Extavia (Novartis farma spa)

Soluzione iniett polv solv sc 15fl 250mcg/ml+15si

da1275.04 €
Principio attivo:Interferone beta 1b
Gruppo terapeutico:Immunostimolanti
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • rischio per lo sviluppo di una sclerosi multipla clinicamente definita
  • sclerosi multipla recidivante
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    Posologia

    La terapia con Extavia va iniziata sotto la supervisione di un medico esperto nel trattamento della malattia.

    Posologia

    Adulti e adolescenti di età compresa tra i 12 e i 17 anni

    La dose raccomandata di Extavia è di 250 mcg (8,0 milioni di UI), contenuti in 1 ml di soluzione ricostituita (vedere paragrafo 6.6), da iniettare sottocute a giorni alterni.

    In generale si raccomanda la titolazione della dose all’inizio del trattamento.

    Si consiglia di cominciare con 62,5 mcg (0,25 ml) per via sottocutanea a giorni alterni e di aumentare lentamente la dose fino a raggiungere 250 mcg (1,0 ml) a giorni alterni (vedere Tabella A). Il periodo di titolazione può essere modificato in caso di comparsa di una qualsiasi reazione avversa significativa. Per ottenere una buona efficacia è opportuno arrivare ad una dose di 250 mcg (1,0 ml) a giorni alterni.

    Tabella A: Schema di titolazione*

    Giorno di trattamento Dose Volume
    1, 3, 5 62,5 mcg 0,25 ml
    7, 9, 11 125 mcg 0,5 ml
    13, 15, 17 187,5 mcg 0,75 ml
    ≥19 250 mcg 1,0 ml

    * Il periodo di titolazione può essere modificato in caso di comparsa di una qualsiasi reazione avversa significativa.

    La dose ottimale non è stata chiaramente definita.

    Attualmente non è noto per quanto tempo il paziente debba essere trattato. Sono disponibili dati di follow–up raccolti nell’ambito di studi clinici controllati fino a 5 anni per pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante–remittente e fino a 3 anni per pazienti affetti da sclerosi multipla secondariamente progressiva. Nella sclerosi multipla recidivante–remittente è stata dimostrata l’efficacia del trattamento per i primi due anni. I dati disponibili per i restanti tre anni supportano l’efficacia del trattamento con Extavia per l’intero periodo.

    Nei pazienti che abbiano manifestato un singolo evento clinico indicativo di sclerosi multipla, l’efficacia è stata dimostrata per un periodo di tre anni.

    Il trattamento non è consigliato nei pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante–remittente che abbiano avuto meno di due recidive nei 2 anni precedenti o nei pazienti con sclerosi multipla secondariamente progressiva che non hanno presentato una forma attiva della malattia nei 2 anni precedenti.

    Se il paziente non risponde, per esempio si riscontra una progressione costante alla EDSS ("Expanded Disability Status Scale") per 6 mesi, o è necessaria la somministrazione per almeno 3 cicli di ormone adrenocorticotropo (ACTH) o di corticosteroidi nel corso di un anno malgrado la terapia con Extavia, il trattamento con Extavia deve essere interrotto.

    Popolazione pediatrica

    Non sono stati condotti studi clinici specifici o studi di farmacocinetica su bambini e adolescenti. Tuttavia i pochi dati pubblicati suggeriscono che il profilo di sicurezza negli adolescenti dai 12 ai 17 anni d’età che hanno assunto Extavia alla dose di 8,0 milioni di UI per via sottocutanea a giorni alterni è simile a quello osservato negli adulti. Non ci sono dati disponibili sull’uso di Extavia nei bambini al di sotto di 12 anni d’età e pertanto Extavia non deve essere utilizzato in questa tipologia di pazienti.

    Modo di somministrazione

    La soluzione ricostituita deve essere iniettata sottocute a giorni alterni.

    Per le istruzioni sulla ricostituzione del medicinale prima della somministrazione, vedere paragrafo 6.6.

    Controindicazioni
  • gravidanza
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    Interazioni
  • stati effettuati studi
  • interazione
  • noto
  • corticosteroidi
  • stato segnalato
  • antiepilettici
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    Avvertenze

    Disturbi del sistema immunitario

    La somministrazione di citochine a pazienti con preesistente gammopatia monoclonale è stata associata con lo sviluppo della sindrome da alterata permeabilità capillare sistemica, con sintomatologia shock–simile ed esito fatale.

