Captopril ratio (Ratiopharm italia srl)

Compresse divisibili 24cpr 50mg

Principio attivo:Captopril
Gruppo terapeutico:Ace inibitori non associati
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutinePresente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ipertensione
  • insufficienza cardiaca
  • infarto.</p
  • diabete
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    Posologia

    Posologia

    Il dosaggio deve essere individualizzato secondo il profilo del paziente (vedere paragrafo 4.4) e la risposta della pressione arteriosa. La dose massima giornaliera raccomandata è di 150 mg.

    Ipertensione:

    La dose iniziale raccomandata è di 25–50 mg al giorno in due somministrazioni. La dose può essere aumentata gradualmente, ad intervalli di almeno 2 settimane, fino a 100–150 mg al giorno in due somministrazioni se necessario per raggiungere la pressione arteriosa desiderata. Captopril può essere usato in monoterapia o in associazione con altri farmaci antipertensivi, in special modo con diuretici tiazidici. Può essere indicato un regime posologico di una sola dose giornaliera quando somministrato in concomitanza con un farmaco antipertensivo come i diuretici tiazidici.

    Nei pazienti con un sistema renina–angiotensina–aldosterone fortemente attivo (ipovolemia, ipertensione renovascolare, scompenso cardiaco), è preferibile iniziare con una dose singola di 6,25 mg o 12,5 mg. La terapia deve essere iniziata preferibilmente sotto stretto controllo medico. Queste dosi saranno poi somministrate due volte al giorno. La dose può essere aumentata gradualmente fino a 50 mg al giorno in una o due somministrazioni e, se necessario, fino a 100 mg al giorno in una o due somministrazioni.

    Insufficienza cardiaca:

    La terapia dell’insufficienza cardiaca con captopril deve essere iniziata sotto stretto controllo medico. La dose iniziale è di 6,25–12,5 mg, 2 o 3 volte al giorno. L’aumento della posologia fino alla dose di mantenimento (75–150 mg al giorno) deve essere effettuato in base alla risposta del paziente, alle condizioni cliniche ed alla tollerabilità del farmaco fino a un massimo di 150 mg al giorno in somministrazioni suddivise. La dose deve essere aumentata gradualmente, ad intervalli di almeno 2 settimane, per valutare la risposta del paziente.

    Infarto del miocardio:

    – Trattamento a breve termine:

    Si deve iniziare il trattamento con captopril in ospedale, subito dopo l’insorgenza dei segni e/o dei sintomi nei pazienti con emodinamica stabile. Deve essere somministrata una dose di prova di 6,25 mg; dopo di che viene somministrata una dose di 12,5 mg 2 ore dopo e, 12 ore dopo, una dose di 25 mg. Dal giorno successivo, se vi è assenza di reazioni emodinamiche avverse, captopril deve essere somministrato alla dose di 100 mg/die, in due somministrazioni giornaliere, per 4 settimane. Alla fine delle 4 settimane di trattamento, deve essere valutato di nuovo lo stato del paziente prima di prendere una decisione in merito al trattamento per la fase successiva all’infarto del miocardio.

    – Trattamento cronico:

    Se captopril non è somministrato durante le prime 24 ore della fase acuta dell’infarto del miocardio, si consiglia di avviarne la somministrazione tra il 3° e il 16° giorno dopo l’infarto: una volta che sono state raggiunte le condizioni di trattamento necessarie (emodinamica stabile e trattamento dell’eventuale ischemia residua). Il trattamento deve essere iniziato in ospedale sotto stretta sorveglianza medica (controllando soprattutto la pressione arteriosa) fino al raggiungimento di una dose di 75 mg. La dose iniziale deve essere ridotta (vedere paragrafo 4.4), specialmente se il paziente presenta una pressione arteriosa bassa o normale all’inizio della terapia. Il trattamento deve essere iniziato con una dose di 6,25 mg seguita da 12,5 mg, 3 volte al giorno per 2 giorni e poi da 25 mg, 3 volte al giorno, se vi è assenza di reazioni emodinamiche avverse. La dose raccomandata per avere una protezione cardiaca efficace durante il trattamento a lungo termine va da 75 a 150 mg al giorno in due o tre somministrazioni. In caso di ipotensione sintomatica, come nell’insufficienza cardiaca, la dose dei diuretici e/o di altri vasodilatatori concomitanti può essere ridotta per ottenere la dose allo stato stazionario di captopril. Laddove necessario, la dose di captopril deve essere adattata in base alle reazioni cliniche del paziente. Captopril può essere usato in associazione con altri farmaci per il trattamento dell’infarto del miocardio, ad esempio trombolitici, beta–bloccanti e acido acetilsalicilico.

