Raniben 300 (F.i.r.m.a. spa)

Compresse rivestite 20cpr riv 300mg

da9.27 €
Principio attivo:Ranitidina cloridrato
Gruppo terapeutico:Antiulcera peptica e malattia da reflusso gastroesof. (gord)
Tipo di farmaco:Farmaco etico
Rimborsabilità:A
Ricetta:Rr - ripetibile 10v in 6mesi
GlucosioNon presente
GlutineNon presente
LattosioNon presente



FOGLIETTO ILLUSTRATIVO
Indicazioni terapeutiche
  • ulcera gastrica benigna
  • esofagite da reflusso
  • gastrite
  • ulcera peptica
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    Posologia

    Adulti (inclusi gli anziani) / Adolescenti (di età pari o superiore ai 12 anni)

    La dose abituale è di 300 mg al giorno:

    150 mg alla mattina e 150 mg alla sera.

    Nei pazienti con ulcera gastrica o duodenale possono essere somministrati in alternativa 300 mg, in un’unica somministrazione, alla sera prima di coricarsi (RANIBEN 300 mg, 1 compressa alla sera prima di coricarsi).

    Inoltre nelle seguenti situazioni: pazienti portatori di ulcere di grandi dimensioni e/o forti fumatori e nell’esofagite peptica severa, può essere utile aumentare la posologia fino a 600 mg al giorno, ritornando appena possibile allo schema posologico standard e sotto diretto controllo del medico.

    Nella profilassi dell’emorragia da ulcera da stress in pazienti gravi o dell’emorragia ricorrente in pazienti affetti da ulcera peptica sanguinante, i pazienti in corso di terapia con RANIBEN per via parenterale considerati ancora a rischio, non appena riprende l’alimentazione per bocca, possono essere trattati con RANIBEN compresse 150 mg, due volte al giorno.

    Ulcera duodenale, ulcera gastrica, ulcera recidivante, ulcera post–ope–ratoria

    La dose giornaliera raccomandata di 300 mg per un periodo di 4 settimane è in grado di guarire la maggior parte delle ulcere. Se necessario il trattamento può essere prolungato fino a 6–8 settimane.

    In caso di ulcere conseguenti a trattamento con farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) e/o nel caso fosse necessaria la prosecuzione della terapia con tali farmaci, il dosaggio raccomandato è di 300 mg per 8 settimane. Può essere necessario protrarre il trattamento fino a 12 settimane.

    In caso di pazienti portatori di ulcere di grandi dimensioni e/o forti fumatori, può essere maggiormente utile la somministrazione di 300 mg, due volte al giorno.

    Nei pazienti in cui, dopo la risposta positiva alla terapia a breve termine, è desiderabile mantenere l’effetto sulla secrezione gastrica, particolarmente in quelli con tendenza a recidive degli episodi ulcerosi, può essere adottata una terapia di mantenimento di 150 mg alla sera. Nei pazienti già in trattamento con 600 mg al giorno, può essere utile iniziare la terapia di mantenimento con una posologia di 300 mg alla sera per un periodo di 8–12 settimane, proseguendo successivamente con la dose standard.

    Il fumo è associato ad una più elevata incidenza della recidiva dell’ulcera. Pertanto si deve consigliare ai pazienti fumatori di abbandonare tale abitudine; qualora ciò non avvenga, la dose di mantenimento di 300 mg alla sera, offre una protezione addizionale rispetto alla dose standard di 150 mg.

    La terapia di mantenimento (150 mg e 300 mg per via orale alla sera) deve essere prescritta dal medico ed eseguita sotto il suo controllo.

    Esofagite da reflusso

    La dose giornaliera raccomandata nella malattia da reflusso esofageo è di 300 mg /die, suddivisa in due somministrazioni da 150 mg, per un periodo di 8 settimane.

    Nell’esofagite peptica moderata–severa, la posologia può essere aumentata a 600 mg/die, suddivisa in 2–4 somministrazioni, fino a 12 settimane, sotto il diretto controllo del medico, ritornando appena possibile alla posologia standard.

    Nel trattamento a lungo termine, per la prevenzione della recidiva, la dose raccomandata è di 150 mg due volte al giorno.

    Sindrome di Zollinger–Ellison

    La dose giornaliera iniziale è di 450 mg (cioè 150 mg 3 volte al giorno) aumentabile se necessario a 600–900 mg (RANIBEN 300 mg, 2–3 compresse al giorno).

    Emorragie del tratto gastrointestinale superiore

    Il trattamento orale è di 300 mg al giorno.

    Qualora la terapia orale non fosse immediatamente possibile, il trattamento può essere iniziato con ranitidina per via parenterale e proseguito con terapia orale (300 mg al giorno per il tempo necessario).

