Enalapril id ran (Ranbaxy italia spa)

Compresse divisibili 14cpr 20+12,5

da4.40 €
Principio attivo:Enalapril maleato/idroclorotiazide
Gruppo terapeutico:Ace inibitori, associazioni
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ipertensione
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    Posologia

    Enalapril e Idroclorotiazide Ranbaxy 20 mg + 12,5 mg contiene enalapril maleato 20 mg ed idroclorotiazide 12,5 mg.

    Ipertensione

    È consigliabile iniziare la terapia con 1/2 compressa al giorno.

    Nell’ipertensione il dosaggio usuale è 1 compressa, somministrata una volta al giorno. Se necessario, il dosaggio può essere aumentato a 2 compresse, somministrate 1 volta al giorno.

    Terapia diuretica precedente

    In pazienti già in trattamento con diuretici, l’impiego di enalapril può determinare spiccate risposte ipotensive. In questi pazienti, se si rende necessaria l’associazione, è importante se possibile sospendere il diuretico qualche giorno prima di somministrare enalapril. Se ciò non fosse possibile è indispensabile iniziare la terapia con enalapril a bassi dosaggi (in genere 2,5 mg). In queste circostanze un’associazione a dosi fisse non risulta appropriata; essa può essere utilizzata in seguito quando la titolazione dei singoli componenti abbia dimostrato la necessità di dosaggi presenti nella compressa di Enalapril e Idroclorotiazide Ranbaxy.

    Dosaggi nell’insufficienza renale

    I tiazidi possono risultare diuretici inappropriati per l’uso in pazienti con compromissione renale e sono inefficaci con valori di clearance della creatinina di 30 ml/min o inferiori (cioè in presenza di insufficienza renale moderata o severa).

    In pazienti con clearance della creatinina >30 e <80 ml/min Enalapril e Idroclorotiazide Ranbaxy deve essere utilizzato solo dopo titolazione delle singole componenti. Quando impiegato da solo, la dose iniziale di enalapril maleato raccomandata nell’ insufficienza renale lieve è 5–10 mg.

    Uso pediatrico

    Nei bambini non sono state stabilite sicurezza ed efficacia.

    Uso negli anziani

    Non sono necessari aggiustamenti di dose negli anziani.

    Controindicazioni
  • idroclorotiazide
  • insufficienza renale
  • sulfamidico
  • gravidanza
  • insufficienza epatica
  • diabete mellito
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    Interazioni
  • agenti
  • antiipertensivi
  • ipotensivo
  • idroclorotiazide
  • nitroglicerina
  • nitrati
  • vasodilatatori
  • litio
  • diuretici tiazidici
  • antinfiammatori
  • antipertensivi
  • diuretico
  • agente
  • spironolattone
  • triamterene
  • amiloride
  • ipotensivi
  • anestetici
  • antidepressivi triciclici
  • antipsicotici
  • simpaticomimetici
  • antidiabetici
  • insuline
  • ipoglicemizzanti orali
  • ipoglicemizzante
  • trombolitici
  • beta–bloccanti
  • acido acetilsalicilico
  • tubocurarina
  • barbiturici
  • narcotici
  • insulina
  • antidiabetico
  • colestiramina
  • chinidina
  • procainamide
  • amiodarone
  • sotalolo
  • digitalici
  • digitale
  • furosemide
  • lassativi
  • magnesio
  • noradrenalina
  • amine pressorie
  • citostatici
  • ciclofosfamide
  • metotrexato
  • farmaci ipoglicemizzanti
  • alcool
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    Avvertenze

    Enalapril maleato–Idroclorotiazide

    Ipotensione e squilibrio elettrolitico

    Raramente è stata riscontrata ipotensione sintomatica nei pazienti con ipertensione non complicata. Nei pazienti ipertesi che assumono Enalapril e Idroclorotiazide Ranbaxy, l’ipotensione sintomatica è più probabile che si verifichi se il paziente è volume depleto, per esempio da trattamento con diuretici, dieta iposodica, diarrea o vomito (vedere paragrafi 4.5 e 4.8). In questi pazienti deve essere eseguita la misurazione degli elettroliti sierici ad intervalli regolari. Particolare attenzione deve essere posta ai pazienti con cardiopatia ischemica o cerebrovascolare nei quali un’eccessiva caduta pressoria potrebbe determinare infarto del miocardio o accidente cerebrovascolare. Nei pazienti con ipertesi con scompenso cardiaco, con o senza associazione di compromissione della funzione renale, è stata osservata ipotensione sintomatica.

