Il trattamento con Xagrid deve essere istituito da un medico esperto nel controllo della trombocitemia essenziale.
Posologia
La dose iniziale di anagrelide raccomandata è di 1 mg/die, da somministrare per via orale in due dosi separate (0,5 mg/dose).
Mantenere costante la dose iniziale per almeno una settimana. Dopo una settimana è possibile titolare la dose, caso per caso, per pervenire alla dose minima efficace per ridurre e/o mantenere la conta piastrinica al di sotto di 600 x 109/l, e se possibile a un livello fra 150 x 109/l e 400 x 109/l. Non aumentare la dose di oltre 0,5 mg/die nell’arco della stessa settimana; la dose singola massima consigliata non deve superare 2,5 mg (vedere paragrafo 4.9). Durante lo sviluppo clinico si sono utilizzate dosi pari a 10 mg/die.
Controllare regolarmente gli effetti del trattamento con anagrelide (vedere paragrafo 4.4). Se la dose iniziale è > 1 mg/die, procedere a conteggi delle piastrine ogni due giorni nella prima settimana di trattamento, e almeno una volta alla settimana in seguito, fino a giungere a una dose stabile di mantenimento. Tipicamente si osserverà un calo della conta piastrinica entro 14 – 21 giorni dall’avvio del trattamento. Nella maggior parte dei pazienti sarà possibile osservare una risposta terapeutica adeguata e stabile con l’assunzione di 1 – 3 mg/die (per maggiori dettagli circa gli effetti clinici, vedere paragrafo 5.1).
Anziani
Le differenze di farmacocinetica osservate tra pazienti anziani e pazienti giovani con TE (vedere paragrafo 5.2) non giustificano l’uso di un diverso regime di trattamento iniziale o di una diversa fase di titolazione della dose per raggiungere un regime di anagrelide ottimizzato per il singolo paziente.
Nella fase di sviluppo clinico circa il 50% dei pazienti trattati con anagrelide era di età superiore a 60 anni e non è stato necessario modificare specificatamente la dose in base all’età in questi pazienti. Tuttavia, come previsto i pazienti in questa fascia di età presentavano un’incidenza doppia di eventi avversi seri (principalmente di natura cardiaca).
Insufficienza renale
I dati farmacocinetici per questa popolazione di pazienti sono limitati. Prima di avviare il trattamento occorre valutare i rischi potenziali e i possibili benefici della terapia con anagrelide nei pazienti con funzione renale compromessa (vedere paragrafo 4.3).
Insufficienza epatica
I dati farmacocinetici per questa popolazione di pazienti sono limitati. Tuttavia, il metabolismo epatico rappresenta la principale via di eliminazione per anagrelide, pertanto è prevedibile che la funzione epatica possa influenzare questo processo. Si consiglia pertanto di non trattare con anagrelide pazienti con insufficienza epatica moderata o grave. Prima di avviare il trattamento occorre valutare il potenziale rischio e i possibili benefici della terapia con anagrelide nei pazienti con funzione epatica lievemente compromessa (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l’efficacia di anagrelide nei bambini non sono state stabilite. L’esperienza sull’uso di anagrelide nei bambini e negli adolescenti è molto limitata; in questo gruppo di pazienti anagrelide deve essere usato con cautela. In assenza di linee guida pediatriche specifiche, i criteri diagnostici dell’OMS per la diagnosi di trombocitemia essenziale negli adulti sono considerati pertinenti per la popolazione pediatrica. Le linee guida diagnostiche per la trombocitemia essenziale devono essere seguite accuratamente e la diagnosi deve essere rivalutata periodicamente in caso di incertezza, cercando di tra distinguerla dalla trombocitosi ereditaria o secondaria, eventualmente tramite un’analisi genetica e una biopsia del midollo osseo.
Tipicamente la possibilità di una terapia citoriduttiva è considerata nei pazienti pediatrici ad alto rischio.
