Quetiapina Alter può essere somministrato indipendentemente dai pasti.
Adulti
Per il trattamento delle psicosi acute e croniche, inclusa la schizofrenia, Quetiapina ALTER deve essere somministrato due volte al giorno. La dose giornaliera per i primi quattro giorni di terapia è di 50 mg (1° giorno), 100 mg (2° giorno), 200 mg (3° giorno) e 300 mg (4° giorno).
Dal 4° giorno in poi la dose giornaliera raccomandata è di 300 mg. Tuttavia tale dose può essere variata in funzione della risposta clinica e della tollerabilità di ogni singolo paziente entro un range di 150–750 mg/die.
Per il trattamento degli episodi di mania associati a disturbo bipolare, Quetiapina Alter deve essere somministrato due volte al giorno. La dose giornaliera totale per i primi quattro giorni di terapia è di 100 mg (1° giorno), 200 mg (2° giorno), 300 mg (3° giorno) e 400 mg (4° giorno). Ulteriori adattamenti del dosaggio fino a 800 mg/die possono essere effettuati a partire dal 6° giorno con incrementi di dose non superiori a 200 mg/die.
La dose può essere variata in funzione della risposta clinica e della tollerabilità individuale entro un range di 200–800 mg/die. La dose efficace usuale varia da 400 a 800 mg/die.
Anziani
Come per altri antipsicotici, Quetiapina Alter deve essere somministrato con cautela negli anziani, in particolare durante il periodo iniziale di somministrazione. Può essere necessario che l’incremento progressivo della dose debba avvenire più lentamente e che la dose terapeutica giornaliera debba essere più bassa rispetto al paziente giovane, in funzione della risposta clinica e della tollerabilità di ogni singolo paziente. Nell’anziano la clearance plasmatica media di quetiapina è risultata ridotta del 30% – 50% in confronto ai pazienti più giovani.
Bambini e Adolescenti
Quetiapina Alter non deve essere utilizzato nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni.
Compromissione della funzionalità renale
Non è necessario un aggiustamento del dosaggionei pazienti con funzione renale compromessa.
Compromissione della funzionalità epatica
La quetiapina è ampiamente metabolizzata a livello epatico. Pertanto Quetiapina Alter deve essere impiegato con cautela in pazienti con insufficienza epatica nota, particolarmente durante le fasi iniziali del trattamento. La dose iniziale di quetiapina nei pazienti con insufficienza epatica dovrebbe essere di 25 mg/die. L’aggiustamento della dose deve essere effettuato con incrementi giornalieri di 25 – 50 mg fino a raggiungere la dose efficace, in funzione della risposta clinica e della tollerabilità di ogni singolo paziente.
Bambini ed adolescenti (età tra i 10 e i 17 anni)
La quetiapina non deve essere utilizzata nei bambini e negli adolescenti di età inferiore a 18 anni, a causa della mancanza di dati che ne supportino l’uso in questa fascia d’età. Gli studi clinici hanno evidenziato che, in aggiunta al noto profilo di sicurezza osservato negli adulti (vedere paragrafo 4.8), alcuni eventi avversi si verificano con una frequenza superiore nei bambini e negli adolescenti rispetto agli adulti (aumento dell’appetito, innalzamento della prolattina sierica e sintomi extrapiramidali) mentre uno di questi non era mai stato riportato precedentemente negli studi condotti su soggetti adulti (aumento della pressione arteriosa). Nei bambini e negli adolescenti sono state osservate anche alterazioni dei test di funzionalità tiroidea.
Inoltre, le implicazioni nel lungo termine del trattamento con quetiapina sulla crescita e la maturazione non sono state analizzate oltre le 26 settimane. Analogamente, le implicazioni nel lungo termine relative allo sviluppo cognitivo e comportamentale non sono note.
Negli studi clinici controllati con placebo condotti su pazienti bambini e adolescenti trattati con Quetiapina, la quetiapina è stata associata ad un’aumentata incidenza di sintomi extrapiramidali (EPS) rispetto al placebo nei pazienti trattati per schizofrenia e mania bipolare (vedere paragrafo 4.8).
