Principio attivo:Fentanil
Gruppo terapeutico:Oppioidi
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rnr - non ripetibile (ex s/f)
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
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Posologia

Il trattamento deve essere iniziato e mantenuto sotto la guida di un medico esperto nel trattamento della terapia con oppioidi in pazienti oncologici. I medici devono tenere presente il potenziale di abuso di fentanil. Al momento del passaggio a Vellofent, i pazienti devono essere avvisati di non utilizzare due formulazioni diverse di fentanil contemporaneamente per il trattamento del dolore episodico intenso e di eliminare l’eventuale altro prodotto a base di fentanil prescritto per questa condizione. Il numero di dosi a disposizione dei pazienti deve essere sempre ridotto al minimo, per evitare confusione e potenziale sovradosaggio.

Vellofent deve essere somministrato direttamente sotto la lingua, nella parte più profonda.

Vellofent non deve essere ingoiato, ma deve disciogliersi completamente nella cavità sublinguale, senza essere masticato o succhiato. Occorre avvisare i pazienti di non mangiare o bere, fino al completo dissolvimento della compressa sublinguale.

Dopo 30 minuti, se in bocca sono rimasti ancora dei residui della compressa di Vellofent, questi possono essere ingeriti.

Nei pazienti con secchezza delle fauci, si può utilizzare acqua per inumidire la mucosa orale prima di assumere Vellofent.

Una volta rimossa dal blister, la compressa non deve essere conservata, poiché non si può garantire la sua integrità, nonché per il rischio che si verifichi un’esposizione accidentale ad essa (vedere anche il paragrafo 4.4 per le avvertenze sui bambini).

I pazienti devono essere avvisati di tenere Vellofent in un luogo chiuso a chiave.

Titolazione della dose

Prima che per i pazienti venga determinata la dose di Vellofent, si presuppone che il loro dolore cronico di base sia controllato con una terapia a base di oppioidi e che generalmente non manifestino più di 4 eventi di dolore episodico intenso al giorno.

Lo scopo della titolazione della dose è di identificare una dose di mantenimento ottimale per il trattamento degli episodi di dolore intenso in corso. Tale dose ottimale deve fornire un’analgesia adeguata, con un livello accettabile di reazioni avverse.

La dose ottimale di Vellofent verrà stabilita mediante aumento graduale della dose per ogni singolo paziente su base individuale. Sono disponibili diversi dosaggi da utilizzare durante la fase di titolazione. La dose iniziale di Vellofent deve essere pari a 133 mcg , aumentando la dose secondo necessità nel range dei dosaggi disponibili.

I pazienti devono essere monitorati attentamente fino al raggiungimento della dose ottimale.

Il passaggio da altri prodotti contenenti fentanil a Vellofent non deve avvenire secondo un rapporto 1:1, a causa dei diversi profili di assorbimento. Se i pazienti passano da un altro prodotto contenente fentanil, è richiesta una nuova titolazione della dose di Vellofent.

Il seguente regime di dosaggio è raccomandato per la titolazione, sebbene il medico debba sempre tenere in considerazione le necessità cliniche, l’età e le patologie concomitanti del paziente.

Tutti i pazienti devono iniziare la terapia assumendo una sola compressa sublinguale da 133 mcg . Se non si ottiene un’analgesia adeguata entro 15–30 minuti dalla somministrazione di una singola compressa, è possibile somministrare un’ulteriore (seconda) compressa da 133 mcg . Se il trattamento di un episodio di dolore intenso richiede più di un’unità posologica, si deve considerare un aumento della dose facendo ricorso alla concentrazione immediatamente superiore del medicinale (fare riferimento alla figura sottostante). L’incremento di dose deve continuare gradualmente fino al raggiungimento di una adeguata analgesia. In corrispondenza di una dose iniziale di una compressa da 533 mcg la dose per l’ulteriore (seconda) compressa deve essere incrementata da 133 a 267 mcg , come illustrato nello schema sottostante. Durante questa fase di titolazione, non somministrare più di due (2) compresse per un singolo episodio di dolore intenso.