    Nefropatia diabetica in pazienti con diabete di Tipo I:

    Nei pazienti con diabete di Tipo I affetti da nefropatia diabetica, la dose giornaliera raccomandata di captopril è di 75–100 mg in somministrazioni suddivise. Se si desidera un ulteriore abbassamento della pressione arteriosa, possono essere aggiunti altri farmaci antipertensivi.

    Compromissione renale:

    Poiché captopril viene eliminato principalmente per via renale, nei pazienti con funzione renale compromessa deve essere ridotta la dose giornaliera o deve essere aumentato l’intervallo fra le somministrazioni frazionate. Quando è richiesta una terapia diuretica concomitante, è preferibile un diuretico dell’ansa (ad es. furosemide) a un diuretico tiazidico in pazienti con grave compromissione renale.

    In pazienti con funzione renale compromessa, può essere raccomandata la seguente dose giornaliera per evitare l’accumulo di captopril.

    Clearance della creatinina (ml/min/1,73 m²) Dose iniziale giornaliera (mg) Dose massima giornaliera (mg)
    > 40 25–50 150
    21–40 25 100
    10–20 12,5 75
    < 10 6,25 37,5

    Pazienti anziani:

    Come per altri antipertensivi, si deve considerare di iniziare la terapia con una dose iniziale più bassa (6,25 mg, due volte al giorno) in pazienti anziani che possono avere una funzione renale ridotta e altre disfunzioni organiche (vedere quanto sopra riportato e paragrafo 4.4).

    La dose deve essere adattata alla risposta della pressione arteriosa e deve essere mantenuta al livello più basso possibile per ottenere un controllo adeguato.

    Bambini e adolescenti:

    La sicurezza e l’efficacia d’uso di captopril non sono state stabilite. L’uso di captopril nei bambini e negli adolescenti deve essere iniziato sotto stretto controllo medico. La dose iniziale di captopril è di circa 0,3 mg/kg peso corporeo. Nei pazienti che richiedono speciali precauzioni (bambini con disfunzione renale, infanti prematuri, neonati e infanti poiché la loro funzione renale non è uguale a quella di bambini di età superiore e a quella degli adulti) la dose iniziale deve essere solo di 0,15 mg di captopril/kg di peso corporeo. Generalmente captopril viene somministrato ai bambini 3 volte al giorno, ma la dose giornaliera e l’intervallo fra le somministrazioni frazionate devono essere adattati individualmente in base alla risposta del paziente.

    Modo di somministrazione

    Uso orale.

    Captopril–ratiopharm 50 mg compresse può essere assunto prima, durante e dopo i pasti.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
  • altro
  • angioedema
  • gravidanza
  • diabete mellito
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    Interazioni
  • diuretico
  • spironolattone
  • triamterene
  • amiloride
  • captopril
  • ipotensivi
  • state riscontrate interazioni
  • idroclorotiazide
  • furosemide
  • antipertensivi
  • beta–bloccanti
  • calcio
  • ipotensivo
  • nitroglicerina
  • nitrati
  • vasodilatatori
  • agente
  • agenti
  • alfa bloccanti
  • antipertensivo
  • acido acetilsalicilico
  • trombolitici
  • stati segnalati
  • litio
  • diuretici tiazidici
  • antidepressivi triciclici
  • antipsicotici
  • procainamide
  • citostatici
  • immunosoppressori
  • antinfiammatori
  • stato segnalato
  • anti–infiammatori non–steroidei
  • antiipertensivo
  • ipoglicemizzanti
  • insulina
  • antidiabetici
  • sulfaniluree
  • interazione
  • antidiabetico
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    Avvertenze

    Ipotensione:

    Raramente è stata osservata ipotensione in pazienti ipertesi senza ulteriori complicazioni. È più probabile che l’ipotensione sintomatica si manifesti in pazienti ipertesi che presentano una deplezione di volume e/o di sodio in seguito a una rigida terapia diuretica, a ridotto apporto di sale nell’alimentazione, a diarrea, vomito o emodialisi. La deplezione di volume e/o di sodio deve essere corretta prima della somministrazione di un ACE–inibitore e deve essere considerata una dose iniziale più bassa.