    Patologie dell’apparato gastrointestinale

    Durante l’uso di Extavia sono stati osservati casi di pancreatite, spesso associata a ipertrigliceridemia.

    Patologie del sistema nervoso

    Extavia deve essere somministrato con prudenza nei pazienti che presentano o che hanno presentato disturbi depressivi, in particolare in quelli con precedenti di ideazione suicida (vedere paragrafo 4.3). È noto che la depressione e l’ideazione suicida si manifestano più frequentemente nei pazienti affetti da sclerosi multipla e in associazione all’uso di interferone. I pazienti in trattamento con Extavia devono segnalare immediatamente qualsiasi sintomo di depressione e/o ideazione suicida al medico. I pazienti che manifestino depressione devono essere strettamente monitorati durante la terapia con Extavia e trattati adeguatamente. Deve essere considerata la sospensione del trattamento con Extavia (vedere anche paragrafi 4.3 e 4.8).

    Extavia deve essere somministrato con cautela nei pazienti con pregressa storia di convulsioni, nei pazienti in trattamento con antiepilettici, e in particolare nei pazienti con epilessia che non sono adeguatamente controllati con antiepilettici (vedere paragrafi 4.5 e 4.8).

    Poiché questo medicinale contiene albumina umana, può comportare un rischio potenziale di trasmissione di malattie virali. Il rischio di trasmissione della malattia di Creutzfeld–Jacob (CJD) non può essere escluso.

    Test di laboratorio

    Nei pazienti con pregressa storia di disfunzione tiroidea si raccomanda di eseguire test di funzionalità tiroidea regolarmente o secondo indicazione clinica.

    Prima di iniziare il trattamento con Extavia e ad intervalli regolari in corso di terapia, oltre ai test di laboratorio normalmente richiesti per il monitoraggio di pazienti con sclerosi multipla devono essere effettuati una conta completa delle cellule ematiche ed una conta leucocitaria differenziale, una conta delle piastrine ed esami chimici del sangue, tra cui i test di funzionalità epatica (ad es. aspartato aminotransferasi o transaminasi sierica glutammico–ossalacetica (SGOT), alanina aminotransferasi o transaminasi sierica glutammico–piruvica (SGPT) e gamma glutamiltransferasi), da ripetere poi periodicamente in assenza di sintomi clinici.

    I pazienti con anemia, trombocitopenia o leucopenia (da sole o in qualsiasi combinazione) possono richiedere un monitoraggio più accurato della conta completa delle cellule ematiche, associata a conta differenziale e piastrinica. I soggetti che vanno incontro a neutropenia dovranno essere accuratamente monitorati per la possibile insorgenza di febbre o di infezioni. Si sono avute segnalazioni di trombocitopenia con notevole diminuzione della conta piastrinica.

    Patologie epatobiliari

    Aumenti asintomatici delle transaminasi sieriche, nella maggior parte dei casi leggere e transitorie, si sono verificati comunemente in pazienti trattati con Extavia durante gli studi clinici. Come per gli altri interferoni beta, casi di gravi lesioni epatiche, inclusa insufficienza epatica, sono stati riportati in pazienti trattati con Extavia. Gli eventi più gravi si sono presentati spesso in pazienti esposti ad altri medicinali o sostanze note per essere associate con epatotossicità o in presenza di condizione medica di comorbidità (per esempio malattia maligna metastatica, infezione grave e sepsi, abuso di alcool).

    I pazienti devono essere controllati per i sintomi di lesione epatica. Il riscontro di un innalzamento delle transaminasi sieriche richiede attenta sorveglianza ed analisi. Si raccomanda di prendere in considerazione la sospensione del trattamento con Extavia in caso di incremento significativo dei livelli o di presenza contemporanea di sintomi clinici, come ad esempio l’ittero. In assenza di evidenza clinica di un danno epatico e dopo normalizzazione dei livelli degli enzimi epatici, si può considerare di riprendere il trattamento effettuando un appropriato monitoraggio delle funzioni epatiche.

