Carvedilolo rat (Teva italia srl)

Compresse rivestite divisibili 28cpr 6,25mg

Principio attivo:Carvedilolo
Gruppo terapeutico:Betabloccanti
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutinePresente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • insufficienza cardiaca
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    Posologia

    Per uso orale.

    Ipertensione Essenziale

    Nel trattamento dell’ipertensione il carvedilolo può essere utilizzato in monoterapia o in associazione con altri antiipertensivi in particolare con i diuretici tiazidici. Si consiglia la somministrazione di una dose singola giornaliera, tuttavia la massima dose singola raccomandata è 25 mg e la dose massima giornaliera raccomandata è 50 mg.

    Adulti

    La dose raccomandata iniziale è di 12,5 mg una volta al giorno per i primi due giorni. In seguito, il trattamento è continuato con una dose di 25 mg al giorno. Se necessario la dose può essere ulteriormente aumentata ogni due settimane o più raramente.

    Anziani

    La dose iniziale raccomandata nell’ipertensione è 12,5 mg una volta al giorno che può anche essere sufficiente per il proseguimento del trattamento. Tuttavia se la risposta a questa dose fosse inadeguata, la dose può essere successivamente aumentata progressivamente a intervalli di due settimane o più raramente.

    Angina pectoris cronica stabile

    Si raccomanda di somministrare il farmaco due volte al giorno.

    Adulti

    La dose iniziale è di 12,5 mg per due volte al giorno per i primi due giorni. In seguito il trattamento è continuato alla dose di 25 mg due volte al giorno. Se necessario la dose può essere successivamente aumentata progressivamente a intervalli di due settimane o più raramente fino alla dose massima raccomandata di 100 mg al giorno divisa in due dosi (due volte al giorno).

    Anziani

    La dose iniziale è di 12,5 mg per due volte al giorno per i primi due giorni. Quindi il trattamento è continuato alla dose di 25 mg due volte al giorno, che è la dose giornaliera massima raccomandata.

    Insufficienza cardiaca

    Carvedilolo viene utilizzato nell’insufficienza cardiaca moderata e/o severa in aggiunta alla terapia base convenzionale con diuretici, ACE inibitori, digitale e/o vasodilatatori. Il paziente deve essere clinicamente stabile (nessuna modifica della classe NYHA, nessuna ospedalizzazione dovuta all’insufficienza cardiaca) e la terapia base deve essere stabile per almeno 4 settimane prima del trattamento. Inoltre, il paziente deve avere una frazione d’eiezione del ventricolo sinistro ridotta ed il ritmo cardiaco deve essere >50 battiti per minuto e la pressione sistolica >85 mmHg (vedere paragrafo 4.3 "Controindicazioni").

    La dose iniziale è 3,125 mg due volte al giorno per due settimane. Se questa dose viene tollerata, la dose può essere aumentata lentamente a intervalli non minori di due settimane fino a 6,25 mg due volte al giorno, poi fino a 12,5 mg due volte al giorno e quindi fino a 25 mg due volte al giorno. Il dosaggio deve essere aumentato al livello massimo tollerato.

    In caso di insufficienza cardiaca non severa, il dosaggio massimo raccomandato è 25 mg due volte al giorno per i pazienti con peso corporeo minore di 85 kg e 50 mg due volte al giorno per i pazienti con peso corporeo maggiore di 85 kg. L’aumento della dose fino a 50 mg due volte al giorno deve essere eseguito sotto attenta sorveglianza medica del paziente.

    Il peggioramento transitorio dei sintomi dell’insufficienza cardiaca può avvenire all’inizio del trattamento o a causa dell’aumento della dose, specialmente nei pazienti con insufficienza cardiaca severa e/o in trattamento con diuretici ad alte dosi. Questo peggioramento di solito non richiede l’interruzione della terapia, ma la dose non deve essere aumentata. Il paziente deve essere monitorato da un medico/cardiologo, per due ore, dopo l’inizio del trattamento o l’aumento della dose. Prima di ogni aumento del dosaggio, il paziente deve eseguire un esame volto a rilevare sintomi potenziali del peggioramento dell’insufficienza cardiaca o sintomi della vasodilatazione eccessiva (per esempio, funzione renale, peso corporeo, pressione sanguigna, ritmo e battito cardiaco). Il peggioramento dell’insufficienza cardiaca o la ritenzione dei liquidi viene trattata aumentando la dose del diuretico mentre la dose del carvedilolo non può essere aumentata fino alla stabilizzazione delle condizioni del paziente. In caso di comparsa di bradicardia o in caso di prolungamento della conduzione atrio–ventricolare, deve essere monitorato il livello di digossina. Occasionalmente può essere necessario ridurre il dosaggio di carvedilolo o interrompere temporaneamente il trattamento. Anche in questi casi, l’aggiustamento del dosaggio di carvedilolo può proseguire con successo.

