Uso orale.
Per i diversi regimi posologici, sono disponibili appropriati dosaggi di QUINAPRIL WINTHROP.
Se una risposta soddisfacente non è raggiunta entro 3 mesi, occorre considerare l’opportunità di un cambio di terapia.
Adulti
Ipertensione essenziale
Monoterapia: La dose iniziale raccomandata è di 10 mg una volta al giorno nell’ipertensione. A seconda della risposta clinica, il dosaggio del paziente può essere regolato (mediante il raddoppio della dose ad intervalli di 3-4 settimane) sino al dosaggio di mantenimento compreso tra 20 e 40 mg/die assunto in mono somministrazione o in 2 somministrazioni separate.
Il controllo a lungo termine è mantenuto nella maggior parte dei pazienti con un regime singola dose giornaliera.
La dose massima di mantenimento abituale è 40 mg/die.
Terapia diuretica concomitante: In seguito all’inizio della terapia con quinapril può svilupparsi ipotensione sintomatica. E’ molto più probabile che si verifichi in pazienti correntemente trattati con diuretici. Si raccomanda pertanto cautela, in quanto questi pazienti possono essere volume e/o sale depleti.
Se possibile, il diuretico deve essere sospeso 2-3 giorni prima dell’inizio della terapia con quinapril. Al fine di accertare la possibile insorgenza dell’ipotensione, si raccomanda un dosaggio iniziale di 2,5 mg di QUINAPRIL WINTHROP in pazienti che sono stati trattati con diuretici. Successivamente, il dosaggio di QUINAPRIL WINTHROP compresse deve essere regolato (permettendo un adeguato tempo per l’aggiustamento del dosaggio) sino al raggiungimento della risposta ottimale (si veda paragrafo 4.5 “Interazioni con atri medicinali e altre forme di interazione”).
Insufficienza cardiaca congestizia
Al fine di monitorare attentamente i pazienti per l’ipotensione sintomatica, si raccomanda una dose singola iniziale di 2,5 mg. Successivamente, ai pazienti in terapia concomitante con diuretico e/o glucoside cardiaca, la dose deve essere regolata (permettendo 2-3 settimane per l’aggiustamento del dosaggio) sino alla dose efficace(sino a 40 mg/die): suddivisa in 1-2 somministrazioni. I pazienti di solito sono efficacemente mantenuti ad una dose di 10 – 20 mg/die suddivisa in 1 – 2 somministrazioni con terapia concomitante. La dose massima di 40 mg/die non deve essere superata.
I pazienti considerati ad alto rischio devono iniziare il trattamento in ospedale (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”).
Anziani (> 65 anni)
Nel trattamento dei pazienti anziani occorre tenere in considerazione che la funzionalità renale tende a ridursi con l’età. Per il trattamento dell’ipertensione essenziale si raccomanda un dosaggio iniziale di 2,5 mg seguito da aggiustamenti sino al raggiungimento della risposta ottimale.
Compromissione della funzionalità renale:
La dose iniziale di quinapril deve essere ridotta nei pazienti con compromissione della funzionalità renale, dal momento che la concentrazione plasmatica del quinaprilato aumenta in caso di ridotta clearance della creatinina. La posologia raccomandata è la seguente:
Clearance della Creatinina (ml/min) | Massima dose giornaliera iniziale raccomandata (mg) |
> 60 | 10 |
30-60 | 5 |
10-30 | 2,5 |
< 10 | Esperienza insufficiente |
Non sono al momento disponibili informazioni relative ai pazienti con clearance della creatinina inferiore a 10 ml/min.
La dialisi non produce effetti apprezzabili sull’eliminazione del quinaprilato.
Qualora non si raggiungesse una risposta soddisfacente entro 3 mesi, occorre considerare l’opportunità di un cambiamento di terapia.
Uso pediatrico
Non sono state stabilite l’efficacia e la sicurezza dell’utilizzo di quinapril nei bambini e negli adolescenti. Pertanto l’uso nei bambini e adolescenti non è raccomandato.
