Posologia
Il trattamento con pioglitazone può essere iniziato con 15 mg o 30 mg una volta al giorno. La dose può essere aumentata gradualmente fino a 45 mg una volta al giorno.
Nella combinazione con insulina, la dose in uso di insulina può essere mantenuta all’inizio del trattamento con pioglitazone. Se i pazienti segnalano ipoglicemia, la dose di insulina deve essere ridotta.
Popolazioni speciali
Anziani
Nei pazienti anziani non è necessario alcun aggiustamento della dose (vedere il paragrafo 5.2). I medici devono iniziare il trattamento con la più bassa dosedisponibile e aumentare la dose gradualmente, in particolare quando pioglitazone viene usato in combinazione con insulina (vedere il paragrafo 4.4, "Ritenzione idrica e insufficienza cardiaca").
Compromissione della funzionalità renale
Nei pazienti con funzionalità renale compromessa (clearance della creatinina >4 ml/min) non è necessario alcun aggiustamento della dose (vedere il paragrafo 5.2). Non sono disponibili informazioni sui pazienti in dialisi, pertanto in tali pazienti pioglitazone non deve essere usato.
Compromissione della funzionalità epatica
Pioglitazone non deve essere usato nei pazienti con compromissione della funzionalità epatica (vedere i paragrafi 4.3 e 4.4).
Popolazione pediatrica
La sicurezza e l’efficacia di Pioglitazone Sandoz nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni non sono state stabilite. Non sono disponibili dati.
Modo di somministrazione
Le compresse di pioglitazone vanno assunte per via orale una volta al giorno, in concomitanza o meno con il cibo. Le compresse devono essere deglutite con un bicchiere d’acqua.
Ritenzione idrica e insufficienza cardiaca
Pioglitazone può causare ritenzione idrica, la quale può esacerbare o precipitare l’insufficienza cardiaca. Quando vengono trattati pazienti che presentano almeno un fattore di rischio per lo sviluppo di insufficienza cardiaca congestizia (per esempio precedente infarto del miocardio o malattia coronarica sintomatica o età avanzata), i medici devono iniziare il trattamento con la dose più bassa disponibile e aumentare la dose gradualmente. I pazienti devono essere osservati per segni e sintomi di insufficienza cardiaca, aumento di peso o edema, particolarmente quelli con una ridotta riserva cardiaca. Nella fase post–marketing sono stati segnalati casi di insufficienza cardiaca quando pioglitazone è stato usato in combinazione con insulina o in pazienti con anamnesi di insufficienza cardiaca. Quando pioglitazone viene usato in combinazione con insulina i pazienti devono essere osservati per segni e sintomi di insufficienza cardiaca, aumento di peso ed edema. Poiché insulina e pioglitazone sono entrambi associati a ritenzione idrica, la somministrazione concomitante può aumentare il rischio di edema. Pioglitazone deve essere sospeso se si manifesta qualsiasi deterioramento dello stato cardiaco.
Uno studio di esito cardiovascolare di pioglitazone è stato condotto su pazienti di età inferiore a 75 anni con diabete mellito di tipo 2 e malattia macrovascolare maggiore preesistente. Pioglitazone o placebo sono stati aggiunti alla terapia antidiabetica e cardiovascolare in corso per un periodo fino a 3,5 anni. Questo studio ha mostrato un aumento delle segnalazioni di insufficienza cardiaca, tuttavia questo non ha comportato un aumento nella mortalità in questo studio.
