Principio attivo:Lisina acetilsalicilato
Gruppo terapeutico:Altri analgesici ed antipiretici
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:C
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutinePresente
LattosioPresente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • trattamento sintomatico degli episodi dolorosi acuti in corso
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    Posologia

    Nell’adulto da 1 a 4 flaconi al giorno, o secondo il giudizio del medico, per via endovenosa o intramuscolare. In presenza di accessi dolorosi particolarmente intensi, è consigliabile iniettare contemporaneamente due flaconi (FLECTADOL g 0,9) per via endovenosa.

    Il prodotto può essere diluito in soluzione fisiologica, glucosata, isoelettrica, destrano, soluzioni di Ringer e Darrow e somministrato per fleboclisi.

    Il dosaggio giornaliero può essere aumentato secondo il giudizio del medico.

    Nella preanestesia e nelle premedicazioni nel corso di esami endoscopici ed arteriografici il prodotto può essere associato ad atropina (un flacone di FLECTADOL 1 g/5 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile oppure due flaconi di FLECTADOL 500 mg/2,5 ml polvere e solvente per soluzione iniettabile e 1/4 di mg di atropina iniettati contemporaneamente per via endovenosa).

    Nel trattamento di pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita dal medico che dovrà valutare una eventuale riduzione dei dosaggi sopraindicati.

    Controindicazioni
  • acido acetilsalicilico
  • asma
  • gravidanza
  • malattia emorragica
  • metotrexato
  • antipiretiche
  • ulcere gastro-duodenali
  • bambini
  • età inferiore a sedici anni
  • salicilati
  • diuretica
  • diatesi emorragica
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    Interazioni
  • acido acetilsalicilico
  • clopidogrel
  • ticlopidina
  • inibitori dell’aggregazione piastrinica
  • eparina
  • anticoagulanti orali
  • trombolitici
  • analgesiche
  • metotrexato
  • anti-infiammatori non steroidei
  • eparine
  • altro medicinale
  • analgesico
  • benzbromarone
  • probenecid
  • uricosurico
  • antinfiammatorie
  • prostaglandine
  • antipertensivo
  • antiacidi
  • citalopram
  • fluoxetina
  • fluvoxamina
  • paroxetina
  • sertralina
  • ipoglicemizzanti
  • ciclosporina
  • tacrolimus
  • ibuprofene
  • nessuna
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    Avvertenze

    Questo medicinale non deve essere utilizzato nei bambini e nei ragazzi di età inferiore a 16 anni (vedere paragrafo 4.3 - Controindicazioni).

    I soggetti di età superiore ai 70 anni, soprattutto in presenza di terapie concomitanti, devono usare questo medicinale solo dopo aver consultato un medico.

    Se durante il trattamento compaiono vomito prolungato e profonda sonnolenza interrompere la somministrazione.

    L’impiego pre-operatorio può ostacolare l’emostasi intraoperatoria.

    Per la interazione con il metabolismo dell’acido arachidonico, il medicinale può determinare in asmatici e soggetti predisposti, crisi di broncospasmo ed eventualmente shock ed altri fenomeni allergici.

    Questo prodotto interferisce con la sintesi delle prostaglandine e di loro importanti intermedi, che sono partecipi di funzioni fisiologiche. Il medicinale, pertanto, richiede particolari precauzioni o se ne impone l’esclusione dall’uso allorchè nel paziente siano presenti le seguenti condizioni: stati di ipoperfusione del rene, malattie renali, insufficienza cardiaca.

    Utilizzare con prudenza nei pazienti con insufficienza epatica lieve e moderata.

    Questo medicinale non può essere considerato un semplice antidolorifico e richiede di essere impiegato sotto lo stretto controllo del medico. Inoltre, superato l’episodio doloroso acuto, è prudente passare all’impiego di preparazioni per uso non parenterale che, pur offrendo qualitativamente gli stessi effetti indesiderati, sono meno inclini ad indurre reazioni gravi.

    L’eventuale impiego del medicinale per un prolungato periodo di trattamento è consentito solo negli ospedali e case di cura.

    Le iniezioni devono essere eseguite secondo rigorose norme di sterilizzazione e asepsi.