    I pazienti con insufficienza cardiaca sono a maggior rischio di ipotensione ed è raccomandata una dose iniziale più bassa quando si inizia la terapia con un ACE–inibitore. Deve essere usata cautela qualora si aumenti la dose di captopril o di un diuretico nei pazienti con insufficienza cardiaca.

    Come avviene con qualunque antipertensivo, l’eccessiva riduzione della pressione arteriosa nei pazienti con ischemia cardiovascolare o cerebrovascolare può aumentare il rischio di infarto del miocardio o di ictus. Se si sviluppa ipotensione, il paziente deve essere messo in posizione supina. Può essere necessario il ripristino di volume mediante somministrazione endovena di soluzione fisiologica normale.

    Ipertensione renovascolare:

    Esiste un rischio elevato di ipotensione e di insufficienza renale quando i pazienti con stenosi arteriosa renale bilaterale o stenosi dell’arteria al solo rene funzionante vengono trattati con ACE–inibitori. Può verificarsi perdita della funzione renale solo con modesti cambiamenti della creatininemia. In questi pazienti, la terapia deve essere iniziata sotto stretto controllo medico con dosi ridotte, è inoltre necessario un attento aggiustamento del dosaggio e monitoraggio della funzione renale.

    Compromissione renale:

    In caso di compromissione renale (clearance della creatinina ≤ 40 ml/min), il dosaggio iniziale di captopril deve essere adattato secondo la clearance della creatinina del paziente (vedere 4.2) e quindi in funzione della risposta del paziente al trattamento. Il monitoraggio di routine del potassio e della creatinina fanno parte della normale pratica medica per questi pazienti.

    Angioedema:

    edema angioneurotico del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe è stato segnalato in pazienti trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, incluso captopril. Questo può verificarsi in qualsiasi momento durante il trattamento. In tali casi, captopril deve essere prontamente sospeso e si deve istituire un monitoraggio un appropriato per assicurarsi della completa remissione dei sintomi prima di dimettere il paziente. In quei casi in cui il gonfiore è limitato al viso e alle labbra la condizione generalmente si è risolta senza trattamento, sebbene gli antistaminici siano stati utili per alleviare i sintomi. L’edema angioneurotico associato ad edema della laringe può essere fatale. Qualora vi sia il coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe, che può provocare ostruzione delle vie aeree, una terapia appropriata, che può includere una soluzione di epinefrina 1:1000 sottocute (da 0,3 ml a 0,5 ml) e / o misure atte a garantire pervietà delle vie aeree, deve essere somministrata prontamente. Pazienti neri trattati con ACE–inibitori sono stati segnalati per avere una maggiore incidenza di angioedema rispetto ai non–neri. I pazienti con una storia di angioedema non correlato estraneo a terapia con ACE inibitori possono essere a rischio aumentato di angioedema durante il trattamento con un ACE–inibitore (vedere paragrafo 4.3). Angioedema intestinale è stato segnalato raramente in pazienti trattati con ACE–inibitori. Questi pazienti hanno presentato dolore addominale (con o senza nausea o vomito), in alcuni casi non vi era precedente angioedema del viso e i livelli di C–1 esterasi erano normali. L’angioedema è stato diagnosticato con procedure tra cui TAC addominale o ultrasuoni o al momento dell’intervento e sintomi si sono risolti dopo la sospensione dell’ACE–inibitore. Angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti trattati con ACE–inibitori che presentano dolore addominale (vedere paragrafo 4.8).