Ipotensione sintomatica
L’ipotensione sintomatica si osserva raramente nei pazienti con ipertensione non complicata. Nei soggetti ipertesi ai quali si somministra quinapril, l’insorgenza di ipotensione è più probabile nei pazienti con deplezione volemica conseguente, per esempio, a terapia diuretica, dieta iposodica, dialisi, diarrea o vomito, o che presentano grave ipertensione renina-dipendente (si vedano 4.5 “Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione” e 4.8 “Effetti indesiderati”). È stata osservata ipotensione sintomatica nei pazienti con insufficienza cardiaca, associata o meno ad insufficienza renale. Essa può insorgere con maggiore probabilità nei pazienti affetti dalle forme più gravi di insufficienza cardiaca, rispecchiate dall’uso di dosi elevate di diuretici dell’ansa, dall’iponatriemia o dalla compromissione della funzionalità renale. Nei pazienti ad aumentato rischio di ipotensione sintomatica, è necessario uno stretto monitoraggio al momento dell’istituzione della terapia e in occasione degli aggiustamenti posologici. Simili considerazioni si applicano ai pazienti con cardiopatia ischemica o cerebrovasculopatia, nei quali un eccessivo calo della pressione arteriosa può provocare un infarto miocardico o un evento cerebrovascolare.
In caso di ipotensione, si collochi il paziente in posizione supina e, se necessario, gli si somministri soluzione fisiologica tramite infusione endovenosa. Una risposta ipotensiva transitoria non costituisce una controindicazione a ulteriori somministrazioni, che possono essere riprese senza difficoltà una volta che la pressione arteriosa sia risalita in seguito all’espansione della volemia.
I pazienti che possono essere considerati a più alto rischio e devono iniziare il trattamento in ospedale includono: i pazienti che sono in terapia con alte dosi di loop di diuretici (per esempio furosemide > 80 mg) o in terapia diuretica multipla, presentano ipovolemia, iponatriemia (sodio sierico < 130 mg Eq/l) o pressione sanguigna arteriosa < 90 mm Hg, sono in terapia con alte dosi di vasodilatatori, presentano una creatinina sierica > 150 µmol/l o un’età di 70 anni o più.
Stenosi mitralica e aortica / cardiomiopatia ipertrofica
Come nel caso di altri ACE-inibitori, quinapril deve essere somministrato con cautela ai pazienti che presentano stenosi della valvola mitralica e ostruzioni all’efflusso dal ventricolo sinistro quali stenosi aortica o cardiomiopatia ipertrofica. In casi emodinamicamente rilevanti quinapril non deve essere somministrato.
Compromissione della funzionalità renale
Nei casi di compromissione della funzionalità renale (clearance della creatinina <60 ml/min), il dosaggio di quinapril deve essere regolato in base alla clearance della creatinina che presenta il paziente (si veda 4.2 “Posologia e modo di somministrazione”) e in seguito in funzione della risposta del paziente al trattamento. In tali pazienti la normale pratica clinica prevede il controllo periodico del potassio e della creatinina.
In taluni pazienti con stenosi bilaterale dell’arteria renale o con stenosi monolaterale nei pazienti con monorene trattati con ACE-inibitori sono stati osservati aumenti dell’azotemia e della creatininemia, generalmente reversibili con l’interruzione della terapia. Questo effetto è probabile soprattutto nei pazienti con insufficienza renale. Se è presente anche ipertensione nefrovascolare vi è un aumento del rischio di ipotensione grave e di insufficienza renale. In tali pazienti, il trattamento deve essere istituito esclusivamente sotto stretta sorveglianza medica con dosi basse e attentamente titolate. Dal momento che il trattamento con diuretici può contribuire a produrre gli effetti sopra citati, esso deve essere interrotto ed è necessario controllare la funzionalità renale durante le prime settimane di terapia con quinapril.
Alcuni pazienti ipertesi senza apparente nefropatia preesistente hanno sviluppato aumenti, generalmente lievi e transitori, dell’azotemia e della creatininemia, soprattutto quando quinapril è stato somministrato in concomitanza a un diuretico. Tali episodi sono più probabili nei pazienti con preesistente compromissione della funzionalità renale. Possono rendersi necessari la riduzione della dose e/o la sospensione del diuretico e/o di quinapril.
Non c’è esperienza clinica in pazienti con grave alterazione della funzionalità renale (clearance della creatinina < 10 ml/min) e in pazienti sottoposti a dialisi. Il trattamento pertanto non è raccomandato in questi pazienti.
Trapianto di rene
Non vi sono dati relativi alla somministrazione di quinapril nei pazienti recentemente sottoposti a trapianto renale. Pertanto il trattamento con quinapril non è raccomandato.
Reazioni anafilattoidi
Pazienti emodializzati
Sono state riportate reazioni anafilattoidi nei pazienti dializzati con membrane ad alto flusso e in terapia concomitante con ACE-inibitori. In tali pazienti va considerata l’opportunità di utilizzare un diverso tipo di membrana dialitica o una diversa classe di farmaci antiipertensivi.