    In caso di co-somministrazione con altri medicinali, al fine di evitare qualsiasi rischio di sovradosaggio, verificare che l’acido acetilsalicilico sia assente dalla composizione degli altri medicinali.

    È stata osservata sindrome di Reye, una malattia molto rara e pericolosa per la vita, in bambini e adolescenti con segni di infezione virale (in particolare varicella ed episodi simil-influenzali) che assumevano acido acetilsalicilico. Di conseguenza, l’acido acetilsalicilico deve essere somministrato a bambini e adolescenti in queste condizioni seguendo le avvertenze mediche, quando altri trattamenti hanno fallito. In caso di vomito persistente, disturbi della coscienza o comportamento anomalo, il trattamento con acido acetilsalicilico deve essere interrotto.

    Nei bambini di età inferiore a 1 mese, la somministrazione di acido acetilsalicilico è giustificata solo in situazioni specifiche e su prescrizione medica.

    In caso di somministrazione a lungo termine di analgesici a dosi elevate, l’insorgenza di mal di testa non deve essere trattata con dosi più alte.

    L’uso regolare di analgesici, in particolare la combinazione di analgesici, può condurre a persistenti lesioni renali, con rischio di insufficienza renale.

    In alcune forme gravi di deficit G6PD, alte dosi di acido acetilsalicilico possono provocare emolisi. In caso di deficit di G6PD, l’acido acetilsalicilico deve essere somministrato sotto controllo medico.

    Il monitoraggio del trattamento deve essere rafforzato nei seguenti casi:

    •  nei pazienti con storia di ulcera gastrica o duodenale, o sanguinamento gastrointestinale, o gastrite

    •  nei pazienti con insufficienza renale

    •  nei pazienti con insufficienza epatica

    •  nei pazienti con asma: il verificarsi di un attacco d’asma, in alcuni pazienti, può essere collegato ad una allergia ai farmaci anti-infiammatori non steroidei o all’acido acetilsalicilico, in questo caso, questo medicinale è controindicato (vedere paragrafo 4.3)

    •  nei pazienti con metrorragia o menorragia (rischio di aumentare il volume e la durata dei periodi mestruali)

    Sanguinamento o ulcere/perforazioni gastrointestinali possono verificarsi in qualsiasi momento durante il trattamento, senza necessariamente la presenza di segni recenti o di una storia nel paziente. Il rischio relativo aumenta nei soggetti anziani, nei soggetti con un basso peso corporeo, e nei pazienti in trattamento con anticoagulanti o inibitori dell’aggregazione piastrinica (vedere paragrafo 4.5). In caso di sanguinamento gastrointestinale, il trattamento deve essere sospeso immediatamente.

    In considerazione dell’effetto inibitorio dell’acido acetilsalicilico sull’aggregazione piastrinica, che si verifica anche a dosi molto basse e che persiste per diversi giorni, il paziente deve essere avvertito del rischio di emorragia in caso di intervento chirurgico, anche di carattere minore (es. estrazione dei denti).

    A dosi analgesiche o antipiretiche, l’acido acetilsalicilico inibisce l’escrezione di acido urico; alle dosi usate in reumatologia (dosi anti-infiammatorie), l’acido acetilsalicilico ha un effetto uricosurico.

    A dosi elevate utilizzate in reumatologia (dosi anti-infiammatorie), i pazienti devono essere monitorati per la possibile insorgenza di sintomi di sovradosaggio. In caso di ronzio nelle orecchie, difficoltà uditiva o vertigini, le modalità di trattamento devono essere rivalutate. Nei bambini, si raccomanda di monitorare per salicilismo, specialmente all’inizio del trattamento.

    L’uso di questo medicinale non è raccomandato durante l’allattamento (vedere paragrafo 4.6)

    Tenere fuori della portata dei bambini.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Basse dosi inferiori a 100 mg/die

    Gli studi clinici indicano che l’acido acetilsalicilico a dosi inferiori a 100 mg/die sembra essere sicuro solo in casi ostetrici estremamente limitati, che richiedono un monitoraggio specialistico.