    Tosse:

    È stata segnalata tosse con l’uso di ACE–inibitori. Generalmente la tosse non è produttiva, persistente e si risolve dopo sospensione della terapia.

    Insufficienza epatica:

    Raramente gli ACE–inibitori sono stati associati a una sindrome che inizia con ittero colestatico e progredisce fino alla necrosi epatica fulminante e (a volte) a morte. Il meccanismo di questa sindrome non è noto. I pazienti in terapia con ACE–inibitori che sviluppino ittero o presentino un marcato aumento degli enzimi epatici devono sospendere l’ACE–inibitore e ricevere un adeguato follow–up medico.

    Iperpotassiemia:

    Sono stati osservati aumenti della potassiemia in alcuni pazienti trattati con ACE–inibitori, incluso il captopril. Tra i pazienti a rischio di sviluppo di iperpotassiemia vi sono quelli affetti da insufficienza renale, diabete mellito o quelli che usano in concomitanza diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti salini che contengono potassio o i pazienti che assumono altri farmaci associati ad aumenti della potassiemia (ad es. eparina). Se l’uso concomitante dei farmaci sopramenzionati è ritenuto appropriato, si raccomanda il monitoraggio regolare della potassiemia.

    Combinazione con litio:

    Captopril non è raccomandata in associazione con litio a causa del potenziamento della tossicità del litio (vedere paragrafo 4.5).

    Stenosi della valvola aortica e mitrale/Cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva/shock cardiogeno:

    Gli ACE–inibitori devono essere usati con cautela nei pazienti con ostruzione valvolare del ventricolo sinistro e del tratto di efflusso ed evitati in caso di shock cardiogeno e ostruzione significativa dal punto di vista emodinamico.

    Neutropenia/Agranulocitosi:

    Sono state segnalate neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia e anemia in pazienti in trattamento con ACE–inibitori, incluso il captopril. In pazienti con normale funzione renale e senza ulteriori complicazioni, è stata osservata raramente neutropenia. Captopril deve essere usato con estrema cautela in pazienti con collagenopatia vascolare, in terapia immunosoppressiva, nel trattamento con allopurinolo o procainamide o con un’associazione di queste complicazioni, specialmente se esiste una preesistente funzione renale compromessa. Alcuni di questi pazienti sviluppano infezioni serie che, in alcuni casi, non rispondono ad un’intensa terapia antibiotica.

    Se viene usato captopril in questi pazienti, si consiglia di eseguire la conta leucocitaria e conta differenziale prima della terapia, ogni 2 settimane nei primi 3 mesi di trattamento con captopril e in seguito periodicamente. Durante il trattamento tutti i pazienti devono essere istruiti a segnalate eventuali segni di infezione (ad es. mal di gola, febbre), in tali casi deve essere determinata la formula leucocitaria. Captopril e gli altri farmaci assunti in concomitanza (vedere paragrafo 4.5) devono essere sospesi se si individua o si sospetta l’esistenza di una neutropenia (conta neutrofila inferiore a 1000/mm³).

    Nella maggior parte dei pazienti la conta dei neutrofili torna rapidamente ai livelli normali dopo sospensione del trattamento con captopril.

    Proteinuria:

    Può verificarsi proteinuria soprattutto in pazienti con funzione renale compromessa esistente o con dosi relativamente elevate di ACE–inibitori.

    Sono state osservate proteine totali nelle urine superiori a 1 g/giorno in circa lo 0,7% dei pazienti in terapia con captopril. La maggior parte dei pazienti ha manifestato evidenze di nefropatia pregressa o ha ricevuto dosi relativamente elevate di captopril (superiori a 150 mg/die), o entrambi i casi. Sindrome nefrosica si è verificata in circa un quinto dei pazienti proteinurici. Nella maggior parte dei casi, la proteinuria si è risolta o è scomparsa entro sei mesi sia che captopril fosse sospeso o continuato. I parametri della funzione renale, come l’azotemia e la creatinina, raramente sono risultati alterati in pazienti con proteinuria.

    Nei pazienti con nefropatia pregressa si deve effettuare la determinazione della presenza di proteine nelle urine (dipstick nella prima urina del mattino) prima del trattamento e successivamente ad intervalli periodici.