Anziani L’uso in combinazione con insulina deve essere considerato con cautela nei pazienti anziani, a causa di un aumentato rischio di insufficienza cardiaca grave. In considerazione dei rischi correlati all’età (in particolare tumore della vescica, fratture e insufficienza cardiaca), negli anziani deve essere considerato con attenzione il rapporto rischi/benefici, sia prima sia in corso di trattamento. Tumore della vescica In una meta–analisi di studi clinici controllati sono stati segnalati casi di tumore della vescica più frequentemente con pioglitazone (19 casi su 12.506 pazienti, 0,15%) rispetto ai gruppi di controllo (7 casi su 10.212 pazienti, 0,07%), HR = 2,64 (IC 95% 1,11–6,31, p = 0,029). Dopo aver escluso i pazienti in cui l’esposizione al farmaco in studio era stata inferiore a un anno al momento della diagnosi di tumore della vescica, si sono verificati 7 casi (0,06%) con pioglitazone e 2 casi (0,02%) nei gruppi di controllo. I dati epidemiologici disponibili suggeriscono anche un piccolo aumento del rischio di tumore della vescica nei pazienti diabetici trattati con pioglitazone, in particolare nei pazienti trattati per periodi più prolungati e con le dosi cumulative massime. Non può essere escluso un rischio potenziale anche dopo un trattamento a breve termine. Prima di iniziare il trattamento con pioglitazone devono essere valutati i fattori di rischio per il tumore della vescica (i rischi includono età, abitudine al fumo, esposizione ad alcuni agenti professionali o chemioterapici, come ciclofosfamide, o precedente trattamento radioterapico nella regione pelvica). Prima di iniziare il trattamento con pioglitazone deve essere investigata qualsiasi eventuale ematuria macroscopica. I pazienti devono essere avvisati di consultare immediatamente il loro medico se durante il trattamento sviluppano ematuria macroscopica o altri sintomi, come disuria o urgenza urinaria.
Monitoraggio della funzionalità epatica
Durante l’esperienza post–marketing è stata raramente segnalata disfunzione epatocellulare (vedere il paragrafo 4.8). Si raccomanda pertanto che i pazienti trattati con pioglitazone siano sottoposti a un periodico monitoraggio degli enzimi epatici. Gli enzimi epatici devono essere controllati prima di iniziare la terapia con pioglitazone in tutti i pazienti. La terapia con pioglitazone non deve essere iniziata nei pazienti con livelli basali degli enzimi epatici aumentati (ALT >2,5 volte il limite superiore della norma) o con qualsiasi altra evidenza di malattia epatica.
Dopo l’inizio della terapia con pioglitazone si raccomanda di monitorare periodicamente gli enzimi epatici, secondo necessità clinica. Se durante la terapia con pioglitazone i livelli di ALT aumentano fino a 3 volte il limite superiore della norma, i livelli degli enzimi epatici devono essere rivalutati appena possibile. Se i livelli di ALT rimangono >3 volte il limite superiore della norma la terapia deve essere interrotta. Se un qualsiasi paziente manifesta sintomi che suggeriscono disfunzione epatica, che possono includere nausea inspiegabile, vomito, dolore addominale, affaticamento, anoressia e/o urine scure, gli enzimi epatici devono essere controllati. La decisione se continuare a trattare il paziente con pioglitazone o meno deve essere presa in base al giudizio clinico, in attesa delle valutazioni degli esami di laboratorio. Se si osserva ittero, il farmaco deve essere sospeso.
Aumento di peso
Negli studi clinici con pioglitazone sono emerse prove di un aumento di peso dose correlato, che può essere dovuto ad accumulo di adipe e in alcuni casi associato a ritenzione idrica. In alcuni casi l’aumento di peso può essere un sintomo di insufficienza cardiaca, pertanto il peso deve essere attentamente monitorato. Il controllo della dieta fa parte del trattamento del diabete. È necessario consigliare ai pazienti di seguire rigorosamente una dieta a calorie controllate.
Ematologia
Durante la terapia con pioglitazone è stata osservata una lieve riduzione dell’emoglobina media (riduzione relativa del 4%) e dell’ematocrito (riduzione relativa del 4,1%), coerenti con emodiluizione. Alterazioni simili sono state osservate nel corso di studi comparativi controllati con pioglitazone nei pazienti trattati con metformina (riduzione relativa dell’emoglobina 3–4% e dell’ematocrito 3,6–4,1%) e, in misura minore, in quelli trattati con sulfonilurea e insulina (riduzione relativa dell’emoglobina 1–2% e dell’ematocrito 1–3,2%).