Processo di titolazione di VELLOFENT

Dose iniziale 133 mcg
Raggiungimento di un adeguato sollievo dal dolore entro 15–30 minuti
Si No
Assumere una seconda compressa (vedere la tabella per determinare la dose della seconda compressa)
Utilizzare questa dose per i seguenti episodi di dolore intenso Aumentare la dose della prima compressa utilizzandone una con concentrazione immediatamente superiore per il successivo episodio di dolore intenso

Dosaggio (mcg ) della prima compressa per episodio di dolore intenso Dosaggio (mcg ) dell’ulteriore (seconda) compressa da assumere 15–30 minuti dopo la somministrazione della prima, se necessario
133 133
267 133
400 133
533 267
800

Se con la dose superiore si ottiene un’analgesia adeguata, ma gli effetti indesiderati si considerano inaccettabili, si può somministrare una dose intermedia (utilizzando compresse da 67 mcg o 133 mcg ).

Dosi superiori a 800 mcg non sono state valutate negli studi clinici.

Per ridurre al minimo il rischio di reazioni avverse correlate agli oppioidi e per l’individuazione della dose appropriata, è indispensabile che i pazienti siano seguiti attentamente da parte degli operatori sanitari durante la fase di titolazione del dosaggio.

Terapia di mantenimento

Dopo aver stabilito una dose appropriata, che può essere superiore a una compressa, i pazienti devono essere mantenuti su questa dose e limitare il consumo ad un massimo di quattro dosi di Vellofent al giorno.

Modifiche agli aggiustamenti del dosaggio

Se la risposta (in termini di analgesia o reazioni avverse) alla dose titolata di Vellofent cambia notevolmente, può essere necessario un aggiustamento per assicurare il mantenimento di un dosaggio ottimale.

Se vengono manifestati più di quattro episodi di dolore intenso al giorno, deve essere rivalutata la dose dell’oppioide ad azione prolungata utilizzato per il dolore persistente. Se l’oppioide ad azione prolungata o la sua dose vengono modificate, la dose di Vellofent deve essere rivalutata e nuovamente titolata, per assicurare che il paziente assuma la dose ottimale.

È assolutamente necessario che un’eventuale nuova titolazione di dose dell’analgesico sia monitorata da un operatore sanitario.

Interruzione della terapia

La terapia con Vellofent deve essere sospesa immediatamente, se non più necessaria. Per i pazienti che devono interrompere tutte le terapie a base di oppioidi, prima di procedere ad una riduzione graduale della titolazione degli oppioidi è necessario tenere conto della dose di Vellofent onde evitare la possibilità di effetti derivanti da una brusca interruzione.

Uso nei pazienti anziani

La titolazione della dose deve essere affrontata con particolare cautela ed i pazienti devono essere tenuti sotto attenta osservazione per rilevare eventuali segni di tossicità da fentanil (vedere paragrafo 4.4).

Uso in pazienti con compromissione della funzione epatica e renale

Durante la fase di titolazione di Vellofent, i pazienti con disfunzioni epatiche o renali devono essere sottoposti ad attenta osservazione per rilevare l’eventuale comparsa di segni di tossicità da fentanil (vedere paragrafo 4.4).

Uso nella popolazione pediatrica

L’uso di Vellofent non è indicato nei bambini e negli adolescenti al di sotto di 18 anni, a causa della mancanza di dati sulla sicurezza e l’efficacia (vedere paragrafo 4.4).

Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
  • depressione respiratoria
  • inibitori delle monoaminossidasi
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    Interazioni
  • inibitori delle monoamino ossidasi
  • analgesici
  • oppioidi
  • antibiotici
  • macrolidi
  • eritromicina
  • claritromicina
  • antimicotici azolici
  • ketoconazolo
  • itraconazolo
  • fluconazolo
  • ritonavir
  • indinavir
  • nelfinavir
  • saquinavir
  • calcioantagonisti
  • diltiazem
  • verapamil
  • antidepressivi
  • fluoxetina
  • antiacidi
  • cimetidina
  • alcool
  • dopo
  • succo di pompelmo
  • noto
  • barbiturici
  • fenobarbital
  • antiepilettici
  • carbamazepina
  • fenitoina
  • antivirali
  • efavirenz
  • nevirapina
  • agenti
  • antinfiammatori
  • immunosoppressori
  • glucocorticoidi
  • antidiabetici
  • ipnotici
  • anestetici
  • fenotiazine
  • tranquillanti
  • rilassanti muscolo–scheletrici
  • antistaminici sedativi
  • nalbufina
  • pentazocina
  • analgesico
  • agente
  • norepinefrina
  • inibitore della monoamino ossidasi
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    Avvertenze

    I pazienti e chi si prende cura di loro devono essere informati circa la presenza nel Vellofent di un principio attivo in quantità tale da poter essere fatale per un bambino e quindi sulla necessità che tutte le compresse vengano sempre tenute fuori dalla vista e dalla portata dei bambini e di coloro che non fanno uso di questo medicinale.