    Microangiopatia trombotica (TMA)

    Sono stati riferiti casi di TMA, che si manifesta come porpora trombotica trombocitopenica (TTP) o sindrome emolitico uremica (HUS), compresi casi fatali con prodotti a base di interferone–beta. Gli eventi sono stati segnalati in tempi diversi nel corso del trattamento e possono manifestarsi da diverse settimane a diversi anni dopo l’inizio del trattamento con interferone–beta. Le caratteristiche cliniche iniziali comprendono trombocitopenia, ipertensione di nuova insorgenza febbre, sintomi a carico del sistema nervoso centrale (ad es. confusione, paresi) e funzione renale compromessa. I risultati di laboratorio che suggeriscono la presenza di TMA comprendono la riduzione delle conte piastriniche, l’aumento della lattato–deidrogenasi (LDH) nel siero dovuto a emolisi e la presenza di schistociti (frammentazione degli eritrociti) su uno striscio ematico. Di conseguenza, se si osservano le caratteristiche cliniche della TMA, si raccomanda l’effettuazione di ulteriori esami dei livelli delle piastrine nel sangue, della LDH nel siero, degli strisci ematici e della funzione renale. Nel caso di diagnosi di TMA, è necessario il trattamento tempestivo (considerando lo scambio plasmatico) ed è raccomandata l’interruzione immediata di Extavia.

    Patologie renali e urinarie

    Si raccomanda di usare cautela e di monitorare attentamente i pazienti con grave insufficienza renale qualora venga loro somministrato interferone beta.

    Sindrome nefrosica

    Durante il trattamento con prodotti a base di inteferone beta sono stati segnalati casi di sindrome nefrosica con diverse nefropatie sottostanti, tra cui la glomerulosclerosi focale segmentaria collassante (collapsing focal segmental glomerulosclerosis, FSGS), la malattia a lesioni minime (minimal change disease, MCD), la glomerulonefrite membranoproliferativa (membranoproliferative glomerulonephritis, MPGN) e la glomerulopatia membranosa (membranous glomerulopathy, MGN). Gli eventi sono stati segnalati in tempi diversi durante il trattamento e possono manifestarsi dopo diversi anni di trattamento con interferone beta. Si raccomanda il monitoraggio periodico dei segni o sintomi precoci, quali ad esempio edema, proteinuria e compromissione della funzione renale, in particolare nei pazienti a maggior rischio di malattia renale. La sindrome nefrosica deve essere trattata tempestivamente e deve essere presa in considerazione l’interruzione del trattamento con Extavia.

    Patologie cardiache

    Extavia deve essere somministrato con cautela nei pazienti affetti da preesistenti alterazioni cardiache.

    I pazienti con significativi disturbi cardiaci preesistenti, ad esempio insufficienza cardiaca congestizia, malattia coronarica o aritmia, devono essere monitorati per il possibile peggioramento delle condizioni cardiache, in particolare all’inizio del trattamento con Extavia.

    Mentre Extavia non presenta nessuna tossicità cardiaca nota ad azione diretta, i sintomi della sindrome simil–influenzale associati agli interferoni beta possono rivelarsi stressanti per pazienti affetti da significativa malattia cardiaca preesistente. Durante il periodo successivo all’immissione in commercio molto raramente è stato riferito un peggioramento transitorio delle condizioni cardiache all’inizio della terapia con Extavia in soggetti con significativa malattia cardiaca preesistente.

    Sono stati riferiti casi di cardiomiopatia. Se ciò dovesse verificarsi e fosse sospettata una correlazione con Extavia, il trattamento deve essere interrotto.

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

    Si possono riscontrare reazioni serie di ipersensibilità (reazioni acute gravi come broncospasmo, anafilassi e orticaria). In presenza di reazioni gravi, Extavia deve essere sospeso e va istituito un intervento medico appropriato.

    Nei pazienti in trattamento con Extavia (vedere paragrafo 4.8), è stata riferita la comparsa di necrosi nella sede di iniezione. Questa può essere estesa e può interessare lo strato muscolare così come lostrato adiposo causando quindi la formazione di cicatrici. Occasionalmente sono necessari lo sbrigliamento e, meno frequentemente, un innesto cutaneo e la guarigione può richiedere fino a 6 mesi.

    Si debbono avvertire i pazienti di consultare il proprio medico prima di continuare il trattamento con Extavia qualora notino fissurazioni cutanee che possono essere associate con gonfiore o fuoriuscita di liquido dalla sede di iniezione.

