Steozol (Italfarmaco spa)

Soluzione per infusione conc 1sir infus 4mg 5ml

da134.49 €
Principio attivo:Acido zoledronico emipentaidrato
Gruppo terapeutico:Farmaci che agiscono su struttura ossea e mineralizzazione
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:H
Ricetta:Rnrl - limitativa non ripetib.
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • fratture patologiche
  • ipercalcemia
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    Posologia

    STEOZOL deve essere prescritto e somministrato ai pazienti solo da personale sanitario professionista con esperienza nella somministrazione di bisfosfonati per via endovenosa.

    Posologia

    Prevenzione di eventi correlati all’apparato scheletrico in pazienti affetti da tumori maligni allo stadio avanzato che interessano l’osso

    Adulti e anziani

    La dose raccomandata di STEOZOL nella prevenzione di eventi correlati all’apparato scheletrico in pazienti affetti da tumori maligni allo stadio avanzato che interessano l’osso è di 4 mg di acido zoledronico ogni 3 o 4 settimane.

    Ai pazienti deve essere somministrato anche un supplemento di 500 mg/die di calcio per via orale e 400 UI/die di vitamina D.

    La decisione di trattare i pazienti con metastasi ossee per la prevenzione di eventi scheletrici correlati deve considerare che l’effetto del trattamento si manifesta in 2–3 mesi.

    Trattamento della TIH

    Adulti e anziani

    La dose raccomandata nell’ipercalcemia (calcemia corretta con albumina ≥ 12,0 mg/dl o 3,0 mmol/l) è di una dose singola di 4 mg di acido zoledronico.

    Pazienti con compromissione renale

    TIH:

    In pazienti con TIH che manifestano anche una grave compromissione renale il trattamento con STEOZOL deve essere considerato solo dopo valutazione dei rischi e benefici del trattamento. Negli studi clinici sono stati esclusi i pazienti con valori di creatinina sierica > 400 mcmol/l o > 4,5 mg/dl. Non è necessario alcun adattamento della dose in pazienti con TIH con valori di creatinina sierica < 400 mcmol/l o < 4,5 mg/dl (vedere paragrafo 4.4).

    Prevenzione di eventi correlati all’apparato scheletrico in pazienti affetti da tumori maligni allo stadio avanzato:

    Prima di iniziare il trattamento con STEOZOL nei pazienti con mieloma multiplo o con metastasi ossee da tumori solidi devono essere determinate la creatinina sierica e la clearance della creatinina (CLcr). La CLcr è calcolata dalla creatinina sierica mediante la formula di Cockcroft–Gault. STEOZOL non è raccomandato per pazienti che presentano prima dell’inizio della terapia una grave compromissione renale, definita per questa popolazione come CLcr < 30 ml/min. Negli studi clinici con acido zoledronico sono stati esclusi i pazienti con valori di creatinina sierica > 265 mcmol/l o > 3,0 mg/dl.

    Nei pazienti con metastasi ossee che presentano compromissione renale da lieve a moderata, definita per questa popolazione come CLcr 30–60 ml/min, si raccomanda il seguente dosaggio di STEOZOL (vedere anche paragrafo 4.4):

    Clearance della creatinina basale (ml/min) Dosaggio di STEOZOL raccomandato*
    > 60 4,0 mg di acido zoledronico
    50–60 3,5 mg* di acido zoledronico
    40–49 3,3 mg* di acido zoledronico
    30–39 3,0 mg* di acido zoledronico

    * Le dosi sono state calcolate assumendo una AUC target di 0,66 (mg•hr/l) (CLcr = 75 ml/min). Con la somministrazione della dose ridotta nei pazienti con compromissione renale si prevede di raggiungere un valore di AUC uguale a quello osservato in pazienti con clearance della creatinina di 75 ml/min.

    Dopo l’inizio della terapia, la creatinina sierica deve essere determinata prima di ciascuna somministrazione di STEOZOL ed, in caso di peggioramento della funzionalità renale, il trattamento deve essere sospeso. Negli studi clinici, il peggioramento della funzionalità renale è stato definito come di seguito riportato:

    – Per i pazienti con valori basali di creatinina sierica normali (< 1,4 mg/dl o < 124 mcmol/l), un aumento di 0,5 mg/dl o di 44 mcmol/l;

    – Per i pazienti con valori basali di creatinina sierica anormali (> 1,4 mg/dl o > 124 mcmol/l), un aumento di 1,0 mg/dl o di 88 mcmol/l.

