Acido alendron zent (Zentiva italia srl)

Compresse 4cpr 70mg

da13.48 €
Principio attivo:Acido alendronico sale sodico triidrato
Gruppo terapeutico:Farmaci che agiscono su struttura ossea e mineralizzazione
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • osteoporosi
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    Posologia

    Il dosaggio raccomandato è di una compressa da 70 mg in mono somministrazione settimanale.

    Per ottenere un adeguato assorbimento dell’alendronato:

    ACIDO ALENDRONICO SIGMA-TAU GENERICS deve essere deglutito almeno 30 minuti prima di qualsiasi alimento, bevanda o farmaco della giornata insieme solo ad acqua semplice. È probabile che altre bevande (inclusa l’acqua minerale), alimenti e alcuni farmaci riducano l’assorbimento di alendronato (vedere paragrafo 4.5).

    Per facilitare il rilascio a livello gastrico e ridurre il potenziale di irritazione/eventi indesiderati locali ed esofagei (vedere paragrafo 4.4.):

    ACIDO ALENDRONICO SIGMA-TAU GENERICS deve essere deglutito solo dopo essersi alzati dal letto per iniziare la giornata, con un bicchiere colmo d’acqua (non meno di 200 ml).

    Il paziente non deve masticare o sciogliere in bocca la compressa, a causa del rischio potenziale che si verifichino ulcerazioni orofaringee.

    Il paziente non deve distendersi fintanto che non abbia mangiato qualcosa, il che deve avvenire almeno 30 minuti dopo l’assunzione della compressa.

    Il paziente non deve distendersi per almeno 30 minuti dopo aver assunto ACIDO ALENDRONICO SIGMA-TAU GENERICS.

    ACIDO ALENDRONICO SIGMA-TAU GENERICS non deve essere assunto al momento di coricarsi o prima di alzarsi dal letto all’inizio della giornata.

    I pazienti devono assumere integratori di calcio e vitamina D se l’introito dietetico non è adeguato (vedere paragrafo 4.4).

    Uso negli anziani: negli studi clinici non è stata dimostrata nessuna differenza legata all’età nei profili di efficacia o di sicurezza dell’alendronato. Non è pertanto necessario alcun aggiustamento del dosaggio nei pazienti anziani.

    Uso in caso di alterazione della funzione renale: non è necessario aggiustare il dosaggio nei pazienti con GFR (velocità di filtrazione glomerulare) maggiore di 35 ml/min. L’alendronato non è raccomandato in pazienti con funzione renale compromessa quando la GFR è minore di 35 ml/min, in quanto non sono disponibili informazioni in proposito.

    Uso nei bambini: l’alendronato non è stato studiato nei bambini e non deve essere loro somministrato. ACIDO ALENDRONICO SIGMA-TAU GENERICS 70 mg non è stato studiato nel trattamento dell’osteoporosi indotta dai glicocorticoidi.

    Controindicazioni
  • acalasia
  • lattosio
  • galattosio
  • malassorbimento
  • glucosiogalattosio
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    Interazioni
  • calcio
  • antiacidi
  • altro farmaco
  • estrogeni
  • interazione
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    Avvertenze

    L’alendronato può causare irritazione locale della mucosa del tratto gastrointestinale superiore. A causa del potenziale peggioramento della patologia di base, si deve agire con cautela nel somministrare l’alendronato a pazienti con patologie attive a livello del tratto gastrointestinale superiore, quali disfagia, patologie esofagee, gastrite, duodenite, ulcere o con storia recente (entro l’anno precedente) di patologie gastrointestinali importanti quali ulcera peptica o sanguinamento gastrointestinale attivo o chirurgia del tratto gastrointestinale superiore esclusa la piloroplastica (vedere paragrafo 4.3).