    Per ridurre al minimo i rischi di effetti indesiderati derivanti dagli oppioidi e per l’individuazione della dose efficace, è indispensabile che i pazienti siano monitorati attentamente da parte degli operatori sanitari durante la fase di titolazione del dosaggio.

    Prima di iniziare la terapia con Vellofent è importante che il trattamento con oppioidi ad azione prolungata utilizzato per il controllo del dolore persistente del paziente si sia stabilizzato, e che durante l’assunzione di Vellofent il paziente prosegua il trattamento a lungo termine con gli oppioidi.

    Come con tutti gli oppioidi, vi è un rischio di depressione respiratoria clinicamente rilevante associato all’uso di fentanil. Si deve prestare particolare attenzione durante la titolazione del dosaggio di Vellofent in pazienti con pneumopatia cronica ostruttiva di grado non grave o altre condizioni mediche che predispongono a depressione respiratoria, poiché anche dosi normalmente terapeutiche di Vellofent possono diminuire ulteriormente la capacità respiratoria fino a provocare un’insufficienza respiratoria.

    Vellofent deve essere somministrato con estrema cautela nei pazienti che possono essere particolarmente suscettibili agli effetti intracranici della ritenzione di CO2, come quelli che presentano segni di aumento della pressione intracranica o di deterioramento della coscienza. Gli oppioidi possono mascherare il decorso clinico di un paziente con una lesione cranica e vanno quindi utilizzati soltanto se esiste un’esigenza clinica.

    Cardiopatie

    Il fentanil può indurre bradicardia. Il fentanil deve essere utilizzato con cautela nei pazienti con bradiaritmie pregresse o preesistenti.

    Inoltre, Vellofent deve essere somministrato con cautela ai pazienti con compromissione epatica o renale. Non è stata valutata l’influenza della compromissione epatica e renale sulla farmacocinetica di questo medicinale tuttavia, quando somministrato per via endovenosa, la clearance di fentanil si è dimostrata essere alterata nei casi di compromissione epatica e renale a causa delle alterazioni della clearance metabolica e delle proteine plasmatiche. Dopo la somministrazione di Vellofent, sia la compromissione renale sia quella epatica possono aumentare la biodisponibilità del fentanil ingerito e diminuire la sua clearance sistemica, che può tradursi in un incremento e un prolungamento degli effetti oppioidi. Di conseguenza, è necessario osservare particolare cautela durante la fase di titolazione del dosaggio nei pazienti con insufficienza epatica o renale di grado moderato o grave.

    Particolare attenzione va prestata ai pazienti con ipovolemia e ipotensione.

    Sindrome serotoninica

    Si raccomanda cautela quando Vellofent viene somministrato congiuntamente a farmaci che agiscono sul sistema di neurotrasmettitori serotoninergici.

    Una sindrome serotoninica potenzialmente fatale può svilupparsi in caso di uso congiunto con farmaci serotoninergici come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Selective Serotonin Re–uptake Inhibitors, SSRI) e gli inibitori della ricaptazione della serotonina norepinefrina (Serotonin Norepinephrine Re–uptake Inhibitors, SNRI), oltre che con farmaci che alterano il metabolismo della serotonina (compresi gli inibitori della monoamino ossidasi [Monoamine Oxidase Inhibitors, IMAO]). Questo può accadere alle dosi raccomandate.

    La sindrome serotoninica può comprendere alterazioni dello stato mentale (per es. agitazione, allucinazioni, coma), instabilità autonomica (per es. tachicardia, pressione arteriosa instabile, ipertermia), anomalie neuromuscolari (per es. iperreflessia, incoordinazione, rigidità), e/o sintomi gastrointestinali (per es. nausea, vomito, diarrea).

    Qualora si sospetti una sindrome serotoninica, il trattamento con Vellofent deve essere interrotto.

    Vellofent non è stato studiato in pazienti con lesioni orali o mucosite. Per tali pazienti può esistere un rischio di aumento dell’esposizione sistemica al farmaco, pertanto si raccomanda un’attenzione ancora maggiore durante la titolazione della dose.

    Ripetute somministrazioni di oppioidi come il fentanil possono far sviluppare forme di tolleranza e dipendenza fisica e/o psicologica. Tuttavia la dipendenza iatrogena dopo uso terapeutico di oppioidi è rara.

