Disturbi del movimento associati a malattie organiche del sistema nervoso centrale.
Adulti
Il dosaggio e la somministrazione sono variabili e vanno adattati alle condizioni del singolo paziente. Lo schema che segue deve pertanto essere considerato solo una guida. È consigliabile iniziare con un dosaggio di 25 mg per 1–3 volte al giorno. Si può aumentare la dose giornaliera di 25 mg ogni 3 o 4 giorni fino ad una dose massima giornaliera di 200 mg, oppure fino a raggiungere la dose limite tollerata, indicata dalla comparsa di effetti indesiderati, indipendentemente da quale sia la dose più bassa.
Se non si ottiene un miglioramento al dosaggio massimo in 7 giorni di terapia, è poco probabile che il medicinale risulti efficace aumentando ulteriormente il dosaggio o prolungando il periodo di trattamento.
Discinesia tardiva
Si consiglia di iniziare con 12,5 mg al giorno e successivamente di aumentare gradualmente il dosaggio in funzione della risposta. Si dovrebbe sospendere il trattamento in mancanza di beneficio oppure quando gli effetti indesiderati non siano tollerati dal paziente.
Anziani
Non sono stati condotti studi specifici nell’anziano. Tuttavia, Xenazina 25 mg è stato somministrato in anziani, al dosaggio standard, senza particolari problemi. L’esperienza clinica suggerisce comunque che siano impiegate dosi iniziali e di mantenimento ridotte.
Reazioni avverse simil–Parkinsoniane sono relativamente comuni in questi pazienti e possono essere dose–limitanti.
Bambini
Non sono disponibili studi clinici adeguatamente controllati nei bambini, pertanto non possono essere fornite specifiche raccomandazioni sul dosaggio di Xenazina da utilizzare in pediatria.
Insufficenza renale
Non è stato studiato l’utilizzo di tetrabenazina in pazienti con insufficienza renale. La limitata esperienza clinica disponibile suggerisce che il trattamento sia iniziato con metà della dose impiegata nell’adulto (12,5 mg al giorno, pari a mezza compressa), titolando poi lentamente e con cautela sulla base della risposta e della tollerabilità individuali.
La dose di tetrabenazina deve essere titolata per individuare per ciascun paziente la dose più adatta.
Gli studi condotti in vitro e in vivo indicano che i metaboliti di tetrabenazina α–HTBZ e β–HTBZ sono substrati per CYP2D6 (vedere paragrafo 5.2). Quindi, adeguamenti della dose possono essere influenzati in pazienti con una funzionalità alterata del CYP2D6 o da farmaci concomitanti con una forte azione inibitrice per CYP2D6 (vedere paragrafo 4.5).
Alla prima prescrizione la terapia con tetrabenazina deve essere aumentata lentamente nel giro di svariate settimane in modo da identificare il dosaggio meglio tollerato e in grado di ridurre la corea. Se l’effetto avverso non si risolve né si riduce, si dovrebbe prendere in considerazione l’interruzione di tetrabenazina.
Una volta stabilito un dosaggio, il trattamento deve essere rivalutato periodicamente considerando le condizioni generali del paziente e il trattamento con farmaci concomitanti (vedere paragrafo 4.5).
Depressione/Propensione al suicidio:
La tetrabenazina può causare depressione o peggiorare la depressione pre–esistente.
Casi di ideazione e comportamento suicidari sono stati riportati in pazienti che assumevano il prodotto. Si deve prestare particolare cautela nei pazienti che presentano una storia di depressione o di tentativi o ideazione suicidari (vedere anche paragrafo 4.3).
I pazienti devono essere attentamente monitorati riguardo all’insorgenza di questo tipo di eventi avversi e sia i pazienti sia chi li assiste devono essere a conoscenza di questo rischio e preparati a riferire immediatamente qualsiasi problema al medico.
Se si manifestano depressione o ideazione suicidarie, si possono controllare riducendo la dose di tetrabenazina e/o iniziando la terapia antidepressiva. Se la depressione o l’ideazione suicidaria sono profonde o persistono, si deve prendere in considerazione l’interruzione del trattamento con tetrabenazina e l’inizio di una terapia con antidepressivi.
Non devono essere utilizzati antidepressivi inibitori delle MAO finché non sono trascorse almeno due settimane da quando è stata assunta l’ultima dose di tetrabenazina, al fine di evitare una interazione tra farmaci potenzialmente grave (vedere paragrafi 4.3, 4.5 e 4.8).
