Posologia
La dose raccomandata è 25 mg una volta al giorno per via orale da assumere prima di coricarsi.
Dopo due settimane di trattamento, se non vi è un miglioramento dei sintomi, la dose può essere aumentata a 50 mg una volta al giorno, ovvero due compresse da 25 mg in un’unica assunzione, prese la sera prima di coricarsi.
La decisione di aumentare la dose deve essere valutata alla luce di un rischio più alto di aumento delle transaminasi. Ogni incremento della dose a 50 mg deve essere fatto sulla base del rapporto beneficio/rischio del singolo paziente, rispettando uno stretto controllo dei test della funzionalità epatica (LFT).
I test della funzionalità epatica devono essere effettuati in tutti i pazienti prima di iniziare il trattamento. Il trattamento non deve essere iniziato se le transaminasi superano di 3 volte il limite superiore della norma (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Durante il trattamento le transaminasi devono essere monitorate periodicamente dopo circa tre settimane, sei settimane (fine della fase acuta), dodici e ventiquattro settimane (fine della fase di mantenimento) e, in seguito, quando clinicamente indicato (vedere anche paragrafo 4.4). Il trattamento deve essere interrotto se le transaminasi superano di 3 volte il limite superiore della norma (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
Quando si aumenta il dosaggio, i test di funzionalità epatica devono essere nuovamente eseguiti con la stessa frequenza dell’inizio del trattamento.
Durata del trattamento
I pazienti depressi devono essere trattati per un periodo sufficiente di almeno 6 mesi per assicurarsi che non presentino più sintomi.
Cambiamento della terapia da un antidepressivo SSRI/SNRI ad agomelatina
I pazienti possono presentare sintomi da sospensione dopo l’interruzione di un antidepressivo SSRI/SNRI.
Per le modalità di interruzione del trattamento, al fine di evitare i sintomi da sospensione, si deve consultare il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto del SSRI/SNRI con cui il paziente è in trattamento. Agomelatina può essere iniziata immediatamente mentre si riduce il dosaggio del SSRI/SNRI (vedere paragrafo 5.1).
Interruzione del trattamento
In caso di interruzione del trattamento non è necessaria una riduzione progressiva della dose.
Popolazioni particolari
Pazienti anziani
L’efficacia e la sicurezza di agomelatina (dose da 25 a 50 mg/die) sono state dimostrate nei pazienti anziani depressi (di età < 75 anni). Non vi sono effetti documentati in pazienti di età ≥ 75 anni. Pertanto agomelatina non deve essere usata da pazienti in questo gruppo di età (vedere paragrafi 4.4 e 5.1). Non è richiesto nessun adattamento della dose in relazione all’età (vedere paragrafo 5.2).
Pazienti con compromissione renale
Non sono state osservate variazioni rilevanti nei parametri di farmacocinetica di agomelatina nei pazienti con compromissione renale grave. Tuttavia, sono disponibili soltanto limitati dati clinici sull’uso di Valdoxan in pazienti depressi con compromissione renale grave o moderata affetti da episodi di depressione maggiore. Pertanto, Valdoxan deve essere prescritto con cautela a questi pazienti.
Pazienti con compromissione epatica
Valdoxan è controindicato nei pazienti con compromissione epatica (vedere paragrafi 4.3, 4.4 e 5.2).
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l’efficacia di Valdoxan nei bambini di età uguale o superiore ai 2 anni per il trattamento degli episodi di depressione maggiore non sono state ancora stabilite.
Non ci sono dati disponibili (vedere paragrafo 4.4).
Non esiste alcuna indicazione per un uso specifico di Valdoxan dalla nascita ai 2 anni per il trattamento degli episodi di depressione maggiore.
Modo di somministrazione
Per uso orale.
Le compresse rivestite con film di Valdoxan possono essere assunte con o senza cibo.
Monitoraggio della funzionalità epatica
In pazienti trattati con Valdoxan sono stati riportati, nell’esperienza post–marketing, casi di danno epatico, inclusi compromissione epatica (sono stati riportati eccezionalmente alcuni casi con esito fatale o trapianto di fegato in pazienti con fattori di rischio epatico) e aumenti degli enzimi epatici di 10 volte superiori al limite superiore di normalità, epatite e ittero (vedere paragrafo 4.8). La maggior parte di essi si sono verificati durante i primi mesi di trattamento. Il tipo di danno epatico è essenzialmente epatocellulare con transaminasi sieriche che solitamente ritornano a livelli normali a seguito della sospensione di Valdoxan.
Si deve prestare cautela prima di iniziare il trattamento e deve essere effettuata una stretta sorveglianza durante l’intero periodo di trattamento in tutti i pazienti, specialmente se sono presenti fattori di rischio di danno epatico o se sono somministrati contemporaneamente medicinali associati a rischio di danno epatico.