    Nei pazienti con lesioni multiple Extavia deve essere interrotto fino a guarigione avvenuta. I pazienti con lesioni singole possono continuare il trattamento con Extavia a condizione che la necrosi non sia troppo estesa, poiché alcuni pazienti hanno riscontrato la guarigione delle lesioni cutanee necrotiche mentre erano ancora in trattamento con Extavia.

    Per ridurre al minimo il rischio di necrosi nella sede di iniezione è necessario informare il paziente di:

    – adottare tecniche di iniezione in asepsi

    – alternare le sedi di iniezione ad ogni somministrazione.

    L’incidenza delle reazioni nella sede d’iniezione può essere ridotta con un autoiniettore. Nello studio pilota con pazienti che abbiano manifestato un singolo evento clinico indicativo di sclerosi multipla, è stato usato un autoiniettore nella maggior parte dei casi. Le reazioni e le necrosi nel sito d’iniezione sono state osservate con minore frequenza in questo studio che negli altri studi pilota.

    Le procedure di autoiniezione devono essere riverificate periodicamente specialmente nel caso in cui si siano verificate reazioni nella sede d’iniezione.

    Immunogenicità

    Come per tutte le proteine per uso terapeutico, è presente un potenziale di immunogenicità. In studi clinici controllati, sono stati raccolti campioni di siero ogni tre mesi per monitorare lo sviluppo di anticorpi ad Extavia.

    Nei differenti studi clinici controllati il 23% – 41% dei pazienti ha sviluppato un’attività sierica neutralizzante per l’interferone beta–1b confermata da almeno due titolazioni positive consecutive; il 43% – 55% di questi pazienti è passato a uno stato negativo stabile degli anticorpi (basato su due titolazioni negative consecutive) durante il successivo periodo di osservazione dello studio.

    Lo sviluppo di attività neutralizzante è associato ad una riduzione dell’efficacia clinica solo per quanto riguarda l’insorgenza di recidive. Alcune analisi suggeriscono che questa riduzione di efficacia possa essere più pronunciata nei pazienti con alti livelli di attività neutralizzante.

    Nello studio condotto con pazienti che abbiano manifestato un singolo evento clinico indicativo di una sclerosi multipla, l’attività neutralizzante misurata ogni 6 mesi è stata riscontrata almeno una volta nel 32% (89) dei pazienti trattati subito con Extavia; il 60% (53) di questi pazienti è risultato negativo sulla base dell’ultima valutazione effettuata entro cinque anni. Durante questo periodo lo sviluppo di un’attività neutralizzante è risultato associato ad un significativo aumento di nuove lesioni attive e del volume di lesioni T2 alla risonanza magnetica. Tuttavia questo non è sembrato essere associato alla riduzione dell’efficacia clinica (definita come tempo di sviluppo di una sclerosi multipla clinicamente definita (CDMS), tempo di progressione confermata alla EDSS e tasso di ricadute).

    Nuovi eventi avversi non sono stati associati allo sviluppo dell’attività neutralizzante.

    È stato dimostrato in vitro che Extavia ha una reazione crociata con l’interferone beta naturale. Tuttavia, ciò non è stato indagato in vivo e il suo significato clinico è incerto.

    Ci sono pochi e incoerenti dati su pazienti che hanno sviluppato attività neutralizzante e che hanno completato il trattamento con Extavia.

    La decisione se proseguire o meno il trattamento deve essere basata sull’andamento clinico dellamalattia piuttosto che sulla positività agli anticorpi neutralizzanti.

    Eccipienti

    Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per ml, cioè è praticamente "senza sodio".

    Gravidanza

    Donne in età fertile

    Le donne in età fertile devono adottare adeguati metodi contraccettivi.

    Gravidanza

    Le informazioni relative all’uso di Extavia in gravidanza sono limitate. I dati disponibili indicano che può esserci un rischio maggiore di aborto spontaneo. L’inizio del trattamento durante la gravidanza è controindicato (vedere paragrafo 4.3). Se una paziente dà inizio ad una gravidanza o programma una gravidanza durante il trattamento con Extavia deve essere informata sui rischi potenziali e deve essere considerata la sospensione della terapia (vedere paragrafo 5.3). Nelle pazienti con un alto grado di recidive prima dell’inizio del trattamento, in caso di gravidanza deve essere valutato il rischio che si verifichi una recidiva grave in seguito alla sospensione di Extavia rispetto al possibile maggior rischio di aborto spontaneo.