    Se si verifica ipotensione, il paziente deve essere posto in posizione supina e, se necessario, ricevere un’infusione endovenosa di soluzione fisiologica. Una risposta ipotensiva transitoria non è una controindicazione ad ulteriori dosi, che di solito possono essere somministrate senza difficoltà una volta che la pressione arteriosa è riaumentata dopo l’espansione della volemia.

    Compromissione della funzione renale

    Enalapril e Idroclorotiazide Ranbaxy non deve essere somministrato a pazienti con compromissione della funzione renale (clearance della creatinina <80 ml/min. e >30 ml/min.) fino a che la titolazione di enalapril ha mostrato la necessità del dosaggio in questa formulazione (vedere paragrafo 4.2).

    Alcuni pazienti ipertesi senza alcuna apparente patologia renale preesistente, hanno sviluppato aumenti dell’urea ematica e della creatinina quando l’enalapril è stato somministrato in concomitanza ad un diuretico (vedere paragrafo 4.4 "Avvertenze speciali e precauzioni per l’uso" – Enalapril maleato – Compromissione della funzione renale); Idroclorotiazide – Compromissione della funzione renale). Se ciò accade, la terapia con Enalapril e Idroclorotiazide Ranbaxy deve essere interrotta. Questa circostanza può chiamare in causa la possibilità di una stenosi dell’arteria renale di base (vedere paragrafo 4.4 "Avvertenze speciali e precauzioni per l’uso" – Enalapril maleato – Ipertensione renovascolare).

    Iperkaliemia

    L’associazione di enalapril con un diuretico a basso dosaggio non può escludere la comparsa di iperkaliemia (vedere paragrafo 4.4. "Avvertenze speciali e precauzioni per l’uso" – Enalapril maleato – Iperkaliemia).

    Litio

    L’associazione di litio con enalapril e un diuretico, generalmente non è raccomandata (vedere paragrafo 4.5).

    Lattosio

    Enalapril e Idroclorotiazide Ranbaxy contiene meno di 200 mg di lattosio per compressa. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio–galattosio, non devono assumere questo medicinale.

    Enalapril maleato

    Stenosi aortica o della valvola mitrale/cardiomiopatia ipertrofica

    Come tutti i vasodilatatori, gli ACE–inibitori devono essere somministrati con cautela a pazienti con ostruzione del tratto di deflusso del ventricolo sinistro e devono essere evitati in caso di shock cardiogeno e ostruzione significativa dal punto di vista emodinamico.

    Compromissione della funzione renale

    L’insufficienza renale è stata riportata in associazione con l’enalapril e si è verificata principalmente in pazienti con insufficienza cardiaca grave e patologia renale di base, inclusa la stenosi dell’arteria renale. Se riconosciuta tempestivamente ed adeguatamente trattata, l’insufficienza renale associata alla terapia con enalapril è usualmente reversibile (vedere paragrafi 4.2 e 4.4 "Avvertenze speciali e precauzioni per l’uso" – Enalapril maleato–Idroclorotiazide, Compromissione della funzione renale; Idroclorotiazide, Compromissione della funzione renale).

    Ipertensione renovascolare

    In pazienti affetti da stenosi bilaterale dell’arteria renale o stenosi dell’arteria dell’unico rene funzionante trattati con ACE–inibitori c’è un rischio aumentato di ipotensione ed insufficienza renale. La perdita di funzione renale può avere luogo anche solo con lievi alterazioni della creatinina sierica. In questi pazienti la terapia deve essere iniziata sotto stretta sorveglianza medica e con monitoraggio della funzione renale.