    Negli studi clinici, il trattamento con acido zoledronico è stato ripristinato solo quando il valore della creatinina è ritornato ad essere non superiore del 10% rispetto al valore basale (vedere paragrafo 4.4). Il trattamento con STEOZOL deve essere ripristinato con lo stesso dosaggio utilizzato prima dell’interruzione del trattamento.

    Popolazione pediatrica

    La sicurezza e l’efficacia di acido zoledronico nei bambini di età compresa tra 1 anno e 17 anni non sono state stabilite. I dati al momento disponibili sono riportati nel paragrafo 5.1 ma non può essere fatta alcuna raccomandazione riguardante la posologia.

    Modo di somministrazione

    Uso endovenoso.

    STEOZOL 4 mg concentrato per soluzione per infusione, successivamente diluito in 100 ml (vedere paragrafo 6.6), deve essere somministrato come una singola infusione endovenosa in non meno di 15 minuti.

    Nei pazienti con compromissione renale lieve o moderata, è raccomandata una riduzione del dosaggio di STEOZOL (vedere paragrafo "Posologia" sopra e paragrafo 6.3).

    Istruzioni per la preparazione di STEOZOL a dosaggi ridotti

    Prelevare a seconda della necessità un appropriato volume del concentrato:

    – 4,4 ml per la dose 3,5 mg

    – 4,1 ml per la dose 3,3 mg

    – 3,8 ml per la dose 3,0 mg

    La quantità prelevata di concentrato deve essere diluita ulteriormente in 100 ml di soluzione sterile salina allo 0,9% p/v oppure di soluzione glucosata al 5% p/v. La dose deve essere somministrata in una singola infusione endovenosa della durata non inferiore a 15 minuti.

    Il concentrato di STEOZOL non deve essere miscelato con soluzioni per infusione contenenti calcio o altri cationi bivalenti come ad esempio la soluzione di Ringer lattato, e deve essere somministrato come una singola soluzione endovenosa in una linea di infusione separata.

    I pazienti devono essere mantenuti in buono stato di idratazione prima e dopo la somministrazione di STEOZOL.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo
  • bisfosfonati
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    Interazioni
  • diuretici
  • antibiotici
  • analgesici
  • osservate interazioni
  • interazione
  • altri medicinali
  • bisfosfonati
  • aminoglicosidi
  • nefrotossici
  • bifosfonati
  • stati effettuati studi
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    Avvertenze

    Generale

    Prima della somministrazione di STEOZOL, i pazienti devono essere valutati attentamente per assicurare loro un adeguato stato di idratazione.

    Deve essere evitata una eccessiva idratazione in pazienti a rischio di insufficienza cardiaca.

    Durante la terapia con STEOZOL, è necessario monitorare attentamente i normali parametri metabolici correlati all’ipercalcemia, quali i livelli sierici di calcio, fosfato e magnesio. Se si verificano ipocalcemia, ipofosfatemia o ipomagnesemia, può rendersi necessaria una terapia integrativa di breve durata. I pazienti con ipercalcemia non trattata presentano generalmente un certo grado di compromissione renale, pertanto deve essere considerato un attento monitoraggio della funzionalità renale.

    I pazienti in trattamento con STEOZOL non devono essere contemporaneamente trattati con medicinali contenenti acido zoledronico qualsiasi altro bisfosfonato, dal momento che l’effetto combinato di questi agenti è sconosciuto.

    Insufficienza renale

    I pazienti con TIH che presentano segni di peggioramento della funzionalità renale devono essere valutati in modo appropriato, considerando se i potenziali benefici del trattamento con STEOZOL siano superiori agli eventuali rischi.

    La decisione di trattare i pazienti con metastasi ossee per la prevenzione di eventi correlati all’apparato scheletrico deve tenere in considerazione il fatto che l’effetto del trattamento inizia a manifestarsi dopo 2–3 mesi.