Suicidio/ideazione suicidaria o peggioramento clinico
La depressione nel disturbo bipolare è associata ad un aumentato rischio di ideazione suicidaria, autolesionismo e suicidio (eventi correlati al suicidio). Questo rischio persiste fino ad una remissione significativa. Poiché tale miglioramento potrebbe non verificarsi nel corso delle prime settimane o più di trattamento, i pazienti devono essere strettamente monitorati fino al raggiungimento di tale miglioramento. Dall’esperienza clinica generale si è osservato che il rischio di suicidio può aumentare nelle fasi precoci del miglioramento.
In studi clinici controllati con placebo a più breve termine condotti su pazienti con episodi depressivi maggiori associati al disturbo bipolare è stato osservato un rischio maggiore di eventi correlati al suicidio nei pazienti giovani adulti (di età inferiore a 25 anni) trattati con quetiapina rispetto ai pazienti trattati con placebo (rispettivamente 3,0% vs. 0%).
Inoltre, il medico deve considerare il rischio potenziale di eventi correlati al suicidio dopo brusca interruzione del trattamento con quetiapina, dovuti ai noti fattori di rischio della patologia in questione.
Sintomi extrapiramidali
Negli studi clinici controllati con placebo nei pazienti adulti trattati per episodi depressivi maggiori correlati a disturbo bipolare, la quetiapina è stata associata ad un aumento dell’incidenza di sintomi extrapiramidali (EPS) rispetto al placebo (vedere paragrafi 4.8)
Discinesia tardiva
Qualora si manifestassero segni e sintomi di discinesia tardiva si deve considerare una riduzione del dosaggio o l’interruzione della terapia con quetiapina. I sintomi di discinesia tardiva possono peggiorare o persino insorgere dopo l’interruzione del trattamento (vedere paragrafo 4.8)
Sonnolenza e vertigini
Il trattamento con quetiapina è stato associato a sonnolenza e sintomi ad essa correlati, quali sedazione (vedere paragrafo 4.8). Negli studi clinici per il trattamento di pazienti con depressione bipolare, l’insorgenza di tale evento si verifica generalmente entro i primi 3 giorni di trattamento ed è principalmente di intensità da lieve a moderata. I pazienti con depressione bipolare che manifestino sonnolenza di grave intensità possono richiedere controlli più frequenti per un periodo minimo di 2 settimane dall’insorgenza di sonnolenza, o fino al miglioramento dei sintomi, e deve essere presa in considerazione l’interruzione del trattamento.
Il trattamento con quetiapina è stato associato ad ipotensione ortostatica e vertigini correlate (vedere paragrafo 4.8) i quali, analogamente alla sonnolenza, insorgono solitamente durante la fase iniziale di titolazione del dosaggio. Ciò può aumentare il verificarsi di lesioni accidentali (cadute), specialmente nella popolazione anziana. Pertanto, i pazienti devono essere avvertiti di prestare cautela fino a quando non saranno a conoscenza della loro sensibilità individuale al farmaco.
Patologie cardiovascolari
La quetiapina deve essere usata con cautela nei pazienti con patologie cardiovascolari note, patologie cerebrovascolari o con altre condizioni predisponenti all’ipotensione. La quetiapina può indurre ipotensione ortostatica, in particolare durante la fase iniziale di titolazione della dose e pertanto in questo caso occorre considerare una riduzione del dosaggio o una titolazione più graduale. Un regime di titolazione più lento deve essere considerato nei pazienti con patologia cardiovascolare sottostante.
Crisi epilettiche
Gli studi clinici controllati non hanno evidenziato differenze nell’incidenza di crisi epilettiche nei pazienti trattati con quetiapina o placebo. Non ci sono dati disponibili sull’incidenza di crisi epilettiche in pazienti con storia di disturbi epilettici. Come per gli altri antipsicotici, si raccomanda cautela nel trattamento di pazienti con storia di crisi epilettiche (vedere paragrafo 4.8).
