Risedronato teva (Teva italia srl)

Compresse rivestite 2cpr riv 75mg

Principio attivo:Sodio risedronato
Gruppo terapeutico:Farmaci che agiscono su struttura ossea e mineralizzazione
Tipo di farmaco:Farmaco generico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • osteoporosi
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    Posologia

    La dose raccomandata negli adulti è di una compressa da 75 mg per via orale per due giorni consecutivi al mese. La prima compressa deve essere assunta nello stesso giorno di ogni mese, seguita dalla seconda compressa il giorno successivo.

    L’assorbimento di risedronato sodico viene influenzato dall’assunzione di cibo e cationi polivalenti (vedere paragrafo 4.5), pertanto, per assicurare un assorbimento adeguato, i pazienti devono assumere la compressa prima di colazione: almeno 30 minuti prima di ingerire il primo cibo o di prendere altri medicinali o bevande (a parte l’acqua naturale) della giornata. L’unica bevanda che deve essere assunta con le compresse di risedronato 75 mg è l’acqua naturale. Si tenga presente che alcuni tipi di acqua minerale possono contenere una concentrazione maggiore di calcio e pertanto non devono essere utilizzati (vedere paragrafo 5.2).

    I pazienti devono essere informati che, nel caso dimentichino di assumere una dose, devono prendere la compressa il mattino dopo del giorno in cui ci si ricorda della compressa, a meno che l’intervallo di tempo che intercorre fino alle successive dosi mensili programmate sia inferiore a 7 giorni. I pazienti devono poi riprendere ad assumere il risedronato nei due giorni consecutivi al mese nel giorno in cui la compressa viene normalmente assunta.

    Se le successive dosi mensili sono previste entro 7 giorni, i pazienti devono attendere fino alle dosi mensili successive e poi continuare ad assumere il risedronato per due giorni consecutivi ogni mese come stabilito inizialmente.

    Non devono essere assunte tre compresse nella stessa settimana.

    La compressa deve essere deglutita intera e non deve essere succhiata o masticata. Per favorire il transito esofageo della compressa, essa deve essere ingerita in una posizione eretta con un bicchiere di acqua naturale (> 120 ml). I pazienti non devono coricarsi per 30 minuti dopo aver assunto la compressa (vedere paragrafo 4.4).

    L’assunzione di integratori di calcio e vitamina D deve essere presa in considerazione se l’apporto attraverso l’alimentazione risulta inadeguato.

    Non è stata stabilità la durata ottimale del trattamento con bisfosfonati per l’osteoporosi. La necessità di un trattamento continuativo deve essere rivalutata in ogni singolo paziente periodicamente in funzione dei benefici e rischi potenziali, in particolare dopo 5 o più anni d’uso.

    Anziani

    Non è necessario alcun aggiustamento della dose, in quanto la biodisponibilità, la distribuzione e l’eliminazione sono risultati simili negli anziani (> 60 anni di età) a confronto con i soggetti più giovani.

    Questo è stato osservato anche nella popolazione più anziana, di età superiore o uguale a 75 anni, in fase post–menopausale.

    Compromissione renale

    Non è necessario alcun aggiustamento della dose per i pazienti affetti da compromissione renale da lieve a moderata. L’uso di risedronato sodico è controindicato nei pazienti con grave compromissione renale (clearance della creatinina inferiore a 30 ml/min) (vedere paragrafi 4.3 e 5.2).

    Popolazione pediatrica

    L’uso di risedronato sodico non è raccomandato nei bambini di età inferiore ai 18 anni di età a causa della scarsità di dati sulla sua sicurezza ed efficacia (vedere anche paragrafo 5.1).

    Controindicazioni
  • allattamento
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    Interazioni
  • stati condotti studi
  • interazione
  • state osservate interazioni
  • altri medicinali
  • acido acetilsalicilico
  • stato segnalato
  • pazienti
  • aspirina
  • calcio
  • magnesio
  • ferro
  • alluminio
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    Avvertenze

    Cibi, bevande (diverse dall’acqua naturale) e medicinali contenenti cationi polivalenti (come calcio, magnesio, ferro e alluminio) interferiscono con l’assorbimento dei bifosfonati e non devono essere presi in concomitanza con risedronato 75 mg (vedere paragrafo 4.5). Per ottenere l’efficacia desiderata, è necessario attenersi rigorosamente alle raccomandazioni sulla somministrazione (vedere paragrafo 4.2).

    L’efficacia dei bifosfonati nel trattamento dell’osteoporosi è correlata alla presenza di una bassa densità minerale ossea e/o di una prevalenza di fratture.

    L’età avanzata o i fattori di rischio clinici per le fratture da soli non sono ragioni sufficienti per iniziare il trattamento dell’osteoporosi con un bifosfonato.