    Funzionalità renale, piastrine e glucosio (in caso di NIDDM e/o IDDM) devono essere monitorati regolarmente durante l’aggiustamento del dosaggio. Tuttavia, dopo l’aggiustamento del dosaggio la frequenza del monitoraggio può essere ridotta.

    Nel caso in cui il carvedilolo è stato interrotto per più di due settimane, la terapia deve essere ripresa con 3,125 mg due volte al giorno ed aumentata gradualmente come descritto sopra.

    Insufficienza renale

    Il dosaggio deve essere definito individualmente per ogni paziente, sebbene non c’è evidenza in base ai parametri farmacocinetici che l’aggiustamento della dose di carvedilolo sia necessario nei pazienti con insufficienza renale.

    Pazienti con disfunzione epatica moderata

    Può essere necessario l’aggiustamento della dose.

    Bambini e adolescenti (< 18 anni)

    Ci sono dati insufficienti sull’efficacia e la sicurezza di carvedilolo.

    Anziani

    Gli anziani possono essere più suscettibili agli effetti del carvedilolo e quindi devono essere monitorati più attentamente.

    Come per gli altri betabloccanti e specialmente in pazienti con patologia delle arterie coronarie, l’interruzione di carvedilolo deve essere fatta gradualmente (vedere 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego).

    Modo di somministrazione

    Le compresse devono essere prese con adeguata quantità di liquido. Non è necessario prendere le compresse durante il pasto. Comunque, si raccomanda che i pazienti con insufficienza cardiaca assumano le comprese durante i pasti per rallentare l’assorbimento e ridurre il rischio dell’ipotensione ortostatica.

    Controindicazioni
  • broncospasmo
  • asma
  • verapamil
  • diltiazem
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    Interazioni
  • digossina
  • digitossina
  • ciclosporina
  • dopo
  • rifampicina
  • barbiturici
  • cimetidina
  • ketoconazolo
  • fluoxetina
  • aloperidolo
  • verapamil
  • eritromicina
  • interazione
  • reserpina
  • guanetidina
  • metildopa
  • inibitori delle monoamine ossidasi
  • ipotensivo
  • antiipertensivi
  • antiipertensiva
  • fenotiazine
  • antidepressivi triciclici
  • agenti
  • vasodilatatori
  • alcol
  • clonidina
  • betabloccanti
  • ipotensivi
  • antiaritmici
  • stati segnalati
  • diltiazem
  • verapamile
  • amiodarone
  • calcioantagonisti
  • beta–bloccanti
  • insulina
  • antidiabetici
  • ipoglicemizzanti orali
  • anestetici
  • estrogeni
  • corticosteroidi
  • antiipertensivo
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    Avvertenze

    Avvertenze da considerare in pazienti con insufficienza cardiaca congestizia

    Nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica il carvedilolo deve essere somministrato principalmente in aggiunta ai diuretici, ACE inibitori, digitale e/o vasodilatatori. L’inizio della terapia deve essere posto alla supervisione di un medico ospedaliero. La terapia deve essere iniziata soltanto se il paziente viene stabilizzato tramite terapia base convenzionale per almeno 4 settimane. Pazienti con insufficienza cardiaca severa, riduzione dei sali e del volume, gli anziani o i pazienti con pressione arteriosa bassa devono essere monitorati per circa due ore dopo la prima dose o dopo l’aumento della dose in quanto può seguire l’ipotensione. L’ipotensione dovuta all’eccessiva vasodilatazione va inizialmente trattata riducendo la dose del diuretico. Se i sintomi persistono, si può ridurre la dose dell’ACE–inibitore. All’inizio della terapia o durante l’aggiustamento del Carvedilolo può comparire il peggioramento dell’insufficienza cardiaca o la ritenzione dei liquidi. In questi casi, la dose del diuretico deve essere aumentata e la dose di carvedilolo non deve essere aumentata fino al raggiungimento della stabilità clinica. Occasionalmente potrebbe essere necessario ridurre la dose di carvedilolo o interrompere il trattamento.

    Nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica trattata con digitale, carvedilolo deve essere somministrato con cautela, in quanto digitalici e carvedilolo prolungano il tempo di conduzione AV (vedere 4.5 Interazione con altri medicinali e altre forme d’interazione).

