dispepsia, dolore/disturbo addominale, senso di pienezza, melena, ematemesi, stomatite, stomatite ulcerativa, eruttazione, esofagite, ulcera gastrointestinale, sanguinamento rettale, pancreatite, secchezza delle fauci, esacerbazione di colite e morbo di Crohn (vedere paragrafo 4.4) sono stati riportati a seguito della somministrazione. Meno frequentemente è stata osservata gastrite.

    Infezioni ed infestazioni : meningite asettica.

    Patologie del sistema emolinfopoietico : trombocitopenia, porpora, epistassi.

    Disturbi del sistema immunitario : anafilassi, reazioni anafilattoidi come anafilassi, possono avere esito fatale, reazioni di ipersensibilità come broncospasmo, vampate, rash, vasodilatazione, ipotensione, edema laringeo.

    Disturbi del metabolismo e della nutrizione : anoressia, iperkaliemia, iponatriemia.

    Disturbi psichiatrici : pensiero anormale, depressione, insonnia, ansia, nervosismo, reazioni psicotiche, sogni anomali, allucinazioni, euforia, ridotta capacità di concentrazione, sonnolenza, confusione.

    Patologie del sistema nervoso : cefalea, capogiri, convulsioni, parestesia, ipercinesia, alterazioni del gusto.

    Patologie dell’occhio : visione anormale.

    Patologie dell’orecchio e del labirinto : tinnito, perdita dell’udito, vertigini.

    Patologie renali e urinarie : insufficienza renale acuta, aumento della frequenza urinaria, nefrite interstiziale, sindrome nefrosica, ritenzione urinaria, oliguria, sindrome uremico–emolitica, dolore al fianco (con o senza ematuria +/– azotemia), poliuria, pollakiuria. Come con altri farmaci che inibiscono la sintesi delle prostaglandine possono verificarsi dopo una dose di Ketorolac, segni di insufficienza renale, come ad esempio, ma non solo, aumenti di creatinina e di potassio.

    Patologie cardiache : palpitazioni, bradicardia, scompenso cardiaca.

    Edema, ipertensione e insufficienza cardiaca sono state riportate in associazione al trattamento con FANS.

    Patologie vascolari : ipertensione, ipotensione, ematomi, rossore, pallore, emorragia della ferita post–operatoria, vampate di calore, vasodilatazione.

    Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l’uso dei coxib e di alcuni FANS (specialmente ad alti dosaggi e per trattamenti di lunga durata) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (per esempio infarto del miocardio o ictus). Sebbene Ketorolac non abbiamo dimostrato di aumentare gli eventi trombotici come l’infarto del miocardio, non ci sono dati sufficienti per escludere un rischio simile con Ketorolac.

    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella : infertilità femminile.

    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche : asma, dispnea, edema polmonare.

    Patologie epatobiliari : epatite, ittero colestatico, insufficienza epatica.

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo : dermatite esfoliativa, rash maculo–papulare, prurito, orticaria, porpora, angioedema, sudorazione, reazioni bollose inclusa la Sindrome di Stevens - Johnson e necrolisi tossica epidermica (molto rara).

    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo : mialgia.

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione : sete eccessiva, astenia, edema, reazioni in sede di iniezione, febbre,dolore toracico.

    Esami diagnostici : aumento del tempo di sanguinamento, aumento urea sierica, aumento della creatinina, alterazione dei test di funzionalità epatica.

    Anomalie di laboratorio : Vedere la sezione Post–Marketing (Effetti indesiderati).

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette.

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Etanolo, sodio cloruro, sodio idrossido, acqua per preparazioni iniettabili.

    Conservazione

    Tenere il medicinale fuori dalla vista e dalla portata dei bambini.

    Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dalla luce.