    Premedicazione in anestesia

    A quei pazienti che rischino di sviluppare una sindrome da aspirazione acida (sindrome di Mendelson) può essere somministrata una dose orale di 150 mg 2 ore prima dell’induzione dell’anestesia generale e, preferibilmente, anche una dose da 150 mg la sera precedente.

    Può essere adottata anche la via di somministrazione parenterale.

    Ulcera da stress

    Nella prevenzione e nel trattamento delle ulcere da stress in pazienti gravi la dose giornaliera raccomandata è di 300 mg.

    Qualora le condizioni del paziente non permettano la somministrazione orale il trattamento può essere iniziato con ranitidina per via parenterale e proseguito poi con la terapia orale.

    Pazienti con danno renale

    Nei pazienti con grave riduzione della funzionalità renale (clearance della creatinina inferiore a 50 ml/min), si verifica un accumulo di ranitidina con conseguente aumento delle concentrazioni plasmatiche. Si raccomanda che la dose giornaliera in tali pazienti sia di 150 mg da assumersi alla sera

    Bambini dai 3 agli 11 anni di età e con peso superiore a 30 kg

    Vedere paragrafo 5.2 Proprietà farmacocinetiche – Popolazioni speciali di pazienti.

    Trattamento acuto dell’ulcera peptica

    La dose orale raccomandata per il trattamento dell’ulcera peptica nei bambini è compresa tra 4 mg/kg/die e 8 mg/kg/die somministrati in due dosi suddivise fino ad un massimo di 300 mg di ranitidina al giorno per la durata di 4 settimane. Per i pazienti con guarigione incompleta, sono indicate altre 4 settimane di terapia, in quanto generalmente la guarigione avviene dopo 8 settimane di trattamento.

    Reflusso gastroesofageo

    La dose orale raccomandata per il trattamento del reflusso gastroesofageo nei bambini è compresa tra 5 mg/kg/die e 10 mg/kg/die somministrati in due dosi suddivise fino ad un massimo di 600 mg (la dose massima è probabilmente da applicarsi ai bambini ed adolescenti con peso maggiore e con sintomi gravi).

    Non sono state definite la sicurezza e l’efficacia nei pazienti neonati.

    Controindicazioni
  • ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti
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    Interazioni
  • ranitidina
  • diazepam
  • lidocaina
  • fenitoina
  • propranololo
  • teofillina
  • anticoagulanti
  • cumarinici
  • warfarin
  • procainamide
  • triazolam
  • midazolam
  • ketoconazolo
  • interazione
  • amoxicillina
  • metronidazolo
  • magnesio
  • alluminio
  • dopo
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    Avvertenze

    Carcinoma gastrico

    Prima di iniziare la terapia con ranitidina in pazienti con ulcera gastrica o in pazienti di mezza età o più anziani che presentano sintomi dispeptici di recente insorgenza o da poco modificati, deve essere esclusa la sua possibile natura maligna poiché il trattamento con ranitidina può mascherare i sintomi del carcinoma gastrico.

    Malattie renali

    La ranitidina viene eliminata per via renale e pertanto i livelli plasmatici del farmaco risultano aumentati nei pazienti con danno renale.

    Il dosaggio deve essere modificato come indicato alparagrafo 4.2 "Pazienti con danno renale".

    Secondo rare segnalazioni la ranitidina può favorire il verificarsi di attacchi acuti di porfiria.

    Pertanto deve essere evitata la somministrazione in pazienti con anamnesi di attacchi acuti di porfiria.

    Nei pazienti come gli anziani, soggetti con patologie polmonari croniche, diabetici, o immunocompromessi, può esserci un aumento del rischio di sviluppare polmonite acquisita in comunità. Un ampio studio epidemiologico ha mostrato un incremento del rischio di sviluppare polmonite acquisita in comunità nei pazienti ancora in corso di trattamento con ranitidina da sola rispetto a quelli che avevano interrotto il trattamento, con un aumento del rischio relativo aggiustato osservato pari a 1,82% (95% IC,1,26 – 2,64).

    Si raccomanda un regolare controllo medico ai pazienti in terapia con FANS in concomitanza al trattamento con ranitidina, soprattutto se anziani o con anamnesi di ulcera peptica.

    Recidive della sintomatologia obiettiva e soggettiva possono verificarsi sia dopo la sospensione dell’assunzione del farmaco, sia durante il trattamento di mantenimento a lungo termine a dosaggio inferiore a quello pieno. Posologia e durata della somministrazione devono essere sempre stabilite dal medico tenendo presente che di solito i sintomi scompaiono prima che si sia avuta cicatrizzazione dell’ulcera.