Collera e aggressività
Esiste un potenziale rischio di comparsa o peggioramento di comportamento collerico e aggressivo nei pazienti in trattamento con tetrabenazina con anamnesi positiva per la depressione o altre malattie psichiatriche.
Parkinsonismo
Tetrabenazina può indurre parkinsonismo e aggravare i sintomi pre–esistenti della malattia di Parkinson.
La dose di tetrabenazina deve essere aggiustata secondo indicazioni cliniche per minimizzare questo effetto indesiderato.
Discinesia tardiva
La tetrabenazina agisce provocando la deplezione delle monoammine a livello centrale e può causare sintomi extrapiramidali e, teoricamente, discinesia tardiva nell’uomo.
La terapia con tetrabenazina va effettuata quando la discinesia tardiva persiste anche dopo aver ridotto o interrotto una terapia con antipsicotici o quando è stata fatta la sostituzione con antipsicotici atipici, oppure quando la sospensione o la sostituzione con farmaci antipsicotici atipici non sono possibili.
Sindrome neurolettica maligna
La sindrome neurolettica maligna (SNM) è stata riportata in pazienti trattati con tetrabenazina. La sindrome neurolettica maligna si verifica spesso subito dopo l’inizio del trattamento in conseguenza di variazioni di dosaggio o dopo trattamento prolungato.
I principali sintomi di questa condizione sono ipertermia, rigidità muscolare, alterazioni dello stato mentale ed evidenza di instabilità autonomica (frequenza cardiaca o pressione arteriosa alterata, tachicardia, sudorazione e disritmie cardiache). Ulteriori manifestazioni includono elevati livelli di creatinina fosfochinasi, mioglobinuria, rabdomiolisi e insufficienza renale acuta. Se si sospetta una sindrome neurolettica maligna si deve interrompere immediatamente il trattamento con tetrabenazina e iniziare un trattamento appropriato.
Se il paziente necessita di essere trattato con tetrabenazina dopo la risoluzione della SNM, la ripresa della terapia deve essere valutata molto attentamente. Il paziente deve essere accuratamente monitorato, dato che sono state segnalate recidive di SNM.
Prolungamento dell’intervallo QTc
La tetrabenazina causa un lieve incremento (circa 8 msec) nell’intervallo QT corretto. Tetrabenazina deve essere usata con cautela se assunta in combinazione con altre sostanze che prolungano il tratto QTc e in pazienti con sindrome congenita del QT lungo e una storia di aritmie cardiache (vedere paragrafo 4.5).
Patologie cardiache
Tetrabenazina non è stata valutata in pazienti con anamnesi di infarto miocardico recente o malattie cardiache non stabilizzate.
Acatisia, irrequietezza, e agitazione
I pazienti in trattamento con tetrabenazina devono essere monitorati riguardo alla comparsa di acatisia e anche riguardo a segni e sintomi di irrequietezza e agitazione, dato che essi possono indicare lo sviluppo di acatisia. Se un paziente manifesta acatisia, la dose di tetrabenazina deve essere ridotta. In alcuni pazienti può essere necessaria l’interruzione della terapia.
Sedazione e sonnolenza
La sedazione è l’effetto avverso più comune che limita il dosaggio di tetrabenazina. I pazienti devono essere consapevoli del rischio durante lo svolgimento di attività che richiedono lucidità mentale, come guidare un veicolo o usare macchinari pericolosi, fintanto che assumono una dose di mantenimento di tetrabenazina e conoscere gli effetti su loro stessi.
Ipotensione ortostatica
Tetrabenazina può indurre, a dosi terapeutiche, ipotensione ortostatica. Ciò deve essere tenuto in considerazione nei pazienti predisposti all’ipotensione o ai suoi effetti. Per tali pazienti si deve prendere in considerazione il monitoraggio dei parametri vitali in posizione eretta.
Iperprolattinemia
Tetrabenazina innalza le concentrazioni sieriche di prolattina nell’uomo. In seguito alla somministrazione di 25mg a volontari sani il picco dei livelli plasmatici di prolattina è aumentato di 4/5 volte. Esperimenti su colture cellulari indicano che approssimativamente un terzo dei tumori al seno negli esseri umani sono prolattina–dipendenti in vitro, un fattore potenzialmente importante se si considera di trattare con tetrabenazina un paziente con diagnosi pregressa di tumore al seno. Il significato clinico di elevate concentrazioni sieriche di prolattina rimane ignoto per la maggior parte dei pazienti, sebbene alte concentrazioni possano causare amenorrea, galattorrea, ginecomastia e impotenza.