    Allattamento

    Non è noto se l’interferone beta–1b sia escreto nel latte materno. A causa del rischio potenziale di reazioni avverse gravi nel lattante, occorre decidere se sospendere l’allattamento o il trattamento con Extavia.

    Fertilità

    Non sono stati condotti studi sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3).

    Effetti Collaterali

    Riassunto del profilo di sicurezza

    All’inizio del trattamento le reazioni avverse sono comuni, ma generalmente queste diminuiscono con la prosecuzione del trattamento. Le reazioni avverse osservate con maggiore frequenza comprendono un complesso sintomatologico simil–influenzale (febbre, brividi, artralgia, malessere generale, sudorazione, cefalea o mialgia), principalmente dovuti agli effetti farmacologici del medicinale. Dopo somministrazione di Extavia si sono verificate frequentemente reazioni nella sede di iniezione. Eritema, gonfiore, alterazioni del colorito della cute, infiammazione, dolore, ipersensibilità, necrosi e reazioni aspecifiche sono state associate significativamente al trattamento con 250 mcg (8,0 milioni di UI) di Extavia.

    In linea generale, si raccomanda una titolazione della dose all’inizio del trattamento al fine di aumentare la tollerabilità del Extavia (vedere paragrafo 4.2). I sintomi simil–influenzali possono essere ridotti anche con la somministrazione di medicinali antinfiammatori non steroidei. L’incidenza delle reazioni nel sito d’iniezione può essere ridotta con l’uso di un autoiniettore.

    Elenco delle reazioni avverse

    Nella seguente tabella viene usato il termine MedDRA più adatto per descrivere una determinata reazione, i suoi sinonimi e le patologie correlate.

    Il seguente elenco di eventi avversi si basa sui risultati degli studi clinici (Tabella 1, eventi avversi e anomalie degli esami di laboratorio) e sull’osservazione dell’utilizzo di Extavia nel periodo successivo alla commercializzazione (Tabella 2, frequenze – quando note – basate su studi clinici aggregati (molto comune 1/10, comune 1/100, <1/10, non comune 1/1.000, <1/100, raro 1/10.000, <1/1.000, molto raro <1/10.000)). L’esperienza con Extavia in pazienti con sclerosi multipla (SM) è limitata, quindi gli eventi avversi che si verificano molto raramente possono non essere stati ancora osservati.

    Tabella 1 Eventi avversi e anomalie degli esami di laboratorio con valori di frequenza ≥10% e le rispettive percentuali inferiori al placebo; effetti indesiderati associati in maniera significativa <10% sulla base delle segnalazioni derivanti dagli studi clinici