    Reazioni anafilattoidi durante la desensibilizzazione:

    Raramente sono stati segnalate reazioni anafilattoidi sostenute con pericolo di vita nei pazienti sottoposti ad un trattamento desensibilizzante con veleno di imenotteri mentre assumevano un altro ACE–inibitore. Negli stessi pazienti, sono state evitate queste reazioni quando l’ACE–inibitore veniva sospeso temporaneamente, ma sono ricomparse in seguito ad un rechallenge involontario. Pertanto si deve usare cautela nei pazienti trattati con ACE–inibitori che hanno in atto tali procedure di desensibilizzazione.

    Reazioni anafilattoidi durante l’esposizione a membrane di dialisi ad alto flusso/aferesi delle lipoproteine:

    Sono state segnalate reazioni anafilattoidi in pazienti emodializzati con membrane per la dialisi ad alto flusso o sottoposti ad aferesi delle lipoproteine a bassa densità mediante assorbimento su destransolfato. In questi pazienti, bisogna tenere in considerazione la possibilità di usare un diverso tipo di membrane per dialisi o una diversa classe di farmaci.

    Chirurgia/Anestesia:

    Possono verificarsi casi di ipotensione in pazienti che si sottopongono a interventi di grande chirurgia maggiore o durante il trattamento con agenti anestetici che notoriamente riducono la pressione arteriosa. In caso di ipotensione, questa può essere corretta mediante espansione della volemia.

    Pazienti diabetici:

    Nei pazienti diabetici precedentemente trattati con antidiabetici orali o insulina deve essere attentamente controllata la glicemia nel primo mese di trattamento con un ACE–inibitore.

    Rischio di ipokaliemia:

    la combinazione di un ACE inibitore con un diuretico tiazidico non esclude la possibilità di insorgenza di ipokaliemia. Deve essere eseguito regolare monitoraggio della kaliemia

    Duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS)

    Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperpotassiemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1).

    Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna.

    Gli ACE–inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica.

    Gravidanza

    La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza.

    Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6).

    Lattosio:

    Captopril–ratiopharm 50 mg compresse contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.

    Differenze etniche:

    Come per altri inibitori dell’enzima che converte l’angiotensina, captopril è apparentemente meno efficace nell’abbassare la pressione arteriosa nelle persone di colore rispetto alle persone non di colore, probabilmente a causa di una maggiore prevalenza di condizioni a bassa renina nella popolazione ipertesa di colore.

    Gravidanza

    Gravidanza:

    L’uso degli ACE–inibitori non è raccomandato durante il primo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.4). L’uso degli ACE–inibitori è controindicato durante il secondo e terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafi 4.3 e 4.4)

    L’evidenza epidemiologica sul rischio di teratogenicità a seguito dell’esposizione ad ACE inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non ha dato risultati conclusivi; tuttavia non

    può essere escluso un piccolo aumento del rischio. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore.

    Quando viene accertata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere immediatamente interrotto e, se appropriato, si deve iniziare una terapia alternativa.

    È noto che nella donna l’esposizione ad ACE inibitori durante il secondo ed il terzo trimestre induce tossicità fetale (ridotta funzionalità renale, oligoidramnios, ritardo nell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperkaliemia) (vedere paragrafo 5.3). Se dovesse verificarsi un’esposizione ad un ACE inibitore dal secondo trimestre di gravidanza, si raccomanda un controllo ecografico della funzionalità renale e del cranio.

    I neonati le cui madri abbiano assunto ACE inibitori devono essere attentamente seguiti per quanto riguarda l’ipotensione (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

    Allattamento:

    Limitati dati di farmacocinetica dimostrano concentrazioni molto basse nel latte materno (vedere paragrafo 5.2). Sebbene queste concentrazioni sembrano essere clinicamente irrilevanti, l’uso di Captopril ratiopharm in allattamento non è raccomandato per i neonati pretermine e nelle prime settimane dopo il parto, a causa del rischio ipotetico di effetti cardiovascolari e renali e perché non c’è abbastanza esperienza clinica.