Sindrome maligna da neurolettici
La sindrome maligna da neurolettici è stata associata al trattamento con farmaci antipsicotici, compresa quetiapina (vedere paragrafo 4.8). Le manifestazioni cliniche includono ipertermia, alterazione dello stato mentale, rigidità muscolare, instabilità del sistema nervoso autonomo e aumento della creatinin–fosfochinasi. In caso di comparsa di tali manifestazioni, il trattamento con quetiapina deve essere interrotto e deve essere instaurata un’appropriata terapia medica.
Neutropenia grave
In studi clinici con quetiapina sono stati riportati non comunemente casi di grave neutropenia (conta dei neutrofili <0,5 x 109/L). La maggior parte degli episodi di neutropenia grave si è verificata entro un paio di mesi dall’inizio della terapia con quetiapina. Non è stata osservata un’apparente correlazione con il dosaggio. Nel corso dell’esperienza di post–commercializzazione la sospensione della terapia con quetiapina ha indotto la risoluzione di casi di leucopenia e/o neutropenia. I possibili fattori di rischio per neutropenia comprendono una pre–esistente riduzione del numero di globuli bianchi (WBC) ed un’anamnesi di neutropenia iatrogena. La somministrazione di quetiapina deve essere interrotta nei pazienti con una conta dei neutrofili <1,0 x 109/L. I pazienti devono essere controllati per possibili segni e sintomi di infezione e la conta dei neutrofili deve essere regolarmente monitorata (fino a quando superi valori di 1,5 x 109/L) (Vedere paragrafo 5.1).
Interazioni
Vedere anche paragrafo 4.5.
L’uso concomitante di quetiapina con potenti induttori enzimatici epatici come la carbamazepina o la fenitoina riduce sostanzialmente le concentrazioni plasmatiche di quetiapina, con possibili ripercussioni sull’efficacia della terapia. Nei pazienti trattati con induttori enzimatici epatici, il trattamento con quetiapina può essere iniziato solo se il medico ritiene che i benefici della terapia superino i rischi della sospensione degli induttori enzimatici epatici. E’ importante che ogni variazione riguardante gli induttori sia graduale e, se necessario, sostituita da un farmaco non induttore (per es. sodio valproato).
Peso corporeo
Nei pazienti trattati con quetiapina è stato riportato un aumento del peso corporeo; i pazienti devono essere monitorati e trattati in maniera clinicamente appropriata in base alle linee–guida dell’antipsicotico utilizzato (vedere paragrafi 4.8 e 5.1).
Iperglicemia
Raramente durante il trattamento con quetiapina, sono stati riportati casi di iperglicemia e/o esacerbazione di diabete pre–esistente occasionalmente associato a chetoacidosi o coma, compresi alcuni casi con esito fatale (vedere paragrafo 4.8). In taluni casi un precedente aumento del peso corporeo poteva rappresentare un fattore predisponente. Pertanto è consigliabile un appropriato monitoraggio clinico in base alle linee–guida dell’antipsicotico utilizzato. I pazienti trattati con qualsiasi farmaco antipsicotico, quetiapina inclusa, devono essere monitorati per possibili segni e sintomi di iperglicemia (come polidipsia, poliuria, polifagia e debolezza), mentre i pazienti con diabete mellito o con fattori di rischio per diabete mellito devono essere regolarmente controllati per un possibile peggioramento del controllo del glucosio. Il peso deve essere sottoposto a controlli regolari.
Lipidi
Negli studi clinici con quetiapina sono stati osservati aumenti dei trigliceridi e del colesterolo LDL e totale ed una riduzione del colesterolo HDL (vedere paragrafo 4.8). Gli aumenti dei lipidi devono essere gestiti in modo clinicamente appropriato.
Rischio metabolico
A causa delle possibili variazioni di peso corporeo, glucosio ematico (vedi iperglicemia) e lipidi osservate negli studi clinici, può verificarsi un possibile peggioramento del profilo di rischio metabolico in singoli pazienti, che deve essere gestito in modo appropriato (vedere anche paragrafo 4.8).