Reazioni anafilattoidi durante aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL)
Raramente, i pazienti in terapia con ACE-inibitori durante l’aferesi delle lipoproteine a bassa densità (LDL) con destrano solfato hanno sviluppato reazioni anafilattoidi potenzialmente letali. Tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente la terapia a base di ACE-inibitori prima di ciascuna seduta di aferesi.
Desensibilizzazione
Alcuni pazienti in terapia con ACE-inibitori e sottoposti a trattamento desensibilizzante (es. veleno di imenotteri) hanno sviluppato reazioni anafilattoidi intense. Negli stessi pazienti, queste reazioni sono state evitate con la temporanea sospensione degli ACE-inibitori, ma si sono poi ripresentate se la somministrazione di tali farmaci veniva inavvertitamente ripresa.
Ipersensibilità/Angioedema
Sono stati riportati rari casi di angioedema del viso, delle estremità, delle labbra, della lingua, della glottide e/o della laringe nei pazienti trattati con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, quinapril compreso. I sintomi possono comparire dopo lungo tempo dall’inizio del trattamento, in qualsiasi momento durante la terapia. In tali casi, la somministrazione di quinapril deve essere immediatamente interrotta e devono essere istituiti un trattamento e un controllo adeguati per garantire che i sintomi si risolvano completamente prima di dimettere il paziente. Anche nei casi in cui si manifestasse soltanto un edema della lingua, senza difficoltà respiratoria, i pazienti richiedono un periodo di osservazione prolungato poiché il trattamento con antistaminici e corticosteroidi può non essere sufficiente.
Molto raramente, sono stati segnalati casi letali di angioedema associato con edema della laringe o della lingua. L’interessamento della lingua, della glottide o della laringe, soprattutto nei pazienti con storia di chirurgia delle vie aeree, può portare all’ostruzione di queste ultime. In tali casi deve essere tempestivamente istituita la terapia di emergenza che può prevedere la somministrazione di adrenalina e/o il mantenimento della pervietà delle vie aeree. Il paziente va tenuto sotto stretta sorveglianza medica fino a completa e duratura risoluzione dei sintomi.
Occorre prestare cautela verso i pazienti che hanno manifestato ipersensibilità ad altri ACE-inibitori e in particolare verso i pazienti che presentano ostruzione delle vie aeree. I pazienti con storia di angioedema non correlato alla terapia con ACE-inibitori possono correre un rischio superiore di sviluppare angioedema durante il trattamento con un ACE-inibitore (si veda paragrafo 4.3 “Controindicazioni”).
La frequenza di episodi di angioedema causati dagli inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina è superiore nei pazienti di razza nera rispetto a quelli di altre razze.
Insufficienza epatica
In rari casi, gli ACE-inibitori sono stati associati ad una sindrome che esordisce con ittero colestatico ed evolve in necrosi epatica fulminante e (talvolta) morte. Il meccanismo alla base di tale sindrome non è chiaro. I pazienti in terapia con ACE-inibitori che sviluppino ittero o marcati innalzamenti degli enzimi epatici, devono interromperne l’assunzione ed essere opportunamente seguiti.
Neutropenia/ Agranulocitosi
Nei pazienti in terapia con ACE-inibitori sono state segnalate neutropenia/ agranulocitosi, trombocitopenia e anemia. La neutropenia e l’agranulocitosi sono reversibili sospendendo l’ACE-inibitore. Quinapril deve essere somministrato con estrema cautela nei pazienti con collagenopatie vascolari, in terapia immunosoppressiva, trattati con allopurinolo o procainamide, o che presentano una combinazione dei suddetti fattori di complicazione, specialmente in caso di preesistente compromissione della funzionalità renale. Alcuni di questi pazienti hanno sviluppato infezioni serie che in qualche caso non hanno risposto ad una terapia antibiotica intensiva. Se quinapril viene somministrato a tali pazienti, si consiglia un controllo periodico della conta dei leucociti e va data istruzione ai pazienti di riferire qualsiasi segno di infezione.
Differenze etniche
Gli ACE-inibitori determinano una più alta frequenza di angioedema in pazienti di razza nera. Al pari di altri ACE-inibitori, quinapril può avere efficacia antiipertensiva minore nei soggetti di razza nera rispetto a quelli di altre razze, forse a causa di una maggiore prevalenza di ridotte concentrazioni di renina nella popolazione ipertesa di razza nera.
Tosse
A seguito dell’assunzione di ACE-inibitori è stata riportata la comparsa di tosse. Questa tosse è tipicamente secca, persistente e termina con la sospensione del trattamento. Nella diagnosi differenziale della tosse si tenga presente la tosse indotta dagli ACE-inibitori.