    La somministrazione di ranitidina, come tutti gli antagonisti dei recettori H2, favorisce lo sviluppo batterico intragastrico per diminuzione dell’acidità gastrica.

    Deve essere usata cautela nei pazienti con disturbi della funzionalità epatica.

    Gravidanza

    Fertilità

    Non ci sono dati relativi all’effetto della ranitidina sulla fertilità umana. Gli studi sugli animali non hanno evidenziato effetti sulla fertilità in maschi e femmine (vedere paragrafo 5.3.).

    Gravidanza

    La ranitidina attraversa la barriera placentare. Come altri farmaci deve essere somministrata durante la gravidanza solo se considerata di assoluta necessità.

    Allattamento

    La ranitidina è escreta nel latte materno. Come altri farmaci deve essere somministrata durante l’allattamento solo se considerata di assoluta necessità.

    Effetti Collaterali

    Per la classificazione della frequenza degli effetti indesiderati è stata adottata la seguente convenzione: molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1000, <1/100), raro (≥1/10000, <1/1000), molto raro (<1/10000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).

    Le frequenze degli eventi avversi sono state stimate in base ai dati di segnalazione spontanea successivamente all’immissione in commercio.

    Patologie del sistema emolinfopoietico:

    Molto raro: modifiche, nella conta delle cellule ematiche (leucopenia, trombocitopenia).Queste sono in genere reversibili. Agranulocitosi o pancitopenia talvolta accompagnate da ipoplasia o aplasia midollare.

    Disturbi del sistema immunitario:

    Raro: reazioni di ipersensibilità (orticaria, dermatite bollosa, eczemi, edema angioneurotico, febbre, broncospasmo, ipotensione, dolore toracico ed eosinofilia).

    Molto raro: shock anafilattico.

    Non nota: dispnea

    I suddetti eventi sono stati segnalati successivamente alla somministrazione di una singola dose.

    Disturbi psichiatrici:

    Molto raro: confusione mentale reversibile, depressione, allucinazioni ed agitazione.

    I suddetti eventi sono stati segnalati soprattutto in pazienti gravemente ammalati, nei pazienti anziani e nei nefropatici. In tali evenienze occorre sospendere la somministrazione.

    Patologie del sistema nervoso:

    Molto raro: cefalea (a volte grave),capogiri, sonnolenza, insonnia e movimenti involontari reversibili.

    Patologie dell’occhio:

    Molto raro: offuscamento reversibile della vista.

    Sono stati riportati alcuni casi di offuscamento della vista attribuibili ad alterazione dell’accomodazione.

    Patologie cardiache:

    Molto raro: come con gli altri antagonisti dei recettori H2 vi sono stati rari casi di bradicardia, tachicardia, palpitazioni, extrasistoli, blocco atrio–ventricolare e stato di shock.

    Patologie vascolari:

    Molto raro: vasculite.

    Patologie gastrointestinali:

    Molto raro: pancreatite acuta, diarrea, vomito.

    Non comuni: dolori addominali, stitichezza, nausea (questi sintomi quasi sempre migliorano nel corso del trattamento)

    Patologie epato–biliari:

    Raro: modifiche transitorie e reversibili dei test di funzionalità epatica.

    Molto raro: epatite in genere reversibile (epatocellulare, epatocanalicolare o mista) con o senza ittero.

    Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:

    Raro: eruzione cutanea.

    Molto raro: eritema multiforme, alopecia.

    Patologie del sistema muscolo–scheletrico e del tessuto connettivo:

    Molto raro: sintomi a carico dell’apparato muscolo–scheletrico quali artralgia e mialgia.

    Patologie renali e urinarie:

    Raro: aumento della creatinina plasmatica (generalmente lieve; si normalizza nel corso del trattamento)

    Molto raro: nefrite interstiziale acuta

    Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella:

    Molto raro: impotenza reversibile ed alterazione della libido. Sintomi, patologie e alterazioni a carico della mammella (come ad esempio ginecomastia e galattorrea).

    Popolazione pediatrica

    La sicurezza di ranitidina è stata valutata in bambini di età compresa tra 0 e 16 anni con patologie acido–correlate ed è stata generalmente ben tollerata, con un profilo di eventi avversi simile a quello degli adulti. Sono disponibili dati limitati sulla sicurezza a lungo termine, in particolare relativamente alla crescita ed allo sviluppo.

    Segnalazione delle reazioni avverse sospette

    La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.

    Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.

    Eccipienti

    cellulosa microcristallina; magnesio stearato; ipromellosa; titanio diossido (E171)

    Conservazione

    Non sono necessarie particolari condizioni di conservazione.

    La Ranitidina è stabile nella confezione originale a temperatura ambiente.