• Prima di iniziare il trattamento
Nei pazienti con fattori di rischio di danno epatico come ad esempio obesità/sovrappeso/steatosi epatica non alcolica, diabete, notevole assunzione di alcolici e nei pazienti che ricevono trattamenti concomitanti con medicinali associati al rischio di danno epatico il trattamento con Valdoxan deve essere prescritto solo dopo un’attenta valutazione dei benefici e dei rischi.
Test di funzionalità epatica al basale devono essere effettuati in tutti i pazienti ed il trattamento non deve essere iniziato in pazienti con valori basali di ALT e/o AST > 3 volte il limite superiore della norma (vedere paragrafo 4.3).
Si deve usare cautela quando Valdoxan è somministrato a pazienti che presentano transaminasi elevate prima del trattamento (> del limite superiore del range normale e ≤ 3 volte il limite superiore del range normale).
• Frequenza dei test di funzionalità epatica
– Prima dell’inizio del trattamento
– e poi:
– dopo circa 3 settimane
– dopo circa 6 settimane (fine della fase acuta)
– dopo circa 12 e 24 settimane (fine della fase di mantenimento)
– e in seguito quando clinicamente indicato.
All’aumento del dosaggio, i test di funzionalità epatica devono essere nuovamente eseguiti con la stessa frequenza dell’inizio del trattamento.
Il paziente che sviluppi un aumento delle transaminasi sieriche deve ripetere i test di funzionalità epatica entro 48 ore.
• Durante il periodo di trattamento
Il trattamento con Valdoxan deve essere interrotto immediatamente se:
– il paziente sviluppa sintomi o segni di potenziale danno epatico (come ad esempio urine scure, feci di colore chiaro, ingiallimento della pelle/occhi, dolore nella regione superiore destra dell’addome, senso di prolungata e inspiegabile stanchezza di nuova insorgenza.
– l’aumento delle transaminasi sieriche supera di 3 volte il limite superiore della norma.
A seguito dell’interruzione della terapia con Valdoxan, i test di funzionalità epatica devono essere ripetuti fino a che i livelli di transaminasi sieriche rientrino nella norma.
Uso nella popolazione pediatrica
Valdoxan non è raccomandato nel trattamento della depressione in pazienti di età inferiore ai 18 anni in quanto la sicurezza e l’efficacia di Valdoxan non sono state valutate in questo gruppo di età. In studi clinici su bambini e adolescenti trattati con altri antidepressivi sono stati osservati più frequentemente rispetto a quelli trattati con placebo comportamenti suicidari (tentativo di suicidio e ideazione suicidaria), ed atteggiamento ostile (soprattutto comportamento aggressivo, oppositivo e ira) (vedere paragrafo 4.2).
Pazienti anziani
Non vi sono effetti documentati di agomelatina in pazienti di età ≥ 75 anni, pertanto agomelatina non deve essere utilizzata in pazienti appartenenti a questa fascia di età (vedere anche paragrafi 4.2 e 5.1).
Uso in pazienti anziani affetti da demenza
Valdoxan non deve essere usato per il trattamento di episodi di depressione maggiore in pazienti anziani affetti da demenza, poiché in questi pazienti la sicurezza e l’efficacia di Valdoxan non sono state valutate.
Disturbo bipolare/mania/ipomania
Valdoxan deve essere utilizzato con cautela in pazienti con una anamnesi di disturbo bipolare, mania o ipomania e deve essere interrotto se un paziente sviluppa sintomi maniacali (vedere paragrafo 4.8).
Suicidio/ideazione suicidaria
La depressione è associata ad aumentato rischio di pensieri suicidari, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio). Tale rischio persiste fino a che non si verifica una remissione significativa. Poiché possono non verificarsi miglioramenti durante le prime settimane di trattamento o in quelle successive, i pazienti devono essere attentamente controllati fino ad avvenuto miglioramento. È esperienza clinica generale che il rischio di suicidio può aumentare nelle prime fasi del processo di guarigione.
Pazienti con anamnesi di eventi correlati al suicidio, o che manifestano un grado significativo di ideazione suicidaria prima dell’inizio del trattamento, sono noti per essere a rischio più elevato di ideazione suicidaria o tentativi di suicidio, e devono essere attentamente controllati durante il trattamento. Una metanalisi degli studi clinici condotti con medicinali antidepressivi in confronto con placebo nella terapia di disturbi psichiatrici, ha mostrato un aumento del rischio di comportamento suicidario nei pazienti di età inferiore a 25 anni trattati con antidepressivi rispetto al placebo.
Il trattamento deve essere associato ad una stretta sorveglianza dei pazienti, in particolare quelli ad alto rischio, specialmente nelle fasi iniziali del trattamento e dopo cambiamenti di dose. I pazienti (e chi si prende cura di loro) devono essere avvertiti della necessità di controllare qualsiasi peggioramento del quadro clinico, comportamenti o pensieri suicidari e insoliti cambiamenti nel comportamento e di consultare immediatamente un medico qualora questi sintomi si manifestino.