Un aumento cronico dei livelli di prolattina è stato associato a bassi livelli di estrogeni e ad un incremento del rischio di osteoporosi (sebbene ciò non sia stato valutato nei programmi di sviluppo di tetrabenazina). Se esiste un sospetto clinico di iperprolattinemia sintomatica devono essere eseguite opportune analisi di laboratorio e si deve considerare la sospensione del farmaco.
Legame a tessuti contenenti melanina
Poichè la tetrabenazina e i suoi metaboliti si legano a tessuti contenenti melanina, in tali tessuti potrebbe verificarsi nel tempo un accumulo del farmaco. Ciò incrementa la possibilità di effetti tossici in questi tessuti dopo un uso prolungato. Non si conosce il significato clinico del legame della tetrabenazina con i tessuti contenenti melanina. Sebbene non vi siano specifiche raccomandazioni per il monitoraggio periodico di tipo oftalmico, i pazienti in terapia con tetrabenazina devono essere avvisati della possibilità di effetti oftalmologici dopo esposizione a lungo termine.
Il prodotto contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi o da malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.
Da somministrare con cautela in pazienti con insufficienza epatica.
L’uso di Tetrabenazina in pazienti con insufficienza renale non è stato studiato.
Test di laboratorio
Durante le sperimentazioni cliniche con tetrabenazina non sono state riportate alterazioni clinicamente significative dei parametri di laboratorio. Nel corso di sperimentazioni cliniche controllate tetrabenazina ha causato un lieve aumento medio di SGOT e SGPT rispetto al placebo.
Fertilità
Studi condotti su animali con tetrabenazina non hanno evidenziato effetti sulla gravidanza o sulla sopravvivenza nell’utero.
È stato osservato un aumento della lunghezza del ciclo femminile e un ritardo nella fertilità.
Gravidanza
Non ci sono dati sufficienti sull’uso di tetrabenazina nelle donne in gravidanza.
Studi condotti su animali hanno dimostrato una tossicit&à riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
Non è ben noto il potenziale rischio negli esseri umani. Tetrabenazina non deve essere usata durante la gravidanza ed in donne in età fertile che non usano contraccettivi.
Gli effetti di tetrabenazina sul travaglio e sul parto negli esseri umani non sono noti.
Allattamento
Non è noto se la tetrabenazina o i suoi metaboliti vengano escreti nel latte materno.
Non si può escludere il rischio per il bambino in allattamento.
Tetrabenazina è controindicata durante l’allattamento al seno (vedere paragrafo 4.3).
La frequenza è definita sulla base della seguente convenzione: Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Categorie di sistema/organo | Reazione avversa ("Preferred Term" in accordo a MedDRA) Frequenza | |||||
Molto comune (> 1/10) | Comune (≥1/100 a <1/10) | Non comune(≥1/1,000 a ≤1/100) | Raro (≥1/10,000 a ≤1/1,000) | Molto raro (≤1/10,000) | Non noto | |
Infezioni ed infestazioni | Polmonite lobale | |||||
Patologie del sistema emolinfopoietico | Leucopenia | |||||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | Appetito ridotto Disidratazione | |||||
Disturbi psichiatrici | Depressione | Agitazione Ansia Insonnia Confusione | Aggressione Collera Idea suicida | Disorientamento Nervosismo Irrequietezza Alterazione del sonno | ||
Patologie del sistema nervoso | Sonnolenza Parkinsonismo (può includere problemi di equilibrio) tremori o eccesso di salivazione | Sindrome neurolettica maligna | Atassia Acatisia Distonia Perdita della memoria Capogiri | |||
Patologie dell’occhio | Crisi oculogira Fotofobia | |||||
Patologie cardiache | Bradicardia | |||||
Patologie vascolari | Ipotensione posturale Crisi ipertensiva | |||||
Patologie Gastro–intestinali | Problemi di deglutizione Nausea Vomito Dolore epigastrico Diarrea Stipsi Bocca secca | |||||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Eruzione cutanea Prurito Orticaria | Iperidrosi | ||||
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | Ciclo mestruale irregolare | |||||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Affaticamento Debolezza Ipotermia | |||||
Esami diagnostici | Peso diminuito | |||||
Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura | Cadute |
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo "www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili".
Amido, lattosio, talco, magnesio stearato, ossido di ferro giallo E172.
Conservare a temperatura inferiore a 25°C.