    Trapianto di rene

    Non vi è esperienza clinica riguardante la somministrazione di enalapril in pazienti con trapianto di rene recente. Il trattamento con enalapril non è pertanto raccomandato.

    Pazienti in emodialisi

    L’uso di enalapril non è indicato nei pazienti che richiedono la dialisi per l’insufficienza renale. Sono state riportate reazioni anafilattoidi in pazienti dializzati con membrane ad alto flusso (ad es. AN 69) e trattati allo stesso tempo con un ACE inibitore. Per tali pazienti si deve prendere in considerazione l’uso di un diverso tipo di membrana dialitica o una classe differente di agenti antipertensivi.

    Insufficienza epatica

    Raramente gli ACE–inibitori sono stati associati con una sindrome che inizia con ittero colestatico o epatite e progredisce fino a necrosi epatica fulminante e (talvolta) decesso. Il meccanismo di tale sindrome non è noto. I pazienti che assumono ACE–inibitori e sviluppano ittero o marcati aumenti degli enzimi epatici devono interrompere l’ACE–inibitore ed essere sottoposti ad adeguato follow–up medico (vedere paragrafo 4.4 "Avvertenze speciali e precauzioni per l’uso" – Idroclorotiazide – Epatopatia).

    Neutropenia/agranulocitosi

    In pazienti trattati con ACE–inibitori sono state segnalate neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia. Nei pazienti con funzione renale normale e privi di complicazioni, la neutropenia si verifica raramente. L’enalapril deve essere utilizzato con estrema cautela in pazienti con patologie del collagene a livello vascolare, terapia immunosoppressiva, trattamenti con allopurinolo o procainamide o una associazione di questi fattori di complicazione, specie se vi è una preesistente compromissione della funzione renale. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni gravi che in alcuni casi non hanno risposto alla terapia antibiotica intensiva. In caso di utilizzazione di enalapril in questi pazienti, si consiglia il monitoraggio periodico dei leucociti ed i pazienti devono essere istruiti a riportare qualsiasi segno di infezione.

    Iperkaliemia

    In alcuni pazienti trattati con ACE–inibitori, incluso enalapril, sono stati osservati aumenti del potassio sierico. I pazienti a rischio di sviluppare iperkaliemia comprendono quelli con insufficienza renale, peggioramento della funzione renale, età maggione di 70 anni, diabete mellito, eventi intercorrenti in particolare disidratazione, scompenso cardiaco acuto, acidosi metabolica e uso concomitante di diuretici risparmiatori di potassio (per esempio spironolattone, eplerenone, triamterene o amiloride), integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio; o assunzione di altri farmaci associati con aumenti di potassio sierico (per es. eparina). L’uso di integratori di potassio, diuretici risparmiatori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio in particolare nei pazienti con compromissione della funzione renale possono portare ad un significativo aumento del potassio sierico. L’iperkaliemia può provocare grave aritmia, a volte fatale. Se si ritiene adeguato l’uso concomitante di enalapril o di qualsiasi farmaco sopra menzionato, si raccomanda di somministrarli con cautela con frequente monitoraggio del potassio sierico (vedere paragrafo 4.4 "Avvertenze speciali e precauzioni per l’uso" Enalapril maleato–Idroclorotiazide Iperkaliemia; Idroclorotiazide, Effetti metabolici ed endocrini e paragrafo 4.5).

    Pazienti diabetici

    I pazienti diabetici trattati con antidiabetici orali o insulina che iniziano il trattamento con un ACE–inibitore devono essere avvisati di controllare attentamente se si verifica ipoglicemia, specialmente durante il primo mese dell’uso in associazione (vedere paragrafo 4.4 "Avvertenze speciali e precauzioni per l’uso" Idroclorotiazide Effetti metabolici ed endocrini e paragrafo 4.5).