Associazione con inibitori del CYP1A2 (vedere paragrafi 4.3 e 4.5)
Occorre prestare cautela quando si prescrive Valdoxan con moderati inibitori del CYP1A2 (ad esempio, propranololo, enoxacina) che possono comportare un aumento dell’esposizione all’agomelatina.
Intolleranza al lattosio
Valdoxan contiene lattosio. Pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, di deficienza di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio, non devono assumere questo medicinale.
Gravidanza
I dati relativi all’utilizzo di agomelatina in donne in gravidanza non esistono o sono in numero limitato (meno di 300 gravidanze esposte).Gli studi su animali non indicano effetti dannosi diretti o indiretti su gravidanza, sviluppo embrionale/fetale, parto o sviluppo post–natale (vedere paragrafo 5.3). A scopo precauzionale, è preferibile evitare l’uso di Valdoxan durante la gravidanza.
Allattamento
Non è noto se agomelatina/metaboliti siano escreti nel latte materno. Dati farmacodinamici/tossicologici disponibili in animali hanno mostrato l’escrezione di agomelatina/metaboliti nel latte (vedere paragrafo 5.3). Il rischio per i neonati/lattanti non può essere escluso. Deve essere presa la decisione se interrompere l’allattamento o interrompere la terapia/astenersi dalla terapia con Valdoxan tenendo in considerazione il beneficio dell’allattamento per il bambino e il beneficio della terapia per la donna.
Fertilità
Studi sulla riproduzione nel ratto e nel coniglio non hanno mostrato effetti dell’agomelatina sulla fertilità (vedere paragrafo 5.3).
Riassunto del profilo di sicurezza
Negli studi clinici, oltre 7.900 pazienti depressi hanno ricevuto Valdoxan.
Le reazioni avverse sono state solitamente lievi o moderate e si sono verificate durante le prime due settimane di trattamento. Le reazioni avverse più comuni sono state nausea e capogiri. Queste reazioni avverse sono state solitamente transitorie e generalmente non hanno portato all’interruzione della terapia.
Tabella delle reazioni avverse
Le reazioni avverse sono elencate di seguito usando la seguente convenzione: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Le frequenze non sono state corrette per il placebo.
Classificazione sistemica organica | Frequenza | Termine di riferimento |
Disturbi psichiatrici | Comune | Ansia |
Non comune | Agitazione e sintomi correlati* (come irritabilità e irrequietezza) | |
Aggressività* | ||
Incubi* | ||
Sogni anormali* | ||
Raro | Mania/ipomania*. Questi sintomi possono essere imputabili anche alla patologia di base (vedere paragrafo 4.4). | |
Allucinazioni* | ||
Frequenza non nota | Pensieri o comportamenti suicidari (vedere paragrafo 4.4) | |
Patologie del sistema nervoso | Comune | Mal di testa |
Capogiri | ||
Sonnolenza | ||
Insonnia | ||
Emicrania | ||
Non comune | Parestesia | |
Sindrome delle gambe senza riposo* | ||
Patologie dell’occhio | Non comune | Visione offuscata |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | Non comune | Tinnito* |
Patologie gastrointestinali | Comune | Nausea |
Diarrea | ||
Costipazione | ||
Dolore addominale | ||
Vomito* | ||
Patologie epatobiliari | Comune | Aumento di ALAT e/o ASAT (negli studi clinici è stato osservato un aumento >3 volte il limite superiore del range di normalità di ALAT e/o ASAT nel 1,4% dei pazienti trattati con agomelatina 25 mg/die e nel 2,5% dei pazienti trattati con agomelatina 50 mg/die versus lo 0,6% di quelli trattati con placebo). |
Raro | Epatite | |
Aumento delle gamma–glutamiltransferasi* (GGT) (>3 volte il limite superiore del range di normalità) | ||
Aumento della fosfatasi alcalina* (>3 volte il limite superiore del range di normalità) | ||
Compromissione epatica*(1) | ||
Ittero* | ||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | Comune | Iperidrosi |
Non comune | Eczema | |
Prurito* | ||
Orticaria* | ||
Raro | Rash eritematoso | |
Edema facciale e angioedema* | ||
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | Comune | Dolore alla schiena |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | Comune | Affaticamento |
Esami diagnostici | Raro | Aumento di peso*, diminuzione di peso* |
*Frequenza stimata sulla base degli studi clinici per gli eventi avversi riportati da segnalazioni spontanee
(1) sono stati riportati eccezionalmente alcuni casi con esito fatale o trapianto di fegato in pazienti con fattori di rischio epatico
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sito web: www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
Nucleo della compressa:
– Lattosio monoidrato
– Amido di mais
– Povidone K 30
– Amido sodico glicolato tipo A
– Acido stearico
– Magnesio stearato
– Silice colloidale anidra.
Film di rivestimento:
– Ipromellosa
– Ossido di ferro giallo (E172)
– Glicerolo
– Macrogol 6000
– Magnesio stearato
– Biossido di titanio (E171).
Inchiostro a stampa contenente gommalacca, glicole propilenico e lacca alluminica di indigotina (E132).
Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.