    Funzionalità renale nell’insufficienza cardiaca congestizia

    Nei pazienti con insufficienza cardiaca con pressione arteriosa bassa (pressione sistolica <100 mmHg), con cardiopatia ischemica, malattia vascolare diffusa e/o insufficienza renale sottostante è stato osservato durante la terapia con Carvedilolo un reversibile deterioramento della funzionalità renale. Nei pazienti con insufficienza cardiaca con tali fattori di rischio, la funzione renale deve essere monitorata durante l’aggiustamento del dosaggio di Carvedilolo. Qualora si verificasse un significativo peggioramento della funzione renale, la dose del Carvedilolo deve essere ridotta oppure la terapia deve essere interrotta.

    Disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto acuto del miocardio

    Prima dell’inizio del trattamento con carvedilolo il paziente deve essere clinicamente stabile e deve aver ricevuto un ACE inibitore almeno per le 48 ore precedenti e la dose dell’ACE inibitore deve essere stabile almeno dalle 24 ore precedenti.

    Broncopneumopatia cronica ostruttiva

    Carvedilolo deve essere somministrato nei pazienti con patologia polmonare ostruttiva cronica (BPCO) con tendenze di broncospasmo che non sono trattati con medicinali orali o per inalazione solo nel caso che i benefici attesi superino i possibili rischi.

    Nei pazienti con una tendenza a broncospasmo, può verificarsi una sofferenza respiratoria a seguito di un possibile aumento della resistenza delle vie aeree.

    I pazienti devono essere monitorati attentamente nella fase iniziale e quella dell’aggiustamento di carvedilolo e, nel caso di broncospasmo, la dose di carvedilolo deve essere ridotta.

    Diabete

    Carvedilolo può mascherare o attenuare i segni precoci e i sintomi dell’ipoglicemia acuta. In seguito all’uso di carvedilolo può occasionalmente verificarsi un’alterata compensazione della glicemia in pazienti con diabete mellito e insufficienza cardiaca. Quindi, nei pazienti diabetici che prendono carvedilolo è richiesto un monitoraggio attento tramite controlli regolari della glicemia, specialmente durante l’aggiustamento della dose e la regolazione della terapia antidiabetica secondo la necessità (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione). I livelli della glicemia devono essere monitorati attentamente anche dopo un prolungato periodo di digiuno.

    Tireotossicosi

    Carvedilolo può mascherare i sintomi della tireotossicosi.

    Bradicardia

    Carvedilolo può causare bradicardia. Qualora ci fosse una riduzione della frequenza del polso a meno di 55 battiti al minuto, la dose di carvedilolo deve essere ridotta.

    Uso concomitante di calcio antagonisti

    Quando carvedilolo viene utilizzato in concomitanza con i calcio–antagonisti quali verapamil e diltiazem o con altri antiaritmici, specificatamente l’amiodarone, devono essere monitorati la pressione arteriosa e l’ECG del paziente. La somministrazione endovenosa concomitante deve essere evitata (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).

    Cimetidina deve essere somministrata in modo concomitante soltanto con cautela in quanto possono aumentare gli effetti di carvedilolo (vedere 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione).

    Lenti a contatto

    E’ necessario informare i soggetti portatori di lenti a contatto della possibilità di ridotta secrezione lacrimale.

    Ipersensibilità

    Nella somministrazione del carvedilolo è opportuno prestare attenzione a pazienti con una storia di gravi reazioni d’ipersensibilità e in quelli sottoposti a terapia di desensibilizzazione, in quanto i betabloccanti possono aumentare sia la sensibilità verso gli allergeni sia la gravità delle reazioni anafilattiche.

    Psoriasi

    Bisogna prestare cautela nella prescrizione dei betabloccanti a pazienti con psoriasi in quanto le reazioni cutanee possono aggravarsi. Tali pazienti devono assumere carvedilolo solo dopo aver considerato il rapporto rischio/beneficio.

    Malattia vascolare periferica e fenomeno di Raynaud

    Il carvedilolo deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con malattia vascolare periferica in quanto i betabloccanti possono aggravare i sintomi della patologia. Lo stesso vale anche per i pazienti che soffrono della sindrome di Raynaud in quanto possono verificarsi un’esacerbazione o un aggravamentodei sintomi.

    I pazienti che sono metabolizzatori lenti della debrisochina devono essere monitorati attentamente durante l’inizio della terapia (vedere 5.2 Proprietà farmacocinetiche).