    Ipersensibilità/edema angioneurotico

    Edema angioneurotico del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe è stato riportato in pazienti trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, incluso enalapril maleato. Questo può verificarsi in qualsiasi momento durante il trattamento. In tali casi, Enalapril e Idroclorotiazide Ranbaxy deve essere prontamente sospeso e si deve istituire un appropriato monitoraggio per assicurarsi della completa regressione dei sintomi prima di dimettere il paziente. Anche nei casi in cui si manifesta solo edema a carico della lingua, senza sofferenza respiratoria, i pazienti possono richiedere una osservazione prolungata poiché il trattamento con corticosteroidi ed antistaminici può non essere sufficiente.

    Molto raramente, sono stati segnalati casi di decesso dovuti ad angioedema associato ad edema laringeo o edema della lingua. È probabile che i pazienti con coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe si verifichi ostruzione delle vie aeree, specialmente in caso di anamnesi positiva per chirurgia delle vie aeree. Qualora siano interessate lingua, glottide o laringe, ed è probabile che si verifichi un’ostruzione delle vie aeree, deve essere prontamente somministrata una appropriata terapia come adrenalina 1:1000 sottocute (da 0,3 a 0,5 ml) e/o deve essere assicurato il mantenimento della pervietà delle vie aeree.

    È stato riportato che pazienti di razza nera che ricevono ACE–inibitori, hanno mostrato un’incidenza più elevata di angioedema rispetto a quelli di razza non nera Tuttavia, generalmente i pazienti di razza nera mostrano un aumentato rischio di angioedema.

    Pazienti con anamnesi di angioedema non correlato alla terapia con ACE–inibitori, possono essere maggiormente a rischio di angioedema durante il trattamento con un ACE–inibitore (vedere anche paragrafo 4.3 ).

    Reazioni anafilattoidi durante desensibilizzazione agli imenotteri

    Raramente, pazienti in terapia con ACE–inibitori hanno riportato reazioni anafilattoidi pericolose per la vita, durante desensibilizzazione con veleno di imenotteri. Queste reazioni sono state evitate interrompendo temporaneamente la terapia con ACE–inibitori prima di ogni desensibilizzazione.

    Reazioni anafilattoidi in corso di aferesi LDL

    Raramente, alcuni pazienti in terapia con ACE–inibitori, sottoposti ad aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destran–solfato, hanno sviluppato reazioni anafilattoidi potenzialmente fatali. Tali reazioni sono state evitate con la temporanea interruzione della terapia con ACE–inibitori prima di ogni seduta di aferesi.

    Tosse

    Con l’impiego degli ACE–inibitori è stata riportata tosse. Tipicamente, la tosse è non produttiva, persistente e si risolve con la sospensione della terapia. La tosse indotta da ACE–inibitori deve essere presa in considerazione come parte della diagnosi differenziale della tosse.

    Chirurgia/Anestesia

    L’enalapril blocca la formazione di angiotensina II e, quindi, compromette la capacità di scompenso attraverso il sistema renina–angiotensina dei pazienti sottoposti ad interventi di alta chirurgia o ad anestesia con agenti che provocano ipotensione. L’ipotensione che si manifesta a causa di questo meccanismo può essere corretta mediante espansione della volemia (vedere paragrafo 4.5).

    Gravidanza e allattamento

    Durante la gravidanza non deve essere iniziata la terapia con gli ACE–inibitori. Se dovesse essere necessario continuare la terapia con ACE–inibitori, le pazienti che pianificano una gravidanza devono ricorrere ad un trattamento antipertensivo alternativo con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE–inibitori deve essere interrotto immediatamente, e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3. e 4.6).

    L’uso di enalapril non è raccomandato durante l’allattamento.

    Differenze etniche

    Come con altri inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, l’enalapril sembra essere meno efficace nel diminuire la pressione arteriosa nei pazienti di razza nera che in quelli di razza non nera, possibilmente a causa di una maggiore prevalenza di una condizione di bassa renina nella popolazione di razza nera ipertesa.

    Duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS)

    Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina–II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina–II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

    Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna. Gli ACE–inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina–II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

    Idroclorotiazide

    Compromissione della funzione renale

    I tiazidici possono non essere appropriati come diuretici nei pazienti con compromissione della funzione renale e sono inefficaci con valori della clearance della creatinina di, o inferiori, a 30 ml/min. (come l’insufficienza renale da grave a moderata) (vedere paragrafo 4.4 "Avvertenze speciali e precauzioni per l’uso", Enalapril maleato–Idroclorotiazide Compromissione della funzione renale; Enalapril maleato Compromissione della funzione renale).

    Epatopatia

    I tiazidici devono essere usati con cautela nei pazienti con compromissione della funzione epatica o progressiva epatopatia, poiché piccoli sbilanciamenti dei fluidi e dell’equilibrio elettrolitico possono precipitare il coma epatico (vedere paragrafo 4.4 "Avvertenze speciali e precauzioni per l’uso" Enalapril maleato, Compromissione della funzione epatica).

    Effetti metabolici ed endocrini

    La terapia tiazidica può alterare la tolleranza al glucosio. Può rendersi necessario un aggiustamento del dosaggio degli agenti antidiabetici, compresa l’insulina (vedere paragrafo 4.4 "Avvertenze speciali e precauzioni per l’uso", Enalapril maleato, Pazienti diabetici).

    La terapia con diuretici tiazidici può essere associata con un aumento dei livelli di colesterolo e trigliceridi; tuttavia, al dosaggio di 12,5 mg sono stati riportati effetti minimi o non è stato riportato alcun effetto.

    In alcuni pazienti il trattamento con tiazidi può precipitare un’iperuricemia e/o gotta.

    Tuttavia, l’enalapril può aumentare l’escrezione urinaria di acido urico e, quindi, attenuare l’effetto iperuricemico dell’idroclorotiazide.

    Come per i pazienti che seguono una terapia con diuretici, deve essere eseguita una misurazione periodica, a intervalli appropriati, degli elettrolitici sierici.

    I tiazidici (compreso l’idroclorotiazide) possono causare squilibrio idroelettrolitico (ipokaliemia, iponatriemia e alcalosi ipocloremica). I segni di allarme di squilibrio dei fluidi ed elettrolitico sono xerostomia, sete, debolezza, letargia, sonnolenza, agitazione, dolore muscolare o crampi, affaticamento muscolare, ipotensione, oliguria, tachicardia e disturbi gastrointestinali come nausea e vomito.

    Sebbene può svilupparsi ipokaliemia durante l’uso di diuretici tiazidici, una terapia concomitante con enalapril può ridurre l’ipokaliemia provocata dai diuretici. Il rischio di ipokaliemia è più alto nei pazienti con cirrosi epatica, intensa diuresi, insufficiente apporto orale di elettroliti e nei pazienti in terapia concomitante con corticosteroidi o ACTH (vedere paragrafo 4.5).

    Nei periodi di caldo nei pazienti edematosi può svilupparsi iponatriemia. La carenza di cloruro è generalmente lieve e di solito non richiede trattamento.

    I tiazidici possono diminuire l’escrezione urinaria di calcio e causare aumenti lievi e intermittenti della calcemia in assenza di disturbi noti del metabolismo del calcio. Un’iperkalcemia marcata può svelare un iperparatiroidismo latente. La terapia tiazidica deve essere sospesa prima che vengano effettuate le prove di funzionalità paratiroidea.

    I tiazidici hanno mostrato di aumentare l’escrezione urinaria del magnesio, che può causare ipomagnesiemia.

    Antidoping

    L’idroclorotiazide contenuto in questo medicinale può costituire doping e può determinare positività ai test anti–doping.

    Ipersensibilità

    Nei pazienti in trattamento con tiazidici, reazioni di ipersensibilità possono manifestarsi con o senza storia di allergia o asma bronchiale. Con l’uso dei tiazidici è stata osservata l’esacerbazione o l’attivazione del lupus eritematoso sistemico.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Ace–Inibitori

    L’uso di ACE–inibitori non è raccomandato nel primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso di ACE–inibitori è controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenità a seguito dell’esposizione ad ACE–inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha fornito risultati conclusivi; tuttavia non può essere escluso un piccolo aumento del rischio. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con un comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE–inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE–inibitori deve essere immediatamente interrotto, e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.