Il trattamento con anagrelide deve essere iniziato solo quando il paziente mostra segni di progressione della malattia o in caso di trombosi. Una volta iniziata la terapia, i benefici e i rischi del trattamento con anagrelide devono essere monitorati regolarmente e deve essere valutata periodicamente la necessità di proseguire il trattamento in corso.
I livelli piastrinici target vengono stabiliti dal medico curante su base individuale per il singolo paziente.
Nei pazienti pediatrici che non evidenziano una risposta soddisfacente al trattamento dopo circa 3 mesi si deve considerare la possibilità di interrompere il trattamento.
I dati al momento disponibili sono riportati nei paragrafi 4.4, 4.8, 5.1 e 5.2, ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.
Modo di somministrazione
Per uso orale. Le capsule devono essere deglutite intere. Non frantumare o diluire il contenuto in un liquido.
Insufficienza epatica
Prima di avviare il trattamento occorre valutare il potenziale rischio e i possibili benefici della terapia con anagrelide nei pazienti con funzionalità epatica lievemente compromessa. Il trattamento non è raccomandato in pazienti con transaminasi elevate (> 5 volte il limite superiore della norma) (vedere paragrafi 4.2 e 4.3).
Insufficienza renale
Prima di avviare il trattamento occorre valutare il potenziale rischio e i possibili benefici della terapia con anagrelide nei pazienti con funzionalità renale compromessa (vedere paragrafi 4.2 e 4.3).
Monitoraggio
La terapia richiede un’attenta supervisione clinica del paziente, inclusi esami con emocromo completo (emoglobina, conta leucocitaria e piastrinica), valutazione della funzionalità epatica (ALT e AST), della funzionalità renale (creatinina e azotemia) e degli elettroliti (potassio, magnesio e calcio).
Piastrine
Si assisterà a un aumento della conta piastrinica entro 4 giorni dalla sospensione del trattamento con anagrelide. Le piastrine si ripristineranno ai livelli pre–trattamento nel giro di 10 – 14 giorni.
Cardiovascolari
Sono stati segnalati eventi avversi cardiovascolari gravi, inclusi casi di torsione di punta, tachicardia ventricolare, cardiomiopatia, cardiomegalia e insufficienza cardiaca congestizia (vedere paragrafo 4.8).
Anagrelide deve essere usata con cautela nei pazienti con fattori di rischio noti per prolungamento dell’intervallo QT, come sindrome congenita del QT lungo, anamnesi positiva per prolungamento acquisito del QTc, assunzione di medicinali che possono prolungare l’intervallo QTc e ipokaliemia.
Occorre usare cautela anche nelle popolazioni che possono avere una concentrazione plasmatica massima (Cmax) più elevata di anagrelide o del suo metabolita attivo, 3–idrossi–anagrelide, ad es. in caso di insufficienza epatica o uso di inibitori del CYP1A2 (vedere paragrafo 4.5).
È consigliabile un attento monitoraggio per rilevare un eventuale effetto sull’intervallo QTc.
Per tutti i pazienti si raccomanda un esame cardiovascolare pre–trattamento, comprendente un ECG basale ed ecocardiogramma, prima di iniziare la terapia con anagrelide. Si devono monitorare regolarmente tutti i pazienti nel corso del trattamento (ad es. con ECG o ecocardiogramma), per rilevare eventuali effetti cardiovascolari che potrebbero richiedere ulteriori esami e indagini cardiovascolari. L’ipokaliemia o l’ipomagnesiemia devono essere corrette prima della somministrazione di anagrelide e monitorate periodicamente durante la terapia.
Anagrelide è un inibitore della fosfodiesterasi III AMPc– dipendente, e per via degli effetti inotropi e cronotropi positivi deve essere utilizzata con cautela nei pazienti di qualsiasi età con cardiopatia accertata o sospetta. Inoltre, eventi avversi cardiovascolari gravi si sono verificati anche in pazienti senza sospetta cardiopatia e con esito di esami cardiovascolari, effettuati precedente al trattamento, nella norma.