    L’evidenza a supporto dell’efficacia dei bifosfonati compreso il risedronato sodico in età avanzata (>80 anni) è limitata (vedere paragrafo 5.1).

    I bifosfonati sono stati associati a esofagite, gastrite, ulcere esofagee e gastroduodenali. Occorre pertanto adottare cautela:

    • nei pazienti con anamnesi di disturbi esofagei che provocano un ritardo del transito esofageo o dello svuotamento gastrico, ad es. da stenosi o acalasia;

    • nei pazienti che non sono in grado di stare in posizione eretta per almeno 30 minuti dopo l’assunzione della compressa;

    • se il risedronato viene somministrato a pazienti con problemi in atto o recenti a livello dell’esofago o del tratto gastrointestinale superiore (incluso l’esofago di Barrett).

    I medici prescrittori devono far capire ai pazienti l’importanza di prestare attenzione alle istruzioni per la somministrazione e di essere attenti a segni o sintomi di potenziali reazioni esofagee. I pazienti devono essere avvertiti di richiedere un consulto medico tempestivo qualora sviluppino sintomi di irritazione esofagea come disfagia, dolore alla deglutizione, dolore retrosternale o nuova insorgenza/esacerbazione della pirosi.

    L’ipocalcemia deve essere trattata prima di iniziare la terapia a base di risedronato 75 mg. Altri disturbi del metabolismo osseo e minerale (vale a dire disfunzione dell’attività paratiroidea, ipovitaminosi D) devono essere trattati all’inizio della terapia con il risedronato 75 mg.

    L’osteonecrosi della mandibola, generalmente associata a un’estrazione dentale e/o a un’infezione locale (osteomielite compresa), è stata segnalata nei pazienti affetti da cancro trattati con regimi terapeutici comprendenti bifosfonati, somministrati principalmente per via endovenosa. Molti di questi pazienti sono stati inoltre sottoposti a chemioterapia e corticosteroidi. Anche nei pazienti affetti da osteoporosi trattati con bifosfonati per via orale è stata segnalata osteonecrosi della mandibola.

    Prendere in considerazione la possibilità di effettuare un esame odontoiatrico con le appropriate procedure dentistiche preventive prima del trattamento con bifosfonati nei pazienti che presentano fattori di rischio concomitanti (ad es. cancro, chemioterapia, radioterapia, corticosteroidi, scarsa igiene orale).

    Durante il trattamento, questi pazienti devono possibilmente evitare procedure odontoiatriche invasive. Nei pazienti che sviluppano osteonecrosi della mandibola durante il trattamento con bifosfonati, la chirurgia odontoiatrica può esacerbare tale condizione. Per i pazienti che necessitano di procedure odontoiatriche, non esistono dati che suggeriscano se la sospensione del trattamento a base di bifosfonati riduca il rischio di osteonecrosi della mandibola. Il programma di gestione di ogni paziente deve fondarsi sul parere clinico del medico curante sulla base della singola valutazione rischio/beneficio.

    Fratture atipiche del femore

    Sono state riportate fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore, principalmente in pazienti in terapia da lungo tempo con bisfosfonati per l’osteoporosi. Queste fratture trasversali o oblique corte, possono verificarsi in qualsiasi parte del femore a partire da appena sotto il piccolo trocantere fino a sopra la linea sovracondiloidea. Queste fratture si verificano spontaneamente o dopo un trauma minimo e alcuni pazienti manifestano dolore alla coscia o all’inguine, spesso associato con reperti di diagnostica per immagini a evidenze radiografiche di fratture da stress, settimane o mesi prima del verificarsi di una frattura femorale completa. Le fratture sono spesso bilaterali; pertanto nei pazienti trattati con bisfosfonati che hanno subito una frattura della diafisi femorale deve essere esaminato il femore controlaterale. È stata riportata anche una limitata guarigione di queste fratture. Nei pazienti con sospetta frattura atipica femorale si deve prendere in considerazione l’interruzione della terapia con bisfosfonati in attesa di una valutazione del paziente basata sul rapporto beneficio rischio individuale. Durante il trattamento con bisfosfonati i pazienti devono essere informati di segnalare qualsiasi dolore alla coscia, all’anca o all’inguine e qualsiasi paziente che manifesti tali sintomi deve essere valutato per la presenza di un’incompleta frattura del femore.

    Questo prodotto medicinale contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio–galattosio, non devono assumere questo medicinale.

    Gravidanza

    Non vi sono dati adeguati sull’uso di risedronato sodico nelle donne in gravidanza. Studi condotti su animali hanno evidenziato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3). Il rischio potenziale per gli esseri umani non è noto. Studi condotti su animali indicano che una piccola quantità di risedronato sodico viene escreta nel latte materno.

    Il risedronato sodico non deve essere usato durante la gravidanza o dalle donne in allattamento.