    È noto nella donna l’esposizione ad ACE–inibitori durante il secondo e terzo trimestre induce feto tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo dell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3).

    Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE–inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio. I lattanti le cui madri hanno assunto ACE–inibitori, devono essere strettamente osservati per lo sviluppo di ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    L’esposizione prolungata ad idroclorotiazide durante il terzo trimestre di gravidanza può causare una ischemia feto–placentale e un ritardo nella crescita. Sono stati inoltre riportati rari casi di ipoglicemia e trombocitopenia nei neonati dopo esposizione in prossimità del parto. Può anche verificarsi ittero neonatale.

    L’idroclorotiazide può ridurre il volume plasmatico ed il flusso ematico uteroplacentale.

    Idroclorotiazide

    Vi è un’esperienza limitata sull’uso di idroclorotiazide in gravidanza, specialmente durante il primo trimestre. Gi studi condotti sugli animali sono insufficienti. L’idroclorotiazide attraversa la placenta. Sulla base del meccanismo farmacologico di azione di idroclorotiazide, il suo uso, durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza, può compromettere la perfusione feto–placentare e può causare effetti al feto e al neonato come ittero, squilibrio dei livelli elettrolitici e trombocitopenia.

    L’idroclorotiazide non deve essere usato per edema gestazionale, ipertensione gestazionale o preeclampsia a causa del rischio di diminuzione del volume plasmatico e di ipoperfusione placentare senza un effetto benefico sul corso della malattia.

    L’idroclorotiazide non deve essere usato per ipertensione essenziale nelle donne in gravidanza eccetto che in rari casi nei quali non può essere utilizzato nessun altro trattamento.

    Allattamento

    Enalapril

    Dati limitati di farmacocinetica dimostrano concentrazioni molto basse nel latte materno (vedere paragrafo 5.2). Sebbene queste concentrazioni sembrano essere clinicamente irrilevanti, l’uso di Enalapril e Idroclorotiazide Ranbaxy non è raccomandato durante l’allattamento al seno di neonati pretermine e nelle prime settimane dopo il parto a causa del rischio ipotetico di effetti cardiovascolari e renali e perché non vi è sufficiente esperienza clinica. Nel caso di un neonato più grande, si può considerare l’uso di Enalapril e Idroclorotiazide Ranbaxy per la madre che allatta al seno se questo trattamento è ritenuto necessario per la madre e il neonato viene seguito per la possibile comparsa di effetti avversi.

    Idroclorotiazide

    L’idroclorotiazide è escreto in piccole quantità nel latte materno. I tiazidici ad alte dosi causano intensa diuresi che può inibire la produzione di latte. L’uso di Enalapril e Idroclorotiazide Ranbaxy non è raccomandato durante l’allattamento al seno.

    Se Enalapril e Idroclorotiazide Ranbaxy è usato durante l’allattamento al seno, le dosi devono essere mantenute più basse possibili.

    Effetti Collaterali

    Gli effetti indesiderati riportati con Enalapril e Idroclorotiazide Ranbaxy, enalapril o idroclorotiazide da soli sia durante gli studi clinici che dopo la commercializzazione del medicinale, comprendono:

    molto comune (>1/10); comune (>1/100, <1/10); non comune (>1/1000, <1/100); raro (>1/10.000, <1/1000); molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

    Patologie del sistema emolinfopoietico

    Non comune: anemia (comprese anemia aplastica ed emolitica).

    Raro: neutropenia, diminuzione dell’emoglobina, diminuzione dell’ematocrito, trombocitopenia, agranulocitosi, depressione midollare, leucopenia, pancitopenia, linfoadenopatia, malattie autoimmuni.

    Patologie endocrine

    Non nota: sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico (SIADH).