    In pazienti in trattamento con alendronato sono stati riportati reazioni indesiderate (alcune gravi e con necessità di ospedalizzazione) a carico dell’esofago quali esofagite, ulcere esofagee ed erosioni esofagee, raramente seguite da stenosi esofagee. Il medico deve, pertanto, fare attenzione alla comparsa di qualsiasi segno o sintomo che indichi una possibile reazione esofagea ed avvisare il paziente di interrompere l’alendronato e rivolgersi ad un medico nel caso si verifichino sintomi di irritazione esofagea quali disfagia, odinofagia, dolore retrosternale, insorgenza o peggioramento di pirosi.

    Il rischio di eventi indesiderati gravi a livello esofageo sembra essere maggiore nei pazienti che non assumono l’alendronato in maniera appropriata e/o che continuano ad assumere l’alendronato dopo lo sviluppo di sintomi riferibili ad irritazione esofagea. È molto importante che il paziente conosca e comprenda bene le modalità di assunzione del farmaco (vedere "Posologia e modo di somministrazione"). Il paziente deve essere informato che se non vengono seguite queste precauzioni, può aumentare il rischio di problemi esofagei.

    Nei pazienti con accertato esofago di Barrett noto, il medico deve considerare i benefici ed i possibili rischi dell’alendronato nei singoli pazienti.

    Mentre in ampi studi clinici non è stato osservato un aumento del rischio, sono stati segnalati (dopo l’entrata in commercio del farmaco) rari casi di ulcere gastriche e duodenali, alcuni dei quali gravi ed associati a complicanze. Non può essere esclusa una correlazione causale con il farmaco.

    I pazienti devono essere informati che in caso di mancata assunzione della dose settimanale di ACIDO ALENDRONICO SIGMA-TAU GENERICS 70 mg, devono assumere una compressa al mattino successivo al giorno in cui se ne sono accorti. Non si devono prendere due compresse lo stesso giorno ma si deve ricominciare ad assumere una compressa una volta a settimana, nel giorno prescelto come stabilito in precedenza.

    Non si raccomanda l’uso di alendronato in pazienti con compromissione della funzione renale quando la GFR è minore di 35 ml/min (vedere Posologia e modo di somministrazione).

    Si devono considerare con attenzione cause di osteoporosi diverse dalla carenza di estrogeni e dall’età. L’ipocalcemia deve essere corretta prima di iniziare la terapia con alendronato (vedere paragrafo 4.3). Anche altri disordini riguardanti il metabolismo minerale (come una carenza di vitamina D e ipoparatiroidismo) devono essere trattati adeguatamente. In pazienti affetti da queste condizioni cliniche deve essere effettuato il monitoraggio dei livelli del calcio sierico e dell’ipocalcemia nel corso del trattamento con ACIDO ALENDRONICO SIGMA-TAU GENERICS.

    A causa dell’effetto positivo dell’alendronato sull’incremento della mineralizzazione dell’osso, possono verificarsi diminuzioni dei livelli sierici del calcio e dei fosfati. Tali diminuzioni sono usualmente limitate ed asintomatiche. Vi sono state tuttavia rare segnalazioni di ipocalcemia sintomatica, occasionalmente gravi e spesso a carico di pazienti con condizioni predisponenti (es.: ipoparatiroidismo, deficit di vitamina D e malassorbimento del calcio).

    È particolarmente importante assicurare un adeguato apporto di calcio e vitamina D in pazienti in terapia con glicocorticoidi.

    L’Osteonecrosi della mascella, generalmente associata ad estrazione dentale e/o ad infezione locale (osteomielite inclusa), è stata riportata in pazienti con cancro in trattamento con regimi comprendenti i bifosfonati somministrati principalmente per via endovenosa. Molti di questi pazienti erano trattati anche con chemioterapia e corticosteroidi. L’osteonecrosi della mascella è stata anche riportata in pazienti con osteoporosi in trattamento con i bifosfonati orali.