Ipoglicemia
Come conseguenza dell’aumentata sensibilità all’insulina, i pazienti che ricevono pioglitazone in terapia orale duplice o triplice con una sulfonilurea o in terapia duplice con insulina possono essere a rischio di ipoglicemia dose–correlata e può essere necessaria una riduzione nella dose della sulfonilurea o dell’insulina.
Disturbi visivi
Con i tiazolidinedioni, incluso pioglitazone, sono stati riportati casi post–marketing di nuova insorgenza o peggioramento di edema maculare diabetico, con diminuzione dell’acuità visiva. Molti di questi pazienti hanno riportato edema periferico concomitante. Non è chiaro se esista o meno un’associazione diretta tra pioglitazone ed edema maculare, ma i medici prescriventi devono fare attenzione alla possibilità di edema maculare se i pazienti riferiscono disturbi dell’acuità visiva; è necessario considerare l’opportunità di un’appropriata visita oftalmologica.
Altro
In un’analisi cumulativa delle reazioni avverse di fratture ossee riportate da studi clinici randomizzati, controllati, in doppio cieco, condotti su oltre 8100 pazienti trattati con pioglitazone e 7400 trattati con un farmaco di confronto per un periodo superiore ai 3,5 anni, è stata osservata un’aumentata incidenza di fratture ossee nelle donne.
Sono state osservate fratture nel 2,6% delle donne trattate con pioglitazone rispetto all’1,7% delle donne trattate con il farmaco di confronto. Non è stato osservato alcun aumento dell’incidenza di fratture negli uomini trattati con pioglitazone (1,3%) rispetto al gruppo di confronto (1,5%).
L’incidenza di fratture calcolata è stata pari a 1,9 fratture per 100 pazienti–anno nelle donne trattate con pioglitazone e a 1,1 fratture per 100 pazienti–anno nelle donne trattate con un farmaco di confronto. Pertanto l’aumento del rischio di fratture per le donne in questo set di dati relativo a pioglitazone è pari a 0,8 fratture per 100 pazienti–anno.
Nello studio sul rischio cardiovascolare PROactive della durata di 3,5 anni, 44/870 (5,1%; 1,0 fratture per 100 pazienti–anno) pazienti di sesso femminile trattate con pioglitazone hanno sperimentato fratture rispetto a 23/905 (2,5%; 0,5 fratture per 100 pazienti–anno) pazienti di sesso femminile trattate con il farmaco di confronto. Non è stato osservato alcun aumento dell’incidenza di fratture negli uomini trattati con pioglitazone (1,7%) rispetto a quelli trattati con il farmaco di confronto (2,1%).
Il rischio di fratture deve essere preso in considerazione nella terapia a lungo termine delle donne trattate con pioglitazone.
In conseguenza dell’aumentata azione dell’insulina, il trattamento con pioglitazone nelle pazienti con sindrome dell’ovaio policistico può causare la ripresa dell’ovulazione. Queste pazienti possono essere a rischio di gravidanza. Le pazienti devono essere consapevoli del rischio di gravidanza e se una paziente desidera intraprendere una gravidanza o se si verifica una gravidanza, il trattamento deve essere interrotto (vedere il paragrafo 4.6).
Pioglitazone deve essere usato con cautela durante la somministrazione concomitante di inibitori (per esempio gemfibrozil) o induttori (per esempio rifampicina) del citocromo P450 2C8. Il controllo glicemico deve essere monitorato attentamente. Si deve considerare l’opportunità di aggiustare la dose di pioglitazone nell’ambito della posologia raccomandata o la possibilità di modificare il trattamento del diabete (vedere il paragrafo 4.5).
Le compresse di Pioglitazone Sandoz contengono lattosio monoidrato e non devono pertanto essere somministrate a pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficienza di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio.
Gravidanza
Non sono disponibili dati umani adeguati a determinare la sicurezza di pioglitazone durante la gravidanza. Studi condotti con pioglitazone sull’animale hanno evidenziato un rallentamento dello sviluppo del feto. Questo è stato attribuito all’azione di pioglitazone nella diminuzione dell’iperinsulinemia materna e all’aumentata insulino–resistenza che si verifica durante la gravidanza e quindi alla conseguente della disponibilità dei substrati metabolici per la crescita del feto. La rilevanza di un simile meccanismo nell’uomo non è chiara e pioglitazone non deve essere usato in gravidanza.