    Nei neonati più grandi, se ritenuto necessario per la madre, Captopril ratiopharm può essere assunto durante l’allattamento, ma in questo caso il neonato deve essere seguito per la possibile comparsa di effetti avversi.

    Effetti Collaterali

    La frequenza è definita utilizzando la seguente convenzione: comune (≥ 1/100, <1/10), non comune (≥ 1/1, 000, <1/100), raro (≥ 1/10, 000, <1/1, 000) e molto rari (<1/10,000).

    Gli effetti indesiderati osservati nella terapia con captopril e/o con un ACE–inibitore comprendono:

    Patologie del sistema emolinfopoietico:

    Molto rari: neutropenia/agranulocitosi (vedere paragrafo 4.4), pancitopenia particolarmente in pazienti con disfunzione renale (vedere paragrafo 4.4), anemia (inclusa l’anemia aplastica ed emolitica), trombocitopenia, linfoadenopatia, eosinofilia, malattie auto–immuni e/o titoli di ANA positivi.

    Disturbi del metabolismo e della nutrizione:

    Raro: anoressia.

    Molto raro: iperpotassiemia, ipoglicemia (vedere paragrafo 4.4).

    Disturbi psichiatrici:

    Comuni: disturbi del sonno.

    Molto rari: confusione, depressione.

    Patologie del sistema nervoso:

    Comuni: compromissione del gusto, capogiri.

    Rari: sonnolenza, cefelea e parestesie.

    Molto rari: accidenti cerebrovascolari, compresi collasso e sincope.

    Patologie dell’occhio:

    Molto rari: visione offuscata.

    Patologie cardiache:

    Non comuni: tachicardia o tachiaritmia, angina pectoris, palpitazioni.

    Molto rari: arresto cardiaco, shock cardiogeno.

    Patologie vascolari:

    Non comuni: ipotensione (vedere paragrafo 4.4), sindrome di Raynaud, vampate, pallore.

    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:

    Comuni: tosse secca, irritante (non produttiva) (vedere paragrafo 4.4) e dispnea.

    Molto rari: broncospasmo, rinite, alveolite allergica/polmonite eosinofila.

    Patologie gastrointestinali:

    Comuni: nausea, vomito, irritazione gastrica, dolore addominale, diarrea, stitichezza, secchezza delle fauci.

    Rari: stomatite/ulcere aftose, angioedema intestinale (vedere paragrafo 4.4).

    Molto rari: glossite, ulcera peptica, pancreatite.

    Patologie epato–biliari:

    Molto rari: funzione epatica compromessa e colestasi (compreso l’ittero), epatite compresa la necrosi ed aumento degli enzimi epatici e della bilirubina.

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:

    Comuni: prurito con o senza eruzione cutanea, eruzione cutanea ed alopecia.

    Non comuni: angioedema (vedere paragrafo 4.4).

    Molto rari: orticaria, sindrome di Stevens–Johnson, eritema multiforme, fotosensibilità, eritroderma, reazioni pemfigoidi e dermatite esfoliativa.

    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:

    Molto rari: mialgia, artralgia.

    Patologie renali e urinarie:

    Rari: disturbi della funzione renale comprendenti insufficienza renale, poliuria, oliguria, aumentata frequenza delle minzioni.

    Molto rari: sindrome nefrosica.

    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella:

    Molto rari: impotenza, ginecomastia.

    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione:

    Non comuni: dolore al petto, stanchezza, malessere.

    Molto rari: febbre.

    Esami diagnostici:

    Molto rari: proteinuria, eosinofilia, aumento della potassiemia, diminuzione della sodiemia, aumento dell’azotemia, della creatininemia e della bilirubinemia, diminuzione dell’emoglobina, dell’ematocrito, dei leucociti, dei trombociti, titolo ANA positivo, aumento della VES.

    Segnalazioni delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Lattosio monoidrato, cellulosa miocristallina, amido di mais, olio di ricino idrogenato, biossido di silicio colloidale, magnesio stearato.

    Conservazione

    Non conservare a temperatura superiore ai 25° C. Conservare nella confezione originale per proteggere il medicinale dall’umidità.