Chirurgia/Anestesia
Nei pazienti sottoposti a interventi di chirurgia maggiore o anestetizzati con farmaci che provocano ipotensione, quinapril può bloccare la formazione di angiotensina II conseguente al rilascio compensatorio di renina. In caso di ipotensione che si ritenga attribuibile al suddetto meccanismo, essa può essere corretta mediante espansione della volemia.
Iperpotassiemia
In alcuni pazienti trattati con ACE-inibitori, quinapril compreso, sono stati osservati innalzamenti dei livelli sierici di potassio. I pazienti a rischio di insorgenza di iperpotassiemia sono quelli con insufficienza renale o diabete mellito, quelli che assumono diuretici risparmiatori di potassio, integratori di potassio o sostituti del sale da cucina contenenti potassio, o quelli trattati con altri farmaci associati ad innalzamenti dei livelli sierici di potassio (es. eparina). Qualora si ritenga appropriata la somministrazione concomitante dei suddetti farmaci, si raccomanda un regolare controllo della potassiemia (si veda 4.5 “Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione”).
Pazienti diabetici
Gli ACE-inibitori possono determinare sensibilità all’insulina nei pazienti diabetici e sono stati associati ad ipoglicemia in pazienti trattati con farmaci antidiabetici orali o insulina. Durante il primo mese di trattamento con un ACE-inibitore è necessario un attento monitoraggio del controllo della glicemia (si veda paragrafo 4.5 “Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione”).
Litio
L’associazione di litio e quinapril non è generalmente raccomandata (si veda 4.5 “Interazioni con altri medicinali ed altre forme di interazione”).
Gravidanza e allattamento
Un trattamento con ACE-inibitori non deve essere iniziato durante la gravidanza.
Tranne nel caso in cui il proseguimento della terapia con ACE-inibitori sia considerato essenziale, le pazienti che stanno pianificando una gravidanza devono passare a trattamenti antiipertensivi alternativi che presentano un accertato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza.
Quando la gravidanza è accertata, il trattamento con ACE-inibitori deve essere sospeso immediatamente, e, se appropriato, deve essere istituita una terapia alternativa (si vedano i paragrafi 4.3 e 4.6).
Iperaldosteronismo primario
I pazienti affetti da iperaldosteronismo primario in genere non rispondono ai farmaci antiipertensivi che agiscono mediante il sistema renina-angiotensina. Pertanto, il trattamento con ACE-inibitori non è raccomandato in questi pazienti.
Gravidanza
Non devono essere usati ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza (si veda 4.4). L’uso di ACE-inibitori è controindicato durante il secondo e il terzo trimestre di gravidanza (si vedano 4.3 e 4.4).
L’evidenza epidemiologica relativa al rischio di teratogenicità che segue l’esposizione agli ACE-inibitori durante il primo trimestre di gravidanza non è stata esaustiva; tuttavia un leggero aumento del rischio non può essere escluso.
Tranne nel caso in cui il proseguimento della terapia con ACE-inibitori sia considerato essenziale, le pazienti che stanno pianificando una gravidanza devono passare a trattamenti antiipertensivi alternativi che presentano un accertato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza.
Quando la gravidanza è accertata, il trattamento con ACE-inibitori deve essere sospeso immediatamente, e, se appropriato, deve essere istituita una terapia alternativa.
L’esposizione alla terapia con ACE-inibitori durante il secondo e il terzo trimestre è nota per indurre fetotossicità umana (diminuzione della funzione renale, oligoidramnios, ritardo dell’ossificazione del cranio) e tossicità neonatale (insufficienza renale, ipotensione, iperpotassiemia) (si veda paragrafo 5.3).
Qualora l’esposizione agli ACE-inibitori sia avvenuta dal secondo trimestre di gravidanza è consigliato il controllo ecografico dei reni e del cranio.
I neonati le cui madri hanno assunto ACE-inibitori devono essere tenuti sotto stretta osservazione per il rischio di ipotensione (si vedano paragrafi 4.3 e 4.4).
Allattamento
Limitati dati di farmacocinetica dimostrano concentrazioni molto basse nel latte materno (si veda paragrafo 5.2). Sebbene queste concentrazioni sembrino essere clinicamente irrilevanti, l’uso di quinapril in allattamento non è raccomandato per i neonati pretermine e nelle prime settimane dopo il parto, a causa del rischio ipotetico di effetti cardiovascolari e renali e perché non vi è abbastanza esperienza clinica.
