Tenomax (S.f.group srl)

Compresse 50cpr div 100mg

da6.02 €
Principio attivo:Atenololo
Gruppo terapeutico:Betabloccanti
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutinePresente
LattosioPresente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ipertensione arteriosa
  • angina pectoris
  • aritmie
  • infarto miocardico
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    Posologia

    Adulti

    Ipertensione arteriosa, compresa quella di origine renale: 100 mg al giorno. Di solito il pieno effetto antipertensivo si raggiunge dopo una o due settimane di terapia. Se necessario, è possibile ottenere un’ulteriore riduzione dei valori pressori associando atenololo con altri farmaci antipertensivi. In particolare, la somministrazione contemporanea di atenololo con un diuretico determina un effetto antipertensivo superiore a quello prodotto dai singoli farmaci.

    Angina pectoris: la maggior parte dei pazienti risponde alla somministrazione 100 mg al giorno. Aumentando la posologia non si ottiene generalmente un ulteriore beneficio.

    Aritmie: si consiglia una posologia di mantenimento per via orale di 50–100 mg/die.

    Anziani

    Può rendersi necessario ridurre la posologia, particolarmente nei pazienti con compromissione della funzionalità renale.

    Bambini

    Non esistono esperienze cliniche relative all’impiego pediatrico di atenololo, pertanto se ne sconsiglia la somministrazione ai bambini.

    Insufficienza renale

    Poiché l’atenololo è escreto per via renale è necessario ridurre il dosaggio nei pazienti con grave compromissione della funzionalità renale.

    Non si verifica accumulo significativo di atenololo nei pazienti che hanno una clearance della creatinina superiore a 35 ml/min (il limite normale è di 100–150 ml/min).

    Nei pazienti con clearance creatininica di 15–35 ml/min (equivalente a 3,4–6,8 mg % di creatininemia) la posologia deve essere di 50 mg al giorno o 100 mg a giorni alterni.

    Per i pazienti con clearance creatininica minore di 15 ml/min (equivalente a 6,8 mg % di creatininemia) la posologia deve essere di 50 mg a giorni alterni o 100 mg ogni 4 giorni.

    Ai pazienti in emodialisi l’atenololo deve essere somministrato per via orale alla dose di 50 mg dopo ogni seduta; la somministrazione deve essere effettuata in ambiente ospedaliero, in quanto possono verificarsi marcate riduzioni della pressione arteriosa.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità verso i componenti
  • altre
  • sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico
  • shock cardiogeno
  • ipotensione
  • acidosi
  • blocco atrioventricolare
  • malattia del nodo del seno
  • feocromocitoma
  • gravidanza
  • allattamento
  • età pediatrica
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    Interazioni
  • calcioantagonisti
  • verapamil
  • diltiazem
  • nifedipina
  • glicosidi digitalici
  • beta–bloccanti
  • dopo
  • clonidina
  • beta–bloccante
  • atenololo
  • antiaritmici
  • disopiramide
  • simpaticomimetici
  • adrenalina
  • ibuprofene
  • indometacina
  • ipotensivi
  • agenti
  • anestetici
  • agente
  • anestetico
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    Avvertenze

    Sebbene atenololo sia controindicato nello scompenso cardiaco (vedi par. 4.3) può essere somministrato a pazienti con insufficienza cardiaca purché controllata da una terapia adeguata e, con la dovuta cautela, a pazienti con una riserva cardiaca scarsa.

    Nei pazienti affetti da angina di Prinzmetal, l’atenololo può aumentare il numero e la durata delle crisi anginose tramite vasocostrizione arteriosa coronarica mediata dagli alfa recettori. Tuttavia, seppur con la massima cautela, può essere considerato il suo impiego in questi pazienti in quanto atenololo è un beta–bloccante beta–1 selettivo.

    Come già indicato nel paragrafo "Controindicazioni", atenololo non deve essere somministrato a pazienti affetti da gravi disturbi della circolazione arteriosa periferica. Durante il suo impiego, in pazienti affetti da disordini vascolari di modesta entità, si può anche verificare un aggravamento di tali disturbi.

    Particolare cautela nella somministrazione di atenololo va rivolta ai pazienti con blocco atrioventricolare di I° grado, a causa del suo effetto sul tempo di conduzione.

    L’atenololo può modificare la tachicardia indotta da ipoglicemia. Nei pazienti diabetici, in particolare in quelli affetti da diabete labile, e in pazienti soggetti a ipoglicemia, atenololo a causa della propria attività bloccante beta–adrenergica, può prevenire la comparsa dei segni e sintomi premonitori dell’ipoglicemia acuta quali le modificazioni della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa.