Allattamento
Pioglitazone è stato ritrovato nel latte dei ratti in allattamento. Non è noto se pioglitazone venga secreto o meno nel latte materno umano. Pertanto pioglitazone non deve essere somministrato alle donne in allattamento.
Fertilità
Nel corso degli studi sulla fertilità condotti sull’animale non è stato osservato alcun effetto sulla copulazione, sulla fecondazione o sull’indice di fertilità.
Le reazioni avverse riportate in misura maggiore (>0,5%) rispetto al placebo e in più di un caso isolato nei pazienti che ricevevano pioglitazone nel corso di studi in doppio cieco sono elencate di seguito, suddivise secondo la terminologia MedDRA per classe sistemica organica e frequenza assoluta. Le frequenze sono definite come: molto comune (≥1/10); comune (da ≥1/100 a <1/10); non comune (da ≥1/1000 a <1/100); rara (da ≥1/10.000 a <1/1000); molto rara (<1/10.000), non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili). Nell’ambito di ciascuna classe di frequenza, gli effetti indesiderati sono riportati in ordine decrescente di gravità.
Reazione avversa | Frequenza delle reazioni avverse di pioglitazone in funzione del regime di trattamento | ||||
Monoterapia | Combinazione | ||||
con metformina | con sulfonilurea | con metformina e sulfonilurea | con insulina | ||
Infezioni e infestazioni | |||||
infezione delle vie respiratorie superiori | comune | comune | comune | comune | comune |
bronchite | comune | ||||
sinusite | non comune | non comune | non comune | non comune | non comune |
Patologie del sistema emolinfopoietico | |||||
anemia | comune | ||||
Disturbi del sistema immunitario | |||||
Ipersensibilità e reazioni allergiche¹ | frequenza non nota | frequenza non nota | frequenza non nota | frequenza non nota | frequenza non nota |
Disturbi del metabolismo e della nutrizione | |||||
ipoglicemia | non comune | molto comune | comune | ||
aumento dell’appetito | non comune | ||||
Patologie del sistema nervoso | |||||
ipoestesia | comune | comune | comune | comune | comune |
cefalea | comune | non comune | |||
capogiri | comune | ||||
insonnia | non comune | non comune | non comune | non comune | non comune |
Patologie dell’occhio | |||||
disturbi visivi² | comune | comune | non comune | ||
edema maculare³ | frequenza non nota | frequenza non nota | frequenza non nota | frequenza non nota | frequenza non nota |
Patologie dell’orecchio e del labirinto | |||||
vertigini | non comune | ||||
Patologie cardiache | |||||
insufficienza cardiaca4 | comune | ||||
Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) | |||||
tumore della vescica | non comune | non comune | non comune | non comune | non comune |
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche | |||||
dispnea | comune | ||||
Patologie gastrointestinali | |||||
flatulenza | non comune | comune | |||
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo | |||||
sudorazione | non comune | ||||
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo | |||||
frattura ossea5 | comune | comune | comune | comune | comune |
artralgia | comune | comune | comune | ||
mal di schiena | comune | ||||
Patologie renali e urinarie | |||||
ematuria | comune | ||||
glicosuria | non comune | ||||
proteinuria | non comune | ||||
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella | |||||
disfunzione erettile | comune | ||||
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione | |||||
edema | molto comune | ||||
affaticamento | non comune | ||||
Esami diagnostici | |||||
aumento del peso6 | comune | comune | comune | comune | comune |
aumento della creatina fosfochinasi plasmatica | comune | ||||
aumento della lattico deidrogenasi | non comune | ||||
aumento dell’alanina aminotransferasi7 | frequenza non nota | frequenza non nota | frequenza non nota | frequenza non nota | frequenza non nota |
¹ Sono state segnalate reazioni di ipersensibilità in pazienti trattati con pioglitazone dopo l’introduzione sul mercato. Queste reazioni comprendono anafilassi, angioedema e orticaria.