    Come con altri bifosfonati, il trattamento con STEOZOL è stato associato a segnalazioni di disturbi della funzionalità renale. I fattori che possono aumentare il rischio di peggioramento della funzionalità renale comprendono la disidratazione, una pre–esistente compromissione renale, cicli multipli di STEOZOL e di altri bisfosfonati così come l’uso di altri medicinali nefrotossici. Sebbene il rischio sia ridotto con una somministrazione di acido zoledronico 4 mg nell’arco di 15 minuti, il peggioramento della funzionalità renale può comunque verificarsi. Sono stati riportati peggioramento della funzionalità renale, progressione ad insufficienza renale e dialisi in pazienti dopo la prima dose o dopo una singola dose di 4 mg di acido zoledronico. Un aumento della creatinina sierica si può anche osservare in alcuni pazienti in cui STEOZOL viene somministrato a lungo termine – al dosaggio raccomandato per la prevenzione di eventi correlati all’apparato scheletrico, sebbene tali casi siano meno frequenti.

    Prima della somministrazione di ciascuna dose di STEOZOL devono essere valutati i livelli sierici di creatinina del paziente. Si raccomanda di iniziare il trattamento con acido zoledronico a dosaggi ridotti nei pazienti con metastasi ossee che presentano compromissione renale da lieve a moderata. Nei pazienti che mostrano durante il trattamento segni di alterazione renale, il trattamento con STEOZOL deve essere sospeso. STEOZOL deve essere ripristinato solo quando il valore della creatinina sierica ritorna entro il 10% del valore basale. Il trattamento con STEOZOL deve essere ripristinato con lo stesso dosaggio utilizzato prima dell’interruzione del trattamento.

    In considerazione del potenziale impatto dei bifosfonati, incluso STEOZOL, sulla funzionalità renale, della mancanza di dati clinici di sicurezza in pazienti con grave compromissione renale (definita negli studi clinici come creatinina sierica ≥ 400 mcmol/l o ≥ 4,5 mg/dl per i pazienti con TIH e ≥ 265 mcmol/l o ≥ 3,0 mg/dl per pazienti con tumore e metastasi ossee) basale e di dati limitati di farmacocinetica in pazienti con grave compromissione renale basale (clearance della creatinina < 30 ml/min), l’uso di STEOZOL non è raccomandato in pazienti con compromissione renale grave.

    Insufficienza epatica

    Poichè i dati clinici disponibili nei pazienti con grave insufficienza epatica sono limitati, non è possibile fornire raccomandazioni specifiche in questa popolazione di pazienti.

    Osteonecrosi della mascella

    L’osteonecrosi della mascella è stata riportata in pazienti, soprattutto in quelli con cancro, in trattamento con bisfosfonati, come STEOZOL. Molti di questi pazienti erano trattati anche con chemioterapia e corticosteroidi. La maggioranza delle segnalazioni è stata associata a procedure di chirurgia dentale come estrazione dentaria. Molti hanno presentato segni di infezione locale inclusa osteomielite.

    Prima di iniziare il trattamento con i bisfosfonati in pazienti con concomitanti fattori di rischio (come cancro, chemioterapia, corticosteroidi, scarsa igiene orale) sarebbe opportuno prendere in considerazione la necessità di un esame odontoiatrico con le appropriate procedure dentistiche preventive.

    Durante il trattamento, questi pazienti devono, se possibile, evitare procedure dentarie invasive. Nei pazienti che hanno sviluppato osteonecrosi della mascella durante la terapia con i bisfosfonati, la chirurgia dentaria può esacerbare la condizione. Per i pazienti che necessitano di chirurgia dentale, non ci sono dati disponibili per suggerire che l’interruzione del trattamento con i bisfosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mascella. Il giudizio clinico del medico guiderà la necessità di trattamento di ciascun paziente, sulla base del rischio/beneficio individuale.

    Dolore muscoloscheletrico

    Durante l’esperienza post marketing è stato riportato dolore alle ossa, alle articolazioni e/o ai muscoli, grave e occasionalmente invalidante, in pazienti trattati con bifosfonati. Tali segnalazioni comunque sono state non frequenti. Questa categoria di medicinali include STEOZOL (acido zoledronico). Dopo l’inizio del trattamento il tempo di insorgenza dei sintomi variava da un giorno a diversi mesi. La maggior parte dei pazienti ha avuto un’attenuazione dei sintomi dopo l’interruzione del trattamento. Un sottogruppo ha avuto una recidiva dei sintomi quando veniva sottoposto ad un ulteriore trattamento con STEOZOL o con un altro bisfosfonato.