    Disturbi del metabolismo e della nutrizione

    Comune: ipokaliemia, aumento del colesterolo, aumento dei trigliceridi, iperuricemia.

    Non comune: ipoglicemia (vedere paragrafo 4.4), ipomagnesiemia, gotta

    Raro: aumento del glucosio ematico.

    Molto raro: ipercalcemia (vedere paragrafo 4.4).

    Patologie del sistema nervoso e disturbi psichiatrici

    Comune: cefalea, depressione, sincope, alterazione del gusto.

    Non comune: confusione, sonnolenza, insonnia, nervosismo, parestesie, vertigini, diminuzione della libido*

    Raro: alterazioni dell’attività onirica, disturbi del sonno, paresi (dovuta a ipokaliemia).

    Patologie dell’occhio

    Molto comune: visione offuscata.

    Patologie dell’orecchio e del labirinto

    Non comune: tinnito

    Patologie cardiache e vascolari

    Molto comune: capogiro.

    Comune: ipotensione, ipotensione ortostatica, alterazione del ritmo cardiaco,, angina pectoris, tachicardia.

    Non comune: vampate, palpitazioni, infarto del miocardio o accidente cerebrovascolare, possibilmente secondario a ipotensione eccessiva in pazienti ad alto rischio (vedere paragrafo 4.4)

    Raro: fenomeno di Raynaud.

    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

    Molto comune: tosse.

    Comune: dispnea.

    Non comune: rinorrea, laringodinia e raucedine, broncospasmo/asma.

    Raro: infiltrati polmonari, sindrome da distress (incluse polmonite ed edema polmonare), rinite, alveolite allergica/polmonite eosinofila.

    Patologie gastrointestinali

    Molto comune: nausea.

    Comune: diarrea, dolore addominale.

    Non comune: ileo, pancreatite, vomito, dispepsia, stipsi, anoressia, irritazioni gastriche, secchezza delle fauci, ulcera peptica, flatulenza.

    Raro: stomatite/ulcere aftose, glossite.

    Molto raro: angioedema intestinale.

    Patologie epatobiliari

    Raro: insufficienza epatica, necrosi epatica (potenzialmente fatale), epatite epatocellulare o colestatica, ittero, colecistite (in particolare in pazienti con colelitiasi preesistente).

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

    Comune: eruzione cutanea (esantema)

    Ipersensibilità/edema angioneurotico: sono stati riportati edema angioneurotico del volto, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe (vedere paragrafo 4.4).

    Non comune: diaforesi, prurito, orticaria, alopecia.

    Raro: eritema multiforme, sindrome di Stevens–Johnson, dermatite esfoliativa, necrolisi epidermica tossica, porpora, lupus eritematoso cutaneo, eritroderma, pemfigo.

    È stato riportato un complesso sintomatologico che può includere alcune o tutte le seguenti condizioni: febbre, sierosite, vasculite, mialgia/miosite, artralgia/artrite, positività per gli anticorpi antinucleo, VES elevata, eosinofilia e leucocitosi. Possono verificarsi eruzione cutanea, fotosensibilità o altre manifestazioni dermatologiche.

    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

    Comune: crampi muscolari.

    Non comune: artralgia.

    Patologie renali e urinarie

    Non comune: disfunzione renale, insufficienza renale, proteinuria.

    Raro: oliguria, nefrite interstiziale.

    Patologie dell’ apparato riproduttivo e della mammella

    Non comune: impotenza.

    Raro: ginecomastia.

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

    Molto comune: astenia.

    Comune: dolore toracico, stanchezza.

    Non comune: malessere, febbre.

    Esami diagnostici

    Comune: iperkaliemia, aumenti della creatinina sierica.

    Non comune: aumenti della uremia, iponatremia.

    Raro: aumenti degli enzimi epatici, aumenti della bilirubinemia.

    Eccipienti

    Sodio bicarbonato; lattosio monoidrato; ferro ossido giallo; amido di mais; amido di mais pregelatinizzato; magnesio stearato.

    Conservazione

    Conservare a temperatura non superiore a 30° C.