    Prima di iniziare il trattamento con i bifosfonati in pazienti con concomitanti fattori di rischio (come cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, scarsa igiene orale) deve essere presa in considerazione la necessità di un esame odontoiatrico con le appropriate procedure dentistiche preventive.

    Durante il trattamento, questi pazienti devono, se possibile, evitare procedure dentarie invasive. Nei pazienti che hanno sviluppato osteonecrosi della mascella durante la terapia con i bifosfonati, la chirurgia dentaria può esacerbare la condizione. Per i pazienti che necessitano di chirurgia dentale, non ci sono dati disponibili per suggerire che l’interruzione del trattamento con i bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mascella.

    Il giudizio clinico del medico deve guidare il programma di gestione di ciascun paziente, sulla base della valutazione individuale del rapporto rischio/beneficio.

    Fratture atipiche da stress

    Le fratture da stress (conosciute anche come fratture da insufficienza) della parte prossimale del femore sono state riportate in pazienti trattati a lungo termine con acido alendronico (tempo di insorgenza compreso nella maggior parte dei casi tra 18 mesi e 10 anni).

    Le fratture si sono verificate dopo un trauma minimo o in assenza di trauma e alcuni pazienti hanno accusato dolore a livello della coscia, spesso associato con reperti di diagnostica per immagini di fratture da stress, insorto da settimane a mesi prima del manifestarsi di una frattura completa del femore. Spesso le fratture sono bilaterali: per questa ragione nei pazienti trattati con bifosfonati che hanno subito avuto una frattura della diafisi femorale deve essere controllato il femore contro laterale. È stata inoltre riportata una limitata guarigione di queste fratture. In pazienti con fratture da stress è consigliabile l’interruzione della terapia con bifosfonati in base alla valutazione del paziente, effettuata sul profilo individuale rischio/beneficio.

    ACIDO ALENDRONICO SIGMA-TAU GENERICS contiene lattosio quindi i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da defici di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale.

    Gravidanza

    Uso durante la gravidanza

    Non vi sono dati adeguati sull’uso di alendronato in donne in gravidanza. Gli studi su animali non indicano effetti dannosi diretti sulla gravidanza, lo sviluppo embrio/fetale o lo sviluppo postnatale.

    L’alendronato ha causato distocia dovuta all’ipocalcemia nei ratti in gravidanza (vedere paragrafo 5.3). Data l’indicazione, l’alendronato non deve essere usato in gravidanza.

    Uso durante l’allattamento

    Non è noto se l’alendronato viene escreto nel latte umano. Data l’indicazione, l’alendronato non deve essere utilizzato durante l’allattamento.

    Effetti Collaterali

    In uno studio clinico della durata di un anno, nelle donne in post-menopausa con osteoporosi, i profili globali di sicurezza di Alendronato 70 mg in monosomministrazione settimanale (n = 519) e alendronato 10 mg/die (n = 370), sono risultati simili.

    In due studi della durata di tre anni di disegno sostanzialmente identico, nelle donne in post-menopausa (alendronato 10 mg: n = 196, placebo: n = 397) i profili globali di sicurezza di alendronato 10 mg/die e placebo sono risultati simili.

    Gli eventi indesiderati segnalati dagli investigatori come possibilmente, probabilmente o sicuramente correlati al farmaco sono presentati nella tabella che segue se si sono verificati in ≥ 1% per ciascun gruppo di trattamento nello studio ad un anno, oppure se si sono verificati in ≥ 1% dei pazienti trattati con alendronato 10 mg/die e ad un’incidenza superiore al placebo negli studi a tre anni:

      Studio ad un anno Studi a tre anni
      Alendronato 70 mg (n = 519) % Alendronato 10 mg/die (n = 370) % Alendronato 10 mg/die (n = 196) % Placebo (n = 397) %
    Gastro-intestinali
    Dolore addominale 3,7 3,0 6,6 4,8
    Dispepsia 2,7 2,2 3,6 3,5
    Rigurgito acido 1,9 2,4 2,0 4,3
    Nausea 1,9 2,4 3,6 4,0
    Distensione addominale 1,0 1,4 1,0 0,8
    Stipsi 0,8 1,6 3,1 1,8
    Diarrea 0,6 0,5 3,1 1,8
    Disfagia 0,4 0,5 1,0 0,0
    Flatulenza 0,4 1,6 2,6 0,5
    Gastrite 0,2 1,1 0,5 1,3
    Ulcera gastrica 0,0 1,1 0,0 0,0
    Ulcera esofagea 0,0 0,0 1,5 0,0
    Muscoloscheletrici
    Dolore muscoloscheletrico (osseo, muscolare o articolare) 2,9 3,2 4,1 2,5
    Crampi muscolari 0,2 1,1 0,0 1,0
    Neurologici
    Cefalea 0,4 0,3 2,6 1,5

    Negli studi clinici e/o con l’uso commerciale del farmaco sono state riportate anche le seguenti esperienze avverse:

    Comuni (≥ 1/100, < 1/10)

    Gastrointestinali: dolore addominale, dispepsia, stipsi, diarrea, flatulenza, ulcera esofagea*, disfagia*, distensione addominale, rigurgito acido.

    Muscoloscheletrici: dolori muscoloscheletrici (ossei, muscolari o articolari), fratture da stress della diafisi prossimale del femore (vedere paragrafo 4.4)

    Neurologici: cefalea.

    Non comuni (≥ 1/1.000, < 1/100)

    Organismo in toto: rash, prurito, eritema.

    Gastrointestinali: nausea, vomito, gastrite, esofagite*, erosioni esofagee*, melena.

    Rari (≥ 1/10.000, < 1/1.000)

    Organismo in toto: reazioni di ipersensibilità inclusi orticaria e angioedema. Sintomi transitori come da risposta della fase acuta (mialgia, malessere e, raramente, febbre), tipicamente in associazione con l’inizio del trattamento. Rash con fotosensibilizzazione. Ipocalcemia sintomatica, in generale in associazione a condizioni predisponenti (vedere paragafo 4.4).

    Gastrointestinali: stenosi esofagea*, ulcerazione orofaringea*, SUP (Sanguinamento, Ulcere, Perforazione) del tratto gastrointestinale superiore, sebbene non si possa escludere una relazione causale.

    Sensi speciali: uveite, sclerite, episclerite.

    Sono stati segnalati casi isolati di gravi reazioni a carico della cute, inclusa sindrome di Stevens–Johnson e necrolisi epidermica tossica.

    * vedere paragrafi 4.4 e 4.2

    Dati di laboratorio

    Negli studi clinici, sono state riportate riduzioni asintomatiche, lievi e transitorie del calcio e del fosfato sierici rispettivamente nel 18% e nel 10% circa dei pazienti trattati con alendronato 10 mg/die rispetto a 12% e 3% circa di quelli trattati con placebo. Tuttavia, le incidenze delle riduzioni del calcio sierico fino a valori < 8,0 mg/dl (2,0 mmol/l) e del fosfato sierico fino a valori di ≤ 2,0 mg/dl (0,65 mmol/l) rilevate nei due gruppi di trattamento sono risultate simili.

    Nei pazienti trattati con bifosfonati è stata segnalata osteonecrosi della mandibola e/o della mascella. La maggior parte delle segnalazioni riguarda pazienti oncologici, ma si sono verificati anche casi in pazienti trattati per osteoporosi. L’osteonecrosi della mandibola e/o della mascella è generalmente associata con estrazione dentaria e/o infezione locale (inclusa l’osteomielite). Sono considerati fattori di rischio anche diagnosi di tumore, chemioterapia, radioterapia, terapia con corticosteroidi e scarsa igiene orale (vedere paragrafo 4.4).

    Eccipienti

    Cellulosa microcristallina, lattosio anidro, croscarmellosa sodica, magnesio stearato.

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare per la conservazione.