    Fratture atipiche del femore

    Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bisfosfonati per l’osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato a evidenze di diagnostica per immagini di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bisfosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. E’ stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture. Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con bisfosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio rischio individuale.

    Durante il trattamento con bisfosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all’anca o all’inguine e qualsiasi paziente che manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un’incompleta frattura del femore

    Gravidanza

    Gravidanza

    Non vi sono dati adeguati provenienti dall’uso di acido zoledronico in donne in gravidanza. Gli studi sulla riproduzione effettuati con acido zoledronico su animali hanno evidenziato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. STEOZOL non deve essere usato durante la gravidanza.

    Allattamento

    Non è noto se l’acido zoledronico sia escreto nel latte materno. STEOZOL è controindicato nelle donne che allattano (vedere paragrafo 4.3).

    Fertilità

    L’acido zoledronico è stato studiato nei ratti per i potenziali eventi avversi sulla fertilità dei genitori e della generazione F1. Ha mostrato effetti farmacologici molto evidenti considerati correlati all’inibizione del composto sul metabolismo del calcio scheletrico, determinando ipocalcemia nel periparto, un effetto della classe dei bisfosfonati, distocia e anticipata chiusura dello studio. Per questo motivo tali risultati hanno precluso la determinazione definitiva degli effetti dell’acido zoledronico sulla fertilità nell’uomo.

    Effetti Collaterali

    Riassunto del profilo di sicurezza

    Entro tre giorni dalla somministrazione di STEOZOL, è stata comunemente riportata una reazione di fase acuta, con sintomi comprendenti dolore alle ossa, febbre, affaticamento, artralgia, mialgia e rigidità; questi sintomi si sono risolti generalmente entro alcuni giorni (vedere la descrizione degli eventi avversi selezionati).

    Quelli che seguono sono stati identificati come rischi importanti con l’uso di STEOZOL nelle indicazioni approvate:

    compromissione della funzionalità renale, osteonecrosi della mascella, reazione di fase acuta, ipocalcemia, eventi avversi oculari, fibrillazione atriale, anafilassi. Le frequenze per ognuno di questi rischi identificati sono mostrate nella Tabella 1.

    Tabella delle reazioni avverse

    Le seguenti reazioni avverse, elencate in Tabella 1, sono state tratte dagli studi clinici e dalle segnalazioni post–marketing a seguito di somministrazione cronica di acido zoledronico 4 mg

    Tabella 1

    Le reazioni avverse sono classificate in ordine di frequenza decrescente utilizzando la seguente convenzione: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1.000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

    Patologie del sistema emolinfopoietico
    Comune: Anemia
    Non comune: Trombocitopenia, leucopenia
    Raro: Pancitopenia
    Disturbi del sistema immunitario
    Non comune: Reazioni di ipersensibilità
    Raro: Edema angioneurotico
    Disturbi psichiatrici
    Non comune: Ansia, disturbo del sonno
    Raro: Confusione
    Patologie del sistema nervoso
    Comune: Mal di testa
    Non comune: Vertigini, parestesia, alterazione del gusto, ipoestesia, iperestesia, tremore, sonnolenza
    Patologie dell’occhio
    Comune: Congiuntivite
    Non comune: Visione confusa, sclerite ed infiammazione dell’orbita
    Molto raro: Uveite, episclerite
    Patologie cardiache
    Non comune: Ipertensione, ipotensione, fibrillazione atriale, ipotensione che porta alla sincope o al collasso circolatorio
    Raro: Bradicardia
    Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
    Non comune: Dispnea, tosse, broncocostrizione
    Patologie gastrointestinali
    Comune: Nausea, vomito, anoressia
    Non comune: Diarrea, stipsi, dolori addominali, dispepsia, stomatite, secchezza della bocca
    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
    Non comune: Prurito, rash (compreso rash eritematoso e maculare), aumento della sudorazione
    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
    Comune: Dolori alle ossa, mialgia, artralgia, dolore diffuso
    Non comune: Crampi muscolari, osteonecrosi della mascella*
    Patologie renali e urinarie
    Comune: Compromissione renale
    Non comune: Insufficienza renale acuta, ematuria, proteinuria
    Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
    Comune: Febbre, sindrome simil–influenzale (inclusa fatica, brividi, malessere e arrossamento)
    Non comune: Astenia, edema periferico, reazioni al sito di iniezione (inclusi dolore, irritazione, gonfiore, indurimento), dolore al torace, aumento del peso corporeo, reazione/shock anafilattico, orticaria
    Esami diagnostici
    Molto comune: Ipofosfatemia
    Comune: Aumento della creatininemia e dell’azotemia sieriche, ipocalcemia
    Non comune: Ipomagnesiemia, ipocaliemia
    Raro: Ipercaliemia, ipernatriemia
    * Sulla base di studi clinici con aggiudicazione di possibili casi di osteonecrosi della mascella. Poichè queste segnalazioni sono soggette a fattori confondenti, non è possibile stabilire con sicurezza una relazione causale con l’esposizione al medicinale.