² I disturbi visivi sono stati segnalati principalmente all’inizio del trattamento, sono correlati alle modifiche della glicemia e sono dovuti a un’alterazione temporanea della turgidità e dell’indice di rifrazione del cristallino, come osservato con altri trattamenti ipoglicemizzanti.
³ è stato segnalato edema nel 6–9% dei pazienti trattati con pioglitazone per un anno in studi clinici controllati. Le percentuali di edema nei gruppi di confronto (sulfonilurea, metformina) sono state del 2– 5%. I casi di edema sono stati generalmente da lievi a moderati e di solito non hanno richiesto l’interruzione del trattamento.
4 Negli studi clinici controllati l’incidenza di segnalazioni di insufficienza cardiaca riportate con il trattamento con pioglitazone è stata la stessa osservata nei gruppi trattati con placebo, metformina e sulfonilurea, ma è aumentata quando pioglitazone è stato utilizzato in terapia di combinazione con insulina. In uno studio di esito condotto su pazienti con malattia macrovascolare maggiore pre–esistente rispetto al placebo l’incidenza di insufficienza cardiaca grave con pioglitazone è stata dell’1,6% più alta, quando è stato aggiunto a una terapia che includeva insulina. Tuttavia questo non ha comportato un aumento della mortalità in questo studio. Raramente durante la commercializzazione di pioglitazone è stata segnalata insufficienza cardiaca, ma più frequentemente quando pioglitazone è stato usato in combinazione con insulina o nei pazienti con anamnesi di insufficienza cardiaca.
5 È stata condotta un’analisi cumulativa delle reazioni avverse di fratture ossee riportate da studi clinici randomizzati, controllati verso farmaco di confronto, in doppio cieco, condotti su oltre 8100 pazienti trattati con pioglitazone e 7400 trattati con un farmaco di confronto per un periodo superiore ai 3,5 anni. Nelle donne trattate con pioglitazone è stata osservata un’incidenza più elevata di fratture (2,6%) rispetto a quelle trattate con il farmaco di confronto (1,7%). Non è stato osservato alcun aumento dell’incidenza di fratture negli uomini trattati con pioglitazone (1,3%) rispetto a quelli trattati con il farmaco di confronto (1,5%).
Nello studio PROactive, della durata di 3,5 anni, 44/870 (5,1%) pazienti di sesso femminile trattate con pioglitazone hanno sperimentato fratture rispetto a 23/905 (2,5%) pazienti di sesso femminile trattate con il farmaco di confronto. Non è stato osservato alcun aumento dell’incidenza di fratture negli uomini trattati con pioglitazone (1,7%) rispetto a quelli trattati con il farmaco di confronto (2,1%).
6 In studi controllati con farmaco attivo l’aumento di peso medio con pioglitazone somministrato per un anno in monoterapia è stato di 2–3 kg. Questo risultato è stato simile a quello osservato nel gruppo di confronto attivo con sulfonilurea. L’aumento di peso medio nell’arco di un anno è stato di 1,5 kg negli studi in cui pioglitazone è stato associato a metformina e di 2,8 kg negli studi in cui pioglitazone è stato associato a sulfonilurea. Nei gruppi di confronto l’aggiunta di sulfonilurea a metformina ha determinato un aumento del peso medio di 1,3 kg e l’aggiunta di metformina a sulfonilurea ha determinato una perdita di peso medio di 1,0 kg.
7 Negli studi clinici con pioglitazone l’incidenza dell’aumento di ALT oltre 3 volte i limiti superiori della norma è stata uguale al placebo ma inferiore a quella osservata nei gruppi di confronto trattati con metformina o sulfonilurea. I livelli medi degli enzimi epatici sono diminuiti con il trattamento con pioglitazone. Nell’esperienza post–marketing si sono verificati rari casi di aumento degli enzimi epatici e di disfunzione epatocellulare. Sebbene in casi molto rari sia stato riportato un esito fatale, non è stata stabilita alcuna relazione causale.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.agenziafarmaco.gov.it/it/responsabili.
Lattosio monoidrato
Idrossipropilcellulosa
Carmellosa calcica
Magnesio stearato
Questo medicinale non richiede alcuna speciale condizione di conservazione.