Prolungamento dell’intervallo QT
La quetiapina, negli studi clinici e durante l’uso secondo le istruzioni riportate nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto (RCP), non è stata associata a incrementi persistenti dell’intervallo QT assoluto. Nell’esperienza di post–commercializzazione il prolungamento dell’intervallo QT è stato osservato con quetiapina a dosi terapeutiche (vedere paragrafo 4.8) e nel sovradosaggio (vedere paragrafo 4.9). Come con altri antipsicotici è necessaria cautela nella prescrizione di quetiapina a pazienti con patologie cardiovascolari o anamnesi familiare di prolungamento del QT. È necessario prestare cautela nella prescrizione di quetiapina con farmaci noti per allungare l’intervallo QT, o con neurolettici concomitanti, soprattutto nei soggetti anziani, nei pazienti con sindrome del QT lungo congenita, insufficienza cardiaca congestizia, ipertrofia cardiaca, ipopotassiemia o ipomagnesemia (vedere paragrafo 4.5).
Interruzione del trattamento
Dopo improvvisa interruzione del trattamento con quetiapina, sono stati riportati sintomi da sospensione acuta quali insonnia, nausea, cefalea, diarrea, vomito, vertigini ed irritabilità. Si consiglia un’ interruzione graduale, nell’arco di un periodo di almeno 1–2 settimane (vedere paragrafo 4.8).
Pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza
L’uso della quetiapina non è autorizzato per il trattamento di psicosi correlata alla demenza.
In studi clinici randomizzati controllati con placebo condotti in una popolazione di pazienti con demenza trattati con alcuni antipsicotici atipici è stato osservato un aumento di circa 3 volte del rischio di eventi cerebrovascolari. Il meccanismo di tale aumento del rischio non è noto. Non può essere escluso un aumento del rischio per altri antipsicotici o in altre popolazioni di pazienti. La quetiapina deve essere utilizzata con cautela nei pazienti con fattori di rischio per ictus.
In una metanalisi eseguita su farmaci antipsicotici atipici è stato riportato un incremento del rischio di morte rispetto al placebo nei pazienti anziani con psicosi correlata alla demenza. Tuttavia, in due studi clinici con quetiapina controllati verso placebo, della durata di 10 settimane nella stessa popolazione di pazienti (n=710; età media 83 anni; range: 56–99 anni), l’incidenza di mortalità nei pazienti trattati con quetiapina è stata del 5,5% rispetto al 3,2% nel gruppo trattato con placebo. I pazienti in questi studi sono deceduti per varie cause in linea con quanto atteso per questa popolazione. Questi dati non hanno stabilito una relazione causale tra il trattamento con quetiapina e la morte in pazienti anziani con demenza.
Disfagia
Con quetiapina è stata riportata disfagia (vedere paragrafo 4.8). La quetiapina deve essere utilizzata con cautela nei pazienti a rischio di polmonite ab ingestis.
Tromboembolismo venoso (VTE)
Con l’uso di farmaci antipsicotici sono stati riportati casi di tromboembolismo venoso (VTE). Poiché i pazienti trattati con antipsicotici presentano spesso fattori di rischio acquisiti per VTE, è necessario identificare tutti i possibili fattori di rischio per VTE prima e durante il trattamento con quetiapina ed adottare appropriate misure preventive.
Informazioni aggiuntive
I dati relativi all’uso di quetiapina in associazione con valproato di sodio o litio negli episodi maniacali acuti da moderati a gravi sono limitati; tuttavia la terapia combinata è risultata ben tollerata (vedere paragrafi 4.8 e 5.1). I dati hanno evidenziato un effetto additivo alla terza settimana.
Lattosio
Quetiapina Alter compresse rivestite con film contiene lattosio. I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi o da malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.
La sicurezza e l’efficacia di quetiapina non sono ancora state stabilite durante il periodo di gravidanza.
Finora non sono emerse indicazioni negative dai test sugli animali; tuttavia non sono stati esaminati i possibili effetti sull’occhio del feto.
Pertanto la quetiapina deve essere somministrata durante la gravidanza solo se i benefici giustificano i potenziali rischi.
In seguito all’uso di quetiapina in gravidanza sono stati osservati sintomi da astinenza nei neonati.
Il grado di escrezione di quetiapina nel latte materno è sconosciuto. Le donne che allattano al seno devono pertanto essere avvertite di evitare l’allattamento durante l’assunzione di Quetiapina Alter.