    Classificazione sistemica organica Evento avverso e anomalie degli esami di laboratorio Singolo evento indicativo di sclerosi multipla (BENEFIT) Sclerosi Multipla Secondariame nte Progressiva (Studio Europeo) Sclerosi Multipla Secondariame nte Progressiva (Studio Nord Americano) Sclerosi Multipla Recidivante– Remittente
    Extavia 250 mcg (Placebo) n=292 (n=176) Extavia 250 mcg (Placebo) n=360 (n=358) Extavia 250 mcg (Placebo) n=317(n=308) Extavia 250 mcg (Placebo) n=124 (n=123)
    Infezioni ed infestazioni
    Infezione 6% (3%) 13% (11%) 11% (10%) 14% (13%)
    Ascesso 0% (1%) 4% (2%) 4% (5%) 1% (6%)
    Patologie del sistema emolinfopoietico
    Diminuzione conta linfocitaria (<1500/mm³)x Δ° 79% (45%) 53% (28%) 88% (68%) 82% (67%)
    Diminuzione conta assoluta neutrofili. (<1500/mm³) x Δ * ° 11% (2%) 18% (5%) 4% (10%) 18% (5%)
    Diminuzione conta leucocitaria (<3000/mm³) * ° 11% (2%) 13% (4%) 13% (4%) 16% (4%)
    Linfoadenopatia 1% (1%) 3% (1%) 11% (5%) 14% (11%)
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione
    Glicemia ridotta (<55 mg/dl)x 3% (5%) 27% (27%) 5% (3%) 15% (13%)
    Disturbi psichiatrici
    Depressione 10% (11%) 24% (31%) 44% (41%) 25% (24%)
    Ansia 3% (5%) 6% (5%) 10% (11%) 15% (13%)
    Patologie del sistema nervoso
    Cefalea Δ 27% (17%) 47% (41%) 55% (46%) 84% (77%)
    Vertigini 3% (4%) 14% (14%) 28% (26%) 35% (28%)
    Insonnia 8% (4%) 12% (8%) 26% (25%) 31% (33%)
    Emicrania 2% (2%) 4% (3%) 5% (4%) 12% (7%)
    Parestesia 16% (17%) 35% (39%) 40% (43%) 19% (21%)
    Patologie dell’occhio
    Congiuntivite 1% (1%) 2% (3%) 6% (6%) 12% (10%)
    Anomalie della visione ^ 3% (1%) 11% (15%) 11% (11%) 7% (4%)
    Patologie dell’orecchio e del labirinto
    Otalgia 0% (1%) <1% (1%) 6% (8%) 16% (15%)
    Patologie cardiache
    Palpitazioni * 1% (1%) 2% (3%) 5% (2%) 8% (2%)
    Patologie vascolari
    Vasodilatazione 0% (0%) 6% (4%) 13% (8%) 18% (17%)
    Ipertensione ° 2% (0%) 4% (2%) 9% (8%) 7% (2%)
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Infezione delle vie respiratorie superiori 18% (19%) 3% (2%)    
    Sinusite 4% (6%) 6% (6%) 16% (18%) 36% (26%)
    Aumento della tosse 2% (2%) 5% (10%) 11% (15%) 31% (23%)
    Dispnea * 0% (0%) 3% (2%) 8% (6%) 8% (2%)
    Patologie gastrointestinali
    Diarrea 4% (2%) 7% (10%) 21% (19%) 35% (29%)
    Costipazione 1% (1%) 12% (12%) 22% (24%) 24% (18%)
    Nausea 3% (4%) 13% (13%) 32% (30%) 48% (49%)
    Vomito Δ 5% (1%) 4% (6%) 10% (12%) 21% (19%)
    Dolore addominale ° 5% (3%) 11% (6%) 18% (16%) 32% (24%)
    Patologie epatobiliari
    Aumento dell’alanina aminotransferasi (SGPT >5 volte il basale) x Δ* ° 18% (5%) 14% (5%) 4% (2%) 19% (6%)
    Aumento dell’aspartato aminotransferasi (SGOT >5 volte il basale) x Δ * ° 6% (1%) 4% (1%) 2% (1%) 4% (0%)
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Disturbi della pelle 1% (0%) 4% (4%) 19% (17%) 6% (8%)
    Rash Δ° 11% (3%) 20% (12%) 26% (20%) 27% (32%)
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Ipertonia ° 2% (1%) 41% (31%) 57% (57%) 26% (24%)
    Mialgia * ° 8% (8%) 23% (9%) 19% (29%) 44% (28%)
    Miastenia 2% (2%) 39% (40%) 57% (60%) 13% (10%)
    Dolore alla schiena 10% (7%) 26% (24%) 31% (32%) 36% (37%)
    Dolori alle estremità 6% (3%) 14% (12%)   0% (0%)
    Patologie renali e urinarie
    Ritenzione urinaria 1% (1%) 4% (6%) 15% (13%)
    Presenza di proteine nelle urine (>1+)x 25% (26%) 14% (11%) 5% (5%) 5% (3%)
    Frequenza della minzione 1% (1%) 6% (5%) 12% (11%) 3% (5%)
    Incontinenza urinaria 1% (1%) 8% (15%) 20% (19%) 2% (1%)
    Urgenza di minzione 1% (1%) 8% (7%) 21% (17%) 4% (2%)
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella
    Dismenorrea 2% (0%) <1% (<1%) 6% (5%) 18% (11%)
    Disturbi mestruali * 1% (2%) 9% (13%) 10% (8%) 17% (8%)
    Metrorragie 2% (0%) 12% (6%) 10% (10%) 15% (8%)
    Impotenza 1% (0%) 7% (4%) 10% (11%) 2% (1%)
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
    Reazione nella sede d’iniezione (di vario tipo) Δ * ° § 52% (11%) 78% (20%) 89% (37%) 85% (37%)
    Necrosi nella sede d’iniezione ° 1% (0%) 5% (0%) 6% (0%) 5% (0%)
    Sintomi simil–influenzali& Δ * ° 44% (18%) 61% (40%) 43% (33%) 52% (48%)
    Febbre ^*° 13% (5%) 40% (13%) 29% (24%) 59% (41%)
    Dolore 4% (4%) 31% (25%) 59% (59%) 52% (48%)
    Dolore toracico ° 1% (0%) 5% (4%) 15% (8%) 15% (15%)
    Edema periferico 0% (0%) 7% (7%) 21% (18%) 7% (8%)
    Astenia* 22% (17%) 63% (58%) 64% (58%) 49% (35%)
    Brividi Δ * ° 5% (1%) 23% (7%) 22% (12%) 46% (19%)
    Sudorazione * 2% (1%) 6% (6%) 10% (10%) 23% (11%)
    Malessere * 0% (1%) 8% (5%) 6% (2%) 15% (3%)