    Vista la limitata esperienza clinica, il carvedilolo non deve essere somministrato in pazienti con ipertensione labile o secondaria, ortostasi, cardiopatia infiammatoria acuta, ostruzione emodinamica importante delle valvole cardiache o polmonare del tratto di efflusso, periferici arteriopatia periferica in fase finale, trattamento concomitante con gli antagonisti dei recettori alfa–1 oppure gli agonisti dei recettori alfa–2.

    Feocromocitoma

    Nei pazienti con feocromocitoma, è necessario somministrare un agente alfabloccante prima dell’uso di qualsiasi agente betabloccante. Sebbene carvedilolo eserciti blocco alfa e beta non esiste esperienza sufficiente in questa malattia, pertanto viene raccomandata cautela in questi pazienti.

    Carvedilolo deve essere somministrato con cautela nei pazienti con blocco cardiaco di primo grado a causa della sua azione dromotropica negativa.

    Angina variante di Prinzmetal

    Le sostanze con attività betabloccante non selettiva possono provocare dolore toracico nei pazienti con angina variante di Prinzmetal. Non esiste esperienza clinica con carvedilolo in questi pazienti, sebbene l’attività alfa bloccante di carvedilolo possa prevenire questi sintomi. Tuttavia, è necessaria cautela nella somministrazione di carvedilolo ai pazienti con sospetta angina variante di Prinzmetal.

    Anestesia e chirurgia maggiore

    I betabloccanti riducono il rischio della comparsa delle aritmie durante l’anestesia, tuttavia possono aumentare il rischio dell’ipotensione. Quindi, deve essere usata molta cautela in pazienti sottoposti a chirurgia generale, a causa degli effetti sinergici inotropi negativi dei farmaci anestetici e del carvedilolo. Tuttavia, studi più recenti suggeriscono un beneficio dei betabloccanti nella prevenzione della patologia cardiaca peri–operatoria e nella riduzione dell’incidenza delle complicazioni cardiovascolari.

    Sindrome da astinenza

    Come gli altri betabloccanti, carvedilolo non deve essere interrotto improvvisamente. La terapia con carvedilolo deve essere interrotta gradualmente entro due settimane, per esempio riducendo la dose giornaliera a metà ogni tre giorni. Nello stesso tempo deve essere iniziata la terapia sostitutiva per prevenire l’esacerbazione della angina pectoris, se necessario.

    Questo medicinale contiene lattosio monoidrato. I pazienti affetti da problemi ereditari rari di intolleranza al galattosio, da deficienza della Lapp–lattasi oppure da malassorbimento glucosio–galattosio non devono prendere questo medicinale.

    Gravidanza

    L’uso di carvedilolo non è raccomandato in gravidanza e durante l’allattamento, salvo che il beneficio potenziale per la madre superi il rischio potenziale per il feto/neonato. Gli studi condotti su animali sono insufficienti per quanto riguarda gli effetti su gravidanza, sviluppo embrionale/fetale, parto e sviluppo postnatale (vedere il paragrafo 5.3 Dati preclinici di sicurezza). Il rischio potenziale per gli esseri umani è sconosciuto e non esiste evidenza clinica sufficiente di questa sicurezza nelle donne in gravidanza.

    I betabloccanti riducono la perfusione placentare che può determinare morte fetale intrauterina e parto immaturo e prematuro. Inoltre, possono verificarsi reazioni avverse (in particolare ipoglicemia, bradicardia, depressione respiratoria e ipotermia) nel feto e nel neonato. Vi è un maggiore rischio di complicanze cardiache e polmonari nel neonato nel periodo postnatale. Gli studi sugli animali non hanno mostrato una sostanziale evidenza di teratogenicità con carvedilolo (vedi 5.3 Dati preclinici di sicurezza).

    Il trattamento deve essere interrotto 2–3 giorni prima del parto previsto. Se questo non dovesse essere possibile, il nascituro deve essere monitorato nei primi 2–3 giorni di vita.

    Carvedilolo è lipofilo e in base agli studi fatti sugli animali che allattano, esso e i suoi metaboliti vengono escreti nel latte materno. Non è noto se il carvedilolo sia escreto nel latte umano e, di conseguenza, nel corso della somministrazione di carvedilolo è sconsigliato l’allattamento.

    Effetti Collaterali

    (a) Riassunto del profilo di sicurezza

    La frequenza delle reazioni avverse non è dose–dipendente, a eccezione di capogiri, disturbi della vista e bradicardia.

    (b) Elenco delle reazioni avverse

    Il rischio della maggior parte delle reazioni avverse associate a carvedilolo è simile per tutte le indicazioni. Le eccezioni sono descritte nel sottoparagrafo (c).