    Descrizione di reazioni avverse selezionate

    Compromissione della funzione renale

    STEOZOL è stato associato con segnalazioni di disfunzione renale. I fattori che possono aumentare la possibilità di un peggioramento della funzione renale includono disidratazione, compromissione renale preesistente, cicli multipli di STEOZOL o di altri bisfosfonati, così come l’uso concomitante di medicinali nefrotossici o di un tempo di infusione più breve di quello generalmente raccomandato. Deterioramento renale, progressione verso l’insufficienza renale e dialisi sono stati riportati in pazienti dopo la dose iniziale o una singola dose di 4 mg di acido zoledronico (vedere paragrafo 4.4).

    Osteonecrosi della mascella

    Sono stati riportati casi di osteonecrosi (soprattutto della mascella), principalmente in pazienti con cancro trattati con medicinali che inibiscono il riassorbimento osseo, come STEOZOL. Molti di questi pazienti hanno avuto evidenze di infezione localizzata, inclusa osteomielite, e la maggioranza delle segnalazioni riguarda pazienti con cancro sottoposti ad estrazioni dentarie o ad altre chirurgie dentali. L’osteonecrosi della mascella ha diversi fattori di rischio documentati che comprendono la diagnosi di cancro, le terapie concomitanti (come chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi) e le malattie concomitanti (come anemia, coagulopatie, infezione, malattia al cavo orale già in essere). Anche se non è stata stabilita una causalità, è raccomandato evitare la chirurgia dentale poiché la guarigione potrebbe richiedere tempi più lunghi (vedere paragrafo 4.4).

    Fibrillazione atriale

    In uno studio della durata di 3–anni, randomizzato, controllato in doppio cieco che valutava l’efficacia e la sicurezza dell’acido zoledronico 5 mg una volta l’anno rispetto al placebo nel trattamento dell’osteoporosi postmenopausale (OPM), l’incidenza complessiva della fibrillazione atriale era 2,5%(96 su 3.862) e 1,9% (75 su 3.852) in pazienti in trattamento rispettivamente con acido zoledronico 5 mg e placebo. La percentuale di eventi avversi seri di fibrillazione atriale era rispettivamente pari a 1,3% (51 su 3.862) e 0,6% (22 su 3.852). Lo sbilanciamento osservato in questo studio non è stato osservato in altri studi con acido zoledronico, inclusi quelli con acido zoledronico– 4 mg ogni 3–4 settimane in pazienti oncologici. Il meccanismo alla base dell’aumentata incidenza di fibrillazione atriale in questo singolo studio non è noto.

    Reazione di fase acuta

    Questa reazione avversa al medicinale comprende una molteplicità di sintomi che includono febbre, mialgia, mal di testa, dolore alle estremità, nausea, vomito, diarrea e artralgia. Il tempo di insorgenza è ≤ 3 giorni dopo l’infusione di STEOZOL e la reazione è anche definita con i termini "sintomi simil–influenzali" o sintomi "post–dose".

    Fratture di femore atipiche

    Durante l’esperienza post–marketing sono state riportate le seguenti reazioni (frequenza rara):

    Fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore (reazione avversa di classe dei bisfosfonati).

    Eccipienti

    Mannitolo (E421)

    Sodio citrato (E331)

    Acqua per preparazioni iniettabili

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

    Per le condizioni di conservazione del medicinale diluito, vedere paragrafo 6.3.