    L’atenololo può mascherare i segni di tireotossicosi.

    La riduzione della frequenza cardiaca è un’azione farmacologica indotta da atenololo. Dovrà essere considerata una riduzione del dosaggio nei rari casi in cui compaiono sintomi attribuibili all’eccessiva riduzione della frequenza cardiaca.

    E’ importante non interrompere bruscamente il trattamento con atenololo, specialmente nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica.

    Nei pazienti in terapia con atenololo e con una storia di reazioni anafilattiche a diversi allergeni, si può verificare un aggravamento delle reazioni allergiche in occasione di ripetuti stimoli da parte dell’allergene.

    Questi pazienti possono non rispondere adeguatamente alle dosi di adrenalina comunemente impiegate nel trattamento delle reazioni allergiche.

    Nei pazienti asmatici l’atenololo può indurre un aumento della resistenza delle vie respiratorie; tuttavia, seppur con la massima cautela, può essere considerato il suo impiego in questi pazienti in quanto atenololo è un beta–bloccante beta–1 selettivo. In caso di aumento della resistenza delle vie respiratorie, la somministrazione di atenololo deve essere interrotta e, se necessario, deve essere instaurata una terapia con preparati broncodilatatori (come il salbutamolo).

    L’anestesia dei pazienti in trattamento con atenololo richiede particolare cautela (vedi p. 4.5).

    Gravidanza

    Gravidanza

    L’atenololo attraversa la barriera placentare e si sono riscontrati livelli ematici nel cordone ombelicale.

    Non sono stati effettuati studi sull’impiego di atenololo nel 1° trimestre di gravidanza e pertanto non può essere esclusa la possibilità di un danno fetale.

    L’atenololo è stato impiegato sotto stretto controllo medico, per il trattamento dell’ipertensione nel 3° trimestre. L’uso di atenololo in donne gravide, per il trattamento dell’ipertensione lieve–moderata è stato associato a un ritardo della crescita intrauterina.

    L’uso dell’atenololo in donne che sono in gravidanza o che possono iniziarla, richiede un’attenta valutazione dei benefici indotti dalla terapia rispetto ai possibili rischi, particolarmente nel 1° e 2° trimestre di gestazione.

    Allattamento

    Si riscontra un accumulo significativo di atenololo nel latte materno. Deve essere adottata cautela quando atenololo viene somministrato a donne che allattano.

    Effetti Collaterali

    Sistema cardiovascolare: bradicardia, deterioramento della funzionalità cardiaca in pazienti affetti da insufficienza cardiaca, ipotensione, ipotensione posturale che può essere associata a sincope, freddo alle estremità, nei pazienti sensibili si può aggravare un blocco cardiaco, claudicazione intermittente, fenomeno di Raynaud.

    Sistema nervoso centrale: capogiri, cefalea, cambiamenti dell’umore, incubi notturni psicosi e allucinazioni, disturbi del sonno similmente a quanto riportato da altri beta–bloccanti. Aggravamento di sindromi nervose con depressione mentale, catatonia, confusione e turbe della memoria.

    Sistema nervoso periferico: parestesia.

    Sistema gastrointestinale: secchezza delle fauci, disturbi gastrointestinali.

    Ematologici: porpora, trombocitopenia, granulocitopenia.

    Sistema tegumentario: alopecia, secchezza agli occhi, reazioni cutanee di tipo psoriasico, aggravamento della psoriasi, rash cutaneo, eruzioni eritematose.

    Sistema respiratorio: in pazienti con asma o con una storia di problemi asmatici può verificarsi broncospasmo.

    Organi di senso: disturbi visivi.

    Altri: affaticamento, è stato osservato un incremento di anticorpi antinucleo, tuttavia non è chiara la rilevanza clinica.

    L’eventuale comparsa occasionale di trombocitopenia, porpora, granulocitopenia, eruzioni eritematose richiede l’interruzione del trattamento.

    Qualora, secondo il giudizio clinico, la qualità di vita del paziente venisse negativamente interessata dalla presenza di un qualsiasi effetto indesiderato sopraelencato, deve essere considerata la sospensione del trattamento.

    Eccipienti

    Magnesio carbonato F.U. mg 175, amido di mais F.U. mg 124, magnesio stearato F.U. mg 10, sodio laurilsolfato F.U. mg 6, gelatina F.U. mg 5.

    Conservazione

    Nessuna.