    Le categorie di frequenza sono le seguenti:

    Molto comune ≥1/10

    Comune ≥1/100 e <1/10

    Non comune ≥1/1.000 e <1/100)

    Raro ≥1/10.000 e <1/1.000

    Molto raro <1/10.000

    Infezioni ed infestazioni

    Comune: bronchite, polmonite, infezioni delle vie respiratorie superiori, infezioni delle vie urinarie

    Patologie del sistema emolinfopoietico

    Comune: anemia

    Raro: trombocitopenia

    Molto raro: leucopenia

    Disturbi del sistema immunitario

    Molto raro: ipersensibilità (reazioni allergiche)

    Disturbi del metabolismo e della nutrizione

    Comune: aumento ponderale, ipercolesterolemia, controllo glicemico compromesso (iperglicemia, ipoglicemia) nei pazienti con diabete pre–esistente

    Disturbi psichiatrici

    Comune: depressione, umore depresso

    Non comune: disturbi del sonno

    Patologie del sistema nervoso

    Molto comune: capogiri, cefalea

    Non comune: presincope, sincope, parestesie

    Patologie dell’occhio

    Comune: disturbi visivi, lacrimazione diminuita (secchezza oculare), irritazione oculare

    Patologie cardiache

    Molto comune: insufficienza cardiaca

    Comune: bradicardia, edema, ipervolemia, sovraccarico di liquidi

    Non comune: blocco atrioventricolare, angina pectoris

    Patologie vascolari

    Molto comune: ipotensione

    Comune: ipotensione ortostatica, disturbi della circolazione periferica (estremità fredde, malattia vascolare periferica, esacerbazione di claudicazione intermittente e fenomeno di Reynaud)

    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche

    Comune: dispnea, edema polmonare, asma nei pazienti predisposti

    Raro: congestione nasale

    Patologie gastrointestinali

    Comune: nausea, diarrea, vomito, dispepsia, dolore addominale

    Patologie epatobiliari

    Molto raro: alanina aminotransferasi (ALT), aspartato aminotransferasi (AST) e gammaglutamiltransferasi (GGT) aumentate

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo

    Non comune: reazioni cutanee (ad es. esantema allergico, dermatite, orticaria, prurito, lichen planus come lesioni cutanee e lesioni cutanee psoriache), alopecia

    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo

    Comune: dolori alle estremità

    Patologie renali e urinarie

    Comune: insufficienza renale e anomalia della funzionalità renale nei pazienti con vasculopatia diffusa e/o insufficienza renale di base, disturbi della minzione

    Molto raro: incontinenza urinaria nelle donne

    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella

    Non comune: disfunzione erettile

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione

    Molto comune: astenia (spossatezza)

    Comune: dolore

    (c) Descrizione di reazioni avverse selezionate

    Capogiri, sincope, cefalea e astenia sono normalmente lievi e possono verificarsi con maggiore probabilità all’inizio del trattamento.

    Nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, possono verificarsi peggioramento dell’insufficienza cardiaca e ritenzione idrica con l’aumento graduale della dose di carvedilolo (vedere il paragrafo 4.4).

    L’insufficienza cardiaca è un evento avverso segnalato comunemente nei pazienti trattati sia con il placebo, sia con carvedilolo (rispettivamente 14,5% e 15,4%, nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico acuto).

    È stato osservato il deterioramento reversibile della funzionalità renale con la terapia a base di carvedilolo nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica con ipotensione arteriosa, cardiopatia ischemica e vasculopatia diffusa e/o insufficienza renale di base (vedere il paragrafo 4.4).

    Generalmente, i bloccanti dei recettori beta adrenergici possono scatenare la manifestazione del diabete latente, l’aggravamento del diabete manifesto e l’inibizione della controregolazione glicemica.

    Carvedilolo può causare incontinenza urinaria nelle donne che si risolve con la sospensione del farmaco.

    Eccipienti

    3.125 mg

    Lattosio monoidrato

    Povidone

    Crospovidone

    Silice colloidale anidra

    Magnesio stearato

    Ferro ossido giallo E172

    Ferro ossido rosso E172

    6.25 mg

    Lattosio monoidrato

    Povidone

    Crospovidone

    Silice colloidale anidra

    Magnesio stearato

    Ferro ossido giallo E172

    12.5 mg

    Lattosio monoidrato

    Povidone

    Crospovidone

    Silice colloidale anidra

    Magnesio stearato

    Ferro ossido rosso E172

    25 mg

    Lattosio monoidrato

    Povidone

    Crospovidone

    Silice colloidale anidra

    Magnesio stearato

    Conservazione

    Non conservare a temperatura superiore ai 25°.