I neonati esposti agli antipsicotici convenzionali o atipici incluso Quetiapina Alter compresse rivestite con film durante il terzo trimestre di gravidanza sono a rischio di effetti indesiderati inclusi sintomi extrapiramidali o di astinenza che possono variare per gravità e durata dopo la nascita. Ci sono state segnalazioni di agitazione, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, stress respiratorio, disturbi dell’assunzione di cibo. Pertanto i neonati dovrebbero essere attentamente monitorati.
Le reazioni avverse al farmaco (ADR) più comunemente osservate con quetiapina sono sonnolenza, vertigini, secchezza delle fauci, astenia lieve, stipsi, tachicardia, ipotensione ortostatica e dispepsia.
Come per altri antipsicotici, l’uso di quetiapina è stato associato ad incremento ponderale, sincope, sindrome maligna da neurolettici, leucopenia, neutropenia ed edema periferico.
L’incidenza di ADR associate alla terapia con quetiapina, è riportata nella tabella seguente, secondo il formato raccomandato dal Council for International Organizations of Medical Sciences (CIOMS III Working Group; 1995).
Le frequenze degli eventi avversi sono classificate secondo la seguente convenzione: Molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1000) e molto raro (<1/10.000) |
Patologie del sistema emolinfopoietico |
Comune: Leucopenia¹ |
Non comune: Eosinofilia, trombocitopenia, Anemia |
Rara: Agranulocitosi27 |
Non nota: Neutropenia¹ |
Disturbi del sistema immunitario |
Non comune: Ipersensibilità |
Molto raro: Reazione anafilattica6 |
Patologie endocrine |
Comune: Iperprolattinemia16, Diminuzione della T4 totale25, Diminuzione della T4 libera25, Diminuzione della T3 totale25, Aumento del TSH25 |
Non comune: Diminuzione della T3 libera25, Ipotiroidismo22 |
Molto raro: Secrezione inappropriata dell’ormone antidiuretico |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Comune: Aumento dell’appetito |
Non comune: Iponatriemia20 |
Molto raro: Diabete mellito1,5,6 |
Disturbi psichiatrici |
Comune: Sogni anomali e incubi; Ideazione suicidaria e comportamento suicidario21 |
Raro: Sonnambulismo ed altri eventi correlaticome parlare nel sonno e disturbo dell’alimentazione correlato al sonno |
Patologie del sistema nervoso |
Molto comune: Vertigini4,17, Sonnolenza2,17, Cefalea |
Comune: Sincope4,17, Sintomi extrapiramidali1,22, Disartria |
Non comune: Crisi epilettiche¹, Sindrome delle gambe senza riposo, Discinesia tardiva1,6 |
Patologie cardiache |
Comune: Tachicardia4 Palpitazioni24 |
Patologie dell’occhio |
Comune: Vista offuscata |
Patologie vascolari |
Comune: Ipotensione ortostatica4,17 |
Raro: Tromboembolismo venoso¹ |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche |
Comune: Rinite Dispnea24 |
Patologie gastrointestinali |
Molto comune: Secchezza delle fauci |
Comune: Stipsi, Dispepsia, Vomito26 |
Non comune: Disfagia8 |
Patologie epatobiliari |
Raro: Ittero6, Epatite |
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo |
Molto raro: Angioedema6, Sindrome di Stevens–Johnson6 |
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo |
Molto raro: Rabdomiolisi |
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella |
Non comune: Disfunzioni sessuali |
Raro: Priapismo, Galattorea, Gonfiore mammario, Disturbi mestruali |
Condizioni di gravidanza, puerperio e perinatali |
Non nota: Sindrome da astinenza neonatale Sintomi extrapiramidali (vedere sezione 4.6) |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Molto comune: Sintomi da astinenza (interruzione)1,10 |
Comune: Astenia lieve, Edema periferico, Irritabilità, Piressia |
Raro: Sindrome neurolettica maligna¹, Ipotermia |
Esami diagnostici |
Molto comune Aumento dei livelli sierici dei trigliceridi11 Aumento del colesterolo totale (principalmente colesterolo LDL)12, Diminuzione nel colesterolo HDL18, Incremento ponderale9, Diminuzione dell’emoglobina23 |
Comune: Aumento delle transaminasi ALT e AST³, Riduzione della conta dei neutrofili, Aumento della glicemia fino a livelli iperglicemici7 |
Non comune: Aumento dei livelli di gGT³, Riduzione della conta piastrinica14, Prolungamento del QT1,13,19 |
Raro: Aumento della creatina–fosfochinasi15 |
(1) Vedere paragrafo 4.4.