    Effetti Collaterali

    Il risedronato sodico è stato studiato in studi clinici di fase III condotti su più di 15.000 pazienti.

    La maggioranza degli effetti indesiderati osservati negli studi clinici è stata di gravità da lieve a moderata e normalmente non ha richiesto la sospensione della terapia.

    Gli eventi avversi segnalati negli studi clinici di fase III nelle donne in post–menopausa con osteoporosi trattate fino a 36 mesi con risedronato sodico 5 mg/die (n=5020) o con il placebo (n=5048) e considerati possibilmente o probabilmente correlati al risedronato sodico sono elencati di seguito sulla base della seguente convenzione (le incidenze rispetto al placebo sono indicate tra parentesi):

    molto comune (≥1/10); comune (≥1/100; <1/10); non comune (≥1/1.000; <1/100); raro (≥1/10.000; <1/1.000) e molto raro (<1/10.000).

    Patologie del sistema nervoso:

    Comuni: cefalea (1,8% vs. 1,4%)

    Patologie dell’occhio:

    Non comuni: irite*

    Patologie gastrointestinali:

    Comuni: stipsi (5,0% vs. 4,8%), dispepsia (4,5% vs. 4,1%), nausea (4,3% vs. 4,0%), dolore addominale (3,5% vs. 3,3%), diarrea (3,0% vs. 2,7%)

    Non comuni: gastrite (0,9% vs. 0,7%), esofagite (0,9% vs. 0,9%), disfagia (0,4% vs. 0,2%), duodenite (0,2% vs. 0,1%), ulcera esofagea (0,2% vs. 0,2%)

    Rare: glossite (<0,1% vs. 0,1%), stenosi esofagea (<0,1% vs. 0,0%)

    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:

    Comuni: dolore muscoloscheletrico (2,1% vs. 1,9%)

    Esami diagnostici:

    Rari: test di funzionalità epatica anomali*

    * Nessuna incidenza rilevante da studi clinici di fase III sull’osteoporosi; frequenza basata su dati di eventi avversi/esami di laboratorio/rechallenge provenienti da studi clinici precedenti.

    In uno studio multicentrico, in doppio cieco, della durata 2 anni che ha confrontato la somministrazione giornaliera di 5 mg di risedronato sodico (n=613) e la somministrazione delle compresse da 75 mg di risedronato sodico (n=616) per due giorni consecutivi al mese in donne in post–menopausa con osteoporosi, i profili di sicurezza generali sono stati simili. Sono stati segnalati i seguenti eventi avversi supplementari considerati dagli sperimentatori possibilmente o probabilmente correlati al farmaco con a una frequenza di almeno l’1% (incidenza superiore per il gruppo trattato con risedronato sodico 75 mg rispetto a quello trattato con risedronato sodico 5 mg): gastrite erosiva (1,5% vs 0,8%), vomito (1,3% vs 1,1%), artralgia (1,5% vs 1,0%), dolore osseo (1,1% vs 0,5%) e dolore alle estremità (1,1% vs 0,5%), reazioni di fase acuta quali febbre e/o malattia simil–influenzale (entro 5 giorni dalla prima dose) (0,6% vs. 0,0%).

    Analisi di laboratorio:

    In alcuni pazienti sono state osservate diminuzioni precoci, transitorie, asintomatiche e lievi dei livelli di calcio e fosfato nel siero.

    Durante l’esperienza post–marketing sono state riportate le seguenti reazioni (frequenza rara):

    fratture atipiche sottotrocanteriche e diafisarie del femore (reazione avversa di classe dei bisfosfonati).

    Durante l’esperienza post–marketing, sono state segnalate le seguenti ulteriori reazioni avverse (frequenza non nota):

    Patologie dell’occhio: irite, uveite.

    Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo: osteonecrosi mandibolare.

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo: ipersensibilità e reazioni cutanee, tra cui angioedema, eruzione generalizzata, orticaria, reazioni cutanee bollose e vasculite leucocitoclastica, alcune segnalazioni gravi e isolate di sindrome di Stevens Johnson e di necrolisi epidermica tossica; perdita dei capelli.

    Disturbi del sistema immunitario: reazione anafilattica.

    Patologie epatobiliari: gravi disturbi epatici. Nella maggior parte dei casi segnalati, i pazienti sono stati trattati anche con altri medicinali che provocano notoriamente disturbi epatici.

    Eccipienti

    Nucleo della compressa:

    Lattosio monoidrato

    Amido di mais

    Amido pregelatinizzato (mais)

    Silice colloidale anidra

    Sodio stearilfumarato

    Magnesio stearato

    Film di rivestimento:

    Opadry rosa 03B34103 contenente:

    Ipromellosa 6cP

    Titanio diossido (E171)

    Macrogol 400

    Ferro ossido rosso (E172)

    Conservazione

    Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.