Anagrelide deve essere utilizzata solo se i potenziali benefici della terapia superano i possibili rischi.
Popolazione pediatrica
Si dispone di dati molto limitati sull’utilizzo di anagrelide nella popolazione pediatrica, pertanto deve essere utilizzata con cautela in questo particolare gruppo di pazienti (vedere paragrafi 4.2, 4.8, 5.1 e 5.2).
Come per la popolazione adulta, prima di iniziare il trattamento e a intervalli regolari durante il trattamento devono essere eseguiti un emocromo completo e la valutazione della funzionalità cardiaca, epatica e renale. La malattia può progredire in mielofibrosi o leucemia mieloide acuta (LMA). Sebbene non si conosca il tasso di tale progressione, i bambini hanno un decorso della malattia più lungo e possono quindi avere un maggiore rischio di trasformazione maligna rispetto agli adulti. I bambini devono essere regolarmente monitorati per rilevare una progressione della malattia, secondo la pratica clinica standard, ad esempio tramite esame obiettivo, valutazione dei marcatori di malattia e biopsia del midollo osseo.
Qualsiasi anomalia deve essere valutata sollecitamente e devono essere adottate le misure opportune, che possono comprendere una riduzione della dose, la sospensione o l’interruzione del trattamento.
Interazioni cliniche di rilievo
Anagrelide è un inibitore della fosfodiesterasi III AMPc–dipendente (PDE III). L’utilizzo concomitante di anagrelide e altri inibitori PDE III, ad esempio milrinone, amrinone, enoximone, olprinone e cilostazolo non è raccomandato.
L’utilizzo concomitante di anagrelide e acido acetilsalicilico è stato associato a eventi emorragici maggiori (vedere paragrafo 4.5).
Eccipienti
Xagrid contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp–lattasi o insufficiente assorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.
Donne in età fertile
Le donne in età fertile devono usare misure contraccettive efficaci durante il trattamento con anagrelide.
Gravidanza
Non si dispone di dati adeguati sull’uso di anagrelide nelle donne in stato di gravidanza. Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il potenziale rischio per gli esseri umani è sconosciuto. Pertanto, Xagrid non è raccomandato durante la gravidanza.
Se anagrelide viene utilizzata durante la gravidanza, o se la paziente rimane incinta mentre usa il medicinale, la si deve informare del potenziale rischio per il feto.
Allattamento
Non è noto se anagrelide e/o i suoi metaboliti siano escreti nel latte materno. Dati disponibili in animali hanno mostrato l’escrezione di anagrelide e dei suoi metaboliti nel latte. Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso. L’allattamento deve essere interrotto durante il trattamento con anagrelide.
Fertilità
Nell’uomo non sono disponibili dati relativi all’effetto di anagrelide sulla fertilità. Nei maschi di ratto, anagrelide non ha avuto alcun effetto sulla fertilità o sulle prestazioni riproduttive. Nelle femmine di ratto, l’uso di dosi di anagrelide superiori all’intervallo terapeutico ha provocato alterazioni dell’impianto (vedere paragrafo 5.3).
Riepilogo del profilo di sicurezza
Si è esaminata la sicurezza di anagrelide in 4 studi clinici in aperto. In 3 di questi è stata valutata la sicurezza in 942 pazienti che assumevano una dose media di anagrelide pari a circa 2 mg/die. Nell’ambito di questi studi, 22 pazienti hanno ricevuto anagrelide fino a 4 anni.
Nello studio successivo, è stata valutata la sicurezza su 3.660 pazienti che ricevevano una dose media di circa 2 mg/die di anagrelide. In questo particolare studio, 34 dei pazienti hanno ricevuto anagrelide fino a 5 anni.
Le reazioni avverse associate con anagrelide e riferite con maggiore frequenza sono state cefalea (in circa il 14% dei pazienti), palpitazioni (in circa il 9%), ritenzione di liquidi e nausea (entrambe nel 6% circa dei pazienti) e diarrea (nel 5%). Queste reazioni avverse al farmaco sono prevedibili sulla base della farmacologia di anagrelide (inibizione della PDE III). La titolazione graduale della dose può aiutare a ridurre questi effetti (vedere paragrafo 4.2).