(2) Può verificarsi sonnolenza, generalmente durante le prime due settimane di trattamento che si risolve solitamente con la prosecuzione della terapia.
(3) In alcuni pazienti trattati con quetiapina sono stati osservati aumenti asintomatici delle transaminasi sieriche (ALT, AST) o delle gamma–GT. Tali aumenti sono stati generalmente reversibili proseguendo la terapia con quetiapina.
(4) Come con altri antipsicotici con attività alfa1 bloccante adrenergica, quetiapina può comunemente indurre ipotensione ortostatica, associata a vertigini, tachicardia e, in alcuni pazienti, sincope, specialmente durante la fase iniziale di titolazione (vedere paragrafo 4.4).
(5) In casi molto rari è stata riportata esacerbazione del diabete preesistente.
(6) Il calcolo delle frequenze per queste ADR deriva esclusivamente dai dati di post–commercializazione.
(7) Glicemia a digiuno ≥126 mg/dL (≥7,0 mmol/L) o glicemia non a digiuno ≥200 mg/dL (≥11,1 mmol/L) in almeno un’occasione.
(8) Un aumento del tasso di disfagia con quetiapina rispetto al placebo è stato osservato solo negli studi clinici nella depressione bipolare.
(9) Basato su un aumento ponderale >7% rispetto al basale peso iniziale. Si verifica prevalentemente durante le prime settimane di trattamento.
(10) I seguenti sintomi da astinenza sono stati osservati più frequentemente in studi clinici in acuto, in monoterapia controllati verso placebo, che hanno valutato i sintomi da sospensione: insonnia, nausea, cefalea, diarrea, vomito, vertigini ed irritabilità. L’incidenza di queste reazioni è diminuita significativamente dopo 1 settimana dall’interruzione del farmaco.
(11) Trigliceridi ≥200 mg/dL (≥2,258 mmol/L) (pazienti con età ≥18 anni) o ≥150 mg/dL (≥1,694 mmol/L) (pazienti con età <18 anni), in almeno un’occasione.
(12) Colesterolo ≥240 mg/dL (≥6,2064 mmol/L) (pazienti con età ≥18 anni) o ≥200 mg/dL (≥5,172 mmol/L) (pazienti con età <18 anni), in almeno un’occasione. È stato osservato con frequenza molto comune un aumento del colesterolo LDL ≥ 30 mg/dL (≥0.769 mmol/L). La variazione media tra i pazienti che hanno riportato questo aumento era pari a 41.7 mg/dL (≥1.07 mmol/L).
(13) Vedere testo sottostante.
(14) Piastrine ≤100 x 109/L in almeno un’occasione.
(15) Basati su segnalazioni da studi clinici di eventi avversi relativi ad aumento della creatinfosfochinasi non associato a sindrome maligna da neurolettici.
(16) Livelli di prolattina (pazienti > 18 anni di età): > 20 mcg/L (> 869.56 pmol/L) maschi; > 30 mcg/L (>1304.34 pmol/L) femmine, in qualunque momento di osservazione.
(17) Possono provocare cadute.
(18) Colesterolo HDL: < 40 mg/dL (1.025 mmol/L) maschi; < 50 mg/dL (1.282 mmol/L) femmine in qualsiasi momento.
(19) Incidenza di pazienti con QTc passato da <450 msec a ≥450 msec con un aumento ≥30 msec. Negli studi clinici con quetiapina controllati con placebo la variazione media e l’incidenza di pazienti che hanno manifestato uno spostamento verso livelli clinicamente significativi sono simili nei gruppi trattati con quetiapina e placebo.