    Viene usato il termine MedDRA più adatto per descrivere una determinata reazione, i suoi sinonimi e le patologie correlate.

    x Anomalia esame di laboratorio

    Δ Associato in misura significativa al trattamento con Extavia in pazienti che abbiano manifestato un primo evento indicativo di SM, p<0,05

    * Associato in misura significativa al trattamento con Extavia per RRMS, p<0,05

    ° Associato in misura significativa al trattamento con Extavia per SPMS, p<0,05

    § Le reazioni del sito d’iniezione (diverse varianti) comprendono tutte le reazioni avverse a livello del sito d’iniezione, vale a dire: emorragie nel sito d’iniezione, ipersensibilità nel sito d’iniezione, infiammazione nel sito d’iniezione, ascesso a livello del sito d’iniezione, necrosi nel sito d’iniezione, dolore nel sito d’iniezione, reazioni nel sito d’iniezione, edema nel sito d’iniezione e atrofia nel sito d’iniezione

    & Il complesso di sintomi similinfluenzali comprende una sindrome influenzale e/o una combinazione di almeno due eventi avversi tra i seguenti: febbre, brividi, mialgia, malessere, sudorazione

    Tabella 2 Reazioni avverse identificate nel periodo successivo alla commercializazione (frequenze – dove note – calcolate sulla base di dati aggregati derivanti da studi clinici n=1.093)

    Classificazione sistemica organica Molto comune (≥1/10) Comune (≥1/100, <1/10) Non comune (≥1/1.000, <1/100) Raro (≥1/10.000, <1/1.000) Frequenza non nota
    Patologie del sistema emolinfopoietico   Anemia Trombocitopenia Microangiopatia trombotica, comprendente porpora trombotica trombocitopenica/sindrome emolitico uremica#  
    Disturbi del sistema immunitario       Reazioni anafilattiche Sindrome da alterata permeabilità capillare in gammopatia monoclonale pre– esistente*
    Patologie endocrine   Ipotiroidismo   Ipertiroidismo, Disturbi della tiroide  
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione   Aumento ponderale, diminuzione ponderale Aumento della trigliceridemia Anoressia*  
    Disturbi psichiatrici   Stato confusionale Tentativo di suicidio (vedere anche paragrafo 4.4), Instabilità emotiva    
    Patologie del sistema nervoso     Convulsioni    
    Patologie cardiache   Tachicardia   Cardiomiopatia*  
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche       Broncospasmo*  
    Patologie gastrointestinali       Pancreatite  
    Patologie epatobiliari   Aumento della bilirubinemia Aumento della gamma–glutamil– transferasi, Epatite Danno epatico (inclusa epatite), Insufficienza epatica*  
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo   Orticaria, Prurito, Alopecia Alterazione del colore della cute    
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Artralgia        
    Patologie renale e urinarie     Sindrome nefrosica, glomerulosclerosi (vedere paragrafo 4.4)*    
    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella   Menorragia      

    * Reazioni avverse relative solo al periodo successivo alla commercializzazione

    # Effetto di classe per i prodotti a base di interferone–beta (vedere paragrafo 4.4).

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione riportato nell’Allegato V.

    Eccipienti

    Polvere

    Albumina umana

    Mannitolo (E421)

    Solvente

    Sodio cloruro

    Acqua per preparazioni iniettabili

    Conservazione

    Non conservare a temperatura superiore ai 25° C.

    Non congelare.

    Per le condizioni di conservazione dopo la ricostituzione vedere paragrafo 6.3.