    Questo medicinale contiene 0,651 mg di sodio per compressa. Ciò va tenuto presente nei pazienti che seguono una dieta povera di sodio.

    Gravidanza

    Gravidanza

    Non vi sono dati adeguati riguardanti l’uso del fentanil in donne in gravidanza. Studi sugli animali hanno dimostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. Vellofent non deve essere usato durante la gravidanza, se non in caso di assoluta necessità.

    Dopo terapie a lungo termine, il fentanil può causare astinenza nei neonati.

    Si raccomanda di non usare il fentanil durante il travaglio o il parto (incluso il parto cesareo) in quanto il fentanil attraversa la placenta e può causare depressione respiratoria nel feto o nel neonato. Se viene somministrato Vellofent, bisogna avere subito a disposizione un antidoto per il neonato.

    Allattamento

    Il fentanil passa nel latte materno e può causare sedazione e depressione respiratoria nel neonato allattato al seno. Il fentanil non deve essere utilizzato da donne che allattano al seno, e l’allattamento non va ripreso fino ad almeno 48 ore dopo l’ultima somministrazione di fentanil.

    Effetti Collaterali

    Con Vellofent è prevedibile l’insorgenza di effetti indesiderati tipici dei farmaci oppioidi. Spesso tali effetti scompaiono o diminuiscono di intensità con l’uso prolungato del prodotto, una volta individuata la dose ottimale per il paziente. Tuttavia, le reazioni avverse più gravi sono depressione respiratoria (che può comportare apnea o arresto respiratorio), depressione circolatoria, ipotensione e shock, e per questo motivo tutti i pazienti devono essere attentamente monitorati.

    Le reazioni avverse segnalate più di frequente comprendono: nausea, vomito, costipazione, cefalea, sonnolenza/affaticamento e capogiro.

    Le seguenti reazioni avverse sono state riportate con Vellofent e/o con altri preparati contenenti fentanil durante gli studi clinici e l’esperienza post–marketing.

    A causa del trattamento concomitante con oppioidi, sia durante gli studi clinici che nella comune pratica clinica, non è possibile distinguere con esattezza gli effetti del solo fentanil.

    Le reazioni avverse elencate nella tabella sottostante come MedDRA Preferred term sono organizzate secondo la classificazione sistemica e organica e le frequenze (le frequenze sono definite come: molto comune ≥ 1/10; comune ≥ 1/100, < 1/10; non comune ≥ 1/1.000, < 1/100; raro ≥ 1/10.000, < 1/1.000; molto raro < 1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili):

    Classificazione per sistemi e organi secondo MedDRA Molto comune Comune Non comune Non nota
    Disturbi del metabolismo e della nutrizione Anoressia
    Disturbi psichiatrici Confusione, ansia, allucinazioni, pensiero anormale Sogni anormali, depersonalizzazione, depressione, labilità emotiva, euforia
    Patologie del sistema nervoso Sonnolenza, sedazione, capogiri Perdita di coscienza, vertigini, cefalea, mioclono, alterazione del gusto Coma, convulsioni, parestesia (comprese iperestesia/parestesia periorale), andatura anormale/incoordinazione
    Patologie dell’occhio visione alterata (visione annebbiata, visione doppia)
    Patologie vascolari Ipotensione rossore e vampate di calore
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea, depressione respiratoria
    Patologie gastrointestinali Nausea, costipazione Vomito, bocca secca, dolore addominale, dispepsia Ileo, flatulenza, aumento di volume addominale, carie dentarie Perdita di denti, recessione gengivale, diarrea
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Prurito, sudorazione Eruzione cutanea
    Patologie renali ed urinarie Ritenzione di urina
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia Malessere affaticamento, edema periferico
    Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Lesione accidentale (ad esempio cadute)

    Al termine del trattamento, è possibile notare possibili sintomi da astinenza come ansia, tremori, sudorazione, irritabilità, nausea, vomito e diarrea.

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    Calcio idrogeno fosfato anidro

    Cellulosa microcristallina

    Disodio fosfato anidro

    Ipromellosa

    Macrogol

    Magnesio stearato

    Maltodestrina

    Titanio diossido (E171)

    Triacetina

    Inchiostro da stampa [gommalacca, ferro ossido nero (E172)]

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede alcuna temperatura particolare di conservazione.

    Conservare nel blister originale per proteggere il medicinale dalla luce.