(20) Variazione da > 132 mmol/L a ≤132 mmol/L in almeno un caso.
(21) Durante la terapia con quetiapina o subito dopo la sospensione del trattamento sono stati riportati casi di ideazione suicidaria e comportamenti suicidari (vedere paragrafi 4.4 e 5.1).
(22) vedi Paragrafo 5.1.
(23) La diminuzione dell’emoglobina a valori ≤ 13 g/dL (8.07 mmol/L) nei maschi e ≤ 12 g/dL (7.45 mmol/L) nelle femmine si è verificata in almeno un’occasione nel 11% dei pazienti trattati con quetiapina in tutti gli studi clinici, incluse le estensioni in aperto. In questi pazienti la diminuzione massima dell’emoglobina in qualsiasi momento è stata in media di –1.50 g/dL.
(24) Queste segnalazioni si sono spesso verificate in corso di tachicardia, vertigini, ipotensione ortostatica e/o malattie cardiorespiratorie concomitanti.
(25) Basato sullo scostamento dal normale valore di base a valori potenzialmente clinicamente importanti in qualsiasi momento successivo in tutti gli studi clinici. Le variazioni della T4 totale, T4 libera, T3 totale e T3 libera sono definite come < 0.8 x LLN (pmol/L) e la variazione della TSH è > 5 mIU/L in qualunque momento.
(26) Sulla base dell’aumentata percentuale di vomito nei pazienti anziani (> 65 anni di età).
(27) Variazioni dei valori basali dei neutrofili da ≥1.5 x 109/L a <0.5 x 109/L in qualsiasi momento durante il trattamento.
In seguito all’uso di neurolettici sono stati riportati casi di prolungamento del QT, aritmia ventricolare, morte improvvisa inspiegabile, arresto cardiaco e torsioni di punta, che vengono considerati effetti di questa classe di farmaci.
Bambini ed adolescenti (di età compresa tra 10 e 17 anni)
Le stesse ADR sopra descritte per gli adulti devono essere considerate per i bambini e per gli adolescenti. La tabella seguente riassume le ADR che si verificano con frequenza maggiore nei bambini e negli adolescenti (di età tra 10 e 17 anni) rispetto alla popolazione adulta oppure ADR che non sono state identificate nella popolazione adulta.
Le frequenze degli eventi avversi sono classificate secondo la seguente convenzione: Molto comune (≥1/10), comune (≥1/100, <1/10), non comune (≥1/1000, <1/100), raro (≥1/10.000, <1/1000) e molto raro (<1/10.000) |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione |
Molto comune: Aumento dell’appetito |
Esami diagnostici |
Molto comune: Aumento dei livelli di prolattina¹, Aumento della pressione sanguigna² |
Patologie del sistema nervoso |
Molto comune: Sintomi extra–piramidali³ |
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione |
Comune: Irritabilità4 |
1. Livelli di prolattina (pazienti con età < 18 anni): >20mcg/L (>869,56 pmol/L) nei maschi; >26mcg/L (>1130,428 pmol/L) nelle femmine in qualsiasi momento di osservazione. Meno dell’1% dei pazienti ha riportato un aumento dei livelli di prolattina >100 mcg/L.
2. Basati sul superamento delle soglie clinicamente significative (adattate dai criteri del National Institute of Health) o aumenti >20 mmHg della pressione arteriosa sistolica o > 10 mmHg della pressione arteriosa diastolica in qualsiasi momento di osservazione in due studi clinici in acuto (3–6 settimane) controllati con placebo condotti nei bambini e negli adolescenti.
3. Vedere paragrafo 5.1.
4. Nota: la frequenza ricalca quella osservata nei pazienti adulti, ma l’irritabilità potrebbe essere associata a diverse implicazioni cliniche nei bambini e negli adolescenti rispetto agli adulti.
Povidone, calcio fosfato dibasico diidrato, cellulosa microcristallina, lattosio monoidrato, ipromellosa, calcio stearato, titanio diossido, sodio–amido glicolato, glicerolo triacetato.
Conservare nel contenitore originale e nell’imballaggio esterno.