Nei neonati più grandi, se ritenuto necessario per la madre, quinapril può essere assunto durante l’allattamento, ma in questo caso il neonato deve essere seguito per la possibile comparsa di effetti avversi.
Durante il trattamento con quinapril e con altri ACE-inibitori sono stati osservati i seguenti effetti indesiderati con le frequenza seguenti: Molto comune (>1/10), comune (>1/100, <1/10), non comune (>1/1.000, <1/100), raro (>1/10.000, <1/1.000), molto raro (<1/10.000), comprese le segnalazioni isolate.
Disturbi psichiatrici:
Non comune: | Disturbi del sonno, nervosismo. |
Raro: | Depressione, confusione mentale. |
Patologie del sistema nervoso:
Comune: | Capogiri. |
Non comune: | Parestesia, sonnolenza. |
Raro: | Disturbi dell’equilibrio, neuropatia. |
Patologie dell’occhio:
Raro: | Visione offuscata, ambliopia. |
Patologie dell’orecchio e del labirinto:
Raro: | Tinnito. |
Patologie cardiache:
Non comune: | Palpitazioni, dolore toracico, angina pectoris. |
Raro: | Tachicardia, sincope, infarto miocardico, attacchi ischemici transitori (TIA), emorragia cerebrale. |
Patologie vascolari:
Comune: | Ipotensione. |
Non comune: | Ipotensione posturale. |
Patologie del sistema emolinfopoietico:
Non comune | Neutropenia. |
Raro: | Agranulocitosi. |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:
Comune: | Tosse. |
Non comune: | Sinusite, faringite, infezioni del tratto respiratorio superiore. |
Raro: | Broncospasmo, dispnea, bronchite, rinite, peggioramento dell’asma. |
Molto raro: | Alveolite allergica, reazione anafilattoide. |
Patologie gastrointestinali:
Comune: | Nausea, vomito, diarrea. |
Non comune: | Dispepsia, dolore addominale, flatulenza e secchezza delle fauci o della gola. |
Raro: | Alterazioni del gusto, pancreatite, glossite, ileo. |
Molto raro: | Angioedema intestinale. |
Patologie epatobiliari:
Raro: | Alterazioni della funzionalità epatica. |
Molto raro: | Ittero colestatico, epatite. |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:
Non comune: | Prurito, rash, dermatite esfoliativa, aumento della traspirazione, esantema, orticaria. |
Molto raro: | Eritema polimorfo, sindrome di Stevens Johnson, necrolisi epidermica, chiazze di tipo psoriaco, alopecia, pemfigo, fotosensibilità. |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:
Raro: | Artralgia, mialgia, mal di schiena. |
Patologie renali e urinarie:
Non comune: Proteinuria (a volte con simultaneo deterioramento della funzione renale)
Raro: | Compromissione della funzionalità renale, iperpotassiemia. |
Molto raro: | Insufficienza renale. |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella:
Non comune: | Impotenza |
Patologie sistemiche:
Comune: | Cefalea, affaticamento. |
Non comune: | Astenia, vertigini, angioedema (con gonfiore delle estremità, con gonfiore di viso, labbra, lingua, faringe, glottide e/o laringe) |
Sono stati segnalati rari casi di agranulocitosi, così come di una sindrome contraddistinta da febbre, sierosite, vasculite, mialgia, artralgia/artrite, titolo ANA (anticorpi anti-nucleo) positivo, VES elevata, eosinofilia, e leucocitosi. Con altri ACE-inibitori sono state segnalate ginecomastia e vasculite e non è possibile escludere che tali effetti indesiderati siano gruppo-specifici.
Parametri di laboratorio:
Sono stati riportati aumenti (> 1,25 volte il limite superiore normale) dei valori di creatininemia e azotemia, rispettivamente del 3% e 4% in pazienti trattati in monoterapia. E’ molto più probabile che tali incrementi si verifichino in pazienti in terapia concomitante con diuretici che in pazienti in monoterapia con QUINAPRIL WINTHROP. Gli incrementi osservati molto spesso regrediscono pur proseguendo la terapia.
Per altri ACE-inibitori sono stati segnalati casi di lieve diminuzione dei valori di emoglobina ed ematocrito. Non è possibile escludere che tali effetti siano gruppo-specifici.
Nucleo della compressa
Magnesio carbonato pesante
Calcio fosfato dibasico anidro
Amido di mais pregelatinizzato
Croscarmellosa sodica
Magnesio stearato
Film di rivestimento
Ipromellosa
Idrossipropilcellulosa
Titanio diossido (E171)
Macrogol 400
Ferro ossido rosso (E 172)
Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.