    Dosi tra 100 e 500 mg/die

    Ci sono insufficienti dati clinici relativi all’uso di acido acetilsalicilico a dosi tra 100 mg/die e fino a 500 mg/die. Quindi, le raccomandazioni di seguito riportate per le dosi di 500 mg/die ed oltre si applicano anche a questo range di dosaggio (vedere paragrafo sottostante).

    Dosi di 500 mg/die ed oltre

    L’inibizione della sintesi di prostaglandine può interessare negativamente la gravidanza e/o lo sviluppo embrio/fetale.

    Risultati di studi epidemiologici suggeriscono un aumentato rischio di aborto e di malformazione cardiaca e di gastroschisi dopo l’uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine, nelle prime fasi della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazioni cardiache era aumentato da meno dell’1% fino a circa l’1,5%. È stato stimato che il rischio aumenta con la dose e la durata della terapia. Negli animali, la somministrazione di inibitori della sintesi di prostaglandine ha mostrato di provocare un aumento della perdita di pre e post-impianto e di mortalità embrione-fetale.

    Inoltre, un aumento di incidenza di varie malformazioni, inclusa quella cardiovascolare, è stato riportato in animali a cui erano stati somministrati inibitori della sintesi delle prostaglandine, durante il periodo organogenetico.

    Durante le prime 24 settimane di gravidanza, l’acido acetilsalicilico non deve essere somministrato se non in casi strettamente necessari.

    Se l’acido acetilsalicilico è usato da una donna in attesa di concepimento o durante le prime 24 settimane di gravidanza, la dose e la durata del trattamento devono essere mantenute le più basse possibili.

    Oltre le 24 settimane, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a:

    •  tossicità cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);

    •  disfunzione renale, che può progredire in insufficienza renale con oligo-idroamnios.

    Alla fine della gravidanza, la madre e il neonato possono presentare:

    •  prolungamento del tempo di sanguinamento a causa dell’inibizione dell’aggregazione piastrinica, che può manifestarsi anche dopo la somministrazione di dosi molto basse di acido acetilsalicilico

    •  inibizione delle contrazioni uterine risultanti in ritardo o prolungamento del travaglio.

    Conseguentemente, l’acido acetilsalicilico è controindicato durante il terzo trimestre di gravidanza (dopo le 24 settimane di gestazione) (vedere paragrafo 4.3).

    Nelle donne in stato di gravidanza od allattamento il prodotto va usato in caso di necessità e sotto il diretto controllo del medico.

    Allattamento

    L’acido acetilsalicilico passa nel latte materno: l’acido acetilsalicilico non è quindi raccomandato durante l’allattamento al seno (vedere paragrafo 4.4).

    Effetti Collaterali

    Le frequenze non possono essere stimate in modo attendibile sulla base dei dati disponibili. Pertanto le frequenze sono elencate come “non note”.

    Patologie del sistema emolinfopoietico

    Sindromi emorragiche (epistassi, sanguinamento delle gengive, porpora, ecc) con un aumento del tempo di sanguinamento.

    Il rischio di sanguinamento può persistere per 4-8 giorni dopo l’interruzione di acido acetilsalicilico. Esso può causare un aumentato rischio di emorragia in caso di intervento chirurgico. Possono anche verificarsi emorragia intracranica e gastrointestinale.

    Disturbi del sistema immunitario

    Reazioni di ipersensibilità, reazioni anafilattiche, asma, angioedema

    Patologie del sistema nervoso

    Mal di testa, vertigini, sensazione di perdita dell’udito, tinnito, che di solito sono indicativi di un sovradosaggio.

    Emorragia intracranica

    Patologie gastrointestinali

    Dolore addominale, emorragia gastrointestinale occulta o conclamata (ematemesi, melena, ecc) con conseguente anemia da carenza di ferro. Il rischio di sanguinamento è dose-dipendente. Ulcere e perforazioni gastriche.

    Patologie epatobiliari

    Aumento degli enzimi epatici, danno epatico, soprattutto epatocellulare.

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

    Orticaria, reazioni cutanee

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

    Sindrome di Reye (vedere paragrafo 4.4)

    Dolore e reazione locale della cute nel sito di somministrazione.

    Eccipienti

    Glicocolla

    Una fiala di solvente contiene: acqua per preparazioni iniettabili

    Conservazione

    Conservare a temperatura non superiore a +20° C.