Elenco tabulato delle reazioni avverse
Nella tabella seguente sono riportate le reazioni avverse derivate da studi clinici, studi di sicurezza post–autorizzativi e segnalazioni spontanee. Nell’ambito della classificazione per sistemi e organi, sono elencate sotto i seguenti titoli: molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100, < 1/10); non comune (≥ 1/1.000, < 1/100); raro (≥ 1/10.000, < 1/1.000); molto raro (< 1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). All’interno di ciascuna categoria di frequenza, le reazioni avverse sono presentate in ordine decrescente di gravità.
Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA | Frequenza delle reazioni avverse | ||||
Molto comune | Comune | Non comune | Raro | Non nota | |
Patologie del sistema emolinfopoietico | anemia | pancitopenia, trombocitopenia, emorragia, ecchimosi | |||
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | ritenzione di liquidi | edema, calo ponderale | aumento ponderale | ||
Patologie del sistema nervoso | cefalea | capogiri | depressione, amnesia, stato confusionale, insonnia, parestesia, ipoestesia, nervosismo, secchezza delle fauci | emicrania, disartria, sonnolenza, anormalità della coordinazione | |
Patologie dell’occhio | diplopia, anormalità visive | ||||
Patologie dell’orecchio e del labirinto | tinnito | ||||
Patologie cardiache | tachicardia, palpitazioni | tachicardia ventricolare, insufficienza cardiaca congestizia, fibrillazione atriale, tachicardia sopraventricolare, aritmia, ipertensione, sincope | infarto miocardico, cardiomiopatia, cardiomegalia, versamento pericardico, angina pectoris, ipotensione posturale, vasodilatazione | torsione di punta | |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | polmonite, versamento pleurico, dispnea, epistassi | ipertensione polmonare infiltrati polmonari | pneumopatia interstiziale incluse polmonite e alveolite allergica | ||
Patologie gastrointestinali | diarrea, vomito, dolori addominali, nausea, flatulenza | emorragia gastrointestinale, pancreatite, anoressia, dispepsia, stipsi, disturbi gastrointestinali | colite, gastrite, sanguinamento gengivale | ||
Patologie epatobiliari | aumento dei livelli degli enzimi epatici | epatite | |||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | eruzioni cutanee | alopecia, prurito, depigmentazione cutanea | cute secca | ||
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | artralgia, mialgia, dolore lombare | ||||
Patologie renali e urinarie | impotenza | insufficienza renale, nicturia | nefrite tubulo–interstiziale | ||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | fatica | dolore toracico, stati febbrili, brividi, malessere, debolezza | sindrome simil–influenzale, dolore, astenia | ||
Esami diagnostici | aumento della creatinina ematica |
Popolazione pediatrica
48 pazienti di età compresa tra 6 e 17 anni (19 bambini e 29 adolescenti), nel contesto di studi clinici o di un registro di patologia, hanno ricevuto anagrelide per un massimo di 6,5 anni, (vedere paragrafo 5.1).
La maggior parte degli eventi avversi osservati rientrava tra quelli elencati nell’RCP. Tuttavia, i dati relativi alla sicurezza sono limitati e non permettono un confronto significativo tra pazienti adulti e pediatrici (vedere paragrafo 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite l’Agenzia Italiana del Farmaco. Sito web: www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Contenuto delle capsule
Povidone (E1201)
Lattosio, anidro
Lattosio monoidrato
Cellulosa, microcristallina (E460)
Crospovidone
Magnesio stearato
Involucro delle capsule
Gelatina
Diossido di titanio (E171)
Inchiostro di stampa
Gommalacca
Soluzione di ammonio forte
Idrossido di potassio (E525)
Ossido di ferro nero (E172)
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.